Europee Bulgaria: né un voto di protesta, né un voto europeo

Traduzione di Giorgia Ramazzotti.

Più di sei milioni di elettori avevano il diritto di partecipare all’elezione dei 17 membri del Parlamento Europeo che spettano alla Bulgaria. Il voto si è svolto con un sistema di rappresentanza proporzionale con voto di preferenza in una singola circoscrizione nazionale.[1] 318 candidati sono stati nominati da tredici partiti politici, otto coalizioni e sei comitati di iniziativa.[2] Votare alle elezioni del PE è obbligatorio in Bulgaria, ma non c’è alcuna sanzione per chi si astiene dal voto. Inoltre, si può votare soltanto di persona alle urne e non esiste il voto postale. Queste regole, insieme alla mancanza di formazioni politiche capaci di mobilitare gli astenuti abituali e al fatto che il giorno delle elezioni fosse il terzo giorno di un weekend lungo, hanno favorito una bassa affluenza alle urne.[3]

La campagna elettorale

E’ stato molto difficile prevedere in anticipo chi avrebbe vinto le elezioni in Bulgaria. Una settimana prima delle elezioni, un quarto degli elettori era indeciso.[4] Il principale partito di governo Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB) in coalizione con Forze Democratiche Unite (SDS) era stimato al 30%. Stessa previsione anche per il Partito Socialista Bulgaro (BSP), il più grande partito di opposizione e successore dell’ex Partito Comunista. Terzo a distanza, ma sicuro di ottenere una rappresentanza al PE (essendo stimato a circa l’11%), era il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS), che rappresenta la minoranza di etnia turca in Bulgaria. Una serie di partiti più piccoli e candidati indipendenti competevano ciascuno per singoli seggi. I più quotati per passare la soglia elettorale del 5,88% per ottenere un seggio erano la coalizione ‘Bulgaria Democratica’ e il partito politico Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone (IMRO).[5]

Gli scandali di corruzione che hanno coinvolto il governo hanno dominato il dibattito pubblico di aprile e maggio, causando un calo del supporto a GERB, al governo, e un vantaggio di due punti percentuali a BSP.[6] Il cosiddetto scandalo ‘apartment gate’ è esploso quando i media hanno rivelato che alti ufficiali di governo avevano ottenuto dei lussuosi appartamenti nel centro di Sofia a dei prezzi irrealisticamente bassi. Proteste pubbliche hanno minacciato la tenuta del governo e il principale partito di opposizione BSP ha chiesto elezioni nazionali anticipate, in caso avesse vinto le elezioni europee.

Un altro effetto dello scandalo è stato l’aumento dell’apatia dell’elettorato. Il pubblico si è stancato della propaganda elettorale. Mentre il 51% degli elettori considerava le elezioni europee importanti ad aprile, soltanto il 38% lo ha confermato un mese dopo.[7] L’affluenza attesa è stata ricalcolata al 42% a inizio maggio, al 35% nei giorni prossimi alle elezioni[8].

Anche alcune preoccupazioni riguardo la protezione degli interessi nazionali della Bulgaria in UE sono emerse durante la campagna. Il candidato di punta del partito di governo GERB e l’attuale Commissario per l’Economia Digitale e la Società Marya Gabriel hanno dichiarato che il loro partito si sarebbe impegnato per porre fine al Meccanismo di Cooperazione e Verifica, un meccanismo di monitoraggio del progresso della Bulgaria nella lotta alla corruzione e la garanzia dello stato di diritto attraverso un sistema giudiziario indipendente istituito dopo l’ingresso nell’UE. Inoltre, GERB si è posizionato decisamente contro i ‘double food standards’ nell’Est Europa e nel resto dell’UE.[9]

Il maggior partito di opposizione BSP si è concentrato sull’attacco al governo in seguito allo scandalo di corruzione. Ha anche criticato l’incapacità del governo di assicurare la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica. Inoltre BSP ha enfatizzato problemi quali i salari troppo bassi e ha sostenuto l’introduzione di alcune forme di salario minimo in UE.[10] Il partito ha chiesto fortemente la fine delle sanzioni economiche dell’UE contro la Russia. Da notare, inoltre, che BSP ha assunto punti di vista conservatori opponendosi fortemente alla Convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza contro le donne, perché questa includerebbe anche la protezione delle persone trans-sessuali.

