Europee Grecia: una storia di punizione del governo e di stabilizzazione del sistema partitico

Traduzione di Francesco Sorana.

Le elezioni del Parlamento Europeo del 2019 in Grecia si sono svolte il 26 maggio insieme alle elezioni comunali e regionali. Il partito di governo di sinistra radicale SYRIZA ha subito perdite importanti, mentre il partito di centrodestra Nuova Democrazia (ND) ha accresciuto il suo supporto elettorale ed è tornato a dominare il sistema partitico greco dopo il periodo di governo tra il 2012 e il 2015. Il risultato delle elezioni ha avuto conseguenze immediate nell’arena politica nazionale. Durante la notte delle elezioni, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha chiesto che le elezioni nazionali siano anticipate di quattro mesi, e che siano tenute il 7 luglio 2019.

Il contesto

In Grecia le elezioni europee del 2019 sono state la prima competizione elettorale dalle elezioni nazionali del settembre 2015. A seguito di un periodo politico impegnativo tra il 2012 e il 2015, in cui si sono tenute quattro elezioni nazionali consecutive, le elezioni del Parlamento Europeo del 2014 e il referendum consultivo del 2015 sull’approvazione o il rifiuto della proposta di un prestito da parte dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale (il terzo piano di salvataggio dal 2010), gli elettori greci sono andati alle urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento Europeo. La maggioranza dei cittadini ancora mostra alti tassi di euroscetticismo (ad es. soltanto il 25% ha una visione positiva dell’Unione Europea, secondo il sondaggio Standard Eurobarometer 90 per l’autunno 2018, dove la media europea è al 43%)- una caratteristica emersa sin dall’inizio della crisi economica.

Dalle elezioni europee del 2014 a quelle del 2019, il paese ha sperimentato un periodo intenso dal punto di vista economico e sociopolitico. Sotto il primo governo di coalizione tra SYRIZA e il partito nazionalista di destra Greci Indipendenti/ANEL (formatosi a seguito delle elezioni nazionali tenutesi nel gennaio del 2015), il paese è entrato in una fase di forte instabilità economica. SYRIZA ha vinto ancora alle elezioni anticipate del settembre 2015 e ha formato di nuovo un governo di coalizione con ANEL. Durante questo secondo mandato, il governo ha dovuto implementare un rigido programma economico che ha prodotto sentimenti di disillusione tra i sostenitori. Il governo di coalizione ha inoltre approvato con i creditori un terzo e ultimo piano di salvataggio scaduto il 20 agosto 2018. Nel complesso, nell’anno precedente le elezioni, l’economia greca si era pressoché stabilizzata. Tuttavia il malcontento sociale e politico è rimasto particolarmente diffuso. I tassi di disoccupazione erano calati ma restavano comunque alti (al 18,5% nel febbraio 2019) ed era stata imposta una maggiore pressione fiscale soprattutto sulla classe media e i ceti superiori. C’era inoltre una sensazione di “stanchezza” crescente tra i cittadini, che percepivano l’amministrazione di SYRIZA inefficiente e a tratti pericolosamente inadeguata (ad es. durante gli incendi durante l’estate del 2018 nella regione dell’Attica che hanno causato 101 morti). Il governo di coalizione si è formalmente concluso nel febbraio 2019 a causa dei disaccordi tra i due partiti sulla disputa riguardante il nome della Macedonia. Il 12 giugno 2018 è stato raggiunto un accordo tra il primo ministro Alexis Tsipras e la sua controparte Zoran Zaev secondo il quale sarebbe stato adottato il nome “Repubblica di Macedonia del Nord”. Si trattava di una questione internazionale che era rimasta irrisolta per più di 20 anni, ma secondo la maggioranza dei greci (e specialmente di quelli che vivono nella regione greca della Macedonia) l’accordo è stato svantaggioso per la Grecia e lo stesso primo ministro è stato spesso etichettato come “traditore” dai gruppi nazionalisti di opposizione. Parte della spiegazione della sconfitta di SYRIZA può perciò essere attribuita a questa polemica, specialmente in Grecia del nord.

