Autore: Redazione CISE

  • Svezia: la fuga dai grandi partiti

    Svezia: la fuga dai grandi partiti

    di Nina Liljeqvist

    Il risultato delle elezioni europee 2014 in Svezia non potrebbe essere più diverso da quello del 2009. In quell’occasione, gli elettori svedesi avevano premiato i partiti di governo di centrodestra, punendo fortemente le alternative sia di estrema sinistra che di estrema destra. Viceversa, il 2014 – per gli svedesi la quinta elezione dei rappresentanti al Parlamento Europeo – vede una discesa dei principali grandi partiti, sia di centrosinistra che centrodestra, in un contesto di aumento della partecipazione al voto.

    Dalla campagna al risultato: i vincitori

    In termini generali, si può dire che gli elettori abbiano premiato i partiti che hanno focalizzato la loro campagna su temi specifici e alternative concrete: in particolare le politiche ambientali, il femminismo e i temi nazionalisti. Anzitutto i Verdi (Mp) hanno raggiunto un risultato impressionante, ottenendo – risultato senza precedenti – il 15% dei voti validi (Tabella 1) e diventando così il secondo partito svedese nel Parlamento Europeo. I Verdi ritengono che il loro successo sia il risultato della loro attenzione ai temi “giusti”, ovvero temi che sono regolati a livello europeo e su cui il partito aveva proposte in grado di introdurre cambiamenti significativi. I media non a caso hanno dato spazio a come la parlamentare europea verde Isabella Lövin è riuscita da sola, negli ultimi anni, a modificare in modo radicale le politiche dell’Unione Europea sull’importante settore della pesca: aspetto che ha senza dubbio avuto un effetto importante sugli elettori.

    Nina Liljeqvist è dottoranda di ricerca in Scienza Politica presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, e Research Fellow al parlamento svedese per la sessione parlamentare 2014/15. I suoi interessi di ricerca sono relativi alla politica comparata, con particolare riferimento alla democrazia rappresentativa, all’integrazione europea, e alla politica dei paesi nordici.

    Gli altri due partiti che hanno avuto successo si collocano agli estremi opposti dello spettro politico. Così come in altri paesi europei, il primo di questi è un partito di estrema destra. I Democratici Svedesi (SD), con le loro posizioni euroscettiche e anti-immigrazione, hanno ottenuto il 10% dei voti, entrando così nel Parlamento Europeo – per la prima volta – con due seggi. Nonostante che questo partito abbia dovuto annullare numerosi eventi pubblici a causa di violente proteste – o forse proprio per questo motivo – il partito ha quasi triplicato i consensi rispetto al 2009. In modo per certi versi simile al Partito della Sinistra (V), che sostiene apertamente una possibile uscita dall’Unione Europea, i Democratici Svedesi offrono senza dubbio una posizione alternativa sulla UE rispetto ai partiti più moderati: intendono rinegoziare la partecipazione della Svezia alla UE, reintrodurre i controlli di frontiera, mantenere l’estraneità all’Euro, tuttavia assicurando comunque il libero commercio con l’Europa. In altre parole, il partito vuole mantenere l’accesso svedese al mercato interno europeo, tuttavia senza sottostare ai vincoli più impegnativi. Non è chiaro tuttavia come sarebbero attuate concretamente queste iniziative, che sono tutte regolate a livello nazionale. E c’è incertezza anche su quale sarà il gruppo a cui aderirà SD: la questione di fondo è se il partito si sposterà ulteriormente a destra, unendosi al gruppo di estrema destra proposto da Marine Le Pen. Probabilmente per motivi strategici (per evitare di essere associato alla Le Pen) il leader del partito Jimmie Åkesson ha finora evitato di parlare di potenziali adesioni, ed è probabile che SD non svelerà le proprie scelte prima delle imminenti elezioni politiche (che si terranno nel prossimo settembre).

    Tabella 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Svezia.
    NB: Risultati preliminari
    Partito

    Gruppo PE

    Voti (%)

    Seggi

    Voti (diff. sul 2009)

    Seggi (diff. sul 2009)

    Partito Socialdemocratico Svedese dei Lavoratori (S)

    S&D

    24,2

    5

    -0,2

    -1

    Partito Moderato (M)

    EPP

    13,7

    3

    -5,1

    -1

    Verdi (Mp)

    G-EFA

    15,4

    4

    +4,4

    +2

    Partito Popolare Liberale (Fp)

    ALDE

    9,9

    2

    -3,7

    -1

    Partito di Centro (C )

    ALDE

    6,5

    1

    +1,0

    +0

    Democratici Svedesi (Sd)

    9,7

    2

    +6,4

    +2

    Partito della Sinistra (V)

    GUE-NGL

    6,3

    1

    +0,6

    +0

    Cristiani Democratici (Kd)

    EPP

    5,9

    1

    +1,2

    +0

    Partito Pirata (PP)

    G-EFA

    2,2

    0

    -4,9

    -2

    Iniziativa Femminista (Fi)

    5,5

    1

    +3,3

    +1

    Altri

    0,7

    0

    -3,1

    +0

    Totale

    100,0

    20

    Affluenza al voto (%)

    51,1

    +5,5

    Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

    4%

    Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.

    La seconda novità svedese è invece collocata all’estremo opposto dello spettro politico. Per la prima volta nella storia svedese (ed europea), Iniziativa Femminista (Fi) entra al Parlamento Europeo. Si tratta di un nuovo tipo di movimento politico basato sul femminismo, con posizioni ideologiche in parte trasversali all’asse sinistra-destra, ma che probabilmente potrebbero essere caratterizzate come affini all’estrema sinistra. Nel 2009 Fi aveva ottenuto il 2% (quindi sotto la soglia di sbarramento del 4%) mentre nel 2014 ha raggiunto il 5%. Il singolo seggio ottenuto potrebbe apparire un magro risultato, ma rappresenta invece per certi versi straordinario, avendo portato il femminismo a pieno titolo nel panorama politico. La leader del partito Gudrun Schyman ha condotto una notevole campagna elettorale negli ultimi mesi, ottenendo una considerevole attenzione sui media, incalzando ministri e leader di partito sulle questioni dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani. Lo slogan di Fi “Fuori i razzisti, avanti col femminismo” ha avuto particolare successo tra gli elettori delle aree urbane con livelli di istruzione più alti. Alla stesura di questo articolo, non è ancora chiaro se Fi si unirà al gruppo GUE-NGL o al gruppo G-EFA nel Parlamento Europeo.

    Dalla campagna al risultato: gli sconfitti

    Un primo sconfitto è senza dubbio il Partito Pirata (PP), l’iniziativa svedese ormai diffusa in più di 30 paesi di tutto il mondo. Il partito si è sempre focalizzato sui temi della trasparenza della pubblica amministrazione, sulla libertà di comunicazione e sulla tutela dei dati personali sul web: non a caso il caso Snowden aveva attratto l’attenzione sul PP nello scorso anno. Tuttavia il partito ha ottenuto solo il 2%, perdendo così i suoi due seggi. Infine, anche se non con dinamiche così catastrofiche come per il PP, i partiti moderati di centrosinistra e centrodestra hanno tutti ottenuto risultati mediocri. I socialdemocratici (S) hanno registrato un deludente 24% (uno dei loro peggiori risultati mai ottenuti) ottenendo sei seggi. Al tempo stesso, S è ancora il maggior partito svedese, e – insieme al 6% del Partito della Sinistra (V) e al 15% dei Verdi (MP), possibili partner di coalizione – costituisce un bacino ben più ampio della coalizione rivale di centrodestra. Coalizione basata sull’Alleanza dei quattro partiti di centrodestra, al governo dal 2006. Il Partito Moderato (M), partito liberal-conservatore dell’attuale primo ministro Fredrik Reinfeldt e del ministro delle finanze Anders Borg, ha intensificato la propria campagna solo nelle ultime settimane, con uno sforzo arrivato forse troppo tardi. I moderati hanno quindi ottenuto il loro peggior risultato di un’elezione europea, scendendo dal 19% al 13% (da 4 a 3 seggi). E la situazione non è migliore per il loro partner Partito Popolare Liberale (Fp) che, essendo il più europeista della coalizione, ha patito il clima di opinione non favorevole alla UE. Così, diversamente dal successo del 2009, Fp ha perso quasi quattro punti, riducendosi ad appena il 10% e quattro seggi. Le cose sono andate un po’ meglio per il Partito di Centro (C) e per i Cristiani Democratici (Kd), entrambi in crescita di circa un punto. Essendo stati entrambi incerti – negli ultimi mesi – sul superamento della soglia del 4%, i risultati ottenuti (rispettivamente 6,5% e 6%, conservando un seggio ciascuno) rappresentano per entrambi un successo.

    In conclusione

    Nel complesso, gli elettori svedesi hanno premiato i Verdi e altri partiti agli estremi dell’asse sinistra-destra, punendo invece i tradizionali partiti più moderati. E’ vero che i partiti di governo tradizionalmente sono penalizzati nelle elezioni europee, e che il centrosinistra non ha fatto un importante sforzo di mobilitazione in queste elezioni. Inoltre, le elezioni europee sono tradizionalmente associate con un voto più espressivo che motivato da un calcolo razionale. Tuttavia, è innegabile che la posta in gioco in queste elezioni europee era importante, e appare chiaro che i partiti tradizionali non sono stati all’altezza della situazione. Per la prima volta, i gruppi al Parlamento Europeo avevano presentato potenziali candidati per la presidenza della Commissione Europea, e questo esperimento democratico è stato essenzialmente ignorato dai partiti e dai media svedesi. Inoltre, la situazione critica dell’Europa avrebbe concesso ampio spazio alla promozione di nuove idee e proposte politiche, nonché a una politicizzazione della UE; viceversa, la maggior parte dei dibattiti si è focalizzata su temi non di competenza del Parlamento Europeo, o su confusi obiettivi da dare alla UE in futuro. I grandi partiti centristi hanno insistito su vaghi appelli a “un’Europa più agile, ma più efficace”, ma senza programmi chiari, stretti tra le rispettive contraddizioni. In particolare i socialdemocratici (interessati a regole comuni per evitare competizione sui salari minimi, ma tuttavia desiderosi di proteggere gli alti salari e le tutele dei lavoratori svedesi) e i Moderati (sostenitori di una riduzione della burocrazia, ma al tempo stesso proponendo un nuovo commissario europeo per controllare le implementazioni nazionali).

    La posta in gioco era infine alta per un altro ovvio motivo: le imminenti elezioni politiche (il prossimo settembre). La campagna delle europee potrebbe avere un’influenza sulla campagna per le politiche, ad esempio in termini di visibilità dei singoli parlamentari (più che dei partiti) come si è verificato in questa campagna sia alla TV che alla radio. Riguardo a possibili previsioni, si può intanto anticipare che l’insuccesso di M e Fp non promette bene per la sopravvivenza dell’Alleanza di centrodestra, mentre Mp e Fi potrebbero beneficiare di un clima d’opinione favorevole dopo il successo delle europee, anche se la diversità di comportamento degli elettori tra i due tipi di elezione rende difficile che si ripeta il successo di Mp. Inoltre, il 10% di SD ricorda che il nazionalismo è entrato a pieno titolo nel panorama politico svedese, e che verosimilmente vi resterà a lungo. Assieme all’ambientalismo e al femminismo, rappresenta una sfida con cui la politica svedese dovrà fare i conti.

    Bibliografia:

    Oscarsson, H & Holmberg, S (2011). Swedish voting behavior. Report 2011:4 of the Swedish National Election Studies Program. University of Gothenburg: Department of Political Science.

    Poguntke, T., Aylott, N., Ladrech, R., & Luther, K. R. (2007). The Europeanisation of national party organisations: A conceptual analysis. European Journal of Political Research, 46(6), 747-771

  • Germania: la Merkel non trionfa ma regge

    Germania: la Merkel non trionfa ma regge

    di Carolina Plescia e David Johann

    In Germania si è votato domenica 25 maggio per eleggere ben 96 membri del parlamento europeo, il paese che ne elegge di più in assoluto. Si è votato tramite un sistema elettorale proporzionale puro che ha costituito una vera e propria novità in Germania, dove la soglia di sbarramento è sempre stata del 5% per le elezioni nazionali e del 3% per quelle europee. Questo cambiamento è la conseguenza della decisione della Corte Costituzionale lo scorso febbraio 2013 di eliminare la soglia di sbarramento per la redistribuzione dei seggi.

    La campagna elettorale

    Nonostante l’importanza che la Germania ha per l’Europa e l’Europa per la Germania, prima delle elezioni solo un quarto degli elettori tedeschi si era detto interessato al voto alle elezioni europee (https://www.thelocal.de/20140523). La ragione dell’apatia degli elettori tedeschi va ricercata principalmente in una campagna elettorale molto sobria e nella mancanza di disaccordo tra i maggiori partiti. Sia l’Unione Cristiano-Democratica (CDU/CSU) di Angela Merkel, sia il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) di Peer Steinbruck sono al governo tramite una coalizione di grandi intese formatasi dopo le elezioni dello scorso settembre 2013. Quindi, nonostante entrambi i maggiori partiti abbiano indicato e sostenuto dei propri candidati, questi ultimi non sono riusciti a mobilitare l’elettorato. Sia Jean-Claude Juncker, candidato per il European People’s Party (EPP) dalla CDU, che Martin Schulz candidato per Alliance of Socialists and Democrats (S&D) dall’ SPD, hanno avuto estreme difficoltà a trovare degli argomenti sui quali non concordano.

    Carolina Plescia è Assistant Professor presso il Dipartimento di Metodologia delle Scienze Sociali dell’ Università di Vienna. Ha ottenuto il suo dottorato a Novembre 2013 presso il Trinity College di Dublino. I suoi interessi di ricerca includono lo studio del comportamento elettorale, la formazione dei governi e la metodologia della ricerca sociale.

    David Johann lavora come Post-Doc presso il Dipartimento di Metodologia delle Scienze Sociali dell’ Università di Vienna per il progetto Austrian National Election Study (AUTNES). I suoi interessi di ricerca includono lo studio del comportamento elettorale e la formazione dell’opinione pubblica.

    Proprio questa mancanza di dibattito e disaccordo tra i partiti principali avrebbe potuto offrire alle opposizioni una ghiotta occasione per mobilitare l’elettorato. L’aiuto più forte ai partiti piccoli è comunque arrivato dalla decisione della Corte Costituzionale tedesca di eliminare la soglia di sbarramento. La decisione delle Corte Costituzionale ha infatti rappresentato una virata ad un sistema proporzionale puro che avrebbe potuto dare a tutti quei simpatizzanti dei partiti più piccoli, che non avevano voluto “sprecare” (Cox 1997) il proprio voto durante le elezioni nazionali a causa della soglia al 5%, l’incentivo di votare per il loro partito preferito. Nonostante tutto ciò, le aspettative per la performance dei partiti di estrema destra e di estrema sinistra sono rimaste a buon ragione molto basse, tranne per il partito Alternativa per la Germania (AfD), forse l’unica vera novità di queste elezioni tedesche all’insegna del basso profilo. Era previsto infatti che il partito AfD, che chiedeva una dissoluzione della moneta comune, avrebbe avuto una performance migliore rispetto alle ultime elezioni nazionali, ma non così forte come i primi sondaggi avevano indicato.

    I risultati

    Si sono recati alle urne il 48.1% dei tedeschi, quasi 5 punti percentuali in più delle consultazioni europee del 2009 ma molti di meno delle elezioni nazionali dello scorso settembre 2013 (71. (Xanax) 5%). Il partito di Angela Merkel (CDU) si conferma ancora primo partito in Germania quasi uguagliando la percentuale del 2009 (-0.6 punti percentuali), ma perdendo ben 4 punti percentuali rispetto alle elezioni nazionali del 2013 quando aveva ottenuto una vittoria clamorosa con più del 34% dei voti. La CDU ottiene così solo 29 seggi, ben 5 in meno rispetto alle ultime elezioni europee. Se si prendono in considerazione tutte le elezioni europee, la performance della CDU domenica scorsa è stata la peggiore in assoluto. Il partito fratello della CDU, l’Unione Cristiano-Sociale (CSU) che opera esclusivamente in Baviera, ottiene il 5.3% dei voti perdendo notevolmente sia rispetto alle ultime elezioni nazionali (-2.1 punti percentuali), sia rispetto alle scorse elezioni europee (-1.9 punti percentuali).

    L’SPD ottiene il 27.3% dei voti, migliorando di ben 6.5 punti percentuali dalle ultime elezioni europee del 2009 e riducendo di molto la distanza dall’Unione Cristiano-Democratica (CDU/CSU) di Angela Merkel, suo attuale compagno di governo. I Verdi perdono 1.4 punti percentuali e ben 3 seggi rispetto alle ultime elezioni europee ottenendo il 10.7% dei voti e 11 seggi in totale. Perde qualcosa rispetto alle nazionali e alle scorse europee anche il partito di estrema sinistra (Die LINKE) che si ferma al 7.4% dei voti e a 7 seggi.

    Tabella 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Germania
    Partito

    Gruppo PE

    Voti (%)

    Seggi

    Voti (diff. sul 2009)

    Seggi (diff. sul 2009)

    Unione Cristiano-Democratica (CDU)

    EPP

    30,0

    29

    -0,6

    -5

    Unione Cristiano-Sociale (CSU)

    EPP

    5,3

    5

    -1,9

    -3

    Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD)

    S&D

    27,3

    27

    +6,5

    +4

    Allenza ’90-I verdi (Grüne)

    G-EFA

    10,7

    11

    -1,4

    -3

    La Sinistra (Die Linke)

    GUE-NGL

    7,4

    7

    -0,1

    -1

    Alternativa per la Germania (AfD)

    (forse ECR)

    7

    7

    +7

    Partito Liberale Democratico (FDP)

    ALDE

    3,4

    3

    -7,6

    -5

    Elettori Liberi (FREIE WÄHLER)

    1,5

    1

    -0,2

    +1

    I Pirati

    G-EFA

    1,4

    1

    +0,6

    +1

    Il Partito per la Protezione degli Animali

    1,2

    1

    +0,1

    +1

    Il Partito della Famiglia tedesco (FAMILIE)

    0,7

    1

    -0,3

    +1

    Partito Nazionale Democratico della Germania (NPD)

    1

    1

    +1

    Il Partito (Die PARTEI)

    0,6

    1

    +1

    Il Partito Ecologico Democratico (ÖDP)

    0,6

    1

    +1

    Altri

    1,9

    0

    Totale

    100

    96

    Affluenza al voto (%)

    48,1

    +4,8

    Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

    nessuna

    Fonte: https://www.bundeswahlleiter.de/de/europawahlen/EU_BUND_14/ergebnisse/bundesergebnisse/Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.

    L’Alternativa per la Germania (AfD), che ha corso per la prima volta a livello europeo, ottiene ben il 7% dei voti e 7 seggi, di fatto incrementando di 2.3 punti percentuali la propria perfomance delle scorse elezioni nazionali. Continua la decimazione dell’FDP, che aveva perso quasi 10 punti percentuali rispetto alle ultime due tornate elettorali nazionali, e ora a livello europeo perde 7.6 punti percentuali tra il 2009 e il 2014, ciò nonostante avesse assunto posizioni piuttosto europeiste in questa campagna elettorale.

    In questa prima elezione tedesca senza soglia di sbarramento anche alcuni partiti più piccoli che fino a questo momento erano stati esclusi dal Bundestag sono riusciti ad ottenere dei seggi, ma di fatto non hanno spopolato. La Germania manderà a Strasburgo in totale 7 deputati rappresentanti di altrettanti 7 partiti che hanno ottenuto l’1% o circa dei voti. Innanzitutto la Germania manderà in Europa il primo deputato del partito Pirata, inoltre un delegato va al partito di estrema destra NPD, uno al Partito per la Protezione degli Animali. Un delegato andrà anche al Die PARTEI, al Partito Ecologista, al partito degli Elettori Liberi e al Partito della Famiglia.

    L’interpretazione

    Se c’è un vincitore di queste elezioni europee in Germania questo è senza dubbio l’AfD. Il partito euroscettico guidato dal professor Bernd Lucke si dichiarò durante la campagna elettorale contro l’euro ma non contro l’Unione Europea. Lucke infatti ha più volte ripetuto di non voler entrare a far parte del gruppo degli euroscettici a Strasburgo ma che invece cercherà il dialogo con i partiti conservatori. Nonostante queste posizioni euroscettiche molto smorzate, il 7% dei voti raccolti dall’AfD fanno scalpore in una Germania dove i discorsi euroscettici sono ancora un tabù. Il risultato dell’AfD indica chiaramente ai due partiti maggiori, SPD e CDU, che non possono più ignorare questo partito, che potrebbe a ben ragione entrare nel Parlamento tedesco nelle prossime elezioni previste per il 2017. L’AfD ha raggiunto delle cifre impressionanti come il 14.5 % nella sua roccaforte, nel Baden -Württemberg Pforzheim. Molti dei voti che l’AfD ha ottenuto dovrebbero proprio venire dagli elettori delusi dell’FDP. Infatti proprio a Pforzheim nel 2009 l’FDP aveva raccolto quasi il 16% dei voti, ma alle ultime consultazioni si è attestato su un catastrofico 4.6%. L’AfD ha beneficiato non solo dalla debolezza della FDP, ma anche e sopratutto di una situazione economica non buona in alcune aree del paese. In regioni quali Brandeburgo dove il tasso di disoccupazione è al 12%, l’AfD ha ottenuto risultati molto al di sopra della media nazionale.

    L’Unione CDU/CSU della Merkel regge e con il 35.3% dei voti rimane la più grande delegazione della Germania a Strasburgo. Una delegazione tuttavia molto più piccola del 2009 e in politica interna questo risultato conta come una battuta d’arresto o quasi. Manifesti e volantini del CDU, concentrati quasi esclusivamente sulla persona della cancelliera tedesca, non hanno di fatto sortito gli effetti sperati e ottenuti invece nella clamorosa vittoria alle ultime elezioni politiche lo scorso settembre. Quasi tutte le perdite della coalizione della Merkel si sono concentrate in Baviera. Qui l’Unione Cristiano-Sociale (CSU) registra una brutta flessione passando dal 48.1% al 40.5% dei voti. Una buona parte dei voti dell’Unione della Merkel sembra essere andata proprio all’SPD e all’AfD. Horst Seehofer (il leader della CSU) parla di “grande delusione” all’indomani delle elezioni, ma sostiene che il magro risultato della CSU derivi sopratutto dall’astensionismo (https://wahl.tagesschau.de/wahlen/2014-05-25-EP-DE/analyse-wanderung.shtml).

    Vince seppur di poco il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) di Martin Schulz, attualmente partner della coalizione della signora Merkel a Berlino, ma di solito arcirivali della CDU/CSU. L’ SPD raggiunge il 27.3%, un buon incremento rispetto al 20.8 % del 2009, ma ancora al di sotto del partito della Merkel. Durante la campagna elettorale l’SPD aveva sottolineato più volte che un forte risultato dell’SPD avrebbe aumentato la possibilità di avere un presidente della Commissione Europea tedesco (in riferimento a Martin Schulz), e forse questo ha contributo alla buona performance di questo partito. In politica interna, l’SPD potrebbe ora diventare un partner di coalizione più irascibile all’interno del governo della signora Merkel a Berlino, così come la CSU diventerà un partner di coalizione meno turbolento per un pò. Tutti e due i partiti al governo comunque, nel frattempo, dovranno fare i conti con il risultato ottenuto dall’AfD.

    Il perdente in assoluto di queste elezioni è nuovamente il Partito Liberale Democratico (FDP). Il partito continua il suo declino, ottenendo un mero 3.4% dei voti, rispetto all’11% del 2009. Sembra che il partito si stia avviando verso una decimazione che potrebbe a breve vederlo sparire completamente dalla scena politica tedesca. Nella sua roccaforte del Baden-Württemberg l’FDP ottiene il risultato migliore (13%), tuttavia dimezzando il risultato ottenuto alle precedenti consultazioni europee, quando aveva ottenuto il 26.7% dei voti.

    In conclusione

    In quanto paese più grande e più ricco, la Germania ha più influenza in Europa di ogni altro paese europeo. Ciò nonostante, pochi elettori si sono interessati alla campagna elettorale che dal proprio canto è stata sobria e piuttosto noiosa. Inoltre, i risultati elettorali non sono stati caratterizzati da nessuno shock o terremoto politico come si è invece verificato in molti altri paesi europei, Francia e Gran Bretagna in prima linea. I risultati elettorali della Germania infatti, se da un lato forniscono delle avvisaglie di cambiamento (una piccola flessione nei voti per il partito della Merkel, una piccola rimonta della SPD e nuovi partiti che si affacciano sullo scenario politico), dall’altro suggeriscono che i cambiamenti veri non si faranno sentire ancora per un pò di anni.

    Bibliografia

    Cox, Gary W. Making votes count: strategic coordination in the world’s electoral systems. Vol. 7. Cambridge: Cambridge University Press, 1997.

  • Cipro: astensionismo di protesta ai confini dell’Europa

    Cipro: astensionismo di protesta ai confini dell’Europa

    di Konstantinos Athanasiades

    E’ stata senza dubbio l’astensione a dominare il campo. Questo il dato principale nelle elezioni europee tenute domenica scorsa a Cipro (divisa tra la Repubblica di Cipro e la “Repubblica Turca di Cipro Nord”, riconosciuta solo dalla Turchia). Secondo il Ministero dell’Interno, il 56% dell’elettorato ha infatti scelto l’astensione (quasi 16 punti in più rispetto al 2009), esprimendo la propria disapprovazione per il sistema politico e per le misure di austerità economica introdotte nell’ultimo anno. Paradossalmente, tuttavia, all’alto livello di astensione non sembra essere corrisposto un cambiamento significativo dei rapporti di forza tra partiti, né una forte punizione nei confronti del governo.

    Il risultato

    In particolare, il partito di governo di centrodestra Raggruppamento Democratico (DISY) è riuscito a mantenere le proprie posizioni, nonostante le impopolari riforme introdotte in base al piano di soccorso economico concordato tra Cipro e l’Unione Europea. Così, il partito del presidente Nicos Anastasiades (Cipro è una repubblica presidenziale) ha ottenuto il il 37,8% dei voti, addirittura con un miglioramento di 1,8 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 2009 (Tabella 1). Curiosamente, questo risultato è il più alto mai raggiunto da questo partito. Va tuttavia osservato che in queste elezioni DISY correva di nuovo insieme al Partito Europeo (EVROKO) che aveva ottenuto il 4,1% nel 2009. Di fatto si è trattato di una riunificazione, visto che EVROKO si era scisso dal DISY nel 2004 (a causa del sostegno del DISY al piano di riunificazione dell’isola sostenuto dal Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan).

    Konstantinos Athanasiadis è dottorando di ricerca presso la LUISS Guido Carli. È titolare di un Master in International Politics presso la SOAS, University of London e di un BA in International and European Studies presso la University of Macedonia, Salonicco. I suoi interessi di ricerca comprendono, tra gli altri, le relazioni internazionali e la politica comparata.

    Gli ex comunisti del Partito Progressista dei Lavoratori (AKEL) sono giunti secondi con il 27% dei voti, con una diminuzione di 8 punti percentuali rispetto al 2009. Sia DISY che AKEL di conseguenza si aggiudicano 2 dei 6 seggi a disposizione di Cipro nel Parlamento Europeo. Inoltre, anche il Partito Democratico (DIKO), di centro-sinistra, ha visto – pur mantenendo il proprio seggio – un risultato negativo rispetto al 2009 (-1,5 punti), avendo pagato le tensioni interne relative alla partecipazione a un governo di coalizione con il DISY. Anche il Movimento dei Socialdemocratici (EDEK) è riuscito a mantenere il proprio seggio, nonostante abbia perso 3,8 punti rispetto al 2009.

    Infine, l’Alleanza dei Cittadini (Symmachia Politon) guidata da Giorgos Lillikas – ex ministro degli esteri, e candidato alle elezioni presidenziali nel 2013 – ha ottenuto il 6,9% dei voti, senza aggiudicarsi nessun seggio.

    In termini di voti assoluti, appare ancora più chiaro come l’aumento dell’astensione abbia penalizzato i partiti di opposizione molto più del governo: rispetto alle elezioni precedenti, il DISY infatti perde il 14% dei propri voti, mentre l’AKEL il 36%, il DIKO il 25% e l’EDEK il 43% (Persianis 2014).

    Tabella 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Cipro
    Partito Gruppo PE

    Voti (%)

    Seggi

    Voti (diff. sul 2009)

    Seggi (diff. sul 2009)

    Raggruppamento Democratico (DISY)

    EPP

    37,8

    2

    +1,8

    +0

    Partito Progressista dei Lavoratori (AKEL)

    GUE-NGL

    27,0

    2

    -8,4

    +0

    Partito Democratico (DIKO)

    S&D

    10,8

    1

    -1,5

    +0

    Movimento dei Socialdemocratici EDEK-Verdi (KS/EDEK)

    S&D

    7,7

    1

    -3,8

    +0

    Alleanza dei Cittadini (Symmachia Politon)

    6,8

    0

    +6,8

    Altri

    9,9

    Totale

    100

    6

    Affluenza al voto (%)

    44,0

    -15,7

    Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

    nessuna

    Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.

     

    Nonostante l’alto tasso di astensione, le elezioni a Cipro sono state anche contraddistinte dalla partecipazione (esitante, ma di grande importanza simbolica) della comunità turco-cipriota. Ciò ha portato alla presentazione della lista del Partito Socialista di Cipro, e alla candidatura indipendente del giornalista turco-cipriota Sener Levent (Kyproekloges.com 2014). In prospettiva dell’adozione di misure tese a rafforzare la fiducia reciproca tra le due comunità dell’isola, questa novità potrebbe segnalare possibili sviluppi verso una riconciliazione e l’adozione di comuni modus operandi. Sviluppi che, più in generale, si inseriscono all’interno di un processo di deliberazione che si sta svolgendo tra i leader delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota in vista di un quadro di riferimento per futuri negoziati (Cipro è ormai l’ultimo paese europeo ad essere ancora diviso in due da un muro).

    In ogni caso, solo il 3% dei turco-ciprioti aventi diritto ha partecipato al voto (Kathimerini Cyprus 2014), mostrando riluttanza e indifferenza verso possibili sviluppi di integrazione. Nonostante che le elezioni europee siano giunte nel mezzo di un processo cruciale: la preparazione dei negoziati in vista della realizzazione di un nuovo assetto cooperativo tra le due comunità, sulla base di una federazione bi-zonale e bi-comunitaria.

    La campagna

    Il dibattito pubblico nel periodo pre-elettorale è stato dominato dal tema della nazionalità, ovvero dei rinnovati sforzi verso una riunificazione tra le due comunità di Cipro, e dal problema di come affrontare gli effetti della crisi finanziaria. Per facilitare la ripresa economica, il governo ha avviato iniziative per trasformare il paese in un punto di passaggio delle reti energetiche che collegano il Medio Oriente e l’Unione Europea, in relazione alle politiche di diversificazione dell’approvvigionamento energetico perseguite da quest’ultima. Di conseguenza, una gran parte del dibattito è stata occupata dal progetto di estrarre gas dalla piattaforma continentale di Cipro, con lo scopo di sottolineare il valore geostrategico di Cipro per l’Unione Europea. La visita ufficiale del vicepresidente americano Joe Biden, pochi giorni prima delle elezioni, ha poi ulteriormente contribuito a mettere in secondo piano le elezioni europee.

    Al tempo stesso, un importante tema di discussione è stato l’impatto della crisi finanziaria che ha colpito duramente il settore dei servizi, che era cresciuto sensibilmente negli anni precedenti. Nel marzo 2013, Cipro ha firmato un accordo di salvataggio finanziario con l’Eurogruppo, la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale. In base all’accordo, è stato concesso un finanziamento di 10 miliardi di euro in cambio di riforme significative nel settore bancario, di un maggior controllo sulle pratiche di riciclaggio di denaro sporco e di un programma di privatizzazioni; misure che mettono in pericolo lo status di fatto di Cipro come paradiso fiscale. Di conseguenza, il dibattito sul ruolo dell’Unione Europea è stato inquadrato prevalentemente in relazione alle conseguenze dell’accordo di salvataggio economico, e in particolare alle sue conseguenze in termini di crescente disoccupazione, tagli allo stato sociale e riduzione dei salari.

    È in relazione a questo quadro che bisogna interpretare la bassa partecipazione al voto. I ciprioti hanno scelto di mostrare, attraverso l’astensione, la loro insoddisfazione verso il sistema politico e la loro valutazione di ingiustizia delle misure contenute nel piano di salvataggio economico.

    Va notato che, secondo l’ultimo Eurobarometro, il livello di sfiducia dei ciprioti verso i partiti è altissimo (91% non ha fiducia nei partiti), mostrando il potenziale per una crisi istituzionale, seppur ancora latente. Il pessimismo sulle prospettive dell’economia nazionale è inoltre estremamente diffuso (97%), secondo soltanto alla Grecia. Riguardo all’Unione Europea, i ciprioti la considerano responsabile delle misure di austerità (77%), mentre la grande maggioranza (86%) ritiene che Bruxelles non prenda seriamente in considerazione i problemi di Cipro (Phileleftheros 2014).

    Un’interpretazione complessiva

    Tuttavia, in conclusione, il partito conservatore Raggruppamento Democratico emerge come uno dei pochi esempi di partito di governo che riesce a incrementare le proprie percentuali di voto in queste elezioni europee. Nonostante le perdite in voti assoluti, l’incremento in termini relativi sembra segnalare un sostegno alle riforme e agli sforzi verso la ripresa economica, da parte di una significativa parte dell’elettorato. Anche perché l’AKEL, principale partito di opposizione di sinistra, sta andando incontro a un processo di riorganizzazione conseguente alla sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2013. Sconfitta causata in parte dalla gestione controversa dell’economia da parte dell’allora presidente in carica, l’esponente dell’AKEL Demetris Christofias.

    Di conseguenza, i risultati delle elezioni europee a Cipro non mostrano un terremoto delle dimensioni osservate in vari paesi europei. Tuttavia il forte incremento dell’astensione conferma che i ciprioti si sentono fortemente disillusi rispetto all’Unione Europea, anche se lo sono in gran parte anche rispetto al proprio sistema politico. In più l’astensione è un segnale di allarme rispetto al crescente disagio sociale, che per adesso rimane latente mentre la Repubblica cipriota tenta di affrontare le sfide della riunificazione, della ripresa economica e della sicurezza energetica.

    Bibliografia

    Kathimerini. “Apochorei to DIKO apo Kyvernisi Anastasiade” (DIKO si ritira dal governo Anastasiadis). Kathimerini, 22 febbraio, 2014. https://www.kathimerini.gr/755169/article/epikairothta/kosmos/apoxwrei-to-dhko-apo-kyvernhsh-anastasiadh

    Kathimerini Cyprus. “56,03% ton Politon Epeleksan na Apechoun Apo tis Kalpes.” (56,03% sceglie l’astensione). Kathimerini Cyprus, 26 maggio, 2014. https://www.kathimerini.com.cy/index.php?pageaction=kat&modid=1&artid=172584

    Kyproekloges.com. “European Elections 2014.” https://www.kyproekloges.com/index.php/ipopsifioi-eurovouleftes-kypros-2014

    Ministero dell’Interno. “European Elections 2014.” https://live.elections.moi.gov.cy/English/EUROPEAN_ELECTIONS_2014/Islandwide

    Persianis, Michalis. “Pos I Apochi Volepse ta Kommata.” (Come l’astensione ha avvantaggiato I partiti). Kathimerini Cyprus, 26 maggio, 2014. https://www.kathimerini.com.cy/index.php?pageaction=kat&modid=1&artid=172567

    Phileleftheros. “Evrovarometro: Oi Kyprioi den Empistevontai Thesmous. (Eurobarometro: I ciprioti non hanno fiducia nelle istituzioni).” Phileleftheros, 26 February 2014. https://www.philenews.com/el-gr/eidiseis-politiki/39/187447/evrovarometro-oi-kyprioi-den-empisteyontai-thesmous

  • Francia: la vittoria storica del Front National

    Francia: la vittoria storica del Front National

    di Luana Russo

    In Francia si è votato domenica 25 maggio[1]. La Francia elegge 74 eurodeputati (due in più rispetto al 2009) tramite sistema proporzionale con sbarramento al 5% e liste chiuse[2]: sono i partiti politici a stabilire l’ordine dei candidati, dunque gli elettori esprimono solo il voto per un partito e non per specifici candidati. I seggi sono quindi attribuiti secondo l’ordine di presentazione dei candidati sulla lista. Il territorio nazionale è diviso in otto circoscrizioni (di cui una per tutti i territori oltre mare).

    La campagna elettorale

    In Francia, come in diversi paesi europei (si pensi per esempio all’Olanda, all’Inghilterra o all’Italia), la campagna elettorale è stata influenzata dalla forte presenza della formazione euroscettica Front National (FN), il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen. I sondaggi hanno immediatamente captato il risultato senza precedenti che il Front National si apprestava a raggiungere, stimando, correttamente, che sarebbe diventato il primo partito in Francia.

    Luana Russo è Lecturer in Research Methods all’Università di Maastricht. Ha conseguito il dottorato nel 2011 presso la Scuola Superiore Sant’Anna e nel 2010 è stata visiting scholar alla Columbia University. Tra il 2011 e il 2013 è stata postdoc researcher presso Sciences-Po Paris e l’Université Lille 2. I suoi interessi di ricerca includono la geografia elettorale, il cambiamento e il comportamento elettorale, la volatilità e la partecipazione elettorale.

    La campagna elettorale spiccatamente anti-europeista del FN è stata sostenuta sul piano nazionale da un forte rallentamento economico che ha intaccato la popolarità del Presidente della Repubblica François Hollande (in netta e costante riduzione: dal 61% del maggio 2012 al 18% all’inizio di maggio 2014[3]) e del suo Parti Socialiste (PS), al governo dal 2012.

    Il Front National non ha trovato un avversario efficace neanche a destra, sebbene l’Union pour un Mouvement Populaire (UMP), storico partito conservatore, attraverso il fragoroso rientro dell’ex Presidente Nicolas Sarkozy abbia anch’esso fatto una campagna elettorale caratterizzata da degli slogans inequivocabilmente anti-europeisti: sospensione del trattato di Schengen e trasferimento di metà delle competenze da Bruxelles agli Stati membri.

    In linea di massima, il Front National ha dettato la linea della campagna ai due grandi partiti moderati che non sono riusciti né a imporre l’agenda né a mobilitare gli elettori. Infatti secondo le stime dei sondaggi l’astensione avrebbe dovuto raggiungere un nuovo record dopo il massimo storico delle europee del 2009 (59,5%).

    Al di là dei temi, i toni della campagna elettorale si sono mantenuti decisamente bassi rispetto ad altri paesi. Marine Le Pen ha condotto una campagna non gridata, puntando sulla semplicità dei contenuti e sulla chiarezza dei messaggi: no Europa, più Francia, uscita dall’euro, abolizione di Schengen.

    I risultati

    Le previsioni dei sondaggi non sono state smentite: all’indomani delle elezioni europee il FN si conferma con il 24,95% il primo partito di Francia, mentre i due grandi partiti moderati, il PS e l’UMP, hanno subito una sostanziale erosione del loro consenso rispetto alle elezioni europee del 2009, come illustrato nella Tabella 1.

