di Aldo Paparo
Abbiamo già pubblicato numerosi dati del sondaggio CISE-OP relativi al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. La nostra indagine ne contiene ancora alcuni che possono essere utile alla comprensione dell’importante voto che ci attende ormai fra poco più di due settimane.
A cominciare da quelli relativi all’incrocio fra autocollocazione ideologica dei rispondenti e intenzione di voto al referendum, che presentiamo qui. Come si può vedere dalla Tabella, il SI è in testa nei bacini della sinistra (+9 punti sul NO) e del centro (+7). Al contrario, il NO è largamente in testa fra coloro che si dichiarano di destra e quanti rifiutano di collocarsi sulla dimensione ideologica. I margini di vantaggio sono praticamente doppi di quelli osservati nelle categorie in prevalenza favorevoli al SI.
Se consideriamo come nel nostro campione i rispondenti di centro, sinistra e destra sono tre frazioni pressoché identiche per numerosità, e due volte più pesanti dei non collocati, alla luce di questi dati il vantaggio del NO è presto spiegato. Lo svantaggio fra elettori di sinistra e centro è più che colmato dal solo scarto fra gli elettori di destra. Il NO allunga poi grazie ai non collocati.
Un ulteriore elemento che emerge dalla Tabella merita di essere sottolineato. Possiamo osservare come, non sorprendentemente per una consultazione dal chiaro carattere politico, i non collocati sono coloro che si dimostrano meno schierati. Al netto del vantaggio del No, quasi due su tre non fanno parte nè del fronte del SI nè di quello avverso. All’estremo opposto si collocano gli elettori di sinistra. Fra questi tre su quattro dichiarano l’intenzione di votare SI o NO. Fra gli elettori di centro e di destra, invece, poco meno dei due terzi dichiara una intenzione di voto.
Tab. 1 – Intenzioni di voto al referendum per autocollocazione ideologica
In buona sostanza, questi dati mostrano che il Presidente del Consiglio aveva probabilmente ragione a dire che la partita il SI se la gioca andando a prendere voti a destra. In effetti è in quella fetta di elettorato che si annidano le più forti contrarietà alla riforma. D’altro canto, questi stessi dati segnalano come la strategia di conquista di voti a destra non si mostri particolarmente proficua. Certo, un elettore di destra su cinque si dichiara intenzionato a votare SI, ma è ancora troppo poco.
A ben guardare, la nostra analisi mostra invece come vi sia un terzo degli elettori sia di sinistra che di centro intenzionati a votare contro la riforma. Con tutta probabilità è ormai troppo tardi per fare cambiare loro idea, ma forse una impostazione meno divisiva della campagna per il SI avrebbe potuto contenere queste spinte presso elettorati i cui principali partiti hanno approvato la riforma, e aumentare così le possibilità che questa venisse confermata al referendum.