La campagna elettorale: elezioni europee senza Europa

Il dibattito tra i due partiti principali, SYRIZA e Nuova Democrazia, ha offuscato ogni altro aspetto della campagna. Le questioni nazionali –in particolare il futuro dell’economia greca e la disputa macedone– sono state predominanti. Le elezioni si sono rivelate una tipica competizione referendaria con un elevato tasso di polarizzazione. Il partito socialista PASOK ha tentato di mobilitare e attrarre parti del suo vecchio elettorato e si è posto come un’alternativa politica. Ha aderito alla coalizione di centrosinistra Movimento per il Cambiamento (KINAL) fondata nel marzo 2018. A queste elezioni europee hanno partecipato anche alcuni nuovi partiti. Tra di loro, “Corso di Libertà” fondato dall’ex-parlamentare di SYRIZA Zoe Kontantopoulou, il nuovo partito pan-europeo Fronte di Disobbedienza Realistica Europea (MeRA25), fondato come parte di DiEM25 da Yanis Varoufakis, anche lui ex-parlamentare di SYRIZA e ex-ministro dell’Economia, e infine “Soluzione Greca” fondato da Kyriakos Velopoulos, un ex-membro del parlamento del partito nazionalista “Raggruppamento Popolare Ortodosso” (LAOS), nonché membro, in passato, anche di ND. Complessivamente, dalla sinistra comunista all’estrema destra hanno partecipato alle elezioni 40 partiti. È stato adottato un sistema elettorale proporzionale con una soglia elettorale al 3% e (dal 2014) le liste aperte. L’ultimo aspetto ha determinato una campagna elettorale personalizzata con i partiti candidati al Parlamento Europeo che conducevano campagne individuali in Grecia. Una problematica importante è stata la mobilitazione degli elettori più giovani. Uno cambiamento significativo rispetto alle elezioni precedenti è stato l’adozione di una nuova legge elettorale da parte del governo SYRIZA, secondo la quale l’età minima per avere accesso al voto è passata da 18 a 17 anni.

SYRIZA ha affermato che questa elezione avrebbe dovuto essere vista come un voto di fiducia al governo dopo la fine dei piani di salvataggio. I principali slogan erano “Abbiamo il potere, non torniamo indietro”, “Uniamo le nostre forze. Per la Grecia dei molti, per un’Europa dei popoli”, “Il tempo dei molti è arrivato!”. Il partito ha accusato ND di supportare la candidatura di Manfred Weber del Partito Popolare Europeo a presidente della Commissione Europea. Weber è largamente considerato un sostenitore dell’austerità per i paesi dell’Europa meridionale. D’altro canto, ND ha sottolineato la necessità di un cambiamento: “Il 26 maggio votiamo per il cambiamento politico”. Il suo leader, Kyriakos Mitsotakis durante la corsa elettorale ha promesso un programma economico che comprende una ristrutturazione del sistema fiscale con l’obiettivo di ridurre le tasse, laddove SYRIZA ha sovvenzionato l’assistenza sociale e le pensioni, e piani di pagamento agevolati per i contribuenti morosi. Quasi nessun attore politico ha parlato di problematiche europee. Questo è particolarmente sorprendente dal momento che la Grecia è stata profondamente coinvolta e colpita sia dalla crisi economica che dalle crisi migratorie e dei rifugiati.

Affluenza elettorale

In Grecia il voto è obbligatorio anche se le sanzioni per non aver esercitato il voto non sono mai messe in atto. L’affluenza ha raggiunto il 58,7%, come mostrato nella Figura 1. Si è registrata una diminuzione di 1,3 punti rispetto alle elezioni europee del 2014, ma c’è stata una crescita rispetto alle precedenti elezioni nazionali di settembre 2015 (+2,1 punti, cioè 352.507 voti in più). Dobbiamo tuttavia interpretare queste differenze con prudenza, dato l’aumento di 161.289 aventi diritto al voto registrato rispetto al 2015 dovuto all’inclusione degli elettori più giovani.

Fig. 1 – Affluenza elettorale alle elezioni politiche (Pol) ed europee (Eu) in Grecia (1981-2019), valori percentualigreece

I risultati

Le elezioni si presentano come un altro esempio di contesa decisiva nella storia delle elezioni europee nel paese. Nel 2014 si è assistito a un cambiamento storico con la vittoria di SYRIZA alle elezioni (Teperoglou et al. 2015). Anche questa volta c’è un cambiamento, ma nella direzione di un nuovo equilibrio. SYRIZA è stato punito severamente (23,8% dei voti) e il partito di opposizione ND ha ottenuto il 33,1%. La differenza (-9,3 punti) nella percentuale di voto tra i due partiti è la più ampia mai registrata alle elezioni europee in Grecia. Nuova Democrazia è riuscito ad aumentare il supporto elettorale rispetto alle elezioni nazionali di settembre 2015 (+5 punti) mentre SYRIZA ha perso molto terreno (-11,7 punti). Secondo i risultati degli exit poll (condotti dagli istituti di sondaggio Metron Analysis, Alco, Marc e MRB), SYRIZA è riuscito a mantiene il 58% dell’elettorato che aveva nel 2015, mentre per ND lo stesso dato era all’85%.

ANEL, il partner più piccolo della coalizione, ha raccolto soltanto lo 0,8% del voto totale (una diminuzione di 2,9 punti comparata al 2015). Nel complesso, la punizione elettorale della coalizione è un classico esempio di “voto con lo stivale” (van der Eijk e Franklin 1996) contro le politiche governative, dato anche il fatto che le elezioni europee si sono tenute nell’ultimo periodo del ciclo elettorale nazionale. La concentrazione del voto su SYRIZA e ND – complessivamente il 56,9% – (rispetto al 48,3% del 2014) conferma un passaggio nel sistema partitico greco verso una forma più modesta di bipartitismo, che è stato gradualmente restaurato nel periodo post-crisi, con SYRIZA che è andato a rimpiazzare il PASOK come il principale partito di sinistra.

