Europa e istituzioni: una (s)fiducia trasversale

In quali soggetti e istituzioni hanno (s)fiducia gli italiani? Dopo aver presentato i dati del recente Osservatorio Politico CISE su intenzioni di voto, atteggiamenti verso le politiche europee e credibilità dei principali partiti su diversi temi, analizziamo ora i livelli di fiducia in diverse istituzioni italiane ed europee degli elettori italiani (Tabella 1).

Tab. 1 – Fiducia nelle istituzioni italiane ed europee (% Molta/Abbastanza fiducia) [1]

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Osservando i dati aggregati a livello nazionale, emerge che l’istituzione che gode di maggior fiducia da parte dei cittadini è il Presidente della Repubblica (51,2% degli italiani dichiarano la loro fiducia), mentre quella caratterizzata dal livello più basso di fiducia sono i partiti politici (13,7% dei cittadini). Il dato sui partiti non è sorprendente e rispecchia un clima generalizzato di sfiducia verso la classe politica italiana che si è manifestato soprattutto in termini di apatia elettorale durante le tornate elettorali locali degli ultimi anni (Maggini 2018; D’Alimonte 2015), anche se i valori registrati nel nostro sondaggio appaiono superiori a quelli compresi tra il 5 e il 10% degli ultimi anni.

Per quanto riguarda la fiducia nel governo, notiamo che esiste una frattura fra forze di governo e forze di opposizione. In particolare, il 49,3% degli elettori leghisti e 68,7% dei pentastellati dichiarano di avere fiducia in questa istituzione. Fra gli elettori delle forze di opposizione, il picco più basso è raggiunto dagli elettori del PD, di cui solo l’8 % dichiara di avere fiducia nei confronti del governo. È interessante tuttavia notare come il livello di fiducia in questa istituzione sia relativamente contenuto anche tra gli elettori di almeno una delle forze di governo, la Lega. Basti pensare, da questo punto di vista, che a dicembre l’84% degli elettori leghisti approvava l’operato generale del governo Conte (Angelucci 2018). Vero è che i due dati non sono perfettamente comparabili: nel dato di maggio 2019 è stato chiesto agli intervistati del nostro sondaggio di esprimere il proprio livello di fiducia nei confronti del governo in quanto istituzione generale. Nel dato di dicembre 2018 si chiedeva invece di esprimere un giudizio specifico sul governo Conte. Ciononostante, il fatto che l’elettorato leghista esprima per lo più sfiducia nei confronti del governo, potrebbe essere sintomatico di una crescente insofferenza nella pancia dell’elettorato (dato che inoltre potrebbe aver influito sulla flessione della Lega nelle intenzioni di voto alle prossime europee, come già rilevato in un precedente contributo). Inoltre, questi dati ci illustrano anche un aumento della distanza fra le posizioni degli elettori dei due azionisti di maggioranza, con i pentastellati che esprimono una posizione decisamente più positiva sul governo.

Analizzando i dati riguardanti la fiducia nel parlamento italiano, questo risulta godere di maggiore fiducia fra gli elettori pentastellati (circa il 50%), con percentuali più basse e abbastanza uniformi per gli elettori di tutte le altre forze politiche e un picco negativo per FDI: solo il 18,3% dei suoi elettori dichiarano di avere fiducia.

Il contrario avviene per quanto riguarda il Presidente della Repubblica. In questo caso, si nota nuovamente una frattura fra forze di governo e forze di opposizione ma in senso contrario a quella notata per il Governo. Fra le forze di opposizione, il dato è più forte per i sostenitori di +Europa e PD. Nello specifico, il 92,3% dei sostenitori di +Europa e l’89,1% di quelli del PD hanno fiducia in questa istituzione. Percentuali di elettori più basse si riscontrano, invece, per Lega (circa il 36 %) e M5S (circa il 44%).

Come già parzialmente anticipato, i partiti politici sono caratterizzati da percentuali molto basse di fiducia, che non seguono la frattura governo-opposizione ma sono trasversali agli elettori di tutti i partiti politici. Nello specifico, gli elettori che dichiarano di avere meno fiducia in assoluto sono quelli di + Europa (solo il 4,9% ha fiducia) e di FDI (solo l’8,9%).

