Lussemburgo: il primo voto “solo” europeo

di Patrick Dumont and Raphaël Kies

Il contesto

Per la prima volta dal 1979, in Lussemburgo le elezioni europee si sono svolte separatamente rispetto alle elezioni politiche nazionali. La simultaneità delle elezioni fu decisa prima delle prime elezioni dirette del Parlamento Europeo (dal momento che anche i parlamentari lussemburghesi erano eletti per un mandato di 5 anni e le successive elezioni si sarebbero in ogni caso tenute nel 1979) e la stabilità dei governi ha fatto si che tutte le sette precedenti elezioni europee e politiche cadessero nello stesso giorno, con le conseguenze che ne derivano. Ad esempio, dal momento che alle elezioni europee vi è un unico collegio nazionale, tutti i pesi massimi del partito sono stati di solito presenti in entrambe le liste (delle politiche e delle europee), così da assicurare un buon risultato al partito anche alle europee (in Lussemburgo gli elettori possono esprimere il voto per un partito, uno o più candidati della stessa lista o di liste diverse: è il cosiddetto panachage). Qualora un candidato venisse eletto in entrambi i contesti, decideva poi per quale mandato optare tenendo conto di ciò che stava accadendo nelle trattative per la formazione del governo nazionale. Nel 2009 i grandi partiti hanno deciso di non presentare doppie candidature (i partiti più piccoli hanno continuato comunque a presentarle). Una seconda conseguenza della sovrapposizione fra elezioni politiche ed europee è stata che la campagna elettorale delle prime ha eclissato quella delle seconde, rendendo così le elezioni europee ancor più di secondo ordine.

Questa sovrapposizione fra politiche ed europee è cessata nel 2014, dal momento che il governo Cristiano-democratico (CSV) guidato dal Primo Ministro Juncker (in carica sin dal 1995) è caduto nel luglio 2013 – per una serie di questioni concernenti, fra le altre, la mancanza di controllo del governo sull’intelligence nazionale – portando alle prime elezioni anticipate sin dalla fine degli anni ’50. Questo evento non solo ha reso distinte le due elezioni, aprendo ad una campagna genuinamente “europea” per le elezioni 2014, ma le elezioni politiche anticipate tenutesi ad Ottobre 2013 hanno portato alla formazione di una coalizione che ha visto l’esclusione del più grande partito del paese che era stato all’opposizione per soli cinque anni (1974-1979) dal dopoguerra. Le perdite elettorali del CSV (da 26 a 23 seggi su 60) hanno permesso la formazione di una coalizione alternativa composta dai Liberali (13 seggi), dai Socialisti che hanno innescato la crisi di governo non sostenendo il Primo Ministro Cristiano-democratico (13 seggi) e dai Verdi (6 seggi), lasciando l’esperto Juncker (spesso citato come potenziale Presidente della Commissione Europea e Presidente dell’Eurogruppo per otto anni) all’opposizione (Dumont e Kies in corso di pubblicazione).

Le elezioni politiche del 2009 hanno rappresentato un importante successo per il CSV che ha anche tenuto i suoi tre seggi (sui 6 totali) al Parlamento Europeo, mentre il LSAO (Socialisti) ne ha conquistato uno, così come il DP (Liberali) e i Verdi, nonostante la perdita di 6 punti alle elezioni europee rispetto al risultato del 2004 (nel 2004 il Primo Ministro Juncker guidava la lista CSV per le elezioni europee così come la lista del suo partito per le elezioni politiche nella circoscrizione Sud; nel 2009 fu invece candidato soltanto alle politiche). In un paese nel quale non c’è mai stata una reale frattura tra partiti ed elettori sui temi europei, i principali temi in campo delle prime elezioni “solo” europee sono stati 1) il consenso dell’ex Primo Ministro Juncker, scelto dal Partito Popolare Europeo come figura guida e potenziale Presidente della Commissione Europea nonostante non fosse candidato alle europee e 2) il rendimento dei partiti presenti nella nuova coalizione di governo e la possibilità per il più grande di questi ( il DP o il LSAP) di riuscire a vincere un secondo seggio a danno del CSV. I pochi sondaggi pubblicati dopo le politiche non hanno previsto con chiarezza la probabile distribuzione dei seggi prima del 25 maggio. Essi hanno comunque mostrato che nonostante questa campagna fosse la prima “solo” europea e che il precedente Primo Ministro fosse candidato alla Presidenza della Commissione (più dell’80% dei lussemburghesi sosteneva la sua candidatura e il suo partito era ancora considerato di gran lunga il più credibile per rappresentare gli interessi del Lussemburgo nella UE), circa un terzo dei rispondenti non si è interessato alla campagna.

