Europee Belgio: le elezioni meno rilevanti, ma molto europee

Traduzione di Francesco Sorana.

Come cinque anni fa, le elezioni del Parlamento Europeo in Belgio si sono tenute in concomitanza  con le elezioni regionali e federali. Dato che il voto è obbligatorio, l’eccezionale affluenza dell’88,5% non è un buon indicatore della rilevanza delle elezioni. Ma dalla quasi assenza di campagne e candidati europei nel dibattito pubblico e nei media, nonché dalle differenze marginali nei risultati elettorali tra i tre livelli, potremmo dedurre che le elezioni del Parlamento Europeo sono state di nuovo messe in ombra dalle campagne elettorali e dai candidati nazionali (Kelbel et al. 2016). Tuttavia, questa competizione elettorale ha assunto una sua dimensione europea, in quanto è stata dominata da due questioni transnazionali: il clima e le migrazioni. I partiti radicali di destra e di sinistra e i partiti ecologisti che “detengono” (hanno costruito una reputazione su) questi temi sono stati i vincitori delle elezioni, a spese dei partiti di centro (Van de Wardt et al. 2014). Questi sviluppi non sono nuovi per la maggior parte degli stati membri dell’UE. Ma pongono una nuova sfida al sistema federale belga, in quanto rinnova il vecchio divario tra le Fiandre e la Vallonia.

Belgio: uno stato federale di comunità e regioni

Per interpretare le dinamiche di queste elezioni sui tre livelli, è necessario comprendere il funzionamento del sistema politico belga. Il Belgio è uno stato federale, con tre livelli competenti: il livello federale, provinciale e comunale. Al livello più alto, lo stato federale, le comunità e le regioni si trovano alla pari. Le comunità sono gruppi di cittadini con una cultura e una lingua condivisa; insieme alle lingue maggiori, olandese e francese, c’è una piccola comunità di lingua tedesca. Le competenze dei governi e dei parlamenti delle comunità si concentrano sulla cultura e l’istruzione.[1]

Le regioni sono definite territorialmente e esercitano principalmente funzioni in ambito socio-economico. La regione settentrionale e fiamminga copre la maggior parte del paese. La Vallonia copre la parte meridionale, e la regione di Bruxelles Capitale è situata nel cuore del paese, vicino al confine linguistico, ed è interamente circondata dal territorio fiammingo. La comunità fiamminga e la regione si sovrappongono istituzionalmente, in quanto entrambe sono rappresentate dal Parlamento fiammingo. La Vallonia, ​​la comunità francofona, la regione di Bruxelles capitale e la comunità di lingua tedesca (residente nella parte orientale della Vallonia) hanno parlamenti e governi separati.

Sistema elettorale

I membri di questi sei parlamenti sono eletti attraverso elezioni proporzionali, con una soglia del 5% in diverse circoscrizioni elettorali. Il complesso e asimmetrico sistema politico determina due sistemi partitici ampiamente separati: uno fiammingo e uno vallone. I dibattiti, le campagne e gli interessi dei candidati rimangono altamente confinati nelle due principali regioni. A Bruxelles, gli elettori possono scegliere tra liste di candidati di lingua francese o olandese. Di conseguenza, i due sistemi di partiti coesistono a Bruxelles. Poiché vi è solo una minoranza di cittadini di lingua olandese, il dibattito è dominato dai partiti francofoni.

Il governo federale è una coalizione di partiti delle Fiandre e della Vallonia. Per molto tempo, i partiti di centro che hanno dominato il panorama politico, composto dai Cristiano-Democratici e Fiamminghi (CD&V), il Centro Democratico Umanista (CdH), il Partito Socialista Differente (Sp.a ) e il Partito Socialista (PS), i Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (Open VLD) e il Movimento Riformatore (MR) sono stati disponibili a scendere a compromessi superando il divario linguistico.

Tuttavia, gli elettori fiamminghi si sono da lungo tempo spostati più a destra, mentre i socialisti sono più forti in Vallonia. Negli ultimi anni, questo divario si è acuito, soprattutto attraverso la rapida crescita della destra conservatrice, e in particolare grazie a Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), che è stato il più grande partito nelle Fiandre dal 2010. Il partito più rilevante per l’indipendenza fiamminga è rappresentato tuttavia dalla destra radicale di Interesse Fiammingo (VB). A causa della sua narrazione politica razzista e discriminatoria, il partito è stato escluso dai negoziati governativi dagli altri partiti belgi, che hanno così formato un cordone sanitario contro VB.

