Flussi Reggio Emilia: gli elettori del M5S non votano e l’uscente di centrosinistra rivince

In concomitanza col voto alle europee, i cittadini di Reggio Emilia hanno votato anche per le comunali e, a distanza di due settimane, il 9 giugno hanno espresso la loro preferenza per l’elezione del sindaco al ballottaggio, in cui concorrevano un candidato di centrosinistra (Luca Vecchi, uscente e rieletto) e un candidato di centrodestra (Roberto Salati).

Il primo elemento rilevante che vale la pena mettere in luce fin da subito, è che la rielezione del sindaco uscente di centrosinistra del 2019 ha rappresentato al contempo un elemento di continuità rispetto al passato ed una novità nell’esperienza elettorale dei cittadini reggiani. Il continuum storico è dato dal fatto che anche i sindaci precedentemente eletti (Antonella Spaggiari e Graziano Delrio) erano espressione del centrosinistra ed erano stati entrambi riconfermati dopo il primo mandato. La grande novità, invece, sta nel fatto che per la prima volta nella storia del comune di Reggio Emilia, l’elettorato è stato chiamato alle urne a distanza di due settimane dal primo turno per votare al ballottaggio, dal momento che nessun candidato aveva superato la soglia del 50% al primo turno. Nel 1995 la Spaggiari era stata ampiamente scelta dai cittadini già al primo turno con il 65% dei voti, e riconfermata a distanza di cinque anni con il 62%, sempre al primo turno. Graziano Delrio, nel 2004, era stato eletto col 63% senza bisogno di un ballottaggio e riconfermato nel 2009, ancora al primo turno, ma stavolta con 10 punti percentuali in meno (aveva ottenuto meno del 53% dei consensi). L’attuale sindaco, cinque anni fa, era stato capace di riguadagnare un po’ di terreno perso da Delrio tra primo e secondo mandato, riuscendo a farsi eleggere al primo turno con più del 56% dei voti. Tuttavia, similmente a quanto già accaduto al suo predecessore, il secondo mandato è stato accolto con leggermente meno entusiasmo rispetto al primo: con il 49,1% dei consensi, avendo solo sfiorato la soglia necessaria per passare al primo turno, Luca Vecchi ha portato per la prima volta i reggiani alle urne per il decisivo turno di ballottaggio. Chi si è recato effettivamente a votare il 9 giugno e come ha votato? Per rispondere a questo interrogativo di ricerca, abbiamo stimato i flussi elettorali fra europee 2019 e ballottaggio, e anche fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019.

Come messo in luce dall’analisi dei flussi tra le politiche del 2018 e le europee del 2019 (Mannoni e Paparo 2019), nel comune di Reggio Emilia emergono tre dati rilevanti: l’alto tasso di fedeltà interno al PD, che ha garantito la vittoria del partito alle europee; il buono stato di salute della Lega, che si è dimostrata non solo competitiva ma anche capace di attrarre il consenso di elettori di altri partiti; e la dispersione dei voti del Movimento 5 Stelle, che ha perso la metà dei consensi ottenuti alle politiche, e che in occasione delle europee ha preferito astenersi o votare Lega piuttosto che confermare la scelta di voto del 2018 a favore del Movimento.

Il primo di questi tre dati può dirsi confermato anche nel contesto delle comunali: il Partito Democratico è un partito che a Reggio Emilia gode di buona salute, e che è fortemente competitivo proprio in virtù della fedeltà dei suoi elettori. Il 95% di chi aveva votato PD nel 2018, ha sostenuto Vecchi al ballottaggio (Tab. 1), così come il 97% di chi ha votato PD alle europee (Tab. 2) – e il restante 3% non ha comunque sostenuto Salati: è semplicemente rimasto a casa.

Tab. 1 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest19

Tab. 2 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest18

I diagrammi di Sankey di seguito (Fig. 1 e Fig. 2) sintetizzano in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali del ballottaggio a Reggio Emilia. A destra sono riportati i bacini elettorali del ballottaggio, a sinistra quelli delle europee o delle politiche. Le diverse bande, colorate in base al bacino di provenienza, mostrano le transizioni dai bacini delle europee o delle politiche a quelli delle comunali. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.

In effetti, la banda rossa che procede solida da sinistra verso destra in entrambe le figure rende visivamente in modo chiaro ed inequivocabile l’idea di compattezza dell’elettorato PD che emerge anche dai dati numerici in Tabella. Anzi, in occasione del ballottaggio delle comunali, l’elettorato del Partito Democratico non solo non si disperde, ma si dimostra anche più solido e fedele che alle europee.

Fig. 1 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra europee 2019 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey19

Fig. 2 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey18

Quanto alla Lega, nel sostenere il candidato di centrodestra non manifesta la stessa convinzione mostrata dal PD a sostegno del candidato di centrosinistra. Vale la pena fare una breve premessa storica anche in questo senso: Salati, sebbene non abbia vinto al ballottaggio, con il 28,2% dei voti è riuscito ad ottenere un risultato da record per il centrodestra a Reggio Emilia. Solo cinque anni fa, lo scenario era completamente diverso da quello attuale: a concorrere (e comunque solo al primo turno) alla posizione di sindaco insieme a Vecchi c’era Vaccari, candidato del M5S, che si era fermato al 17%, mentre la Prampolini, candidata del centrodestra, aveva ottenuto poco più del 13% (senza contare che la Lega aveva un proprio candidato, che non aveva raggiunto neanche la soglia del 4%).