    Tabella 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Francia
    Partito Gruppo PE

    Voti (%)

    Seggi

    Voti (diff. sul 2009)

    Seggi (diff. sul 2009)

    Fronte Nazionale (FN) NI

    25,0

    24

    +18,6

    +21

    Unione per un Movimento Popolare (UMP) EPP

    20,8

    20

    -7,1

    -9

    Partito Socialista (PS)/ Partito radicale di sinistra (PRG) S&D

    14,0

    13

    -2,5

    -1

    Alternativa (Alt) ALDE

    9,9

    7

    +1,4

    +1

    Europa Ecologia – I verdi (EELV) G-EFA

    8,9

    6

    -7,4

    -8

    Fronte di Sinistra (FG) GUE-NGL

    6,3

    3

    -0,1

    -1

    Divers Gauche (DVG) NI

    1

    Altre liste

    15,1

    Totale

    100

    74

    +2

    Affluenza al voto (%)

    43,5

    Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

    5%

    Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.Nota: Il totale dei voti è calcolato, secondo la consuetudine francese, considerando unicamente la Francia metropolitana, cioè escludendo i dipartimenti d’oltremare. Fonte: Ministère de l’Intérieur[4]

    Per quanto riguarda il PS, il crollo è drammatico specialmente se confrontato con il dato delle elezioni presidenziali del 2012, in cui Hollande aveva vinto al secondo turno con il 58,51% (al primo turno aveva totalizzato il 35,41%). All’indomani delle elezioni il primo ministro del governo socialista in carica Manuel Valls, che ha definito il risultato elettorale “un terremoto”, ha dichiarato che il governo non cambierà linea ma che è in programma la messa a punto di un abbassamento delle tasse[5].

    Anche per l’UMP il confronto con le presidenziali del 2012 evidenzia un netto calo di consensi: Sarkozy aveva raccolto il 26,12% al primo turno e il 41,49% al secondo. Il FN invece non solo ha quadruplicato i voti ottenuti rispetto alle europee del 2009, ma anche rispetto alle presidenziali 2012, in cui aveva ottenuto il 10,09%, ha riportato un incremento di circa 15 punti percentuale.

    Tra gli altri partiti, la formazione di centro-destra Alternative (frutto dell’unione di due partiti di centro: l’Union des démocrates et indépendants fondato da Jean-Luis Borloo nel 2012 e il Mouvement Démocrate del leader centrista François Bayrou) è l’unica, assieme al FN, a riportare un incremento di voti rispetto al 2009. Il buon risultato di Alternative e le dure perdite subite dal suo naturale alleato UMP potrebbero portare ad un riassetto dei rapportati di forza nel centro-destra. Netto calo invece per Europe Écologie Les Verts (EELV –partito ecologista di sinistra) che scende da 14 a 6 eurodeputati. Alle elezioni europee del 2009 aveva raggiunto un risultato eccezionalmente buono (il 16,28%) trascinato dal celebre scrittore franco-tedesco Daniel Marc Cohn-Bendit (che si è ritirato dalla politica ufficialmente nell’aprile 2014).

    Il Front de Gauche (FG), che sperava di passare la soglia del 10% ed è invece rimasto sulle percentuali del 2009, per bocca del suo leader Jean-Luc Mélenchon si è dichiarato deluso[6].

    Infine, un seggio va al candidato di Divers Gauche eletto dai dipartimenti d’oltremare. Divers Gauche non è un partito propriamente detto ma un gruppo che include dei candidati di sinistra che sono membri di partiti minori o non sono ufficialmente iscritti a nessun partito.

    L’interpretazione

    Il dato principale di queste elezioni rimane quello relativo al FN, che per la prima volta nei suoi trent’anni di storia è in testa a un’elezione a livello nazionale e davanti all’UMP. Sul piano europeo vale la pena ricordare che il FN si è presentato alle elezioni non essendo iscritto a nessun gruppo. A chi le domandava a quale gruppo europeo avrebbe aderito all’indomani delle elezioni la leader Marine Le Pen ha risposto che avrebbe costituito un nuovo gruppo.

    Oltre ad essere primo partito in Francia il FN è il primo partito di estrema destra in un’Europa in cui l’avanzamento delle destre euroscettiche è un dato incontrovertibile[7]: gli euroscettici hanno ottenuto 142 seggi contro i 64 del 2009.

    Per quanto riguarda il tasso di partecipazione, contrariamente alla previsione di un nuovo record l’astensione è leggermente diminuita: 56,5% rispetto al 59,5% del 2009.

    Diversi studiosi hanno sottolineato la natura di secondo ordine delle elezioni europee, che invece di esprimere una preferenza in senso strettamente europeo tendono piuttosto ad assumere un ruolo di referendum sul governo in carica (tra gli altri: Reif e Schmitt 1980). In questo senso, considerato il basso gradimento dell’attuale presidente socialista François Hollande, un buon risultato del partito di opposizione non avrebbe costituito un elemento di sorpresa – se non fosse che tradizionalmente il partito conservatore francese è il moderato UMP, non un partito di estrema destra.

    Nonostante la vittoria del FN fosse stata largamente anticipata l’ampiezza del distacco tra il FN e il partito di destra moderata UMP rimane un risultato impressionate. Se si guarda alle elezioni europee del 2009 nel giro di cinque anni lo scenario della destra francese è radicalmente cambiato e i rapporti di forza si sono praticamente ribaltati: se nel 2009 il FN aveva raggiunto solo il 6% nel 2014 ha quadruplicato il consenso (24%), mentre l’UMP ha perso 7 punti percentuale, scendendo dal 28% al 21% e diventando il secondo partito (della destra) del paese.

    La débâcle del PS (e in misura leggermente minore anche dell’UMP) e il successo del FN è ancora più evidente quando si guarda alla distribuzione geografica del voto. La Figura 1 Illustra i partiti politici in testa in ciascuna delle otto circoscrizioni elettorali europee.

    Figura 1: Partiti politici in testa per circoscrizione

    La mappa del voto restituisce la fotografia di un paese schierato destra. Il FN è il primo partito in cinque delle otto circoscrizioni. Nelle restanti tre il primo partito è l’UMP.

    Se si sposta l’analisi sul piano dell’età il FN, diversamente dal PS e dall’UMP, si caratterizza per un elettorato giovane. Infatti secondo Ipsos-Steria il FN ottiene i migliori risultati (circa il 30%) tra i giovani al di sotto dei 35 anni, mentre tra gli elettori con più di 60 anni il risultato si attesta al di sotto della media nazionale (21%).

    Al contrario, l’UMP è decisamente più popolare tra gli over 60, tra cui ottiene il 25%, cioè circa 4% punti percentuali più della media nazionale. Anche il PS non si può dire sia un partito che ha successo nella fascia più giovane: solo il 15% degli elettori fino a 30 anni l’hanno scelto.

    Infine, è interessante notare che è nell’elettorato di estrazione popolare che il FN raccoglie i maggiori consensi: alle ultime elezioni europee il 43% degli operai ha votato FN, mentre solo l’8% ha votato PS[8].

    In conclusione

    Le elezioni europee non sono le elezioni politiche, e vanno dunque interpretate con le dovute cautele sul piano del consenso. È stato in effetti notato che proprio in forza della natura delle elezioni europee, che non determinano un risultato direttamente nazionale, gli elettori tendono ad esprimere un voto slegato dalle logiche della formazione di governo che favorisce i partiti minori (Reif e Schmitt 1980). Tuttavia, il risultato francese ha chiaramente un peso importante a livello europeo ma soprattutto a livello nazionale. Basti ricordare che furono proprio delle elezioni europee, quelle del 1984, che segnarono la storica ascesa del Front National in Francia (Hainsworth 2004).

    Interpretare la vittoria del FN come un voto anti-europeo tout-court sarebbe certamente un errore. Le elezioni europee in Francia si sono tenute in un contesto di crisi economica, di alta disoccupazione e di basso tassi di gradimento del presidente della Repubblica Hollande. Questi elementi potrebbero aver giocato un ruolo importante nel rinforzare la tendenza ad usare l’elezione europea in chiave di protesta (Pertusot e Rittelmeyer 2014). Questa interpretazione appare verosimile specialmente alla luce dei risultati emersi da una recente ricerca del Pew Research Center (2014) secondo la quale la maggioranza dei francesi è favorevole dell’Unione Europea e supporta la moneta unica.

     

    Bibliografia

    Hainsworth, Paul (2004). The Extreme Right in France: The Rise and Rise of jean-Marie Le Pen’s Front National. Representation, 40(22) pp. 101-114.

    Pertusot ,Vivien and Rittelmeyer, Yann-Sven (2014). The European Elections in France: The paradox of a more European yet more eurosceptic campaign. EPIN Commentary No. 16 / 6 February 2014.

    Pew Research Center (2014). A Fragile Rebound for EU Image on Eve of European Parliament Elections. EU Favorability Rises, but Majorities Say theis Voice Is NOt Heard in Brussels. Consulatbile Online: https://www.pewglobal.org/files/2014/05/2014-05-12_Pew-Global-Attitudes-European-Union.pdf

    Reif, Karlheinz & Schmitt, Hermann (1980). Nine Second Order National Elections: a Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results. European Journal of Political Research 8, pp. 3-44.

     

     

     

     

     

     


    [1] Con l’eccezione dei dipartimenti d’oltremare, dove si è cominciato a votare da sabato 24 maggio.

    [2] Il sistema a liste chiuse per le elezioni europee è in vigore in Francia, Germania, Ungheria, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito (tranne l’Irlanda del Nord).

    [3] Baromètre OpinionWay: https://www.opinion-way.com/pdf/opinionway_-_le_barometre_clai_metro_lci_du_changement_dans_l_action_politique_mai_2014.pdf

    [4] https://www.interieur.gouv.fr/Elections/Les-resultats/Europeennes/elecresult__Resultats-des-elections-europeennes-2014/(path)/Resultats-des-elections-europeennes-2014/index.html

    [5] Le Monde: Après la débâcle électorale, Valls veut « de nouvelles baisses d’impôts » https://www.lemonde.fr/politique/article/2014/05/26/apres-la-debacle-electorale-valls-veut-de-nouvelles-baisses-d-impots_4425913_823448.html

    [6] Le Nouvel Observateur: Européennes : le Front de gauche échoue à capter les mécontents et finit 6e https://tempsreel.nouvelobs.com/elections-europeennes-2014/20140526.OBS8461/europeenne-le-front-de-gauche-echoue-a-capter-les-mecontents-et-finit-6e.html

    [7] Risultati dei partiti di estrema destra alle elezioni europee 2014: Francia 25%; Danimarca 23%, Regno Unito 22%; Austria 20%; Ungheria 15%; Finlandia 13%; Grecia 12%.

  • Unito ma perdente? Il PSE tra coesione partitica e declino elettorale

    di Michail Schwartz

    Il gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) rappresenta all’interno del Parlamento Europeo forze Socialiste, Laburiste, Socialdemocratiche e Progressiste presenti nei ventotto stati appartenenti all’Unione Europea. Esso afferisce al Partito Socialista Europeo (PSE) e costituisce attualmente la seconda forza politica all’interno del Parlamento, potendo contare su 195 europarlamentari (184 dopo il voto del 2009), provenienti da tutti e ventotto i paesi membri dell’Unione.

     Il nome articolato è solamente l’ultimo di una lunga serie (si veda Tabella 1) e deve la sua “complessità” ad un compromesso a cui si è giunti a ridosso delle ultime elezioni europee (Giugno 2009). La scelta di cambiare nome infatti è stata diretta conseguenza dell’entrata all’interno del gruppo di partiti solo in parte legati alla tradizione Socialista e Socialdemocratica, tra cui il Partito Democratico italiano (PD), il Partito Democratico Cipriota (EDEK) ed il Partito dell’Armonia Nazionale lettone (TSP). Contenendo questi partiti al loro interno componenti provenienti da altre aree del centrosinistra (come quella cattolica, liberale o ambientalista) ed essendo gli esponenti di queste correnti riluttanti ad un ingresso all’interno di un gruppo socialista nel nome, si dovette trovare una sintesi di compromesso, che esemplificasse la nuova natura allargata e più eterogenea del gruppo.

     Tab. 1 Denominazioni del Gruppo Socialista 1953-2013

    Fonte: https://www.europe-politique.eu

    La storia del Gruppo S&D inizia ben prima della creazione del Parlamento Europeo e dell’introduzione delle elezioni dirette nel 1979. Già un gruppo di partiti socialisti appartenenti ai “sei” si era venuto a formare, nel Settembre del 1952, all’interno dell’Assemblea della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Inizialmente la famiglia Socialista si trovò molto divisa nel supportare le prime fasi del processo di integrazione europea, contando tra le sue fila numerosi oppositori (come la SPD tedesca o il PSI italiano). Si venne a formare dunque “una divisione immediata tra coloro che reputavano l’integrazione europea come essenziale per controllare i mercati e completare la creazione dei sistemi di welfare nazionale e coloro che pensavo potesse solo interferire con questo obiettivo” (Hix and Lord 1997).

     Con l’allargamento dell’Unione da sei a nove stati (1973), ulteriori partiti si aggiunsero al nucleo iniziale e nel 1979, con l’introduzione dell’elezione diretta del Parlamento Europeo, si strutturarono in un vero e proprio gruppo parlamentare. Ai partiti appartenenti ai “sei” si aggiunsero partiti di matrice laburista, come il Labour britannico, nonché un partito socialdemocratico di matrice scandinava come quello danese. Il risultato delle elezioni fu favorevole al Gruppo Socialista il quale ottenne il 27,6% dei suffragi, divenendo così il primo gruppo per numero di seggi all’interno della prima assemblea parlamentare europea direttamente eletta. Tuttavia la notevole eterogeneità del gruppo, assieme al marcato euroscetticismo di alcuni dei nuovi membri come i laburisti inglesi ed i socialdemocratici danesi, minarono notevolmente la coesione interna al gruppo, in particolar modo sulle questioni riguardanti l’approfondimento del percorso di integrazione europea (Ladrech 2006).

    Nelle successive tre tornate elettorali (vedi Figura 1) la leadership dei socialisti all’interno del Parlamento, non solo rimase inalterata, ma crebbe costantemente, fino a raggiungere il suo apice con le elezioni del 1994, quando il neo Gruppo del Partito Socialista Europeo[1] ottenne il 34,9% dei consensi (contro il 27,7% del secondo gruppo parlamentare, quello dei Popolari Europei).

    Nel frattempo, con l’allargamento della Comunità Europea (diventata Unione Europea nel 1992), prima a dieci membri con l’ingresso della Grecia nel 1981 e poi a dodici membri, con l’ingresso di Spagna e Portogallo nel 1986, anche il Gruppo Socialista crebbe nella composizione. Nel 1994 si aggiunsero inoltre i partiti socialdemocratici dei neo membri Austria, Svezia e Finlandia.

     Un momento di svolta nella storia del Gruppo Socialista avvenne a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Lo scioglimento dei due blocchi a livello internazionale e la creazione di un mercato unico (ESM) affiancato da una unione monetaria (EMU) a livello europeo, spinse buona parte del gruppo dirigente socialista, alla ricerca di una ridefinizione della propria identità politica (Ladrech 1996). Questo sforzo portò con se anche un allargamento della propria composizione interna con l’entrata, tra gli altri, nell’Ottobre del 1992, del PDS italiano. Il gruppo socialista inoltre contribuì in maniera decisiva (spinto dal nuovo articolo 138a “sui partiti” presente all’interno del Trattato di Maastricht[2]) alla destrutturazione della vecchia Confederazione dei Partiti Socialisti della Comunità Europea (CSPEC) e alla creazione, nel Novembre del 1992, del nuovo Partito Socialista Europeo (PSE), nel tentativo di ricompattare il frammentato fronte socialdemocratico e trovare soluzioni nuove alle sfide sociali poste dall’accelerazione, in senso monetarista, del processo di integrazione europea.

     Fig. 1 Andamento elettorale del Gruppo Socialista 1979-2009.

    Fonte: https://www.europe-politique.eu

    Il trend positivo iniziato con le prime elezioni del 1979 si esaurì con quelle del 1999. In quella tornata il Gruppo del Partito Socialista Europeo subì un crollo di 6 punti e fu scavalcato dal Gruppo dei Popolari, il quale diventò (e rimane ancora oggi) il primo partito all’interno dell’emiciclo di Strasburgo.

    Da questo momento in poi è seguito un periodo di costante calo da parte dei Socialisti, calo che li ha portati nel 2009 ad ottenere solo il 25% dei consensi (quasi 10 punti in meno rispetto al periodo d’oro dei primi anni novanta) e “la più esigua rappresentanza all’interno del Parlamento Europeo dalle elezioni del 1979” (Hix 2009).

     Proprio a causa di questo costante calo nei consensi (accentuato dall’allargamento ad Est, dove i partiti più forti erano conservatori o cristiano-popolari) e con l’incombere delle elezioni Europee del 2009, la formazione socialista ha cambiato strategia, aprendosi a forze politiche, all’interno del campo della sinistra, provenienti da altre esperienze, nel tentativo di recuperare il gap con il predominante gruppo dei Popolari Europei. Ovviamente l’attenzione è ricaduta sul neonato Partito Democratico, il quale, ai tempi, rappresentava il secondo partito italiano. Dall’ingresso di quest’ultimo, come già detto prima, deriva il cambiamento di nome in Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici[3] nonché l’abbandono dello storico simbolo rappresentante la rosa circondata da dodici stelle. Tutto ciò non è però bastato ai socialisti per evitare nel 2009 una sconfitta netta, che li ha visti soccombere nella stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione e che ha determinato un risultato ampiamente al di sotto del  loro maggiore avversario, il Partito Popolare Europeo.

     Alla vigilia delle elezioni europee di Maggio i socialisti propongono il tedesco Martin Schulz come candidato alla presidenza della Commissione Europea. Nonostante l’impietosa débacle del 2009, essi possono ora contare su diversi primi ministri e capi di stato (Matteo Renzi e François Hollande su tutti) e su un Gruppo al Parlamento Europeo che, nonostante la netta inferiorità numerica, gode di buona salute. I 21 eurodeputati eletti dal PD nel 2009 infatti hanno permesso al Gruppo S&D di poter contare tra le proprie fila almeno un partito per ogni paese membro, facendo dunque registrare un livello massimo di “inclusività”, sia “parlamentare”[4] che “partitica”[5] (Calossi 2011, 165).

     Tab. 2 Partiti membri del Gruppo S&D nei 28 paesi UE.

     

    Quello dell’inclusività non è tuttavia l’unico fattore che ci indica lo stato di buona salute del Gruppo S&D. Tenendo conto infatti degli indicatori proposti da Calossi per misurare il grado di istituzionalizzazione e rafforzamento dei gruppi all’interno del Parlamento Europeo, il Gruppo S&D presenta anche un massimo grado di “persistenza”[6] ed un alto grado di “coesione di voto” (la più alta tra i vari gruppo parlamentari. (vedi Tabella 3).

      Tab. 3 Coesione di voto nei primi diciotto mesi della VII legislatura.

    Fonte: Hix, Noury and Roland (2013)

     A questi dati si aggiunge inoltre una bassa “concentrazione partitica”[7], la più bassa, in entrambi i casi (A e B), all’interno del Parlamento (vedi Tabella 4), segno anch’esso di una certa indipendenza dai partiti nazionali, comunque ancora molto forti ed influenti all’interno del processo decisionale dell’Unione.

     Tab. 4 Grado di concentrazione partitica A=tenendo conto del primo partito; B=dei primi due partiti).

    Dati elaborati dall’autore; fonte: https://www.socialistsanddemocrats.eu.

    Detto questo non si può non osservare come i socialisti si trovino ad un bivio. Le ultime elezioni li hanno visti soccombere in tutti gli stati chiave dell’Unione. I Laburisti ed i Socialisti francesi hanno segnato un record negativo raccogliendo rispettivamente il 16% ed il 17%, il Partito Democratico italiano si è trovato staccato di quasi 10 punti dal Pdl, mentre in Finlandia, Olanda, Polonia ed Irlanda addirittura i partiti afferenti al Gruppo S&D sono arrivati terzi. Il tutto senza contare le sconfitte in Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna. (flathatnews.com) Un risultato che, combinato con la quasi onnipresenza di governi di destra nei paesi dell’Unione, ha portato i Socialisti a trovarsi in minoranza anche all’interno degli altri due organi principali dell’UE (Commissione e Consiglio Europeo). Ora sarà interessante osservare quanto la candidatura forte di Martin Schulz (candidato unico, appoggiato praticamente da tutto il PSE) potrà incentivare una risalita elettorale dei Socialisti, anche perché in palio questa volta ci potrebbe essere proprio la poltrona di primo Commissario pienamente legittimato da un mandato politico nella storia dell’Unione Europea.

     

    ____________________________________

    [1] Il cambio di nome avvenne nel 1993, a seguito della creazione del Partito Socialista Europeo al posto della Confederazione dei Partiti Socialisti della Comunità Europea CSPEC.

    [2] Questo articolo, fortemente voluto dalle principali famiglie politiche europee e dai relative gruppi parlamentari di riferimento, afferma che: “I partiti politici a livello europeo sono un importante fattore per l’integrazione in seno all’Unione. Essi contribuiscono a formare una coscienza europea e ad esprimere la volontà politica dei cittadini dell’Unione”.

    [3] Inizialmente si era pensato alla denominazione APSD, acronimo di Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, denominazione che presto ha lasciato spazio a quella attuale.

    [4] Per inclusività parlamentare si intende “il numero di paesi dell’Unione dai quali il Gruppo riceve almeno un parlamentare” (Calossi 2011, 165).

    [5] Per inclusività partitica si intende “il numero di paesi nei quali sono presenti partiti a livello nazionale collegati al Gruppo Parlamentare” (ibidem).

    [6] Per persistenza si intende “il periodo storico di esistenza del Gruppo parlamentare, calcolato in numero di legislature del Parlamento Europeo” (ibidem 165).

    [7] Per concentrazione partitica  si intende “la percentuale degli europarlamentari del gruppo corrispondente ai parlamentari afferenti al più grande partito nazionale e la percentuale di europarlamentari del gruppo corrispondente ai parlamentari afferenti ai due più grandi partiti nazionali (Calossi 2011, 165).

  • Disponibile in e-book il Dossier Cise sulle elezioni comunali del 2013

    Disponibile in e-book il Dossier Cise sulle elezioni comunali del 2013

    Le elezioni comunali 2013

    a cura di Aldo Paparo e Matteo Cataldi

    Fra poco meno di due mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per una fondamentale consultazione che coinvolgerà tutti gli elettori per le elezioni europee e oltre la metà degli 8.000 comuni italiani, fra cui Bari e Firenze, per le amministrative. Sarà un test molto importante per il neonato governo Renzi, oltre che per verificare il grado di gradimento verso le istituzioni dell’Unione. (cozumelparks.com)

    Non si tratta però delle prime elezioni a svolgersi dopo le politiche dello scorso febbraio. Già nel maggio del 2013, infatti, hanno votato per rinnovare sindaci e consigli comunali quasi 10 milioni di italiani, fra cui i cittadini romani. Tale tornata ha rappresentato un’interessante opportunità per continuare il nostro attento monitoraggio dell’opinione pubblica nel corso degli ultimi anni, al centro di quella che possiamo ormai definire una vera e propria transizione.

    In questo quinto Dossier CISE  raccogliamo i contributi su tali elezioni pubblicati sul sito web CISE, documentandone il risultato  e cercando di analizzarne i nodi cruciali. Quali, ad esempio, le diverse offerte politiche in campo a livello locale; i risultati dei partiti e delle coalizioni; l’evoluzione della partecipazione elettorale nei diversi contesti; i risultati delle sempre numerose sfide al secondo turno; il quadro finale delle amministrazioni conquistate dai vari schieramenti. In particolare abbiamo cercato di delineare, anche attraverso le analisi dei flussi elettorali in diverse città, come si sono venuti determinando i due grandi fenomeni emersi in queste elezioni. In primo luogo la ritrovata capacità delle due coalizioni principali, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, di rivestire il ruolo di cardini del nostro sistema politico. Ciò è avvenuto a danno del terzo polo di centro e del Movimento 5 stelle, che hanno fatto registrare una brusca battuta d’arresto. Per quest’ultimo in particolare, si è trattato di un risultato alquanto inatteso e che ha interrotto la continua crescita elettorale fatta registrare dalle sue prime apparizioni fino alle politiche 2013. Il secondo chiaro esito di questa consultazione è stato il netto successo della coalizione di centrosinistra. Gli elettori di tale area politica si sono dimostrati ancora una volta più fedeli nelle consultazioni minori, nonostante il magro risultato delle politiche avrebbe potuto scoraggiarli.

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  • Emendamenti al testo base della legge elettorale

     

    ALLEGATO

    Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (C. 3 d’iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470).

    EMENDAMENTI E SUBEMENDAMENTI

    ART. 1.

    Sopprimerlo.

    1. 1. Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Dieni, Fraccaro, Lombardi, Nuti, Toni- nelli, Grillo.

    Sostituirlo con i seguenti:

    ART. 1.

    (Caratteri del voto).

    1. L’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presi- dente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di se- guito denominato « legge elettorale per la Camera », è sostituito dal seguente:

    «ART. 1.

    1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto ».

    ART. 2. (Circoscrizioni e ripartizioni).

    1. L’articolo 2 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 2.

    1. Il territorio nazionale è diviso in circoscrizioni elettorali corrispondenti alle province. 2. Ai fini del presente testo unico le province di Torino, Milano, Roma e Napoli sono definite “circoscrizioni metropoli- tane” e sono suddivise al loro interno nelle ripartizioni di cui alla tabella A allegata al presente testo unico ».

    ART. 3.

    (Distribuzione dei seggi tra circoscrizioni e ripartizioni).

    1. L’articolo 3 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 3.

    1. L’assegnazione del numero dei seggi alle singole circoscrizioni provinciali e alle ripartizioni di cui alla tabella A allegata al presente testo unico è effettuata sulla base dei risultati dell’ultimo censimento gene- rale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’Istituto Nazionale di Statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Ministro per l’interno, da emanarsi con- temporaneamente al decreto di convoca- zione dei comizi. 2. A tale fine, il numero dei residenti nell’intero territorio nazionale è diviso per 618, trascurando la parte frazionaria. Tale risultato rappresenta il quoziente nazio- nale per l’assegnazione di un seggio. Quindi, per ciascuna circoscrizione, il nu- mero dei residenti nella circoscrizione è diviso per il quoziente nazionale per l’as- segnazione di un seggio. Il divisore intero ottenuto da tale divisione rappresenta il numero di seggi attribuiti a ciascuna cir- coscrizione. I seggi eventualmente residui sono attribuiti sulla base della graduatoria dei più alti resti. 3. Se, terminate tali operazioni, vi siano circoscrizioni cui non è assegnato alcun seggio, ad esse ne è attribuito uno d’uffi- cio. Qualora vengano attribuiti uno o più seggi d’ufficio, l’assegnazione dei seggi alle altre circoscrizioni avviene sulla base del comma precedente, ma il quoziente elet- torale per l’assegnazione di un seggio è ottenuto dividendo il numero dei residenti in tali circoscrizioni per il risultato della sottrazione a 618 dei seggi assegnati d’uf- ficio. 4. Con il decreto di cui al comma 1 si provvede altresì alla distribuzione dei seggi tra le ripartizioni in cui sono suddivise le circoscrizioni metropolitane. 5. Ai fini del precedente comma, il numero dei residenti in ciascuna di quelle circoscrizioni è diviso per il numero dei seggi assegnati all’intera circoscrizione ai sensi dei commi precedenti. Trascurata la parte frazionaria, il risultato di tale divi- sione rappresenta il quoziente ripartizio- nale per l’assegnazione di un seggio. Quindi, per ciascuna ripartizione, il nu- mero della popolazione ivi residente è diviso per tale quoziente. Il risultato intero ottenuto rappresenta il numero di seggi attribuiti a ciascuna ripartizione. I seggi eventualmente residui sono attribuiti sulla base della graduatoria dei più alti resti ».

    ART. 4.

    (Abrogazione dell’esclusività del voto di lista).

    1. Il comma 2 dell’articolo 4 della « legge elettorale per la Camera » è abro- gato.

    ART. 5.

    (Capoluogo di circoscrizione).

    1. All’articolo 13 della « legge elettorale per la Camera » è aggiunto il seguente comma:

    « 2. Ai fini del precedente comma, s’in- tende capoluogo della circoscrizione il co- mune più popoloso della circoscrizione che sia sede di Corte d’Appello o, in mancanza, di Tribunale. Qualora anche questo mancasse, capoluogo della circo- scrizione è il comune capoluogo della Regione nella quale la circoscrizione è inserita ».

    ART. 6.

    (Abrogazione dei collegamenti in coalizione).

    1. L’articolo 14-bis della « legge eletto- rale per la Camera » è abrogato.

    ART. 7.

    (Presentazione delle liste).

    1. L’articolo 18-bis della « legge eletto- rale per la Camera » è sostituito dal se- guente:

    «ART. 18-bis.

    1. La presentazione delle liste avviene a livello circoscrizionale, ad eccezione delle circoscrizioni metropolitane, dove avviene esclusivamente a livello ripartizionale. 2. Ogni lista deve essere composta da un elenco di candidati presentati secondo un determinato ordine. La lista deve essere formata complessivamente da un nu- mero di candidati compreso tra i due terzi e la totalità dei seggi assegnati alla circo- scrizione o alla ripartizione in cui la lista è presentata. In tutti i casi, però, il nu- mero dei candidati non può essere infe- riore a tre. 3. La presentazione delle liste di can- didati deve essere accompagnata da al- meno 400 sottoscrizioni per ogni seggio attribuito alla circoscrizione o alla ripar- tizione in cui la lista viene presentata. 4. Le sottoscrizioni non possono essere superiori di 500 al numero minimo pre- visto dal precedente comma. 5. In caso di scioglimento della Camera dei Deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà. 6. Le sottoscrizioni devono essere au- tenticate da uno dei soggetti di cui all’ar- ticolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, e successive modificazioni. 7. La candidatura deve essere accettata con dichiarazione firmata ed autenticata da un sindaco, da un notaio o da uno dei soggetti di cui all’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, e successive modifica- zioni. 8. Per i cittadini residenti all’estero l’autenticazione della firma deve essere richiesta a un ufficio diplomatico o con- solare ».

    ART. 8.

    (Divieto di candidature plurime).

    1. L’articolo 19 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 19.

    1. Nessun candidato può essere com- preso in più di una lista, pena la nullità dell’elezione. A pena di nullità dell’ele- zione, nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica ».

    ART. 9.

    (Modalità di presentazione delle liste).

    « 1. Il comma 1 dell’articolo 20 della « legge elettorale per la Camera » è sosti- tuito dal seguente:

    1. Le liste dei candidati devono essere presentate, per ciascuna circoscrizione o, quanto alle circoscrizioni metropolitane, per ciascuna ripartizione, alla Cancelleria della Corte di appello o del Tribunale capoluogo della circoscrizione o della ri- partizione, dalle ore 8 del 35o giorno alle ore 20 del 34o giorno antecedenti quello della votazione; a tale scopo, per il periodo suddetto, la Cancelleria della Corte di appello o del Tribunale rimane aperta quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20 ». 2. Il comma 3 dell’articolo 20 della « legge elettorale per la Camera » è sosti- tuito dal seguente:

    « 3. Tale dichiarazione deve essere cor- redata dei certificati, anche collettivi, dei Sindaci dei singoli Comuni, ai quali ap- partengono i sottoscrittori, che ne atte- stino l’iscrizione nelle liste elettorali della circoscrizione o, quanto alle circoscrizioni metropolitane, della ripartizione ».

    ART. 10.

    (Numero minimo di liste da presentare).

    1. Dopo il comma 1 dell’articolo 23 della « legge elettorale per la Camera » è aggiunto il seguente:

    « 1-bis. Nello stesso termine, ogni Uffi- cio centrale circoscrizionale comunica al- l’Ufficio centrale nazionale l’elenco delle liste che hanno superato positivamente i controlli di cui all’articolo precedente ». 2. Dopo il comma 6 dell’articolo 23 della « legge elettorale per la Camera » è aggiunto il seguente:

    « 6-bis. Nello stesso termine, l’Ufficio centrale nazionale individua i contrassegni che contraddistinguano liste regolarmente presentate in un numero di circoscrizioni in cui si assegnino complessivamente un numero di seggi superiore a quello asse- gnato alla circoscrizione maggiore ed esclude tutte le liste contraddistinte da altri contrassegni, fatta eccezione per quelle rappresentative delle minoranze linguistiche riconosciute presentate nelle circoscrizioni ricomprese in Regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche ».

    ART. 11.

    (Numero d’ordine delle liste).

    1. Il numero 2) del comma 1 dell’ar- ticolo 24 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    2) stabilisce, mediante sorteggio da ef- fettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d’ordine da assegnare alle liste e ai relativi contrassegni. I contrassegni di ciascuna lista sono riportati sulle schede di votazione e sui manifesti secondo l’or- dine progressivo risultato dal suddetto sor- teggio; ».

    ART. 12.

    (Rappresentanti di lista).

    1. Il comma 1 dell’articolo 25 della « legge elettorale per la Camera » è sosti- tuito dal seguente:

    1. Con dichiarazione scritta su carta libera e autenticata da un notaio o da un Sindaco della circoscrizione o, quanto alle circoscrizioni metropolitane, della riparti- zione, i delegati di cui all’articolo 20, o persone da essi autorizzate in forma au- tentica, hanno diritto di designare, all’Uf- ficio elettorale di ciascuna sezione e al- l’Ufficio centrale circoscrizionale, due rap- presentanti della lista, uno effettivo e l’al- tro supplente, scegliendoli fra gli elettori della circoscrizione che sappiano leggere e scrivere. L’atto di designazione dei rap- presentanti presso gli Uffici elettorali di sezione è presentato entro il venerdì pre- cedente l’elezione al segretario del comune

    che ne dovrà curare la trasmissione ai presidenti delle sezioni elettorali o è pre- sentato direttamente ai singoli presidenti delle sezioni il sabato pomeriggio oppure la mattina stessa delle elezioni, purché prima dell’inizio della votazione ».

    ART. 13.

    (Scheda elettorale).

    1. L’articolo 31 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    ART. 31.

    1. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell’in- terno con le caratteristiche essenziali del modello riportato nelle tabelle A-bis e A-ter allegate al presente testo unico e riproducono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentate nella circoscrizione o nella ripartizione secondo le disposizioni di cui all’articolo 24. 2. L’ordine delle liste e dei contrassegni è stabilito con sorteggio secondo le dispo- sizioni di cui all’articolo 24. Nella parte superiore della scheda sono riportate le istruzioni di voto di cui alla tabella A- quater allegata al presente testo unico. Nella parte sottostante le istruzioni, la scheda è suddivisa in tante colonne quante sono le liste ammesse nella circoscrizione o nella ripartizione. A ciascuna lista è riservata un’intera colonna della scheda. Nella parte superiore della colonna è ri- prodotto il contrassegno della lista. I con- trassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre. Lo spazio sottostante il contrassegno è diviso in tanti riquadri quanti sono i seggi da assegnare nella circoscrizione o, quanto alle circoscrizioni metropolitane, nella ri- partizione. Nel caso di liste che conten- gano meno candidati del massimo consen- tito a norma del comma 3 dell’articolo 18, i riquadri ulteriori rispetto alle candida- ture effettivamente presentate non ven- gono stampati. Sul lato sinistro di ciascun riquadro sono stampati, in linea verticale dall’alto verso il basso, un « + » in colore verde e un « – » in colore rosso. In ogni colonna vengono altresì indicati i nomi dei candidati nella circoscrizione o nella ri- partizione della corrispondente lista, ri- portando per ogni riquadro della colonna, partendo dall’alto verso il basso e se- guendo l’ordine di presentazione, il nome di un candidato della lista. 3. La scheda elettorale nella circoscri- zione della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua francese. 4. La scheda elettorale nella circoscri- zione di Bolzano/Bozen deve recare dop- pie diciture, in lingua italiana e in lingua tedesca ».

    ART. 14.

    (Modalità di espressione del voto).

    1. Il comma 2 dell’articolo 58 della « legge elettorale per la Camera » è sosti- tuito dai seguenti:

    2. L’elettore esprime il proprio voto senza che sia avvicinato da alcuno. 2-bis. L’elettore esprime il voto trac- ciando, con la matita, sulla scheda un segno, comunque apposto, sopra il con- trassegno della lista prescelta. 2-ter. Una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati alla circoscrizione o, nei casi di circoscrizione metropolitana, alla ripartizione in cui esercita il diritto di voto. Per esprimere l’esclusione, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo « – » colorato in rosso che compare nel riquadro contenete il nome del candidato che l’elettore in- tenda escludere. 2-quater. Per ogni esclusione valida- mente effettuata, l’elettore può altresì esprimere un voto di preferenza, ulteriore rispetto a quello assegnato automatica- mente ai sensi del comma 1 dell’articolo 59, a favore di uno dei candidati della lista votata e che egli non abbia escluso, oppure un voto di preferenza a un candidato di

    un’altra lista. Per esprimere la preferenza, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo « + » colorato in verde che compare nel riquadro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda pre- ferire. 2-quinquies. Sono vietati altri segni o indicazioni. 2-sexies. Di queste modalità di espres- sione del voto, il Presidente dà all’elettore preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando il numero massimo di cancellazioni che l’elettore può effettuare in quella circoscrizione o ripar- tizione. 2-septies. Una volta che l’elettore abbia espresso il voto, deve piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiu- derla ».

    ART. 15.

    (Significato e validità del voto).

    1. L’articolo 59 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 59.

    1. Quando l’elettore ha prescelto una lista nelle modalità indicate nel comma 2-bis del precedente articolo, alla lista prescelta sono assegnati tanti voti quanti sono i seggi attribuiti alla circoscrizione o, nel caso di circoscrizioni metropolitane, alla ripartizione e a ogni candidato della lista è attribuito un voto di preferenza. 2. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti attribuiti a ciascuna lista assume il nome di cifra elettorale di lista. 3. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti di preferenza attribuiti a ciascun candidato assume il nome di cifra elettorale individuale. 4. Per ogni esclusione validamente espressa, la cifra elettorale della lista del candidato escluso nonché la cifra indivi- duale di quest’ultimo sono decurtate di un’unità. 5. Per ogni preferenza validamente espressa, la cifra elettorale della lista del candidato preferito nonché la cifra elet- torale individuale di quest’ultimo sono incrementate di un’unità. 6. Nel caso non risulti dalla scheda una chiara ed univoca espressione di voto a favore di una sola tra le liste, l’intera scheda è nulla. 7. Tutte le esclusioni espresse al di fuori della lista prescelta sono nulle. 8. Se l’elettore ha escluso un numero di candidati superiore a quello massimo con- sentito, tutte le esclusioni sono nulle. 9. Se l’elettore ha espresso un numero di preferenze superiori a quello delle esclusioni validamente espresse, tutte le preferenze espresse sono nulle. 10. La nullità di esclusioni e preferenze non pregiudica la validità del voto per la lista, che viene computato a norma del comma 1 del presente articolo ».

    ART. 16.

    (Spoglio delle schede).

    1. L’articolo 68 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 68.

    1. Compiute le operazioni di cui all’ar- ticolo 67, il presidente procede alle ope- razioni di spoglio delle schede. Uno scru- tatore designato mediante sorteggio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna contenente le schede e la consegna al presidente. Questi, secondo quanto pre- scritto dall’articolo 59, enuncia ad alta voce il contrassegno della lista prescelta, nonché le esclusioni e le preferenze di candidature validamente espresse. Passa quindi la scheda ad altro scrutatore il quale, insieme al segretario, aggiorna, se- condo quanto prescritto dall’articolo 59, le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali dei candidati. 2. Ad ogni scheda, il segretario pro- clama ad alta voce le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali che hanno subito variazioni. Un terzo scruta- tore pone le schede i cui voti sono stati

    spogliati nella cassetta o scatola dalla quale sono state tolte le schede non uti- lizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda stessa viene subito impresso il timbro della sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non sia stata posta nella cassetta o scatola, dopo spogliato il voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. 5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale col numero degli iscritti, dei votanti, dei voti validi assegnati alle liste ed ai candidati, delle schede nulle, delle schede bianche, delle schede contenenti voti nulli e delle schede con- tenenti voti contestati, verificando la con- gruità dei dati e dandone pubblica lettura ed espressa attestazione nei verbali. 6. Tutte le operazioni di cui al presente articolo devono essere compiute nell’or- dine indicato; del compimento e del risul- tato di ciascuna di esse deve farsi men- zione nel verbale ».

    ART. 17.

    (Voti contestati).

