di Federico De Lucia
Uno degli elementi che più di tutti ha caratterizzato queste elezioni amministrative è certamente il successo del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Le liste civiche che si ispirano al comico genovese hanno ottenuto una grande affermazione in molti comuni, e il candidato grillino a Parma, Federico Pizzarotti, è persino riuscito a raggiungere il secondo posto assoluto, cosa che gli consentirà di affrontare al ballottaggio il candidato del centrosinistra Vincenzo Bernazzoli.
Il primo dato che merita attenzione, se si vuole apprezzare quanto il Movimento di Grillo si stia diffondendo sul territorio nazionale, è relativo all’offerta politica, cioè alle presenze dei candidati e delle liste del M5S nei comuni al voto. Dai dati in tabella, appare nitidamente quanto, a questo punto di vista, la situazione sia cambiata rispetto alle elezioni nei capoluoghi dello scorso anno.
Nel 2011 Grillo era presente in 18 capoluoghi sui 29 al voto (il 62,1%), mentre oggi è presente in 20 dei 26 chiamati alle urne (il 76,9%). Ma ancora più rilevante appare notare come in queste elezioni non vi sia alcun capoluogo del Nord e della Zona Rossa nel quale non fosse presente un candidato grillino. Ed anche al Sud, dove pure ancora la metà dei capoluoghi non ne vedeva ai nastri di partenza, la diffusione degli uomini di Grillo è sensibilmente aumentata rispetto all’anno scorso.
Per quanto riguarda le prestazioni elettorali, il grafico seguente mostra come il Movimento 5 Stelle, nell’aggregato composto dai soli 20 comuni in cui era presente una sua lista, abbia ottenuto l’8,2% dei voti proporzionali. L’anno scorso, nelle 18 città in cui si era presentato, aveva preso il 4,4%: stiamo parlando di un incremento davvero importante.
È bene chiarire che l’aggregato geografico di riferimento è diverso per i due anni in esame, e dunque l’impressione che si ricava dal confronto fra i due anni ha un valore solo indicativo. Tuttavia, è possibile fare almeno due considerazioni in proposito: in primo luogo, il M5S si conferma un partito centrosettentrionale (con una punta significativa nella Zona Rossa, ed in particolare in Emilia Romagna); in secondo luogo, le liste di Grillo, in tutte e tre le zone del paese, sono andate molto meglio rispetto a quanto non avessero fatto l’anno scorso, ma in particolar modo va segnalato il sensibile miglioramento registrato al Nord (+ 6,5 punti).
Se spostiamo l’orizzonte temporale dell’analisi alle regionali del 2010, ci è possibile operare un confronto metodologicamente più attendibile rispetto a quello appena fatto, perché prende in considerazione un aggregato territoriale che è il medesimo per i due anni in questione: le sole 8 città fra quelle in cui Grillo è presente quest’anno, in cui la lista di Grillo era presente anche alle regionali del 2010. Questo ci consente di osservare un vero e proprio trend elettorale, che si mostra ancora più lusinghiero di quello che abbiamo segnalato prima. Come mostra la tabella, in questi 8 comuni, il M5S ottiene l’11%, ben 7 punti in più rispetto a due anni fa, quando si era fermento di poco sopra il 4.
Generalizzare queste percentuali all’intero territorio nazionale sarebbe assolutamente inesatto: il campione di cui stiamo parlando è piccolo e, soprattutto, solo ed esclusivamente urbano. Non rappresentativo, dunque, della popolazione italiana. Ciò non toglie che la prestazione del Movimento 5 Stelle sia stata davvero molto significativa, anche se va detto che i sondaggi l’avevano in qualche modo prevista. Ciò che era difficile prevedere in queste proporzioni, è stato il contemporaneo crollo del centrodestra: è stato questo il fattore decisivo nello spingere i grillini a centrare il ballottaggio a Parma ed a sfiorarlo a Genova.