Come al solito, ci si attendeva che il Movimento per i Diritti e le Libertà (DPS) mobilitasse i loro sostenitori e ottenesse un risultato a due cifre. Il partito ha guidato una campagna europeista, enfatizzando lo sviluppo economico come via per attirare i Bulgari emigrati di nuovo in patria.

Secondi in termini di possibilità di ingresso nel PE erano i partiti nazionalisti-patriotici. In testa c’era IMRO, a favore di meno burocrazia in UE e federalismo, ma non contro l’integrazione europea in sé. Ha anche fatto campagna per la fine del discriminante monitoraggio da parte dell’UE degli affari interni e del sistema giudiziario del paese, così come per lo smantellamento del Mobility Package dell’UE.[11] Inoltre IMRO ha fatto campagna contro l’immigrazione illegale e i doppi standards in UE e ha promosso politiche protezionistiche per le industrie bulgare.[12] La retorica del partito ha incluso forti sentimenti contro ogni tipo di influenza turca sulla Bulgaria.

Altri partiti nazionalisti-patriotici con qualche chances in meno erano Volya– I Patrioti Bulgari, i Patrioti per Valeri Simenov e Ataka. Questi partiti hanno enfatizzato in diversi modi politiche populiste ed anti-establishment e controlli più serrati sull’immigrazione.

Infine un plausibile candidato per un seggio in Parlamento era la coalizione Bulgaria Democratica (DB), che univa il centro-destra e i partiti verdi. Il suo leader, Radan Kanley, ha supportato la continuazione del monitoraggio da parte dell’UE della legge e della giustizia in Bulgaria e delle sanzioni alla Russia. Il partito è a favore di un’unione politica più profonda e un’integrazione nelle aree della difesa e sicurezza, giustizia e energia.[13] Ha considerato le elezioni europee come un voto di sfiducia contro il governo.

Risultati

GERB, il partito al governo, è stato il vincitore delle elezioni. Insieme al suo partner di coalizione SDS, manderà sei deputati a Bruxelles. Il recupero di GERB, dato lo scandalo di corruzione, è attribuibile al coinvolgimento personale del suo popolare leader di partito Boyko Borisov negli ultimi giorni della campagna.

BSP è finito al secondo posto con cinque seggi al PE, perdendo le sue speranze per una elezione nazionale anticipata. L’ex leader e attuale Presidente del Partito dei Socialisti Europei, Sergey Stanishev, attribuisce la sconfitta del partito ai conflitti intra-partito, alla mancanza di una campagna unitaria per un vero dibattito sull’UE e all’uscita del partito dal parlamento nazionale qualche tempo prima per boicottare una modifica della legge elettorale.[14] BSP non è riuscito a mobilitare gli elettori di centro e ad opporsi al governo, portando alle dimissioni il suo leader Kornelia Ninova.[15]

DPS ha ottenuto tre seggi al PE, uno in meno rispetto alle scorse elezioni europee. Più sorprendente è stato il successo della coalizione di nuova formazione Bulgaria Democratica, che ha ottenuto la maggior parte dei suoi voti all’estero (28,8%) e ha vinto un seggio al PE. Anche IMRO è andato bene, consolidando il voto nazionalista e assicurandosi due seggi. Nessuno degli altri partiti nazionalisti ha raccolto abbastanza voti da ottenere una rappresentanza in Parlamento Europeo. L’euroscetticismo non ha certamente segnato le elezioni europee in Bulgaria.

