Suppletive a Cagliari: nella smobilitazione vince il centrosinistra

A distanza di quasi un anno dalle elezioni del 4 marzo, le elezioni suppletive svoltesi ieri a Cagliari e in altri sette comuni del cagliaritano offrono, seppur in scala molto ridotta, un primo quadro sull’evoluzione dei rapporti di forza tra i principali partiti che occupano la scena politica attuale. Inaugurano, inoltre, un’intensa stagione elettorale il cui esito sarà fondamentale per ridefinire gli equilibri politici del paese. A febbraio, il 10 ed il 24, si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale rispettivamente in Abruzzo e in Sardegna. Successivamente sarà il turno della Basilicata, a cui seguiranno, a maggio, le elezioni regionali in Piemonte, una nuova tornata di elezioni amministrative e, infine, le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Contestualizzati in questo quadro di riferimento più ampio, i risultati delle suppletive nel capoluogo sardo vanno dunque letti con attenzione, fornendo infatti delle preziose indicazioni su come potrà muoversi l’elettorato (non solo locale) nei prossimi appuntamenti elettorali.

Prima di entrare nel merito della discussione dei risultati, vale la pena chiarire la natura di queste elezioni. Le elezioni suppletive sono previste dalla legge che attualmente regola le modalità di elezione del Parlamento, il cosiddetto “Rosatellum”. La legge elettorale prevede che all’incirca i due terzi dei deputati vengano eletti con sistema proporzionale ed un terzo, invece, con sistema maggioritario in collegi uninominali. In caso di dimissioni di un deputato eletto con sistema proporzionale, a subentrargli è il candidato risultato primo tra i non eletti della medesima lista. Per la parte maggioritaria, invece, sono previste elezioni suppletive in caso di dimissioni del deputato. Le elezioni suppletive, dunque, nascono con l’esigenza di rimpiazzare un deputato dimissionario attraverso la convocazione di nuove elezioni solamente nel collegio in cui il deputato dimissionario è stato eletto.

Nel capoluogo sardo, le elezioni suppletive sono state convocate in seguito alle dimissioni del deputato Andrea Mura, eletto nel collegio uninominale di Cagliari con il M5S nelle elezioni del 4 marzo ed espulso dallo stesso Movimento in seguito alle polemiche che hanno preso di mira le ripetute assenze in Parlamento dell’ormai ex deputato pentastellato. All’espulsione, sono seguite poi le dimissioni di Mura, aprendo definitivamente la strada ad una nuova elezione per rimpiazzare il seggio vacante. Si votava quindi per eleggere il nuovo rappresentante alla Camera del collegio di Cagliari, senza che gli elettori potessero indicare alcuna preferenza partitica.

Quattro sono stati i candidati che si sono fronteggiati in queste elezioni. Il candidato del M5S è stato Luca Caschili, già assessore a Carbonia, investito del gravoso compito di mantenere il seggio conquistato alle politiche rimesso in palio in seguito alle dimissioni di Andrea Mura. Il centrodestra ha presentato la candidatura di Daniela Noli, ex dipendente del gruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e da molti considerata la principale favorita alla vigilia delle elezioni. CasaPound ha confermato la candidatura di Enrico Balletto, già presentato come candidato nell’uninominale, ma al Senato, nelle elezioni politiche del 4 marzo. Il centrosinistra, invece, ha puntato sulla candidatura del giornalista Andrea Frailis (Progressisti di Sardegna), vincendo la propria scommessa e ribaltando, come vedremo, i risultati delle elezioni politiche dell’anno scorso.

Come detto, alla vigilia delle elezioni la candidata del centrodestra Daniela Noli sembrava essere in una posizione più favorevole rispetto agli altri candidati. Da una parte, poteva infatti contare sulla debolezza relativa dei rivali del M5S che, nonostante il successo elettorale ottenuto nella regione alle politiche del 2018, si sono presentati alle elezioni suppletive indeboliti dalla vicenda Mura. Dall’altra, poteva invece fare affidamento sulla forza di traino del centrodestra unito, dato in crescita su tutto il territorio nazionale (D’Alimonte 2018). Infine, un ultimo dato avrebbe potuto favorire la vittoria di Daniela Noli, vale cioè a dire la presenza di un consistente bacino elettorale che già nelle elezioni politiche del 2018 aveva permesso alla coalizione di centrodestra di ottenere un buon risultato sia su tutto il territorio regionale, sia nel singolo collegio cagliaritano.