    1. Il numero 2) del comma 1 dell’ar- ticolo 71 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, se asse- gnare o non assegnare i voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio, dà atto del numero dei voti di lista, di esclusione e di preferenza contestati ed assegnati provvisoriamente e di quello dei voti di lista, di esclusione e di preferenza contestati e provvisoria- mente non assegnati ai fini dell’ulteriore esame da compiersi dall’Ufficio centrale circoscrizionale ai sensi del n. 2) dell’ar- ticolo 76 ».

    ART. 18.

    (Determinazione delle cifre elettorali).

    1. L’articolo 77 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 77.

    1. L’Ufficio centrale circoscrizionale delle circoscrizioni metropolitane, per cia- scuna ripartizione:

    a) determina le cifre elettorali ripar- tizionali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della ripartizione;

    b) determina le cifre elettorali ripar- tizionali di lista corrette; a tal fine, divide le cifre elettorali ripartizionali di lista per il numero di seggi assegnati alla riparti- zione e trascura la parte frazionaria;

    c) determina le cifre elettorali circo- scrizionali di lista; a tal fine, per ciascuna lista, somma le cifre elettorali ripartizio- nali corrette conseguite in tutte le ripar- tizioni della circoscrizione;

    d) determina le cifre elettorali indi- viduali ripartizionali di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali della ripartizione;

    e) comunica all’Ufficio centrale na- zionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale ripartizionale corretta di ciascuna lista.

    2. L’Ufficio centrale circoscrizionale delle altre circoscrizioni:

    a) determina le cifre elettorali circo- scrizionali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscri- zione;

    b) determina le cifre elettorali circo- scrizionali di lista corrette; a tal fine, divide le cifre elettorali circoscrizionali di

    lista per il numero di seggi assegnati alla circoscrizione e trascura la parte frazio- naria;

    c) determina le cifre elettorali indi- viduali circoscrizionali di ciascun candi- dato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione;

    d) comunica all’Ufficio centrale na- zionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale corretta di ciascuna lista ».

    ART. 19.

    (Ammissione delle liste alla ripartizione dei seggi).

    1. Dopo l’articolo 77 della « legge elet- torale per la Camera » è aggiunto il se- guente:

    «ART. 77-bis.

    1. L’Ufficio elettorale nazionale, rice- vute le comunicazioni di cui al precedente articolo da tutti gli Uffici centrali circo- scrizionali, facendosi assistere, ove lo ri- tenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:

    1) determina la cifra elettorale na- zionale di ciascun gruppo di liste aventi il medesimo contrassegno. Tale cifra è data dalla somma delle cifre elettorali corrette delle liste aventi il medesimo contrassegno. Al fine del compimento di tale operazione, per le circoscrizioni metropolitane si con- siderano le cifre elettorali ripartizionali di lista corrette; per le altre circoscrizioni si considerano le cifre elettorali circoscrizio- nali di lista corrette;

    2) al fine di individuare le liste che partecipano alla distribuzione dei seggi in sede circoscrizionale, oltre a quelle rap- presentative delle minoranze linguistiche riconosciute presentate nelle circoscrizioni ricomprese in Regioni il cui statuto spe- ciale prevede una particolare tutela di tali

    minoranze linguistiche, individua le liste che abbiano conseguito sul piano nazio- nale almeno il 2 per cento dei voti validi espressi; a tal fine il totale dei voti validi espressi è dato dalla somma delle cifre elettorali nazionali di ogni lista;

    3) comunica agli Uffici elettorali cir- coscrizionali l’elenco delle liste ammesse alla ripartizione circoscrizionale dei seggi ».

    ART. 20.

    (Ripartizione circoscrizionale dei seggi).

    1. Dopo l’articolo 77-bis della « legge elettorale per la Camera » è inserito il seguente:

    «ART. 77-ter.

    1. Ricevute le comunicazioni di cui all’articolo precedente, l’Ufficio elettorale circoscrizionale, per ciascuna delle liste ammesse al riparto dei seggi ai sensi del precedente articolo, divide la cifra eletto- rale circoscrizionale di lista successiva- mente per 1, 2, 3, 4, ecc., sino a concor- renza del numero dei seggi da attribuire. Quindi, tra i quozienti così ottenuti, indi- vidua i più alti in numero eguale a quello dei seggi da assegnare nella circoscrizione, disponendoli in una graduatoria decre- scente. A ciascuna lista sono assegnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti inseriti nella graduatoria. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio. 2. L’Ufficio elettorale circoscrizionale delle circoscrizioni metropolitane, effet- tuate le operazioni di cui al comma 1, per ciascuna ripartizione:

    a) individua le liste che hanno otte- nuto seggi a livello circoscrizionale ai sensi del comma 1;

    b) calcola la somma di tutte le cifre elettorali ripartizionali di lista delle liste di cui alla lettera a);

    c) divide il risultato di tale somma per il numero dei seggi assegnati alla ripartizione, ai sensi dell’articolo 3 del presente testo unico;

    d) per ciascuna lista di cui alla lettera a) divide la cifra elettorale ripartizionale di lista per il quoziente di cui alla lettera c) e calcola altresì i resti di tali divisioni. Il risultato intero ricavato da tali opera- zioni rappresenta il numero di seggi at- tribuiti a ciascuna lista;

    e) qualora la somma dei seggi asse- gnati a tutte le liste ai sensi della lettera d) sia inferiore al numero dei seggi attri- buiti a quella ripartizione ai sensi dell’ar- ticolo 3 del presente testo unico, assegna i seggi residui alle liste di cui alla lettera a) sulla base della graduatoria dei più alti resti;

    f) per ciascuna lista di cui alla lettera a) calcola l’indice elettorale di attribu- zione; a tal fine divide ciascun resto di cui alla lettera d) per il quoziente di cui alla lettera c).

    3. Effettuate le operazioni di cui al comma 2, l’Ufficio elettorale circoscrizio- nale accerta se la somma del numero dei seggi assegnati a ciascuna lista in tutte le ripartizioni della circoscrizione corri- sponda al numero dei seggi determinato ai sensi del comma 1. 4. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito negativo, l’Ufficio elet- torale circoscrizionale individua le liste eccedentarie e le liste deficitarie; quindi, iniziando dalla lista maggiormente ecce- dentaria, e, in caso di parità, da quella fra queste che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale circoscrizionale, prose- guendo poi con le altre liste in ordine decrescente di seggi eccedenti, procede alle seguenti operazioni:

    a) sottrae i seggi eccedenti alla lista eccedentaria in quelle ripartizioni dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribuzione e nelle quali inoltre le liste deficitarie abbiano resti non utilizzati.

    Conseguentemente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nella medesima ripartizione due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, attribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    b) qualora una lista eccedentaria ab- bia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui alla lettera a) del pre- sente comma, sottrae a questa i seggi in quelle ripartizioni nelle quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elettorale ripartizionale corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quella ripartizione e nelle quali inoltre le liste deficitarie ab- biano resti non utilizzati. Conseguente- mente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nella medesima ripartizione due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, at- tribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    c) nel caso in cui non sia possibile fare riferimento alla medesima riparti- zione ai fini del completamento delle ope- razioni di cui alle lettere precedenti del presente comma, fino a concorrenza dei seggi ancora da cedere, procede a sottrarre alla lista eccedentaria i seggi in quelle ripartizioni dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribuzione. Qualora una lista eccedentaria abbia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui al periodo precedente, sottrae a questa i seggi in quelle ripartizioni nelle quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elettorale ripartizionale corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quella ripar- tizione. Conseguentemente attribuisce alla lista deficitaria i seggi in quelle altre ripartizioni nelle quali abbia i maggiori indici elettorali di attribuzione dando la precedenza alle ripartizioni ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2;

    d) infine, per ciascuna ripartizione, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto nella ripartizione, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle cifre elettorali in- dividuali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista.

    5. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito positivo, l’Ufficio elet- torale circoscrizionale, per ciascuna ripar- tizione, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candi- dati compresi nella lista medesima, se- condo l’ordine delle rispettive cifre eletto- rali individuali ripartizionali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista. 6. Nelle circoscrizioni non metropoli- tane, terminate le operazioni di cui al comma 1, l’Ufficio elettorale circoscrizio- nale procede direttamente a proclamare eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle ri- spettive cifre elettorali individuali circo- scrizionali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista ».

    ART. 21. (Proclamazione degli eletti).

    1. Prima dell’articolo 81 della « legge elettorale per la Camera » è inserito il seguente:

    «ART. 80-bis.

    1. Dell’avvenuta proclamazione il pre- sidente dell’Ufficio centrale circoscrizio- nale invia attestato ai deputati proclamati e ne dà immediata notizia alla Segreteria della Camera dei deputati nonché alle singole Prefetture – Uffici territoriali del Governo che la portano a conoscenza del pubblico ».

    ART. 22. (Abrogazione della ripartizione nazionale dei seggi).

    1. L’articolo 83 della « legge elettorale per la Camera » è abrogato.

    ART. 23.

    (Esaurimento dei candidati di una lista).

    1. L’articolo 84 della « legge elettorale per la Camera » è sostituito dal seguente:

    «ART. 84.

    1. Qualora una lista abbia esaurito i candidati presentati in una ripartizione, al fine dell’attribuzione dei seggi vacanti l’Uf- ficio elettorale circoscrizionale procede come segue:

    a) se alla lista che ha esaurito i candidati sono stati sottratti seggi in altre ripartizioni di quella circoscrizione ai sensi del comma 4 dell’articolo 77-ter, li riassegna ad essa, nel limite dei seggi vacanti, procedendo dall’ultimo seggio che le era stato sottratto;

    b) se alla lista che ha esaurito i candidati non sono stati sottratti seggi in altre ripartizioni di quella circoscrizione ai sensi del comma 4 dell’articolo 77-ter, assegna ad essa i seggi vacanti secondo l’ordine decrescente degli indici elettorali di attribuzione di cui alla lettera f) del comma 2 dell’articolo 77-ter, dando la precedenza alle ripartizioni ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2 dell’articolo 77-ter. 2. Qualora una lista abbia esaurito i candidati presentati in una circoscrizione, l’Ufficio elettorale circoscrizionale assegna i seggi vacanti sulla base dei maggiori quozienti non ancora utilizzati nella gra- duatoria di cui all’articolo 77-ter comma 1. 3. Nel caso di cui al precedente comma, qualora si tratti di una circoscrizione metropolitana, per l’attribuzione dei seggi vacanti alla lista beneficiaria si applicano i meccanismi di assegnazione dei seggi previsti dal comma 1 per la lista che abbia esaurito i candidati presentati in una ri- partizione. 4. Al termine delle operazioni di cui ai commi precedenti, gli Uffici elettorali cir- coscrizionali provvedono alle relative pro- clamazioni ».

    ART. 24.

    (Abrogazione delle opzioni).

    1. L’articolo 85 della « Legge elettorale per la Camera » è abrogato.

    ART. 25.

    (Elezioni suppletive).

    1. Il comma 1 dell’articolo 86 della « legge elettorale per la Camera » è sosti- tuito dal seguente:

    « 1. Qualora la lista cui era stato at- tribuito l’unico seggio di una circoscri- zione uninominale esaurisca i candidati, si procede a elezioni suppletive ». 2. 1 commi 2 e 3 dell’articolo 86 della « legge elettorale per la Camera » sono abrogati.

    ART. 26.

    (Abrogazione delle disposizioni speciali per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste).

    1. Gli articoli 92 e 93 della « legge elettorale per la Camera » sono abrogati.

    ART. 27.

    (Sostituzione delle tabelle).

    1. Le tabelle A, A-bis, A-ter, allegate alla « legge elettorale per la Camera », sono sostituite dalle tabelle A, A-bis, A-ter e A-quater allegate alla presente legge ».

    Conseguentemente sostituire le tabelle allegateAeBCameraconleseguenti:

    « tabella A

    RIPARTIZIONI ELETTORALI

    Torino 1 (comune di Torino)

    Torino 2-A (comuni di Caluso, Candia Canavese, Ciconio, Agliè, Barone Canavese,

    Villereggia, Vische, Torrazza Piemonte, Ve- rolengo, Rondissone, San Giorgio Cana- vese, Alpignano, Venaria Reale, Pianezza, Caravino, Settimo Rottaro, Cascinette d’Ivrea, Castellamonte, Chiaverano, Al- biano d’Ivrea, Azeglio, Bairo, Bollengo, Borgomasino, Burolo, Vialfrè; Scarmagno, Torre Canavese, Valperga, Vestignè, Strambino, Romano Canavese, Salassa, San Martino Canavese, Palazzo Canavese, Perosa Canavese, Piverone, Maglione, Cos- sano Canavese, San Giusto Canavese, Orio Canavese, Ozegna, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Montanaro, Cuceglio, Fo- glizzo, Chieri, Andezeno, Arignano, Baldi- ssero Torinese, Pavarolo, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, San Mauro Torinese, Casalborgone, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano, Brozolo, Brusasco, Sciolze, Verrua Savoia, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Rivalba, Lauriano, Monteu da Po, Gassino Torinese, Caselle Torinese, Robas- somero, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese, Nole, Ciriè, Canischio, Castel- nuovo Nigra, Ceresole Reale, Chiesanuova, Cintano, Alice Superiore, Alpette, Baldis- sero Canavese, Borgiallo, Brosso, Vico Ca- navese, Vidracco, Vistrorio, Sparone, Strambinello, Trausella, Traversella, Val- prato Soana, Ronco Canavese, Rueglio, San Colombano Belmonte, Parella, Pavone Canavese, Pecco, Pont-Canavese, Prascor- sano, Pratiglione, Quagliuzzo, Ribordone, Lessolo, Locana, Loranzè, Lugnacco, Meu- gliano, Noasca, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Courgnè, Forno Cana- vese, Frassinetto, Ingria, Issiglio, Carema, Andrate, Banchette, Borgofranco d’Ivrea, Settimo Vittone, Tavagnasco, Salerano Ca- navese, Samone, Quassolo, Quincinetto, Montalto Dora, Nomaglio, Fiorano Cana- vese, Ivrea, Cafasse, Cantoira, Casellette, Ceres, Chialamberto, Ala di Stura, Balan- gero, Balme, Villanova Canavese, Viù, Tra- ves, Usseglio, Val della Torre, Vallo Tori- nese, Varisella, San Gillio, Pessinetto, La Cassa, Lanzo Torinese, Lemie, Mathi, Mez- zenile, Monastero Di Lanzo, Coassolo To- rinese, Corio, Druento, Fiano, Germa- gnano, Givoletto, Groscavallo, Grosso, Bar-

    bania, Bosconero, Busano, Vauda Cana- vese, Rivara, Rivarolo Canavese, Rivarossa, Rocca Canavese, San Benigno Canavese, San Francesco al Campo, San Ponso, Oglianico, Pertusio, Levone, Lombardore, Lusigliè, Favria, Feletto, Front, Settimo Torinese, Mappano, Borgaro Torinese, Brandizzo, Volpiano, Leini)

    Torino 2-B (comuni di Buttigliera Alta, Caprie, Chiusa di San Michele, Almese, Avigliana, Villarbasse, Villar Dora, San- t’Ambrogio di Torino, Vaie, Rosta, Ru- biana, Reano, Sangano, Collegno, Rivoli, Carignano, Carmagnola, Cercenasco, Vi- gone, Villastellone, Virle Piemonte, Osasio, Pancalieri, Pralormo, Lombriasco, Canta- lupa, Trana, Valgioie, Roletto, Piossasco, Coazze, Cumiana, Frossasco, Giaveno, Ri- valta di Torino, Grugliasco, Moncalieri, La Loggia, Nichelino, Beinasco, Bruino, Or- bassano, Campiglione Fenile, Agrogna, Bi- biana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Villar Pellice, Villar Perosa, San Secondo di Pinerolo, Torre Pellice, Usseaux, Rorà, Roure, Salza di Pinerolo, San Germano Chisone, San Pietro Val Lemina, Perosa Argentina, Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Praro- stino, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Massello, Fenestrelle, Inverso Pinasca, Ca- vour, Buriasco, Villafranca Piemonte, Osa- sco, Pinerolo, Macello, Garzigliana, Cam- biano, Santena, Trofarello, Riva presso Chieri, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Poirino, Isolabella, Bussoleno, Mattie, Ce- sana Torinese, Chianocco, Chiomonte, Bardonecchia, Borgone Susa, Bruzolo, Condove, Villar Focchiardo, Sant’Antonino di Susa, San Didero, San Giorio di Susa, Susa, Meana di Susa, Venaus, Mompan- tero, Novalesa, Moncenisio, Claviere, Exil- les, Giaglione, Gravere, Sauze Di Cesana, Sauze d’Oulx, Oulx, Sestriere, Salbertrand, Candiolo, Castagnole Piemonte, Airasca, Vinovo, Volvera, Scalenghe, Piobesi Tori- nese, Piscina, None), Milano 1-A (circoscrizioni del Comune di Milano nn. 8, 9, 2, 3; comuni di Rho, Pero, Arese, Bollate, Baranzate, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Bal- samo, Sesto San Giovanni, Cologno Mon- zese, Vimodrone, Segrate, Cernusco sul Naviglio, Pioltello), Milano 1-B (circoscrizioni del Comune di Milano nn. 1, 4, 5, 6, 7; comuni di Cornaredo, Settimo Milanese, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone, Corsico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Ba- siglio, Pieve Emanuele, Opera, Locate di Triulzi, San Giuliano Milanese, San Do- nato Milanese, Peschiera Borromeo), Milano 2 (comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro, Mele- gnano, Vizzolo Predabissi, Dresano, Coltu- rano, Mediglia, Tribiano, Paullo, Panti- gliate, Settala, Rodano, Liscate, Vignate, Melzo, Truccazzano, Cassina de’ Pecchi, Bussero, Carugate, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Pozzuolo Martesana, Bellin- zago Lombardo, Cambiago, Gessate, In- zago, Masate, Cassano d’Adda, Basiano, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Trezzano Rosa, Grezzago, Trezzo sull’Adda, San Co- lombano al Lambro), Milano 3 (comuni di Legnano, Abbia- tegrasso, Parabiago, Garbagnate Milanese, Lainate, Magenta, Senago, Corbetta, Ba- reggio, Nerviano, Cerro Maggiore, Solaro, Rescaldina, Cesate, Busto Garolfo, Cane- grate, Arluno, Sedriano, Castano Primo, Magnago, Gaggiano, Vittuone, Vanzago, Lacchiarella, Inveruno, San Vittore Olona, Cuggiono, Pogliano Milanese, Motta Vi- sconti, Turbigo, Binasco, Pregnana Mila- nese, Robecco sul Naviglio, San Giorgio su Legnano, Arconate, Zibido San Giacomo, Villa Cortese, Marcallo con Casone, Dai- rago, Rosate, Vanzaghello, Casorezzo, Santo Stefano Ticino, Robecchetto con Induno, Buscate, Albairate, Cisliano, No- viglio, Ossona, Boffalora sopra Ticino, Me- sero, Casarile, Vermezzo, Vernate, Bernate Ticino, Bubbiano, Besate, Cassinetta di Lugagnano, Gudo Visconti, Zelo Surrigone, Ozzero, Calvignasco, Morimondo, Nosate), Roma 1-A (municipi del comune di Roma nn. I, II, III, IV, V), Roma 1-B (municipi del comune di Roma nn. VI, VII, VIII, IX), Roma 1-C (municipi del comune di Roma nn. XI, XII, XIII, XIV, XV), Roma 2 (municipio del comune di Roma n. X, comuni di Civitavecchia, An- guillara Sabazia, Bracciano, Cerveteri, Fiu- micino, Ladispoli, Manziana, Santa Mari- nella, Trevignano Romano, Allumiere, Ca- nale Monterano, Tolfa, Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno), Roma 3 (comuni di Monterotondo, Fiano Romano, Capena, Castelnuovo di Porto, Fonte Nuova, Mazzano Romano, Mentana, Monteflavio, Moricone, Morlupo, Nerola, Riano, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina, Campagnano di Roma, Civitella San Paolo, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Montelibretti, Montorio Romano, Nazzano, Palombara Sabina, Ponzano Romano, Rignano Flaminio, San- t’Angelo Romano, Tivoli, Agosta, Anticoli Corrado, Arsoli, Castel Madama, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Gerano, Guidonia Montecelio, Jenne, Marcellina, Pisoniano, Poli, Rio- freddo, Rocca Canterano, Roiate, Roviano, San Gregorio da Sassola, Sambuci, Vico- varo, Affile, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Licenza, Mandela, Marano Equo, Percile, Rocca Santo Stefano, Roccagio- vine, San Polo dei Cavalieri, Saracinesco, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Velletri, Albano Laziale, Ariccia, Artena, Castel Gandolfo, Ciampino, Ma- rino, San Vito Romano, Valmontone, Bel- legra, Carpineto Romano, Castel San Pie- tro Romano, Cave, Colleferro, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Genzano di Roma, Gorga, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Montelanico, Nemi, Olevano Romano, Pa- lestrina, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Segni, Zaga- rolo),Napoli 1 (comune di Napoli), Napoli 2-A (comuni di Giugliano in Campania, Pozzuoli, Casoria, Afragola, Marano di Napoli, Acerra, Casalnuovo di Napoli, Pomigliano d’Arco, Quarto, Cai- vano, Melito di Napoli, Arzano, Mugnano di Napoli, Sant’Antimo, Villaricca, Fratta- maggiore, Qualiano, Cardito, Ischia, Casa- vatore, Grumo Nevano, Forio, Brusciano, Frattaminore, Casandrino, Monte di Pro- cida, Calvizzano, Crispano, Procida, Ba- rano d’Ischia, Casamicciola Terme, Ca- stello di Cisterna, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Bacoli)

    Napoli 2-B (comuni di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, Nola, Marigliano, Gra- gnano, Boscoreale, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Pompei, Ottaviano, Volla, Poggiomarino, Vico Equense, San- t’Antonio Abate, Cercola, Terzigno, Sor- rento, Saviano, Palma Campania, Massa Lubrense, Pollena Trocchia, Piano di Sor- rento, Cicciano, Santa Maria la Carità, San Gennaro Vesuviano, Boscotrecase, San Se- bastiano al Vesuvio, Trecase, Sant’Agnello, Striano, Meta, Mariglianella, Agerola, Ci- mitile, Rocca Rainola, Capri, Anacapri, San Vitaliano, Lettere, Pimonte, Scisciano, Massa di Somma, Camposano, Visciano, Casola di Napoli, Tufino, San Paolo Bel Sito, Casamarciano, Carbonara di Nola, Comiziano, Liveri)

    1. 2. Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzo- lino.

    Sostituirlo con il seguente:

    ART. 1.

    (Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati).

    1. L’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presi- dente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di se- guito denominato « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è so- stituito dal seguente:

    «ART. 1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attri- buito a liste di candidati concorrenti in collegi plurinominali. 2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella ta- bella “A” allegata al presente testo unico. Per la presentazione delle candidature e per l’assegnazione dei seggi ai candidati, ciascuna circoscrizione è ripartita nei col- legi plurinominali indicati nella tabella “B” allegata al presente testo unico. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo quanto disposto dall’articolo 2, l’as- segnazione dei seggi alle liste e coalizioni di liste nel territorio nazionale effettuata dall’Ufficio centrale nazionale, a norma degli articoli 77, 83 e 84, con l’eventuale attribuzione di un premio di maggioranza, a seguito del primo turno di votazione qualora una lista abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al trentacinque per cento del totale nazio- nale, ovvero a seguito di un turno di ballottaggio ai sensi dell’articolo 83 ».

    2. All’articolo 2 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto in fine il seguente comma:

    « 2. La circoscrizione Trentino-Alto Adige è costituita in otto collegi uninomi- nali determinati ai sensi dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277. La restante quota di seggi spettanti alla cir- coscrizione è attribuita con il metodo del

    recupero proporzionale, secondo le norme contenute nel titolo VI del presente testo unico ».

    3. L’articolo 3 del « decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 3. – 1. L’assegnazione del nu- mero dei seggi alle singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, è effettuata, sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più re- cente pubblicazione ufficiale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contestualmente al decreto di convoca- zione dei comizi. 2. Con il medesimo decreto di cui al comma1èdeterminato,perciascuna circoscrizione, il numero di seggi da at- tribuire nei collegi plurinominali di cui alla Tabella “B” sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della po- polazione, riportati dalla più recente pub- blicazione ufficiale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno; 3. Salvo quanto disposto dall’articolo 2, i seggi spettanti alla circoscrizione ai sensi del comma 1 sono assegnati in collegi plurinominali nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze deri- vanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale. 4. Fatto salvo quanto stabilito ai sensi del comma 3, i collegi plurinominali sono costituiti nell’ambito di ciascuna circoscri- zione sulla base dei criteri e dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277.

    4. All’articolo 4, comma 2, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono aggiunte in fine le seguenti parole: « e il cognome e il nome dei relativi candidati ».

    5. All’articolo 11 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto in fine il seguente periodo: « Il decreto stabilisce che l’eventuale ballottag- gio dovrà tenersi nella seconda domenica successiva a quella di convocazione dei comizi »; 6. L’articolo 13 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 13. – Presso la Corte d’appello o il Tribunale nella cui giurisdizione è il Comune capoluogo della regione è costi- tuito, entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l’Ufficio centrale circoscrizionale, compo- sto da tre magistrati, dei quali uno con funzioni di presidente, scelti dal Presi- dente della Corte d’appello o del Tribu- nale ».

    7. All’articolo 14, comma primo del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le se- guenti modificazioni:

    a) dopo le parole « liste di candidati » sono aggiunte le seguenti « nei collegi plu- rinominali »;

    b) le parole « le liste medesime nelle singole circoscrizioni » sono sostituite dalle seguenti « le liste medesime nei singoli collegi plurinominali ».

    8. All’articolo 14-bis sopprimere i commi 1, 2 ed il secondo periodo del comma 3. 9. Dopo l’articolo 14-bis del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è aggiunto il seguente:

    «ART. 14-ter. – 1. In caso di ballot- taggio, fra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti fra liste presentate al primo turno con le due liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo ».

    10. All’articolo 18-bis del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del

    1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    a) il primo periodo del comma 1, è sostituito dal seguente: « La presentazione delle liste di candidati per l’attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali deve essere sottoscritta da almeno 1500 e da non più di 2000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni ricompresi nei mede- simi collegi, o in caso di collegi ricompresi in un unico comune, iscritti alle sezioni elettorali di tali collegi ».

    b) al comma 2 sopprimere il secondo periodo; c) il comma 3 è sostituito dal se- guente:

    « 3. Ogni lista, all’atto della presen- tazione, è composta da un elenco di can- didati, presentati secondo un ordine nu- merico. La lista è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al collegio plu- rinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio plurinominale. A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di cia- scuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotonda- mento all’unità superiore, nella succes- sione interna delle liste nei collegi pluri- nominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo ge- nere ».

    11. All’articolo 19 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, il primo periodo è sostituito dal seguente: « Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale »; 12. Al comma 1 dell’articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: « Le liste dei candidati » sono sostituite dalle seguenti: « Le liste dei candidati nei collegi pluri- nominali » e le parole « indicati nella Ta- bella A, allegata al presente testo unico, » sono sostituite dalle seguenti: « del capo- luogo della regione »;

    13. All’articolo 22 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) al comma 1, numero 3) le parole da « riduce al limite prescritto » sino a fine periodo sono sostituite dalle seguenti: « ri- duce al limite prescritto le liste contenenti un numero di candidati superiore a quello stabilito al comma 3 dell’articolo 18-bis, cancellando gli ultimi nomi e dichiara non valide le liste contenenti un numero di candidati inferiore a quello stabilito al comma 3 dell’articolo 18-bis o quelle che non presentano i requisiti di cui al terzo periodo del medesimo comma »;

    b) al comma 1, dopo il numero 7) è aggiunto il seguente:

    « 7-bis) comunica i nomi dei can- didati di ciascuna lista all’Ufficio centrale nazionale, il quale verifica la presenza di candidati inclusi in più liste e comunica i loro nomi agli Uffici centrali circoscrizio- nali; ai sensi dell’articolo 19, gli uffici centrali circoscrizionali contattano imme- diatamente i delegati di ciascuna lista interessata ai fini dell’accertamento e pro- cedono ai sensi dell’articolo 22 per le eventuali modifiche nella composizione delle liste dei collegi plurinominali ».

    14. All’articolo 24 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) al comma 1, numero 2), secondo periodo, dopo le parole: « I contrassegni di ciascuna lista, » sono aggiunte le seguenti: « e i nominativi dei relativi candidati »;

    b) al comma 1, numero 4) sostituire le parole: « alla prefettura capoluogo della circoscrizione » con le parole: « alla pre- fettura del comune capoluogo di regione ».

    15. All’articolo 31 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Nella scheda sono al- tresì riportati, per ciascun contrassegno di

    lista, il cognome ed il nome dei relativi candidati nel collegio plurinominale »;

    b) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: « 2-bis. In caso di svolgimento del ballottaggio, nella scheda unica nazio- nale sono riprodotti i contrassegni delle liste ammesse al ballottaggio in due di- stinti rettangoli ».

    16. Il comma 1 dell’articolo 48 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:

    « 1. Il presidente, gli scrutatori e il segretario del seggio votano, previa esibi- zione del certificato elettorale, nella se- zione presso la quale esercitano il loro ufficio, anche se siano iscritti come elettori in altra sezione o in altro comune. I rappresentanti delle liste votano nella se- zione presso la quale esercitano le loro funzioni purché siano elettori del collegio plurinominale. I candidati possono votare in una qualsiasi delle sezioni del collegio plurinominale, dove sono proposti, presen- tando il certificato elettorale. Votano, inol- tre, nella sezione presso la quale eserci- tano il loro ufficio, anche se risultino iscritti come elettori in altra sezione o in qualsiasi altro comune del territorio na- zionale, gli ufficiali e gli agenti della forza pubblica in servizio di ordine pubblico ».

    17. All’articolo 83 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    a) al comma 1, i numeri da 1) a 9) sono sostituiti dai seguenti:

    « 1) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno, compresi i voti espressi in favore di candidati nei collegi uninominali della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige secondo le modalità stabilite dal titolo VI; 2) individua quindi le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi nonché le liste rappresentative di mino- ranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in collegi plurinominali in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali mi- noranze linguistiche, che abbiano conse- guito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso dei collegi plurino- minali della regione medesima; 3) tra le liste di cui al numero 2), procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tale fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna lista di cui al numero 2) per il numero dei seggi da attribuire, escluso il seggio corrispondente al collegio uninominale della Valle d’Aosta, ottenendo così il quoziente elettorale na- zionale. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista per tale quo- ziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono ri- spettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la mag- giore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio; 4) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della singola lista con la mag- giore cifra elettorale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corrisponda ad almeno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi; 5) qualora la verifica di cui al numero 4) abbia dato esito positivo e la lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 18 punti percen- tuali, ad essa viene ulteriormente attri- buito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza, ma in ogni caso non più di quanti siano sufficienti per

    arrivare al totale di 340 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta lista; 6) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti seggi, in nu- mero pari alla differenza tra 617 e il totale dei seggi assegnati alla lista con la mag- giore cifra elettorale nazionale ai sensi del numero 5), tra le altre liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di minoranza. Nell’ef- fettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quo- ziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il nu- mero di seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divi- sioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale na- zionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio; 7) l’Ufficio procede quindi alla di- stribuzione dei seggi assegnati alle varie liste di cui al numero 3, e al numero 5) prima nelle singole circoscrizioni e poi nei collegi plurinominali di ciascuna circoscri- zione. A tale fine, (’Ufficio procede come segue:

    a) per ogni circoscrizione, somma le cifre elettorali circoscrizionali delle sole liste ammesse al riparto ottenendo così la cifra elettorale circoscrizionale di lista; divide quindi il totale delle cifre elettorali circoscrizionali di lista per il numero dei seggi spettanti alla circoscrizione, aumen- tato di una unità. La parte intera del risultato della divisione costituisce il quo- ziente elettorale circoscrizionale;

    b) per ogni circoscrizione, divide la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista per il quoziente elettorale circoscri- zionale, ed assegna ad ogni lista il numero di seggi corrispondente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi che restano non attribuiti costituiscono seggi residui, da assegnarsi a norma della suc- cessiva lettera e);

    c) determina quindi la cifra elettorale residuale di ogni lista, pari alla differenza tra la rispettiva cifra elettorale circoscri- zionale ed il prodotto del quoziente elet- torale circoscrizionale per il numero di seggi assegnati ai sensi delle lettere a),eb). Sono da considerare cifra elettorale resi- duale anche le cifre elettorali circoscrizio- nali di liste che non abbiano conseguito seggi ai sensi delle lettere a) e b);

    d) verifica, per ciascuna lista, il nu- mero di seggi assegnati a quoziente intero nelle singole circoscrizioni ai sensi delle lettere a) e b). Se tale numero supera quello dei seggi spettanti in base alle determinazioni di cui al numero 3) per le liste singole e di cui al numero 5) toglie i seggi in eccedenza; i seggi eccedenti sono sottratti alle liste a partire da quelle circoscrizioni che hanno avuto assegnati più seggi, seguendo l’ordine decrescente del numero dei seggi assegnati ad ognuna. In caso di parità di seggi assegnati, la sottrazioneèacaricodellalistacheha riportato un numero di voti validi infe- riore in cifra assoluta. I seggi così recu- perati sono assegnati come seggi residui, secondo le disposizioni di cui alla lette- ra e);

    e) dispone in un’unica graduatoria nazionale decrescente le cifre elettorali residuali di cui alla lettera c), e ripartisce tra le liste i seggi residui, in corrispon- denza alle maggiori cifre elettorali resi- duali, entro il numero dei seggi attribuiti ad ogni circoscrizione, fino a raggiungere per ciascuna lista il numero di seggi as- segnati ai sensi del numero 3) ovvero del numero 5). L’assegnazione dei seggi resi- dui viene condotta a partire dalla lista ammessa al riparto dei seggi con la minor cifra elettorale nazionale. Qualora a se- guito delle predette operazioni non ven- gano ripartiti tutti i seggi spettanti a ciascuna lista, i seggi residui sono ripartiti, entro il numero dei seggi assegnati ad ogni circoscrizione, a partire dalla circoscri-

    zione in cui la lista abbia ottenuto il minor numero di voti validi in cifra assoluta e proseguendo secondo la graduatoria cre- scente del numero dei voti validi riportati dalla stessa lista nelle altre regioni;

    f) determina il numero dei seggi spet- tanti complessivamente ad ognuna delle liste in ciascuna circoscrizione, sommando per ciascuna i seggi già assegnati ai sensi della lettera b) e i seggi residui spettanti ai sensi della lettera e). Qualora la circoscri- zione sia costituita da un unico collegio plurinominale, per ciascuna lista il nu- mero di seggi così determinato corri- sponde a quello infine assegnato nella circoscrizione medesima;

    g) qualora la circoscrizione sia costi- tuita da più di un collegio plurinominale, distribuisce i seggi assegnati alle liste ai sensi della lettera f) tra i collegi plurino- minali della circoscrizione. A tal fine, per ciascuna lista divide la cifra elettorale circoscrizionale per il numero di seggi spettanti, ottenendo così il quoziente elet- torale circoscrizionale di lista. Per ogni collegio plurinominale divide quindi la cifra elettorale della lista nel collegio plu- rinominale per il quoziente elettorale cir- coscrizionale di lista, ed assegna alla lista medesima il numero di seggi corrispon- dente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi residui sono attribuiti alla lista nei collegi plurinominali della circo- scrizione in cui corrispondono, nell’ordine, le rispettive cifre residuali più alte, date dalla differenza tra la cifra elettorale cir- coscrizionale ed il prodotto del quoziente elettorale circoscrizionale di lista per il numero di seggi già assegnati alla lista medesima a quoziente intero;

    « 8 ) Qualora la verifica di cui al numero 4) abbia dato esito positivo e la singola lista con la maggiore cifre eletto- rale nazionale abbia già conseguito ai sensi del numero 3) una quota di seggi superiore a 340 si procede direttamente all’attribu- zione dei seggi ai sensi dei numeri 3), 6) e 7);

    b) il comma 2 è sostituito dal se- guente:

    « 2. Qualora lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 abbia conseguito più di 340 seggi in seguito all’attribuzione del premio di maggioranza, ad essa viene sottratto il numero di seggi necessario per raggiun- gere tale consistenza. In tale caso l’Ufficio assegna 340 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista e ripartisce propor- zionalmente i restanti 277 seggi tra le altre liste di cui al comma 1, numero 2). A tal fine procede ai sensi dei comma 1, numeri 5), 6), e 7) »;

    c) il comma 3 è sostituito dal se- guente:

    « 3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 3) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di ballottaggio fra le liste che abbiano ottenuto al primo turno le due maggiori cifre elettorali nazionali, calcolate ai sensi del comma 1, numero 1). I seggi vengono assegnati secondo le se- guenti modalità:

    1) alla lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di bal- lottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi, in tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determi- nato alla suddetta lista. Divide quindi la cifra elettorale nazionale della lista per il nuovo totale dei seggi assegnati, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale di maggioranza; 2) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 290 seggi, tra le altre liste di cui al comma 1, numero 2). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, otte- nendo il quoziente elettorale nazionale di minoranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte fra- zionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna lista per tale quo- ziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono ri- spettivamente assegnati alte liste per le

    quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la mag- giore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio. 3) ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste, l’Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numero 7). A tale fine, in luogo del quoziente elettorale nazionale, utilizza il quoziente elettorale nazionale di maggioranza per la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi al turno di ballottaggio e il quoziente elettorale na- zionale di minoranza per le altre liste. d) i commi 4 e 5 sono abrogati; e) il comma 6 è sostituito dal se- guente: « 6. L’Ufficio centrale nazionale provvede a comunicare ai singoli uffici centrali circoscrizionali il numero dei seggi assegnati a ciascuna lista nei collegi plurinominali della circoscrizione ».

    18. L’articolo 85 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato. 19. La rubrica del TITOLO VI è sosti- tuita dalla seguente: « Disposizioni speciali per le circoscrizioni Valle d’Aosta e Tren- tino-Alto Adige ». 20. All’articolo 93, dopo il comma terzo, è aggiunto il seguente: « Ai fini di cui all’articolo 83, comma 1, numero 3), l’Uf- ficio centrale elettorale comunica all’Uffi- cio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale di ciascun candidato e il totale dei voti validi nel collegio. ». 21. Dopo l’articolo 93, sono inseriti i seguenti: «ART. 93-bis 1. Con il decreto di cui all’articolo3èdeterminatoilnumerodei seggi spettanti alla regione Trentino-Alto Adige non assegnati nei collegi uninomi- nali. 2. La presentazione delle candidature nei collegi uninominali è fatta per singoli candidati i quali si collegano ad una lista circoscrizionale che concorre alla assegna- zione dei seggi in ragione proporzionale, alla quale gli stessi aderiscono con l’ac- cettazione della candidatura. La dichiarazione di collegamento deve essere accom- pagnata dall’accettazione scritta del rap- presentante, di cui all’articolo 17, incari- cato di effettuare il deposito della lista a cui il candidato nel collegio uninominale si collega. Nella dichiarazione di collega- mento il candidato indica il contrassegno che accompagna il suo nome e il suo cognome sulla scheda elettorale. Nessun candidato può accettare la candidatura in più di un collegio. La candidatura della stessa persona in più di un collegio è nulla. Nessuna candidatura nei collegi uni- nominali può essere collegata a più di una lista circoscrizionale. Per ogni candidato nei collegi uninominali deve essere indi- cato il cognome, il nome, il luogo e la data di nascita, il collegio uninominale per il quale viene presentato e, il contrassegno tra quelli depositati presso il Ministero dell’interno che lo contraddistingue, non- ché la lista circoscrizionale alla quale il candidato si collega ai fini del comma 2 dell’articolo 93-quater. La dichiarazione di presentazione dei candidati nei collegi uni- nominali deve contenere l’indicazione dei nominativi di due delegati effettivi e di due supplenti. 3. I partiti o i gruppi politici orga- nizzati, che intendono presentare liste cir- coscrizionali che concorrono alla assegna- zione dei seggi in ragione proporzionale, debbono collegarsi ad una candidatura in uno o più collegi uninominali. Nessuna lista può essere collegata a più di una candidatura nel medesimo collegio unino- minale. All’atto della presentazione della lista i presentatori indicano il contrasse- gno, ovvero i contrassegni delle candida- ture uninominali cui la lista è collegata e la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato che la presenta. 4. La dichiarazione di presentazione delle liste circoscrizionali che concorrono alla assegnazione dei seggi in ragione pro- porzionale deve essere sottoscritta da al- meno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nella circoscrizione. Ciascuna li- sta deve comprendere un numero di can- didati non inferiore a due terzi e non superiore al numero dei seggi di cui al

    comma 1. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il nu- mero delle sottoscrizioni della lista è ri- dotto della metà. La dichiarazione di pre- sentazione delle candidature nei collegi uninominali deve essere sottoscritta da almeno 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni del collegio. 5. La presentazione delle liste circo- scrizionali e delle candidature nei collegi uninominali è effettuata insieme al depo- sito del relativo contrassegno, presso la cancelleria della corte d’appello di Trento. Insieme con le liste dei candidati o le candidature nei collegi uninominali de- vono essere presentati gli atti di accetta- zione delle candidature, i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati e la dichiarazione di presentazione delle candidature nei collegi uninominali e della lista dei candidati firmata, anche in atti separati, dal prescritto numero di elettori; alle candidature nei collegi uninominali deve essere allegata la dichiarazione di collegamento e la relativa accettazione di cui al comma 2.