La campagna

Complessivamente non meno di nove partiti competono per i sei seggi lussemburghesi nel Parlamento Europeo (PE), molti dei quali senza alcuna speranza di ottenere seggi ma con la sola ambizione di continuare ad apparire sulla scena politica dopo le elezioni nazionali nelle quali tutti questi piccoli partiti avevano be figurato. E’ il caso del PID (Partito per la Democrazia Integrale) che mirava al 2% già ottenuto alle politiche di Ottobre, del Partito Pirata, che aveva raggiunto il 3% e del KPL (il Partito Comunista, 1,5% alle politiche). La Sinistra (cresciuta nel 2013) e il nazionalista ADR (che va sempre peggio alle elezioni europee rispetto alle politiche e perde voti continuativamente dal 1999) non potevano aspettarsi di ottenere un risultato a due cifre che gli avrebbe permesso di sognare un posto a Bruxelles e Strasburgo per far valere le loro posizioni poco eurofile. Questi cinque partiti che complessivamente totalizzano 5 dei 60 seggi nel Parlamento nazionale, sono dunque meno eurofili: ad esempio la Sinistra correva con lo slogan “Basta! Ricostruire l’Europa” (una critica alle attuali politiche neoliberiste dell’Europa), ADR con “Meno Europa, più Lussemburgo” (per un’Europa di stati nazionali sovrani, con regole più stringenti sull’immigrazione) mentre il PID voleva l’abbandono dell’Euro e la reintroduzione delle monete nazionali. Caso strano per un partito lussemburghese (dal momento che vorrebbe portare il segretariato generale del PE dal Lussemburgo a Bruxelles), il Partito Pirata ha fatto campagna a favore di una singola sede del PE, Bruxelles, e per l’abolizione di ogni forma di diritto di veto nel Consiglio. I quattro maggiori partiti vedono in un’Europa più forte la possibilità di un più forte Lussemburgo. Il CSV ha fatto campagna seguendo questa linea e esaltando la sua immagine di competenza fuori dai confini del Granducato, acquisita tramite la quasi permanente presenza al timone del governo nazionale e tramite la sua capacità di cercare consenso nelle sfere europee con lo slogan “Per l’Europa, per il Lussemburgo”. Insieme con i socialisti i cristiano-democratici volevano un’Europa più sociale e solidale (un messaggio portato avanti da Juncker nella sua campagna per la Presidenza della Commissione UE che si concilia perfettamente col messaggio del suo partito nazionale ma che si adatta meno col resto del PPE) ed evidenzia il metodo comunitario. Il DP e i Verdi hanno largamente condiviso quest’ultimo tema ma hanno anche fatto campagna per un’Europa più democratica e trasparente. Il primo vuole un referendum a livello europeo per la revisione dei Trattati al fine di conferire al PE un reale potere di iniziativa legislativa. Anche i Verdi vogliono accrescere i poteri del PE e sostenere un maggior ricorso alle iniziative popolari. Infine, un certo numero di partiti (Verdi, Sinistra, PID, Partito Pirata e KPL) si oppongono al TAFTA e vorrebbero annullarne i negoziati (Esch-sur-Alzette, la seconda maggiore città del Granducato ha anche adottato una mozione a questo fine). Gli altri partiti ritengono che si è giunti ancora ad uno stadio iniziale dei negoziati, aspettano di avere maggiori informazioni e dichiarano che presteranno grande attenzione al tema. Viviane Reding, Commissario UE uscente, ha suggerito una pausa dei negoziati del TAFTA per informare i cittadini e i soggetti interessati.

I risultati

Il CSV è di gran lunga il vincitore delle elezioni europee 2014 con più del 37,6% dei voti, 6,3 punti in più del 2009, superando anche il record stabilito nel 2004 quando il primo Ministro Juncker trascinava la lista per il PE. Per la prima volta il CSV ha ottenuto la maggioranza relativa in tutte le città del paese. Questo risultato eccezionale e largamente imprevisto è spiegato dalla partecipazione di Juncker alla Presienza della Commissione UE (definito anche come il settimo candidato della lista), al buon risultato personale del capolista e Commissario europeo uscente Viviane Reding e probabilmente alla frustrazione di alcuni elettori del partito per via dell’esclusione del CSV dal governo nazionale nonostante fosse rimasto – alle elezioni politiche 2013 – il primo partito del paese.