Tabella 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo 2019: Bulgaria
Partito Gruppo parlamentare Voti (N) Voti (%) Seggi Differenza di voti dal 2014 (PP) Differenza di seggi dal 2014
Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB) EPP 607.194 31,0 6 +0,3 +0
Partito Socialista Bulgaro per la Bulgaria (BSP) S&D 474.160 24,2 5 +5,4 +1
Movimentoper i Diritti e le Libertà  (DPS) ALDE 323.510 16,5 3 -0,7 -1
Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone (IMRO) – Movimento Nazionale Bulgaro ECR 143.830 7,3 2 +1
Bulgaria Democratica (DB) EPP 118.484 6,1 1
Volya-I Patrioti Bulgari ENF 70.830 3,6
Comitato di Iniziativa per Desislava Petrova Ivancheva 30.310 1,5
Comitato di Iniziativa per Mincho Hristov Kuminev 22.992 1,2
Patrioti per Valeri Simeonov (NFSB and Middle European Class) EFD 22.421 1,1
La strada per i giovani 21.315 1,1
Ataka NI 20.906 1,1 -1,9
Vazrazdane 20.319 1,0
Reload Bulgaria (ex Bulgaria senza Censura) ECR 3.907 0,2 -1
Altri partiti 78.020 4,0
Totale 1.958.198 100 17 +0
Affluenza (%) 33,3
Soglia legale di sbarramento (%) Nessuna

Considerazioni finali

Il risultato delle elezioni europee in Bulgaria non possono essere ben spiegate con nessuno degli esistenti modelli teorici sulle elezioni europee. Rientra nel modello elettorale ‘di secondo ordine’ soltanto per quanto riguarda l’affluenza, che è stata particolarmente bassa (33.3%) (Reif e Schmitt 1980; Hix e Marsh 2007).[16] Questa percentuale è significativamente più bassa dell’affluenza media tra gli stati membri (51,0%[17]) e più bassa di 2,6 punti percentuali rispetto alle elezioni europee in Bulgaria del 2014[18]. In linea con questa interpretazione, di quelli che hanno votato, il 3% ha scelto l’opzione di voto ‘non supporto nessuno’.[19] Tuttavia, contrariamente alle altre due predizioni del modello ‘di secondo ordine’, il governo e i partiti più grandi non sono stati i perdenti di queste elezioni. Inoltre, i partiti più piccoli hanno migliorato soltanto di poco la loro performance rispetto alle elezioni del parlamento nazionale (di 11 punti percentuali cumulativamente). Complessivamente, i risultati non possono essere riassunti come un voto di protesta, sebbene le elezioni del PE si sono tenute a metà del ciclo elettorale nazionale, quando il governo, a fine ‘luna di miele’, era più vulnerabile alla punizione dell’elettorato (Van der Eijk e Franklin 1996).

Nemmeno il modello di elezioni europeo alternativo, il modello ‘l’Europa conta’, che predice il voto sulla base di questioni genuinamente europee può spiegare questi risultati (e.g. De Vries e Hobolt 2012; Hobolt e Spoon 2012; Hobolt 2015). Sebbene questioni europee siano emerse durante la campagna elettorale, nessuno dei partiti vincitori ha offerto un chiaro programma europeo per gli anni a venire. Significativamente, i partiti fortemente euroscettici hanno ottenuto un supporto elettorale estremamente debole.

Pertanto, c’è bisogno di un nuovo modello teorico che spieghi i risultati delle elezioni europee in Bulgaria e forse, più in generale, in Europa Orientale.

Riferimenti bibliografici

De Vries, C. E. e Hobolt, S. B. (2012), ‘When Dimensions Collide: The Electoral Success of Issue Entrepreneurs’, European Union Politics, 13 (2), pp. 246-268.

Hix S. e Marsh M. (2007), ‘Punishment or Protest? Understanding European Parliament Elections’, The Journal of Politics, 69 (2), pp. 495-510.

Hobolt, S. B. (2015), ‘The 2014 European Parliament Elections: Divided in Unity?’, Journal of Common Market Studies, 53 (1), pp. 6-21.

Hobolt, S. B. e Spoon J. (2012), ‘Motivating the European Voter: Parties, Issues and Campaigns in European Parliament Elections’, European Journal of Political Research, 51 (6), pp. 701-727.

Reif, K. e Schmitt, H. (1980), ‘Nine Second-Order Elections: A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3-45.

Van der Eijk, C. e Franklin, M. N. (1996), Choosing Europe? The European electorate and national politics in the face of union. Ann Arbor, University of Michigan Press.


[1] Un candidato necessita del 5% dei voti al partito perché l’ordinamento nella lista di partito sia modificato.

[2]  Commissione Elettorale Centrale (CIK). https://www.cik.bg/bg/ep2019/registers/candidates.

