Il bacino del Movimento 5 Stelle: l’economia divide, il libertarismo e l’ambientalismo uniscono.

di Nicola Maggini

Alle recenti elezioni comunali del maggio 2012 il Movimento 5 Stelle (M5S) di Beppe Grillo ha ottenuto un significativo successo in termini di voti ed è riuscito a far eleggere il primo sindaco “5 stelle” in un comune capoluogo (Federico Pizzarotti a Parma). Nei giorni immediatamente precedenti, il Cise ha fatto condurre un sondaggio su un campione di 2500 persone con interviste telefoniche integrato da 500 interviste su cellulare. Questo sondaggio è la prima ondata di un panel misto Cati + Cami ed è successivo ad altri due sondaggi Cati somministrati nell’aprile del 2011 e nel dicembre del 2011. Dopo aver esposto, in un precedente articolo, i dati che mostravano il profilo dell’elettorato (potenziale) del M5S dal punto di vista socio-demografico, vediamo ora di precisare ulteriormente tale profilo utilizzando i giudizi su determinate issues. In via preliminare si deve dire che per avere una misura precisa del profilo dell’elettorato potenziale del movimento di Beppe Grillo, una variabile di particolare interesse è la cosiddetta propensione al voto per un partito (Ptv, propensity to vote)[1].

La Ptv viene misurata chiedendo all’intervistato quanto è probabile in futuro che possa mai votare per un partito (vengono testati tutti i principali partiti), su una scala da 0 a 10 – dove 0 significa “per niente probabile” e 10 significa “molto probabile”. Si tratta di una domanda utile per due motivi: innanzitutto ci permette di intercettare gli orientamenti dell’intero campione, dal momento che la quasi totalità degli intervistati accetta di rispondere a queste domande (mentre sulle intenzioni di voto ai partiti risponde solo una minoranza, circa il 43% , e per i partiti minori, come il M5S nelle prime due ondate, il numero dei casi è pertanto molto basso); in secondo luogo la Ptv ci permette di identificare – selezionando chi dà a un partito un punteggio particolarmente alto – il potenziale elettorale del partito. Per favorire la lettura dei dati, abbiamo ricodificato la Ptv per il M5S in tre categorie:  “poco probabile” (valori da 0 a 4),  “forse” (valore pari a 5),  “molto probabile” (valori da 6 a 10). Un valore della Ptv superiore a cinque indica dunque il potenziale elettorale di un determinato partito.

Per capire meglio il profilo dell’elettorato potenziale del movimento di Beppe Grillo abbiamo, pertanto, incrociato la Ptv del M5S con l’opinione circa alcune issues politicamente rilevanti e con l’auto-collocazione politica. Per restringere il focus sul potenziale elettorale raggiunto dal M5S alla vigilia delle elezioni comunali (ossia nel momento in cui il M5S ha registrato il suo exploit elettorale), abbiamo utilizzato i dati del sondaggio Cise primavera 2012 (utilizzando anche le interviste sul telefono mobile per incrementare la numerosità del campione). Le issues selezionate riguardano  questioni di tipo economico (riduzione dei servizi sociali in cambio di una diminuzione delle tasse, maggiore facilità di licenziamento e di assunzione per le imprese), questioni cosiddette  “etiche” (riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, parità di diritti tra coppie gay e coppie eterosessuali, restrizione all’aborto), tematiche di tipo ambientalista (“favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili anche a fronte di maggiori costi”) e infine l’opinione sulla possibilità di conferire la cittadinanza ai figli degli immigrati che nascono in Italia (tematica, quest’ultima, di un certo interesse dato che al riguardo Grillo aveva fatto una dichiarazione contraria). Come si è detto in precedenza, le cross-tabulazioni sono state effettuate per i dati del 2012 (quando cioè gli elettori potenziali del M5S sono più numerosi), tranne che per le domande sui licenziamenti e sulle energie rinnovabili che sono relative ai dati del sondaggio del dicembre 2011 dal momento che non sono state replicate nell’aprile 2012. Per ciò che concerne l’auto-collocazione politica, abbiamo voluto vedere in particolare quali sono le opinioni su tali questioni degli elettori potenziali del M5S (comparati con gli elettori poco probabili del M5S) che si collocano sul centrosinistra e sul centrodestra dello spazio politico.

    Le figure seguenti mostrano le opinioni degli elettori potenziali di centrosinistra e di centrodestra del M5S sulle questioni “etiche”, ponendole a confronto con le opinioni degli intervistati che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S.

Come si può vedere dai dati, gli elettori potenziali del M5S sulle questioni “etiche”  hanno sempre, indipendentemente dalla loro collocazione politica, opinioni più  liberal  rispetto a coloro che danno una bassa probabilità di voto per il movimento di Grillo. Il dato è ancora più evidente nel potenziale elettorale di centrodestra del M5S, che spesso ha opinioni nettamente divergenti rispetto agli intervistati di centrodestra che mostrano una bassa probabilità di votare in futuro per il M5S: in altre parole, i libertari in tema di diritti civili tra gli elettori potenziali di centrodestra di Grillo sono sempre la maggioranza. Se invece si considerano, sempre tra gli intervistati di centrodestra, gli elettori poco probabili del M5S, si vede come i libertari siano sempre in minoranza e anche quando sono maggioritari (come nel caso delle coppie di fatto), lo sono di misura (pari al 51%), mentre in questo caso gli elettori potenziali di centrodestra del M5S che si mostrano favorevoli al riconoscimento di maggiori diritti alle coppie di fatto sono il 63,7%. Tra le persone di centrosinistra, le opinioni più  liberal  sono sempre in netta maggioranza  e ciò è ancora più vero tra gli intervistati che costituiscono il potenziale elettorale di centrosinistra del M5S.

Le figure precedenti (4 e 5) mostrano le opinioni degli elettori potenziali di centrosinistra e di centrodestra del M5S su alcune questioni economiche, ponendole a confronto con le opinioni degli intervistati che mostrano una bassa probabilità di votare in futuro per il M5S. In generale si nota come, tra gli intervistati di centrodestra, gli elettori potenziali del M5S siano più “liberisti” di coloro che danno una bassa probabilità di voto per il M5S (mentre il potenziale elettorale di centrosinistra del M5S è a volte ancora meno liberista degli intervistati di centrosinistra che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S). Ad esempio, tra coloro che costituiscono il potenziale elettorale di centrodestra del M5S il 33,8% (e quindi la minoranza) si dichiara d’accordo con il ridurre i servizi sociali per abbassare le tasse, ma tra gli intervistati di centrodestra che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S tale minoranza è ancora più esigua (il 22,1%). Nettamente contrari, invece, sono in generale gli intervistati di centrosinistra. In generale, comunque, la maggioranza degli intervistati, indipendentemente dal fatto che siano di destra o di sinistra e che siano degli elettori poco probabili o molto probabili del M5S, è contraria a una riduzione dei servizi sociali in cambio di un abbassamento delle tasse. Per ciò che concerne l’opinione circa il fatto che le imprese andrebbero lasciate più libere di assumere e di licenziare (dati dell’autunno 2011), la netta maggioranza (pari al 58%) dell’elettorato potenziale di centrodestra del M5S si dichiara favorevole, mentre tale percentuale cala al 54% tra gli intervistati di centrodestra che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S. Nettamente contrari sono invece gli intervistati di centrosinistra: sia quelli che danno una bassa probabilità di votare in futuro per il M5S (71%) che, in misura ancora maggiore, quelli che costituiscono il potenziale elettorale del movimento di Grillo (80,1%).

      Le figure seguenti (6 e 7)  mostrano, infine, le opinioni degli elettori potenziali di centrosinistra e di centrodestra del M5S sul tema dell’incentivo delle energie rinnovabili (dati dell’autunno 2011) e sul tema della cittadinanza ai figli degli immigrati che nascono in Italia, mettendole a confronto con le opinioni degli intervistati che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S.

Per quanto riguarda il tema delle energie rinnovabili, emerge con chiarezza che il potenziale elettorale del M5S, indipendentemente dalla collocazione politica, è formato da ambientalisti convinti. Ciò è ancora più evidente tra le persone di centrodestra, dove il 58,5% degli elettori potenziali del M5S si dichiara a favore di un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili anche a fronte di maggiori costi, mentre tra gli intervistati di centrodestra che mostrano poche probabilità di votare in futuro per il M5S i favorevoli sono una minoranza (pari al 38,2%). Infine, la questione del conferimento della cittadinanza ai figli degli immigrati regolari qualora nascano in Italia: la netta maggioranza degli intervistati, indipendentemente dalla collocazione politica e dal fatto che siano degli elettori poco probabili o molto probabili del M5S, si dichiara favorevole. L’esternazione di Beppe Grillo sul tema non è quindi affatto coerente con le opinioni del proprio elettorato potenziale.

    In conclusione, l’analisi delle issues ha rivelato che nel M5S coesistano due tipi di elettorato potenziale: uno di sinistra nel senso tradizionale sulle questioni economiche e libertario sulle questioni “etiche” e uno “liberista” sulle questioni economiche e libertario sempre sulle  questioni “etiche”. In altre parole, le questioni economiche rappresentano una possibile linea di frattura e di divisione all’interno del bacino elettorale del M5S, mentre il libertarismo in tema di diritti civili e l’ambientalismo (ossia la issue forse più caratterizzante del movimento) ne rappresentano il minimo comun denominatore.


[1] La Ptv per il Movimento 5 Stelle è stata chiesta nel sondaggio dell’aprile 2012 e nel sondaggio del dicembre 2011, ma non nel sondaggio dell’aprile 2011.

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.