Le elezioni comunali del 2019 hanno, nella maggior parte dei casi, confermato gli stessi trend che è possibile osservare anche sul piano nazionale e parzialmente anche in Europa, dove il nazionalismo e il protezionismo si sono dimostrate idee vincenti che hanno saputo rilanciare quei partiti che per anni non hanno saputo tener testa ai loro avversari di sinistra.
Per la città di Ferrara però, queste ultime elezioni hanno marcato un cambiamento radicale e sintomatico di anni, per non dire decenni, di governo di sinistra che ha spinto molti dei suoi più fidati elettori a non votare o a votare gli avversari. Infatti, Ferrara è sempre stata considerata una “roccaforte” del PD che vi ha regnato sovrano per quasi 70 anni, ma quest’anno, nonostante il partito abbia apportato numerosi cambiamenti e si sia parzialmente discostato dalle linee guida impartite dai precedenti leader, i cittadini hanno deciso di non riconfermare la loro fiducia nei confronti non solo del partito, ma anche di uno dei quelli che è stato per anni tra i suoi più noti esponenti a livello comunale: Aldo Modonesi.
Si potrebbero fare numerose congetture, più o meno fondate, sul perché di questo fenomeno, che spaziano da numerose promesse non mantenute, alla mancata implementazione di norme di sicurezza ad hoc che andassero incontro ai bisogni dei cittadini specialmente in alcune zone critiche della città, alla figura stessa di Modonesi.
Parlando con i cittadini, un’idea mi è sembrata ricorrere in ogni discorso che ho sentito: il bisogno di cambiare. L’idea di cambiamento non è uguale per tutti, c’è chi vuole riforme nel sistema universitario, chi nella gestione del comune, chi nella gestione delle forze dell’ordine, ma ciò che emerge anche dai dati è che l’elettorato cerca novità, ed evidentemente spera di trovarla in Alan Fabbri, il neoeletto sindaco del centrodestra.
Per molti versi, le novità sono iniziate sin da subito con gli esiti elettorali nettamente differenti a quelli del 2014. Un dato piuttosto significativo è quello dell’astensionismo. Infatti, se nel 2009 al primo turno si è registrato il 77,7% dell’affluenza, e nel turno unico del 2014 il 69,7%, nel primo turno delle comunali 2019 l’affluenza è leggermente risalita, attestandosi al 71,5%. Questo dato in controtendenza con il calo fisiologico della partecipazione elettorale registrato fra comunali 2014 e 2019 sembra indicare l’alta posta in gioco percepita dai cittadini. Inoltre, l’affluenza è sì poi diminuita in maniera rilevante al secondo turno, con un calo di quasi 10 punti percentuali. Tuttavia, si tratta del capoluogo con il minor calo dell’affluenza fra primo e secondo turno, oltre che di quello in cui si è votato di più (Maggini 2019): ulteriori dimostrazioni della rilevanza di questa consultazione per gli elettori ferraresi, se non altro in chiave comparata.
Un altro dato che merita attenzione è la significativa perdita di voti del centrosinistra sin dal primo turno. Infatti, sia nel 2009 che nel 2014, il candidato sostenuto dal centrosinistra, Tiziano Tagliani è sempre arrivato primo, aggiudicandosi il ruolo di sindaco al secondo turno nel 2009, e al primo turno nel 2014 con il 55,6% di voti, sempre seguito dai candidati di centrodestra che però mantenevano un distacco di oltre 20 punti percentuali. Al contrario, nelle ultime elezioni, Fabbri, il candidato di centrodestra, già al primo turno conquistava il 48,4%, distaccando l’avversario di 17 punti percentuali, per poi mantenere un netto vantaggio anche al secondo turno.
Com’è possibile osservare dalla tabella sottostante (Tab. 1), Modonesi non è riuscito ad appropriarsi di quei voti che gli sarebbero spettati in nome della prossimità ideologica del partito votato. Infatti, molti dei cittadini che alle europee hanno votato La Sinistra, Europa Verde e Più Europa per quanto riguarda le comunali hanno preferito non votare o addirittura cambiare schieramento.
Al contrario, gli elettori di centrodestra (Lega, FDI e FI) hanno confermato la loro solidarietà coalizionale in misura assai superiore. Hanno infatti votato Fabbri con tassi fra i tre quarti il 100%, e senza nessun tradimento verso Modonesi.
Infine, gli elettori del M5S alle europee si sono ripartiti più o meno omogeneamente su entrambi i candidati e verso l’astensionismo alle comunali, con una lieve preferenza per Fabbri. In chiave comparata, si tratta di un’eccezione che conferma la condizione di scarsa competitività del centrosinistra ferrarese. Infatti, gli elettori del M5S alle europee si sono dimostrati preferire il centrosinistra al centrodestra in molte altre città (D’Alimonte e Emanuele 2019).
Tab. 1 – Flussi elettorali a Ferrara fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)
I dati mostrati nella Tabella 2 qui sotto, confermano quanto appena detto, riportando le percentuali della composizione in termini di bacini elettorali delle europee dei voti raccolti dai diversi candidati al ballottaggio. Dalla prima riga orizzontale si può notare che Modonesi è stato sostenuto solamente da elettori di partiti di sinistra e del M5S, da cui proviene circa un decimo dei suoi voti del ballottaggio, ma non ha ricevuto voti dalla destra.
