Italiani ancora europeisti, ma ormai critici e sfiduciati: il super-sondaggio CISE con 19 domande sull’Europa

Il super-sondaggio CISE con 19 domande sull’Europa

E’ di poche ore fa la conclusione dell’ultimo sondaggio Osservatorio Politico CISE (CAWI, N=1000, estratti da panel online con quote per sesso, età, titolo di studio, e ponderazione aggiuntiva per voto 2018). Abbiamo già parlato delle intenzioni di voto: qui invece sfruttiamo la ricchezza del nostro sondaggio, in cui abbiamo inserito ben 19 domande relative a opinioni su vari aspetti della politica europea. Il quadro che emerge è per certi versi lontano dal calor bianco dei talk-show politici quotidiani, ma restituisce un quadro più realistico e verosimile: gli italiani sono ancora europeisti, ma nel complesso sono ormai critici su politiche specifiche, e soprattutto sembrano aver ormai perso una fiducia acritica nel fatto che le decisioni a livello europeo possano essere positive per l’Italia. Ma vediamo i dati in modo molto sintetico (tabella completa in fondo all’articolo).

Un orientamento favorevole all’Europa,

L’orientamento generale è chiaramente favorevole all’Europa: 70% per rimanere nella UE, 68% per rimanere nell’Euro. Non solo: il 76% è per mantenere la libera circolazione nella UE, segno di apprezzamento rispetto a quello che ha portato l’Europa. (Alprazolam bars) Inoltre questo già ci anticipa che i dati che vedremo tra poco non sono segno di una chiusura nei propri recinti nazionali, ma viceversa esprimono un giudizio nel merito delle politiche. Immaginare uno scontro frontale tra “europeisti” e “sovranisti” è una posizione ideologica che non sembra aver riscontro nell’opinione pubblica.

ma critico sulle politiche specifiche,

Quello che emerge in modo più focalizzato e tematico è invece un giudizio – e una volontà di cambiamento – su alcune politiche chiave dell’Unione Europea (che per certi versi esprime anche un disagio per un’insufficiente solidarietà da parte degli altri paesi): il 76% per sostenere maggiormente i paesi colpiti dalla crisi economica; 73% per ripartire i costi dei rifugiati con gli altri paesi; 71% rendere più flessibile la politica economica. Sullo sfondo vediamo chiaramente il segno di quanto è avvenuto negli ultimi anni. Le dure misure di austerità dei governi dal 2011 in poi, e soprattutto la percezione di una scarsa solidarietà degli altri paesi europei di fronte alla crisi migratoria. Vicende che sembrano aver lasciato un segno nell’opinione pubblica.

e a questo punto con scarsa fiducia nell’ulteriore devoluzione di politiche a livello UE.

E questo non può non avere un impatto riguardo alla devoluzione futura di competenze a livello UE. Qui sembra chiaro che evidentemente la percezione di mancanza di solidarietà ha finito ormai per compromettere la fiducia complessiva che le politiche possano essere gestite in modo efficiente e solidale se verranno trasferite a livello europeo. Così ecco che emerge anche un consenso maggioritario su posizioni volte a preservare la sovranità nazionale su vari temi: 65% sul fisco; 65% sulla politica economica; 59% sulle politiche sociali (probabile segno di mancanza di fiducia che a livello UE emergano politiche solidali); 52% sulla difesa; 51% sull’immigrazione. E’ importante notare che alcune di queste misure (armonizzazione della politica fiscale, politiche sociali gestione centralizzata dell’immigrazione) potrebbero in realtà potenzialmente aiutare il nostro paese: tuttavia la nostra interpretazione è che ci sia sfiducia che, una volta centralizzate queste politiche, gli orientamenti risultanti possano essere in linea con gli interessi dei cittadini italiani.

Approvate le misure chiave del governo, ma non è gradita la flat tax, perché l’orientamento prevalente è di sinistra (per la redistribuzione del reddito),

Veniamo infine ad alcune misure chiave prese dal governo. Anzitutto riguardo alla politica economica, c’è una sostanziale approvazione dei provvedimenti chiave: 60% di approvazione per Quota 100, 58% di approvazione per il reddito di cittadinanza. Questi dai non devono stupire, perché il 79% degli italiani è favorevole alla redistribuzione del reddito; e quindi non stupisce neanche che il 68% sia invece contrario alla flat tax.

ma di destra sull’immigrazione.

Infine si conferma un sostegno (67%) per la politica di chiusura dei porti, a conferma di una configurazione di opinione pubblica che è in linea con quella di altri paesi europei: di sinistra sull’economia e di destra sull’immigrazione.

