Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 3 Dicembre
Le intenzioni di voto sono lo strumento tradizionale con cui si cerca di stimare la forza relativa dei partiti tra una elezione e l’altra. Sono la materia prima dei sondaggi. Agli intervistati si chiede semplicemente a quale partito darebbero il voto se ci fossero elezioni oggi. Ma esiste un altro strumento per capire le tendenze elettorali di medio periodo. Si chiama ‘propensione al voto’, PTV nell’acronimo inglese. Quale è la probabilità che un elettore possa votare in futuro un dato partito su una scala da 0 a 10, dove 0 significa ‘per niente probabile’ e 10 significa ‘molto probabile’? Dall’ analisi di queste probabilità si può dedurre l’attrattività relativa dei partiti e quindi il loro bacino elettorale potenziale. È quello che abbiamo fatto utilizzando i dati di un recente sondaggio Winpoll. Per esempio, la probabilità che un elettore del Pd possa votare Lega o Fdi è vicina allo zero (0,5 per l’esattezza). È più probabile invece che voti Italia Viva (4,5). È invece molto alta la probabilità che un elettore della Lega possa votare Fratelli d’Italia e viceversa.
Questi dati consentono di studiare quanto si sovrappongono gli elettorati dei diversi partiti. Lo si fa con il diagramma di Venn (Figura 1). La dimensione dei cerchi del diagramma corrisponde al numero di intervistati per cui la probabilità di votare un dato partito va da 7 in su. Quindi comprende sia gli elettori che già oggi votano quel partito sia quelli che potrebbero votarlo domani. In altre parole, il cerchio è la somma dei voti attuali e dei voti potenziali. Detto ciò, non è una sorpresa che la Lega di Salvini, che viene mediamente stimata sopra il 30% delle intenzioni di voto, sia caratterizzata dal cerchio più grande. È invece una sorpresa che Fratelli d’Italia, che viene stimata poco sotto il 10%, abbia un cerchio quasi grande quanto quello della Lega. In sintesi, il partito della Meloni è ancora relativamente poco votato ma ha un notevole potenziale di espansione. A spese di chi? Il diagramma dà una risposta chiarissima su questo punto. Si deduce dalla ampia area di sovrapposizione tra il cerchio della Lega e quello di Fratelli d’Italia. Questo vuol dire che ci sono tanti elettori, che oggi votano Salvini e potrebbero continuare a votarlo anche domani, ma che considerano probabile o molto probabile votare domani Fratelli d’Italia invece della Lega.
Fig. 1 – Grado di sovrapposizione degli elettorati dei principali partiti italiani. Fonte: elaborazione CISE su dati Winpoll, novembre 2019
In realtà il futuro è già arrivato. Lo dicono i dati sui voti veri. Fratelli d’Italia è in crescita da mesi. Una crescita lenta ma continua. Ha preso il 4,3 alle politiche del 2018, il 6,4 % alle europee di questo anno e il 10,4% alle regionali in Umbria dove nel 2015 aveva ottenuto il 6,2%. La media dei sondaggi della scorsa settimana stima il partito della Meloni al 9,8%. Addirittura gli ultimi indici di gradimento mettono la Meloni davanti a Salvini. Insomma Salvini ha trovato un concorrente temibile. Oggi gli elettori disponibili a votare l’uno o l’altro di questi due partiti sono praticamente gli stessi. Lo suggerisce anche un altro dato che pubblichiamo qui: come gli elettori si collocano sulla scala sinistra-destra. Non è vero che questa dimensione della politica sia scomparsa. Molti lo vogliono far credere per avere le mani libere. Un elettorato disancorato è un elettorato più disponibile. Ma non è così. Destra e sinistra hanno ancora un senso per milioni di persone. E gli elettori di Lega e Fratelli d’Italia si riconoscono come elettori di destra (Figura 2). È lì che si collocano con un punteggio rispettivamente di 8 e di 8,5. Gli stessi elettori di Forza Italia si collocano lì vicino. Sono punteggi da destra radicale e non da destra moderata. L’asse della politica italiana su questa dimensione si è spostato. E di questo spostamento verso destra ha beneficiato fino ad oggi soprattutto Salvini che lo ha favorito intercettando domande latenti. Ma non è detto che continui così. La Meloni è in agguato. I due partiti occupano lo stesso spazio politico. Lo ripetiamo: competono per gli stessi elettori. L’Italia ha trovato la sua Marine Le Pen.
Fig. 2 – Autocollocazione politica. Fonte: elaborazione CISE su dati Winpoll, novembre 2019
A sinistra il quadro è molto diverso. Dal diagramma di Venn si coglie bene la differenza. A destra c’è un blocco compatto. Gli elettori dei partiti di destra si sovrappongono largamente. Sono disposti a trasferirsi dall’uno all’altro dei partiti della destra. A sinistra non è così. Gli elettori sono più distanti. In particolare, colpisce l’isolamento del M5s. Non solo il suo bacino elettorale si è ridotto drasticamente, ma è come se gli elettori rimasti siano disponibili a votare solo il Movimento o a non votare. Solamente Pd e Italia Viva hanno una quota significativa di elettori che si sovrappongono. E questo conferma che oggi il target realistico per il partito di Renzi è più il Pd che Forza Italia i cui elettori hanno una auto-collocazione nettamente di destra. In sintesi, non solo il voto potenziale dei partiti di sinistra è più limitato, con l’eccezione del Pd, ma lo schieramento non ha la stessa omogeneità del blocco rivale. Certo, tutto scorre di questi tempi. Quelle che sono le auto-collocazioni e le propensioni al voto di oggi possono cambiare. Ma oggi è così.