A Campobasso le elezioni comunali hanno messo in luce delle dinamiche particolari nei flussi elettorali del ballottaggio che occorre osservare con attenzione. Dopo che al primo turno il candidato sindaco per il centrosinistra Antonio Battista è stato escluso dalla competizione elettorale con il 25,8% dei voti validi, Maria Domenica D’Alessandro per il centrodestra e Roberto Gravina per il M5S si sono confrontati al ballottaggio. Gravina ha riportato una vittoria netta al secondo turno con il 69% dei voti ed è diventato il nuovo sindaco di Campobasso. Quello del capoluogo molisano rappresenta l’unico ballottaggio in cui il M5S abbia vinto, ma è anche l’unico ballottaggio a cui sia riuscito ad accedere alle comunali 2019 (Emanuele e Paparo 2019). Questi dati rilevano due dinamiche in atto sia a livello comunale che nazionale. La prima riguarda la débâcle elettorale del M5S, che alle comunali perde ovunque al primo turno tranne che a Campobasso, dove riesce a passare al ballottaggio peggiorando tuttavia di mezzo punto percentuale il risultato ottenuto alle europee 2019. La seconda dinamica al contrario conferma l’ormai consueta capacità del Movimento 5 Stelle di raccogliere le seconde preferenze – in questo caso provenienti dal centrosinistra – nei ballottaggi (Maggini 2016, Paparo 2018): un risultato comunque non scontato nell’attuale contingenza di profonda crisi nei risultati elettorali del Movimento.
Attraverso la Tabella 1 si possono osservare come si sono comportati gli elettori di Campobasso al ballottaggio delle comunali 2019 rispetto alla scelta elettorale delle elezioni europee 2019. Possiamo quindi capire come si è venuta determinando la rimonta di Gravina.
Innanzitutto, è riuscito a riportare alle urne (quasi) tutti i suoi voti del primo turno. Infatti, il Movimento 5 Stelle mostra nel ballottaggio di Campobasso un alto tasso di fedeltà, ovvero la percentuale di elettori delle elezioni europee del 2019 che hanno confermato la scelta anche ai ballottaggi delle comunali 2019, pari al 94%. Naturalmente, l’assenza di flussi in uscita verso l’astensione e la compattezza degli elettori del M5S – che sono rimasti inoltre sostanzialmente impermeabili alle proposte del centrodestra – non pare sorprendente vista la concreta opportunità di vedere eletto un sindaco del proprio partito.
La seconda chiave del successo di Gravina sta nel suo appeal presso gli elettori che non avevano il proprio candidato di area al ballottaggio, in particolare quelli del centrosinistra. Questi ultimi, si sono riversati in massa sul candidato sindaco del M5S. In particolare, otto elettori su dieci che alle elezioni europee del 2019 avevano votato il PD hanno optato ai ballottaggi delle comunali per il candidato M5S.
Anche se meno rilevanti in termini di voti assoluti, si sono spostati in blocco verso il M5S anche gli elettori degli altri partiti minori di centrosinistra: il 100% di Europa Verde, il 77% di La Sinistra e il 72% di Più Europa. Il voto di Più Europa riconferma inoltre la natura eterogenea del bacino elettorale del partito che si sposta per tre quarti verso il M5S, mentre la parte restante si rivolge alla candidata di centrodestra. Questo movimento non si riscontra tra gli altri partiti – se non in misura minore tra quelli di La Sinistra – e si notano inoltre livelli più bassi di astensione nei partiti di centrosinistra rispetto al centrodestra.
Inoltre è interessante notare il comportamento di una quota rilevante di elettori che si sono astenuti durante le elezioni europee del 2019 e che si è poi attivata in favore del candidato sindaco per il M5S: questo flusso pesa quasi un elettore su venti. Di contro, non si registra alcuna rimobilitazione in favore del candidato del centrodestra.
