di Aldo Paparo
Sono 92 i comuni che hanno votato in questa tornata di amministrative con il sistema elettorale che prevede l’elezione in due turni del sindaco, se nessun candidato ottiene immediatamente la maggioranza assoluta delle preferenze nell’arena maggioritaria. In questo articolo esaminiamo la diffusione delle vittorie in un turno, a confronto con il passato, nelle diverse zone geopolitiche del nostro paese.
Come si può osservare dalla figura 1, sostanzialmente la metà dei comuni (45) aveva eletto il proprio sindaco già al primo turno in occasione della precedente elezione comunale. La percentuale era poco inferiore al 50% sia al nord che al sud, mentre nella zona rossa raggiungeva il 58%. Quest’anno tale cifra si è abbassata a 26 unità, ovvero meno del 30% dei casi. Si noti che cinque anni or sono erano 25 i sindaci eletti al primo turno nelle sole regioni meridionali. La zona rossa si dimostra ancora la zona in cui è meno frequente in ricorso al ballottaggio: esattamente metà dei 12 comuni di tale area ha già il nuovo sindaco, con un lieve calo rispetto ai 7 eletti in turno unico delle precedenti comunali.
Fig. 1 – Comuni che hanno eletto il sindaco al primo turno per zona geografica. Confronto con le precedenti elezioni comunali.
Al sud e nel nord, invece, le cose sono andate diversamente. Nelle regioni settentrionali sono 8 i comuni in cui un candidato ha ottenuto la carica già al primo turno (meno del 30% dei casi totali), mentre invece sono 20 le città che dovranno tornare alle urne i prossimi 9 e 10 giugno. Nel mezzogiorno sono addirittura più che dimezzate le vittorie immediate, tanto che oggi meno di un comune su quattro ha eletto il proprio sindaco.
Certo in occasione delle precedenti elezioni comunali l’offerta elettorale era molto diversa, con una frammentazione assai minore. Le recenti elezioni politiche hanno sancito la multipolarità del sistema politico italiano di questo periodo, accrescendo gli incentivi per i notabili locali a presentarsi da soli per poi contrattare l’apparentamento, senza correre il rischio di rimanere fuori dai giochi nel caso di una vittoria al primo turno, assai improbabile.
Inoltre abbiamo già sottolineato come, nella stragrande maggioranza dei casi, le precedenti elezioni comunali siano coincise con le politiche 2008, fatto che potrebbe aver favorito la concentrazione dei voti sulle due opzioni principali: alcuni elettori potrebbero avere deciso cosa votare alle elezioni di primaria importanza e poi avere confermato tale scelta alle comunali.
Questi fattori potevano fare prevedere già alla vigilia una certa depolarizzazione nei risultati elettorali e le conseguenti difficoltà nell’aggregare la maggioranza dei consensi già al primo turno; nonostante ciò, rimane inequivocabile l’immagine di uno sfarinamento delle grandi coalizioni che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della politica italiana.
Passiamo ora ad analizzare chi abbia vinto i (pochi) comuni già assegnati. La tabella 1 riporta la coalizione a sostegno dei sindaci eletti, distinguendo per zone geografiche. Come si può osservare, il centrosinistra targato Pd ha conquistato la maggioranza di queste amministrazioni: 16 su 26, ovvero il 61,5%. Per il centrodestra sono appena 5 le vittorie, lo stesso numero di coalizioni formate da liste civiche.
Tab. 1 – Coalizione vincente nei comuni assegnati al primo turno per zona geografica.
In particolare, nella zona rossa il partito guidato da Epifani sosteneva tutti e 6 i vincitori in turno unico, ma anche al nord il risultato è molto buono: il 75% dei sindaci è collegato al Pd. Solo nelle regioni meridionali si registra un maggiore equilibrio: sono infatti 4 le vittorie sia per il centrosinistra, che per il centrodestra che di candidati sostenuti da liste civiche.
Infine presentiamo il quadro dettagliato delle sfide dei ballottaggi: sono in totale 66 sui 92 comuni superiori, ovvero oltre il 70%. Osservando la configurazione delle sfide di secondo turno, poco più della metà (35) vedranno confrontarsi le coalizioni di cui fanno parte i due principali attori del nostro sistema politico, il Pd e il Pdl. Sono invece appena 3 i comuni in cui né il Pd né il Pdl hanno portato il proprio candidato al ballottaggio. Il M5s sfiderà il candidato di centrosinistra in tutti e 3 le sfide che si è conquistato.
Tab. 2 – Prospetto dei ballottaggi nei comuni superiori. Coalizioni in vantaggio e coalizioni seconde classificate dopo il primo turno.
Guardando invece ai diversi partiti, il Pd è quello che è presente nel maggior numero di casi: 50 in totale, mancando quindi il ballottaggio in meno di un caso su quattro. Inoltre, ha il maggior numero di candidati in testa dopo il primo turno: quasi la metà dei ballottaggi totali, 32.
Il principale partito del centrodestra ha piazzato il proprio candidato al secondo turno in 48 casi, pareggiando quindi sostanzialmente il risultato del rivale di centrosinistra. Più sensibile è la differenza in termini di maggioranze relative al primo turno: sono poco più di una su tre, 24, mentre in altri 24 comuni è al secondo posto.
Dai dati che abbiamo presentato, si evidenzia un buon successo della coalizione di centrosinistra. Naturalmente occorrerà aspettare i risultati dei ballottaggi per potere avere il quadro completo, ma già adesso alcuni elementi possono essere sottolineati. Le coalizioni comunali contenenti il Pd hanno conquistato oltre il triplo delle amministrazioni al primo turno della coalizione di centrodestra, registrano il massimo valore di ballottaggi conquistati (75% del totale) e si presentano in vantaggio nella metà di tutti i ballottaggi.
Il secondo elemento che emerge è l’arretramento del M5s. Non solo a confronto con il lusinghiero risultato delle elezioni politiche di qualche mese fa, ma anche in riferimento alle comunali di un anno or sono. Allora aveva conquistato ben 5 ballottaggi, quest’anno sono solo 3. In più aveva centrato il secondo turno in un comune capoluogo di provincia e di particolare rilevanza, come Parma; oggi si deve accontentare di Pomezia, Martellago e Assemini. Certo dodici mesi fa i comuni superiori al voto erano 157, ma il movimento di Grillo aveva presentato propri candidati solo in 74 comuni: quindi si registra una effettiva diminuzione nel tasso di secondi turni centrati.