Oggi non possiamo parlare di eterogeneità o attrattività della Lega in sé, perché Salati era sostenuto non solo dalla Lega, ma anche da FDI e FI, quindi il convergere dei voti di questi ultimi due partiti non indicherebbe necessariamente una convergenza verso la Lega, ma potrebbe indicare semplicemente la volontà di supportare il candidato presentato dal partito già votato in precedenza. Tuttavia, occorre evidenziare come le tabelle 3 e 4, che riportano la composizione percentuale dei voti ai due sfidanti del ballottaggio in termini di bacini elettorali delle politiche e delle europee, mostrino che circa un decimo dei voti del candidato di centrodestra proviene da forze minori del centrosinistra (2018 e 2019), mentre una quota analoga arriva dal M5S 2018.

Tab. 3 – Flussi elettorali a comunali Reggio Emilia fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov19

Tab. 4 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov18

Inoltre, anche qui l’elettorato della Lega manifesta una certa coerenza ideologica, come suggeriscono i dati percentuali nelle tabelle 1 e 2: il 69% di chi ha votato Lega nel 2018, e il 62% di chi l’ha sostenuta alle europee 2019, è andato a votare al ballottaggio e lo ha fatto per Salati. Il restante 31 e 38%, piuttosto che votare per Vecchi, ha scelto di astenersi. Coerentemente, quindi, e in misura più accentuata rispetto a quanto rilevato per le europee, a Reggio Emilia il partito della Lega è un partito ad oggi piuttosto compatto, anche se non quanto il PD.

In ultimo, la tendenza di più della metà dell’elettorato del Movimento 5 Stelle ad astenersi o votare a destra (nel caso delle europee, il voto era diretto soprattutto alla Lega), si trasforma nel caso del ballottaggio delle comunali in un caso di acuto astensionismo: l’85% di chi aveva votato il Movimento nel 2018, si è astenuto al ballottaggio, così come l’83% di chi lo ha votato alle europee 2019. Interessante in questo caso è come quei pochi elettori del Movimento che si sono presentati alle urne il 9 giugno abbiano deciso di votare: rispetto al bacino elettorale del M5S delle politiche, quelli che sono andati alle urne si sono divisi grossomodo a metà tra sostenitori di Vecchi e sostenitori di Salati; mentre se usiamo come riferimento coloro che avevano votato il M5S alle europee, solo il 17% di loro è andato a votare al ballottaggio ed ha votato in massa per il centrosinistra, ad indicare verosimilmente che la percentuale di ex sostenitori del Movimento che ha votato per Salati, già due settimane prima in occasione delle europee avesse scelto di votare a destra. La maggior propensione dell’elettorato pentastellato 2019 rispetto a quello 2018 a votare per il centrosinistra costituisce peraltro di un trend comune a tutte le città con un ballottaggio bipolare analizzate (D’Alimonte e Emanuele 2019).

Dato apparentemente inatteso è il sostegno massiccio di Europa Verde e Più Europa al candidato di centrodestra. Il 19% degli elettori di Europa Verde e il 40% di quelli di Più Europa hanno dato, infatti, il loro voto a Salati — dato che non sorprende affatto, se si pensa alla composizione dei bacini elettorali di entrambi i partiti che, come mostrato in Mannoni e Paparo (2019), includono una significativa fetta di ex sostenitori del partito di Salvini, che dal 2018 al 2019 hanno deciso di passare dal votare Lega al sostenere uno tra questi due partiti minori.

Se le analisi dei risultati delle elezioni politiche del 2018  ci avevano portato a concludere che a Reggio Emilia il centrosinistra avesse perso metà dei consensi a favore dei più forti M5S e Lega (Mannoni e Paparo 2018), a distanza di un solo anno possiamo dire che la situazione sia decisamente cambiata. Principale artefice di questo cambiamento è stato il forte astensionismo degli elettori del M5S, contestualmente ad una mobilitazione convinta dell’elettorato del Partito Democratico. Questi due elementi, congiuntamente, hanno consentito a Reggio Emilia di non interrompere ex abrupto una tradizione consolidata, che la vuole governata da sindaci di centrosinistra, eletti con grandi maggioranze. Tuttavia, l’esperienza stessa del ballottaggio, unicum nella storia di questo comune, così come la percentuale di voti da record ottenuta dal candidato di centrodestra, sono entrambe sintomatiche di una crescita significativa della Lega, un partito che cinque anni fa si presentava da solo alle comunali  (e per ottenere una percentuale irrisoria di consensi), mentre oggi costituisce il centro nevralgico del polo di centrodestra per il comune emiliano (ma non solo), nonché il principale oppositore nella competizione con il Partito Democratico, per ora ancora vittorioso.

 

Riferimenti bibliografici

D’Alimonte, R., e Emanuele, V. (2019), ‘Nei comuni oltre 15.000 abitanti, centrodestra +33, centrosinistra -39’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/12/nei-comuni-oltre-15mila-abitanti-centrodestra-33-centrosinistra-39/.

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Mannoni, E., e Paparo, A. (2018), ‘A Reggio Emilia il centrosinistra conquista il centro ma cede voti in tutte le direzioni’, in Emanuele, V., e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press, pp. 235-239.

Mannoni, E., e Paparo, A. (2019), ‘Flussi Reggio Emilia: l’elettorato del M5S si divide fra lealtà, astensione e Lega’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/flussi-reggio-emilia-lelettorato-del-m5s-si-divide-fra-lealta-astensione-e-lega.

Schadee, H. M. A., e Corbetta, P. G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 160 sezioni elettorali del comune di Reggio Emilia. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 6,1 per l’analisi dalle politiche; a 2,8 per quella dalle europee.