di Aldo Paparo
Presentiamo in questo articolo i dati della distribuzione bivariata delle risposte alle domande “alle prossime elezioni Lei pensa che voterebbe per…” e “Lei si ricorda per quale partito ha votato in occasione delle elezioni politiche del 2008?” Attraverso la lettura di questi dati possiamo comprendere come siano intenzioni a votare i diversi bacini elettorali del 2008 e in che proporzioni i diversi elettorati di oggi siano composti da elettori che avevano compiuto scelte differenti cinque anni or sono.
Cominciamo con il primo dei due temi: la tabella 1 mostra come si dividano percentualmente fra le diverse opzioni di voto possibili i prossimi 24 e 25 febbraio gli elettorati dei partiti del 2008. Notiamo innanzitutto un elemento di novità registrato in questo sondaggio: il rientro dell’astensione e dell’incertezza dichiarate. Fra quanti dichiarano il partito votato alle precedenti elezioni politiche, praticamente nessuno si dichiara intenzionato ad astenersi. Anche quanti non rispondono sono percentuali marginali, appena un po’ più alte per l’elettorato 2008 di Berlusconi, ma comunque attorno al 5%. Fra i neomaggiorenni e quanti si sono astenuti o comunque non dichiarano il partito votato nel 2008 c’è ancora una porzione di incerti pari circa al 25%, ma anche qui l’astensione dichiarata è davvero bassa. Sembra quasi che con l’approssimarsi delle elezioni gli intervistati siano in imbarazzo a dirsi privi di una intenzione o astenuti, come di solito si registra nei sondaggi post-elettorali.
Tab. 1 – Matrice di flussi fra ricordo del voto 2008 e intenzione di voto 2013, destinazioni (N=797).
Gli elettori maggiormente fedeli si dimostrano quelli del Pd e del Ps: oltre tre su quattro dichiarano di voler votare il candidato della coalizione di cui fa parte oggi il proprio partito del 2008. Fra quanti invece volteranno le spalle a Bersani, la maggior parte sceglie il M5s (l’8% del totale), il 6,6% Monti ed appena un elettore su 30 del 2008 è stato attratto da Ingroia. Bersani va molto bene anche fra gli elettori 2008 degli altri partiti di sinistra, che oggi sono confluiti in Rivoluzione Civile (con la rilevante eccezione di Sel): lo voterebbe il 57%.
Oltre il 70% degli elettori 2008 dell’Udc sono intenzionati a seguire il proprio partito nel polo montiano. Quasi uno su cinque dichiara però di voler votare per Bersani. Non si registrano altre significative fuoriuscite, a parte un 5% verso il M5s. Appena uno su 50 è stato conquistato da Berlusconi.
Sono invece meno di tre su cinque quanti cinque anni fa votarono i partiti di destra che sono pronti a rivotare Berlusconi. Quasi uno su sei si dichiara intenzionato a votare per il M5s, mentre un 10% scarso è stato strappato da Monti. Addirittura il 5% voterebbe per Bersani. Fra questi elettori si registra anche il massimo di non risposte, quasi il 7%.
Gli elettori meno fedeli sono quelli leghisti. Appena due su cinque degli elettori dell’ultimo Bossi sono intenzionati a dare il voto all’alleanza guidata dal Cavaliere. Non sorprende che questo sia l’elettorato nel quale si registra la massima defezione verso il M5s (il 28,5%, al pari con quello di Sa e Idv). Meraviglia invece che sempre i leghisti 2008 siano quelli che più di tutti perdono verso Monti ( il 12%) e che quasi uno su dieci si dichiari intenzionato a votare Bersani.
Passiamo ora alle provenienze in termini di voto nel 2008 degli elettorati attuali delle diverse coalizioni (tabella 2). Il dato certamente più interessante è quello relativo alla composizione del M5s guidato da Beppe Grillo. Secondo i nostri dati un quarto circa dei suoi voti proverrebbe dall’area del centrosinistra (Pd, Ps, Idv o Sa), mentre oltre il 40% da elettori di centrodestra (Pdl, Lega, Mpa o La destra). Un ulteriore quarto scarso proviene da quanti dichiarano di essersi astenuti o non dichiarano il voto. Quasi nulla proviene dall’Udc, mentre un 5% arriva dai neomaggiorenni che voteranno per la prima volta alle politiche.
Tab. 2 – Matrice di flussi fra ricordo del voto 2008 e intenzione di voto 2013, provenienze (N=797).
Venendo alle coalizioni di più liste, Berlusconi è quello che meno si dimostra capace di pescare al di fuori degli elettorati 2008 dei partiti che oggi lo sostengono: da lì proviene quasi il 90% di quanti sono intenzionati a votarlo. Si difende comunque nel bacino dei nuovi elettori, da cui pesca una percentuale del propri voti pari a quella del M5s, il 5,2%.
Bersani ottiene dagli elettorati 2008 di Pd e Ps il 63% dei suoi voti attuali. Un 11% arriva dai partiti oggi alla sua sinistra. E’ il candidato che vede provenire la percentuale più alta dei propri elettori (quasi il 6%) da quanti nel 2008 non si erano recati alle urne perché ancora minorenni. Un 7% arriva da chi nel 2008 aveva votato a destra e uno ogni 50 dall’Udc.
Come già osservato per il M5s, anche la composizione dell’elettorato della coalizione di Monti è piuttosto variopinta. Un quarto proviene dall’Udc, l’unico partito presente nel 2008 ad appoggiare oggi il premier uscente. Il 17,8% proviene dai partiti di centrosinistra nel loro complesso, mentre il 30,8% da quanti nel 2008 avevano votato partiti che oggi fanno parte della coalizione berlusconiana. Un quinto abbondante di quanti dichiarano l’intenzione di votare Monti non dichiara il partito del 2008 o dichiara apertamente di essersi astenuto. Questa è infine la coalizione la cui porzione di elettori proveniente dal voto giovanile è più bassa (meno del 4%); d’altronde appena il 7% dei nuovi elettori dichiara l’intenzione di votare per il Senatore a vita.