di Vincenzo Emanuele
Il voto amministrativo di domenica e lunedì ha riservato molte sorprese. In questo primo articolo ci concentriamo sulla partecipazione, mentre nei successivi saranno analizzati anche i dai relativi alle performance delle forze politiche. Nel turno elettorale che si è appena concluso l’affluenza ha subito un brusco crollo: nei 26 comuni capoluogo è stata del 63,5%, in calo di oltre 8 punti rispetto alle precedenti comunali (vedi Tabella 1 e Figura 1 in basso). Questo dato riflette lo stato di crisi del sistema politico italiano e la sempre maggiore disaffezione degli elettori nei confronti delle attuali forze in campo, già ampiamente documentato anche dalle analisi dell’Osservatorio politico del Cise. Un tale crollo della partecipazione è un dato tanto più allarmante se pensiamo che si è trattato non di elezioni politiche bensì amministrative: la competizione per la scelta del sindaco e la corposa presenza, un po’ in tutti i comuni, di liste e candidati consiglieri, avrebbe potuto tenere il tasso di affluenza ad un livello non molto inferiore al passato, ma non è stato così. Anche le elezioni comunali scontano il clima di antipolitica dilagante nel paese. Non solo, ma il crollo dell’affluenza è stato più consistente al Centro-Nord rispetto al Sud. Nei 10 capoluoghi settentrionali al voto la partecipazione è stata appena del 60% con un calo di 8,1 punti rispetto alla precedente tornata. In particolare la maglia nera di queste elezioni è andata a Genova (55,5%), ma in generale solo Verona (69,6%) e Cuneo (68,8%) risultano sopra la media nazionale, con perdite rispetto alle ultime comunali in doppia cifra percentuale ad Alessandria (-13,2 punti), Monza (-13,9) e Belluno (-10,5). Nelle quattro città della Zona rossa al voto si registrano le maggiori diminuzioni nei tassi di affluenza alle urne: la partecipazione è scesa di oltre 11 punti crollando al 61,4%, un dato bassissimo per questa parte del paese, che alle elezioni politiche è storicamente la zona italiana che vota di più (82,4% alle politiche 2008 contro una media nazionale nei 26 comuni del 76,7%). Come già accaduto alle corse comunali gli elettori delle regioni meridionali mostrano una maggiore sensibilità quando si tratta di scegliere il sindaco e il consiglio comunale della propria città. Così il Sud, che alle politiche tende a partecipare meno del resto del paese (-4,1 punti rispetto alla media nel 2008), alle amministrative è l’area con la maggiore affluenza (67,3%), anche se pure qui si risente del generale calo rispetto a 5 anni fa (-7,5 punti). Sul sottoinsieme meridionale pesano molto negativamente le basse affluenze dei due comuni più grandi, Palermo (63,2%) e Taranto (63,4%). Per il resto, con la sola eccezione di Trapani, gli altri 9 comuni del Sud si attestano tutti sopra il 70% di affluenza, con addirittura quattro comuni sopra il 75% (Catanzaro, Trani, Isernia e Frosinone).
Da questi dati sull’affluenza emergono quindi due elementi di discontinuità e uno di continuità: i primi sono il crollo repentino e generalizzato (i votanti calano in tutti i comuni senza eccezioni) dell’ affluenza e la tendenza (già in parte emersa alle regionali 2010) sempre più marcata della Zona rossa ad avvicinarsi al resto del Nord perdendo il proprio tratto distintivo di alta partecipazione. La continuità è invece rappresentata dalle regioni meridionali che rispondono più volentieri alla chiamata alle urne quando si tratta di attribuire un voto che è molto più “personale” (al sindaco e al consigliere) che “politico”.
Fig. 1 Affluenza nei 26 capoluoghi e confronto con le precedenti comunali, dati percentuali
Tab. 1 Affluenza nei 26 capoluoghi e confronto con le precedenti comunali, dati percentuali