I pronostici sono stati tuttavia ribaltati (Tabella 1). Nonostante le apparizioni sull’isola dei principali rappresentanti di partito negli ultimi giorni, e il grande sostegno di Berlusconi in persona, la candidata per il centrodestra si è fermata al 27,8%, perdendo quasi cinque punti percentuali rispetto alle elezioni del 4 marzo e attestandosi su livelli più simili a quelli raggiunti sullo stesso territorio nel 2013. In quell’anno, infatti, il centrodestra raggiunse il 26,3% dei voti, cedendo il passo sia al centrosinistra che al M5S.

Su livelli simili a quelli delle politiche del 2013, si è attestato anche il candidato del M5S che ha ottenuto il 28,9% dei voti, piazzandosi secondo nella tornata elettorale di ieri. Vale la pena notare che, in questo territorio, si tratta del risultato peggiore ottenuto dal M5S. Nel suo esordio, alle politiche del 2013, infatti, il M5S ottenne nel cagliaritano il 30%. Nelle recenti elezioni di marzo 2018 invece il M5S aveva dominato su tutte le altre forze politiche, imponendosi con una considerevole crescita elettorale sia nel collegio di Cagliari (dove ha ottenuto il 38,4%), sia sull’intero territorio della regione dove il Movimento ha trionfato superando il 40% (Paparo 2018).

Se centrodestra e M5S arretrano, avanza sorprendentemente il centrosinistra, recuperando l’enorme svantaggio accumulato nelle elezioni del 4 marzo. Coerentemente con quanto osservato su tutto il territorio nazionale (Emanuele 2018), le elezioni politiche del 2018 avevano sancito il crollo del centrosinistra sia nella regione (Paparo 2018), sia nel collegio cagliaritano. Qui infatti, il centrosinistra era passato dal 28,4% ottenuto nelle elezioni del 2013 al 19,4% ottenuto nel 2018, per una perdita di 9 punti percentuali. Le elezioni di ieri, invece, hanno incoronato vincitore Andrea Frailis, che ha ottenuto oltre il 40% dei voti (40,5%), in crescita quindi di più di venti punti percentuali rispetto alle politiche di marzo. Si tratta di un risultato importante, che segnala una chiara inversione di tendenza rispetto alle dinamiche osservate quasi un anno fa. Le forze che attualmente formano il governo gialloverde hanno perso sensibilmente terreno, lasciando invece spazio ad una sostanziale rimonta del centrosinistra.

Tab. 1 – Risultati elettorali nel collegio uninominale di Cagliari[1]tableu_CA_completo

Tuttavia, se i dati appena discussi forniscono un quadro abbastanza dettagliato delle dinamiche del voto di ieri, il risultato delle elezioni è stato fortemente influenzato dal ruolo giocato dall’astensionismo, nettamente il primo vero partito di questa tornata elettorale. Su poco più di 250.000 cittadini chiamati alle urne, ha votato solamente il 15,5% (poco più di 39.000 persone). L’affluenza è stata decisamente più bassa rispetto a quella registrata sullo stesso territorio alle politiche del 2018 e del 2013, quando fu rispettivamente del 67,2% e del 70,6%.

Il dato sull’affluenza non è irrilevante ed ha sicuramente inciso sull’esito finale delle elezioni. Sebbene analisi più dettagliate potrebbero chiarire se ed in che modo l’elevato numero di astenuti abbia plasmato il risultato elettorale, ci limiteremo qui ad alcune semplici osservazioni. È un dato oramai acquisito quello che collega la partecipazione elettorale non solo allo status socio-economico (i.e. livello di istruzione, reddito, status sociale), ma anche al più generale interesse per le questioni politiche. I livelli di partecipazione politica e, nello specifico, di partecipazione elettorale tendono ad essere significativamente più elevati in quell’elettorato politicizzato e fortemente identificato. In questa prospettiva, un certo vantaggio competitivo potrebbe aver favorito il candidato di centrosinistra. Infatti, già candidato in passato con i Comunisti Italiani (elezioni regionali del 2004) e sostenuto in questa tornata suppletiva anche da LeU, Frailis potrebbe aver tratto vantaggio dal fatto di poter contare su un elettorato tradizionalmente più facile da mobilitare. Si tratta tuttavia di dinamiche che potranno essere chiarite solamente da un’analisi più dettagliata dei flussi voto.