[3] Intervista del giornale Duma al commentatore politico Dimityr Ganer. https://duma.bg/dimitar-ganev-ochakvam-niska-izbiratelna-aktivnost-n192192.

[4] Sondaggio nazionale condotto dal centro di ricerca Spectyr nel periodo 16-21 maggio 2019. https://fakti.bg/bulgaria/382876-spektar-borba-za-chetvartoto-masto-za-evropeiskite-izbori.

[5] Dnevnik. https://www.dnevnik.bg/politika/2019/04/25/3424680_za_17_evrodeputatski_mesta_se_boriat_318_bulgari/.

[6] Mediana Agency: ‘Due settimane alle elezioni europee: atteggiamenti pubblici e politici’.  www.mediana.bg/download-analysis/MAY_2019_press.doc.

[7] Ibidem.

[8] Capital citando un sondaggio dello Specter Research Center. https://www.capital.bg/politika_i_ikonomika/bulgaria/2019/05/26/3911079_live_evroizbori_2019/.

[9] Svobodna Evropa, intervista con Mariya Gavriel, capolista di GERB, 21 maggio 2019. https://www.svobodnaevropa.bg/a/29952541.html.

[10] Svobodna Evropa, intervista con Elena Yoncheva, capolista del BSP, in data 22 maggio 2019. https://www.svobodnaevropa.bg/a/29954975.htm.

[11] Il Mobility Package è stato criticato in Bulgaria per aver minato il vantaggio competitivo dei trasportatori dell’Europa orientale in termini di prezzi e servizi, introducendo una nuova regolamentazione sugli incarichi di guida dei camionisti, sui tempi di guida e di riposo, tra gli altri.

[12] Svobodna Evropa, intervista con Angel Dzhambazki, capolista del partito MRO, in data 21 maggio 2019. https://www.svobodnaevropa.bg/a/29952690.html.

[13] Svobodna Evropa, intervista con Radan Kanev, capolista di Bulgaria Democratica, in data 22 maggio 2019. https://www.svobodnaevropa.bg/a/29952857.html.

[14] Intervista di BNT con Sergey Stanishev in data 26 maggio 2019. https://izbori.bnt.bg/analizi-single/sergej-stanishev-tova-ne-e-poslednata-bitka-koyato-vodim/. Nel tentativo di distogliere l’attenzione dai successi del primo ministro in campo internazionale, BSP ha cercato di indirizzare l’attenzione sulla politica nazionale e ha abbandonato il Parlamento per protestare contro una proposta di emendamento della legge elettorale che abolirebbe il voto di preferenza.

[15] Questo nonostante le elezioni si siano svolte durante le vacanze di un ponte, cosa che avvantaggiava BSP. Mentre i  più benestanti simpatizzanti del GERB dovevano andare in ferie, ci si aspettava una maggiore partecipazione da parte dei principali sostenitori di BSP, vale a dire i pensionati per il quale le elezioni offrivano un raro veicolo di partecipazione sociale.

[16] CIK. https://www.cik.bg/b.

[17] https://www.election-results.eu/.

[18] Per fare un confronto, l’affluenza alle urne nelle elezioni parlamentari nazionali del 2017 è stata del 54,1% (CIK). http://results.cik.bg/pi2017/aktivnost/index.html.

[19] CIK. https://www.cik.bg/b. Curiosamente, il 36% ha anche approfittato del voto di preferenza piuttosto che affidarsi alle liste preordinate ideate dai leader del partito.

Nikoleta Yordanova è Assistant Professor di Politica Europea presso la Scuola di Scienze Sociali dell'Università di Mannheim. È investigatrice capo del progetto "Riforme legislative e competizione di partito" del centro di ricerca collaborativa SFB884 "Economia politica delle riforme". La sua ricerca si occupa delle istituzioni e delle politiche dell'Unione Europea. Studia anche la politica legislativa nel contesto dei governi di coalizione nell'Europa occidentale e nell'Europa centrale e orientale. Il suo lavoro è apparso su riviste scientifiche tra cui European Union Politics, European Political Science Review, German Politics, Journal of Common Market Studies e West European Politics. È l'autrice del libro Organising The European Parliament: The Role of Committees and Their Legislative Influence.