Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 22 settembre
Italia Viva vale il 6,4%. Questa è la stima ricavata dal sondaggio Winpoll-Sole24Ore (Fig. 1) relativa al nuovo partito di Matteo Renzi. É un primo dato cui dovranno seguirne altri per avere una idea più precisa del suo peso effettivo all’interno del sistema partitico italiano. Con questa percentuale Italia Viva si colloca al quinto posto, dopo Fratelli d’Italia e prima di Forza Italia.
Fig. 1 – Intenzioni di voto nel sondaggio Winpoll di settembre
Come era prevedibile i suoi consensi vengono quasi tutti da quel bacino elettorale che va dal Pd al partito di Berlusconi (Fig. 2). Sorprendentemente non è il Pd a cedere il maggior numero di voti. L’analisi dei flussi fatta partendo dalle ultime elezioni europee dice che è +Europa la formazione che paga maggiormente la concorrenza del nuovo partito. Del 6,4% delle intenzioni di voto di Italia Viva, l’1,8% viene da lì mentre l’1,6% viene dal Pd e l’1,5% da Forza Italia. Da un’altra prospettiva possiamo dire che, fatto 100 l’elettorato di Italia Viva, il 28,1% sono ex elettori di +Europa, il 25% ex elettori del Pd e il 23,4% ex elettori di Forza Italia. Le provenienze dagli altri partiti e dall’area del non voto sono modeste, anche se sommate fanno pur sempre quasi il 25%.
Fig. 1 – Provenienza degli elettori di Italia Viva. Fonte: Winpoll
Questi flussi modificano, ma non sconvolgono, il quadro politico. Rispetto alla ultima rilevazione Winpoll-Sole24Ore del 14 Settembre il mutamento più significativo riguarda +Europa che perde la metà dei suoi elettori. Il Pd passa dal 23,3% al 20,7% e Forza Italia dal 6,8% al 5,7%. A livello di schieramenti, l’area di centro sinistra, prima dell’arrivo di Italia Viva valeva il 27,7%, ora vale il 29,7%. É un incremento modesto ma sembra comunque che il partito di Renzi contribuisca a rafforzare questa area, come è nelle intenzioni dichiarate del suo fondatore. Tuttavia, è presto per dare troppo peso a questa affermazione. Questi dati vanno presi con molta prudenza. La sfida di Renzi è solo agli inizi. Il 6,4% di oggi potrebbe essere un punto di partenza, ma potrebbe anche rivelarsi un punto di arrivo. Per capirlo davvero dovremo aspettare.
Alle prossime elezioni regionali in Umbria Italia Viva non ci sarà. Non è chiaro se si presenterà il prossimo anno alle altre regionali che si terranno tra Gennaio e Maggio e che vedranno coinvolte regioni importanti come Emilia–Romagna, Campania e soprattutto Toscana. Sarebbe ben strano che nella sua regione Renzi rinunci a giocare un ruolo in proprio con il suo nuovo partito. Ma pare di capire che la sua strategia sia quella di radicarsi nel paese prima di affrontare le urne. Per ora dobbiamo accontentarci delle intenzioni di voto.
Il partito di Renzi avrebbe avuto ben altra consistenza se fosse nato nel 2012 all’indomani della sua sconfitta nelle primarie contro Bersani. A quell’epoca la sua immagine era quella dell’uomo nuovo, il rottamatore. Aveva intercettato lo spirito dei tempi. Avrebbe potuto essere l’antesignano di Macron. Ma allora prevalse l’idea di arrivare al governo conquistando il Pd e non facendo un proprio partito. E così è andata, ma Renzi non ha mai veramente conquistato il Pd. Come ha detto lui stesso recentemente è sempre stato percepito come un intruso. E alla fine ha perso quella carica innovativa che ne aveva fatto di punto in bianco il protagonista della politica italiana. Il resto lo hanno fatto i suoi errori.
Adesso riparte da questo 6,4% che non è poco ma non è nemmeno molto. É una base che gli dà la possibilità di sviluppare una iniziativa politica autonoma. La polarizzazione attuale della politica italiana riduce l’appeal di un partito come Italia Viva, ma viviamo in tempi liquidi e questo offre opportunità che un politico abile può sfruttare. Resta da vedere se la strategia di Renzi sarà orientata a favorire la nascita di un nuovo bipolarismo. Se così, renderà un servizio utile al centro-sinistra e al paese. Ma a questo scopo serve una posizione chiara sulla riforma elettorale, di cui si continua a vociferare dietro le quinte. Su questa materia che, come lui ben sa, è cruciale per la governabilità del paese non può prevalere l’ambiguità. Se il Pd dovesse muoversi in direzione di un ritorno ad un sistema elettorale interamente proporzionale Renzi non può nascondersi dietro l’alibi della lealtà allo schieramento di cui fa parte. La posta in gioco è troppo alta, anche se interessa poco la massa degli elettori. Il paese non ha bisogno di vedere manipolate ancora una volta le regole del gioco dal vincitore di turno né ha bisogno di tornare a un sistema in cui i partiti decidono dopo il voto con chi fare e disfare i governi. Gli avversari si sconfiggono sul piano politico, non cambiando le regole. Questo è il contributo che Italia Viva dovrebbe dare per garantire un futuro migliore a quel mondo che aspira a rappresentare.