Flussi Genova: la Lega attrae elettori da tutti i partiti (PD, M5S, FI)

I risultati delle elezioni europee del 26 maggio 2019 a Genova seguono il trend generale già emerso in molte altre città italiane. Osserviamo dunque la Tabella 1 per avere un’immagine dettagliata dei voti in termini assoluti e percentuali ottenuti dai vari partiti nel capoluogo ligure, durante le elezioni europee del 2014, le politiche del 2018 e le europee dello scorso 26 maggio. Alcuni dati saltano subito all’occhio.

Innanzitutto, emerge la crescita al 30% (77.044 elettori in valore assoluto) del Partito Democratico, in termini di consensi elettorali raggiunti, rispetto alle politiche del 2018 dove aveva raccolto 66.523 voti (il 22%), risultando essere il secondo partito nella città, dopo il M5S, all’epoca il più forte con il 31,2% (Paparo 2018). Attualmente, il PD diventa il primo partito nella città, davanti alla Lega e al M5S. Tuttavia, notiamo che, come in molte altre città italiane (De Sio 2019) il partito non è riuscito a replicare la stessa performance molto buona ottenuta nelle precedenti elezioni europee del 2014 (44,6%).

In secondo luogo, riscontriamo l’avanzata della Lega. Va ricordato che, insieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale e altri partiti minori del centrodestra, la Lega ha composto la coalizione di centrodestra in corsa per le elezioni amministrative del il 27 giugno 2017, guidata da Marco Bucci, poi eletto sindaco della città (Carrieri 2017). Dal 1975, è la prima volta che Genova è governata da una giunta non di sinistra.

In queste europee, il partito ha più che moltiplicato per sette i propri consensi rispetto alle precedenti elezioni europee del 2014, passando dal 3,8% al 27,6% e, in valori assoluti, da 10.480 a 70.663 votanti. Il partito ha aumentato i propri voti anche rispetto alle elezioni politiche del 2018, dove tuttavia aveva già ottenuto un numero alto di consensi (17,1% e 51.724 votanti), diventando il terzo partito nella città, dopo il PD e il M5S. In seguito al 26 maggio, invece, la Lega aumenta di una posizione e diventa il secondo partito, dopo il PD, con la percentuale più alta di consensi, il PD passa in prima posizione e il M5S in terza.

Come già anticipato, all’avanzata della Lega si contrappone il declino elettorale dell’alleato di governo, il Movimento 5 Stelle, sia rispetto al 2014 (dove aveva ottenuto il 28,1% dei consensi e 76.751 voti assoluti) che al 2018 (31,2% e 94.145 voti). Il 26 maggio, invece, il partito è calato a 47.080 voti (18,4%), passando da essere il primo partito in città alla terza posizione, dopo la Lega e il PD. Oltre al M5S, un ulteriore partito in declino, a Genova, e in generale in tutto il Paese, è Forza Italia. A Genova, il partito di Berlusconi ha visto un notevole calo dei suoi consensi rispetto al 2018 (10,8%, 32.229 voti), dove aveva raggiunto risultati simili al 2014 (10,7%, 29.637 voti). Il 26 maggio, invece, FI si è fermato al 6,4% di consensi, dimezzando i propri voti rispetto all’anno precedente (16.292 voti).

Un ulteriore dato interessante è il risultato ottenuto dal terzo partito del centrodestra, Fratelli d’Italia che ha vissuto, a Genova, il percorso opposto a FI, aumentando progressivamente i propri consensi, dal 2,2% e 6.041 voti (europee 2014) al 3,7% e 11.071 voti (politiche 2018) fino ad arrivare al 5,2% (13.259 voti) nel 2019.

