di Salvatore Borghese
Il Veneto, come anche altre regioni (Liguria, Puglia), è stato sotto i riflettori di questa campagna elettorale principalmente per un motivo: la scissione che ha riguardato uno dei due schieramenti maggiori. In questo caso si tratta della frattura venutasi a creare nella Lega Nord tra il fronte a sostegno del governatore uscente, Luca Zaia (appoggiato dal segretario nazionale Matteo Salvini) e il sindaco di Verona Flavio Tosi, che ha deciso di correre da solo contro il suo partito dopo la “rottura dei patti”, che a suo dire avrebbero dovuto riservare a lui il ruolo di candidato ufficiale della Lega (e quindi del centrodestra). Proprio questa frattura sembrava poter rendere questa sfida più incerta. Ma, a differenza della Liguria (dove la scissione in seno al centrosinistra ha favorito la vittoria a sorpresa del centrodestra) e della Puglia (in cui a dividersi è stato il centrodestra, agevolando ulteriormente la vittoria annunciata del centrosinistra), in Veneto la divisione non ha comportato la sconfitta. Non ci sono infatti state sorprese rispetto al più prevedibile dei risultati, e Luca Zaia ha vinto con ampio margine riconfermandosi alla guida della regione.
Come tutte le altre regioni, il Veneto ha conosciuto una netta contrazione della partecipazione elettorale: solo il 57% degli aventi diritto si è effettivamente recato alle urne, dato peraltro superiore alla media nazionale. Il calo è consistente (9 punti percentuali) se si considerano le precedenti regionali del 2010, ma anche rispetto alle Europee 2014, quando votò il 64% degli elettori veneti. Come nelle occasioni precedenti, la provincia di Belluno si conferma quella con il tasso di astensionismo maggiore (solo il 44% di affluenza) mentre a Padova c’è stata la partecipazione più alta, sopra il 60%.
Il successo di Zaia è comunque ampio e incontestabile: il governatore uscente sfonda addirittura, di poco, la soglia del 50%, unico tra tutti i candidati di questa tornata. La vittoria di Zaia è netta in tutte le province, arrivando a sfiorare il 60% in quella di Treviso e scendendo sotto il 40% solo nella provincia di Verona, dove comunque distanzia nettamente – di oltre 10 punti – Flavio Tosi. Quest’ultimo non conosce neanche la soddisfazione di vincere nella sua città, per quello che conta; a Verona infatti prevale ancora Zaia in un incredibile fotofinish a 3: 28,3% contro il 28,1% della Moretti e il 27,9% di Tosi. La candidata renziana del Pd subisce una sconfitta molto pesante, piazzandosi seconda con il 22,7%, più che doppiata da Zaia e in forte arretramento rispetto a Bortolussi (candidato del centrosinistra nel 2010). Un altro sconfitto di queste elezioni è proprio Flavio Tosi: si ferma a quota 11,9% e, nonostante il supporto di ben sei liste, finisce battuto in volata anche per il terzo posto da Jacopo Berti, il candidato del Movimento 5 stelle (il margine è di appena 200 voti) . Al candidato indipendentista Morosin (2,5%) e a quella della sinistra Laura Di Lucia (0,7%) vanno i pochi voti restanti.
Tab. 1 – Risultati elettorali delle elezioni regionali 2015 in Veneto
Il risultato delle liste è abbastanza impressionante: al primo posto c’è la lista personale di Zaia con oltre il 23%, a conferma del grande apprezzamento personale per il governatore uscente; seconda è la lista della Lega Nord, che si ferma poco sotto il 18%. Solo terzo il PD, che non arriva nemmeno al 17%, peggiorando di molto non solo il dato 2014 (un incredibile 37,5%) ma anche quello delle Regionali 2010, quando comunque superò il 21%. Il Movimento 5 stelle mostra anche qui segnali di arretramento sul 2014 fermandosi intorno al 10%, praticamente la metà rispetto a un anno fa. Anche Forza Italia non va benissimo, venendo anch’essa cannibalizzata dai consensi di Zaia e precipitando al 6%. Quello che più impressiona è che sommando il dato delle varie liste riconducibili all’area leghista (Lega Nord, ma anche la lista personale di Zaia e quella di Flavio Tosi) si ottiene un valore prossimo al 45% dei voti espressi. A conferma del fatto che, con l’eccezione del biennio 2013-2014 in cui c’è stato prima il boom a 5 stelle e poi l’ondata renziana, il Veneto è la regione in cui la Lega Nord trova il terreno più fertile per diffondere il suo consenso, anche grazie a candidati molto competitivi e ben radicati sul territorio, più che negli studi televisivi.
Tab. 2 – Risultato elettorale nelle diverse province venete