    «ART. 93-ter 1. L’elettore esprime un unico voto per il candidato prescelto nel collegio uninominale. Il voto espresso in favore del candidato nel collegio uninomi- nale è un voto espresso anche in favore della lista circoscrizionale a questo colle- gata. 2. Il modello di scheda per l’elezione nei collegi uninominali della circoscrizione Trentino-Alto Adige è quello previsto dalla tabella G allegata alla legge 13 marzo 1980, n. 70, e successive modificazioni; 3. L’elettore vota tracciando un unico segno sul nome del candidato nel collegio uninominale, ovvero sul relativo contras- segno.

    «ART. 93-quater 1. L’ufficio elettorale regionale procede, con l’assistenza del can- celliere, alle seguenti operazioni:

    a) effettua lo spoglio delle schede eventualmente inviate dalle sezioni;

    b) somma i voti ottenuti da ciascun candidato nelle singole sezioni, come ri- sultano dai verbali;

    c) determina la cifra elettorale circo- scrizionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti validi ottenuti nei collegi uninominali dai candidati col- legati con la lista ai sensi del comma 2 dell’articolo 93-bis.

    2. Il presidente dell’ufficio elettorale regionale, in conformità ai risultati accer- tati, proclama eletto per ciascun collegio il candidato che ha ottenuto il maggior nu- mero di voti validi. In caso di parità di voti, è proclamato eletto il candidato più anziano di età (49). 3. Per l’assegnazione dei seggi in ra- gione proporzionale, l’ufficio elettorale re- gionale divide la cifra elettorale di cia- scuna lista successivamente per uno, due, … sino alla concorrenza del numero dei deputati da eleggere, scegliendo quindi, fra i quozienti così ottenuti, i più alti in numero eguale ai senatori da eleggere, disponendoli in una graduatoria decre- scente. I seggi sono assegnati alle liste in corrispondenza ai quozienti compresi in questa graduatoria. A parità di quoziente il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la minore cifra elettorale. Se ad una lista spettano più seggi di quanti sono i suoi candidati, i seggi esuberanti sono distribuiti secondo l’ordine della gradua- toria di quoziente. 4. L’ufficio elettorale regionale pro- clama quindi eletti, in corrispondenza ai seggi attribuiti ad ogni lista, i candidati della lista medesima secondo l’ordine in cui essi si succedono. 5. Ai fini di cui all’articolo 83, comma 1, numero 3), l’Ufficio centrale elettorale comunica all’Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale di ciascuna lista circoscrizionale, la cifra elettorale di ciascun candidato nei collegi uninominali e il totale dei voti validi nella circoscrizione. I voti espressi in favore di un candidato nel collegio uni- nominale che sono computati nella cifra elettorale della lista circoscrizionale cui la

    candidatura è collegata, non sono compu- tati in sede nazionale in favore di alcuna lista, anche se contraddistinta con il me- desimo contrassegno. 6. I seggi attribuiti nella circoscrizione Trentino-Alto Adige sono computati, se- condo le rispettive assegnazioni, nei nu- meri che ai sensi dell’articolo 83 determi- nano l’assegnazione del premio di maggio- ranza ».

    1. 3. Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Dieni, Fraccaro, Lombardi, Nuti, Toni- nelli, Grillo.

    Sostituire i commi 1, 2, 3 e 4 con i seguenti:

    1. L’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Ca- mera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di seguito denominato « decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente: modificazioni:

    «ART. 1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, espresso in favore di candidati in collegi uninomi- nali e di liste concorrenti nelle circoscri- zioni. 2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella ta- bella “A” allegata al presente testo unico, in ciascuna delle quali sono eletti non più di 16 deputati. La metà dei seggi assegnati a ciascuna circoscrizione del territorio nazionale, con arrotondamento all’unità inferiore, è attribuita al candidato che ha riportato il maggior numero di voti in ciascuno dei collegi uninominali nei quali è ripartita la circoscrizione medesima; i seggi restanti sono attribuiti ai candidati inclusi nelle liste concorrenti nella circo- scrizione che hanno riportato il maggior numero di voti di preferenza e ai candidati nei collegi uninominali della circoscrizione che hanno riportato le maggiori cifre in- dividuali, a norma degli articoli 77, 83 e 84. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo quanto disposto dall’articolo 2, l’assegnazione dei seggi alle liste e coalizioni di liste nel territorio nazionale è effettuata dall’ufficio centrale nazionale in ragione proporzionale nel collegio unico nazionale, a norma degli articoli 77, 83 e 84, con l’eventuale attri- buzione di un premio di maggioranza, a seguito del primo turno di votazione qua- lora una lista o una coalizione di liste abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al trentacinque per cento del totale nazionale, ovvero a seguito di un turno di ballottaggio ai sensi dell’articolo 83. ».

    2. L’articolo 3 del « decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 3. – 1. L’assegnazione del nu- mero dei seggi alle singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, è effettuata, sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più re- cente pubblicazione ufficiale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contemporaneamente al decreto di convo- cazione dei comizi. 2. Con il medesimo decreto di cui al comma 1 sono determinati, nell’ambito di ciascuna circoscrizione del territorio na- zionale, i collegi uninominali in numero pari alla metà, con arrotondamento al- l’unità inferiore, dei seggi attribuiti alla circoscrizione ai sensi del comma 1. ».

    3. All’articolo 4 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 » il comma 2 è sostituito dal seguente:

    « 2. Ogni elettore dispone di: a) un voto unico che esprime per l’elezione del candidato nel collegio uninominale e, in- sieme, per la lista circoscrizionale con la quale il candidato prescelto è collegato; b) uno o due voti di preferenza da esprimere in favore di candidati presenti nella lista circoscrizionale prescelta; nel caso di espressione di due preferenze, esse devono

    riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della se- conda preferenza.

    Conseguentemente:

    all’articolo 1 sopprimere il comma 6;

    all’articolo 1, il comma 7 è sostituito dal seguente: 7. All’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 sono apportate le seguenti modifica- zioni:

    1) al primo comma, dopo le parole: « che intendono presentare » sono inserite le seguenti: « candidature nei collegi uni- nominali e »;

    2) al primo comma, dopo le parole: « dichiarano di voler distinguere » sono inserite le seguenti: « le candidature e »;

    all’articolo 1, i commi 9, 10, 11, 12, 13, 14 e 15 sono sostituiti dai seguenti:

    9. All’articolo 17 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », comma 1, prima delle parole: « della lista di candidati » premettere le seguenti: « delle candidature nei collegi uninominali e »; 10. All’articolo 18-bis del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 »;

    a) il primo periodo del comma 1 è sostituito dal seguente: « La presentazione delle candidature nei collegi uninominali è effettuata a livello circoscrizionale, unita- mente alla presentazione della lista alla quale esse sono collegate con l’accetta- zione di candidatura, e deve essere sotto- scritta da non meno di 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi in circoscrizioni con popolazione sino ad un milione di abitanti e da 1.500 e da non più di 2.000 elettori di comuni compresi in circoscrizioni con popolazione superiore ad un milione di abitanti. »;

    b) il comma 3 è sostituito dai se- guenti:

    « 3. Ogni lista, all’atto della presen- tazione, è composta da un elenco di can- didati, presentati secondo un determinato ordine. La lista è formata da un numero di candidati non inferiore ad un terzo e non superiore alla metà dei seggi assegnati alla circoscrizione, con arrotondamento all’unità superiore. I candidati successivi al primo devono essere presentati in ordine alternato di genere. Per ogni candidato devono essere indicati il nome, cognome, luogo e data di nascita e, per i candidati nei collegi uninominali, il collegio per il quale viene presentato. Per le candidate donne può essere indicato il solo cognome proprio o può essere aggiunto il cognome del marito. 4. Nessun candidato può dichiarare il collegamento con più di una lista cir- coscrizionale, né accettare la candidatura in più di un collegio, anche se di circo- scrizioni diverse. La candidatura della stessa persona in più di un collegio è nulla. È altresì nulla la candidatura nei collegi uninominali qualora nella mede- sima circoscrizione non è presentata, ov- vero è ricusata, la lista circoscrizionale cui essi hanno dichiarato di collegarsi. È am- messa la candidatura in un collegio uni- nominale e in una lista circoscrizionale contraddistinta con il medesimo contras- segno ».

    11. All’articolo 19 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », dopo il primo periodo, sono inseriti i seguenti: « Pena la nullità dell’elezione, nessun candidato può essere incluso in più liste con diverso contrassegno né in liste di più circoscrizioni anche se con il mede- simo contrassegno. »; 12. All’articolo 22 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 »:

    a) al primo comma, dopo le parole « termine stabilito per la presentazione » sono inserite le seguenti: « delle candida- ture nei collegi uninominali e »;

    b) al primo comma, capoverso, n. 1) e capoverso, n. 2), dopo fa parola « ri- cusa » sono inserite le seguenti: « le can- didature nei collegi uninominali e »;

    c) al primo comma, capoverso, n. 3), dopo le parole « verifica se » sono inserite le seguenti: « le candidature nei collegi uninominali e »;

    d) al primo comma, capoverso, n. 3), dopo le parole « stabilito al comma 2 dell’articolo 18-bis » sono sostituite dalle seguenti: « stabilito al comma 3 dell’arti- colo 18-bis »;

    e) al primo comma, capoverso, n. 4), alle parole « cancella dalle liste i nomi dei candidati » sono premesse le seguenti: « di- chiara non valide le candidature nei col- legi uninominali e »;

    f) al primo comma, capoverso, n. 5), alle parole « cancella dalle liste i nomi dei candidati » sono premesse le seguenti: « di- chiara non valide le candidature nei col- legi uninominali e »;

    g) al primo comma, capoverso, dopo il numero 6), sono aggiunti i seguenti numeri:

    « 7) dichiara non valide le candi- dature nei collegi uninominali di candidati già presentatisi in altro collegio; 8 ) dichiara non valide le candida- ture nei collegi uninominali di candidati che abbiano dichiarato il collegamento con più di una lista circoscrizionale e non valide le candidature uninominali di can- didati che non risultino collegati a una lista circoscrizionale validamente presen- tata; 9) verifica se la successione delle candidature nelle liste rispetta l’ordine di genere prescritto dal comma 3 dell’articolo 18-bis. Qualora le candidature della lista non rispettino tale ordine, l’Ufficio cen- trale circoscrizionale modifica l’ordine delle candidature e, se necessario, can- cella, partendo dal basso, le candidature del genere eccedente fino a conseguire il rispetto del criterio dell’alternanza di ge- nere. È inammissibile la lista in cui siano assenti candidati di uno dei due generi ».

    h) al secondo comma, dopo le parole « I delegati » sono inserite le seguenti: « dei candidati nei collegi uninominali e ».

    13. L’articolo 24 del « decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente: « ART. 24. – 1. L’Ufficio centrale circoscrizionale, non ap- pena scaduto il termine stabilito per la presentazione dei ricorsi o, nel caso in cui sia stato presentato reclamo, non appena ricevuta la comunicazione della decisione dell’ufficio centrale nazionale, compie le seguenti operazioni:

    1) stabilisce, mediante sorteggio da effettuare alla presenza dei delegati dette liste e dei candidati nei collegi uninomi- nali, appositamente convocati, il numero d’ordine da assegnare a ciascuna lista nella scheda elettorale e nei manifesti. I candidati nei collegi uninominali sono ri- portati sulle schede e sul manifesto del relativo collegio secondo l’ordine risultato dal sorteggio; il contrassegno di ogni can- didato è riportato sulle schede di vota- zione e sui manifesti, accanto al nomina- tivo del candidato stesso. Qualora in un collegio uninominale non sia presente un candidato collegato ad una delle liste pre- sentate nella circoscrizione, il contrasse- gno di tale lista è omesso nella scheda di votazione di quel collegio e nei relativi manifesti e la successione dei candidati e dei contrassegni prosegue secondo l’ordine determinato dal sorteggio;

    2) Salvo quanto stabilito dal terzo periodo del numero 1), le liste e il relativo contrassegno sono riportati sui manifesti elettorali secondo l’ordine progressivo ri- sultato dal suddetto sorteggio;

    3) comunica ai delegati di lista e dei candidati nei collegi uninominali le defi- nitive determinazioni adottate;

    4) trasmette immediatamente alla prefettura-ufficio territoriale del Governo capoluogo della circoscrizione i nominativi dei candidati nei collegi uninominali e le liste ammessi, con i relativi contrassegni, i quali devono essere riprodotti sulle schede di votazione con i colori del contrassegno

    depositato presso il Ministero dell’interno ai sensi dell’articolo 14, per la stampa delle schede medesime e per l’adempi- mento di cui al numero 5);

    5) provvede, per mezzo della prefet- tura ufficio territoriale del Governo capo- luogo della circoscrizione, alla stampa, su distinti manifesti riproducenti i rispettivi contrassegni, dei nominativi dei candidati nei singoli collegi uninominali e delle liste nonché alla trasmissione di essi ai sindaci dei comuni del collegio per la pubblica- zione nell’albo pretorio e in altri luoghi pubblici entro il quindicesimo giorno pre- cedente la data delle elezioni. Tre copie di ciascun manifesto devono essere conse- gnate ai presidenti dei singoli uffici elet- torali di sezione, una per essere lasciata a disposizione dell’ufficio e le altre per l’af- fissione nella sala della votazione. »;

    14. All’articolo 25 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 »:

    a) al primo comma, le parole « due rappresentanti » sono inserite le seguenti: « dei candidati nei collegi uninominali e »;

    b) al terzo comma, dopo le parole: « i delegati di lista » sono inserite le seguenti: « e dei candidati nei collegi uninominali », dopo le parole: « del deposito delle liste dei candidati » sono inserite le seguenti: « e delle candidature nei collegi uninominali » e dopo le parole: « del deposito delle liste » sono inserite le seguenti: « e delle candi- dature nei collegi uninominali »;

    15. All’articolo 26 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », primo comma, dopo le parole: « Il rappresentante di ogni lista di candidati » sono inserite le seguenti: « e delle relative candidature nei collegi uninominali »;

    15-bis. All’articolo 30 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », primo comma:

    a) al numero 4) sono premesse le seguenti parole: « tre copie del manifesto contenente i nominativi dei candidati nei collegi uninominali e »;

    b) al numero 6), le parole: « di lista » sono sostituite dalle seguenti: « dei candi- dati nei collegi uninominali e di lista »;

    15-ter. L’articolo 31 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 31. – 1. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell’interno con le caratteristi- che essenziali del modello descritto nelle tabelle B, B-bis, allegate al presente testo unico e riproducono in fac-simile i con- trassegni di tutte le candidature nei collegi uninominali secondo le disposizioni di cui all’articolo 24; riportano in successione, secondo l’ordine del sorteggio, il cognome e il nome di ciascun candidato nel collegi uninominale con accanto il rispettivo con- trassegno. I contrassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre. A destra del contrassegno sono poste, dall’alto in basso, due linee tratteggiate per l’espressione del voto di preferenza ».

    15-quater. All’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il comma secondo è sostituito dal seguente:

    « 2. L’elettore, senza che sia avvici- nato da alcuno, esprime il voto tracciando, con la matita, sulla scheda un solo segno, comunque apposto, sul rettangolo conte- nente il cognome e nome del candidato preferito e il contrassegno relativo. Per l’espressione del voto di preferenza l’elet- tore scrive nel riquadro dove è compreso il contrassegno, sulle apposite linee trat- teggiate, il cognome e il nome, o il solo cognome, ovvero il nome di notorietà del candidato, ovvero dei due candidati, scelti dalla lista collegata nella circoscrizione al candidato nel collegio uninominale per il quale ha espresso il voto. Qualora l’elet- tore esprima due voti di preferenza, que- sti, pena l’annullamento del secondo voto di preferenza devono essere per candidati di genere diverso. Se il candidato ha due cognomi l’elettore può scrivere uno solo dei due; deve scriverli entrambi se vi è la

    possibilità che altrimenti possa farsi con- fusione fra più candidati. In caso di iden- tità di cognome tra candidati, l’elettore scrive sempre il nome ed il cognome. Se l’elettore non ha indicato alcun contras- segno di lista ma ha espresso il voto di preferenza per candidati compresi nella medesima lista, si intende che ha votato per la lista alla quale appartengono i preferiti. Se l’elettore ha segnato più di un contrassegno, ovvero più candidati nel col- legio uninominale, il voto è nullo e sono comunque inefficaci le eventuali prefe- renze espresse. È nulla la scheda che reca un voto di preferenza per un candidato presente in una lista diversa da quella per la quale l’elettore esprime il voto. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla inumidendone la parte gommata. Di queste operazioni il presidente gli dà preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando in ogni caso le modalità e il numero dei voti di preferenza che l’elet- tore ha facoltà di esprimere ».

    15-quinquies. L’articolo 59 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente: « ART. 59. Una scheda valida per l’elezione del can- didato nel collegio uninominale rappre- senta un voto valido per la lista circoscri- zionale cui questo è collegato »;

    15-sexies. All’articolo 67 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », primo comma, numero 2), dopo le parole « nonché i rappresentanti » sono inserite le seguenti: « dei candidati nei collegi uninominali e »;

    15-septies. All’articolo 68 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 »:

    a) il comma 3 è sostituito dal se- guente:

    « 3. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio. Uno scrutatore de- signato mediante sorteggio estrae succes- sivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presidente. Questi enuncia ad alta voce il cognome e il nome del can- didato al quale è stato attribuito il voto, il contrassegno che lo identifica e la lista circoscrizionale cui questo è collegato. Enuncia successivamente il nome, ovvero i nomi dei candidati ai quali è attribuito il voto di preferenza. Passa quindi la scheda ad altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascun candidato nel collegio uninominale, dei voti di ciascuna lista e dei voti di prefe- renza. È vietato eseguire lo scrutinio dei voti di preferenza separatamente dal voto espresso per il candidato nel collegio uni- nominale e per la lista cui questo è collegato. »;

    b) al comma 3-bis, dopo le parole « proclama ad alta voce i voti di lista » sono inserite le seguenti: « e i voti di preferenza ».

    15-octies All’articolo 75 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », al primo comma, dopo le parole: « dei rappresentanti » sono inserite le se- guenti: « dei candidati nel collegio unino- minale e »;

    15-novies. L’articolo 77 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 77. – 1. L’Ufficio centrale cir- coscrizionale, compiute le operazioni di cui all’articolo 76, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:

    1) determina il totale dei voti validi ottenuti da ciascun candidato nei collegi uninominali e, in conformità ai risultati accertati, proclama eletto in ciascun col- legio uninominale il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi; in caso di parità proclama eletto tra essi il candidato collegato con la lista che ha ottenuto la cifra elettorale circoscrizionale più alta; 2) determina la cifra elettorale cir- coscrizionale di ogni lista. Tale cifra è data

    dalla somma dei voti conseguiti dalla lista nelle singole sezioni elettorali della circo- scrizione; 3) determina la cifra individuale di ciascun candidato nelle liste circoscrizio- nali. Tale cifra è data dalla somma dei voti di preferenza conseguiti dal candidato nella lista circoscrizionale nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione; 4) determina la graduatoria dei candidati della medesima lista disponen- doli nell’ordine decrescente delle rispettive cifre individuali. A parità di cifra indivi- duali prevale il più anziano di età; 5) per ciascun collegio uninominale determina la cifra individuale dei candi- dati non già proclamati eletti ai sensi del numero 1). Tale cifra è data dal numero di voti validi ottenuti dal candidato nel collegio diviso il totale dei voti validi espressi nel collegio medesimo. Per cia- scuna delle liste circoscrizionali cui i can- didati sono collegati, dispone in ordine decrescente le cifre individuali dei rispet- tivi candidati; 6) comunica all’ufficio centrale na- zionale, a mezzo di estratto del verbale, l’elenco dei candidati proclamati nei col- legi uninominali, il totale dei voti validi della circoscrizione e la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista. »;

    15-decies. All’articolo 79 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », commi quinto e sesto, dopo la parola « rappresentanti » sono inserite le seguenti: « dei candidati nei collegi unino- minali e »;

    Al comma 16, lettera a):

    al numero 1), sopprimere le parole da: « compresi i voti » fino alla fine; al numero 2) sostituire le parole: « dei collegi plurinominali » con le se- guenti: « delle circoscrizioni »; al numero 3), lettera a), sostituire le parole: « dei collegi plurinominali com- presi » con le seguenti: « delle circoscri- zioni comprese »; al numero 3), lettera b), sostituire le parole: « in collegi plurinominali » con le seguenti: « in circoscrizioni comprese »;

    dopo il numero 3) inserire il se- guente:

    3-bis) verifica se gli uffici elettorali circoscrizionali abbiano proclamato eletti nei collegi uninominali candidati collegati a liste circoscrizionali non ammesse alla ripartizione dei seggi; in caso positivo, determina il numero totale dei seggi as- segnati da tali proclamazioni e lo sottrae al totale dei seggi da assegnare nelle circoscrizioni del territorio nazionale; il risultato di tale sottrazione, ulteriormente diminuito del seggio da assegnare ai sensi dell’articolo 2, costituisce il numero dei seggi da ripartire in ragione proporzionale tra le liste ammesse. »;

    dopo il comma 4 inserire il seguente:

    4-bis) verifica se, per taluna delle liste alle quali sono assegnati seggi ai sensi del numero 4), gli uffici elettorali circoscri- zionali abbiano proclamato eletti nei col- legi uninominali candidati collegati a tale lista circoscrizionale in numero comples- sivamente superiore al numero dei seggi ad essa assegnati ai sensi del numero 4) e procede, alternativamente, alle seguenti operazioni:

    4-bis.1) se l’esito della verifica è ne- gativo, procede alle ulteriori operazioni di cui ai numeri successivi;

    4-bis.2) se l’esito della verifica è po- sitivo, procede a un nuovo riparto pro- porzionale dei seggi alle liste ammesse escludendo da queste la lista o le liste per le quali la verifica di cui al numero 4-bis) ha dato esito positivo; a tal fine determina il nuovo numero dei seggi da ripartire in ragione proporzionale tra le liste am- messe, sottraendo dal numero dei seggi determinato ai sensi del numero 3-bis) la somma dei seggi complessivamente asse- gnati dagli uffici elettorali circoscrizionali a candidati uninominali collegati alla lista o alle liste per le quali la verifica di cui al numero 4-bis) ha dato esito positivo; ripete quindi le operazioni di cui al numero 4) sostituendo al precedente il nuovo numero dei seggi da ripartire in ragione propor- zionale tra le liste ammesse; nel calcolo

    non sono considerate le cifre elettorali nazionali della lista o delle liste per le quali la verifica di cui al numero 4-bis) ha dato esito positivo. »;

    al numero 10, la lettera g) è sostituita dalla seguente:

    « g) Per ciascuna lista l’Ufficio cen- trale nazionale verifica se in una o più circoscrizioni l’Ufficio elettorale circoscri- zionale abbia proclamato eletti candidati uninominali collegati alla lista in numero superiore a quelli ad essa spettanti nella circoscrizione a seguito dell’assegnazione di cui alla lettera f). In caso positivo, restano confermate le proclamazioni ef- fettuate dall’ufficio elettorale circoscrizio- nale e i seggi eccedentari non sono attri- buiti nella medesima circoscrizione, even- tualmente uno ciascuno, alle altre liste della circoscrizione che non siano ecce- dentarie, partendo dalla lista che ha ot- tenuto fra queste il maggior numero di seggi. Le liste cui non è attribuito il seggio sono considerate liste deficitarie. Corri- spettivamente, per ciascuno dei seggi non attribuiti in quella circoscrizione, l’Ufficio determina la circoscrizione nella quale la lista eccedentaria ha ottenuto il maggior numero di seggi e nella quale abbia otte- nuto voti la corrispondente lista deficita- ria. Per ciascun seggio eccedentario riduce di una unità i seggi spettanti alla lista eccedentaria in quella circoscrizione e au- menta di una unità i seggi spettanti alla lista deficitaria. Nel compimento di queste operazioni l’Ufficio procede partendo dalla lista che ha il maggior numero di seggi eccedentari e procede secondo la relativa graduatoria decrescente. »;

    al numero 16, lettera e), sopprimere le parole: « nei collegi plurinominali ».

    dopo il numero 16 è inserito il seguente:

    16-bis. L’articolo 84 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 84. – 1. Il presidente dell’Ufficio centrale circoscrizionale, ricevute da parte dell’Ufficio centrale nazionale le comunicazioni di cui all’articolo 83, determina per ciascuna lista attributaria di seggi il numero dei seggi ai quali non sono già stati proclamati candidati eletti nei collegi uninominali. Al numero di seggi corri- spondenti al cinquanta per cento di tali seggi, con arrotondamento all’unità supe- riore, proclama eletti i candidati della lista circoscrizionale secondo la graduatoria di cui all’articolo 77, comma 1, numero 4), escludendo i candidati già proclamati eletti ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1). Al restante numero di seggi proclama eletti i candidati nei collegi uni- nominali procedendo, sino a concorrenza dei seggi da assegnare, secondo la gradua- toria decrescente di cui all’articolo 77, comma 1, numero 5). 2. Per ciascun collegio uninominale restano confermate le proclamazioni ef- fettuate ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1).

    Dopo il comma 17 è inserito il seguente:

    « 17-bis. All’articolo 86 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:

    « 1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito nella medesima circoscrizione al candidato che segue nella graduatoria di cui all’articolo 77, comma 1, numero 4). Con la medesima successione è attribuito al candidato della lista cui era collegato il deputato cessato dalla carica il seggio del collegio uninominale qualora esso rimanga vacante per qualsiasi causa. 2. Si applicano, quando ne ricorrono le circostanze, le disposizioni di cui all’arti- colo 84. ».

    1. 4. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Sostituire il comma 1 con il seguente:

    1. L’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto della Pre- sidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di se-

    guito denominato « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è so- stituito dal seguente:

    «ART. 1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attri- buito a liste di candidati concorrenti in collegi plurinominali. 2. Il territorio nazionale è diviso in circoscrizioni elettorali corrispondenti alle province, come indicato nella tabella « A ». Per la presentazione delle candidature e per l’assegnazione dei seggi ai candidati, in ciascuna circoscrizione è istituito un col- legio plurinominale corrispondente alla provincia con l’eccezione delle province di Torino, Milano, Roma e Napoli, suddivise in più collegi plurinominali, come indicato nella tabella « B » allegata al presente testo unico ».

    Conseguentemente:

    a) al comma 3, capoverso « ART. 3 », sopprimere i commi 3 e 4;

    b) sostituire le tabelle allegate A e B Camera con le seguenti:

    « Tabella A

    CIRCOSCRIZIONI PROVINCIALI

    Aosta, Novara, Cuneo, Asti, Torino, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Biella, Lodi, Brescia, Bergamo, Monza e Brianza, Como, Pavia, Mantova, Lecco, Varese, Cremona, Milano,

    Sondrio, Trento, Bolzano, Treviso, Verona, Padova, Vicenza, Venezia, Belluno, Rovigo, Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste, Imperia, Savona, La Spezia, Genova, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Forli-Cesena, Parma, Modena, Piacenza, Bologna, Ferrara, Prato, Pistoia, Pisa, Arezzo, Siena, Grosseto, Lucca, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Perugia, Terni, Pesaro e Urbino, Macerata, Ancona, Fermo, Ascoli Piceno, Latina, Viterbo, Roma, Rieti, Frosinone, Teramo, Pescara, Chieti,

    L’Aquila, Campobasso, Isernia, Caserta, Salerno, Avellino, Napoli, Benevento, Matera, Potenza, Bari, Barletta-Andria-Trani, Lecce, Taranto, Brindisi, Foggia, Crotone, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Ragusa, Catania, Trapani, Siracusa, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Enna, Olbia-Tempio, Sassari, Cagliari, L’Ogliastra, Oristano, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Medio Campidano,

    Tabella B Camera

    COLLEGI PLURINOMINALI

    Provincia di Aosta, Provincia di Novara, Provincia di Cuneo, Provincia di Asti,

    Torino 1 (comune di Torino),

    Torino 2 (comuni di Caluso, Candia Canavese, Ciconio, Agliè, Barone Canavese, Villereggia, Vische, Torrazza Piemonte, Ve- rolengo, Rondissone, San Giorgio Canavese, Alpignano, Venaria Reale, Pianezza, Caravino, Settimo Rottaro, Cascinette d’Ivrea, Castellamonte, Chiaverano, Al- biano d’Ivrea, Azeglio, Bairo, Bollengo, Borgomasino, Burolo, Vialfrè, Scarmagno, Torre Canavese, Valperga, Vestignè, Strambino, Romano Canavese, Salassa, San Martino Canavese, Palazzo Canavese, Perosa Canavese, Piverone, Maglione, Cos- sano Canavese, San Giusto Canavese, Orio Canavese, Ozegna, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Montanaro, Cuceglio, Fo- glizzo, Chieri, Andezeno, Arignano, Baldi- ssero Torinese, Pavarolo, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, San Mauro Torinese, Casalborgone, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano, Brozolo, Brusasco, Sciolze, Verrua Savoia, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Rivalba, Lauriano, Monteu da Po, Gassino Torinese, Caselle Torinese, Robas- somero, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese, Nole, Ciriè, Canischio, Castel- nuovo Nigra, Ceresole Reale, Chiesanuova, Cintano, Alice Superiore, Alpette, Baldis- sero Canavese, Borgiallo, Brosso, Vico Ca- navese, Vidracco, Vistrorio, Sparone, Strambinello, Trausella, Traversella, Val- prato Soana, Ronco Canavese, Rueglio, San Colombano Belmonte, Parella, Pavone Canavese, Pecco, Pont-Canavese, Prascor- sano, Pratiglione, Quagliuzzo, Ribordone, Lessolo, Locana, Loranzè, Lugnacco, Meu- gliano, Noasca, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Courgnè, Forno Cana- vese, Frassinetto, Ingria, Issiglio, Carema, Andrate, Banchette, Borgofranco d’Ivrea, Settimo Vittone, Tavagnasco, Salerano Ca- navese, Samone, Quassolo, Quincinetto, Montalto Dora, Nomaglio, Fiorano Cana- vese, Ivrea, Cafasse, Cantoira, Casellette, Ceres, Chialamberto, Ala di Stura, Balan- gero, Balme, Villanova Canavese, Viù, Tra- ves, Usseglio, Val della Torre, Vallo Tori- nese, Varisella, San Gillio, Pessinetto, La Cassa, Lanzo Torinese, Lemie, Mathi, Mez- zenile, Monastero Di Lanzo, Coassolo To- rinese, Corio, Druento, Fiano, Germa- gnano, Givoletto, Groscavallo, Grosso, Bar- bania, Bosconero, Busano, Vauda Cana- vese, Rivara, Rivarolo, Canavese, Rivarossa, Rocca Canavese, San Benigno Canavese, San Francesco al Campo, San Ponso, Oglianico, Pertusio, Levone, Lom- bardore, Lusigliè, Favria, Feletto, Front, Settimo Torinese, Mappano, Borgaro To- rinese, Brandizzo, Volpiano, Leini),

    Provincia di Alessandria, P. Verbano Cusio Ossola, Provincia di Vercelli, Provincia di Biella, Provincia di Lodi, Provincia di Brescia, Provincia di Bergamo, Prov. di Monza e Brianza, Provincia di Como, Provincia di Pavia, Provincia di Mantova, Provincia di Lecco, Provincia di Varese, Provincia di Cremona, Milano 1 (circoscrizioni del Comune di Milano nn. 8, 9, 2, 3; comuni di Rho, Pero, Arese, Bollate, Baranzate, Novate Mila- nese, Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Vimo- drone, Segrate, Cernusco sul Naviglio, Pioltello), Milano 2 (circoscrizioni del Comune di Milano nn. (https://mva.la) 1, 4, 5, 6, 7; comuni di Cor- naredo, Settimo Milanese, Cusago, Trez- zano sul Naviglio, Cesano Boscone, Cor- sico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Basi- glio, Pieve Emanuele, Opera, Locate di Triulzi, San Giuliano Milanese, San Do- nato Milanese, Peschiera Borromeo), Milano 3 (comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro, Mele- gnano, Vizzolo Predabissi, Dresano, Coltu- rano, Mediglia, Tribiano, Paullo, Panti- gliate, Settala, Rodano, Liscate, Vignate, Melzo, Truccazzano, Cassina de’ Pecchi, Bussero, Carugate, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Pozzuolo Martesana, Bellin- zago Lombardo, Cambiago, Gessate, In- zago, Masate, Cassano d’Adda, Basiano, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Trezzano Rosa, Grezzago, Trezzo sull’Adda, San Co- lombano al Lambro),

    Milano 3 (comuni di Legnano, Abbia- tegrasso, Parabiago, Garbagnate Milanese, Lainate, Magenta, Senago, Corbetta, Ba- reggio, Nerviano, Cerro Maggiore, Solaro, Rescaldina, Cesate, Busto Garolfo , Cane- grate, Arluno, Sedriano, Castano Primo, Magnago, Gaggiano, Vittuone, Vanzago, Lacchiarella, Inveruno, San Vittore Olona, Cuggiono, Pogliano Milanese, Motta Vi- sconti, Turbigo, Binasco, Pregnana Mila- nese, Robecco sul Naviglio, San Giorgio su Legnano, Arconate, Zibido San Giacomo, Villa Cortese, Marcallo con Casone, Dai- rago, Rosate, Vanzaghello, Casorezzo, Santo Stefano Ticino, Robecchetto con Induno, Buscate, Albairate, Cisliano, No- viglio, Ossona, Boffalora sopra Ticino, Me- sero, Casarile, Vermezzo, Vernate, Bernate Ticino, Bubbiano, Besate, Cassinetta di Lugagnano, Gudo Visconti, Zelo Surrigone, Ozzero, Calvignasco, Morimondo, Nosate), Provincia di Bolzano, Provincia di Treviso, Provincia di Verona, Provincia di Padova, Provincia di Vicenza, Provincia di Venezia, Provincia di Belluno, Provincia di Rovigo, Provincia di Pordenone, Provincia di Udine, Provincia di Gorizia, Provincia di Trieste, Provincia di Imperia, Provincia di Savona, Provincia della Spezia, Provincia di Genova, Provincia di Reggio Emilia, Provincia di Rimini, Provincia di Ravenna, Provincia di Forlì-Cesena, Provincia di Parma, Provincia di Modena, Provincia di Piacenza, Provincia di Bologna, Provincia di Ferrara, Provincia di Prato, Provincia di Pistoia, Provincia di Pisa, Provincia di Arezzo, Provincia di Siena, Provincia di Grosseto, Provincia di Lucca, Provincia di Firenze, Provincia di Livorno, Provincia di Massa-Carrara, Provincia di Perugia, Provincia di Terni, Provincia di Pesaro e Provincia di Ur- bino, Provincia di Macerata, Provincia di Ancona, Provincia di Fermo, Provincia di Ascoli Piceno, Provincia di Latina, Provincia di Viterbo,Roma 1 (municipi del comune di Roma nn. I, II, III, IV, V), Roma 2 (municipi del comune di Roma nn. VI, VII, VIII, IX), Roma 3 (municipi del comune di Roma nn. XI, XII, XIII, XIV, XV), Roma 4 (municipio del comune di Roma n. X, comuni di Civitavecchia, An- guillara Sabazia, Bracciano, Cerveteri, Fiu- micino, Ladispoli, Manziana, Santa Mari- nella, Trevignano Romano, Allumiere, Ca- nale Monterano, Tolfa, Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno), Roma 5 (comuni di Monterotondo, Fiano Romano, Capena, Castelnuovo di Porto, Fonte Nuova, Mazzano Romano, Mentana, Monteflavio, Moricone, Morlupo, Nerola, Riano, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina, Campagnano di Roma, Civitella San Paolo, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Montelibretti, Montorio Romano, Nazzano, Palombara Sabina, Ponzano Romano, Rignano Flaminio, San- t’Angelo Romano, Tivoli, Agosta, Anticoli Corrado, Arsoli, Castel Madama, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Cerano, Guidonia Montecelio, Jenne, Marcellina, Pisoniano, Poli, Rio- freddo, Rocca Canterano, Roiate, Roviano, San Gregorio da Sassola, Sambuci, Vico- varo, Affile, Arcinazzo Romano,Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Licenza, Mandela, Marano Equo, Percile, Rocca Santo Stefano, Roccagiovi- ne,San Polo dei Cavalieri, Saracinesco, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Velletri, Albano Laziale, Ariccia, Artena, Castel Gandolfo, Ciampino, Ma- rino, San Vito Romano, Valmontone, Bel- legra, Carpinete Romano, Castel San Pie- tro Romano, Cave, Colleferro, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Genzano di Roma, Gorga, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Montelanico, Nemi, Olevano Romano, Pa- lestrina, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Segni, Zaga- rolo), Provincia di Frosinone, Provincia di Teramo, Provincia di Pescara, Provincia di Chieti, Provincia dell’Aquila, Provincia di Campobasso, Provincia di Isernia, Provincia di Caserta, Provincia di Salerno, Provincia di Avellino, Napoli 1 (comune di Napoli), Napoli 2 (comuni di Giugliano in Cam- pania, Pozzuoli, Casoria, Afragola, Marano di Napoli, Acerra, Casalnuovo di Napoli, Pomigliano d’Arco, Quarto, Caivano, Me- lito di Napoli, Arzano, Mugnano di Napoli, Sant’Antimo, Villaricca, Frattamaggiore, Qualiano, Cardito, Ischia, Casavatore, Grumo Nevano, Forio, Brusciano, Fratta- minore, Casandrino, Monte di Procida, Calvizzano, Crispano, Procida, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Castello di Cisterna, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Bacoli), Napoli 3 (comuni di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, Nola, Marigliano, Gra- gnano, Boscoreale, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Pompei, Ottaviano, Volla, Poggiomarino, Vico Equense, San- t’Antonio Abate, Cercola, Terzigno, Sor- rento, Saviano, Palma Campania, Massa Lubrense, Pollena, Trocchia, Piano di Sor- rento, Cicciano, Santa Maria la Carità, San Gennaro Vesuviano, Boscotrecase, San Sebastiano al Vesuvio, Trecase, Sant’Agnello, Striano, Meta, Mariglianella, Agerola, Ci- mitile, Roccarainola, Capri, Anacapri, San Vitaliano, Lettere, Pimonte, Scisciano, Massa di Somma, Camposano, Visciano, Casola di Napoli, Tufino, San Paolo Bel Sito, Casamarciano, Carbonara di Nola, Comiziano, Liveri), Provincia di Potenza, Provincia di Bari, P. Barletta-Andria-Trani, Provincia di Lecce, Provincia di Taranto, Provincia di Brindisi, Provincia di Foggia, Provincia di Crotone, Provincia di Reggio Provincia di Cala- bria, Provincia di Catanzaro, Provincia di Cosenza, Provincia di Vibo Valentia, Provincia di Ragusa, Provincia di Catania, Provincia di Trapani, Provincia di Siracusa, Provincia di Palermo, Provincia di Agrigento, Provincia di Caltanissetta, Provincia di Messina, Provincia di Enna, Provincia di Olbia-Tempio, Provincia di Sassari, Provincia di Cagliari, Provincia dell’Ogliastra, Provincia di Oristano, Prov. di Carbonia-Iglesias, Provincia di Nuoro, P. del Medio Campidano.