La scelta per gli elettori del Partito Democratico, La Sinistra, Europa Verde e Più Europa è dipesa con ogni probabilità dalla maggiore prossimità ideologica rispetto all’altra lista presente al ballottaggio. Nonostante le posizioni a volte ambivalenti degli esponenti del M5S riguardo a questioni sociali ed economiche che divergono anche nettamente dai programmi dei partiti di centrosinistra – soprattutto dopo la formazione di un governo insieme alla Lega e l’adozione di politiche più severe rispetto all’immigrazione e la sicurezza – il Movimento 5 Stelle rappresenta ancora il minore dei mali rispetto all’alternativa del centrodestra.
Inoltre le dinamiche nazionali potrebbero avere avuto un peso minore alle elezioni comunali, dove soprattutto nel caso di piccole circoscrizioni il successo dei candidati non è immediatamente associato alle vicende degli esponenti politici maggiori. A livello locale il risultato elettorale è sensibile anche alle valutazioni sull’agenda politica dei candidati, che deve essere capace di rispondere ai problemi salienti a livello locale ed è anche legato alle considerazioni sulle qualità personali dei candidati sindaci.
Infine, l’ultima chiave del successo del M5S risiede nel comportamento degli elettori dei partiti di centrodestra. Questi hanno mostrato tassi di fedeltà molto inferiori. Gli elettori della Lega, che da soli pesano più di quelli di FI e FDI insieme alle europee a Campobasso, hanno optato per quasi due terzi per l’astensione, insieme alla metà dei precedenti elettori di Forza Italia. I sostenitori di Fratelli d’Italia non hanno mostrato invece flussi verso l’astensione durante i ballottaggi, ma il 42% ha sostenuto il candidato sindaco del M5S Gravina.
Da rilevare come gli elettori di partiti minori si siano mossi in direzione opposta: hanno sostenuto al ballottaggio per il 73% la candidata di centrodestra mentre il resto si è astenuto, senza margini di guadagno per il candidato sindaco Gravina.
Tab. 1 – Flussi elettorali a Campobasso fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)
La Tabella 2 ci restituisce i bacini elettorali di provenienza degli elettori che sono andati a comporre i risultati delle comunali 2019 a Campobasso. Osservare la provenienza dei flussi elettorali permette di comprendere il peso degli elettorati dei vari partiti delle europee sui risultati raggiunti dai due candidati sindaci. Dall’analisi delle provenienze il risultato più interessante è sicuramente legato alla composizione del voto per il candidato sindaco del M5S, da cui emerge che gli elettori che hanno sostenuto il M5S anche durante le elezioni europee costituiscono appena il 49% del totale. È stato quindi decisivo il supporto degli elettori del PD – che contano per il 26% – ma anche di una parte pari al 12% degli elettori che alle europee 2019 si erano astenuti. Quest’ultimo aspetto riafferma, anche se con meno forza, la capacità del M5S di mobilitare verso il voto i cittadini che si erano astenuti in precedenza. Anche questo flusso va tuttavia considerato alla luce del fatto che una parte degli astenuti potrebbe aver deciso di votare e sostenere il candidato sindaco del M5S al ballottaggio perché l’alternativa era considerata peggiore. Benché in maniera modesta, anche gli elettori degli altri partiti di centrosinistra e di Fratelli d’Italia hanno contribuito per un ulteriore 12% del risultato elettorale del sindaco Gravina. Al contrario, gli elettori di Lega e Forza Italia non disperdono voti verso l’altro candidato, optando piuttosto per l’astensione.
La composizione dei flussi elettorali che riguardano le provenienze dei voti al candidato del centrodestra presenta un quadro più prevedibile se confrontata con quella del M5S. Il supporto elettorale è provenuto principalmente dai partiti di centrodestra e dai partiti minori che hanno concorso alle elezioni europee 2019: un terzo dei voti proviene da elettori della Lega, il 27% da FI e un ulteriore 13% da FDI. Sommando i risultati dei tre maggiori partiti di centrodestra si arriva al 72% dei voti raccolti dalla candidata sindaca D’Alessandro al ballottaggio, mentre quasi un quinto degli elettori proviene dai Popolari per L’Italia (che a Campobasso alle europee hanno superato i 3%) e da altri partiti minori. Infine la quota di elettori del M5S passati al centrodestra conta per il 7% del totale.