Un ulteriore elemento merita di essere sottolineato. In queste elezioni suppletive, come alle politiche, il centrodestra si presentava compatto. Nel caso di specie, a sostegno di una candidata forzista. Tuttavia, la Lega, che stando ai sondaggi è attualmente il più grande partito del centrodestra (con tutta probabilità anche a Cagliari dove già il 4 marzo non era molto lontana da Forza Italia), è oggi al governo con il M5S. A ben guardare, quindi, una vittoria della candidata Noli avrebbe accresciuto le fila dell’opposizione alla Camera. Per questa ragione è possibile che lo sforzo di Salvini in Sardegna si sia soprattutto concentrato sulle prossime regionali, piuttosto che sul mobilitare il massimo numero di elezioni in queste suppletive a favore di Noli.

In conclusione, in una tornata segnata dall’astensione record e contro i pronostici della vigilia, il centrosinistra ha ribaltato i risultati delle politiche del 4 marzo. La solidità di questa inversione di tendenza tuttavia potrà essere accertata solamente nelle prossime settimane. Il 24 febbraio si voterà per il rinnovo del consiglio regionale in Sardegna e ed i risultati di queste elezioni potranno chiarire meglio se ciò che è accaduto a Cagliari sia il risultato di una dinamica più generale e ampia, oppure di condizioni contestuali più limitate.

Riferimenti bibliografici

D’Alimonte, R. (2018), ‘Centrodestra avanti ma Salvini aspetta il voto delle Europee’, Contributo CISE, pubblicato su Il Sole 24 Ore del 1 Dicembre 2018. Disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2018/12/01/centrodestra-avanti-ma-salvini-aspetta-il-voto-delle-europee/

Emanuele, V. (2018), ‘Il peggior risultato di sempre della sinistra italiana, la seconda più debole d’Europa’, in Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 129-131

Paparo, A. (2018), ‘Cagliari: il centrosinistra perde un terzo dei voti nonostante le entrate del centrodestra’, in Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 255-261.


[1] I dati relativi alle elezioni politiche del 2013 sono stati ricalcolati, per motivi di comparabilità, aggregando i risultati nei comuni che costituiscono il collegio di Cagliari ai sensi del Rosatellum (Cagliari, Maracalagonis, Monserrato, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Sinnai, Burcei, Villasimius).

Nella parte superiore della tabella sono presentati i risultati al proporzionale; nella parte inferiore si usano i risultati maggioritari.

Nella parte superiore, ciascuna riga somma i risultati dei relativi partiti, a prescindere dalla coalizione della quale facessero parte. Nella categoria partiti di sinistra rientrano: PRC, PC, PCI, PAP, SEL, SI, MDP, LeU, RC. Nella categoria altri partiti di centrosinistra sono inseriti: Insieme, PSI, IDV, Radicali, +EU, Verdi, CD, DemA. Nella categoria partiti di centro rientrano: NCI, UDC, NCD, FLI, SC, CP, NCD, AP, DC, PDF, PLI, PRI, UDEUR, Idea. Nella categoria partiti di destra rientrano La Destra, MNS, FN, FT, CPI, DivB, ITagliIT.

Nella parte inferiore, invece, si sommano i risultati dei candidati (di collegio), classificati in base ai criteri sotto riportati. Per le politiche 2013, abbiamo considerato quali voti raccolti dai candidati quelli delle coalizioni (che sostenevano un candidato premier). Sinistra alternativa al PD riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra PAP, RC, PRC, PCI, PC, MDP, LeU, SI, SEL, Insieme, PSI, +EU, CD, DemA, Verdi, IDV, Radicali – ma non dal PD. Il Centrosinistra è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia il PD; il Centro riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra NCI, UDC, CP, NCD, FLI, SC, PDF, DC, PRI, PLI (ma né PD né FI/PDL).Il Centrodestra è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia FI (o il PDL). La Destra riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra Lega, FDI, La Destra, MNS, FN, FT, CasaPound, DivBell, ITagliIT – ma non FI (o il PDL).

Quindi, se un candidato è sostenuto dal PD o da FI (o PDL) è attribuito al centrosinistra e al centrodestra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno.

Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico (Altri). Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo PD e FI/PDL che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

Davide Angelucci ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università di Siena ed è attualmente assegnista di ricerca presso il CISE, alla LUISS – Guido Carli. I suoi interessi di ricerca si concentrano sul comportamento e sulla partecipazione politica. Attualmente sta lavorando su class-voting e diseguaglianze politiche.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.