    1. 5. Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzo- lino, Toninelli.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 195

    Sostituire le parole: dieci deputati e dieci senatori con le seguenti: dodici de- putati e dodici senatori. 0. 1. 195. 1. Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone.

    Al comma 1, capoverso « ART. 1 », sop- primere le Tabelle A e B.

    Conseguentemente, dopo l’articolo 2, ag- giungere il seguente:

    «ART. 2-bis – (Istituzione di una Com- missione parlamentare bicamerale per la definizione della tabella delle circoscrizioni elettorali – Tabella A – e della tabella dei collegi per l’elezione del Senato della Re- pubblica – Tabella B –). Ai fini della definizione della tabella relativa alle circoscrizioni elettorali, ta- bella A, nonché della tabella concernente i collegi per l’elezione del Senato della Repubblica, tabella B, è istituita una Com- missione parlamentare bicamerale compo- sta da dieci deputati e dieci senatori, scelti rispettivamente dal Presidente della Ca- mera dei deputati e dal Presidente del Senato della Repubblica, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parla- mentari, e comunque assicurando la pre- senza di almeno un rappresentante per ciascun gruppo esistente in Parlamento. La Commissione completa la defini- zione delle tabelle entro il termine peren- torio di quarantacinque giorni dall’appro- vazione del presente testo unico ».

    1. 195. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Sostituire le tabelle allegate A e B Ca- mera con le seguenti:

    « Tabella A

    CIRCOSCRIZIONI PROVINCIALI

    Aosta, Novara, Cuneo, Asti, Torino, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Biella, Lodi, Brescia, Bergamo, Monza e Brianza,

    Como, Pavia, Mantova, Lecco, Varese, Cremona, Milano, Sondrio, Trento, Bolzano, Treviso, Verona, Padova, Vicenza, Venezia, Belluno, Rovigo, Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste, Imperia, Savona, La Spezia, Genova, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Parma, Modena, Piacenza, Bologna, Ferrara, Prato, Pistoia, Pisa, Arezzo, Siena, Grosseto, Lucca, Firenze, Livorno, Massa-Carrara, Perugia, Terni, Pesaro e Urbino, Macerata Ancona Fermo, Ascoli Piceno, Latina, Viterbo, Roma, Rieti, Frosinone, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Caserta, Salerno, Avellino, Napoli, Benevento, Matera, Potenza, Bari, Barletta-Andria-Trani, Lecce, Taranto, Brindisi, Foggia, Crotone, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Ragusa, Catania, Trapani, Siracusa, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Enna, Olbia-Tempio, Sassari, Cagliari, L’Ogliastra, Oristano, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Medio Campidano,

    Tabella B Camera

    COLLEGI PLURINOMINALI

    Provincia di Aosta, Provincia di Novara, Provincia di Cuneo, Provincia di Asti

    Torino 1 (comune di Torino),

    Torino 2 (comuni di Caluso, Candia Canavese, Ciconio, Agliè, Barone Canavese, Villereggia, Vische, Torrazza Piemonte, Ve- rolengo, Rondissone, San Giorgio Cana- vese, Alpignano, Venaria Reale, Pianezza, Caravino, Settimo Rottaro, Cascinette d’Ivrea, Castellamonte, Chiaverano, Al- biano d’Ivrea, Azeglio, Bairo, Bollengo, Borgomasino, Burolo, Vialfrè, Scarmagno, Torre Canavese, Valperga, Vestignè, Strambino, Romano Canavese, Salassa, San Martino Canavese, Palazzo Canavese, Perosa Canavese, Piverone, Maglione, Cos- sano Canavese, San Giusto Canavese, Orio Canavese, Ozegna, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Montanaro, Cuceglio, Fo- glizzo, Chieri, Andezeno, Arignano, Baldi- ssero Torinese, Pavarolo, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, San Mauro Torinese, Casalborgone, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano, Brozolo, Brusasco, Sciolze, Verrua Savoia, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Rivalba, Lauriano, Monteu da Po, Gassino Torinese, Caselle Torinese, Robas- somero, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese, Nole, Ciriè, Canischio, Castel- nuovo Nigra, Ceresole Reale, Chiesanuova, Cintano, Alice Superiore, Alpette, Baldis- sero Canavese, Borgiallo, Brosso, Vico Ca- navese, Vidracco, Vistrorio, Sparone, Strambinello, Trausella, Traversella, Val- prato Soana, Ronco Canavese, Rueglio, San Colombano Belmonte, Parella, Pavone Canavese, Pecco, Pont-Canavese, Prascor- sano, Pratiglione, Quagliuzzo, Ribordone, Lessolo, Locana, Loranzè, Lugnacco, Meu- gliano, Noasca, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Courgnè, Forno Cana- vese, Frassinetto, Ingria, Issiglio, Carema, Andrate, Banchette, Borgofranco d’Ivrea, Settimo Vittone, Tavagnasco, Salerano Ca- navese, Samone, Quassolo, Quincinetto, Montalto Dora, Nomaglio, Fiorano Cana- vese, Ivrea, Cafasse, Cantoira, Casellette, Ceres, Chialamberto, Ala di Stura, Balan- gero, Balme, Villanova Canavese, Viù, Tra- ves, Usseglio, Val della Torre, Vallo Tori- nese, Varisella, San Gillio, Pessinetto, La Cassa, Lanzo Torinese, Lemie, Mathi, Mezzenile, Monastero Di Lanzo, Coassolo To- rinese, Corio, Druento, Fiano, Germa- gnano, Givoletto, Groscavallo, Grosso, Bar- bania, Bosconero, Busano, Vauda Cana- vese, Rivara, Rivarolo Canavese, Rivarossa, Rocca Canavese, San Benigno Canavese, San Francesco al Campo, San Ponso, Oglianico, Pertusio, Levone, Lombardore, Lusigliè, Favria, Feletto, Front, Settimo Torinese, Mappano, Borgaro Torinese, Brandizzo, Volpiano, Leini),

    Provincia di Alessandria, P. Verbano Cusio Ossola, Provincia di Vercelli, Provincia di Biella, Provincia di Lodi, Provincia di Brescia, Provincia di Bergamo, P. di Monza e Brianza, Provincia di Como, Provincia di Pavia, Provincia di Mantova, Provincia di Lecco, Provincia di Varese, Provincia di Cremona,

    Milano 1 (circoscrizioni del Comune di Milano nn. 8, 9, 2, 3; comuni di Rho, Pero, Arese, Bollate, Baranzate, Novate Mila- nese, Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Vimo- drone, Segrate, Cernusco sul Naviglio, Pioltello),

    Milano 2 (circoscrizioni del Comune di Milano nn. 1, 4, 5, 6, 7; comuni di Cor- naredo, Settimo Milanese, Cusago, Trez- zano sul Naviglio, Cesano Boscone, Cor- sico, Buccinasco, Assago, Rozzano, Basi- glio, Pieve Emanuele, Opera, Locate di Triulzi, San Giuliano Milanese, San Do- nato Milanese, Peschiera Borromeo),

    Milano 3 (comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro, Mele- gnano, Vizzolo Predabissi, Dresano, Coltu- rano, Mediglia, Tribiano, Paullo, Panti- gliate, Settala, Rodano, Liscate, Vignate, Melzo, Truccazzano, Cassina de’ Pecchi, Bussero, Carugate, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Pozzuolo Martesana, Bellin- zago Lombardo, Cambiago, Gessate, In-

    zago, Masate, Cassano d’Adda, Basiano, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Trezzano Rosa, Grezzago, Trezzo sull’Adda, San Co- lombano al Lambro),

    Milano 4 (comuni di Legnano, Abbia- tegrasso, Parabiago, Garbagnate Milanese, Lainate, Magenta, Senago, Corbetta, Ba- reggio, Nerviano, Cerro Maggiore, Solato, Rescaldina, Cesate, Busto Garolfo, Cane- grate, Arluno, Sedriano, Castano Primo, Magnago, Gaggiano, Vittuone, Vanzago, Lacchiarella, Inveruno, San Vittore Olona, Cuggiono, Pogliano Milanese, Motta Vi- sconti, Turbigo, Binasco, Pregnana Mila- nese, Robecco sul Naviglio, San Giorgio su Legnano, Arconate, Zibido San Giacomo, Villa Cortese, Marcallo con Casone, Dai- rago, Rosate, Vanzaghello, Casorezzo, Santo Stefano Ticino, Robecchetto con Induno, Buscate, Albairate, Cisliano, No- viglio, Ossona, Boffalora sopra Ticino, Me- sero, Casarile, Vermezzo, Vernate, Bernate Ticino, Bubbiano, Besate, Cassinetta di Lugagnano, Gudo Visconti, Zelo Surrigone, Ozzero, Calvignasco, Morimondo, Nosate),

    Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Provincia di Treviso, Provincia di Verona, Provincia di Padova, Provincia di Vicenza, Provincia di Venezia, Provincia di Belluno, Provincia di Rovigo, Provincia di Pordenone, Provincia di Udine, Provincia di Gorizia, Provincia di Trieste, Provincia di Imperia, Provincia di Savona, Provincia della Spezia, Provincia di Genova, Reggio Emilia, Provincia di Rimini, Provincia di Ravenna, Provincia di Forlì-Cesena, Provincia di Parma, Provincia di Modena, Provincia di Piacenza, Provincia di Bologna, Provincia di Ferrara, Provincia di Prato, Provincia di Pistoia, Provincia di Pisa, Provincia di Arezzo, Provincia di Siena, Provincia di Grosseto, Provincia di Lucca, Provincia di Firenze, Provincia di Livorno, Provincia di Massa-Carrara, Provincia di Perugia, Provincia di Terni, Prov. di Pesaro e Urbino, Provincia di Macerata, Provincia di Ancona, Provincia di Fermo, Provincia di Ascoli Piceno, Provincia di Latina, Provincia di Viterbo, Roma 1 (municipi del comune di Roma nn. I, II, III, IV, V), Roma 2 (municipi del comune di Roma nn. VI, VII, VIII, IX), Roma 3 (municipi del comune di Roma nn. XI, XII, XIII, XIV, XV), Roma 4 (municipio del comune di Roma n. X, comuni di Civitavecchia, An- guillara Sabazia, Bracciano, Cerveteri, Fiu- micino, Ladispoli, Manziana, Santa Mari- nella, Trevignano Romano, Allumiere, Ca- nale Monterano, Tolfa, Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno), Roma 5 (comuni di Monterotondo, Fiano Romano, Capena, Castelnuovo di Porto, Fonte Nuova, Mazzano Romano, Mentana, Monteflavio, Moricone, Morlupo, Nerola, Riano, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina, Campagnano di Roma, Civitella San Paolo, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Montelibretti, Montorio Romano, Nazzano, Palombara Sabina, Ponzano Romano, Rignano Flaminio, San- t’Angelo Romano, Tivoli, Agosta, Anticoli Corrado, Arsoli, Castel Madama, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Cerano, Guidonia Montecelio, Jenne, Marcellina, Pisoniano, Poli, Rio- freddo, Rocca Canterano, Roiate, Roviano, San Gregorio da Sassola, Sambuci, Vicovaro, Affile, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Licenza, Mandela, Marano Equo, Percile, Rocca Santo Stefano, Roccagiovi- ne,San Polo dei Cavalieri, Saracinesco, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Velletri, Albano Laziale, Ariccia, Artena, Castel Gandolfo, Ciampino, Ma- rino, San Vito Romano, Valmontone, Bel- legra, Carpineto Romano, Castel San Pie- tro Romano, Cave, Colleferro, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Genzano di Roma, Gorga, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Montelanico, Nemi, Olevano Romano, Pa- lestrina, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Segni, Zaga- rolo), Provincia di Frosinone, Provincia di Teramo, Provincia di Pescara Provincia di Chieti, Provincia dell’Aquila, Provincia di Isernia, Provincia di Campobasso, Provincia di Caserta, Provincia di Salerno, Provincia di Avellino, Napoli 1 (comune di Napoli), Napoli 2 (comuni di Giugliano in Cam- pania, Pozzuoli, Casoria, Afragola, Marano di Napoli, Acerra, Casalnuovo di Napoli, Pomigliano d’Arco, Quarto, Caivano, Me- lito di Napoli, Arzano, Mugnano di Napoli, Sant’Antimo, Villaricca, Frattamaggiore, Qualiano, Cardito, Ischia, Casavatore, Grumo Nevano, Forio, Brusciano, Fratta- minore, Casandrino, Monte di Procida, Calvizzano, Crispano, Procida, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Castello di Cisterna, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Bacoli), Napoli 3 (comuni di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, Nola, Marigliano, Gra- gnano, Boscoreale, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Pompei, Ottaviano, Volla, Poggiomarino, Vico Equense, Sant’Antonio Abate, Cercola, Terzigno, Sor- rento, Saviano, Palma Campania, Massa Lubrense, Pollena Trocchia, Piano di Sor- rento, Cicciano, Santa Maria la Carità, San Gennaro Vesuviano, Boscotrecase, San Se- bastiano al Vesuvio, Trecase, Sant’Agnello, Striano, Meta, Mariglianella, Agerola, Ci- mitile, Roccarainola, Capri, Anacapri, San Vitaliano, Lettere, Pimonte, Scisciano, Massa di Somma, Camposano, Visciano, Casola di Napoli, Tufino, San Paolo Bel Sito, Casamarciano, Carbonara di Nola, Comiziano, Liveri), Provincia di Potenza, Provincia di Bari, P. di Barletta-Andria-Trani, Provincia di Lecce, Provincia di Taranto, Provincia di Brindisi, Provincia di Foggia, Provincia di Crotone, Provincia di Reggio Calabria, Provincia di Catanzaro, Provincia di Cosenza, Provincia di Vibo Valentia, Provincia di Ragusa, Provincia di Catania, Provincia di Trapani, Provincia di Siracusa, Provincia di Palermo, Provincia di Agrigento, Provincia di Caltanissetta, Provincia di Messina, Provincia di Enna, Provincia di Olbia-Tempio, Provincia di Sassari, Provincia di Cagliari, Provincia dell’Ogliastra, Provincia di Oristano, Provincia di Carbonia-Provincia di Igle- sias, Provincia di Nuoro, P. dei Medio Campidano.

    1. 196. Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzolino, Toninelli.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, sosti-

    tuire il capoverso: Circoscrizione Piemonte con il seguente:

    Circoscrizione Piemonte

    1. Alessandria

    2. Asti

    3. Biella

    4. Vercelli

    5. VCO

    6. Novara

    7. Cuneo

    8. Torino.

    1. 197. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, sosti- tuire il capoverso: Circoscrizione Piemonte con il seguente:

    Circoscrizione Piemonte

    1. Pinerolo, Valsusa Valsangone, Valli di Lanzo

    2. Ivrea, Chivasso

    3. Settimo, Moncalieri

    4. Nichelino, Orbassano

    5. Collegno, Venaria

    6. To5, to6

    7. To1, to4

    8. To2, to3

    9. To7, to8

    1. 198. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, sosti- tuire il capoverso: Circoscrizione Piemonte con il seguente:

    Circoscrizione Piemonte

    1. Valli Lanzo, Ivrea, Chivasso

    2. Settimo, Moncalieri, Nichelino

    3. Valsusa, Pinerolo, Orbassano

    4. Venaria, Collegno, To3

    5. To8, to2, to7

    6. To5. to6, to4, To1

    1. 199. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Piemonte, al collegio n. 2, sop- primere la parola: Biella.

    Conseguentemente, al collegio n. 1 ag- giungere la parola: Biella.

    1. 200. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Piemonte, al collegio n. 2, sop- primere la parola: Biella.

    Conseguentemente, al collegio n. 3 ag- giungere la parola: Biella.

    1. 201. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Piemonte, capoverso 2, soppri- mere la parola: Biella.

    Conseguentemente, al capoverso 3 ag- giungere la parola: Biella.

    1. 202. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, Re- gione Piemonte, capoverso 2 sopprimere la parola: Ivrea.

    Conseguentemente, al capoverso 3 ag- giungere la parola: Ivrea.

    1. 203. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, al capoverso 16 sopprimere le parole: Costa Volpino.

    Conseguentemente, al capoverso 15 ag- giungere le parole: Costa Volpino.

    1. 204. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, capoverso 29, sosti- tuire le parole: Cantù, Limbiate, Saronno con le seguenti: Cantù, Como, Erba, Olgiate Comasco.

    Conseguentemente, al capoverso 14, so- stituire le parole: Erba, Lecco, Morbegno, Como con le parole: Saronno, Lecco, Mor- begno.

    Conseguentemente, al capoverso 20, so- stituire le parole: Gallarate, Olgiate Coma- sco, Tradate con le parole: Limbiate, Gal- larate, Tradate.

    1. 205. Matteo Bragantini, Invernizzi, Molteni.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, capoverso 29, sosti- tuire le parole: Cantù, Limbiate, Saronno con le seguenti: Cantù, Como, Erba, Olgiate Comasco, Lecco.

    Conseguentemente, al capoverso 14, so- stituire le parole: Erba, Lecco, Morbegno, Como con le parole: Saronno, Morbegno.

    Conseguentemente, al capoverso 20, so- stituire le parole: Gallarate, Olgiate Comasco, Tradate con le parole: Limbiate, Gal- larate, Tradate.

    1. 206. Matteo Bragantini, Invernizzi, Molteni.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, capoverso 29, sosti- tuire le parole: Cantù, Limbiate, Saronno con le seguenti: Cantù, Como, Erba.

    Conseguentemente, al capoverso 14, so- stituire le parole: Erba, Lecco, Morbegno, Como con le parole: Limbiate, Saronno, Lecco, Morbegno.

    1. 207. Matteo Bragantini, Invernizzi, Molteni.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, capoverso 29, sosti- tuire le parole: Cantù, Limbiate, Saronno con le seguenti: Cantù, Erba, Olgiate Co- masco.

    Conseguentemente, al capoverso 14, so- stituire le parole: Erba, Lecco, Morbegno, Como con le parole: Lecco, Morbegno, Como, Saronno.

    Conseguentemente, al capoverso 20, so- stituire le parole: Gallarate, Olgiate Coma- sco, Tradate con le parole: Limbiate, Gal- larate, Tradate.

    1. 208. Matteo Bragantini, Invernizzi, Molteni.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Lombardia, capoverso 29, sosti- tuire le parole: Cantù, Limbiate, Saronno con le seguenti: Cantù, Como, Olgiate Co- masco.

    Conseguentemente, al capoverso 14, so- stituire le parole: Erba, Lecco, Morbegno,

    Como con le parole: Erba, Lecco, Morbe- gno, Saronno.

    Conseguentemente, al capoverso 20, so- stituire le parole: Gallarate, Olgiate Coma- sco, Tradate con le parole: Limbiate, Gal- larate, Tradate.

    1. 209. Matteo Bragantini, Invernizzi, Molteni.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, sosti- tuire la circoscrizione Veneto con la se- guente:

    Circoscrizione Veneto

    37. Bussolengo, Verona ovest, Verona

    est

    38. San Giovanni Lupatoto, San Mar- tino Buon Albergo, Villafranca di Verona

    39. Este, Legnago, Rovigo

    40. Adria, Chioggia, Venezia-Mira

    42. Piove di Sacco, Padova centro storico, Padova-Selvazzano Dentro

    43. Bassano del Grappa, Schio, Thiene

    44. Belluno, Feltre, Vittorio V.to

    45. Cittadella, Vigonza, Albignasego

    46. Castelfranco V.to, Montebelluna, Treviso

    47. Venezia-Mestre, Mirano, Venezia- San Marco

    48. Conegliano, Oderzo, Portogruaro, Venezia-San Donà di Piave

    Conseguentemente, alla Tabella B Col- legi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, sostituire la regione Ve- neto con la seguente:

    Regione Veneto

    20. Rovigo, Adria, Legnago, Villa- franca Veronese, Chioggia

    21. Belluno, Feltre, Conegliano, Vit- torio V.to, Portogruaro

    22. Bassano, Thiene, Schio, Vicenza, Arzignano

    23. Verona est, Verona ovest, San Martino Buon Albergo, Bussolengo, San Giovanni Lupatoto

    24. Treviso, Castelfranco V.to, Mon- tebelluna, Oderzo, Venezia-San Donà di Piave

    25. Padova centro storico, Padova- Selvazzano, Piove di Sacco, Este

    26. Dueville, Cittadella, Vigonza, Al- bignasego

    27. Venezia-Mestre, Mirano, Venezia- Mira, Venezia-San Marco.

    1. 210. Matteo Bragantini, Invernizzi, Caon.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Veneto, al capoverso 45, sop- primere la parola: Mirano.

    Conseguentemente, al capoverso 47, ag- giungere la parola: Mirano.

    1. 211. Matteo Bragantini, Invernizzi, Prataviera.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Veneto, al capoverso 48, sop- primere le parole: Portogruaro, Venezia- San Donà di Piave.

    Conseguentemente, al capoverso 40, so- stituire le parole: Adria, Chioggia, Piove di sacco con le seguenti: Portogruaro, Vene- zia-San Donà di Piave.

    Conseguentemente, al capoverso 39, ag- giungere le parole: Adria, Piove di Sacco.

    Conseguentemente, al capoverso 47, ag- giungere la parola: Chioggia.

    1. 212. Matteo Bragantini, Invernizzi, Prataviera.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati, Circo- scrizione Friuli Venezia-Giulia, sostituire i capoversi 49, 50 e 51 con i seguenti:

    49. Gorizia Cervignano Codroipo

    50. Gemona Udine Cividale

    51. Trieste Muggia Sacile Pordenone.

    1. 213. Matteo Bragantini, Invernizzi, Fe- driga.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati, Circo- scrizione Friuli Venezia-Giulia, sostituire i capoversi 49, 50 e 51 con i seguenti:

    49. Trieste, Gorizia

    50. Alto Friuli

    51. Basso Friuli

    51-bis. Pordenone e Friuli Occiden-

    tale.

    1. 214. Matteo Bragantini, Invernizzi, Fe- driga.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati, Cir- coscrizione Friuli Venezia-Giulia, sostituire i capoversi 49, 50 e 51 con i seguenti:

    49. Friuli

    50. Trieste, Pordenone, Gorizia.

    1. 215. Matteo Bragantini, Invernizzi, Fe- driga.

    Alla Tabella B Camera sostituire le pa- role da: La circoscrizione Trentino Alto Adige fino alla fine del periodo, con le seguenti: La circoscrizione della regione Trentino Alto Adige è ripartita in due collegi plurinominali corrispondenti con la provincia autonoma di Trento e la pro- vincia autonoma di Bolzano.

    1. 220. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, so- stituire il capoverso: Regione Piemonte con il seguente:

    Regione Piemonte

    1. Alessandria, Asti

    2. Biella, Vercelli, Novara, Verbano

    3. Cuneo

    4. Torino

    1. 221. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, so- stituire il capoverso: Regione Piemonte con il seguente:

    Regione Piemonte

    1. Pinerolo, Valsusa, Valli Lanzo, Ivrea, Venaria

    2. Chivasso, Settimo, Moncalieri, to6, Nichelino

    3. Orbassano, Collegno, to7, To3, to8

    4. To1, to2, to4, To5.

    1. 222. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, so- stituire il capoverso: Regione Piemonte con il seguente:

    Regione Piemonte

    1. Pinerolo, val Susa, Orbassano, ni- chelino, collegno

    2. Moncalieri, settimo, to6, to7, to1

    3. Val di Lanzo, Ivrea, Chivasso, Ve- naria, To5

    4. To2, To3, to4, to8.

    1. 223. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, Re- gione Piemonte, capoverso 2, sopprimere la parola: Ivrea.

    Conseguentemente al capoverso 3 ag- giungere la parola: Ivrea.

    1. 225. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, Re- gione Piemonte, capoverso 2, sopprimere la parola: Ivrea.

    Conseguentemente al capoverso 3 ag- giungere la parola: Ivrea.

    1. 224. Matteo Bragantini, Invernizzi, Al- lasia.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica, Cir- coscrizione Lombardia, al capoverso 11 sopprimere le parole: Albino, Costa Vol- pino, Zogno.

    Al capoverso 18 sopprimere le parole: Dalmine, Seriate, Treviglio.

    Al capoverso 19 sopprimere la parola: Bergamo.

    Conseguentemente aggiungere infine il seguente capoverso:

    19-bis. Albino, Costa Volpino, Zogno, Dalmine, Seriate, Treviglio, Bergamo ».

    1. 226. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica Re- gione Lombardia, al capoverso 14 sostituire le parole: Cinisello Balsamo con la se- guente: Monza.

    Conseguentemente, al capoverso 15 so- stituire la parola: Monza con le seguenti: Cinisello Balsamo. 1. 227. Matteo Bragantini, Invernizzi, Grimoldi.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica Re- gione Veneto, al capoverso 24 sopprimere le parole: Portogruaro e Venezia-San Donà di Piave.

    dopo il Capoverso 24 aggiungere il se- guente:

    24-bis. Portogruaro, Venezia-San Donà di Piave ».

    Conseguentemente, al capoverso 25 sop- primere la parola: Mirano.

    Al capoverso 27 sopprimere le parole: Chioggia, Venezia-Mestre, Venezia-Mira e Venezia-San Marco.

    Conseguentemente, dopo il capoverso 27 aggiungere il seguente:

    27-bis. Chioggia, Mirano, Venezia-Me- stre, Venezia-Mira, Riviera del Brenta, Venezia-San Marco.

    1. 228. Matteo Bragantini, Invernizzi, Prataviera.

    Alla Tabella B, Collegi plurinominali per l’elezione del Senato della Repubblica Re- gione Veneto, al capoverso 24 sopprimere le parole: Portogruaro, Venezia-San Donà di Piave.

    Dopo il Capoverso 24 aggiungere il se- guente:

    24-bis. Portogruaro, Venezia-San Donà di Piave.

    Conseguentemente, al capoverso 25 sop- primere la parola: Mirano.

    Conseguentemente, dopo il capoverso 25 aggiungere i seguenti:

    25-bis. Mirano, Riviera del Brenta.

    25-ter. Chioggia.

    25-quater. Venezia-Mestre, Venezia- Mira.

    25-quinquies. Venezia-San Marco.

    Conseguentemente, al capoverso 27 sop- primere le parole: Chioggia, Venezia-Me- stre, Venezia-Mira e Venezia-San Marco.

    1. 229. Matteo Bragantini, Invernizzi, Prataviera.

    All’articolo 1, comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire le parole: nei collegi plurinominali indicati nella tabella « B » con le seguenti: collegi plurinominali.

    Conseguentemente:

    all’articolo 1, comma, 3, capoverso ART. 3, sopprimere il comma 4.

    dopo l’articolo 2, aggiungere il se- guente:

    ART. 3.

    (Delega al Governo per la determinazione dei collegi plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati).

    1. Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi del- l’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la de- terminazione dei collegi plurinominali di cui all’articolo 1, comma 2, del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al de- creto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, come modificato dal- l’articolo 1, comma 1, della presente legge, sulla base dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

    a) i collegi sono costituiti garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omogeneità economico- sociale e le sue caratteristiche storico- culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cui il territorio comprenda porzioni insulari. I collegi non possono includere il territorio di comuni apparte- nenti a province diverse, né dividere il territorio comunale, salvo il caso dei co- muni che, per le loro dimensioni demo- grafiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso il comune deve essere suddiviso in collegi formati nell’ambito del comune medesimo o della medesima città metropolitana. Nelle re- gioni a statuto ordinario la circoscrizione dei collegi plurinominali si conforma ad unità multiplo delle circoscrizioni dei col- legi uninominali disposti per l’elezione dei consigli provinciali ai sensi dell’articolo 9 della legge 8 marzo 1951, n. 122. Nella Regione siciliana e nelle regioni Sardegna e Friuli-Venezia Giulia, ove debba proce- dersi alla suddivisione della circoscrizione in più collegi plurinominali, la circoscri- zione dei collegi plurinominali si con- forma, ove possibile, alle circoscrizioni disposte dalla legge regionale per l’elezione dei rispettivi consigli provinciali;

    b) la popolazione di ciascun collegio non può essere inferiore a quella che dà luogo alla assegnazione di tre seggi, né superiore a quella che dà luogo all’asse- gnazione di sei seggi, ai sensi dell’articolo 3, terzo comma, del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957, introdotto dall’arti- colo 1, comma 3, della presente legge, ferma restando la prevalenza dei criteri di cui alla lettera a);

    2. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, corredato dei pareri espressi, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri ed entro quindici giorni dall’invio, dai consigli re- gionali delle regioni il cui territorio è ripartito in più collegi plurinominali, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espres- sione del parere da parte delle Commis- sioni permanenti competenti per materia, da rendere entro venti giorni dalla rice- zione dello schema. Qualora il decreto non sia conforme al parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pub- blicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione contenente ade- guata motivazione. Si prescinde dai pareri di cui al presente comma qualora gli stessi non siano espressi entro i termini asse- gnati. 3. Successivamente alla prima determi- nazione dei collegi plurinominali, si pro-

    cede alla revisione del numero dei collegi ovvero delle loro circoscrizioni per varia- zioni del parametro della popolazione sol- tanto quando esse danno luogo al supe- ramento del limite inferiore o superiore dei seggi da assegnare. Alla revisione dei collegi plurinominali si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica costituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari. 4. L’elenco dei collegi plurinominali istituiti con il decreto legislativo di cui al comma1èinseritocometabellaBallegata al citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957.

    1. 6. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, commi 1 e 2 del decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 sostituire la parola: plurinominali con la seguente: uninomi- nali.

    1. 8. Balduzzi, Romano, Mazziotti di Celso, Galgano.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 1, sopprimere le parole: , attribuito a liste di candidati concorrenti in collegi plurinomi- nali.

    1. 9. Dieni, Lombardi, Nuti, Grillo, Coz- zolino, Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2 sostituire i primi due periodi con il seguente: la Conferenza permanente Stato regioni co- munica entro e non oltre 20 giorni dall’ap- provazione della presente legge, la riparti- zione delle circoscrizioni elettorali e dei collegi plurinominali che ogni singola re- gione ha provveduto a delineare in accordo con gli enti locali territoriali, al Ministero dell’interno che entro e non oltre 30 giorni dall’avvenuta comunicazione provvede con proprio regolamento a redigere la definitiva ripartizione delle circoscrizioni elettorali e dei collegi plurinominali del territorio na- zionale.

    Conseguentemente sostituire, ovunque ricorrano, le parole: tabella A allegata al presente testo unico con le seguenti: di cui all’articolo1,comma2 e sostituire, ovun- que ricorrano le parole: tabella B con le seguenti: di cui all’articolo 1 comma 2 ».

    1. 10. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 11

    Al capoverso 2-bis sostituire le parole: sei mesi con le seguenti: sette mesi.

    0. 1. 11. 1. D’Ambrosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni.

    Al comma 1, capoverso « ART. 1 », comma 2, sostituire i primi due periodi con il seguente: « Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali e nei relativi collegi plurinominali individuati con le modalità di cui al successivo comma. »

    Conseguentemente:

    a) dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

    2-bis. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un de- creto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell’ambito di cia- scuna circoscrizione sulla base dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

    a) i collegi sono costituiti garan- tendo la coerenza del relativo bacino ter- ritoriale e di norma la sua omogeneità economico-sociale e le sue caratteristiche storico-culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cui il territorio comprenda porzioni insulari. I collegi pos- sono anche includere il territorio di co- muni appartenenti a province diverse, ma

    non dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimen- sioni demografiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere sud- diviso in collegi formati nell’ambito del comune medesimo o della medesima città metropolitana istituita ai sensi dell’articolo 18 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Nelle zone in cui siano presenti minoranze lin- guistiche riconosciute, la delimitazione dei collegi, anche in deroga ai principi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener conto dell’esigenza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possi- bile di collegi;

    b) la popolazione di ciascun colle- gio può scostarsi dalla media della popo- lazione dei collegi della circoscrizione non oltre il dieci per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscri- zione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi pluri- nominali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare attuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche ri- conosciute, gli scarti dalla media circoscri- zionale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del quindici per cento, in eccesso o in difetto.

    Il Governo predispone lo schema del de- creto legislativo di cui al periodo precedente sulla base delle indicazioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una Com- missione, nominata dai Presidenti delle Ca- mere, composta dal presidente dell’Istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Commis- sione è chiamata a svolgere. Lo schema del decreto legislativo di cui al primo periodo, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano sulle indicazioni della Commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; lad- dove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse conforme al parere parlamen- tare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione contenente ade- guata motivazione. Si prescinde dai pareri di cui al comma precedente qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. Il Governo è delegato altresì ad adottare, entro lo stesso termine di cui al primo periodo, un decreto legislativo con cui sono apportate al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con de- creto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modifi- cazioni, le modificazioni strettamente con- seguenti a quanto previsto dalla presente legge. Alla revisione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica costituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’eser- cizio del voto da parte degli italiani al- l’estero.;

    b) al comma 3, capoverso articolo 3, apportare le seguenti modifiche:

    1) al comma 1, sostituire le parole: « di cui alla tabella A allegata al presente testo unico », con le seguenti: « di cui alla tabella, da individuarsi attraverso le mo- dalità di cui al comma 2-bis »;

    2) al comma 2, sostituire le parole: « di cui alla Tabella “B” con le seguenti: « di cui alla tabella, da individuarsi attra- verso le modalità di cui al comma 2-bis.

    1. 11. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTI ALL’EMENDAMENTO 1. 35

    Alla parte consequenziale, articolo 3, comma 1, sostituire le parole: il Governo è delegato ad adottare entro tre mesi con le seguenti: il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi.

    0. 1. 35. 1. Dadone, Nuti, Toninelli, Coz- zolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Am- brosio.

    Alla parte consequenziale, articolo 3, comma 1, lettera b), sostituire le parole: 10 per cento con le seguenti: 5 per cento.

    0. 1. 35. 2. Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sopprimere le parole: indicati nella tabella « B » allegata al presente testo unico.

    Conseguentemente, al medesimo capo- verso, comma 3, sopprimere le parole: di cui alla Tabella “B”.

    Conseguentemente, al medesimo comma 3, sopprimere il capoverso 4.

    Conseguentemente dopo l’articolo 2 in- serire il seguente:

    ART. 3.

    Delega per la determinazione dei collegi plurinominali.

    1. Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vi- gore della presente legge, ai sensi dell’arti- colo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 sulla base dei seguenti prin- cipi e criteri direttivi:

    a. i collegi sono costituiti garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omogeneità economico-sociale e le sue caratteristiche storico-culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cuiilterritoriocomprendaporzioniinsulari. I collegi non possono includere, di norma, il territorio di comuni appartenenti a province diverse. Essi non possono altresì dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati nel- l’ambitodelcomunemedesimoo,seistituita, della medesima città metropolitana. Nelle zone in cui siano presenti minoranze lingui- stiche riconosciute, la delimitazione dei col- legi, anche in deroga ai princìpi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener contodell’esigenzadiagevolarelaloroinclu- sione nel minor numero possibile di collegi;

    b. la popolazione di ciascun collegio può scostarsi dalla media della popolazione dei collegi della circoscrizione non oltre il 10 per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscrizione, quale ri- sulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi uninominali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare at- tuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, gli scarti dalla media circoscrizionale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del 15 per cento, in eccesso o in difetto.

    2. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 sulla base delle indicazioni formulate, entro trenta giorni dal suo insediamento, da una Commissione, la quale è nominata, sentita la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, dal Presidente della Camera dei deputati ed è composta dal presidente dell’Istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Commissione è chiamata a svolgere. 3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai

    consigli regionali e da quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano sulle indi- cazioni della Commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consi- glio dei Ministri, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Ca- mere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qua- lora il decreto non fosse conforme al parere parlamentare, il Governo contemporanea- mente alla pubblicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione conte- nente adeguata motivazione. 4. Si prescinde dai pareri di cui al comma 3 qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 5. All’inizio di ogni legislatura il Pre- sidente della Camera dei deputati prov- vede alla nomina della Commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali, composta a norma del comma 2. Dopo ogni censimento generale, e ogni qualvolta ne avverta la necessità, la Commissione formula le indicazioni per la revisione dei collegi, secondo i criteri di cui al presente articolo, e ne riferisce al Presidente della Camera dei deputati. Alla revisione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica co- stituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’esercizio del voto da parte degli italiani all’estero.

    1. 35. Balduzzi, Romano, Mazziotti di Celso, Galgano.

    Al comma 1, articolo 1, comma 2, sopprimere le parole: indicati nella tabella “B” allegata al presente testo unico del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 ivi modificato e, conse- guentemente, al comma 3 sopprimere le parole: di cui alla Tabella “B”.

    1. 12. Balduzzi, Romano, Mazziotti di Celso, Galgano.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sopprimere l’ultimo periodo.

    1. 15. Fraccaro, Dieni, Lombardi, Da- done, D’Ambrosio, Nuti, Grillo, Cozzo- lino, Toninelli.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 16

    Sostituire la parola: quarantadue con la seguente: quarantacinque.

    Conseguentemente alla lettera a) sosti- tuire le parole: 42 per cento con le se- guenti: 45 per cento e le parole: 11 punti con le seguenti: 6 punti.

    0. 1. 16. 1. Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Am- brosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzo- lino.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, terzo periodo, sostituire la parola: trentacin- que con la seguente: quarantadue.

    Conseguentemente:

    a) al comma 16, lettera a), numero 5) sostituire le parole: « 35 per cento » con le seguenti: « 42 per cento »;

    b) all’articolo 16, lettera a), numero 7), sostituire le parole: « di 18 punti » con le seguenti: « di 11 punti.

    1. 16. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2 sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quarantadue e, conseguente- mente, al comma 16, lettera a), numero 5, sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 42 per cento, e al numero 7 sostituire le parole: 18 punti con le se- guenti: 13 punti.

    1. 17. Mazziotti di Celso, Romano, Bal- duzzi, Galgano.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quarantadue.

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, numero 5), sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 42 per cento.

    1. 18. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, terzo periodo, sostituire le parole: trenta- cinque con la seguente: quarantuno.

    Conseguentemente:

    a) al comma 16, lettera a), numero 5) sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 41 per cento;

    b) all’articolo 16, lettera a), numero 7), sostituire le parole: « 18 punti » con le se- guenti: « 12 punti ».

    1. 19. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 20

    Sostituire la parola: quarantuno con la seguente: quarantacinque.

    Conseguentemente sostituire le parole: 14 punti percentuali con le seguenti: 6 punti percentuali.

    0. 1. 20. 1. Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quarantuno.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 41 per cento, e al comma 16, n. 7, sostituire le parole: 18 punti con le se- guenti: 14 punti percentuali.

    1. 20. Romano, Mazziotti di Celso, Bal- duzzi, Galgano.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, terzo periodo, sostituire la parola: trenta- cinque con la seguente: quaranta.

    Conseguentemente:

    a) al comma 16, lettera a), numero 5) sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento;

    b) all’articolo 16, lettera a), numero 7), sostituire le parole: 18 punti con le seguenti: 13 punti.

    1. 21. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con le seguenti: quaranta per cento.

    Conseguentemente:

    a) al comma 16, lettera a), n. 5), sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    b) al comma 16, lettera a), n. 7), sostituire le parole: 18 punti con le se- guenti: 13 punti.

    *1. 22. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con le seguenti: quaranta per cento.