Risultati

I risultati delle elezioni europee sono presentati nella Tabella 1. Nelle Fiandre la Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA) rimane il più grande partito su tutti e tre i livelli. Tuttavia, ha perso alcuni punti in ognuno di essi. Interesse Fiammingo (VB) è il secondo partito, ma è il chiaro vincitore, con un aumento di 12,5 punti percentuali sui tre livelli elettorali. In Vallonia, la stessa dinamica si riflette a sinistra. Il Partito Socialista (social-democratico) rimane il primo partito, ma perde tra i 3 e i 5 punti sui tre livelli. Il suo avversario di sinistra radicale, il Partito comunista laburista (PTB), è cresciuto di circa 9 punti, con risultati tra il 14% e il 15% sui tre livelli. Infine il partito ecologista vallone Ecolo è cresciuto tra il 6% e l’8%.

Tab. 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo del 2019: Belgio
Partito Gruppo parlamentare Voti (VA) Voti (%) Seggi  Diff. di voti rispetto al 2014 (PP) Diff. di seggi rispetto al 2014
Collegio elettorale olandese Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA) EPP 954.048 22,4 3 -4,2 -1
Interesse Fiammingo (VB) ENL 811.169 19,1 3 +12,3 +2
Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (Open VLD) ALDE 678.051 16,0 2 -4,5 -1
Cristiano-Democratici e Fiamminghi (CD&V) EPP 617.651 14,5 2 -5,4 +0
Verdi G-EFA 525.908 12,4 1 +1,8 +0
Partito Socialista Differente (Sp.a) S&D 434.002 10,2 1 -3,0 +0
Partito del Lavoro del Belgio (PVDA-PTB) GUE-NGL 210.391 5,0 0 +2,6 +0
VOLT 20.385 0,4
Totale 4.251.605 100 12
Collegio elettorale francese Partito socialista (PS) S&D 651.157 26,7 2 -2,6 -1
Ecolo G-EFA 485.655 19,9 2 +8,2 +1
Movimento Riformatore (MR) ALDE 470.654 19,3 2 -7,8 -1
Partito del Lavoro del Belgio (PVDA-PTB) GUE-NGL 355.883 14,6 1 +9,1
Centro Democratico Umanista (cdH) EPP 218.078 8,9 1 -2,4 +0
Fronte Democratico dei Francofoni (Défi) 144.555 5,9 0 +2,5 +0
Partito Popolare (PP) 113.793 4,7 0 -1,3 +0
Totale 2.439.775 100,0 8
Collegio elettorale tedesco Partito Cristiano Sociale (CSP) EPP 14.247 34,9 1 +4,6 +0
Ecolo 6.675 16,4 0 -0,3 +0
Per la Comunità Germanofona (ProDG) 5.360 13,1 0 -0,1 +0
Partito per la Libertà e il Progresso(PFF-MR) 4.684 11,5 0 -4,6 +0
Partito socialista (PS) 4.655 11,4 0 -3,7 +0
Vivant 4.550 11,2 0 +2,6 +0
Partito Animalista (DierAnimal) 606 1,5 0 +0
Totale 40.777 100,0 1
Totale 6.732.157 100 21
Affluenza (%) 88,5
Soglia legale di sbarramento (%) Nessuna

 

Se confrontiamo i risultati tra i tre livelli, le differenze sono piuttosto piccole. Guardando ai risultati delle elezioni regionali[2] ed europee, la differenza più notevole è che i partiti ambientalisti sono andati meglio alle elezioni del Parlamento Europeo che in quelle regionali e federali. Il partito fiammingo Groen ha raccolto 2,3 punti percentuali in più alle elezioni del Parlamento Europeo, e i Verdi valloni, con il 5,4%, sono cresciuti di 1,5%.[3] Ciò suggerisce che i programmi politici apertamente transnazionali e europeisti presentati da questi partiti potrebbero aver spinto gli elettori a fare una scelta particolarmente europeista.

Potrebbe anche essere una conseguenza del tipico fenomeno del “voto sincero” nelle elezioni di secondo ordine, in cui gli elettori optano per un partito più piccolo con cui simpatizzano, quando la posta in gioco nelle elezioni appare minore (Reif e Schmitt 1980). Tuttavia, sui partiti di sinistra radicale e di destra radicale, non riscontriamo tali effetti. I risultati del Partito del Lavoro del Belgio (PTB) e Interesse Fiammingo (VB) sono altrettanto forti in Vallonia e nelle Fiandre che alle elezioni del Parlamento Europeo. Nonostante diversi studi abbiano più volte dimostrato che gli elettori si comportano diversamente nelle elezioni europee, la coincidenza temporale e il voto obbligatorio sembrano attenuare questi effetti in Belgio (Ferrara e Weishaupt 2004, Hobolt et al. 2009).

Temi molto “europei” e candidati meno salienti

Nonostante la scarsa attenzione per le elezioni europee, queste hanno avuto una dimensione europea a causa dei due argomenti, che come abbiamo detto, hanno dominato l’agenda: migrazione e clima. Quest’ultimo argomento è stato particolarmente dibattuto nelle Fiandre. La migrazione è stata un argomento centrale durante gli anni di attività del governo uscente. Il segretario di stato federale per l’asilo e la migrazione, Theo Francken (N-VA), ha causato una serie di problematiche, assumendo una posizione molto dura sull’immigrazione e condividendo dei tweet controversi su rifugiati e migranti. Infine il governo è finito al centro della polemica, quando N-VA, partito alleato di coalizione, si è rifiutato di sostenere il Global Compact delle Nazioni Unite per la Migrazione.

