A Napoli le elezioni politiche del 2022 hanno avuto un esito politicamente significativo. Il Movimento Cinque Stelle è riuscito infatti a confermarsi prima forza politica della città, conquistando entrambi i collegi uninominali alla Camera e sconfiggendo in uno di essi proprio l’ex capo politico del movimento pentastellato, Luigi Di Maio. Anche al Senato, nell’unico collegio in palio, è stato il M5S a vincere. È dunque interessante esaminare i flussi elettorali tra le elezioni politiche del 2018 e quelle del 2022 per evidenziare quale sia la composizione dell’elettorato delle varie forze politiche ed indagare quali fattori abbiano favorito l’affermazione del M5S.
Guardando i flussi di destinazione rispetto alle politiche del 2018, uno degli aspetti principali da osservare è la fedeltà elettorale, cioè quella percentuale di elettori che hanno confermato la propria scelta elettorale. Tra le forze politiche, il PD presenta la maggiore fedeltà, riportando a votare quasi un elettore su due (49%), seguito dalla Lega (41%) e dal M5S (41%). Una fedeltà inferiore dimostrano invece gli elettori di Fratelli d’Italia (28%) e di Forza Italia (24%). Il dato più rilevante rispetto ai voti in uscita è tuttavia rappresentato dalla bassa propensione degli elettori del M5S a non spostarsi su altri partiti. Sebbene infatti il 43% dell’elettorato del partito dell’ex premier Conte si rifugi nell’astensione, il restante si è orientato solo in misura ridotta verso gli altri partiti rispetto sia al PD (il cui elettorato si sposta per un 18% verso FDI e per un 16% verso Azione), sia alla Lega, sia a Fratelli d’Italia. In più, il Movimento sembra essere sostanzialmente l’unica forza politica in grado di intercettare elettori dall’astensione (16%).
Per rafforzare queste considerazioni, passiamo invece ad esaminare la composizione del sostegno elettorale dei vari partiti alle ultime elezioni politiche. Come si può vedere dalla figura, l’elettorato pentastellato del 2022 è composto quasi esclusivamente da persone che già lo avevano sostenuto nel 2018. Una tendenza simile, coerente con quanto esposto precedentemente, si registra sia per il PD, sia per la Lega, il cui elettorato è composto in gran parte da persone che già avevano votato per questi partiti nel 2018 (il 50% per il PD, il 43% per la Lega) e che solo in misura minore sono riusciti ad intercettare l’elettorato degli altri partiti, specialmente il M5S per il PD (22%) e Forza Italia per la Lega (30%). Diversamente dagli altri partiti però, il M5S è stato in grado di attrarre il voto degli astenuti (33% della sua base elettorale), unica tra le forze politiche insieme a Impegno Civico (38%).
Diverso il caso di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, coerentemente con la crescita avuta in città e nel resto di Italia, è riuscito ad intercettare gli elettori di tutti gli altri grandi partiti, in particolare quelli di Forza Italia (38%), del PD (26%), della Lega (12%) e, in misura leggermente minore, del M5S (8%).
L’affermazione del Movimento Cinque Stelle a Napoli può dunque essere ricollegata alla capacità di mobilitare il proprio elettorato, senza contemporaneamente cedere in maniera significativa alle altre forze politiche. Nonostante le forti perdite verso l’astensione, questa sua attitudine e il forte consenso di partenza ottenuto nel 2018 hanno garantito al partito di Giuseppe Conte la posizione di prima forza politica della città nonostante l’avanzata della destra guidata da Fratelli d’Italia.
Riferimenti bibliografici
Goodman, L. A. (1953), Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.
Schadee, H.M.A., e Corbetta, P.G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.
NOTA METODOLOGICA
I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 884 sezioni elettorali del comune di Napoli. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 16,5.