    Conseguentemente:

    a) al comma 16, lettera a), n. 5), sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    b) al comma 16, lettera a), n. 7), sostituire le parole: 18 punti con le se- guenti: 13 punti.

    *1. 23. Di Lello, Locatelli, Di Gioia, Pa- storelli, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 1, capoverso articolo 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quaranta.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), numero 5 sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento e al numero 7 sostituire le parole: 18 punti percentuali con le seguenti: 15 punti per- centuali.

    1. 24. Balduzzi, Mazziotti di Celso, Ro- mano, Galgano.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quaranta.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), punto 5, sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    *1. 26. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quaranta.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), punto 5, sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    *1. 27. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 1, capoverso ART. 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: quaranta.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), punto 5, sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    *1. 28. La Russa, Corsaro.

    SUBEMENDAMENTI ALL’EMENDAMENTO 1. 29

    Al capoverso a) sostituire la parola: trentotto con la seguente: quarantaquattro.

    Conseguentemente al capoverso b) e d) sostituire le parole: almeno il 38 con le seguenti: almeno il 44 e sempre conseguen- temente sostituire al capoverso c) la parola: trentotto con la seguente: quarantaquattro.

    0. 1. 29. 1. Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo.

    Apportare le seguenti modificazioni:

    a) alla lettera b) dopo le parole: al- meno il 38 aggiungere le seguenti: e al numero 7) sostituire le parole: « 18 punti percentuali » con le seguenti: « 15 punti percentuali »;

    b) alla lettera d) dopo le parole: al- meno il 38 aggiungere le seguenti: e al numero 7) sostituire le parole: « 18 punti percentuali » con le seguenti: « 15 punti percentuali ».

    0. 1. 29. 2. Rosato.

    Apportare le seguenti modificazioni:

    a) all’articolo 1 comma 1, capoverso Articolo 1, comma 2, sostituire la parola: trentacinque con la seguente: trentotto.

    b) all’articolo 1 comma 16, lettera a), numero 5) sostituire le parole: almeno il 35 con le seguenti: almeno il 38.

    c) all’articolo 2 comma 1, capoverso comma 2 sostituire la parola: trentacinque con la seguente: trentotto.

    d) all’articolo 2, comma 8, capoverso comma 1, numero 5) sostituire le parole: almeno il 35 con le seguenti: almeno il 38.

    1. 29. Bindi, Giorgis, Rosato, Cuperlo, Gasparini, Rampi, Bargero, Giuditta

    Pini, Gribaudo, Cominelli, Malisani, Manzi, Rubinato, Murer, Carnevali, Giovanna Sanna.

    Al comma 1, capoverso ART. 3, comma 4, dopo le parole: legge 4 agosto 1993, n. 277 aggiungere le parole: avendo comunque come prioritario il criterio che ciascun collegio sia costituito rispettando l’ambito della provincia ».

    1. 31. La Russa, Corsaro.

    SUBEMENDAMENTI ALL’ARTICOLO AGGIUNTIVO 1. 01

    All’articolo 1-bis, al comma 1, alinea, sostituire le parole: Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi, con le seguenti: Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi,.

    0. 1. 01. 1. Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, To- ninelli.

    Apportare le seguenti modificazioni:

    a) al capoverso ART. 1-bis, comma 1, let- tera a), aggiungere, dopo il primo periodo, il seguente: I collegi plurinominali sono costi- tuiti a partire dal territorio delle province.

    b) al capoverso ART. 2-bis, comma 1, let- tera a), aggiungere, dopo il primo periodo, il seguente: I collegi plurinominali sono costi- tuiti a partire dal territorio delle province.

    0. 1. 01. 2. Famiglietti.

    All’articolo 2-bis, comma 1, alinea, sosti- tuire le parole: Il Governo è delegato ad adot- tare, entro tre mesi, con le seguenti: Il Go- verno è delegato ad adottare, entro sei mesi,.

    0. 1. 01. 3. Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Am- brosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzo- lino.

    Sopprimere il comma 2.

    Conseguentemente sopprimere i commi 18, 19, 20 e 21.

    1. 36. Nuti, Grillo, Fraccaro, Dieni, Lom- bardi, Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Cozzolino.

    Apportare le seguenti modifiche:

    a) sopprimere il comma 2;

    b) al comma 3, capoverso ART. 3, al numero 3), sopprimere le parole: « salvo quanto disposto dall’articolo 2 »;

    c) al comma 3, capoverso ART. 3, sopprimere il comma 4;

    d) al comma 16, lettera a), al numero 1) sostituire le parole: « nei collegi unino- minali della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige » con le seguenti: « nel collegio uninominale della Valle d’Aosta »;

    e) sopprimere il comma 18;

    f) sopprimere il comma 21;

    g) Alla Tabella B Camera sostituire le parole da: « La circoscrizione Trentino Alto Adige » fino alla fine del periodo con le seguenti: « La circoscrizione della re- gione Trentino Alto Adige è ripartita in due collegi plurinominali corrispondenti con la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano ».

    1. 37. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Sopprimere il comma 2.

    Conseguentemente, sostituire il comma 21 con il seguente:

    21. « ART. 93-bis. 1. – Con il decreto di cui all’articolo 3 è determinato il numero dei seggi spettanti alla circoscrizione della regione Trentino-Alto Adige, che è ripar- tita in due collegi plurinominali corrispon- denti con la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano.

    2. I seggi attribuiti nella circoscrizione Trentino-Alto Adige sono computati, se- condo le rispettive assegnazioni, nei nu- meri che ai sensi dell’articolo 83 determi- nano l’assegnazione del premio di maggio- ranza ».

    1. 38. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Sopprimere il comma 2.

    Conseguentemente al comma 24, capo- verso ART. 93-quater, sopprimere il punto 6.

    1. 39. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Sopprimere il comma 2.

    1. 40. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Sostituire il comma 3 con il seguente:

    3. L’articolo 3 del « decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 3. – 1. L’assegnazione del numero dei seggi alle singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, è effettuata, sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popo- lazione, riportati dalla più recente pubbli- cazione ufficiale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contestualmente al decreto di convocazione dei comizi. 2. Con il medesimo decreto di cui al comma1èdeterminato,perciascunacirco- scrizione, il numero di seggi da attribuire nei collegi plurinominali di cui alla Tabella B Camera sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, ri- portati dalla più recente pubblicazione uffi- ciale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno. 3. Il Governo è delegato a provvedere, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto legislativo adottato ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, alla determinazione dei collegi plurinominali nell’ambito di ciascuna circoscrizione in modo che non superino mai il massimo di quattordici seggi, sulla base dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 276, in quanto applicabili. 4. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo sulla base delle indica- zioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una commissione, nomi- nata dai Presidenti della Camera dei de- putati e del Senato della Repubblica, com- posta dal presidente dell’istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in ma- terie attinenti ai compiti che la commis- sione è chiamata a svolgere, sentito il parere dei presidenti dei gruppi parlamen- tari. 5. Lo schema del decreto legislativo, corredato dai pareri espressi, entro quin- dici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano sulle indicazioni della commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse conforme al parere parlamentare, il Governo, contem- poraneamente alla pubblicazione del de- creto, deve inviare al Parlamento una relazione contenente adeguata motiva- zione, si prescinde dai pareri di cui al presente comma qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 6. All’inizio di ogni legislatura i Presi- denti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica provvedono alla nomina della commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali. Dopo ogni censimento generale della popola- zione, e ogni qual volta ne avverta la necessità, la commissione formula le in-

    dicazioni per la revisione dei collegi, se- condo i criteri di cui al presente articolo, e ne riferisce ai Presidenti delle Camere ».

    1. 41. Lombardi, Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Grillo, Cozzolino, Nuti, Fraccaro, Dieni.

    Al comma 3, capoverso articolo 3 ap- portare le seguenti modifiche:

    a) al comma 2, sostituire la parola « plurinominali » con la seguente: « unino- minali »;

    b) sostituire il comma 3 con il se- guente: « Salvo quanto disposto dall’arti- colo 2, i seggi spettanti alla circoscrizione ai sensi del comma 1 sono assegnati in collegi uninominali, costituiti nell’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei criteri e dei principi direttivi recati dal- l’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277 ».

    c) sopprimere il comma 4.

    1. 42. Balduzzi, Romano, Mazziotti di Celso, Galgano.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

    2-bis. Al fine di favorire l’accesso alla rappresentanza di candidati espressione della minoranza linguistica slovena, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 feb- braio 2001, n. 38, uno dei collegi plurino- minali nella circoscrizione del Friuli Ve- nezia Giulia è formato dai comuni o frazioni di essi, come individuati dal de- creto del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia 18 dicembre 2008, n. 346, come successivamente integrato e modifi- cato dai decreti 31 dicembre 2008, n. 362, 27 ottobre 2009, n. 300, 21 marzo 2012, n. 70 e n. 71 emessi in attuazione dell’ar- ticolo 10 della legge 23 febbraio 2001, n. 38.

    Conseguentemente al comma 16, punto 3), dopo la lettera b) aggiungere la seguente:

    « b-bis) Nel collegio di cui all’articolo 3, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, spetta comunque almeno un seggio alle liste rappresentative della minoranza lingui- stica slovena, nel caso in cui tali liste abbiano ottenuto nel collegio almeno il 7 per cento dei voti validi. »

    1. 43. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

    2-bis. Al fine di favorire l’accesso alla rappresentanza di candidati espressione della minoranza linguistica slovena, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 feb- braio 2001, n. 38, uno dei collegi plurino- minali nella circoscrizione del Friuli Ve- nezia Giulia è formato dai comuni o frazioni di essi, come individuati dal de- creto del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia 18 dicembre 2008, n. 346, come successivamente integrato e modifi- cato dai decreti 31 dicembre 2008, n. 362, 27 ottobre 2009, n. 300, 21 marzo 2012, n. 70 e n. 71 emessi in attuazione dell’ar- ticolo 10 della legge 23 febbraio 2001, n. 38.

    Conseguentemente al comma 16, punto 3), dopo la lettera b) aggiungere la seguente:

    « b-bis) Nel collegio di cui all’articolo 3, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, spetta comunque almeno un seggio alle liste rappresentative della minoranza lingui- stica slovena, collegate ad una lista che presenti i requisiti di cui all’articolo 83, comma 1, punto 3), nel caso in cui tali liste abbiano ottenuto nel collegio almeno il 7 per cento dei voti validi ».

    1. 44. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, sop- primere i commi 3 e 4.

    1. 47. Dadone, Grillo, Lombardi, Toni- nelli, D’Ambrosio, Cozzolino, Nuti, Fraccaro, Dieni.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, comma 3, sostituire le parole: un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei con le seguenti: un numero di seggi non inferiore a sei e non superiore a dodici.

    Conseguentemente:

    a) all’articolo 1, sostituire il comma 4 con il seguente:

    « 4. All’articolo 4, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma:

    « 3. Ogni elettore può esprimere, sulle apposite righe stampate accanto al con- trassegno della lista prescelta, uno o due voti di preferenza scrivendo il cognome o il nome e cognome di non più di due candidati. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candi- dati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza ».

    b) all’articolo 1, comma 14, sostituire la lettera a) con la seguente:

    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « A destra di ciascun contrassegno sono tracciate, all’interno del relativo rettangolo, due linee orizzontali per l’espressione del voto preferenza »;

    c) all’articolo 1, dopo il comma 15, aggiungere i seguenti:

    « 15-bis. All’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « 2. L’elettore, senza che sia avvicinato da alcuno, esprime il voto tracciando con la matita sulla scheda un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo contenente il contrassegno della lista prescelta e può esprimere il voto o i voti di prefe- renza nei limiti indicati dall’articolo 59, secondo comma. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla. Di queste operazioni il presi- dente gli dà preventive istruzioni, astenen- dosi da ogni esemplificazione. »

    15-ter. All’articolo 59, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto, in fine, il seguente comma: « L’elettore può manifestare una o due preferenze soltanto per i candidati della lista da lui votata ». 15-quater. Dopo l’articolo 59 del « de- creto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto il seguente:

    «ART. 59-bis – 1.Il voto di preferenza si esprime scrivendo con la matita, sulle apposite righe tracciate a fianco del con- trassegno della lista votata, il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella medesima lista. In caso di identità di cognome tra candidati devono essere scritti sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita. 2. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scrivere solo uno dei due. L’indica- zione deve contenere entrambi i cognomi quando vi è possibilità di confusione tra più candidati. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non è designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 3. Sono comunque valide le preferenze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del con- trassegno votato che si riferiscono a can- didati della lista votata. 4. Le preferenze espresse per candidati compresi in liste di altri collegi non sono valide. Sono, altresì, non valide le prefe- renze espresse per candidati compresi in una lista diversa da quella votata, anche se facente parte della stessa coalizione. 5. Se l’elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto una o

    più preferenze per candidati compresi tutti nella medesima lista, si intende che ha votato la lista alla quale appartengono i candidati. Se l’elettore ha segnato più di un contrassegno di lista appartenente alla medesima coalizione, ma ha scritto una o più preferenze per candidati appartenenti ad una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui appartengono i candidati. Nel caso in cui I contrassegni votati facciano parte di coalizioni diverse è nullo sia il voto di lista che quello di preferenza. 6. Le preferenze in eccedenza al nu- mero stabilito sono nulle e rimangono valide le prime preferenze espresse ».

    15-quinquies. L’articolo 68 del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 68 –1. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio delle schede. Uno scrutatore designato mediante sorteg- gio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presi- dente. Questi enuncia ad alta voce il contrassegno della lista cui è attribuito il voto e il cognome dei candidati ai quali è stata data la preferenza. Passa, quindi, la scheda a un altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascuna lista e dei voti di prefe- renza. 2. Il segretario proclama ad alta voce i voti di lista e i voti di preferenza. Un terzo scrutatore pone le schede, i cui voti sono stati spogliati, nella cassetta o nella scatola dalla quale sono state tolte le schede non utilizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda viene subito impresso il timbro della sezione e sono apposte le firme del presidente e di due altri componenti del- l’ufficio di sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non è stata posta nella cassetta o nella scatola, dopo lo spoglio del voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio.

    5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale con il numero degli iscritti, dei votanti, dei voti di lista validi assegnati, delle schede nulle, delle schede bianche e delle schede contenenti voti di lista contestati, verificando la congruità dei dati e dandone pubblica lettura. 6. Tutte le operazioni previste dal pre- sente articolo devono essere compiute nel- l’ordine ivi indicato; del compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale ».

    15-sexies. All’articolo 70, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il primo comma è sostituito dal se- guente: « Fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 58, 59, 59-bis e 62, sono nulli i voti contenuti in schede che presentino scritture o segni tali da far ritenere, in modo inoppugnabile, che l’elettore abbia voluto far riconoscere il proprio voto. » 15-septies. All’articolo 71, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    a) al primo comma, il numero 2) è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, sull’as- segnazione o meno dei voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio dà atto del numero dei voti di lista e dei voti di preferenza contestati e assegnati provvisoriamente e di quello dei voti contestati e provvisoriamente non assegnati ai fini dell’ulteriore esame da compiere da parte dell’Ufficio centrale circoscrizionale ai sensi del numero 2), del primo comma, dell’articolo 76 »;

    b) il secondo comma è sostituito dal seguente: « I voti contestati devono essere raggruppati, per le singole liste e per i singoli candidati, a seconda dei motivi di contestazione che devono essere dettaglia- tamente descritti ».

    15-octies. All’articolo 74, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il secondo comma è sostituito dal seguente: « Nel verbale deve essere presa nota di tutte le operazioni prescritte dal presente testo unico e deve essere fatta menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati, siano o non siano attribuiti provvisoria- mente alle liste o ai candidati, delle deci- sioni del presidente, nonché delle firme e dei sigilli ». 15-novies. All’articolo 76, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il numero 1), del primo comma, è sostituito dal seguente:

    « 1) fa lo spoglio delle schede eventual- mente inviate dalle sezioni in conformità all’articolo 73, osservando, in quanto siano applicabili, le disposizioni degli articoli 59, 59-bis, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 74 e 75 ».

    15-decies. All’articolo 77, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », dopo il numero 1), del comma 1, è inserito il seguente:

    « 1-bis. Determina, per ciascun collegio plurinominale, la cifra individuale di cia- scun candidato nelle liste del collegio. Tale cifra è data dalla somma dei voti di preferenza conseguiti dal candidato della lista nelle singole sezioni elettorali del collegio plurinominale. Determina, altresì, la graduatoria dei candidati della mede- sima lista disponendoli nell’ordine decre- scente delle rispettive cifre individuali. A parità di cifre individuali prevale il più anziano di età. »;

    d) all’articolo 1, dopo il comma 16, è inserito il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », le parole: « secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « secondo la graduatoria di cui all’articolo 77, numero 1-bis ».

    e) all’articolo 1, sopprimere il comma 17.

    f) all’articolo 1, dopo il comma 17, aggiungere il seguente:

    17-bis. All’articolo 86, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il comma 1 è sostituito dal se- guente:

    « 1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito, nell’ambito della medesima cir- coscrizione, al candidato che nella lista segue immediatamente l’ultimo degli eletti secondo la graduatoria redatta ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1-bis) ».

    * 1. 48. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, comma 3, sostituire le parole: un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei con le seguenti: un numero di seggi non inferiore a sei e non superiore a dodici.

    Conseguentemente:

    a) all’articolo 1, sostituire il comma 4 con il seguente:

    « 4. All’articolo 4, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma:

    « 3. Ogni elettore può esprimere, sulle apposite righe stampate accanto al con- trassegno della lista prescelta, uno o due voti di preferenza scrivendo il cognome o il nome e cognome di non più di due candidati. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candi- dati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza ».

    b) all’articolo 1, comma 14, sostituire la lettera a) con la seguente:

    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « A destra di ciascun contrassegno sono tracciate, all’interno del relativo rettangolo, due linee orizzontali per l’espressione del voto preferenza »;

    c) all’articolo 1, dopo il comma 15, aggiungere i seguenti:

    « 15-bis. All’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « 2. L’elettore, senza che sia avvicinato da alcuno, esprime il voto tracciando con la matita sulla scheda un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo conte- nente il contrassegno della lista prescelta e può esprimere il voto o i voti di prefe- renza nei limiti indicati dall’articolo 59, secondo comma. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla. Di queste operazioni il presi- dente gli dà preventive istruzioni, astenen- dosi da ogni esemplificazione. »

    15-ter. All’articolo 59, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto, in fine, il seguente comma: « L’elettore può manifestare una o due preferenze soltanto per i candidati della lista da lui votata ». 15-quater. Dopo l’articolo 59 del « de- creto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto il seguente:

    «ART. 59-bis – 1.Il voto di preferenza si esprime scrivendo con la matita, sulle apposite righe tracciate a fianco del con- trassegno della lista votata, il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella medesima lista. In caso di identità di cognome tra candidati devono essere scritti sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita. 2. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scrivere solo uno dei due. L’indica- zione deve contenere entrambi i cognomi quando vi è possibilità di confusione tra più candidati. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non è designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 3. Sono comunque valide le preferenze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del con- trassegno votato che si riferiscono a can- didati della lista votata. 4. Le preferenze espresse per candidati compresi in liste di altri collegi non sono valide. Sono, altresì, non valide le prefe- renze espresse per candidati compresi in una lista diversa da quella votata, anche se facente parte della stessa coalizione. 5. Se l’elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto una o più preferenze per candidati compresi tutti nella medesima lista, si intende che ha votato la lista alla quale appartengono i candidati. Se l’elettore ha segnato più di un contrassegno di lista appartenente alla medesima coalizione, ma ha scritto una o più preferenze per candidati appartenenti ad una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui appartengono i candidati. Nel caso in cui I contrassegni votati facciano parte di coalizioni diverse è nullo sia il voto di lista che quello di preferenza. 6. Le preferenze in eccedenza al nu- mero stabilito sono nulle e rimangono valide le prime preferenze espresse ».

    15-quinquies. L’articolo 68 del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 68 –1. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio delle schede. Uno scrutatore designato mediante sorteg- gio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presi- dente. Questi enuncia ad alta voce il contrassegno della lista cui è attribuito il voto e il cognome dei candidati ai quali è stata data la preferenza. Passa, quindi, la scheda a un altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascuna lista e dei voti di prefe- renza. 2. Il segretario proclama ad alta voce i voti di lista e i voti di preferenza. Un terzo scrutatore pone le schede, i cui voti sono stati spogliati, nella cassetta o nella scatola dalla quale sono state tolte le schede non utilizzate. Quando la scheda non contiene

    alcuna espressione di voto, sul retro della scheda viene subito impresso il timbro della sezione e sono apposte le firme del presidente e di due altri componenti del- l’ufficio di sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non è stata posta nella cassetta o nella scatola, dopo lo spoglio del voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. 5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale con il numero degli iscritti, dei votanti, dei voti di lista validi assegnati, delle schede nulle, delle schede bianche e delle schede contenenti voti di lista contestati, verificando la congruità dei dati e dandone pubblica lettura. 6. Tutte le operazioni previste dal pre- sente articolo devono essere compiute nel- l’ordine ivi indicato; del compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale ».

    15-sexies. All’articolo 70, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il primo comma è sostituito dal seguente: « Fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 58, 59, 59-bis e 62, sono nulli i voti contenuti in schede che presentino scritture o segni tali da far ritenere, in modo inoppugnabile, che l’elettore abbia voluto far riconoscere il proprio voto. » 15-septies. All’articolo 71, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    a) al primo comma, il numero 2) è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, sull’as- segnazione o meno dei voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio dà atto del numero dei voti di lista e dei voti di preferenza contestati e assegnati provvisoriamente e di quello dei voti contestati e provvisoriamente non assegnati ai fini dell’ulteriore esame da compiere da parte dell’Ufficio centrale circoscrizionale ai sensi del numero 2), del primo comma, dell’articolo 76 »;

    b) il secondo comma è sostituito dal seguente: « I voti contestati devono essere raggruppati, per le singole liste e per i singoli candidati, a seconda dei motivi di contestazione che devono essere dettaglia- tamente descritti ».

    15-octies. All’articolo 74, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il secondo comma è sostituito dal seguente: « Nel verbale deve essere presa nota di tutte le operazioni prescritte dal presente testo unico e deve essere fatta menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati, siano o non siano attribuiti provvisoria- mente alle liste o ai candidati, delle deci- sioni del presidente, nonché delle firme e dei sigilli ». 15-novies. All’articolo 76, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il numero 1), del primo comma, è sostituito dal seguente:

    « 1) fa lo spoglio delle schede eventual- mente inviate dalle sezioni in conformità all’articolo 73, osservando, in quanto siano applicabili, le disposizioni degli articoli 59, 59-bis, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 74 e 75 ».

    15-decies. All’articolo 77, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », dopo il numero 1), del comma 1, è inserito il seguente:

    « 1-bis. Determina, per ciascun collegio plurinominale, la cifra individuale di cia- scun candidato nelle liste del collegio. Tale cifra è data dalla somma dei voti di preferenza conseguiti dal candidato della lista nelle singole sezioni elettorali del collegio plurinominale. Determina, altresì, la graduatoria dei candidati della mede- sima lista disponendoli nell’ordine decre- scente delle rispettive cifre individuali. A parità di cifre individuali prevale il più anziano di età. »;

    d) all’articolo 1, dopo il comma 16, è inserito il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », le parole: « secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « secondo la graduatoria di cui all’articolo 77, numero 1-bis ».

    e) all’articolo 1, sopprimere il comma

    17.

    f) all’articolo 1, dopo il comma 17, aggiungere il seguente:

    17-bis. All’articolo 86, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il comma 1 è sostituito dal seguente:

    « 1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito, nell’ambito della medesima cir- coscrizione, al candidato che nella lista segue immediatamente l’ultimo degli eletti secondo la graduatoria redatta ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1-bis) ».

    * 1. 49. La Russa, Taglialatela.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 50

    Sostituire la parola: dieci con la se- guente: nove.

    0. 1. 50. 1. Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, sosti- tuire le parole: non inferiore a tre e non superiore a 6 con le seguenti: non inferiore a cinque e non superiore a dieci.

    1. 50. Lauricella.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 51

    Sostituire la parola: otto con la se- guente: sette. 0. 1. 51. 1. Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, comma 3, sostituire le parole: non inferiore a tre e non superiore a sei con le seguenti: non inferiore a quattro e non superiore a otto.

    1. 51. Lauricella.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, comma 3, le parole: non inferiore a tre e non supe- riore a sei sono sostituite con le seguenti: non inferiore a due e non superiore a tre.

    1. 52. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 3, capoverso articolo 3, sop- primere il comma 4.

    1. 53. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Apportare le seguenti modificazioni:

    a) Sostituire il comma 4 con il seguente:

    4. All’articolo 4, il comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dai seguenti:

    « 2. Ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista ai fini del- l’attribuzione dei seggi in ragione propor- zionale, da esprimere su un’unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista. Ogni elettore può esprimere fino a due voti di preferenza. Qualora l’elettore esprima due voti di preferenza, essi de- vono riguardare due candidati di sesso diverso compresi nella stessa lista, pena l’annullamento del voto di preferenza. 2.bis. I voti di preferenza si espri- mono indicando i candidati prescelti a fianco del contrassegno di lista;

    b) Al comma 14, alla lettera a), dell’ar- ticolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è aggiunto infine, il seguente periodo:

    Accanto ad ogni singolo contrassegno sono tracciate le linee orizzontali in nu- mero pari a quello dei voti di preferenza

    che l’elettore ha facoltà di esprimere per i candidati della lista votata. Sono vietati altri segni e indicazioni.

    c) Dopo il comma 15, aggiungere i seguenti:

    15-bis. Il secondo comma dell’articolo 58 del decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

    « L’elettore, senza che sia avvici- nato da alcuno, esprime il voto tracciando con la matita sulla scheda un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo conte- nente il contrassegno della lista prescelta. Con la stessa matita indica il voto di preferenza nei limiti indicati dall’articolo 59, secondo comma. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla. Di queste operazioni il presidente gli dà preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione »;

    15-ter. All’articolo 59, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

    « L’elettore può manifestare la pre- ferenza soltanto per i candidati della lista da lui votata. Il voto di preferenza deve essere espresso anche quando l’elettore intende attribuirlo ai candidati che per effetto dell’ordine di precedenza indicato dall’articolo 18-bis, comma 3, sono in testa alla lista votata »;

    15-quater. Dopo l’articolo 59 del de- creto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono inseriti i seguenti:

    «ART. 59-bis – 1. Il voto di prefe- renza si esprime scrivendo con la matita, nelle apposite righe tracciate a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella medesima lista. In caso di identità di cognome tra candidati devono essere scritti sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita.

    2. Qualora il candidato abbia due cognomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scrivere solo uno dei due. L’indica- zione deve contenere entrambi i cognomi quando vi è possibilità di confusione tra più candidati. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non è designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 3. Sono, comunque, valide le pre- ferenze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del contrassegno votato che si riferiscono a candidati della lista votata. 4. Le preferenze espresse per can- didati compresi in liste di altri collegi non sono valide. Sono, altresì, non valide le preferenze espresse per candidati com- presi in una lista diversa da quella votata, anche se facente parte della stessa coali- zione. 5. Se l’elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto una o più preferenze per candidati com- presi tutti nella medesima lista, si intende che ha votato la lista alla quale apparten- gono i candidati. Se l’elettore ha segnato più di un contrassegno di lista apparte- nente alla medesima coalizione, ma ha scritto una o più preferenze per candidati appartenenti ad una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui apparten- gono i candidati. Nel caso in cui i con- trassegni votati facciano parte di coalizioni diverse è nullo sia il voto di lista che quello di preferenza. 6. Le preferenze in eccedenza al numero stabilito sono nulle e rimangono valide le prime preferenze espresse ».

    15-quinquies. All’articolo 77, comma 1, numero 2), del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957,sono ag- giunte, in fine, le seguenti parole: « , e il totale delle preferenze ottenute dai can- didati di ciascuna lista »;

    d) Dopo il comma 16, aggiungere il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: « i candidati

    compresi nella lista medesima, secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di prefe- renze ».

    1. 56. Pisicchio, Migliore, Labriola, Zac- cagnini.

    Sostituire, il comma 4, con il seguente:

    4. All’articolo 4 del decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 » è aggiunto in fine, il seguente comma:

    « 3. Ogni elettore può esprimere, sulle apposite righe stampate accanto al con- trassegno della lista prescelta, uno o due voti di preferenza scrivendo il cognome o il nome e cognome di non più di due candidati. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candi- dati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza ».

    Conseguentemente:

    a) all’articolo 1, comma 14, sostituire la lettera a) con la seguente:

    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « A destra di ciascun contrassegno sono tracciate, all’interno dei relativo rettangolo, due linee orizzontali per l’espressione del voto preferenza ».;

    b) all’articolo 1, dopo il comma 15, aggiungere i seguenti:

    « 15-bis. All’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » il secondo comma è sostituito dai seguente:

    « 2. L’elettore, senza che sia avvicinato da alcuno, esprime il voto tracciando con la matita sulla scheda un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo conte- nente il contrassegno della lista prescelta e può esprimere il voto o i voti di prefe- renza nei limiti indicati dall’articolo 59, secondo comma. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla. Di queste operazioni il presi- dente gli dà preventive istruzioni, astenen- dosi da ogni esemplificazione ».

    15-ter. All’articolo 59, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto, in fine, il seguente comma:

    « L’elettore può manifestare una o due preferenze soltanto per i candidati della lista da lui votata ».

    15-quater. Dopo l’articolo 59 del « de- creto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto il seguente:

    «ART. 59-bis – 1. Il voto di preferenza si esprime scrivendo con la matita, sulle apposite righe tracciate a fianco del con- trassegno della lista votata, il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella medesima lista. In caso di identità di cognome tra candidati devono essere scritti sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita. 2. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scrivere solo uno dei due. L’indica- zione deve contenere entrambi i cognomi quando vi è possibilità di confusione tra più candidati. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non è designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 3. Sono comunque valide le preferenze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del con- trassegno votato che si riferiscono a can- didati della lista votata. 4. Le preferenze espresse per candidati compresi in liste di altri collegi non sono valide. Sono, altresì, non valide le prefe- renze espresse per candidati compresi in una lista diversa da quella votata, anche se facente parte della stessa coalizione. 5. Se l’elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto una o più preferenze per candidati compresi tutti nella medesima lista, si intende che ha votato la lista alla quale appartengono i candidati. Se l’elettore ha segnato più di

    un contrassegno di lista appartenente alla medesima coalizione, ma ha scritto una o più preferenze per candidati appartenenti ad una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui appartengono i candidati. Nel caso in cui i contrassegni votati facciano parte di coalizioni diverse è nullo sia il voto di lista che quello di preferenza. 6. Le preferenze in eccedenza al nu- mero stabilito sono nulle e rimangono valide le prime preferenze espresse ».

    15-quinquies. L’articolo 68 del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 68. – 1. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio delle schede. Uno scrutatore designato mediante sorteg- gio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presi- dente. Questi enuncia ad alta voce il contrassegno della lista cui è attribuito il voto e il cognome dei candidati ai quali è stata data la preferenza. Passa, quindi, la scheda a un altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascuna lista e dei voti di prefe- renza. 2. Il segretario proclama ad alta voce i voti di lista e i voti di preferenza. Un terzo scrutatore pone le schede, i cui voti sono stati spogliati, nella cassetta o nella scatola dalla quale sono state tolte le schede non utilizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda viene subito impresso il timbro della sezione e sono apposte le firme del presidente e di due altri componenti del- l’ufficio di sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non è stata posta nella cassetta o nella scatola, dopo lo spoglio del voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. 5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale con il numero degli iscritti, dei votanti, dei voti di lista validi assegnati, delle schede nulle, delle schede bianche e delle schede contenenti voti di lista contestati, verificando la congruità dei dati e dandone pubblica lettura. 6. Tutte le operazioni previste dal pre- sente articolo devono essere compiute nel- l’ordine ivi indicato; del compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale ».

    15-sexies. All’articolo 70, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il primo comma è sostituito dal seguente: « Fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 58, 59, 59-bis e 62, sono nulli i voti contenuti in schede che pre- sentino scritture o segni tali da far rite- nere, in modo inoppugnabile, che l’elettore abbia voluto far riconoscere il proprio voto. » 15-septies. All’articolo 71, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    c) al primo comma, il numero 2) è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, sull’as- segnazione o meno dei voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio dà atto del numero dei voti di lista e dei voti di preferenza contestati e assegnati provvisoriamente e di quello dei voti contestati e provvisoriamente non assegnati ai fini dell’ulteriore esame da compiere da parte dell’Ufficio centrale circoscrizionale ai sensi del numero 2), del primo comma, dell’articolo 76 »;

    d) il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « I voti contestati devono essere rag- gruppati, per le singole liste e per i singoli candidati, a seconda dei motivi di conte- stazione che devono essere dettagliata- mente descritti ».

    15-octies. All’articolo 74, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del

    1957 », il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « Nel verbale deve essere presa nota di tutte le operazioni prescritte dal presente testo unico e deve essere fatta menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati, siano o non siano attribuiti provvisoriamente alle liste o ai candidati, delle decisioni del presidente, nonché delle firme e dei sigilli ».

    15-novies. All’articolo 76, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 dei 1957 », il numero 1), del primo comma, è sostituito dal seguente:

    « 1) fa lo spoglio delle schede even- tualmente inviate dalle sezioni in confor- mità all’articolo 73, osservando, in quanto siano applicabili, le disposizioni degli ar- ticoli 59, 59-bis, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 74 e 75 ».

    15-decies. All’articolo 77, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », dopo il numero 1), del comma 1, è inserito il seguente:

    « 1-bis. Determina, per ciascun colle- gio plurinominale, la cifra individuale di ciascun candidato nelle liste del collegio. Tale cifra è data dalla somma dei voti di preferenza conseguiti dal candidato della lista nelle singole sezioni elettori del col- legio plurinominale. Determina, altresì, la graduatoria dei candidati della medesima lista disponendoli nell’ordine decrescente delle rispettive cifre individuali. A parità di cifre individuali prevale il più anziano di età. »;

    c) all’articolo 1, dopo il comma 16, è inserito il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », le parole: « secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « secondo la graduatoria di cui all’articolo 77, numero 1-bis ».

    d) all’articolo 1, sopprimere il comma 17.

    e) all’articolo 1, dopo il comma 17 aggiungere il seguente:

    17-bis. All’articolo 86, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il comma 1 è sostituito dal se- guente:

    1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito, nell’ambito della medesima cir- coscrizione, al candidato che nella lista segue immediatamente l’ultimo degli eletti secondo la graduatoria redatta ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1-bis) ».

    *1. 57. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Sostituire, il comma 4, con il seguente:

    4. All’articolo 4 del decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957 » è aggiunto in fine, il seguente comma:

    « 3. Ogni elettore può esprimere, sulle apposite righe stampate accanto al con- trassegno della lista prescelta, uno o due voti di preferenza scrivendo il cognome o il nome e cognome di non più di due candidati. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candi- dati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza ».

    Conseguentemente:

    a) all’articolo 1, comma 14, sostituire la lettera a) con la seguente:

    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « A destra di ciascun contrassegno sono tracciate, all’interno dei relativo rettangolo, due linee orizzontali per l’espressione del voto preferenza ».;

    b) all’articolo 1, dopo il comma 15, aggiungere i seguenti:

    « 15-bis. All’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » il secondo comma è sostituito dai seguente:

    « 2. L’elettore, senza che sia avvicinato da alcuno, esprime il voto tracciando con

    la matita sulla scheda un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo conte- nente il contrassegno della lista prescelta e può esprimere il voto o i voti di prefe- renza nei limiti indicati dall’articolo 59, secondo comma. Sono vietati altri segni o indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla. Di queste operazioni il presi- dente gli dà preventive istruzioni, astenen- dosi da ogni esemplificazione ».

    15-ter. All’articolo 59, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto, in fine, il seguente comma:

    « L’elettore può manifestare una o due preferenze soltanto per i candidati della lista da lui votata ».

    15-quater. Dopo l’articolo 59 del « de- creto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto il seguente:

    «ART. 59-bis – 1. Il voto di preferenza si esprime scrivendo con la matita, sulle apposite righe tracciate a fianco del con- trassegno della lista votata, il nome e il cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella medesima lista. In caso di identità di cognome tra candidati devono essere scritti sempre il nome e il cognome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita. 2. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scrivere solo uno dei due. L’indica- zione deve contenere entrambi i cognomi quando vi è possibilità di confusione tra più candidati. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non è designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 3. Sono comunque valide le preferenze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del con- trassegno votato che si riferiscono a can- didati della lista votata. 4. Le preferenze espresse per candidati compresi in liste di altri collegi non sono valide. Sono, altresì, non valide le preferenze espresse per candidati compresi in una lista diversa da quella votata, anche se facente parte della stessa coalizione. 5. Se l’elettore non ha indicato alcun contrassegno di lista, ma ha scritto una o più preferenze per candidati compresi tutti nella medesima lista, si intende che ha votato la lista alla quale appartengono i candidati. Se l’elettore ha segnato più di un contrassegno di lista appartenente alla medesima coalizione, ma ha scritto una o più preferenze per candidati appartenenti ad una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui appartengono i candidati. Nel caso in cui i contrassegni votati facciano parte di coalizioni diverse è nullo sia il voto di lista che quello di preferenza. 6. Le preferenze in eccedenza al nu- mero stabilito sono nulle e rimangono valide le prime preferenze espresse ».

    15-quinquies. L’articolo 68 del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:

    «ART. 68. – 1. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio delle schede. Uno scrutatore designato mediante sorteg- gio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presi- dente. Questi enuncia ad alta voce il contrassegno della lista cui è attribuito il voto e il cognome dei candidati ai quali è stata data la preferenza. Passa, quindi, la scheda a un altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascuna lista e dei voti di prefe- renza. 2. Il segretario proclama ad alta voce i voti di lista e i voti di preferenza. Un terzo scrutatore pone le schede, i cui voti sono stati spogliati, nella cassetta o nella scatola dalla quale sono state tolte le schede non utilizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda viene subito impresso il timbro della sezione e sono apposte le firme del presidente e di due altri componenti del- l’ufficio di sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta

    non è stata posta nella cassetta o nella scatola, dopo lo spoglio del voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. 5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale con il numero degli iscritti, dei votanti, dei voti di lista validi assegnati, delle schede nulle, delle schede bianche e delle schede contenenti voti di lista contestati, verificando la congruità dei dati e dandone pubblica lettura. 6. Tutte le operazioni previste dal pre- sente articolo devono essere compiute nel- l’ordine ivi indicato; dei compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale ».

    15-sexies. All’articolo 70, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il primo comma è sostituito dal seguente: « Fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 58, 59, 59-bis e 62, sono nulli i voti contenuti in schede che pre- sentino scritture o segni tali da far rite- nere, in modo inoppugnabile, che l’elettore abbia voluto far riconoscere il proprio voto. » 15-septies. All’articolo 71, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    c) al primo comma, il numero 2) è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, sull’as- segnazione o meno dei voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio dà atto del numero dei voti di lista e dei voti di preferenza contestati e assegnati provvisoriamente e di quello dei voti contestati e provvisoriamente non assegnati ai fini dell’ulteriore esame da compiere da parte dell’Ufficio centrale circoscrizionale ai sensi del numero 2), del primo comma, dell’articolo 76 »;

    d) il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « I voti contestati devono essere rag- gruppati, per le singole liste e per i singoli candidati, a seconda dei motivi di conte- stazione che devono essere dettagliata- mente descritti ».

    15-octies. All’articolo 74, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il secondo comma è sostituito dal seguente:

    « Nel verbale deve essere presa nota di tutte le operazioni prescritte dal presente testo unico e deve essere fatta menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati, siano o non siano attribuiti provvisoriamente alle liste o ai candidati, delle decisioni del presidente, nonché delle firme e dei sigilli ».

    15-novies. All’articolo 76, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 dei 1957 », il numero 1), del primo comma, è sostituito dal seguente:

    « 1) fa lo spoglio delle schede even- tualmente inviate dalle sezioni in confor- mità all’articolo 73, osservando, in quanto siano applicabili, le disposizioni degli ar- ticoli 59, 59-bis, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 74 e 75 ».