Il clima è stato al centro del dibattito pubblico dopo le manifestazioni ripetute dei giovani belgi per le strade di Bruxelles. Seguendo l’esempio dell’attivista svedese Greta Thunberg, i giovani hanno organizzato degli “scioperi” settimanali, scendendo in strada invece di andare a scuola. Poco dopo la manifestazione, il ministro fiammingo per l’ambiente del partito del CD&V, si è dimesso dopo aver affermato falsamente che i servizi segreti l’avrebbero informato della presenza di esponenti estremisti dietro l’organizzazione delle manifestazioni.

La questione dell’integrazione europea è rimasta largamente depoliticizzata. Nonostante le dure posizioni anti-immigrazione, sia N-VA che VB non hanno posto l’Unione Europea e l’euroscetticismo al centro della loro agenda politica. Una possibile spiegazione di ciò sta nel fatto che questi partiti potrebbero vedere l’UE come un mezzo, piuttosto che un ostacolo, per le loro battaglie politiche. Contrariamente a quanto potrebbero suggerire le posizioni forti dei due partiti nazionalisti fiamminghi, il tema della riforma dello stato o di un’ulteriore ridistribuzione delle competenze all’interno del Belgio, è stato discusso a malapena nel periodo precedente le elezioni.

Mentre i politici nazionali si alternavano nei quotidiani programmi politici sui canali nazionali belgi, c’era poca attenzione per i candidati del Parlamento Europeo. Sulla televisione fiamminga, si è assistito a un numero di dibattiti piuttosto scarso tra i candidati, mentre ci sono stati due o tre dibattiti un po’ più ambiziosi nei media della Vallonia. Inoltre, non c’è stata alcuna candidatura belga come Spitzenkandidaten (candidato alla presidenza della Commissione Europea). Nel 2014, la candidatura di Guy Verhofstadt per la presidenza della Commissione aveva attirato almeno un po’ di attenzione verso le elezioni europee (Kelbel et al. 2016).

Conclusioni

Nel complesso, le elezioni del Parlamento Europeo sono passate abbastanza inosservate. Per molti belgi, il voto europeo è stato solo un altro riquadro in più da compilare su una scheda di voto già complessa. Tuttavia, la rilevanza dei temi dell’immigrazione e del clima e le conquiste dei partiti che veicolano questi temi hanno dato alle elezioni una dimensione europea. Sembra che il Belgio si stia mettendo al passo con i cambiamenti che da qualche tempo stanno ridisegnando i sistemi partitici in altre parti d’Europa. Ma nel particolare contesto del Belgio, questo si traduce in una frattura crescente tra le due parti del paese. Senza aver toccato la questione, i nazionalisti fiamminghi potrebbero essere riusciti a rimettere sul tavolo della discussione il tema della riforma dello stato attraverso una questione essenzialmente europea come quella della migrazione.

Riferimenti bibliografici

Ferrara, F., e Weishaupt, J. T. (2004), ‘Get your act together: Party performance in European Parliament elections’, European Union Politics, 5 (3), pp. 283-306.

Hobolt, S. B., Spoon, J. J. e Tilley, J. (2009), ‘A vote against Europe? Explaining defection at the 1999 and 2004 European Parliament elections’ British Journal of Political Science, 39 (1), pp. 93-115.

Kelbel, C., Van Ingelgom, V., e Verhaegen, S. (2016), ‘Looking for the European voter: Split-ticket voting in the Belgian Regional and European Elections of 2009 and 2014’, Politics and Governance, 4 (1), pp. 116-129.

Reif, K., e Schmitt, H. (1980), ‘Nine second‐order national elections–a conceptual framework for the analysis of European Election results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3-44.

Van de Wardt, M., De Vries, C. E., e Hobolt, S. B. (2014), ‘Exploiting the cracks: Wedge issues in multiparty competition’, The Journal of Politics, 76 (4), pp. 986-999.


[1] La comunità di lingua tedesca ammonta a circa 76.000 cittadini.

[2] Che sono senza dubbio le elezioni politicamente più salienti.

[3] Questo effetto è più forte in Vallonia, dove Ecolo ha raggiunto il 19,9% nelle elezioni del Parlamento europeo, rispetto al 14,5% delle elezioni vallone.

Louise Hoon (Libera Università di Bruxelles e Université Libre de Bruxelles) è studentessa di dottorato presso il Fondo di ricerca scientifica delle Fiandre. La sua ricerca di dottorato indaga il voto tematico sulla dimensione europea e la congruenza fra elettori e partiti. Altri settori di ricerca di suo interesse sono l'euroscetticismo, la democrazia sovranazionale e il Parlamento Europeo.