di Matteo Cataldi
In questo articolo proponiamo una sintesi dei flussi di voto intercorsi tra le elezioni regionali del 2010 e le comunali di quest’anno per i principali partiti del nostro sistema politico. Almeno fino ad oggi. Per la selezione dei partiti la scelta è ricaduta quindi sui quattro maggiori partiti del 2010, essendo il voto di quella tornata elettorale la nostra variabile indipendente. Abbiamo così tre partiti che in misura simile ma per ragioni diverse attraversano in questo momento una crisi di consenso (Pdl, Lega nord e Idv) e un partito che sembra aver meglio di altri resistito agli sconvolgimenti politici dei mesi scorsi, mostrando una buona capacità di tenuta (Pd). Nel nostro campione di comuni capoluogo, per ragioni diverse, non ultime quelle legate alla reperibilità dei dati a livello di sezione, sono entrati a far parte Alessandria, Genova, Monza, Parma, Piacenza, Verona e Pistoia. Praticamente le città al voto più popolose del centro-nord.
Nelle figure 1-4 sono stati riportate le destinazioni di voto ai quattro partiti nelle diverse città. Ciascuna barra del grafico in corrispondenza di ogni capoluogo indica, fatto 100 il voto del 2010 ad un determinato partito, come i suoi elettori hanno votato in occasione delle comunali di quest’anno.
Un breve confronto tra i quattro grafici è sufficiente per rendersi conto che in un solo caso, quello dei democratici, la direzione maggiore di consenso è quella della riconferma. Negli altri invece la situazione è più complessa e gli elettori dei rispettivi partiti tendono a disperdersi seguendo svariate direttrici. Nel caso dell’Italia dei Valori è possibile individuare un beneficiario principale del flusso in uscita dal partito di Di Pietro: il Movimento cinque stelle. A Parma in modo particolare, come documentato in un articolo precedente, la metà degli elettori dell’Idv ha votato Pizzarotti già al primo turno; ma il flusso è consistente anche a Genova (37%) e rappresenta un quarto degli elettori del 2010 sia a Piacenza che a Monza, dove tuttavia una quota altrettanto consistente non è tornata a votare. Altre destinazioni, ad eccezione di quella che va verso il sindaco di Verona Tosi, sono meno significative.
La Leganord con l’importante eccezione del comune di Verona, subisce defezioni complessivamente più rilevanti e mostra evidenti segni di cedimento. Ad approfittarne anche in questo caso, sono stati i candidati del Movimento di Grillo, particolarmente nei comuni di Parma e di Alessandria dove un terzo dei voti che nel 2010 furono tributati al carroccio oggi premia i candidati di Grillo. Un flusso consistente si rileva a Piacenza in direzione di Paparo, candidato del Pdl, e verso l’astensione a Genova e a Monza (un quarto circa).
Il Pdl non sembra godere di uno stato di salute migliore dell’ex alleato. Gli elettori del “partito del predellino” hanno optato per soluzioni diverse a seconda del diverso contesto locale: in direzione dei candidati di centro a Parma e a Genova, dove praticamente solo la metà ha scelto il candidato del partito Vinai e l’altra metà il candidato del terzo polo, Enrico Musso; verso candidati delle liste civiche ancora a Parma (30 elettori su 100), e soprattutto a Piacenza (45 su 100). A Monza soltanto, accade che una fetta importante di “pidiellini” scelga direttamente il candidato del centrosinistra Scanagatti (22 su 100). Infine una quota variabile opta per non tornare alle urne, quota, che raggiunge la doppia cifra a Piacenza, Parma e Monza spingendosi fino al 30% a Pistoia. A Verona gli elettori del Pdl del 2010 vengono attratti in massa da Tosi (71 su 100).
Il Partito democratico ha tassi di riconferma piuttosto alti che, con l’eccezione veronese, si attestano oltre l’80% e si approssimano al 90% a Pistoia, Piacenza e Genova. Le perdite più pesanti sono tutte a favore dei candidati del Movimento cinque stelle che assumono proporzioni notevoli a Verona ed Alessandria (rispettivamente 12% e 17%). Limitate sono le perdite verso l’astensione, relativamente più abbondanti a Parma e nel capoluogo toscano.
Abbiamo potuto apprezzare alcune linee di tendenza nei movimenti di voto che hanno percorso i quattro partiti oggetto di questo focus comuni fra le diverse realtà locali. Riassumendo notiamo lo sbandamento degli elettori del Pdl in rotta verso più direzioni; la fiducia confermata da parte degli elettori del Pd, che pure non sono del tutto indifferenti alle sirene grilline, al proprio partito ed una chiara crescita del voto di protesta, che si è espresso nella diserzione delle urne e nei voti confluiti ai candidati espressione del movimento animato da Grillo. Particolarmente significativi gli spostamenti dai voti che furono dell’Idv nel 2010 verso il Movimento cinque stelle, su cui si sono orientati anche una parte non meno consistente degli elettori leghisti di due anni fa.
Fig. 1 – Destinazioni alle comunali 2012 degli elettori dell’Italia dei Valori alle regionali 2010.
Fig. 2 – Destinazioni alle comunali 2012 degli elettori della Lega Nord alle regionali 2010.