Fuga dalle urne: affluenza mai così bassa nella storia della Repubblica

La partecipazione elettorale è in drammatico declino. Non è un dato nuovo, l’alto astensionismo era già emerso in tornate precedenti (si veda Improta e Angelucci sulle comunali 2022). Tuttavia, l’affluenza ridotta era limitata ad appuntamenti elettorali cd. di “secondo ordine” (Reif et al. 1997). Elezioni di secondo ordine sono tipicamente elezioni europee, regionali e locali. Elezioni che, secondo la letteratura politologica, sono avvertite come caratterizzate da una “posta in palio” minore rispetto alle politiche, e per questo motivo maggiormente a rischio di essere poco partecipate.

L’affluenza alle urne per il voto del 25 settembre 2022 ha richiamato proprio una dinamica di secondo ordine, nonostante sia stato un voto per le elezioni politiche, caratterizzato anche da una tentata dinamica di polarizzazione (che dovrebbe generare un effetto positivo sul turnout). L’affluenza si è fermata invece al 63,91%. Si tratta della percentuale più bassa mai raggiunta nella storia dell’Italia repubblicana, come si può osservare dalla Figura 1.

Figura 1. Affluenza alle urne 1948-2022

Dalla Figura 1 emerge un trend già declinante nelle ultime elezioni politiche, a partire dal dato delle elezioni politiche del 2008 (80,5%). Da quel momento in poi, l’affluenza è stata sempre più bassa, passando dal 75,2% del 2013 al 72,9% del 2018, fino ad arrivare al crollo del 2022.

Adottando una prospettiva comparata (Figura 2), è possibile osservare come, a seguito del calo della partecipazione in Italia, il nostro paese si sia avvicinato a quel gruppo di nazioni che registra tradizionalmente un basso turnout (Portogallo e Svizzera, ad esempio). L’Italia è stata per molto tempo, invece, una democrazia con alti livelli di partecipazione, basta ritornare alla Figura 1 per osservare i livelli di turnout del periodo 1948-1976. Il primo campanello d’allarme, da questo punto di vista, si percepisce con lo scoppio di Tangentopoli e il collasso del sistema partitico della Prima Repubblica. Sono segnali di scollamento tra cittadini e istituzioni e di un crescente senso di sfiducia sul ruolo espressivo dei partiti (Sartori 2005).

Figura 2. Affluenza nelle ultime elezioni in prospettiva comparata

Come si può osservare dalla Figura 2, le elezioni politiche italiane 2022 hanno registrato un’affluenza maggiore solo se raffrontate alle ultime elezioni in Svizzera, Francia, Portogallo, Grecia e Irlanda. Le ultime elezioni in Islanda, Svezia, Danimarca, Malta, Belgio e Lussemburgo hanno raggiunto tassi di partecipazione molto più alti. Bisogna specificare, tuttavia, che paesi come Belgio e Lussemburgo – per favorire la partecipazione elettorale – introducono un sistema di “compulsory voting” che naturalmente permette al turnout di raggiungere buoni livelli.

La partecipazione elettorale è un fondamentale requisito della qualità democratica. Occorre dunque riflettere in maniera profonda sulle cause della bassa affluenza e sulle conseguenze per il sistema politico italiano. Le riforme istituzionali della prossima legislatura dovrebbero auspicabilmente mettere in campo misure per contrastare la bassa partecipazione elettorale, a partire dal favorire quella delle fasce della popolazione che tendenzialmente votano di meno, come i giovani.

Riferimenti bibliografici:

Reif, K., Schmitt, H., & Norris, P. (1997). Second‐order elections. European Journal of Political Research, 31(1‐2), 109-124.

Sartori, G. (2005). Party types, organisation and functions. West European Politics, 28(1), 5-32.

Marco Improta (Napoli, 1995) è postdoctoral researcher presso l'Università di Siena. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Politics presso la LUISS Guido Carli. È stato Visiting Research Fellow presso il Department of Political Science della Hebrew University of Jerusalem, Visiting PhD presso il Department of Politics and International Relations della University of Oxford e Visiting Researcher presso il Centro de Estudios Politicos y Constitucionales del Ministerio de la Presidencia, Governo di Spagna, Madrid. I suoi principali interessi di ricerca riguardano i governi e la rappresentanza politica in prospettiva comparata. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche internazionali e nazionali, tra cui West European Politics, Political Studies, Parliamentary Affairs, Journal of Legislative Studies, Mediterranean Politics, European Politics and Society, Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Quaderni di Scienza Politica, Italian Political Science, Journal of Contemporary European Research, Italian Journal of Electoral Studies. È inoltre autore di contributi pubblicati in volumi. È membro del CISE, del CIRCaP e di varie associazioni scientifiche nazionali e internazionali tra cui IPSA, MPSA, CES, SISP, SISE, ISPSA ed ECPR.
Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Davide Angelucci is a lecturer at the Department of Political Science of Luiss University, Rome. He has been a visiting student at Royal Holloway University of London and at the Instituto de Ciências Sociais da Universidade de Lisboa. He is currently a member of the Italian Centre for Electoral Studies (CISE) and part of the editorial board of the journal Italian Political Science (IPS). His research interests include elections and electoral behaviour, party politics, class politics, and public opinion. His work has been published in journals like European Union Politics, West European Politics, South European Society and Politics, Swiss Political Science Review and others.