di Aldo Paparo
Su 157 comuni superiori al voto in questa tornata di elezioni amministrative ben 116 hanno dovuto ricorrere al ballottaggio per scegliere il proprio sindaco. La tabella 1 riassume come si sono concluse tali sfide per quanto riguarda la coalizione risultata vincitrice al secondo turno, mostrando anche i dati scomposti nelle diverse zone geografiche del nostro paese.
Come si vede, più della metà dei ballottaggi sono stati vinti dal Partito Democratico insieme alle liste alleate (il 50,8%). Il principale partito del centrosinistra ha conquistato oltre il 60% delle 89 sfide di secondo turno in cui era presente. Il Popolo della Libertà due settimane fa si era assicurato con i propri candidati un numero inferiore di ballottaggi (69). A questo ha però aggiunto una capacità di vittoria al secondo turno pari appena al 37%: così registriamo che meno di un quarto dei ballottaggi totali è stato conquistato dal Pdl con i propri alleati. Entrambi i poli hanno vinto al secondo turno meno comuni di quelli in cui il loro candidato era in testa dopo il primo turno: da 27 a 26 per il Pdl, da 65 a 59 il Pd.
Molto buona la performance al secondo turno dei candidati sostenuti da partiti di sinistra ma alternativi a quelli appoggiati dal Pd: in 15 casi si erano conquistati il ballottaggio e sono riusciti a vincerlo in 10 (66% di vittorie). Bisogna anche rilevare come solo 6 candidati di sinistra fossero arrivati al secondo turno in testa. Sindaci eletti al ballottaggio sostenuti solo da partiti del terzo polo sono 7, sui 21 che si erano garantiti 15 giorni fa il ballottaggio; erano 9 i candidati terzopolisti in vantaggio dopo il primo turno. Candidati “civici”, non sostenuti cioè da alcun partito, hanno trionfato in 9 degli 11 secondi turni in cui erano presenti, con la straordinaria percentuale di vittoria dell’82% e conquistando più del doppio dei comuni in cui erano in testa (4).
Questi dati segnalano che in questo momento la capacità dei grandi partiti di coagulare consenso attorno a sé è ai minimi storici e così la frammentazione divampa nel nostro sistema politico. Però i risultati dei ballottaggi consentono anche di capire cosa è successo in queste ultime due settimane e come gli elettori hanno reagito ai risultati del primo turno. Molto interessante in questo senso è analizzare i dati delle sole sfide che vedevano confrontarsi i due candidati sostenuti dal Pd e dal Pdl (56 casi, pari al 47,8% dei 116 ballottaggi totali).
Come vediamo dalla tabella 2, il centrosinistra ha prevalso in 35 casi e il centrodestra in 21. Questo risultato è esattamente identico a quello registrato due settimane fa quanto a candidati in vantaggio dopo il primo turno: anche allora era finita 35 a 21 per il Pd e i suoi alleati. Ciò non significa che i rapporti di forza del primo turno siano sempre stati mantenuti: in 10 comuni il candidato che si trovava a inseguire è riuscito a prevalere, ma questi si sono equamente divisi fra i due poli. L’aspetto interessante da rilevare è che, contrariamennte a quanto osservato a livello aggregato nazionale, il saldo non è rimasto invariato nelle diverse aree geografiche: al nord il Pdl aveva il proprio candidato in testa in 6 comuni ed è riuscito a conquistarli tutti e a recuperare in 3 casi lo svantaggio del primo turno. Nella zona rossa ha ceduto 1 dei 2 comuni in cui era testa senza strapparne nessuno; al sud è riuscito a vincerne 2 in cui trovava in ritardo ma ne ha persi 4 in cui il proprio candidato era in testa.
Possiamo comunque concludere che nelle due settimane fra primo e secondo turno lo stato di salute dei due poli sia rimasto stabile: estremamente negativo nel complesso, relativamente migliore quello del centrosinistra.