Un punto che vale la pena menzionare è la diminuzione del supporto per il partito neo-nazista Alba Dorata (-2,1% punti rispetto al 2015 e -4,5 rispetto alle elezioni europee del 2014). Questo peggioramento potrebbe essere dovuto ai conflitti interni e ai continui problemi legali delle guide del partito, ma anche per lo spostamento degli elettori verso ND e “Soluzione Greca”. La performance elettorale di KINAL è rimasta stabile, con la coalizione che è riuscita a diventare il terzo partito grazie al declino di Alba Dorata. Anche i risultati dei comunisti sono rimasti stabili, mentre il partito “Il Fiume” non è riuscito a ripetere il successo elettorale del 2014. Lo sfondamento del nuovo partito nazionalista “Soluzione Greca” è forse un ulteriore esempio di elezioni che fungono da “ostetrica che assiste alla nascita di nuovi partiti” (van der Eijk e Franklin 1996). Il partito DiEM25 non è riuscito a raggiungere il 3% richiesto per eleggere un eurodeputato solo per qualche centinaio di voti.

Tab. 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo del 2019: Grecia
Partito Gruppo parlamentare Voti (VA) Voti (%) Seggi Differenza di voti rispetto al 2014 (PP) Differenza di seggi rispetto al 2014
Nuova Democrazia (ND) EPP 1.873.080 33,1 8 +10,4 +3
Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) GUE-NGL 1.343.816 23,8 6 -2,8 +0
Movimento per il Cambiamento (KINAL)  [PASOK e KIDISO] S&D 436.739 7,7 2 -0,3 +0
Partito Comunista Greco (KKE) Non iscritti 302.673 5,4 2 -0,8 +0
Associazione Popolare – Alba Dorata (XA) Non iscritti 275.821 4,9 2 -4,5 -1
Soluzione Greca -Kyriakos Velopoulos Altri 236.365 4,2 1 0 0
Mera25 169.293 3,0 0 0 0
Corso di Libertà 90.856 1,6 0 0 0
Il Fiume S&D 85.998 1,5 0 -5,1 -2
Unione di Centro 82.075 1,5 0 +0,8 0
Grecia-L’altra Via — Notis Marias 70.288 1,2 0 0 0
Raggruppamento Popolare Ortodosso (LAOS) 69.528 1,2 0 -1,5 0
Greci Indipendenti (ANEL) ECR 45.148 0,8 0 -2,7 -1
Altri partiti 574.474 10,2 0
Totale 5.656.154 100 21
Affluenza (%) 58,8
Soglia legale di sbarramento (%) 3

 

Le elezioni potrebbero essere classificate nel complesso come elezioni nazionali di secondo ordine (seguendo gli studi di Reif e Schmitt, 1980) solo per ciò che riguarda le perdite per i partiti al governo (classiche in questo tipo di elezioni) e il carattere referendario delle elezioni. L’affluenza è stata più alta rispetto alle precedenti elezioni nazionali, mentre i risultati non sono stati favorevoli per i partiti più piccoli, con l’eccezione del partito nazionalista formato recentemente “Soluzione Greca”.

Conseguenze e conclusioni

Le elezioni europee del 2019 – similarmente a quelle del 2014 – potrebbero rappresentare un preludio a una trasformazione degli equilibri di potere alle prossime elezioni nazionali. Presumibilmente, questa volta il partito di ND vincerà le elezioni il 7 luglio 2019. La prima lezione importante di queste elezioni è che delle elezioni di secondo ordine preannunciano dei cambiamenti nelle elezioni di primo ordine, piuttosto che il contrario (Schmitt e Teperoglou, 2018). Una seconda lezione è che il sistema partitico greco è entrato in un nuovo periodo di stabilizzazione.

Riferimenti bibliografici

Reif, K. e Schmitt, H. (1980), ‘Nine second-order national elections – a conceptual framework for the analysis of European election results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3–44.

Schmitt, H. e Teperoglou, E. (2018), ‘Voting behaviour in multi-level electoral systems’, in J. Fisher, E. Fieldhouse, M. N. Franklin, R. Gibson, M. Cantijoch e C. Wlezien (a cura di), The Routledge Handbook of Elections, Voting Behaviour and Public Opinion, Abingdon, Routledge, pp. 232-243.

Teperoglou, E., Tsatsanis, E. e Nicolacopoulos, E. (2015), ‘Habituating to the New Normal in a Post-earthquake Party System: The 2014 European Election in Greece’, South European Society and Politics, 20 (3), pp. 333-355.

Van der Eijk, C. e Franklin, M. N. (1996), Choosing Europe? The European Electorate and National Politics in the Face of the Union, Ann Arbor, University of Michigan Press.