È infine rilevante notare come a Campobasso, esclusi gli elettori astensionisti che non si sono presentati alle urne alle europee e al ballottaggio delle comunali 2019, i soli due partiti che compongono una parte consistente dell’astensione appartengono entrambi al centrodestra (la Lega con il 19% e Forza Italia con il 9%). Questo elemento mostra come, oltre all’importanza rivestita dai voti del centrosinistra riversati sul M5S, la scelta dell’astensione da parte di una quota considerevole degli elettori di Lega e FI è stata uno dei fattori decisivi per la sconfitta della lista di centrodestra. La rilevanza degli elettori astenuti può essere meglio illustrata dai risultati elettorali in numeri assoluti del centrodestra: tra il primo e il secondo turno delle comunali la lista ha perso oltre 4000 voti mentre il M5S ha quasi raddoppiato i suoi. È possibile tuttavia supporre che anche senza la defezione degli elettori della Lega e di FI, la lista di centrodestra non avrebbe comunque raggiunto i numeri necessari per vincere, ma almeno il gap tra i risultati elettorali dei due candidati sindaci sarebbe stato più modesto.
Tab. 2 – Flussi elettorali a Campobasso fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)
Per concludere, il diagramma di Sankey (Fig.1) può aiutarci a riassumere i risultati dell’analisi dei flussi elettorali a Campobasso. Il diagramma di Sankey mostra in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019 a Campobasso. A destra sono riportati i bacini elettorali del ballottaggio, a sinistra quelli delle europee. Le diverse bande, colorate in base al bacino di provenienza delle europee, mostrano le transizioni dai bacini delle europee a quelli delle comunali. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori. La figura mostra chiaramente lo spostamento in blocco degli elettori PD – in rosso – verso il M5S, fattore fondamentale, unitamente al sostegno delle altre formazioni di centrosinistra e agli elettori astenuti alle europee 2019 per la vittoria del neosindaco Gravina. Il M5S si riafferma quindi come il minore dei due mali per gli elettori di centrosinistra, e ha rappresentato a Campobasso la lista più capace di conquistare le seconde preferenze degli elettori. Il secondo maggiore flusso in termini di volume è quello relativo agli elettori leghisti che hanno optato per l’astensione dal voto, scelta che come abbiamo visto ha incrementato decisivamente le possibilità di vittoria del candidato del M5S attraverso la defezione di una porzione considerevole degli elettori per il centrodestra.
Fig. 1 – Flussi elettorali a Campobasso fra europee 2019 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)
Riferimenti bibliografici
Emanuele, V. e Paparo, A. (2019), ‘Comunali, torna il bipolarismo. Il PD arretra ma è in vantaggio dopo il primo turno’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/08/comunali-torna-il-bipolarismo-il-pd-arretra-ma-e-in-vantaggio-dopo-il-primo-turno/
Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual‘, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.
Maggini, N. (2016), ‘Il quadro riassuntivo dei ballottaggi: arretramento del PD, avanzata del centrodestra e vittorie storiche del M5S’, in V. Emanuele, N. Maggini e A. Paparo (a cura di), Cosa succede in città? Le elezioni comunali 2016, Dossier CISE(8), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 145-153.
Paparo, A. (2018), ‘Le fatiche del M5S nei comuni: l’avanzata che non arriva e i sindaci che se ne vanno’, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press, pp. 227-234.
Schadee, H. M. A., e Corbetta, P. G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.
NOTA METODOLOGICA
I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 56 sezioni elettorali del comune di Campobasso. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 13,5.