di Federico de Lucia
Nel 2° turno amministrativo svoltosi nel fine settimana appena trascorso, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, la grande sorpresa di questa tornata elettorale, partecipava al ballottaggio in 5 comuni superiori ai 15.000 abitanti. Tutti questi comuni si trovavano al Nord, tre in Emilia Romagna, il cuore del consenso ai grillini (Parma, l’unico capoluogo, Budrio e Comacchio), gli altri due in Lombardia (Garbagnate Milanese) e Veneto (Mira). In tutti e cinque questi comuni, il M5S affrontava al ballottaggio candidati del centrosinistra; in tutti e cinque era giunto secondo al 1° turno di due settimane fa; ed in tutti e cinque aveva ottenuto una percentuale di consenso nettamente inferiore a quella del proprio avversario (da una scarto minimo di 14,2 punti a Comacchio ad uno massimo di 33 a Garbagnate).
Il risultato di questo 2°turno parla chiaro: il movimento di Grillo ha battuto il centrosinistra in 3 casi su 5. Oltre al successo di Parma, ampiamente mediatizzato, il M5S registra la conquista dell’amministrazione comunale anche a Mira e Comacchio.
Può essere interessante dare una occhiata ai valori assoluti del confronto fra M5S e PD nei due turni di queste elezioni comunali. La Tabella seguente mostra i voti ai candidati sindaco nei cinque comuni in esame: presentiamo i dati aggregati perché non si registrano particolari variazioni nei singoli casi.
Come si vede, in questi comuni l’affluenza, pur calando fra 1° e 2° turno, si è mantenuta su livelli piuttosto alti in confronto al notevolissimo calo che si è registrato a livello nazionale (e di cui già si è dato conto in un altro articolo). Questo può stupire, dato che in questi comuni si presentavano ai ballottaggi dei candidati, quelli grillini, che al primo turno si erano fermati su percentuali molto basse per essere quelle di candidati giunti al secondo posto: da un massimo del 22,3% di Comacchio, ad un minimo di addirittura il 10,3% di Garbagnate.
Il fatto che l’affluenza sia calata relativamente poco (solo 9.000 voti validi in meno rispetto a due settimane fa) è dunque la conseguenza del fatto che il M5S è riuscito a rimobilitare una significativa quota di elettori: elettori che, come la tabella mostra chiaramente, avevano votato altri candidati al primo turno. I candidati del M5S hanno guadagnato addirittura 50.000 voti in queste due ultime settimane. È certo che una significativa quota di questi elettori proviene dal centrodestra.
Il PD, dal canto suo, come da tradizione, conferma una significativa capacità di rimobilitare i suoi elettori, ma non riesce a conquistarne di nuovi. Anche alle amministrative dell’anno scorso avevamo notato questo fenomeno: allora la vittoria del centrosinistra era dipesa dalla incapacità del centrodestra di rimobilitare i propri consensi. Quest’anno, in questi cinque comuni, il M5S non ha avuto certo di questi problemi, ed il PD ne ha subito le conseguenze, perdendo 3 confronti diretti su 5, e fra questi certamente il più importante.
Nel grafico seguente mostriamo le tendenze elettorali (voti proporzionali di lista) delle ultime quattro tornate nei cinque comuni in esame, dalle precedenti amministrative ad oggi, passando per le politiche del 2008 e per le regionali del 2010. Per CDX intendiamo il PDL (nel 2007 FI e AN) e le liste civiche collegate, dato che, come si vede, la Lega e, ove presente, l’UDC, vengono considerati (e ad oggi sono) blocchi a sé stanti.
Come si vede, con un andamento simile a quello tipico della Zona Rossa, il centrosinistra tiene le sue posizioni nell’ultimo quinquennio: cala leggermente rispetto alle ultimissime tornate, ma in modo assolutamente non allarmante. Quello che stupisce è invece la totale destrutturazione del centrodestra. Il PDL era addirittura davanti al centrosinistra nel suo complesso nel 2007, mentre oggi è ridotto ai minimi termini, il 9,9%: la debacle di Parma incide molto su questa percentuale, ma si tenga presente che anche negli altri quattro comuni il partito di Berlusconi si è fermato poco sopra il 10%. Anche negli scorsi anni il PDL era progressivamente calato, ma le sue perdite erano compensate quasi perfettamente dalla contemporanea crescita della Lega: giunta in tre anni dal 3% al 15%. Oggi le cose sono notevolmente cambiate: non solo il PDL è sceso addirittura sotto il 10%, ma la Lega è tornata con una rapidità impressionante ai livelli di cinque anni fa. Ad usufruire di questa letterale decomposizione sono in molti: in parte certamente il Terzo Polo, cinque anni fa semplicemente inesistente, ed oggi vicino al 10%, in parte le altre liste civiche (non presenti nel grafico, ma al 13,6% nel 2012, quasi raddoppiate rispetto al 2007), in parte il non voto (l’affluenza, fra il 2007 ed il 2012, è calata di 9 punti). Ma è impossibile non collegare la “scomparsa” della coalizione di centrodestra con l’incredibile crescita di Grillo, che triplica in due anni: dal 6% al 19%.
A brevissimo avremo notizie più dettagliate sulla provenienza di questi voti: quello che certamente si può dire è che, in questi cinque comuni, Grillo sta riempiendo sia un vuoto di consensi che un vuoto di partecipazione. Non solo è stato capace di triplicare il proprio consenso in tre anni, ma è stato capace di portare a votare due volte gli elettori, e non solo i suoi. Se questi fenomeni i si estenderanno a dimensioni geografiche maggiori, e ci sono le condizioni perché questo avvenga, gli altri partiti, di centrodestra e di centrosinistra, dovranno trovare il modo di reagire.