Un’altra sorpresa è stata il risultato del LSAP, che crolla all’11,75%, perdendo 7,75 punti rispetto al 2009, una risultato che corrisponde alla metà esatta della media dei voti raccolti dal partito nelle sette elezioni europee precedenti (aveva già perso 3,5 punti nel 2009 rispetto al 2004, scivolando per la prima volta sotto il 20%). Con questo risultato, i socialisti lussemburghesi diventano la quarta forza politica alle elezioni europee, dietro Verdi e DP, dopo essere stati la seconda forza tr ail 1984 e il 2009. Questo importante calo può essere spiegato non solo come reazione di alcuni elettori al cambiamento di coalizione dopo le elezioni politiche anticipate, ma anche e sopratutto, dal buon risultato della Sinistra (5,8%; +2,4 punti) e dall’assenza di forti candidati nella lista socialista. I sei candidati che correvano alle elezioni erano tutti esordienti nell’arena europea e il loro candidato più rappresentativo, Mady Delvaux-Stehres, una figura molto nota nel paese, aveva perso molto appeal dopo aver intrapreso una controversa riforma del sistema educativo nazionale in qualità di ministro nel governo che è caduto nel 2013.

 

Tab. 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il parlamento Europeo – Lussemburgo
Partito

Gruppo PE

Voti (%)

Seggi

Voti (diff. sul 2009)

Seggi (diff. sul 2009)

Partito Cristiano Sociale (CSV)

EPP

37.7

3

+6.3

+0

Il Partito dei Verdi (déi Gréng)

G-EFA

15.0

1

-1.8

+0

Il Partito Democratico (DP)

ALDE

14.8

1

-3.9

+0

Partito lussemburghese Socialista dei Lavoratori (LSAP)

S&D

11.8

1

-7.7

+0

Partito di Alternativa Democratica e Riformista (ADR)

ECR

7.5

0

+0.1

+0

La Sinistra (Déi Lénk)

GUE-NGL

5.8

0

+2.4

+0

Partito Pirata

4.2

0

+0

Partito della Piena Democrazia (PID)

1.8

0

+0

Partito Comunista (KPL)

1.5

0

-0.1

+0

Totale

100.0

6

Affluenza al voto (%)

90

-0.8

Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

nesssuna

Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.

Le elezioni sono state caratterizzate dal successo dei Verdi che, nonostante una perdita di voti, sono divenuti il secondo maggiore partito con appena il 15%, superando il LSAP e i Liberali, partito del nuovo Primo Ministro, che hanno perso 4 punti. Questo cambiamento è stato reso possibile dal buon risultato personale del candidato più rappresentativo dei Verdi, l’uscente Claude Turmes, e allo stesso tempo dal deludente risultato personale del capolista liberale nonché parlamentare uscente Charles Goerens.

Nel complesso quindi, i partiti della nuova coalizione di governo hanno perso non meno di 13 punti rispetto alle precedenti elezioni europee, un risultato che deve essere letto come reazione contro la composizione e i primi mesi di attività del nuovo governo, oltre che dovuto al risultato del CSV alle elezioni europee – come al solito migliore rispetto alle politiche – che quest’anno ha beneficiato del effetto traino del suo leader Juncker, candidato come Presidente della Commissione Europea. La crescita del CSV, comunque, non corrisponde alle perdite dei partiti della coalizione (e il risultato del CSV è solo dello 0,5 per cento più alto dello score del 2004). Gli altri vincitori delle elezioni sono i partiti minori. Con le loro posizioni meno eurofile e senza molte speranze di strappare un seggio, hanno tutti (eccetto i comunisti del KPL) guadagnato voti nel 2014: il nazionalista ADR ha raggiunto il 7,53% (+0,1, ancora lontano dal 8,99% del 1999), la Sinistra è salita al 5,75% (+2,4 punti) e il Partito Pirata ha ottenuto un soddisfacente 4,3% alla sua prima apparizione.

Nonostante questi cambiamenti nei risultati dei partiti, la distribuzione dei seggi è rimasta la stessa. Il CSV ha tenuto i suoi 3 seggi, mentre DP, Verdi e LSAP sono riusciti a tenere il loro seggio.

Riferimenti bibliografici

Dumont, P. e Kies R. (in corso di pubblicazione), Luxembourg, in “European Journal Political Research.