Questo articolo è una traduzione del post originale pubblicato su LSE EUROPP (‘Testing Ronald Inglehart’s ‘value change’ theory with the manifestos of western European parties’)
Uno dei tanti contributi di Ronald Inglehart, che si è spento l’8 maggio scorso, è stata la teoria del ‘cambiamento valoriale’. Secondo questa prospettiva, con la crescente capacità delle società industriali avanzate di poter soddisfare i bisogni materiali dei propri cittadini, la formazione dei loro valori, attitudini e opinioni politiche risente sempre più di questioni non materiali.
Nonostante la popolarità di questa teoria, larga parte della letteratura politologica si concentra tuttora sull’asse ‘sinistra-destra’, fondamentalmente materialista, per spiegare il comportamento politico. La maggior parte di questi studi, inoltre, si sono concentrati sul ‘lato della domanda elettorale’, ovvero sul ruolo dei valori, delle attitudini e delle opinioni nell’influenzare le decisioni di voto. Tuttavia, il ‘lato dell’offerta elettorale’, ossia le posizioni assunte dai partiti politici, è esso stesso potenzialmente rilevante. Per esempio, se la teoria del cambiamento valoriale dovesse rivelarsi accurata, sarebbe possibile osservare un progressivo emergere di temi ‘postmaterialisti’ nelle piattaforme programmatiche dei partiti.
Lo spazio politico multidimensionale dell’Europa occidentale offre uno scenario ideale nel quale testare la teoria di Inglehart. In un recente articolo, utillizzo dati tratti dal Manifesto Project (MARPOR) per verificare se i temi materialisti o quelli postmaterialisti siano stati i più salienti nei manifesti elettorali per le elezioni nazionali pubblicati dai partiti dell’Europa occidentale tra il 1990 e il 2019.
Trovo poche evidenze a favore della tesi del cambiamento valoriale nella mia analisi. I partiti dell’Europa occidentale hanno generalmente enfatizzato le questioni materialiste molto più di quelle postmaterialiste nei loro manifesti elettorali durante il periodo coperto dallo studio. Infatti, oltre l’85% dei manifesti che ho analizzato ha posto maggiore enfasi sulle questioni materialiste rispetto a quelle postmaterialiste.
In media, in ogni manifesto elettorale i temi materialisti vengono enfatizzati il doppio di quelli postmaterialisti. In totale, poco meno del 40% di un manifesto medio risulta incentrato su questioni materialiste, mentre poco meno del 20% è dedicato a questioni postmaterialiste. La figura 1 di seguito fornisce un’illustrazione di questi risultati.
Figura 1: Enfasi media sui temi materialisti e postmateralisti nei manifesti dei partiti dell’Europa occidentale (1990-2019)
Ciò solleva la questione di come questo equilibrio sia cambiato nel tempo. Contrariamente alla teoria del cambiamento valoriale, la distanza tra l’enfasi sui temi materialisti e postmaterialisti nei manifesti elettorali è rimasta relativamente stabile nel corso degli ultimi tre decenni, come mostrato nella Figura 2 di seguito. Seppur più stretto, durante i primi anni ’90 il divario tra le due tipologie di temi era ancora considerevole. In media, i temi postmaterialisti si sono aggirati intorno al 20% dello spazio di ogni manifesto elettorale, senza poter discernere trend evidenti sino alla fine degli anni 2010, quando si è verificato un aumento considerevole. Ciò può essere associato a questioni come la crisi migratoria in Europa e la crescente rilevanza delle tematiche ambientali. Al contrario, nel corso del tempo c’è stato un chiaro incremento dell’enfasi sui temi materialisti nei manifesti elettorali.
Figura 2: Variazione nel tempo dell’enfasi media su questioni materialiste e postmateraliste nei manifesti dei partiti dell’Europa occidentale (1990-2019)
Ho anche separato i manifesti in quattro raggruppamenti geografici. In ognuno di questi, i temi materialisti hanno ricevuto maggiore enfasi, seppure si possano riscontrare alcune differenze interessanti tra ciascuna delle quattro aree. Come mostra la Figura 3 di seguito, il divario tra temi materialisti e postmaterialisti è generalmente più stretto nell’Europa continentale che nelle altre zone. Una possibile spiegazione di ciò è che nell’area dell’Europa continentale sono presenti diversi partiti di destra radicale, come Front National in Francia e Alternative für Deutschland in Germania, oltre a partiti verdi, per esempio in Austria, Belgio e Germania.
Figura 3: Enfasi media sulle questioni materialiste e postmateraliste nei manifesti dei partiti dell’Europa occidentale per area geografica (1990-2019)
Infine, quando i manifesti elettorali vengono categorizzati per famiglia partitica, i verdi costituiscono un’evidente anomalia rispetto alla tendenza generale. Come mostra la Figura 4 di seguito, queste formazioni tendono a enfatizzare i temi postmaterialisti più di quelli materialisti nei loro manifesti. Ciò non sorprende, data l’attenzione dei partiti verdi è sulla protezione dell’ambiente, tradizionalmente classificata come una questione postmaterialista.
I partiti nazionalisti e quelli che si concentrano esclusivamente su specifiche tematiche tendono ad avere una divisione più equilibrata dell’enfasi tra temi materialisti e postmaterialisti rispetto ai partiti di altre famiglie. Di nuovo, questo collima col posizionamento dei partiti nazionalisti a un’estremità dell’‘asse postmaterialista’, che va dalle posizioni ‘verdi / alternative / libertarie’ a quelle ‘tradizionali / autoritarie / nazionaliste’. Allo stesso modo, i partiti ‘special-issue’, per definizione, si concentrano generalmente su questioni che vanno oltre il conflitto sinistra-destra. Al contrario, le famiglie partitiche tradizionali presentano un divario nell’enfasi sui temi materialisti e quelli postmaterialisti nei loro manifesti elettorali, come previsto, data la loro forte associazione con le tradizionali questioni sinistra-destra.
Figura 4: Enfasi media sulle questioni materialiste e postmateraliste nei manifesti dei partiti dell’Europa occidentale per famiglia partitica (1990-2019)
In conclusione, negli ultimi trent’anni quasi tutti i partiti dell’Europa occidentale hanno enfatizzato i temi materialisti molto più di quelli postmaterialisti nei loro manifesti elettorali – e in maniera crescente nel tempo. Questo sembra contraddire la tesi del cambiamento valoriale rispetto al lato dell’offerta elettorale. Tuttavia, si tratta necessariamente di una ricostruzione solo parziale. Per esempio, è fondamentale chiedersi se questi risultati valgano anche per il lato della domanda elettorale, vale a dire le opinioni degli elettori.
Da un lato, se si osservasse una tendenza simile su questo versante, ciò implicherebbe che dovremmo respingere completamente la tesi del cambiamento valoriale. Dall’altro, se i cittadini avessero effettivamente adottato una visione più postmaterialista, allora si solleverebbero diverse questioni riguardanti la ‘responsività’ dei partiti e cosa veramente informi il loro comportamento strategico. In ogni caso, queste dinamiche costituiscono sicuramente un terreno fertile per ulteriore ricerca futura.
Per maggiori informazioni, si rimanda all’articolo dell’autore su Italian Political Science.