Tab. 1 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di Genovagenova tab

Inoltre, se confrontiamo (sempre guardando alla Tabella 1) i risultati di queste ultime elezioni europee con quelli della tornata politica immediatamente precedente (marzo 2018) possiamo misurare il rendimento elettorale alle europee, ovvero la capacità dei vari partiti di trascinare anche sulle elezioni europee il proprio risultato delle politiche. Per farlo calcoliamo, per ciascun partito in competizione, il rapporto tra voti ottenuti a queste europee e quelli ottenuti alle politiche (marzo 2018). Emerge che i partiti risultati “vincitori” a Genova raggiungono un livello alto di rendimento rispetto al 2018: 160% per la Lega, 136% per il PD, 141% per FDI. Questo dato sta ad indicare la buona capacità di radicamento sul territorio genovese di questi partiti. Rendimenti molto bassi, invece, per gli “sconfitti”: circa il 59% per FI e circa il 58% per il M5S, rendimento più basso fra tutti quelli dei vari partiti. Appaiono quindi evidenti le grandi difficoltà del Movimento nel tradurre le preferenze nazionali in voti alle europee.

Se vogliamo comprendere meglio le dinamiche elettorali che hanno caratterizzato le elezioni europee nel capoluogo ligure, possiamo guardare all’analisi dei flussi elettorali, che mostra con chiarezza i tassi di fedeltà, le destinazioni e le provenienze dei voti ai vari partiti fra politiche 2018 ed europee 2019, a Genova. Col termine “tassi di fedeltà” ai vari partiti si fa riferimento alla percentuale degli elettori dei vari partiti nelle elezioni politiche 2018 che ha confermato il voto alle europee del 2019. Questo è un indicatore importante per comprendere lo stato di salute e attrattività di un partito (De Sio 2019).  Dobbiamo però ricordare che le elezioni europee vedono sempre una partecipazione più bassa rispetto alle politiche, rendendo dunque più difficile raggiungere valori alti di fedeltà.

Nel caso specifico di Genova, come mostrato dalla Tabella 2, i partiti più “in salute” sono il PD e la Lega. Il PD presenta un tasso di fedeltà molto alto, al 76%, simile a quello raggiunto in altre città italiane. In maniera analoga, anche la Lega vanta un 68% di suoi precedenti elettori che riconfermano il voto fra 2018 e 2019. Risultati opposti sono ottenuti dal M5S e da FI. Il primo ha un tasso di fedeltà al 43% mentre il secondo al 24%.

Tab. 2 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2018 ed europee 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest

Ma qual è la provenienza dei voti dei partiti vincitori? E dove sono andati quelli degli sconfitti? Per rispondere, dobbiamo guardare, oltre che alle Tabella 2, alla Tabella 3. Per quanto riguarda la Lega, un dato emerge con chiarezza: la sua capacità di catturare voti trasversalmente, dai bacini elettorali di vari partiti. Infatti, solo il 50% dei suoi elettori 2019 proviene dal bacino 2018 della Lega. Il 7% dei suoi voti proviene da elettori 2018 del PD, il 15% da elettori ex FI, il 22% dal M5S. Questi dati si possono interpretare alla luce di due dinamiche principali. In primo luogo, la capacità di Salvini di mobilitare gli elettori di centrodestra, a Genova e in molte altre città italiane, allontanandoli progressivamente da FI e assumendo la leadership del centrodestra italiano. Questa strategia di lungo termine del leader della Lega è resa possibile anche dalla sua presenza al governo, quale unico rappresentante del centrodestra a dover trattare con Di Maio, con Berlusconi rimasto all’opposizione. Inoltre, la crescita della Lega come nuovo attore forte del centrodestra italiano può spiegare anche  il significativo passaggio di elettori dal M5S alla Lega. Nato in un momento di crisi dei partiti tradizionali, il M5S risulta esso stesso essere in crisi di fronte al ritorno di un centrodestra competitivo che sta progressivamente riprendendosi gli elettori di centrodestra che avevano precedentemente ceduto al fascino del M5S.

Al contrario, il PD non presenta la stessa capacità attrattiva trasversale della Lega. Infatti, i suoi voti vengono principalmente dal proprio bacino elettorale (68%) e da quelli di altri partiti di sinistra: il 16% dal bacino elettorale 2018 di LeU e il 10% da quello degli alleati 2018 del PD. Notiamo che, in linea con quanto verificatosi in altre città italiane, il PD ancora non riesce a catturare niente dal Movimento 5 stelle, al momento uno dei principali limiti alla sua espansione (De Sio 2019). In passato questo era dovuto all’antipatia di alcuni elettori di sinistra per Renzi; oggi, con l’arrivo del nuovo segretario del PD, Nicola Zingaretti, tali elettori potrebbero, in futuro orientarsi nuovamente verso il PD, anche a Genova.

