di Nicola Maggini
Nell’analisi del voto delle comunali del 6 e 7 maggio è senza dubbio importante considerare il rendimento coalizionale del “blocco” del Pdl. Per blocco del Pdl intendiamo la somma dei voti proporzionali ottenuti dal Pdl e da tutte quelle liste civiche o locali (Grande Sud, etc.) che appoggiavano un candidato sindaco sostenuto anche dal Pdl. Oltre al dato in valori assoluti, abbiamo anche calcolato il dato in valori percentuali sul totale dei voti di lista validi e abbiamo fatto un confronto per ciascuno dei 26 comuni capoluogo con i risultati ottenuti dal blocco del Pdl nelle elezioni politiche del 2008 (in cui abbiamo considerato i voti del solo Pdl) e nelle elezioni regionali del 2010 (in cui consideriamo i voti ottenuti, oltre che dal Pdl, anche dalle liste civiche del candidato presidente del Pdl). In tale maniera si è cercato di capire se le performances del blocco del Pdl sono migliorate, peggiorate o rimaste invariate. Oltre al dato per ciascun comune, abbiamo anche presentato il dato nell’aggregato totale. Infine, per le comunali del 2012, abbiamo anche riportato il dato del blocco Pdl comprendente Fli (per quei comuni in cui era presente e indipendentemente dalla sua collocazione coalizionale). Ciò è stato fatto perché Fli nasce da una scissione del Pdl e dal momento che nel 2008 faceva parte del Pdl è opportuno vedere se la sua fuoriuscita dal blocco del Pdl ha avuto delle conseguenze sul piano della consistenza elettorale di quest’area politica. Per ciò che concerne questo aspetto possiamo subito dare una risposta confrontando nella Tabella seguente la colonna del 2012 con quel del 2012 con Fli: se si considera il partito di Fini, il blocco del Pdl non aumenta mai di più di cinque punti percentuali con l’eccezione di due comuni siciliani: Agrigento, dove l’aumento è di 7,5 punti percentuali, e Trapani, dove l’incremento è di 8,3 punti percentuali. Per quel che riguarda il resto dei comuni, in quattro di essi l’incremento è tra i 4-5 punti percentuali circa (Brindisi, L’Aquila, Lecce, Palermo), mentre in otto è inferiore ai tre punti percentuali. Pertanto, considerando anche il fatto che in 12 comuni capoluogo Fli non si è presentato, si può dire che la sua esclusione dal blocco del Pdl non è molto rilevante dal punto di vista della consistenza elettorale di quest’area, oltre ad essere giustificata sul piano politico dal momento che Fli fa oggi parte del Terzo Polo. Vediamo ora di comparare i risultati elettorali ottenuti dal blocco del Pdl (senza Fli) nel 2012 con quelli ottenuti alle politiche del 2008 e alle regionali del 2010.
Come si può vedere dalla Tabella, nell’insieme dei 26 comuni capoluogo il blocco del Pdl subisce una netta perdita sia in valori assoluti che in termini percentuali (-11,9 punti percentuali rispetto alle regionali del 2010 e addirittura -17,5 punti percentuali rispetto alle politiche del 2008). Nell’aggregato dei 26 comuni capoluogo, infatti, il blocco del Pdl aveva ottenuto il 37,6% dei voti nel 2008, il 32% nel 2010, mentre oggi raccoglie “appena” il 20,6% dei consensi. Se si guarda al rendimento del blocco del Pdl rispetto al 2008 e al 2010 per ciascun comune, si nota come la flessione elettorale sia notevole nella maggior parte dei comuni considerati, evidenziando un trend nazionale (anche se con delle significative eccezioni). In alcuni comuni il calo è al di sopra della media superando i 18 punti percentuali: si tratta dei comuni di Verona, Trapani (rispetto al 2008), Taranto, Parma, Palermo (rispetto al 2008), Lucca (in particolare rispetto al 2008), Genova, La Spezia, Brindisi, Como, Cuneo (in particolare rispetto al 2008) e Alessandria (in particolare rispetto al 2008). In questi casi si può parlare di vero e proprio tracollo: basti pensare che a Trapani e a Palermo il calo è, rispettivamente, di 32,7 e 29 punti percentuali rispetto al 2008, a Parma di 23,4 punti percentuali rispetto al 2008 e di 19,9 punti percentuali rispetto al 2010, a Brindisi di circa 22 punti percentuali rispetto al 2008 e al 2010, a L’Aquila di 25,5 punti percentuali rispetto al 2008. Gli unici comuni in cui le perdite sono molto contenute, e dove quindi la consistenza elettorale di quest’area politica rimane stabile, sono Belluno, Asti, Frosinone, Gorizia, Isernia, Piacenza e Trani. Tra questi comuni in alcuni casi si registra anche un incremento elettorale rispetto alle elezioni regionali (ma non rispetto alle politiche): +3,1 punti percentuali ad Asti rispetto al 2010; +0,3 punti percentuali a Frosinone rispetto al 2010; addirittura +17,8 punti percentuali ad Isernia rispetto al 2011; e infine +3,9 punti percentuali a Trani rispetto al 2010. Infine in netta controtendenza rispetto al dato nazionale ci sono due comuni del Sud: Catanzaro e Lecce. Nel comune calabrese il blocco del Pdl guadagna 6,7 punti percentuali rispetto alle politiche del 2008 e addirittura 17 punti percentuali rispetto alle regionali del 2010. A Lecce l’incremento è ancora più consistente: +15,8 punti percentuali rispetto al 2008 e +20,7 punti percentuali rispetto al 2010. Il fatto che i due comuni in netta controtendenza rispetto al trend nazionale siano due comuni capoluogo del Sud può essere visto come il sintomo di una ulteriore meridionalizzazione dell’area del Pdl. In generale, comunque, queste elezioni politiche hanno senza dubbio segnato un chiaro e inequivocabile arretramento in termini elettorali del blocco del Pdl, decretandone la sconfitta in molte amministrazioni.