di Aldo Paparo
Sul totale dei 157 comuni superiori chiamati al voto nel 2012, sono ben 101 quelli in cui la coalizione vincente di queste elezioni comunali non è quella che aveva vinto in occasione della precedente tornata amministrativa. Ciò significa che nel 64,3% dei casi assistiamo ad un cambio di colore politico del governo comunale.
La tabella 1 riepiloga questi “cambi di casacca”, ripartendoli per zona geografica e caratterizzandoli in base alle coalizioni vincenti delle due ultime elezioni comunali. Come era facile prevedere, il massimo dell’instabilità è raggiunta al Sud (67%). Ma il dato è piuttosto uniforme, e questa è certamente una sorpresa. Al Nord i comuni che cambiano casacca sono il 62%; mentre solo nella Zona rossa sono, seppur di poco, oltre due su cinque quelli che confermano al governo la coalizione uscente.
La tabella mostra inotre come in oltre la metà dei casi totali (51) si tratti di passaggi di mano da coalizioni di cui faceva parte il Pdl ad alleanze comprendenti il Pd. Ciò è avvenuto in oltre il 43% dei 53 comuni settentrionali al voto. Nelle regioni della zona rossa e in quelle meridionali, i comuni con questa evoluzione di governi locali rappresentano sempre una quota importante del totale dei comuni superiori al voto nelle due zone, ma assai inferiore a quella del Nord (rispettivamente il 29 e il 26%).
Se passiamo al dato complessivo, non limitandosi ai passaggi diretti fra Pd e Pdl, il quadro diventa ancora più cupo per il centrodestra. Amministrava in 92 comuni e in 65 di questi né Pdl né Lega esprimono oggi il sindaco. Ciò significa che oltre il 70% dei comuni fino a questa primavera governati dal Pdl hanno eletto un sindaco diverso da quello sostenuto oggi dai partiti di Alfano e di Bossi. Riesce a strappare qualche nuova amministrazione (10 intotale), ma quasi esclusivamente al Sud (8).
Il dato del Nord è impressionante: oltre il 50% dei comuni totali al voto (27 su 53) ha cambiato casacca, da centrodestra a qualcos’altro. Appena uno invece ha eletto il sindaco del Pdl senza che prima tale partito fosse al governo (Chiavari).
La LegaNord non è riuscita a sfruttare le difficoltà del suo ex alleato. Solo in due comuni (Cittadella e Verona) è riuscita a conquistare da sola i comuni precedentemente vinti in coalizione.[1] Però ve ne erano altri 27 nella stessa situazione, che sono stati vinti da altri (come visto il centrosinistra in primis).
L’egemonia del “forzaleghismo” nelle regioni settentrionali, già incrinatasi l’anno passato, sembra subire in queste comunali 2012 il colpo ferale. Il centrosinistra ne approfitta temporaneamente, in attesa che il campo avversario si riorganizzi.
Il terzo polo cresce ma in misura non particolarmente rilevante e quasi esclusimanente al Sud. Anch’esso non riesce a sfruttare a pieno la crisi del Pdl, anzi la sua avanzata avviene principalmente a spese del centrosinistra, cui strappa 6 amministrazioni; mentre sottrae al Pdl un solo comune, il siciliano Scicli. Come detto, i comuni del Nord precedentemente governati dal centrodestra sono passati al centrosinistra: il terzo polo non è riuscito a capitalizzare l’occasione, se non nei termini di una sterile avanazata percentuale.
Dei tre comuni conquistati dal Movimento 5 stelle, erano precedentemente amministrati dal centrodestra i due emiliani (Parma e Comacchio) mentre il Pd governava a Mira (VE).
[1] Questi due casi non rientrano nella categoria dei cambi di colore dal momento chela Lega era già al governo. Inoltre i due sindaci, Tosi e Bitonci, erano leghisti. (gavinbros.com)