Infine, FDI attrae in maniera abbastanza trasversale, seppur con percentuali minori rispetto alla Lega, dato che non deve sorprenderci, essendo FDI un partito ancora relativamente piccolo. I numeri, tuttavia, ci sono: solo il 25% dei suoi voti 2019 provengono dal suo stesso bacino elettorale del 2018, il 7% da PD, un altro 7% da alleati del PD, il 17% da FI e il 32% dalla Lega.

Soffermandoci sui partiti che hanno subito le maggiori perdite, vediamo che FI cede il 37% dei suoi elettori del 2018 alla Lega, in linea con il nuovo equilibrio che si sta sempre più venendo a creare nel centrodestra  e che vede il partito di Salvini come principale forza trainante, in grado di mobilitare e aggregare voti. Inoltre, il 7% dei suoi elettori nel 2018 vanno a FDI, mentre il 26% cede al partito degli astenuti. Solo il 24% degli elettori di FI nel 2018 riconferma il voto al partito anche nel 2019.

Per quanto riguarda il M5S, gli elettori in uscita vanno alla Lega (14%) e al partito dell’astensione (39%). Il 43% dei suoi elettori nel 2018 invece riconferma il voto anche alle europee 2019. Come nella maggior parte dei casi analizzati, nessun elettore transita dal M5S al PD.

Tab. 3 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2018 ed europee 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov

Il diagramma di Sankey di sotto (Fig. 1) esprime in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali a Genova. A sinistra sono riportati i bacini elettorali del 2018, a destra quelli del 2019. Le diverse bande, colorate in base al bacino 2018 di provenienza, mostrano le transizioni dai bacini delle politiche a quelli delle europee. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.

La figura permette di visualizzare gli elettori in movimento. Si apprezzano immediatamente la capacità delle Lega di pescare voti da varie provenienze, e la smobilitazione del M5S che cede due elettori 2018 su cinque verso il non voto.

Fig. 1 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2018 (sinistra) ed europee 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey

Questi dati non devono sorprenderci più di tanto, considerando che, negli anni scorsi, il M5S un po’ in tutte le città italiane, ha saputo pescare i propri consensi in modo ideologicamente trasversale sia da destra che da sinistra. Dunque, ora che Matteo Salvini sta costruendo un nuovo partito catalizzatore nel centrodestra, è probabile che  quella parte di elettori centrodestra che aveva sostenuto negli ultimi anni il M5S abbia scelto di tornare all’ovile orientandosi verso la Lega di Salvini.

Riferimenti bibliografici

Carrieri, L. (2017), ‘Scosse telluriche a Genova: lo storico sorpasso del centrodestra sul centrosinistra. I risultati e i flussi elettorali’, in A. Paparo (a cura di), La rinascita del centrodestra? Le elezioni comunali 2017, Dossier CISE (9), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 141-146.

De Sio, L. (2019), ‘Dentro i flussi elettorali: da Salvini e Zingaretti una tenaglia per il Movimento 5 Stelle?’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/28/dentro-i-flussi-elettorali-da-salvini-e-zingaretti-una-tenaglia-per-il-movimento-5-stelle/

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Ministero dell’Interno, “Europee, Regionali e Comunali del 26 Maggio 2019, Affluenza e Risultati”, https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20190526/scrutiniEI2050540600

Paparo, A. (2018), ‘A Genova storica vittoria del centrodestra con i passaggi dal M5S alla Lega’, in V. Emanuele e A. Paparo (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press, pp. 215-221.

Schadee, H.M.A., e Corbetta, P.G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 653 sezioni elettorali del comune di Genova. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Abbiamo effettuato analisi separate in ciascuno dei due collegi uninominali della Camera, poi riaggregate nelle stime cittadine qui mostrate. Il valore medio dell’indice VR per le due analisi è pari a 9,5.