di Nicola Maggini
Sono 19 i comuni capoluogo in cui si è andati al ballottaggio domenica 20 e lunedì 21 maggio: sette al Nord, tre nella Zona Rossa e nove al Sud. In 11 casi ha vinto un candidato sindaco sostenuto da una coalizione guidata dal Pd. In tre casi ha vinto un candidato sindaco di una coalizione guidata dal Pdl (Frosinone, Trapani, Trani). In due comuni ha vinto un candidato sindaco del Terzo Polo (Cuneo, Agrigento) e in altri due comuni (Palermo, Belluno) ha vinto un candidato sindaco di una coalizione di sinistra. Infine in un caso (Parma) ha vinto un candidato del Movimento 5 Stelle. Come si può vedere da questo primo conteggio, nel Centro-Nord non ha vinto nessun candidato del centrodestra. Inoltre nei comuni dove il candidato di una coalizione guidata dal Pdl ha vinto, le percentuali di voto con cui è stata ottenuta l’elezione in due casi non sono eclatanti (a Frosinone e Trapani sono pari a circa il 53%) e a Trani la vittoria è sul filo di lana (50,8%). In quattro comuni (Belluno, Parma, Isernia, Trapani) ha vinto al ballottaggio chi al primo turno è arrivato secondo. A Belluno il candidato sindaco di una coalizione di sinistra (Jacopo Massaro), che al primo turno aveva preso il 24,4% dei voti (contro il 25,5% della candidata sostenuta da una coalizione guidata dal Pd, Claudia Bettiol), al ballottaggio ha ottenuto una larga vittoria con il 62,7% dei voti. A Parma Federico Pizzarotti (candidato del Movimento 5 Stelle) è stato eletto al ballottaggio con il 60,2% dei voti, mentre al primo turno aveva ottenuto il 19,5% (contro il 39,2% di Bernazzoli, candidato del Pd). Ad Isernia il candidato del centrosinistra guidato dal Pd (Ugo De Vivo), che aveva ottenuto il 30,4% dei voti (contro il 47,8% di Rosa Iorio, candidata del centrodestra guidata dal Pdl), al ballottaggio ha vinto in maniera netta con il 57,4% dei voti. Infine, a Trapani il candidato del Pdl (Vito Damiano), che al primo turno aveva ottenuto il 27,4% (contro il 37,9% raccolto dal candidato del Terzo Polo, Giuseppe Maurici), al secondo turno ha vinto con il 53,6% dei voti. Se si guarda ai valori assoluti e non alle percentuali, si nota come nella maggiore parte dei casi l’incremento dei voti tra primo e secondo turno non è di grande entità: ciò è coerente con il brusco calo della partecipazione elettorale tra primo e secondo turno nei 19 comuni capoluogo considerati (pari a -17,3 punti percentuali). A Genova Marco Doria, sindaco con il 59,7% dei consensi, al secondo turno ha addirittura preso meno voti che al primo turno, passando da 127477 a 114245 voti (mentre lo sfidante del Terzo Polo, Enrico Musso, ha quasi raddoppiato i propri consensi in termini assoluti). Per l’appunto Genova è il comune capoluogo che al ballottaggio registra la minore affluenza alle urne, pari al 39,1%. A Parma, invece, il neosindaco Pizzarotti ha praticamente triplicato i propri voti in termini assoluti, mentre lo sfidante Bernazzoli ha sostanzialmente mantenuto i consensi del primo turno (lasciando per strada circa seicento voti): nella città emiliana, del resto, l’affluenza alle urne al secondo turno è stata del 61,2% ed è il comune capoluogo dove si è registrata la minore diminuzione di votanti (-3,4 punti). Infine a Palermo, nonostante l’affluenza al ballottaggio sia calata di ben 23,5 punti percentuali passando al 39,8%, i due sfidanti sono comunque riusciti ad incrementare i propri voti in termini assoluti: Orlando, sindaco con il 72,4% dei consensi, è passato da 104763 a 158010 voti (un incremento di 53247 unità) e Ferrandelli è passato da 38432 a 60139 voti (un incremento di 21707 unità).
I comuni dove si è registrato un apparentamento ufficiale tra primo e secondo turno sono tre: Asti (dove l’Udc si è apparentata con il candidato sostenuto dal Pd, Fabrizio Brignolo), L’Aquila (dove l’Idv e la lista civica “L’Aquila oggi” si sono apparentate con il candidato sostenuto dal Pd, Massimo Cialente) e Agrigento (dove l’Mpa e Fli si sono apparentate con il candidato del Terzo Polo, Marco Zamputo). In tutti e tre i casi il candidato con cui è stato stipulato l’apparentamento è stato poi eletto sindaco con delle buone percentuali di voto: Brignolo ad Asti ha ottenuto quasi il 57% dei voti, Cialente a L’Aquila è stato eletto con il 59,2% e infine Zamputo ha ottenuto ad Agrigento il 74,7% dei consensi. In ogni caso se si guarda ai voti proporzionali ottenuti al primo turno dalle liste apparentate, in nessun caso l’apparentamento sembra essere stato determinante, dal momento che il margine di voti con cui è stata ottenuta la vittoria in termini assoluti è sempre superiore ai voti proporzionali delle liste apparentate (anche se ovviamente questa è solo una mera “fotografia” dei dati e non una approfondita indagine dei flussi elettorali).
Un altro dato interessante da registrare è quello delle sfide dirette tra Pd e Pdl: al ballottaggio in cinque comuni capoluogo (Como, Monza, Alessandria, Asti, Piacenza) si affrontavano candidati sostenuti dal Pd e dal Pdl. In tutti i casi ha vinto un candidato del Pd e nell’aggregato dei cinque comuni i voti dei candidati sostenuti dal Pd e dal Pdl aumentano tra primo e secondo turno in termini assoluti (+20000 voti circa per i candidati sostenuti dal Pd e +12000 voti circa per i candidati sostenuti dal Pdl). Infine, nell’aggregato dei nove comuni capoluogo del Centro-Nord (incluse Parma e Piacenza), i candidati sostenuti dal Pd tra primo e secondo turno hanno sostanzialmente mantenuto i propri voti in termini assoluti (passando da 263703 voti al primo turno a 271486 voti al ballottaggio).
In conclusione, i ballottaggi di queste elezioni amministrative hanno registrato il trionfo a Parma di Pizzarotti, primo candidato del Movimento 5 Stelle ad essere eletto sindaco di un capoluogo di provincia, la disfatta, in particolare al Centro-Nord, dei candidati sostenuti dal Pdl a cui si contrappone la vittoria dei candidati sostenuti dal Pd nella maggioranza dei comuni capoluogo e, infine, delle buone affermazioni dei candidati della sinistra (Orlando e Massaro) e, in alcuni casi, del Terzo Polo (Zamputo e Borgna). In particolare, la performance dei candidati della sinistra è stata ottima: in due casi erano arrivati al ballottaggio ed in entrambi i casi hanno vinto il “derby” con i candidati sostenuti dal Pd (la stessa cosa è accaduta all’unico candidato del Movimento 5 Stelle arrivato al ballottaggio). I candidati del Terzo Polo arrivati al ballottaggio invece erano sei: in due casi hanno vinto contro candidati sostenuti dal Pdl (ad Agrigento) e dal Pd (a Cuneo), mentre hanno perso in tre casi contro candidati sostenuti dal Pd (Genova, Lucca, L’Aquila) e in un caso contro il candidato sostenuto dal Pdl (Trapani).