Al contrario, osservando la seconda riga orizzontale si può notare come i voti di Fabbri provengano non solo dalla coalizione di centrodestra e dal M5S (in misura analoga a quella di Modonesi, 9%). Infatti, circa un ventesimo dei suoi voti arriva da elettori che alle europee hanno votato PD, La Sinistra Più Europa ed Europa Verde. Questo indica chiaramente lo scarso appeal verso il candidato sindaco o il centrosinistra locale nel suo insieme da parte degli elettori di centrosinistra a Ferrara.
Tab. 2 – Flussi elettorali a Ferrara fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)
Il diagramma di Sankey di seguito (Fig. 1) riassume in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali fra europee e ballottaggio a Ferrara. A destra sono riportati i bacini elettorali del ballottaggio, a sinistra quelli delle europee. Le diverse bande, colorate in base al bacino di provenienza delle europee, mostrano le transizioni dai bacini delle europee a quelli delle comunali. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.
La Figura 1 consente di visualizzare la tripartizione del M5S, la cui porzione più rilevante va verso il candidato di centrodestra, e la maggior compattezza nel convergere sul proprio candidato di area degli elettorati di centrodestra rispetto a quelli di centrosinistra. Infatti si vedono bande rosa, rosse e granata in direzioni diverse dal voto per Modonesi.
Fig. 1 – Flussi elettorali a Ferrara fra europee 2019 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)
Andando a confrontare l’analisi vista finora con i flussi elettorali tra le politiche del 2018 e il ballottaggio 2019, i trend rimangono pressochè invariati. Com’è possibile osservare nella Tabella 3, l’elettorato 2018 del M5S preferisce il candidato di centrodestra a quello di centrosinistra in maniera ancor più netta di quanto non avvenga per gli elettori pentastellati 2019 (oltre due per Fabbri per ogni voto verso Modonesi).
Inoltre, la compattezza degli elettorati delle tre forze del centrodestra verso Fabbri è identica a quella osservata in riferimento agli elettorati delle europee. Così come la minore compattezza del centrosinistra su Modonesi. Infatti, ben un elettore su sei fra quanti nel 2018 votarono PD ha votato Fabbri al ballottaggio delle comunali.
Tab. 3 – Flussi elettorali a Ferrara fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)
Come visibile nella Tabella 4, dal bacino 2018 del PD proviene quasi un decimo dei voti di Fabbri al ballottaggio. Quest’ultimo ottiene poi un quinto dei voti che lo hanno eletto sindaco dal bacino elettorale del M5S delle politiche.
Tab. 4 – Flussi elettorali a Ferrara fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)
Di nuovo, riportiamo il diagramma di Sankey (Fig. 2) per offrire una visualizzazione nelle nostre stime dei flussi elettorali. Si può vedere la distribuzione dei voti di coloro che alle politiche hanno votato M5S: due flussi uguali verso Lega e astensione, un banda grande meno della metà, invece, verso il candidato del PD. Inoltre, si vede come Modonesi non attiri voti dal centrodestra, mentre Fabbri goda di un notevole ingresso da elettori che alle politiche avevo votato PD.
Fig. 2 – Flussi elettorali a Ferrara fra politiche 2018 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)
In conclusione, il quadro che emerge dalle analisi mostrate qui è quello di una crescente insoddisfazione degli elettori del centrosinistra verso le proprie forze a livello locale, accentuatasi ulteriormente nel corso dell’ultimo anno, ma che era già stata verificata alle politiche del 2018, quando Ferrara ha votato maggiormente la Lega piuttosto che il PD. Inoltre, a Ferrara il centrosinstra è ancora incapace di andare oltre il proprio recinto tradizionale, come confermato dalla preferenza degli elettori del M5S a Fabbri.
D’altra parte, se è vero che da questi grafici si può evincere una forte sfiducia nei confronti del PD a Ferrara, occorre sottolineare come questa sia stata in parte canalizzata verso la proposta della Lega, che è riuscita ad imporsi come valida alternativa, surclassando il PD nel voto di lista del primo turno.
Riferimenti bibliografici
D’Alimonte, R. e Emanuele, V. (2019), ‘Nei comuni oltre 15.000 abitanti, centrodestra +33, centrosinistra -39’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/12/nei-comuni-oltre-15mila-abitanti-centrodestra-33-centrosinistra-39/
Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.
Maggini, N. (2019), ‘L’affluenza ai ballottaggi: un tracollo in linea con le tendenze degli ultimi anni’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/11/laffluenza-ai-ballottaggi-un-tracollo-in-linea-con-le-tendenze-degli-ultimi-anni/
Schadee, H. M. A., e Corbetta, P. G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.
NOTA METODOLOGICA
I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 160 sezioni elettorali del comune di Ferrara. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 7,1 per l’analisi dalle politiche; a 2,1 per l’analisi dalle europee.