    15-decies. All’articolo 77, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », dopo il numero 1), del comma 1, è inserito il seguente:

    « 1-bis. Determina, per ciascun collegio plurinominale, la cifra individuale di cia- scun candidato nelle liste del collegio. Tale cifra è data dalla somma dei voti di preferenza conseguiti dal candidato della lista nelle singole sezioni elettori del col- legio plurinominale. Determina, altresì, la graduatoria dei candidati della medesima lista disponendoli nell’ordine decrescente delle rispettive cifre individuali. A parità di cifre individuali prevale il più anziano di età. »;

    c) all’articolo 1, dopo il comma 16, è inserito il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », le parole: « secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « secondo la graduatoria di cui all’articolo 77, numero 1-bis ».

    d) all’articolo 1, sopprimere il comma

    17.

    e) all’articolo 1, dopo il comma 17 aggiungere il seguente:

    17-bis. All’articolo 86, del « decreto del presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », il comma 1 è sostituito dal se- guente:

    1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito, nell’ambito della medesima cir- coscrizione, al candidato che nella lista segue immediatamente l’ultimo degli eletti secondo la graduatoria redatta ai sensi dell’articolo 77, comma 1, numero 1-bis) ».

    *1. 58. La Russa, Corsaro, Taglialatela.

    Sostituire il comma con il seguente: 4. Il comma 2 dell’articolo 4 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato.

    1. 59. D’Ambrosio, Grillo, Cozzolino, Lombardi, Toninelli, Dadone, Nuti, Fraccaro, Dieni.

    Sostituire il comma 4 con il seguente: « All’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 361 del 1957 aggiungere in fine il seguente comma: “2-bis. Ogni elettore può esprimere un voto di prefe- renza indicando il cognome, o il nome e cognome, di un candidato. L’indicazione del voto di preferenza si esprime trac- ciando un solo segno su un apposito quadrato stampato a fianco del nome e cognome di ciascun candidato all’interno dello spazio riservato alla lista prescelta e votata sulla scheda di ciascun collegio plurinominale” ».

    1. 60. La Russa.

    Sostituire il comma 4 con il seguente:

    4. All’articolo 4, comma 2, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « ovvero sulla scheda a riempi- mento per la procedura di voto antici- pato ».

    1. 61. Vargiu.

    Al comma 4, sostituire le parole: e il cognome e nome dei relativi candidati con le seguenti: ed ha facoltà di attribuire una preferenza per uno dei candidati compresi nella lista votata.

    Conseguentemente, dopo l’articolo 14 sono inseriti i seguenti:

    ART. 14-bis. L’articolo 59 decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 è sostituito dal seguente:

    ART. 59. – 1. Una scheda valida per la scelta della lista rappresenta un voto di lista. 2. L’elettore può esprimere il voto di preferenza esclusivamente per un candi- dato della lista da lui votata. 3. Sono nulli i voti di preferenza nei quali il candidato non sia designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista ».

    ART. 14-ter. dopo l’articolo 59, è in- serito il seguente:

    ART. 59-bis. – 1. L’elettore può espri- mere un voto di preferenza, scrivendo con la matita copiativa, nell’apposita riga trac- ciata a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il co- gnome dei candidati preferiti, compresi nella lista medesima. In caso di identità di cognome tra candidati, deve scriversi sem- pre il nome e cognome e, ove occorra, data e luogo di nascita.

    1. 62. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 4, sostituire le parole: e il cognome e nome dei relativi candidati con le seguenti: ed ha facoltà di attribuire una o due preferenze, nel rispetto dell’equili- brio di genere, per uno o due candidati compresi nella lista votata.

    Conseguentemente, dopo l’articolo 14 ag- giungere i seguenti:

    ART. 14-bis. L’articolo 59 è sostituito dal seguente:

    ART. 59. – 1. Una scheda valida per la scelta della lista rappresenta un voto di lista. 2. L’elettore può esprimere il voto di preferenza esclusivamente per un candi- dato della lista da lui votata, o due voti di preferenza nel rispetto dell’equilibrio di genere. 3. Sono nulli i voti di preferenza nei quali il candidato non sia designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista ».

    ART. 14-ter. dopo l’articolo 59, è in- serito il seguente:

    ART. 59. – 1. L’elettore può esprimere due voti di preferenza, uno per ciascuno dei due sessi, scrivendo con la matita copiativa, nell’apposita riga tracciata a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella lista medesima. In caso di identità di cognome tra candidati, deve scriversi sempre il nome e cognome e, ove occorra, data e luogo di nascita.

    1. 63. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 4, sostituire le parole: e il cognome e il nome dei relativi candidati con le seguenti: e il cognome e nome del relativo candidato nel collegio uninomi- nale.

    1. 64. Balduzzi, Romano, Mazziotti di Celso, Galgano.

    Dopo il comma 4 aggiungere il seguente: 4-bis. All’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, dopo il comma 1 aggiungere il seguente: 1-bis. Non sono altresì eleggibili i titolari di una partecipazione di controllo del capitale sociale di una impresa con- cessionaria di beni o di servizi pubblici o di una impresa che controlla una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o colui che in proprio esercita una im- presa concessionaria di beni o di servizi pubblici. Non sono eleggibili i titolari di una partecipazione rilevante ai sensi dell’arti- colo 120 del decreto legislativo 58 del 1998 in una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o di una impresa che controlla una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici. Ai fini della disposizione di cui al presente comma è equiparata alla titolarità diretta la titola- rità indiretta o la titolarità attribuita ad una società fiduciaria o ad un trust non- ché il diritto di acquistare, a qualsiasi titolo, la titolarità anche tramite uno stru- mento finanziario, tipico o atipico, che incorpori o comunque attribuisca la tito- larità della partecipazione o il diritto di acquistare la partecipazione. Dalla data di entrata in vigore della disposizione di cui al presente comma, se le situazioni giuridiche non sussistono al momento dell’elezione, ma sopravvengono, opera la immediata incompatibilità e la decadenza dall’ufficio. 1. 66. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Dopo il comma 4, inserire il seguente comma 4-bis. Dopo l’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, inserire, il seguente articolo:

    ART. 10-bis. (Elezioni primarie).

    1. I partiti o i gruppi politici organizzati che intendano presentare liste di candidati

    per l’elezione della Camera dei deputati organizzano elezioni primarie per la sele- zione dei candidati ai sensi delle seguenti disposizioni, che costituiscono norme ge- nerati cui gli statuti dei partiti o dei gruppi politici organizzati devono attenersi ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera l) del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149. 2. Le elezioni primarie si svolgono in una domenica compresa tra il novante- simo e il sessantesimo giorno antecedente alla data nella quale ha termine la legi- slatura e stabilita da un decreto del Pre- sidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri. 3. In caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati e sempre che le elezioni primarie non si siano già svolte nei termini del precedente comma, queste si svolgono la seconda domenica successiva alla data di pubblicazione del decreto che dispone lo scioglimento. In tal caso il decreto di convocazione dei comizi di cui all’articolo 11 è emanato e pubblicato unitamente a quello di scioglimento e, fermo quanto disposto dal comma 2 del- l’articolo 11, il termine di cui al comma 3 della medesima disposizione è aumentato di un numero di giorni pari a quelli intercorrenti tra la data di pubblicazione del decreto e quella di svolgimento delle elezioni primarie. 4. Le elezioni primarie sono organiz- zate in autonomia da ciascun partito o gruppo politico organizzato nel rispetto dei seguenti principi:

    a) attraverso le elezioni primarie sono selezionati almeno due terzi dei can- didati in ogni collegio plurinominale di cui alla tabella « B » allegata al presente Testo unico, con arrotondamento all’unità supe- riore in caso di parte decimale superiore allo 0,5 e con arrotondamento all’unità inferiore in caso di parte decimale infe- riore allo 0,5;

    b) la regolarità delle procedure è assicurata, eventualmente anche mediante un organo interno di garanzia, dai partiti o dai gruppi politici organizzati, i quali tengono traccia di tutte le operazioni e, al termine delle stesse, inviano una relazione dettagliata alla Commissione di cui all’ar- ticolo 9, comma 3, della legge 6 luglio 2012, n. 96, denominata di seguito « Com- missione ». La Commissione vigila sulla regolarità delle procedure e sul rispetto delle presenti norme, potendo chiedere chiarimenti ai partiti o ai gruppi politici organizzati e segnalando eventuali viola- zioni all’autorità giudiziaria o all’Ufficio elettorale centrale nazionale di cui all’ar- ticolo 12. La Commissione, in ciascuna regione, opera mediante l’assistenza degli Uffici centrali circoscrizionali di cui all’ar- ticolo 13;

    c) l’elettorato attivo è riconosciuto agli iscritti ai partiti o ai gruppi politici organizzati aventi l’elettorato attivo di cui all’articolo 5, comma 1, e, a discrezione di questi, anche agli iscritti in un apposito registro tenuto dai medesimi partiti o gruppi politici. A tale registro possono iscriversi, fino al giorno precedente alla consultazione, gli elettori di cui all’articolo 5, comma 1, che intendano partecipare alle elezioni primarie, previa sottoscri- zione di una dichiarazione di adesione ad una carta di principi che ciascun partito o gruppo politico ha cura di presentare, entro 3 giorni dalla pubblicazione del decreto che fissa la data delle elezioni primarie, alla Commissione. I partiti o i gruppi politici organizzati possono dotarsi della carta di principi anche in precedenza alla convocazione delle elezioni primarie, comunicandola alla Commissione; in tal caso essi hanno titolo a comunicare l’ado- zione di una nuova carta o di modifiche alta stessa entro il termine di cui al secondo periodo. Ogni elettore può parte- cipare alle elezioni primarie di un solo partito o gruppo politico organizzato; se tale obbligo è violato, il voto è nullo e all’elettore è applicata una sanzione am- ministrativa da cinquecento a millecinque- cento euro;

    d) i candidati che partecipano alle elezioni primarie devono essere in pos- sesso del requisito di elettorato passivo previsto dall’articolo 6, comma 1.

    5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche alle elezioni primarie promosse da partiti o gruppi politici organizzati che intendano presen- tare coalizioni di liste ».

    1. 67. Balduzzi, Romano, Mazziotti Di Celso, Galgano.

    Sopprimere il comma 5.

    Conseguentemente sopprimere il comma 8, sopprimere la lettera b) del comma 14, e sopprimere la lettera c) del comma 16.

    1. 68. Dadone, Nuti, Fraccaro, D’Ambro- sio, Grillo, Cozzolino, Lombardi, Toni- nelli, Dieni.

    SUBEMENDAMENTI ALL’EMENDAMENTO 1. 69

    All’articolo 13-bis, al comma 6-bis, ap- portare le seguenti modificazioni:

    a) il comma 1 è sostituito dal se- guente:

    1. I partiti e i movimenti che intendono prendere parte alle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono effettuare la designazione dei can- didati nelle proprie liste attraverso ele- zioni primarie, ai sensi delle disposizioni del presente articolo.

    b) il primo periodo del comma 3 è sostituito dal seguente:

    3. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la disciplina dei termini e dei modi per la comunicazione della decisione, da parte dei soggetti di cui al comma 1, di effet- tuare la designazione dei candidati alle elezioni politiche attraverso le elezioni primarie, per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni primarie, di espressione del voto e di selezione dei candidati da presentare nelle liste eletto- rali, secondo i seguenti principi e criteri direttivi:.

    0. 1. 69. 1. Famiglietti.

    All’articolo 13-bis, comma 3, sostituire la parola: tre con la seguente: cinque.

    0. 1. 69. 2. Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti.

    Dopo il comma 6 aggiungere il seguente:

    6-bis. Dopo l’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è inserito il seguente:

    «ART. 13-bis. – 1. La designazione dei candidati nelle liste dei partiti e dei mo- vimenti che partecipano alle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica avviene attraverso elezioni pri- marie da svolgere almeno due mesi prima della data di scadenza del termine per la presentazione delle candidature per il rin- novo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. In caso di scio- glimento anticipato delle Camere il ter- mine è ridotto a quarantacinque giorni. 2. Le elezioni primarie per la designa- zione dei candidati alle elezioni politiche sono indette con il provvedimento con il quale il Presidente della Repubblica indice le elezioni, e possono tenersi entro in una data antecedente di almeno quindici giorni quella di presentazione delle liste; tale termine può essere ridotto a 7 giorni in caso di scioglimento anticipato della legi- slatura. 3. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la disciplina dei termini e dei modi per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni primarie, di espressione del voto e di selezione dei candidati da pre- sentare nelle liste elettorali, secondo i seguenti principi e criteri direttivi:

    a) sono elettori tutti i cittadini rego- larmente iscritti nelle liste elettorali;

    b) le liste dei candidati alle elezioni primarie, tra i quali è possibile scegliere, da parte dei cittadini, i candidati di cia- scuna lista e per ciascun collegio alle elezioni politiche, possono essere composte

    da un numero minimo di candidati pari a quello dei candidati alle elezioni politiche per il corrispondente collegio, aumentato di almeno una unità; in ogni caso il numero massimo dei candidati non può essere superiore al doppio dei candidati previsti per ciascuna circoscrizione;

    c) nella composizione delle liste dei candidati alle elezioni primarie deve es- sere rispettato, ai sensi dell’articolo 51 della Costituzione, l’equilibrio di genere, attraverso la previsione di un numero equivalente di candidature per ciascun genere;

    d) l’elettore può esprimere il voto esclusivamente per i candidati presentati nell’ambito di una delle liste che parteci- pano alle elezioni primarie;

    e) l’espressione della scelta, da parte degli elettori, dei candidati da presentare nel corrispondente collegio alle elezioni politiche, avviene attraverso l’indicazione di uno o due dei candidati alle elezioni primarie; l’espressione del voto per due candidati deve riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento del voto;

    f) le liste dei candidati alle elezioni politiche presentate dai soggetti di cui al comma 1 in ciascun collegio vengono com- poste secondo l’ordine dei voti conseguiti alle elezioni primarie dai candidati del medesimo soggetto in tale collegio;

    g) le elezioni primarie si svolgono nello stesso giorno, fissato ai sensi del comma 2;

    h) le elezioni primarie sono pubbli- che e statali;

    i) ai giudizi sulla validità delle ele- zioni primarie si applica l’articolo 66 della Costituzione.

    1. 69. Marco Meloni, D’Attorre, Bindi, Lauricella, Fabbri, Gasparini, Polla- strini, Francesco Sanna, Giorgis, Rubi- nato, Rampi, Lattuca, Incerti, Mauri, Malpezzi, Cominelli, Gribaudo, Palma, Covello, Malisani, Manzi, Cenni, Ter- rosi, Murer, Bonomo, Giovanna Sanna.

    Sostituire il comma 7 con il seguente:

    7. Il primo periodo dell’articolo 14, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente: « I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare liste di candidati, debbono depositare presso il Ministero dell’interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere le liste medesime nelle singole circoscri- zioni ».

    1. 70. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Dopo il comma 7 inserire i seguenti:

    7-bis. L’articolo 14-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è abrogato. 7-ter. Il numero 2) del comma 1 del- l’articolo 24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sosti- tuito dal seguente:

    « 2) stabilisce, mediante sorteggio da effettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d’ordine da assegnare alle liste e ai relativi contrassegni. I contras- segni di ciascuna lista e i nominativi dei relativi candidati sono riportati sulle schede di votazione e sui manifesti se- condo l’ordine progressivo risultato dal suddetto sorteggio; ».

    7-quater. Al comma 2 dell’articolo 31 del decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 il secondo periodo è sostituito dal seguente: « L’ordine delle liste, nonché l’ordine dei contrassegni delle liste sono stabiliti con sorteggio secondo le disposizioni di cui all’articolo 24 ».

    Conseguentemente, sopprimere la lettera a) del comma 13.

    1. 71. Cozzolino, Lombardi, Toninelli, Dadone, Nuti, Fraccaro, D’Ambrosio, Grillo, Dieni.

    Dopo il comma 7 inserire il seguente:

    7-bis. Il comma 3 dell’articolo 14-bis del decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 è abrogato.

    1. 72. Nuti, Fraccaro, Cozzolino, Dieni, Lombardi, Toninelli, Dadone, D’Ambro- sio, Grillo.

    Sopprimere il comma 8.

    1. 73. Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Fraccaro, Cozzolino, Dieni, Lombardi.

    Al comma 8, capoverso, articolo 14-ter, comma 1, sostituire le parole: non sono consentiti con le seguenti: sono ammessi.

    1. 74. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 8, capo verso « ART. 14-ter », comma 1, sopprimere la parola: non e aggiungere in fine il seguente periodo: An- che le liste che non hanno superato gli sbarramenti previsti dal comma 16 della presente legge, se apparentate, in caso di vittoria, accedono alla ripartizione dei seggi limitatamente alla quota percentuale del premio di maggioranza.

    1. 75. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 8, capoverso « ART. 14-ter » sopprimere la parola: non e aggiungere in fine il seguente periodo: Anche le liste che non hanno superato gli sbarramenti pre- visti dal comma 16 della presente legge, se apparentate, in caso di vittoria, accedono alla ripartizione dei seggi.

    1. 76. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 8, capoverso « ART. 14-ter », comma 1, sopprimere la parola: non.

    1. 78. Dieni, Lombardi, Toninelli, Da- done, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Frac- caro, Cozzolino.

    Dopo il comma 8 aggiungere il seguente:

    8-bis. – (Elezioni primarie per la Ca- mera dei deputati). – 1. Dopo l’articolo 14-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, e successive modificazioni, è aggiunto il seguente:

    «ART. 14-ter. – 1. Per la designazione dei candidati alla elezione della Camera dei deputati, i partiti o gruppi politici organizzati indicono elezioni primarie, nella misura del settantacinque per cento dei seggi da attribuire in ciascun collegio, garantendo la parità di genere. Le elezioni di cui al comma precedente avvengono a scrutinio segreto entro cen- toventi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature per il rinnovo della stessa. In caso di sciogli- mento anticipato il termine è ridotto a sessanta giorni ».

    Conseguentemente all’articolo 1 comma 9 lettera b) dopo le parole: un ordine numerico sono inserite le seguenti: ai sensi dell’articolo 1 comma 8-bis.

    1. 79. Di Lello, Locatelli, Di Gioia, Pasto- relli, Labriola, Zaccagnini.

    Sostituire il comma 9 con il seguente:

    9. All’articolo 18-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modifi- cazioni:

    a) il primo periodo del comma 1, è sostituito dal seguente: « La presentazione delle liste di candidati deve essere sotto- scritta, in ciascun collegio uninominale della circoscrizione, da almeno 200 e da non più di 400 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni ricompresi nei mede-

    simi collegi, o, in caso di collegi ricompresi in un unico comune, iscritti alle sezioni elettorali di tali collegi »;

    b) il comma 3 è sostituito dal se- guente:

    « 3. Ogni lista, all’atto della presenta- zione, è composta da un elenco di persone, ciascuna delle quali candidata in un col- legio uninominale della circoscrizione. La lista è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di collegi uninominali e non superiore al numero dei collegi uninominali. A pena di inammissibilità, nel complesso delle can- didature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappre- sentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità supe- riore ».

    1. 80. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Al comma 9, lettera a), aggiungere, in fine, i seguenti periodi: Le liste o coalizioni di liste, per partecipare alla competizione elettorale, devono aver registrato il sim- bolo presso il Ministero dell’interno al- meno 10 giorni prima della data di indi- zione della consultazione elettorale. Con proprio regolamento, il Ministero dell’in- terno definisce le modalità di registro, deposito, controllo, autenticazione e vali- dazione del simbolo che rappresenta la lista o la coalizione di liste che intende partecipare alla competizione elettorale. I simboli, per essere presentati presso il Ministero dell’interno, devono essere sot- toscritti da almeno 5.000 cittadini elettori iscritti nelle liste elettorali. Ogni elettore non può sottoscrivere più di un simbolo. I simboli riconosciuti ufficialmente ne- gli statuti di partiti, gruppi o movimenti politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura precedente anche in una sola delle Camere o che nell’ultima ele- zione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere, non sono soggetti alla raccolta delle sot- toscrizioni di cui sopra.

    I simboli di cui al presente articolo presentati presso il Ministero dell’interno sono ritenuti validi per un periodo di dieci anni.

    1. 81. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 9, lettera a), aggiungere in fine i seguenti periodi: Le liste o coalizioni di liste, per partecipare alla competizione elettorale, devono aver registrato il sim- bolo presso il Ministero dell’interno al- meno 10 giorni prima della data di indi- zione della consultazione elettorale. Con proprio regolamento, il Ministero dell’in- terno definisce le modalità di registro, deposito, controllo, autenticazione e vali- dazione del simbolo che rappresenta la lista o la coalizione di liste che intende partecipare alla competizione elettorale. I simboli, per essere presentati presso il Ministero dell’interno, devono essere sot- toscritti da almeno 5.000 cittadini elettori iscritti nelle liste elettorali. Ogni elettore non può sottoscrivere più di un simbolo. I simboli riconosciuti ufficialmente ne- gli statuti di partiti, gruppi o movimenti politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura precedente anche in una sola delle Camere o che nell’ultima ele- zione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere, non sono soggetti alla raccolta delle sot- toscrizioni di cui sopra.

    1. 82. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 9, lettera a), aggiungere, in fine, il seguente periodo: Non sono soggetti alla raccolta delle sottoscrizioni di cui sopra i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura pre- cedente anche in una sola delle Camere o che nell’ultima elezione abbiano presen- tato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere.

    1. 83. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 9, dopo la lettera a), aggiun- gere la seguente:

    a-bis) il primo periodo del comma 2 è sostituito dal seguente: « Nessuna sotto- scrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare da almeno sei mesi in almeno una delle due Camere nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi.

    1. 84. La Russa, Corsaro.

    Al comma 9, dopo la lettera a), aggiun- gere la seguente:

    a-bis) il primo periodo del comma 2 è sostituito dal seguente: « Nessuna sotto- scrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere nella legislatura in corso al momento della con- vocazione dei comizi.

    1. 85. La Russa, Corsaro.

    Al comma 9, dopo la lettera a), aggiun- gere la seguente:

    a-bis) al comma 2, primo periodo, le parole: « in entrambe le Camere all’inizio della legislatura in corso » sono sostituite dalle seguenti: « in almeno una delle Ca- mere ».

    1. 86. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 9 lettera b), capoverso, comma 3, apportare le seguenti modifica- zioni:

    1. Al terzo periodo dopo le parole: « A pena di inammissibilità, » aggiungere le seguenti: « in ciascuna lista nei collegi plurinominali e nel complesso delle capo- listure circoscrizionali di ciascuna lista ». 2. Al terzo periodo le parole: « nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere » sono sostituite dalle seguenti: « In ciascuna lista nei collegi plurinominali è garantita l’alternanza per genere tra sin- gole candidature ».

    1. 87. Locatelli, Labriola.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 88

    Sostituire le parole da: due candidati con le seguenti: tre candidati.

    Conseguentemente alla parte consequen- ziale, sostituire le parole da: due candidati con le seguenti: tre candidati.

    0. 1. 88. 1. Grillo, Cozzolino, Toninelli, Fraccaro, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti.

    Al comma 9, lettera b), capoverso 3, sostituire l’ultimo periodo con il seguente: Nella successione interna delle liste non possono esservi due candidati consecutivi del medesimo genere, a pena di inammis- sibilità.

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 4, lettera b), capoverso 4, sostituire l’ultimo periodo con il seguente: Nella successione interna delle liste non possono esservi due candidati consecutivi del medesimo ge- nere, a pena di inammissibilità.

    1. 88. Roberta Agostini, D’Attorre, Ri- chetti, Schirò, Dorina Bianchi, Tinagli, Di Salvo, Locatelli, Labriola, Pollastrini, Fabbri, Bindi, Gasparini, Gullo, Pic- cione, Galgano, Petitti, Incerti, Mariano, Tartaglione, Giuliani, Bargero, Amod- dio, Covello, Mariastella Bianchi, Gri- baudo, Mauri, Cominelli, Scuvera, Mae- stri, Cinzia Maria Fontana, Iacono, Al- banella, Giuditta Pini, Marzano, Rampi, Palma, Malisani, Manzi, Coccia, Mal- pezzi, Cenni, Terrosi, Ascani, Quar- tapelle Procopio, Murer, Bonomo, Gnecchi, Blažina, Giacobbe, Carnevali, Carocci, Giovanna Sanna, Garavini,

    Velo, Sbrollini, Villecco Calipari, Ven- tricelli, Valeria Valente, Rossomando, Greco, Simoni, Paola Bragantini, Bel- lanova, Bossa, Rubinato, Baruffi.

    Al comma 9, lettera b), capoverso, comma 3, terzo periodo, dopo le parole: ciascuna lista aggiungere le seguenti: al momento della presentazione.

    1. 89. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Al comma 9, lettera b), capoverso comma 3, ultimo periodo, sostituire le parole: non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo ge- nere, con le seguenti: deve essere previsto l’ordine alternato di genere. Altresì, a pena di inammissibilità, i capolista nei collegi non possono essere rappresentati in mi- sura superiore al cinquanta per cento da persone dello stesso genere.

    1. 90. Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Titti Di Salvo.

    Al comma 9, lettera b), capoverso comma 3, ultimo periodo, sostituire le parole: nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo ge- nere di cui all’articolo 18, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 ivi modificato, con le se- guenti: e nei collegi plurinominali ciascuna lista deve essere formata da nomi di candi- dati e candidate in ordine alternato.

    1. 91. Andrea Romano, Mazziotti Di Celso, Balduzzi, Galgano.

    Al comma 9, lettera b), capoverso comma 3, aggiungere in fine, il seguente periodo: Nella prima posizione dei candi- dati, nelle liste presentate nei collegi plu- rinominali, a pena di inammissibilità, nes- suno dei due sessi può essere rappresen- tato in misura inferiore al quaranta per cento, con arrotondamento aritmetico.

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 4, lettera b), capoverso 4, aggiungere in fine le seguenti parole: Nella prima posizione dei candidati nelle liste presentate nei collegi plurinominali, a pena di inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresen- tato in misura inferiore al quaranta per cento, con arrotondamento aritmetico.

    1. 92. Roberta Agostini, D’Attorre, Polla- strini, Richetti, Fabbri, Gullo, Bindi, Ga- sparini, Scuvera, Mariano, Cominelli, Dorina Bianchi, Amoddio, Giuliani, Schirò, Tinagli, Locatelli, Di Salvo, La- briola, Tartaglione, Petitti, Piccione, Galgano, Gribaudo, Mariastella Bianchi, Incerti, Carocci, Maestri, Cinzia Maria Fontana, Iacono, Albanella, Giuditta Pini, Rampi, Bargero, Palma, Covello, Manzi, Coccia, Malisani, Cenni, Terrosi, Ascani, Quartapelle Procopio, Murer, Bonomo, Giovanna Sanna, Garavini, Mariano, Carnevali, Giacobbe, Gnecchi, Blažina, Velo, Sbrollini, Villecco Cali- pari, Ventricelli, Valeria Valente, Mal- pezzi, Rossomando, Greco, Simoni, Paola Bragantini, Bellanova, Bossa, Ru- binato, Marzano, Baruffi.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1. 93

    Sostituire le parole: nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento con le seguenti: il sesso femminile non può essere rappresentato in misura inferiore al cin- quanta per cento.

    Conseguentemente alla parte consequen- ziale sostituire le parole: nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento con le seguenti: il sesso femminile non può essere rappresentato in misura inferiore al cin- quanta per cento.

    0. 1. 93. 1. Nuti, D’Ambrosio, Grillo, Cozzolino, Toninelli, Fraccaro, Dieni, Dadone.

    Al comma 9, lettera b), capoverso 3, aggiungere in fine le seguenti parole: Nella prima posizione dei candidati nelle liste presentate nei collegi plurinominali, a pena di inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore.

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 4, lettera b), capoverso 4, aggiungere in fine le seguenti parole: Nella prima posizione dei candidati nelle liste presentate nei collegi plurinominali, a pena di inammis- sibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cin- quanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore.

    1. 93. Roberta Agostini, D’Attorre, Polla- strini, Richetti, Fabbri, Gullo, Bindi, Gasparini, Scuvera, Mariano, Cominelli, Dorina Bianchi, Schirò, Tinagli, Loca- telli, Labriola, Di Salvo, Piccione, Ma- riano, Tartaglione, Amoddio, Galgano, Petitti, Incerti, Mariastella Bianchi, Bargero, Gribaudo, Maestri, Cinzia Ma- ria Fontana, Bruno Bossio, Iacono, Al- banella, Giuditta Pini, Rampi, Palma, Covello, Manzi, Malisani, Coccia, Mal- pezzi, Cenni, Terrosi, Ascani, Murer, Bonomo, Gnecchi, Blažina, Carnevali, Carocci, Giovanna Sanna, Marzano, Giacobbe, Garavini, Velo, Villecco Ca- lipari, Sbrollini, Ventricelli, Valeria Va- lente, Rossomando, Rubinato, Quar- tapelle Procopio, Greco, Baruffi, Bella- nova, Simoni, Bossa.

    Al comma 9, aggiungere in fine la se- guente lettera:

    c) dopo il comma 3, inserire il se- guente:

    « 3-bis. Salvo quanto previsto dal comma 3, alla lista è allegato un elenco di due candidati supplenti non del medesimo genere.

    Conseguentemente, al comma 12, sosti- tuire la lettera b) con la seguente:

    b) al comma 1, dopo il numero 6) sono aggiunti i seguenti:

    « 6-bis) comunica i nomi dei can- didati di ciascuna lista all’Ufficio centrale nazionale, il quale verifica la sussistenza dei requisiti di cui all’articolo 19, e co- munica eventuali irregolarità agli uffici centrali circoscrizionali, che contattano immediatamente i delegati di ciascuna li- sta interessata ai fini dell’accertamento. Gli Uffici centrali circoscrizionali proce- dono per le eventuali modifiche inserendo nei posti rimasti vacanti nelle liste i can- didati dello stesso genere presenti nell’al- legato dei candidati supplenti di cui al- l’articolo 18-bis, comma 3-bis;

    6-ter) a seguito degli accertamenti di cui al presente articolo, e di ulteriori verifiche prescritte dalla legge, procede per l’eventuale modifica della composizione delle liste dei candidati nei collegi plurino- minali inserendo nei posti rimasti vacanti nelle liste i candidati dello stesso genere presenti nell’allegato dei candidati sup- plenti di cui all’articolo 18-bis, comma 3-bis ».

    1. 94. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Dopo l’articolo 1 aggiungere il seguente:

    ART. 1-bis.

    « 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vi- gore della presente legge, ai sensi dell’arti- colo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell’ambito di cia- scuna circoscrizione sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:

    a) i collegi plurinominali sono costi- tuiti, sulla base di quanto stabilito dall’ar- ticolo 3, comma 3, del decreto del Presi- dente della Repubblica n. 361 del 1957,così come sostituito dalla presente

    legge, garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omo- geneità economico-sociale e le sue caratte- ristiche storico-culturali; essi hanno un ter- ritorio continuo salvo il caso in cui il terri- torio comprenda porzioni insulari. I collegi, di norma, non possono dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche, compren- dano al loro interno più collegi. In quest’ul- timo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati nell’am- bito del comune medesimo o della mede- sima città metropolitana istituita ai sensi dell’articolo 23, comma 2 della legge 5 mag- gio 2009, n. 42. Nelle zone in cui siano presenti minoranze linguistiche ricono- sciute, la delimitazione dei collegi, anche in deroga ai principi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener conto dell’esi- genza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possibile di collegi;

    b) la popolazione di ciascun collegio può scostarsi dalla media della popolazione dei collegi della circoscrizione non oltre il venti per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscrizione, quale ri- sulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi uninominali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare at- tuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, gli scarti dalla media circoscrizionale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del ven- ticinque per cento, in eccesso o in difetto.

    2. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 sulla base delle indicazioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una Com- missione, nominata dai Presidenti delle Camere, composta dal presidente dell’isti- tuto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Commissione è chiamata a svolgere. 3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle pro- vince autonome di Trento e di Bolzano sulle indicazioni della Commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, è trasmesso alle Ca- mere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti com- petenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse conforme al parere parlamentare, il Governo, contem- poraneamente alla pubblicazione del de- creto, deve inviare al Parlamento una rela- zione contenente adeguata motivazione. 4. Si prescinde dai pareri di cui al comma 3 qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 5. All’inizio di ogni legislatura i Presi- denti della Camera dei deputati e del Se- nato della Repubblica provvedono alla no- mina della Commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali, composta a norma del comma 2. Dopo ogni censimento generale, e ogni qualvolta ne avverta la ne- cessità, la Commissione formula le indica- zioni per la revisione dei collegi, secondo i criteri di cui al presente articolo, e ne rife- risce ai Presidenti delle Camere. Alla revi- sione delle circoscrizioni e dei collegi elet- torali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica costituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’esercizio del voto da parte degli italiani all’estero. 6. Fino alla data di entrata di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, continua ad applicarsi la disci- plina per le elezioni della Camera dei depu- tati così come risultante dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 1 del 2014.

    E dopo l’articolo 2 aggiungere il se- guente:

    ART. 2-bis.

    « 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in

    vigore della presente legge, ai sensi del- l’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la deter- minazione dei collegi plurinominali nel- l’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:

    a) i collegi plurinominali sono costi- tuiti, sulla base di quanto stabilito dall’ar- ticolo 1, comma 2-ter, del decreto legisla- tivo 20 dicembre 1993, n. 533, così come sostituito dalla presente legge, garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omogeneità economico- sociale e le sue caratteristiche storico- culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cui il territorio comprenda porzioni insulari. I collegi, di norma, non possono dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati nell’ambito del comune medesimo o della medesima città metropolitana istituita ai sensi dell’articolo 23, comma 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42. Nelle zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, la de- limitazione dei collegi, anche in deroga ai principi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener conto dell’esigenza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possibile di collegi;

    b) la popolazione di ciascun collegio può scostarsi dalla media della popolazione dei collegi della circoscrizione non oltre il venti per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscrizione, quale ri- sulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi uninominali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare at- tuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, gli scarti dalla media circoscrizionale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del ven- ticinque per cento, in eccesso o in difetto.

    2. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 sulla base delle indicazioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una Com- missione, nominata dai Presidenti delle Camere, composta dal presidente dell’isti- tuto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Commissione è chiamata a svolgere. 3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano sulle indi- cazioni della Commissione di esperta prima della sua approvazione da parte del Consi- glio dei ministri, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Ca- mere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qua- lora il decreto non fosse conforme al parere parlamentare, il Governo, contemporanea- mente alla pubblicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione conte- nente adeguata motivazione. 4. Si prescinde dai pareri di cui al comma 3 qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 5. All’inizio di ogni legislatura i Presi- denti della Camera dei deputati e del Se- nato della Repubblica provvedono alla no- mina della Commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali, composta a norma del comma 2. Dopo ogni censimento generale, e ogni qualvolta ne avverta la ne- cessità, la Commissione formula le indica- zioni per la revisione dei collegi, secondo i criteri di cui al presente articolo, e ne rife- risce ai Presidenti delle Camere. Alla revi- sione delle circoscrizioni e dei collegi elet- torali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica costituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’esercizio del voto da parte degli italiani all’estero. 6. Fino alla data di entrata di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, continua ad applicarsi la disciplina per le

    elezioni del Senato della Repubblica così come risultante dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014.

    1. 01. D’Attorre, Giorgis, Lattuca, Ro- berta Agostini, Gasparini, Francesco Sanna, Lauricella, Naccarato, Fabbri, Manzi, Malisani.

    Al comma 9, aggiungere, in fine, la seguente lettera:

    b-bis) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

    « 3-bis. Ciascun elettore al momento dell’espressione del voto può esprimere una preferenza ad uno dei candidati com- presi nella lista, barrando il riquadro accanto al cognome dello stesso. ».

    1. 95. La Russa, Corsaro.

    Sopprimere il comma 10.

    Conseguentemente, sopprimere il comma

    17.

    *1. 96. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Sopprimere il comma 10.

    Conseguentemente, sopprimere il comma

    17.

    *1. 97. Taglialatela.

    Sostituire il comma 10 con il seguente:

    10. All’articolo 19 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, il primo periodo è sostituito dal seguente:

    « 1. Salva la deroga di cui al secondo comma, nessun candidato può essere in- cluso in liste con il medesimo contrasse- gno o con diversi contrassegni in più di un collegio uninominale. 2. In deroga al divieto di cui al primo comma, ciascuna lista può presentare non più di tre candidati in due collegi unino- minali della stessa circoscrizione; in tal caso, se il candidato risulta eletto in en- trambi i collegi, egli è proclamato nel collegio ove la sua lista abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale ».

    1. 98. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Al comma 11, sopprimere le parole: nei collegi plurinominali.

    1. 99. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Al comma 12, sostituire le lettere a) e b) con le seguenti:

    a) al comma 1, il numero 3) è sosti- tuito dal seguente: « verifica se le liste siano state presentate in termine, siano sottoscritte collegio per collegio dal nu- mero di elettori prescritto e siano con- formi ai requisiti di cui al terzo periodo del comma 3 dell’articolo 18-bis, dichia- randole non valide se non corrispondono a queste condizioni; se il numero di sottoscrizioni necessario manca in uno o più dei collegi uninominali della circo- scrizione, cancella i candidati presentati nel collegio o nei collegi corrispondenti; in tal caso la lista è ammessa se contiene ancora un numero di candidati non in- feriore a quello stabilito al comma 3 dell’articolo 18-bis e se rispetta altresì i requisiti di cui al terzo periodo del medesimo comma;

    b) al comma 1, numero 7-bis, le parole: « dei collegi plurinominali » sono soppresse.

    1. 100. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Apportare le seguenti modifiche:

    a) al comma 13 sopprimere la lettera a) è soppressa;

    b) al comma 14, sostituire la lettera a) con la seguente:

    « a) al comma 2, il primo periodo è sostituito da: “Sulle schede i contrassegni delle liste collegate appartenenti alla stessa coalizione sono riprodotti di seguito, in linea verticale, uno sotto all’altro, su un’unica colonna. Sul lato sinistro di ogni singolo contrassegno di lista è tracciato un rettangolo vuoto, in cui sono presenti due righe, poste l’una sotto all’altra, sulle quali l’elettore ha facoltà di esprimere fino a un massimo di due preferenze di genere di- verso, ai sensi degli articoli 58 e 59 del presente testo unico.” ».

    Conseguentemente:

    dopo il comma 15, inserire il seguente:

    « 15-bis. Al decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 si apportano le seguenti modifiche:

    a) l’articolo 58 è sostituito dal se- guente:

    «ART. 58.

    (Modalità di espressione del voto di lista e della preferenza).

    1. Riconosciuta l’identità personale del- l’elettore, il presidente estrae dalla cassetta o scatola una scheda e la consegna al- l’elettore opportunamente piegata insieme alla matita copiativa. 2. L’elettore deve recarsi ad uno degli appositi tavoli e, senza che sia avvicinato da alcuno, votare tracciando sulla scheda, con la matita, un segno sul rettangolo conte- nente la lista che ha prescelto. Con la stessa matita può indicare i voti di preferenza di genere con le modalità e nei limiti stabiliti dall’articolo 59. Sono vietati altri segni e indicazioni. L’elettore deve poi piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla inumidendone la parte gommata. Di queste operazioni il presidente gli dà preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando in ogni caso le modalità di libera espressione del voto di cui al presente comma.

