Alle elezioni del 2018, il CISE aveva analizzato i flussi elettorali della provincia di Rimini (Vittori e Paparo 2018) scoprendo che al di là della vittoria al seggio uninominale del centrodestra (e il secondo posto del MoVimento 5 Stelle), vi erano stati dei flussi elettorali molto particolari con il centrosinistra a perdere il 3.2% a favore del MoVimento 5 Stelle e ben il 3% a favore della Lega. Su un totale ipotetico di 100 elettori del centrosinistra del 2013, solo 45 nel 2018 avevano optato per il PD, mentre 13 e 12 si erano schierati rispettivamente per il Movimento 5 Stelle e per la Lega. Alle Europee del 2019, inoltre, il centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) si era attestato ben oltre il 45% e la Lega con il 34.2% era divenuto il primo partito con quasi otto punti di vantaggio sul Partito Democratico e quasi venti sul MoVimento 5 Stelle. (crej.com)
Due tornate
elettorali che avevano consegnato al centrodestra le chiavi del comune (e della
provincia). Con le regionali del 2020, tuttavia, il discorso cambia
radicalmente. Rimini è il comune in cui il PD e il centrosinistra sono
cresciuti di più in tutta la regione: il partito ha aumentato di oltre il 22%
il proprio consenso elettorale (corrispondente a un aumento di 6 punti
percentuali rispetto al 2019), mentre la coalizione di ben il 41.9%. A questa
crescita ha fatto da contraltare il calo del 7.6% della Lega (corrispondente a
un -2.6% in termini di voti) e un minor calo della coalizione di centrodestra
(-3.6%). Si tratta quindi di un aumento del centrosinistra più che
proporzionale rispetto al calo del centrodestra. L’elefante nella stanza,
direbbero gli anglosassoni, è stato per forza di cose il terzo polo
rappresentato dal MoVimento 5 Stelle.
E difatti la Figura 1 che mostra i flussi dalle politiche del 2018 alle regionali del 2020 e, soprattutto, la Figura 2 che mostra i flussi dalle europee del 2019 alle regionali del 2020, ci dicono proprio questo, ovvero sia che i voti del MoVimento 5 Stelle sono stati decisivi per il centrosinistra e per il PD. Rispetto al 2018 il 34% degli elettori pentastellati ha scelto il centrosinistra di Bonaccini, contro il 26% del centrodestra della Borgonzoni. Mentre comparando le europee con i recenti risultati, si nota come Bonaccini abbia rappresentato il vero polo d’attrazione per i 5 Stelle: il 66% ha optato per il centrosinistra e il 12% per il centrodestra. Preoccupante per il MoVimento è semmai il fatto che la logica bipolare abbia di fatto liquefatto la fedeltà del proprio elettorato. Rispetto allo storico risultato del 2018, solo l’8% dei riminesi pentastellati ha riconfermato il voto a grillini un anno e mezzo dopo, mentre rispetto alle elezioni di maggio dello scorso anno (dove il MoVimento era già crollato in termini percentuali) la quota è del 17%.
Fig. 1 – Flussi elettorali a Rimini fra politiche 2018 (sinistra) e regionali 2020 (destra), percentuali sull’intero elettorato
Fig. 2 – Flussi elettorali a Rimini fra europee 2019 (sinistra) e regionali 2020 (destra), percentuali sull’intero elettorato
Se sorprende meno la fedeltà dell’elettorato di centrosinistra nei confronti di Bonaccini, è sicuramente più inaspettato il fatto che il 18% dell’elettorato di Fratelli d’Italia e il 10% di quello della Lega delle Europee del 2019 sia transitato nell’alveo del centrosinistra. Tale dato sulla Lega sorprende in egual misura se si pensa che rispetto alle politiche del 2018, quando il partito di Salvini non era ancora esploso elettoralmente, non vi siano stati travasi di voto rispetto alle regionali. Volendo fare una supposizione si può asserire che una parte dell’elettorato verde sia stato attratto dalla campagna elettorale del buon governo portata avanti da Bonaccini o, di converso, non abbia trovato nella proposta della Borgonzoni una credibile alternativa. Parimenti interessante è il discorso che si può fare per Fratelli d’Italia: ben il 44% dell’elettorato del 2018 ha optato per Bonaccini, mentre rispetto al 2019 il tasso di fedeltà alla Borgonzoni è stato “solo” del 67%.
Se fin qui abbiamo mostrato gli scostamenti degli elettorati dei partiti tra un’elezione e l’altra, possiamo allargare il ragionamento alla composizione dell’elettorato delle varie coalizioni. La Tabella 1 e la Tabella 2 mostrano come la seconda componente più rilevante dell’elettorato di Bonaccini siano i 5 Stelle sia comparando le elezioni regionali con le politiche 2018 (Tabella 1) e sia confrontando le regionali con le elezioni europee del 2019 (Tabella 2). A riprova di quanto detto in merito al travaso di voti dal centrodestra al centrosinistra, rispettivamente il 6% e il 2% dell’elettorato di Bonaccini è composto da elettori che alle europee del 2019 avevano votato Lega e Fratelli d’Italia. Al contrario, Lucia Borgonzoni non è riuscita ad attrarre ex-elettori del centrosinistra né rispetto alle politiche né rispetto alle europee. Anche la quota di elettori grillini che hanno scelto il centrodestra è sensibilmente più bassa (21% rispetto al 2018, il 4% rispetto al 2019) comparata con il centrosinistra.
Tab. 1 – Flussi elettorali a Rimini fra politiche 2018 e regionali 2020, provenienze (clicca per ingrandire)
Tab. 2 – Flussi elettorali a Rimini fra europee 2019 e regionali 2020, provenienze (clicca per ingrandire)
Concludendo, nella provincia dove il centrosinistra è cresciuto di più, è stato il MoVimento 5 Stelle a fare la differenza, portando il PD ad essere il primo partito e il centrosinistra la prima coalizione. La bipolarizzazione del voto ha sfavorito di gran lunga il centrodestra, la cui performance si può definire molto al di sotto delle aspettative. Nonostante tanto a Rimini quanto in regione le fortune del MoVimento 5 Stelle si siano costruite in opposizione al PD, i cambiamenti politici recenti sembrano avere inciso nel rendere meno indigeribile un voto per il centrosinistra da parte di un elettore grillino.
Che questo possa essere dovuto al forte endorsment del sindaco di PD, molto apprezzato in città, al centrosinistra e alla campagna elettorale sul buon governo regionale di Bonaccini questi dati non possono mostrarlo. Tuttavia, non sembrano due dinamiche così lontane dal vero, se si pensa che una rilevante fetta di elettorato di destra radicale abbia optato per un candidato del partito tanto “odiato” a livello nazionale da quest’area politica.
NOTA METODOLOGICA
I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 143 sezioni elettorali del comune di Rimini. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione).