Verso le regionali in Calabria: sistema elettorale, candidati e struttura della competizione

di Bruno Marino

Il 23 Novembre i cittadini calabresi eleggeranno il nuovo Presidente della Regione ed il nuovo Consiglio Regionale. Con che legge elettorale si voterà? Chi sono i principali candidati? Che assetto avrà la competizione? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande.

Partendo dalla legge elettorale, i calabresi voteranno con una variante della Legge Tatarella – vale a dire della legge entrata in vigore nel 1995 che ha regolato l’elezione dei consigli e dei presidenti regionali – ma fino a Settembre non si sapeva esattamente in che modo i voti sarebbero stati trasformati in seggi. Infatti, lo scorso Giugno, il Consiglio regionale aveva approvato una controversa modifica della legge elettorale che, tra l’altro, riduceva il numero di consiglieri da cinquanta a trenta e introduceva altissime soglie di sbarramento per le coalizioni e le liste non coalizzate (15%). Era stato modificato anche il premio di maggioranza, che raggiungeva il 60% dei seggi nel consiglio regionale. Infine, era stata abolita la possibilità di effettuare il voto disgiunto.

I motivi che avevano portato il Consiglio regionale ad approvare queste modifiche potevano essere diversi: ridurre la frammentazione partitica pre-elettorale, bloccare (o cercare di bloccare) il Movimento Cinque Stelle – che solo un anno prima alle Politiche aveva ottenuto ottimi risultati – o anche semplicemente guadagnare tempo per ulteriori accordi tra consiglieri o tra partiti, visto che, prevedibilmente, la legge sarebbe stata impugnata dal Governo. Non dimentichiamo che la Calabria va al voto a Novembre perché nei mesi scorsi il Presidente Giuseppe Scopelliti si è dimesso dopo la condanna ricevuta per il “caso Fallara” [1].

Come previsto da molti osservatori, ad Agosto il Governo ha presentato istanza di sospensione della nuova legge elettorale davanti alla Corte Costituzionale. A Settembre il Consiglio regionale calabrese ha deciso di mettere nuovamente mano alla legge elettorale. A seguito delle modifiche approvate, il sistema elettorale calabrese è un proporzionale con premio di maggioranza. Il Consiglio regionale è composto da 30 seggi, compreso il seggio assegnato al Presidente della Giunta regionale. L’80% dei seggi del Consiglio regionale (24) è ripartito proporzionalmente in 3 circoscrizioni: Cosenza, Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Reggio Calabria. Per essere ammessi alla ripartizione dei seggi le liste (sia coalizzate che non coalizzate) devono superare il 4% dei voti a livello regionale, mentre le coalizioni di liste l’8%. I restanti 6 seggi sono assegnati alle liste che appoggiano il Presidente eletto qualora queste non raggiungano il 50% dei seggi (ovvero 15 su 30) nel riparto proporzionale. Altrimenti, se la coalizione raggiunge o supera il 50% dei seggi, ottiene un premio dimezzato, di 3 seggi. Qualora la coalizione vincente non raggiunga i 16 seggi (il 55%) perfino dopo l’assegnazione del premio intero, è prevista l’’attribuzione di questi seggi aggiuntivi togliendoli da quelli attribuiti alle liste di opposizione. L’elettore dispone di due voti, uno per il candidato Presidente e uno per una lista provinciale. Qualora l’elettore esprima il suo voto soltanto per una lista provinciale il voto si intende validamente espresso anche a favore del candidato collegato a quella lista. Non è prevista la possibilità di esprimere un voto disgiunto. L’elettore può inoltre esprimere una sola preferenza per un candidato della lista prescelta.

Come sappiamo, una delle caratteristiche più importanti di una legge elettorale è che crea una “struttura di opportunità” per i partiti (si veda ad esempio Tarrow 1994). In altre parole, i partiti che si vogliono presentare alle elezioni agiscono (anche) in base ai limiti e alle possibilità della legge elettorale vigente. Ad esempio, l’esistenza di soglie di sbarramento (implicite o esplicite) molto alte dovrebbe ridurre il numero di partiti che si presentano alle elezioni, e viceversa. I partiti, insomma, ragionano strategicamente in base alla situazione pre-elettorale (sul punto si vedano Duverger, 1951; Sartori, 1997; Cox 1997).

Perché i partiti di centrosinistra hanno organizzato le primarie per il candidato Presidente così a ridosso delle elezioni? Perché il centrodestra ha scelto il proprio candidato Presidente solo poche settimane prima delle consultazioni? Una delle possibili risposte a queste domande è che la struttura di opportunità della legge elettorale non era certa – poiché la legge elettorale di Giugno era stata impugnata dal Governo. Solo da metà Settembre in poi la situazione si è chiarita.

Chi sono i principali candidati alla Presidenza della Regione? Il centrosinistra ha candidato Mario Oliverio, ex consigliere regionale, ex deputato ed ex presidente della provincia di Cosenza. Oliverio ha sconfitto, alle primarie[2] di coalizione, il renziano Gianluca Callipo e Gianni Speranza, ex PCI ed esponente di SEL. Forza Italia e alcuni alleati hanno deciso di proporre la candidatura di Wanda Ferro, ex presidente della provincia di Catanzaro. Nuovo Centrodestra e l’UDC hanno candidando alla presidenza della Regione il senatore Nico D’Ascola. Infine, l’avvocato Cono Cantelmi ha vinto le primarie online del Movimento Cinque Stelle, ed è il candidato del partito di Beppe Grillo.

Si nota subito che ben due dei quattro principali candidati sono stati scelti grazie alle primarie ma alcune differenze vanno evidenziate. Primo, la competizione nel centrosinistra ha riguardato più di un partito, mentre quelle del Movimento Cinque Stelle sono state, ovviamente, primarie di partito. Un’altra differenza tra centrosinistra e M5S ha riguardato il selettorato, vale a dire il corpo elettorale che ha selezionato i candidati (Hazan e Rahat 2010). Alle primarie del centrosinistra tutti gli elettori d’area (in pratica, tutti gli elettori) hanno avuto il diritto di voto[3] , mentre alle primarie online del M5S potevano votare solo gli “iscritti certificati”, vale a dire coloro i quali sono residenti in Calabria e si erano iscritti al movimento prima del 31 Dicembre 2013[4] . È evidente che, per quanto riguarda il selettorato, la competizione nel centrosinistra sia stata più inclusiva rispetto a quella nel M5S. Questo però non vuol dire che sia stata più democratica o competitiva. Infatti, per parlare di democraticità – o, per meglio dire, di inclusività – bisogna tenere in considerazione anche una seconda dimensione, oltre al selettorato, vale a dire la “candidacy”, ovvero capire se e quali regole esistano per la presentazione di candidature alle primarie (Hazan e Rahat 2010). Se, infatti, un partito (o una coalizione) permette a tutti gli elettori di votare alle primarie, ma consente solo a pochissime persone – o magari ad una sola – di correre come candidato alle stesse primarie, è evidente che l’inclusività della procedura non è necessariamente molto alta.

E per quanto riguarda la candidabilità, per presentarsi alle primarie di centrosinistra era necessario, tra le altre cose, raccogliere almeno 3.000 e non più di 4.000 firme di elettori calabresi, da almeno tre provincie (ed era necessario ottenere almeno 300 firme per provincia)[5] . Invece, per candidarsi alle “regionarie” del Movimento Cinque Stelle era necessario, tra le altre cose, essere iscritto al movimento almeno dal 31 Dicembre 2013 ed essere residente in Calabria[6]. Insomma, sia il centrosinistra sia il M5S hanno previsto delle condizioni che, limitando la “candidatura”, hanno reso le primarie non totalmente inclusive.

Tab. 1 – Numero di liste e candidati Presidente alle regionali in Calabria, 1995-2014[7]

Come si vede dalla Tabella 1, le liste presentate in occasione delle elezioni regionali non sono mai state meno di 13. Le regionali del 2014 vedranno la continuazione di un trend discendente, infatti dalle 21 liste presentate nel 2000 si è via via passati alle 17 del 2005, alle 16 del 2010 e alle 15 delle prossime elezioni. Naturalmente, è interessante analizzare nel dettaglio le varie liste che supportano i candidati alla Presidenza della Regione.

Mentre il Movimento Cinque Stelle e la Sinistra radicale presentano una sola lista a sostegno dei propri candidati Presidente, diversa è la situazione per Oliverio, Ferro e D’Ascola. Mario Oliverio è sostenuto dalle seguenti liste: Pd, Democratici Progressisti, Oliverio Presidente, Centro Democratico, Per cambiare la Calabria – La Sinistra, Calabria in Rete, Cristiano Democratici Uniti, Autonomia e Diritti. Wanda Ferro, invece, è sostenuta da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Casa della Libertà. Infine, Nico D’Ascola è appoggiato da Nuovo Centrodestra e Unione di Centro

La prima cosa che si nota è che NCD e UDC, in disaccordo con gli altri partiti d’area, hanno deciso di correre autonomamente – rendendo così molto probabile la vittoria di Oliverio, visto il peso dei due partiti post-democristiani in Calabria. La competizione, insomma, si annuncia tripolare o quadripolare (nel caso il M5S riesca a confermare i risultati ottenuti alle elezioni politiche del 2013 e alle europee del 2014). Anche nel centrosinistra ci sono state novità degne di nota. Per esempio, è stato deciso di non candidare tutti quelli che erano già stati almeno una volta consiglieri regionali. Un tentativo di rinnovamento e discontinuità, nel segno della “rottamazione” renziana? O una semplice “riverniciatura” per catturare lo “spirito del tempo” che, anche in Calabria, sembra sostenere il cambiamento (almeno apparente) dei vecchi schemi e il “pensionamento” delle vecchie personalità politiche?

Quel che è certo è che i candidati Presidente dovranno fare i conti con un ambiente elettorale molto particolare. Osserviamo in proposito la Tabella 2

Tab. 2 – Risultati elettorali dei principali partiti in Calabria – Regionali 2010, Politiche 2013, Europee 2014[8]

 

Premettendo che stiamo confrontando elezioni diverse fra loro, ci sono comunque alcuni dati da considerare. Primo, la fluidità elettorale sembra essere molto alta. Secondo, la forza dei neo-democristiani in Calabria rimane sostanzialmente costante nel corso degli anni – ecco perché il mancato accordo tra centrodestra e UDC-NCD può fare decisamente male a Wanda Ferro. Terzo, sarà molto interessante analizzare la performance del M5S. Dopo l’exploit alle politiche del 2013 e l’arretramento alle ultime Europee, il partito di Beppe Grillo in Calabria affronta una sfida cruciale. Un piccolo banco di prova per il M5S sono state le elezioni comunali di Reggio Calabria, nelle quali i pentastellati hanno subito una vera e propria batosta, come già sottolineato in un altro contributo[9]. Riuscirà il M5S a superare indenne la sconfitta di Reggio Calabria? Riuscirà il centrosinistra a sconfiggere un centrodestra diviso? NCD e UDC continueranno ad essere un importante ago della bilancia politica calabrese? Appuntamento a fine Novembre per ottenere risposte a queste domande.

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[1] http://www.gazzettadelsud.it/news/85356/Caso-Fallara–6-anni-.html

[2] In questo articolo userò la parola “primarie” per intendere qualunque metodo che preveda la possibilità per i membri e/o gli elettori di un partito di selezionare il candidato ad una carica istituzionale.

[3] http://www.pdcalabria.net/attachments/article/566/attachment-1719699151.pdf

[4] http://www.beppegrillo.it/2014/09/candidature_online_per_le_regionali_in_calabria_e_emilia_romagna.html

[5] Si veda il documento in nota 3.

[6] http://www.beppegrillo.it/2014/06/le_elezioni_regionali_in_calabria.html

[7] Fonte dati – dal 1995 al 2010: www.elezionistorico.interno.it – per il 2014: http://www.ilquotidianoweb.it/news/politica/730900/Regionali–rush-finale-per-le.html

[8] Fonte dati: www.elezionistorico.interno.it – Nel 2010 nella casella “Sinistra Radicale/SEL” si sono inseriti i voti ottenuti dalla lista “Rifondazione Comunista-Sinistra Europea-Comunisti Italiani; nel 2010 nella casella “Altri Centrosinistra” si sono sommati i voti ottenuti da Autonomia e Diritti, Partito Socialista Italiano, Alleanza per la Calabria e Slega la Calabria; nel 2010 in “Altri Centrodestra” si sono sommati i voti ottenuti da Scopelliti Presidente, Insieme per la Calabria, Socialisti Uniti PSI, Libertà e Autonomia Noi Sud e Fiamma Tricolore-Destra Sociale. Nel 2013 nella casella “Altri Centrosinstra” si sono inseriti i voti ottenuti da Centro Democratico, mentre in “Altri Centrodestra” si sono inseriti i voti ottenuti da Grande Sud MPA, Fratelli d’Italia, La Destra, MIR, Intesa Popolare e Lega Nord. Nel 2014 in “Sinistra Radicale/SEL” si sono inseriti i voti ottenuti dalla lista L’Altra Europa con Tsipras, nella casella “Altri Centrosinistra” si sono sommati i voti ottenuti da IDV e Verdi Europei, in “Altri Centrodestra” sono stati inseriti i voti ottenuti da Fratelli d’Italia e Lega Nord.

[9] /cise/2014/11/07/comunali-2014-lanalisi-dei-flussi-elettorali-a-reggio-calabria/

 

Riferimenti Bibliografici

Cox, G. (1997), Making Votes Count, Cambridge, Cambridge University Press.

Duverger, M. (1951), Les Partis Politiques, Paris, Armand Colin.

Hazan, R. e Rahat, G. (2010), Democracy within Parties: Candidate Selection Methods and their Political Consequences, Oxford, Oxford University Press.

Sartori, G. (1997), Comparative Constitutional Engineering, New York, New York University Press.

Tarrow, S. (1994), Power in Movement: social movements, collective action and politics, Cambridge, Cambridge University Press.

Bruno Marino è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. I suoi interessi di ricerca comprendono partiti e sistemi di partito in prospettiva comparata, élite politiche e la personalizzazione della politica. Ha pubblicato articoli su West European Politics, Government and Opposition, Acta Politica, Electoral Studies, European Political Science Review, Regional and Federal Studies, Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica. La sua monografia, Party Leaders and their Selection Rules in Western Europe, è stata pubblicata da Routledge.