In generale, il livello di fiducia nelle istituzioni europee non si discosta molto da quello espresso per le istituzioni italiane (con le uniche eccezioni del Presidente della Repubblica, che gode di un’ampia fiducia, e dei partiti politici, rispetto ai quali gli elettori mostrano una sostanziale sfiducia).

Il Parlamento Europeo gode di maggiore fiducia fra gli elettori dei partiti di centrosinistra: il 67,5% degli elettori del PD e il 92,5% degli elettori di +Europa dichiarano di avere fiducia. Al contrario la fiducia è più bassa fra gli elettori di centrodestra e destra, in particolare Lega (16,4%) e FDI (11,4%). In questo caso, dunque, possiamo dire che la principale linea di frattura non è fra forze di governo e di opposizione ma fra forze posizionate a sinistra e destra dello spazio politico.

La frattura governo-opposizione riemerge invece nel caso della fiducia nella Commissione Europea. Infatti, solo il 17,5% degli elettori della Lega e il 23,9% dei pentastellati dichiarano di avere fiducia in questa istituzione. Il 65,7% degli elettori del PD e il 75,3% degli elettori di +Europa dichiara invece di aver fiducia nella Commissione.

I risultati sono infine più variegati per quanto riguarda la fiducia nei confronti del Consiglio dei ministri e dei capi di Stato dell’Unione Europea. Ancora una volta, i picchi positivi riguardano gli elettori di PD (43,1% degli elettori) e +Europa (64,1%). Al contrario, il livello più basso è raggiunto dagli elettori di FDI: solo il 15% dichiara di aver fiducia. Per quanto riguarda gli elettori delle altre forze politiche, le percentuali di elettori che dichiarano di avere fiducia sono tutte intorno al 30%.

Un dato appare chiaro: un generale clima di sfiducia istituzionale pervade l’elettorato italiano. A prescindere dalla natura delle istituzioni e con l’esclusione di casi particolari (il caso del Presidente della Repubblica, che gode di ampio consenso, ed il caso dei partiti politici che godono invece di una fiducia estremamente bassa), i cittadini italiani mostrano un atteggiamento sostanzialmente negativo sulla gran parte delle istituzioni italiane ed europee. Altrettanto evidente è la diversa distribuzione dei dati sulla fiducia tra gli elettori di diversi partiti: se Lega e M5S (e FDI) premiano infatti le istituzioni nazionali su quelle europee, speculare è il dato che emerge tra gli elettori del PD, FI, +Europa e La Sinistra, dove appare invece chiaro un maggior livello di fiducia per le istituzioni sovranazionali.

Bibliografia

Angelucci, D. (2018) ‘Il Governo Conte nel giudizio degli Italiani. ‘Honeymoon’ gialloverde e frammentazione delle opposizioni’, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2018/12/21/il-governo-conte-nel-giudizio-degli-italiani-honeymoon-gialloverde-e-frammentazione-delle-opposizioni/

D’Alimonte, R. (2015) ‘Sui nodi italiani partiti poco credibili’, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2015/11/30/sui-nodi-italiani-partiti-poco-credibili/

Maggini, N. (2018) ‘La vittoria del partito degli astenuti: l’affluenza tracolla ai ballottaggi’, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2018/06/26/la-vittoria-del-partito-degli-astenuti-laffluenza-tracolla-ai-ballottaggi/

[1] NOTA METODOLOGICA: Sondaggio effettuato da Demetra nel periodo 24 aprile al 6 maggio. Il campione comprende 1.000 interviste con metodo CAWI ed è rappresentativo della popolazione elettorale italiana per genere, età, titolo di studio e zona geografica di residenza. Le stime qui riportate sono inoltre state ponderate in funzione del ricordo del voto alle scorse elezioni politiche. L’intervallo di confidenza al 95% per un campione di pari numerosità in riferimento alla popolazione elettorale italiana è ±3,1%.

Irene Landini è studentessa del Dottorato in Politics: History, Theory, Science presso l’Università LUISS - Guido Carli. Precedentemente ha ottenuto la Laurea Magistrale in Human Rights and Multi - Level Governance presso l’Università di Padova, dove ha discusso una Tesi riguardante le scelte elettorali degli immigrati di seconda generazione in Italia. Attualmente, il suo principale interesse di ricerca sono la tensione fra Responsibility e responsiveness, affrontata dai partiti mainstream nei Paesi dell’Europa Occidentale e l’impatto di tale tensione sulle scelte elettorali, a livello individuale.