Roma, se Raggi batte il PD poi perde al secondo turno

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 16 aprile

Le prossime elezioni comunali a Roma potrebbero nascondere un paradosso. È quello che emerge dai dati del sondaggio Winpoll-Sole24Ore. In questo momento i candidati che potrebbero presentarsi alle elezioni sono quattro, anche se i loro nomi non sono tutti noti: Raggi, Calenda, un candidato del Pd, un candidato del centro-destra. In queste condizioni, e chiunque siano i candidati ancora ignoti, si può dire con certezza che nessuno vincerà al primo turno. Il sindaco di Roma verrà eletto al ballottaggio. Ma lì bisogna arrivarci e i posti a disposizione sono solo due. Ed è qui che si nasconde il paradosso.

In un contesto quadripolare come quello che potrebbe prospettarsi, con quattro candidati relativamente forti, occorre poter contare su una base di sostegno intorno al 25% per sperare di arrivare al ballottaggio. Stando così le cose, nel centro-sinistra il passaggio al secondo turno sarebbe una sorta di lotteria. Il biglietto vincente potrebbe andare a uno qualunque dei tre candidati in corsa -la sindaca uscente, il candidato del Pd e Calenda- che oggi sono più o meno sullo stesso piano. Solo uno di loro potrebbe andare al secondo turno, visto che è impensabile che, chiunque sia il candidato unico del centro-destra, non ottenga uno dei due posti disponibili al ballottaggio. Tra Raggi, Calenda e il mister x del Pd chi sarebbe il fortunato vincitore della lotteria? 

Se il candidato del Pd fosse Zingaretti è probabile che il biglietto vincente lo peschi lui. I nostri dati dicono che è quello messo meglio. Ma il punto è che la cosa non è del tutto sicura. Sia la Raggi che Calenda possono contare su un consenso non lontano dal 25%. Anche la Raggi, nonostante che solo il 30% degli intervistati pensi che abbia governato bene e solo il 28% ne ha fiducia. Ma anche un dato così basso che certamente non basta per vincere è pur sempre una base per puntare al ballottaggio. Per questo il passaggio al secondo turno sarebbe una lotteria. E la lotteria potrebbe trasformarsi nel paradosso.  Questo perché, se fosse la Raggi a pescare il biglietto vincente, i nostri dati mostrano che sarebbe destinata a perdere mentre Zingaretti e Calenda avrebbero migliori possibilità di vincere.

Per esplorare questo punto abbiamo testato quattro ipotetici ballottaggi. In assenza di un candidato certo del centro-destra, cui opporre i diversi candidati del centro-sinistra, abbiamo scelto quello che appare come il candidato potenzialmente più forte anche se per ora si è tirato fuori dalla corsa, e cioè Bertolaso. L’assunzione che facciamo è che se i candidati del centro-sinistra fossero in grado di sconfiggere Bertolaso potrebbero vincere ancora più facilmente contro candidati meno conosciuti e meno forti di lui, per esempio Rampelli o Abodi. Il risultato delle quattro sfide mostra che Calenda e Zingaretti sono i due candidati più forti del centro-sinistra, e potenzialmente vincenti, mentre Gualtieri potrebbe non vincere (Figura 1). Di certo non vincerebbe la Raggi. D’Altronde, non sorprende che un sindaco uscente che raccoglie un giudizio così sfavorevole sul suo operato sia un candidato vulnerabile.

Fig. 1 – Simulazione esiti ballottaggi

In sintesi, sia Zingaretti che Calenda sono candidati competitivi. Il primo più del secondo. Il diagramma di Venn ci dice che l’appeal di Zingaretti è più trasversale di quello di Calenda (Figura 2). È gradito anche agli elettori del M5s mentre, come si vede nel diagramma l’elettorato potenziale della Raggi e quello di Calenda non si sovrappongono affatto, e si capisce il perché. Il leader di Azione in compenso ha più appeal tra gli elettori di centro-destra. Però il minor sostegno che riceverebbe da parte dei Cinque Stelle al ballottaggio rende la sua elezione più incerta di fronte ad un candidato forte del centro-destra. 

Fig. 2 – Sovrapposizione degli elettorati dei diversi candidati

Zingaretti dunque dovrebbe essere il candidato del centro-sinistra, con o senza il sostegno del M5s al primo turno. Ma non è semplice per il governatore del Lazio lasciare la carica che occupa nel bel mezzo della pandemia per fare il sindaco di Roma. Allora Gualtieri? Ma ce la farà ad arrivare al ballottaggio? E se invece passasse la Raggi? Sarebbe un bel pasticcio per il Pd. Certo, se si ritirassero sia Calenda che la Raggi tutto sarebbe più semplice. Basterebbe anche che si ritirasse uno dei due. Ma per ora non è così. Quanto a Calenda in particolare, la domanda da fargli è questa: come può aspettarsi che il Pd ne appoggi la candidatura a Roma in competizione con la Raggi, o anche senza la Raggi in campo, senza avere una contropartita a livello nazionale? Letta punta a costruire la più ampia coalizione possibile per rendere il centro-sinistra competitivo e comprenderà anche il M5s. Azione ne farà parte o no? Insomma, per Calenda Roma vale o no una messa con i Cinque Stelle alle prossime politiche?