Con un’affluenza alta Berlusconi può cercare la rimonta alla Camera

di Roberto D’Alimonte

Pubblicato sul Sole 24 ore del 3 febbraio 2013

La rimonta di Berlusconi è l’incognita di questa campagna elettorale. ll ricordo corre naturalmente al 2006. Anche allora i sondaggi davano l’Unione di Prodi in vantaggio di molti punti sulla Casa delle libertà di Berlusconi. E poi a urne chiuse si scoprì che il Cavaliere aveva preso più voti di Prodi al Senato e aveva perso alla Camera per una inezia. E’ possibile che si possa ripetere un exploit del genere ?  A distanza di tre settimane dal voto non è possibile rispondere con assoluta certezza a questa domanda . Si può solo far parlare i numeri per capire a quali condizioni la rimonta si potrebbe concretizzare. Naturalmente ci riferiamo alla Camera perché è qui che, con un voto più di Bersani, Berlusconi potrebbe ribaltare gli attuali pronostici e ‘vincere’. Come si sa il Senato è una altra storia.

            I primi dati da cui partire sono quelli delle intenzioni di voto alle due coalizioni che si  contendono la vittoria. La media degli ultimi sondaggi dà Bersani al 35 % e Berlusconi al 28 %. Grillo e Monti sono molti punti indietro e comunque il loro peso non è determinante ai fini del nostro calcolo. Il secondo dato è quello della partecipazione al voto. Le percentuali indicate sopra risultano da un tasso di risposte degli intervistati mediamente intorno al 65 %.  Nelle ultime settimane questo dato è cresciuto notevolmente in tutti i sondaggi. Vuol dire che la platea degli indecisi si sta progressivamente restringendo. Nelle politiche del 2008 ha votato l’ 80,5 % degli elettori. Il 19,5 % sono rimasti a casa e continueranno a farlo. Questo tasso di astensionismo non è recuperabile.

            Passiamo dalle percentuali ai numeri reali. Gli elettori in Italia (escludiamo i residenti all’estero) che possono votare il 24-25 Febbraio sono 47.154.000 (nel 2008 erano 47.041.000). Circa il 65 % di loro risponde oggi alla domanda sul voto. Questo è lo scenario-base. Tradotto in numeri significa 30.650.000 elettori. Con una affluenza alle urne pari all’ 80 % (come nel 2008) i votanti in questa consultazione sarebbero 37.723.000. La differenza tra queste due cifre, cioè tra gli elettori di oggi e quelli di domani, è 7.073.000, Questa è la stima della platea degli indecisi. E’ certamente una stima per eccesso. Infatti sarebbe un vero miracolo se l’80 % degli elettori andasse questa volta a votare.

            Sulla base di questa stima il 35 % assegnato dai sondaggi a Bersani corrisponde a 10.728.000 elettori; il 28 % di Berlusconi  a 8.582.000. Quindi tra i due schieramenti la differenza attuale è di 2.146.000 voti. Quanti dei 7.073.000 indecisi dovrebbe conquistare Berlusconi per colmare la distanza che lo separa da Bersani ?  Se nessuno votasse per il leader del Pd ne basterebbe il 30 %. Se invece il 20 % di loro lo facesse, la percentuale necessaria per la rimonta salirebbe al 50 %. E se il 25 Febbraio, come è più probabile, la percentuale dei votanti non fosse l’ 80 % ma il 75 % o il 70 % ?  Nel primo caso gli indecisi non sarebbero più 7.073.000, ma 4.715.000. Nel secondo caso sarebbero 2.358.000.  Dato il divario attuale tra Bersani e Berlusconi, nel primo scenario il Cavaliere dovrebbe conquistarne il 46 %, posto che nessuno di loro voti Bersani, e il 66 % se il 20 % di loro lo facesse. Nel secondo caso (70 % di votanti) Berlusconi potrebbe superare Bersani solo conquistando il 91 % dei consensi degli indecisi.

            Quali conclusioni ipotetiche si possono trarre da questo ragionamento ?  L’affluenza alle urne è un elemento decisivo per capire chi vincerà. Più alta sarà, maggiori sono le possibilità di una rimonta di Berlusconi. Se andrà a votare solo il 70 % degli elettori  il Cavaliere non può vincere. Ma dei tre scenari il secondo ( 75 % di votanti) è quello più realistico. Con 4.715.000 elettori ancora in ballo la partita non può definirsi chiusa. Si sa che gli indecisi sono per lo più elettori moderati. Ciò premesso, è comunque molto difficile che Berlusconi riesca a conquistarne tanti da ribaltare i pronostici. Intanto deve riuscire a convincerli a votare. Poi deve succedere che pochi votino Bersani. E qui Renzi potrebbe fare la differenza. Questa volta poi, a differenza del 2006, la sfida non è a due. Ci sono altre formazioni che competono con il Pdl per il voto degli indecisi. Per tante ragioni la sfida del 2013 è molto più ardua per il Cavaliere di quella del 2006.

            Ma per completare il ragionamento non si possono trascurare altri due fattori.  Primo, gli attuali sondaggi potrebbero non darci una fotografia del tutto corretta sulla distribuzione delle intenzioni di voto. Se la distanza tra le due coalizioni maggiori fosse oggi più piccola anche i nostri calcoli andrebbero rivisti. Secondo, tutto quello che abbiamo scritto si basa sulla assunzione che le scelte di voto fotografate dai sondaggi oggi non cambino domani. Vale a dire che i 10.728.000 elettori che dicono oggi di votare la coalizione di Bersani lo facciano veramente. E’ molto probabile che sia così, ma non è certo. Così come non è certo che una parte degli attuali elettori di Monti e di Grillo non spostino il loro voto su Berlusconi. Il quadro è ancora molto fluido. Inoltre potrebbe esserci un fatto nuovo, la ‘sorpresa di Febbraio’, capace di provocare flussi dell’ultima ora. E anche in questo caso salterebbero le nostre stime. Tutto sommato, però, lo schema di un centrosinistra che vince alla Camera e rischia al Senato resta ancora valido. Eppure……

I diversi scenari per una rimonta di Berlusconi
La situazione ad oggi

Intenzioni di voto, media sondaggi recenti (65% di rispondenti)

 

%

N.  (migliaia )

Coalizione Bersani

35%

10.728

Coalizione Berlusconi

28%

8.582

differenza  Bersani-Berlusconi

7%

2.146

Scenari alternativi
affluenza alle urne

70%

75%

80%

Elettori indecisi, migliaia

2.358

4.715

7.073

% indecisi che Berlusconi deve conquistare se Bersani ne prende 0

91%

46%

30%

% indecisi che Berlusconi deve conquistare se Bersani ne prende il 10%

Berlusconi non può vincere

56%

40%

% indecisi che Berlusconi deve conquistare se Bersani ne prende il 20%

Berlusconi non può vincere

66%

50%

% indecisi che Berlusconi deve conquistare se Bersani ne prende il 30%

Berlusconi non può vincere

Berlusconi non può vincere

60%

Fonte: Centro Italiano Studi Elettorali (cise.luiss.it/cise)
Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.