E’ questa configurazione di opinione pubblica che ha finora alimentato il successo, già nel 2018, di M5S e Lega: partiti che non hanno esitato a combinare, in modo post-ideologico, posizioni economiche di protezione sociale non lontane dalla sinistra tradizionale con posizioni sull’immigrazione decisamente più conservatrici. A questo punto sarà interessante vedere come evolverà il sostegno alla Lega, che negli ultimi tempi sembra aver scelto di darsi una connotazione più chiaramente di destra. I dati sulle intenzioni di voto delle ultime settimane sembrano mostrare che non sia stata una strategia così promettente. A questo punto resta da attendere le elezioni del 26 maggio.

 

Tabella 1 – Consenso a varie affermazioni tematiche: sondaggio CISE Osservatorio Politico maggio 2019 (CAWI – N=1000)

Affermazione Consenso (%) (affermazione opposta)
ORIENTAMENTO GENERALE
VERSO LA UE
Rimanere nell’ Euro 67.54 Uscire dall’Euro
Rimanere nell’Unione Europea 69.7 Uscire dall’Unione Europea
POLITICHE EUROPEE
Preservare la libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea 76.05 Abolire la libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea
Aumentare il sostegno dell’Unione Europea ai paesi più colpiti dalle crisi economiche 75.63 Ridurre il sostegno dell’Unione Europea ai paesi più colpiti dalle crisi economiche
Ripartire tra tutti gli stati membri dell’Unione Europea i costi complessivi relativi all’accoglienza dei rifugiati 72.51 Far pagare a ciascuno stato membro dell’Unione Europea i costi relativi all’accoglienza dei rifugiati nel proprio territorio
Rendere più flessibile la politica economica della Unione Europea 70.7 Mantenere il rigore economico nella Unione Europea
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulla propria politica fiscale 65.27 Attribuire all’Unione Europea la competenza sulle politiche fiscali dei singoli stati membri
Rispristinare pieni poteri sulle proprie politiche economiche e di bilancio per gli stati membri 65.03 Attribuire all’Unione Europea più poteri sulle politiche economiche e di bilancio degli stati membri
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulle proprie politiche sociali (ad es. sussidio di disoccupazione) 59.21 Attribuire all’Unione Europea la competenza sulle politiche sociali dei singoli stati membri (ad es. sussidio europeo di disoccupazione)
Mantenere gli eserciti nazionali in ciascuno stato membro 52.52 Istituire un esercito dell’Unione Europea
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulla propria politica migratoria 50.05 Attribuire all’Unione Europea la competenza sulle politiche migratorie dei singoli stati membri
ECONOMIA
Mantenere l’attuale normativa sull’età pensionabile (Quota 100) 60.03 Ripristinare la precedente normativa sull’età pensionabile
Mantenere il reddito di cittadinanza garantito per chi è sotto la soglia di povertà 58.28 Abolire il reddito di cittadinanza garantito per chi è sotto la soglia di povertà
Ridurre le differenze di reddito tra chi ha redditi alti e redditi bassi 79.28 Non ridurre le differenze di reddito tra chi ha redditi alti e redditi bassi
Mantenere la progressività fiscale (chi guadagna di più paga percentuali più alte) 68.07 Introdurre la flat tax (percentuale di tasse fissa, indipendentemente dal reddito)
Ridurre la libertà delle imprese di assumere e licenziare 53.55 Aumentare la libertà delle imprese di assumere e licenziare
IMMIGRAZIONE
Mantenere i porti chiusi per le navi che trasportano migranti 67.07 Aprire i porti per le navi che trasportano migranti
Lorenzo De Sio è professore ordinario di Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli, e direttore del CISE - Centro Italiano di Studi Elettorali. Già Jean Monnet Fellow presso lo European University Institute, Visiting Research Fellow presso la University of California, Irvine, e Campbell National Fellow presso la Stanford University, è membro di ITANES (Italian National Election Studies), ha partecipato a vari progetti di ricerca internazionali, tra cui “The True European Voter”(ESF-COST Action IS0806), the “EU Profiler” (2009) e EUandI (2014), e di recente ha dato vita al progetto ICCP (Issue Competition Comparative Project). I suoi interessi di ricerca attuali vertono sull'analisi quantitativa dei comportamenti di voto e delle strategie di partito in prospettiva comparata, con particolare attenzione al ruolo delle issues. Tra le sue pubblicazioni, accanto a vari volumi in italiano e in inglese, ci sono articoli apparsi su American Political Science Review, Comparative Political Studies, Electoral Studies, Party Politics, West European Politics, South European Society and Politics, oltre che su numerose riviste scientifiche italiane. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Davide Angelucci is a lecturer at the Department of Political Science of Luiss University, Rome. He has been a visiting student at Royal Holloway University of London and at the Instituto de Ciências Sociais da Universidade de Lisboa. He is currently a member of the Italian Centre for Electoral Studies (CISE) and part of the editorial board of the journal Italian Political Science (IPS). His research interests include elections and electoral behaviour, party politics, class politics, and public opinion. His work has been published in journals like European Union Politics, West European Politics, South European Society and Politics, Swiss Political Science Review and others.