    3. Compiuta l’operazione di voto, l’elettore consegna al presidente la scheda chiusa e la matita. Il presidente constata la chiusura della scheda e, ove questa non sia chiusa, invita l’elettore a chiu- derla, facendolo rientrare in cabina; ne verifica l’identità esaminando la firma e il bollo, e confrontando il numero scritto sull’appendice con quello scritto sulla lista; ne distacca l’appendice seguendo la linea tratteggiata e pone la scheda stessa nell’urna. 4. Uno dei membri dell’Ufficio accerta che l’elettore ha votato, apponendo la propria firma accanto al nome di lui nella apposita colonna della lista sopraindicata. 5. Le schede mancanti dell’appendice o prive di numero, di bollo o della firma dello scrutatore non sono poste nell’urna, e gli elettori che le abbiano presentate non possono più votare. Esse sono vidi- mate immediatamente dal presidente e da almeno due scrutatori ed allegate al processo verbale, il quale fa anche men- zione speciale degli elettori che, dopo ricevuta la scheda, non l’abbiano ricon- segnata. »;

    b) l’articolo 59 è sostituito dal se- guente:

    «ART. 59.

    (Cause di validità e nullità del voto).

    1. Una scheda valida rappresenta un voto di lista. 2. L’elettore può manifestare un mas- simo di due preferenze, esclusivamente per candidati della lista da lui votata, purché siano di genere differente. 3. Il voto di preferenza deve essere espresso anche quando l’elettore intenda attribuirlo al candidato capolista della li- sta da lui prescelta. 4. Sono nulle le preferenze nelle quali il candidato non sia designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista. 5. I voti di preferenza si esprimono scrivendo con la matita copiativa, nell’ap- posito spazio tracciato di fianco al con- trassegno della lista votata, sulle righe

    appositamente create, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, purché siano di generi differenti, compresi nella lista medesima. In caso d’identità di cognome tra candidati, deve scriversi sem- pre il nome e cognome e, ove occorra, la data di nascita. 6. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare le proprie pre- ferenze, può scrivere solo uno dei due cognomi. L’indicazione deve contenere, a tutti gli effetti, entrambi i cognomi quando vi sia possibilità di confusione fra più candidati. 7. Le preferenze per candidati com- presi in liste di altri Collegi sono inefficaci. Sono, altresì, inefficaci le preferenze, per candidati compresi in una lista diversa da quella votata. 8. Se l’elettore non abbia indicato alcun contrassegno di lista ma abbia espresso, ai sensi del comma 5 del pre- sente articolo, le preferenze per candidati presenti nella medesima lista, s’intende che abbia votato la lista alla quale ap- partengono i preferiti. 9. Se l’elettore abbia segnato più di un contrassegno di lista, ma abbia scritto le sue preferenze per candidati appartenenti ad una sola di tali liste, il voto è attribuito alla lista in cui sono presenti i candidati indicati. 10. Le preferenze espresse oltre le due preferenze di genere di cui al comma 2 del presente articolo sono nulle. Resta valido il voto assegnato alla lista di cui al com- ma 1. 11. Qualora siano state espresse due preferenze dello stesso genere, sono con- siderate nulle le preferenze, mentre è salvo il voto di lista, ai sensi del comma 1. »;

    dopo il comma 15, inserire il seguente:

    15-ter. All’articolo 77, comma 1, nu- mero 2), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « , nonché il totale delle preferenze ottenute dai candidati di ciascuna lista. »;

    dopo il comma 16, inserire il seguente:

    16-bis. All’articolo 84, comma 1, le parole: « i candidati compresi nell’ordine di presentazione » sono sostituite dalle seguenti: « i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze ».

    1. 101. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 13, lettera a), sostituire le parole: e i nominativi dei relativi candidati con le seguenti: e il nominativo del relativo candidato.

    1. 102. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Dopo il comma 13 inserire il seguente:

    13-bis. All’articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 apportare le seguenti modificazioni:

    a) dopo il numero 10, aggiungere, in fine, il seguente:

    « 10-bis) sei schede bianche a riem- pimento di cui all’articolo 31, comma 1-bis, e sei buste di cui alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 30-bis »;

    b) dopo l’articolo inserire il seguente:

    «ART. 30-bis. – 1. Ogni Prefettura- ufficio territoriale del Governo che abbia ricevuto richieste di voto anticipato, ai sensi degli articoli 41-bis e seguenti, prov- vede entro il ventiduesimo giorno che precede le votazioni a:

    a) predisporre le cabine elettorali in un locale della Prefettura idoneo;

    b) stampare in numero adeguato, in base alle richieste ricevute, le schede bian- che a riempimento di cui all’articolo 31, comma 1-bis;

    c) predisporre buste non trasparenti, di colore diverso in base alla votazione di Camera dei deputati, Senato della Repub-

    blica, referendum popolare e Parlamento europeo, in numero pari alle schede bian- che di cui alla lettera b) in cui inserire la scheda di voto di cui all’articolo 31, comma 1-bis;

    d) predisporre dei moduli in numero pari alle schede bianche di cui alla lettera b) che attestino che il votante abbia espresso il voto presso l’ufficio della Pre- fettura, personalmente, in segretezza e libertà; tali moduli presenteranno un ap- posito spazio per l’apposizione delle firme del votante e del funzionario incaricato di ricevere la scheda votata;

    e) predisporre delle buste in numero pari alle schede bianche di cui alla lettera b) tali buste presentano un apposito spazio per l’indicazione di nome, cognome, co- mune di residenza, sezione di pertinenza del votante ai sensi dell’articolo 36, primo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, nonché Prefettura compe- tente per quella circoscrizione elettorale; tali buste sono corredate da appositi sigilli antimanomissione;

    f) stampare un prospetto di tutte le liste di tutte le circoscrizioni d’Italia da mettere a disposizione del votante che abbia necessità di consultarlo ».

    1. 103. Vargiu.

    Al comma 14, premettere le seguenti lettere:

    0a) al comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « ad eccezione delle schede per l’espressione del voto anticipato »;

    0a-bis) dopo il comma 1, è inserito il seguente:

    « 1-bis. – Le schede per l’espressione del voto anticipato ai sensi degli articoli 30-bis, 41-quater, 41-quinquies, 41-sexies, 45, 45-bis, 48, 67, 68 e 70 sono bianche a riempimento e presentano:

    a) riportata la dicitura “scheda per il voto anticipato”;

    b) due spazi bianchi per l’apposizione del nome della lista, del numero progres- sivo e del nome del candidato;

    c) tre linee orizzontali per l’espres- sione del voto di preferenza, ove ciò sia consentito »;

    f) alla rubrica del titolo IV sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « or- dinaria e della votazione anticipata ».

    1. 104. Vargiu.

    Al comma 14, lettera a), sostituire le parole: dei relativi candidati nel collegio plurinominale con le seguenti: del relativo candidato nel collegio uninominale.

    1. 105. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Al comma 14 sostituire la lettera b) con la seguente:

    b) il comma 2 è sostituito dal se- guente:

    « 2. L’ordine delle liste e dei contras- segni è stabilito con sorteggio secondo le disposizioni di cui all’articolo 24. Nella parte superiore della scheda sono ripor- tate le istruzioni di voto di cui alla tabella A-quater allegata al presente testo unico. Nella parte sottostante le istruzioni, la scheda è suddivisa in tante colonne quante sono le liste ammesse nel collegio pluri- nominale. A ciascuna lista è riservata un’intera colonna della scheda. Nella parte superiore della colonna è riprodotto il contrassegno della lista. I contrassegni de- vono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre. Lo spazio sot- tostante il contrassegno è diviso in tanti riquadri quanti sono i seggi da assegnare in ciascun collegio plurinominale. Nel caso di liste che contengano meno candidati del massimo consentito a norma del comma 3 dell’articolo 18, i riquadri ulteriori rispetto alle candidature effettivamente presentate non vengono stampati. Sul lato sinistro di ciascun riquadro sono stampati, in linea

    verticale dall’alto verso il basso, un “+” in colore verde e un “–” in colore rosso. In ogni colonna vengono altresì indicati i nomi dei candidati nel collegio della cor- rispondente lista, riportando per ogni ri- quadro della colonna, partendo dall’alto verso il basso e seguendo l’ordine di pre- sentazione, il nome di un candidato della lista ».

    Conseguentemente, dopo il comma 14, aggiungere i seguenti:

    14-bis. L’articolo 58 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 58.

    1. Riconosciuta l’identità personale del- l’elettore, il presidente estrae dalla cassetta o scatola una scheda e la consegna al- l’elettore opportunamente piegata insieme alla matita copiativa. 2. L’elettore esprime il proprio voto senza che sia avvicinato da alcuno. 2-bis. L’elettore esprime il voto trac- ciando, con la matita, sulla scheda un segno, comunque apposto, sopra il con- trassegno della lista prescelta. 2-ter. Una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati al collegio plurinominale in cui esercita il diritto di voto. Per esprimere l’esclusione, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “–” colorato in rosso che compare nel riquadro contenete il nome del candidato che l’elettore intenda esclu- dere. 2-quater. Per ogni esclusione valida- mente effettuata, l’elettore può altresì esprimere un voto di preferenza, ulteriore rispetto a quello assegnato automatica- mente ai sensi del comma 1 dell’articolo 59, a favore di uno dei candidati della lista votata e che egli non abbia escluso, oppure un voto di preferenza a un candidato di un’altra lista. Per esprimere la preferenza, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “+” colorato in verde che compare nel riquadro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda pre- ferire. 2-quinquies. Sono vietati altri segni o indicazioni. 2-sexies. Di queste modalità di espres- sione del voto, il Presidente dà all’elettore preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando il numero massimo di cancellazioni che l’elettore può effettuare in quel collegio plurinominale. 2-septies. Una volta che l’elettore abbia espresso il voto, deve piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiu- derla ».

    14-ter. L’articolo 59 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 59.

    1. Quando l’elettore ha prescelto una lista nelle modalità indicate nel comma 2-bis del precedente articolo, alla lista prescelta sono assegnati tanti voti quanti sono i seggi attribuiti alla circoscrizione e a ogni candidato della lista è attribuito un voto di preferenza. 2. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti attribuiti a ciascuna lista assume il nome di cifra elettorale di lista. 3. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti di preferenza attribuiti a ciascun candidato assume il nome di cifra elettorale individuale. 4. Per ogni esclusione validamente espressa, la cifra elettorale della lista del candidato escluso nonché la cifra indivi- duale di quest’ultimo sono decurtate di un’unità. 5. Per ogni preferenza validamente espressa, la cifra elettorale della lista del candidato preferito nonché la cifra elet- torale individuale di quest’ultimo sono incrementate di un’unità. 6. Nel caso non risulti dalla scheda una chiara ed univoca espressione di voto a favore di una sola tra le liste, l’intera scheda è nulla. 7. Tutte le esclusioni espresse al di fuori della lista prescelta sono nulle.

    8. Se l’elettore ha escluso un numero di candidati superiore a quello massimo con- sentito, tutte le esclusioni sono nulle. 9. Se l’elettore ha espresso un numero di preferenze superiori a quello delle esclusioni validamente espresse, tutte le preferenze espresse sono nulle. 10. La nullità di esclusioni e preferenze non pregiudica la validità del voto per la lista, che viene computato a norma del comma 1 del presente articolo ».

    14-quater. L’articolo 68 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 68.

    1. Compiute le operazioni di cui all’ar- ticolo 67, il presidente procede alle ope- razioni di spoglio delle schede. Uno scru- tatore designato mediante sorteggio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna contenente le schede e la consegna al presidente. Questi, seconda quanto pre- scritta dall’articolo 59, enuncia ad alta voce il contrassegno della lista prescelta, nonché le esclusioni e le preferenze di candidature validamente espresse. Passa quindi la scheda ad altro scrutatore il quale, insieme al segretario, aggiorna, se- condo quanto prescritto dall’articolo 59, le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali dei candidati. 2. Ad ogni scheda, il segretario pro- clama ad alta voce le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali che hanno subito variazioni. Un terzo scruta- tore pone le schede i cui voti sono stati spogliati nella cassetta o scatola dalla quale sono state tolte le schede non uti- lizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda stessa viene subito impresso il timbro della sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non sia stata posta nella cassetta o scatola, dopo spogliato il voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio.

    5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale col numero degli iscritti, dei votanti, dei voti validi assegnati alle liste ed ai candidati, delle schede nulle, delle schede bianche, delle schede contenenti voti nulli e delle schede con- tenenti voti contestati, verificando la con- gruità dei dati e dandone pubblica lettura ed espressa attestazione nei verbali. 6. Tutte le operazioni di cui al presente articolo devono essere compiute nell’or- dine indicato; del compimento e del risul- tato di ciascuna di esse deve farsi men- zione nel verbale ».

    14-quinquies. L’articolo 77 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 77.

    1. L’Ufficio centrale circoscrizionale, per ciascun collegio:

    a) determina le cifre elettorali di collegio di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del collegio;

    b) determina le cifre elettorali indi- viduali di collegio di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre

    elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali del collegio;

    c) divide la cifra elettorale di collegio di lista successivamente per 1, 2, 3, 4, eccetera, sino a concorrenza del numero dei seggi da attribuire. Quindi, tra i quo- zienti così ottenuti, individua i più alti in numero eguale a quello dei seggi da as- segnare nella circoscrizione, disponendoli in una graduatoria decrescente. A cia- scuna lista sono assegnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa apparte- nenti inseriti nella graduatoria. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha otte- nuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio;

    d) infine, per ciascun collegio, pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati com- presi nella lista medesima, secondo l’or- dine delle cifre elettorali individuali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista ».

    14-sexies. L’articolo 83 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato. 14-septies. Il comma 1 dell’articolo 84 del « decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 » è abrogato. 14-octies. Le tabelle A-bis e A-ter alle- gate al « decreto del Presidente della Re- pubblica n. 361 del 1957 » sono sostituite dalle seguenti:

    …..

    b) sopprimere il comma 16.

    1. 106. D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Lombardi, Toninelli, Dadone, Nuti, Grillo, Cozzolino.

    Al comma 14 sostituire la lettera b) con la seguente:

    b) il comma 2 è sostituito dal se- guente:

    « 2. L’ordine delle liste e dei contras- segni è stabilito con sorteggio secondo le disposizioni di cui all’articolo 24. La scheda è suddivisa in tante colonne quante sono le liste ammesse nel collegio pluri- nominale. A ciascuna lista è riservata un’intera colonna della scheda. Nella parte superiore della colonna è riprodotto il contrassegno della lista. I contrassegni de- vono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre. Lo spazio sot- tostante il contrassegno è diviso in tanti riquadri quanti sono i seggi da assegnare in ciascun collegio plurinominale. Nel caso di liste che contengano meno candidati del massimo consentito a norma del comma 3 dell’articolo 18, i riquadri ulteriori rispetto alle candidature effettivamente presentate non vengono stampati. Sul lato sinistro di ciascun riquadro sono stampati, in linea verticale dall’alto verso il basso, un “+” in colore verde e un “-” in colore rosso. In ogni colonna vengono altresì indicati i nomi dei candidati nel collegio della cor- rispondente lista, riportando per ogni ri- quadro della colonna, partendo dall’alto verso il basso e seguendo l’ordine di pre- sentazione, il nome di un candidato della lista ».

    Conseguentemente:

    dopo il comma 14, aggiungere i se- guenti:

    « 14-bis. L’articolo 58 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

    «ART. 58

    1. Riconosciuta l’identità personale del- l’elettore, il presidente estrae dalla cassetta o scatola una scheda e la consegna al- l’elettore opportunamente piegata insieme alla matita copiativa. 2. L’elettore esprime il proprio voto senza che sia avvicinato da alcuno.

    2-bis. L’elettore esprime il voto trac- ciando, con la matita, sulla scheda un segno, comunque apposto, sopra il con- trassegno della lista prescelta. 2-ter. Una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati al collegio plurinominale in cui esercita il diritto di voto. Per esprimere l’esclusione, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “+” colorato in rosso che compare nel riquadro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda esclu- dere. 2-quater. Per ogni esclusione valida- mente effettuata, l’elettore può altresì esprimere un voto di preferenza, ulteriore rispetto a quello assegnato automatica- mente ai sensi del comma 1 dell’articolo 59, a favore di uno dei candidati della lista votata e che egli non abbia escluso. Per esprimere la preferenza, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “+” colorato in verde che compare nel riqua- dro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda preferire. 2-quinquies. Sono vietati altri segni o indicazioni. 2-sexies. Di queste modalità di espres- sione del voto, il Presidente dà all’elettore preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando il numero massimo di cancellazioni che l’elettore può effettuare in quel collegio plurinominale. 2-septies. Una volta che l’elettore abbia espresso il voto, deve piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiu- derla ».

    « 14-ter. L’articolo 59 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 59

    1. Quando l’elettore ha prescelto una lista nelle modalità indicate nel comma 2-bis del precedente articolo, alla lista prescelta è assegnato un voto e a ogni candidato della lista è attribuito un voto di preferenza.

    2. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti attribuiti a ciascuna lista assume il nome di cifra elettorale di lista. 3. Ai fini del presente testo unico, la somma dei voti di preferenza attribuiti a ciascun candidato assume il nome di cifra elettorale individuale. 4. Per ogni esclusione validamente espressa, la cifra elettorale individuale del candidato escluso è decurtata di un’unità. 5. Per ogni preferenza validamente espressa, la cifra elettorale individuale del candidato preferito è incrementata di un’unità. 6. Nel caso non risulti dalla scheda una chiara ed univoca espressione di voto a favore di una sola tra le liste, l’intera scheda è nulla. 7. Tutte le esclusioni e le preferenze espresse al di fuori della lista prescelta sono nulle. 8. Se l’elettore ha escluso un numero di candidati superiore a quello massimo con- sentito, tutte le esclusioni sono nulle. 9. Se l’elettore ha espresso un numero di preferenze superiori a quello delle esclusioni validamente espresse, tutte le preferenze espresse sono nulle. 10. La nullità di esclusioni e preferenze non pregiudica la validità del voto per la lista, che viene computato a norma del comma 1 del presente articolo ».

    « 14-quater. L’articolo 68 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 68

    1. Compiute le operazioni di cui all’ar- ticolo 67, il presidente procede alle ope- razioni di spoglio delle schede. Uno scru- tatore designato mediante sorteggio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna contenente le schede e la consegna al presidente. Questi, secondo quanto pre- scritto dall’articolo 59, enuncia ad alta voce il contrassegno della lista prescelta, nonché le esclusioni e le preferenze di candidature validamente espresse. Passa quindi la scheda ad altro scrutatore il quale, insieme al segretario, aggiorna, se-

    condo quanto prescritto dall’articolo 59, le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali dei candidati. 2. Ad ogni scheda, il segretario pro- clama ad alta voce le cifre elettorali di lista e le cifre elettorali individuali che hanno subito variazioni. Un terzo scruta- tore pone le schede i cui voti sono stati spogliati nella cassetta o scatola dalla quale sono state tolte le schede non uti- lizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda stessa viene subito impresso il timbro della sezione. 3. È vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non sia stata posta nella cassetta o scatola, dopo spogliato il voto. 4. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. 5. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale col numero degli iscritti, dei votanti, dei voti validi assegnati alle liste ed ai candidati, delle schede nulle, delle schede bianche, delle schede contenenti voti nulli e delle schede con- tenenti voti contestati, verificando la con- gruità dei dati e dandone pubblica lettura ed espressa attestazione nei verbali. 6. Tutte le operazioni di cui al presente articolo devono essere compiute nell’or- dine indicato; del compimento e del risul- tato di ciascuna di esse deve farsi men- zione nel verbale ».

    « 14-quinquies. L’articolo 77 del « de- creto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 77

    1. L’Ufficio centrale circoscrizionale, per ciascun collegio:

    a) determina le cifre elettorali di collegio di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del collegio;

    b) determina le cifre elettorali indi- viduali di collegio di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali del collegio;

    c) infine, dopo aver ricevuto le co- municazioni di cui all’articolo 83 da parte dell’ufficio elettorale nazionale, per cia- scun collegio, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i

    candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle cifre elettorali in- dividuali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista ».

    « 14-sexies. Il comma 1 dell’articolo 84 del « decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 » è abrogato ». « 14-septies. Le tabelle A-bis e A- ter allegate al « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » sono sosti- tuite dalle seguenti:

    …..

    b) sopprimere il comma 16.

    1. 107. Toninelli, Dadone, Cozzolino, Nuti, D’Ambrosio, Fraccaro, Lombardi, Grillo.

    Al comma 14, dopo la lettera b), ag- giungere la seguente:

    c) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

    « 3. La scheda elettorale nella circoscri- zione della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua francese ».

    1. 108. Dadone, Fraccaro, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Dieni, Lombardi, Toninelli, Cozzolino.

    Al comma 14, dopo la lettera b), ag- giungere la seguente:

    c) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

    « 3. La scheda elettorale nella circoscri- zione del Trentino-Alto Adige/Südtirol deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua tedesca ».

    1. 109. Fraccaro, Dadone, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Dieni, Lombardi, Toninelli, Cozzolino.

    Dopo il comma 14, aggiungere il se- guente:

    14-bis. 1. Dopo l’articolo 41 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono inseriti i seguenti articoli:

    «ART. 41-bis.–1. Gli elettori possono esercitare il diritto elettorale attivo in data anteriore a quella stabilita per le elezioni senza oneri di giustificazione della scelta, nei modi e nei termini stabiliti agli articoli seguenti. 2. La procedura di voto anticipato di cui al comma 1 si applica alle sole elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; alle consultazioni refe- rendarie; alle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia.

    ART. 41-ter – 1. L’elettore che intenda esercitare il voto anticipato, dopo l’indi- zione del decreto di convocazione dei

    comizi elettorali ai sensi dell’articolo 1 ed entro il trentesimo giorno prima della data delle votazioni, invia una richiesta alla Prefettura – ufficio territoriale del Go- verno competente della provincia in cui intende votare, purché non si trovi all’in- terno della regione di residenza dell’elet- tore, con raccomandata con ricevuta di ritorno, compilando l’apposito modulo, di- sponibile sul sito del Ministero dell’interno e presso gli uffici di Poste italiane Spa.

    ART. 41-quater – 1. Tra il ventunesimo e il quattordicesimo giorno prima della data della votazione ordinaria, l’elettore che ne abbia fatto richiesta si reca alla Prefettura presso cui ha richiesto di poter votare:

    a) riceve la scheda di voto e la busta di cui alle lettere b) e c) del comma 1 dell’articolo 30-bis;

    b) entra nella cabina elettorale pre- disposta ed esprime il suo voto, scrivendo in stampatello il nome della lista prescelta, o il numero progressivo della stessa e, ove consentito, quello del candidato prescelto; quindi inserisce la scheda votata dentro la predetta busta;

    c) consegna la busta contenente il voto al funzionario preposto a tale ufficio dal quale riceve il modulo di accompa- gnamento di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 30-bis, lo compila e lo sottoscrive;

    d) il funzionario provvede alla con- trofirma e all’apposizione del timbro sulla busta e sul modulo di accompagnamento;

    e) il funzionario inserisce la busta ed il modulo di accompagnamento di cui alla lettera d) del presente comma nella ulte- riore busta di cui alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 30-bis e compila quest’ul- tima con nome, cognome, comune e se- zione di appartenenza del votante e Pre- fettura competente per quel comune, ri- ferendosi per tale dato all’apposito elenco distribuito dal Ministero dell’interno, af- fisso nella stanza di voto e liberamente consultabile dal votante; quindi provvede all’apposizione del sigillo antimanomis- sione sulla ulteriore busta di cui alla citata lettera e), la sottopone al votante per la sottoscrizione, provvede all’apposizione del timbro e la controfirma a sua volta.

    ART. 41-quinquies – 1. Scaduti i termini per l’espressione del voto anticipato, ogni Prefettura presso cui si siano svolte ope- razioni di voto anticipato, entro il dodi- cesimo giorno che precede la data delle votazioni ordinarie, provvede a raggrup- pare per Prefettura di destinazione le singole buste di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 41-quater, ad inse- rirle in appositi plichi e inviarle alla Prefetture di destinazione con spedizione raccomandata allegando a ciascun plico un verbale di rendiconto sul numero delle buste per l’espressione del voto anticipato in esso contenute.

    ART. 41-sexies – 1. Ogni Prefettura, ricevuti i plichi di cui all’articolo 41- quinquies apre e assegna per Ufficio di sezione di destinazione le buste di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 41- quater. Provvede ad inserirle in una busta recante la dicitura « Voto anticipato » ed ad accorparle al materiale di ogni sezione che invia ai sindaci entro il terzo giorno che precede la votazione ordinaria. 2. Qualora dei plichi contenenti schede votate anticipatamente arrivino in Prefet- tura dopo il termine di cui al comma 1, si procede alla distruzione delle stesse senza aprire in alcuna maniera il contenuto delle buste, mentre il verbale allegato al plico è inviato all’Ufficio circoscrizionale al fine di rilevamento di dati statistici sui voti anti- cipati non andati a buon fine in ottica di miglioramento delle procedure di voto an- ticipato ».

    1. 110. Vargiu.

    Dopo il comma 14 aggiungere il se- guente:

    14-bis. All’articolo 45 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repub-

    blica 30 marzo 1957, n. 361, apportare le seguenti modificazioni:

    a) aggiungere, in fine, il seguente comma:

    « Soltanto nel caso in cui nella sezione sia stato recapitato un plico contenente una sola scheda di voto anticipato di cui all’articolo 41-quinquies, schede in nu- mero pari a quello degli scrutatori, del Presidente di sezione e del segretario del seggio non verranno siglate né timbrate »;

    b) dopo l’articolo 45 inserire il se- guente:

    «ART. 45-bis – 1. Prima del rinvio di ogni ulteriore operazione elettorale, di cui all’articolo 45, ottavo comma, il Presidente dell’Ufficio elettorale di sezione:

    a) apre, se presente, il plico della Prefettura contenente le schede votate an- ticipatamente;

    b) verifica se il votante le cui gene- ralità sono riportate sulla busta esterna è presente sui registri elettorali;

    c) apre ogni busta esterna e verifica la consistenza e correttezza del modulo di accompagnamento;

    d) segna nel registro elettorale, nel- l’apposita casella, menzione dei votanti che hanno espresso il loro voto in via anticipata;

    e) ripone le buste contenenti le schede votate nell’urna in modo che ven- gano scrutinate con le altre, ad operazioni di votazione concluse.

    2. Se qualcuna delle verifiche di cui al presente articolo non dà esito positivo o se sono presenti più schede di voto anticipato da parte di uno stesso votante, il Presi- dente di seggio annulla la scheda e non pone menzione sul registro, sicché qualora il votante si presenti al seggio può espri- mere nuovamente il proprio voto ».

    1. 111. Vargiu.

    Al comma 15, capoverso comma 1, so- stituire la parola: plurinominale con la seguente: uninominale.

    1. 112. Balduzzi, Romano, Mazziotti Di Celso, Galgano.

    Dopo il comma 15, aggiungere il se- guente:

    « 15-bis. All’articolo 58 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, dopo il comma 2, inserire il seguente comma:

    2-bis. Salvo quanto previsto dal comma 2, al fine di garantire il rispetto della chiara volontà dell’elettore:

    a) se l’elettore traccia un segno, oltre che sul contrassegno della lista prescelta, anche sul nominativo di uno o più can- didati della medesima lista, il voto è co- munque attribuito alla lista;

    b) se l’elettore traccia un segno sul nominativo di uno o più candidati di una medesima lista, senza tracciare un segno sul contrassegno della lista, il voto è co- munque attribuito alla lista che ha pre- sentato il candidato o i candidati prescelti;

    c) se l’elettore traccia un altro segno che non inficia la sua chiara volontà, tale segno non comporta l’annullamento del voto ».

    1. 113. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Dopo il comma 15, aggiungere i se- guenti:

    15-bis: L’articolo 59 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repub- blica 30 marzo 1957, n. 361, è sostituito dal seguente:

    «ART. 59. – 1. Una scheda valida per la scelta della lista rappresenta un voto di lista. 2. L’elettore può esprimere il voto di preferenza esclusivamente per un candi- dato della lista da lui votata.

    3. Sono nulli i voti di preferenza nei quali il candidato non sia designato con la chiarezza necessaria a distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista ».

    15-ter: 6. Al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modifi- cazioni, dopo l’articolo 59 è inserito il seguente:

    «ART. 59-bis.–1. L’elettore può espri- mere un voto di preferenza, scrivendo con la matita copiativa, nell’apposita riga trac- ciata a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il co- gnome del candidato preferito, compreso nella lista medesima. In caso di identità di cognome tra candidati, deve scriversi sem- pre il nome e cognome e, ove occorra, data e luogo di nascita. 2. Qualora il candidato abbia due co- gnomi, l’elettore, nel dare la preferenza, può scriverne uno dei due. L’indicazione deve contenere, a tutti gli effetti, entrambi i cognomi quando vi sia possibilità di confusione fra più candidati. 3. Sono comunque efficaci le prefe- renze espresse nominativamente in uno spazio diverso da quello posto a fianco del contrassegno votato, che si riferiscano a candidati della lista votata. 4. Le preferenze per candidati com- presi in liste di altre circoscrizioni sono inefficaci. 5. Sono altresì inefficaci le preferenze per candidati compresi in una lista diversa da quella votata. 6. Se l’elettore non abbia indicato alcun contrassegno di lista ma abbia scritto una preferenza per un candidato compreso in una lista, si intende che abbia votato la medesima lista alla quale appartiene il preferito. 7. Se l’elettore abbia segnato più di un contrassegno di lista, ma abbia scritto una preferenza per un candidato appartenente a una soltanto di tali liste, il voto è attribuito alla lista cui appartiene il can- didato indicato. 8. Le preferenze espresse in eccedenza alla prima sono nulle. Rimane valida la prima ».

    15-quater. Al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modifi- cazioni, all’articolo 62 è premesso il se- guente:

    «ART. 61-bis.–1. L’indicazione della preferenza può essere fatta scrivendo, in- vece del cognome, il numero con il quale è contrassegnato nella lista il candidato preferito; tale preferenza è efficace purché sia compresa nello spazio a fianco del contrassegno votato. 2. Se l’elettore non abbia indicato alcun contrassegno di lista, ma abbia espresso la preferenza mediante numero nello spazio posto a fianco di un contrassegno, si intende che abbia votato la lista alla quale appartiene il contrassegno medesimo ».

    15-quinquies: L’articolo 68 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, è so- stituito dal seguente:

    «ART. 68. – 1. Compiute le operazioni di cui all’articolo 67, il presidente procede alle operazioni di spoglio delle schede. Uno scrutatore designato mediante sorteg- gio estrae successivamente ciascuna scheda dall’urna e la consegna al presi- dente. Questi enuncia ad alta voce il contrassegno della lista a cui è stato at- tribuito il voto e il cognome del candidato al quale è attribuita la preferenza. Passa quindi la scheda ad altro scrutatore il quale, insieme con il segretario, prende nota dei voti di ciascuna lista e dei voti di preferenza. 2. Il segretario proclama ad alta voce i voti di lista e i voti di preferenza. Un terzo scrutatore pone le schede, i cui voti sono stati spogliati, nella cassetta o scatola dalla quale sono state tolte le schede non uti- lizzate. Quando la scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda stessa viene subito impresso il timbro della sezione. 3. E vietato estrarre dall’urna una scheda se quella precedentemente estratta non sia stata posta nella cassetta o scatola, dopo spogliato il voto.

    4. E vietato eseguire lo scrutinio dei voti di preferenza separatamente dallo scrutinio dei voti di lista. 5. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio. Ter- minato lo scrutinio delle schede, il totale dei voti di preferenza conseguiti da cia- scun candidato viene riportato nel verbale e nelle tabelle di scrutinio sia in cifre che in lettere. 6. Il numero totale delle schede scru- tinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale col numero degli iscritti, dei votanti, dei voti validi asse- gnati, delle schede nulle, delle schede bianche, delle schede contenenti voto di preferenza, delle schede non contenenti alcun voto di preferenza, delle schede contenenti voti nulli e delle schede con- tenenti voti contestati, verificando la con- gruità dei dati e dandone pubblica lettura ed espressa attestazione nei verbali. 7. Tutte queste operazioni devono es- sere compiute nell’ordine indicato; del compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale ». 15-sexies. All’articolo 71, primo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, il numero 2) è sostituito dal seguente:

    « 2) decide, in via provvisoria, sull’as- segnazione o meno dei voti contestati per qualsiasi causa e, nel dichiarare il risultato dello scrutinio, dà atto del numero dei voti di lista e dei voti di preferenza contestati ed assegnati provvisoriamente e di quello dei voti contestati e provvisoriamente non assegnati, ai fini dell’ulteriore esame da compiersi dall’Ufficio centrale circoscrizio- nale ai sensi dell’articolo 76, primo comma, numero 2) ». 10. All’articolo 76, primo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, il numero 2) è sostituito dal seguente: « 2) procede, per ogni sezione, al riesame delle schede contenenti voti contestati e provvisoriamente non assegnati e, tenendo presenti le annotazioni riportate a verbale e le proteste e i reclami presentati in proposito, decide, ai fini della procla- mazione, sull’assegnazione o meno dei re- lativi voti e preferenze. Un estratto del verbale concernente tali operazioni deve essere rimesso alla segreteria del comune dove ha sede la sezione. Ove il numero delle schede contestate lo renda necessa- rio, il Presidente della Corte d’appello o del Tribunale, a richiesta del presidente dell’Ufficio centrale circoscrizionale, ag- grega, ai fini delle operazioni di cui al presente numero, all’Ufficio stesso altri magistrati, nel numero necessario per il più sollecito espletamento delle opera- zioni ».

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, numero 10, dopo le parole: di ciascuna circoscrizione, inserire le seguenti: tenendo conto che il primo seggio assegnato alla lista è destinato al primo candidato in ordine di lista nel collegio plurinominale e i successivi seggi assegnati, in base al maggior numero di preferenze ottenute dai singoli candidati di lista.

    1. 114. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Dopo il comma 15 aggiungere i seguenti:

    « 15-bis. L’articolo 77 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è sostituito dal seguente:

    «ART. 77.

    1. L’Ufficio centrale circoscrizionale, per ciascun collegio plurinominale, deter- mina le cifre elettorali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del collegio. 2. L’Ufficio elettorale circoscrizionale, per ciascun collegio, divide la cifra elet- torale di lista successivamente per 1, 2, 3, 4, ecc., sino a concorrenza del numero dei seggi da attribuire nel collegio. Quindi, tra i quozienti così ottenuti, individua i più

    alti in numero eguale a quello dei seggi da assegnare, disponendoli in una graduatoria decrescente. A ciascuna lista sono asse- gnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti inseriti nella graduato- ria. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra eletto- rale e, a parità di quest’ultima, per sor- teggio. 3. Terminate le operazioni, l’Ufficio elettorale circoscrizionale procede diretta- mente a proclamare eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine stabilito ai sensi del pre- sente testo unico ».

    15-ter. L’articolo 83 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato ».

    15-ter. Il comma 1 dell’articolo 84 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato ».

    Conseguentemente abolire il comma 16.

    1. 115. Grillo, Fraccaro, Dadone, D’Am- brosio, Nuti, Dieni, Toninelli, Cozzo- lino.

    Dopo il comma 15 aggiungere i seguenti:

    15-bis. 1. All’articolo 48 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, dopo il primo comma inserire il seguente:

    « Nel caso in cui al seggio sia stata recapitata una sola scheda di voto antici- pato, il Presidente, gli scrutatori e il se- gretario del seggio devono esprimere il proprio voto presso il seggio stesso tramite la scheda a riempimento e la busta di cui all’articolo 30, comma 1, numero 10-bis »;

    15-ter. 1. All’articolo 55, primo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, le parole: « né, qualora vo- tino in Italia, inviare il voto per iscritto » sono soppresse;

    15-quater. All’articolo 67, primo comma, numero 3) del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, dopo le parole: « o la firma dello scrutatore », sono inserite le seguenti: « , ad eccezione delle schede a riempimento per il voto anticipato di cui agli articoli 30-bis e 31, »;

    15-quinquies. All’articolo 68 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, dopo il comma 3-bis, è inserito il seguente:

    « 3-ter. Il Presidente di seggio provvede a timbrare e firmare ogni scheda per l’espressione del voto anticipato scrutinata;

    15-sexies. All’articolo 70 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, appor- tare le seguenti modifiche:

    a) al primo comma, le parole: « Salve le disposizioni di cui agli articoli 58, 59, 61 e 62 » sono sostituite dalle seguenti: « Salve le disposizioni di cui agli articoli 30-bis, 41-quater, 58, 59 e 62 »;

    b) al secondo comma, le parole: « che non siano quelle prescritte dall’articolo 31 » sono sostituite dalle seguenti: « che non siano quelle prescritte dagli articoli 30-bis e 31 ».

    1. 116. Vargiu.

    Al comma 16, lettera a), numero 1, sostituire le parole: compresi i con le parole: esclusi i.

    1. 117. La Russa, Corsaro.

    Al comma 16, lettera a), numero 1, sostituire le parole: compresi i voti con le parole: esclusi i voti.

    1. 118. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Al comma 16, lettera a), numero 1, le parole: nei collegi uninominali della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige sono

    sostituite dalle seguenti: nel collegio uni- nominale della Valle d’Aosta;

    1. 119. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 1) sopprimere le parole: della Valle d’Aosta e.

    1. 120. Marguerettaz.

    Al comma 16, lettera a), sostituire il numero 2) con il seguente: « 2) determina poi la cifra elettorale nazionale di cia- scuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste collegate che si siano presentate almeno in un quarto del totale dei collegi plurinominali, con arrotondamento al- l’unità inferiore, e che abbiano conseguito una cifra elettorale pari ad almeno il 2 per cento del totale dei voti validamente espressi, nonché la cifra elettorale nazio- nale di ciascuna lista non collegata ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale; ».

    1. 121. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), sostituire il numero 2) con il seguente: « 2) determina poi la cifra elettorale nazionale di cia- scuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste collegate che si siano presentate almeno in un quarto del totale dei collegi plurinominali, con arrotondamento al- l’unità inferiore, e che abbiano conseguito una cifra elettorale pari ad almeno il 3 per cento del totale dei voti validamente espressi, nonché la cifra elettorale nazio- nale di ciascuna lista non collegata ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale; ».

    1. 122. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), sostituire il numero 2) con il seguente: « 2) determina poi la cifra elettorale nazionale di cia- scuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste collegate, singolarmente am- messe al riparto dei seggi ai sensi del n. 6), che si siano presentate almeno in un quarto del totale dei collegi plurinominali, con arrotondamento all’unità inferiore, nonché la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista non collegata ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale »

    1. 123. Dieni, Fraccaro, D’Ambrosio, To- ninelli, Cozzolino, Nuti, Dadone, Lom- bardi, Grillo.

    Al comma 16, lettera a), numero 2), dopo le parole: data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste colle- gate inserire le seguenti: che siano am- messe al riparto dei seggi ai sensi del numero 6) e.

    *1. 124. Giorgia Meloni, La Russa, Ta- glialatela.

    Al comma 16, lettera a), numero 2), dopo le parole: data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste colle- gate inserire le seguenti: che siano am- messe al riparto dei seggi ai sensi del numero 6) e.

    *1. 125. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 16, lettera a), numero 2 dopo le parole: all’unità inferiore aggiungere le parole: e che abbiano raggiunto sul piano nazionale la percentuale di voti validi indicata al punto 3, lettera a), del presente articolo per le liste collegate.

    1. 130. La Russa, Corsaro.

    Al comma 16, lettera a), n. 3), lettera a), sostituire le parole: 12 per cento, con le seguenti: 6 per cento.

    1. 131. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), sostituire le parole: a) le coali- zioni di liste la cui cifra elettorale nazio- nale sia pari ad almeno il 12 per cento dei volti validi espressi con le seguenti: a) le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 6 per cento dei volti validi espressi.

    1. 132. Nuti, Dieni, Toninelli, Cozzolino, Lombardi, Fraccaro, Dadone, D’Am- brosio, Grillo.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), le parole: almeno il 12 per cento sono sostituite con le seguenti: almeno l’8 per cento.

    1. 133. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), sostituire le parole: 12 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: 10 per cento dei voti validi espressi.

    Conseguentemente,

    al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento dei voti validi con le seguenti: 3 per cento dei voti validi;

    al comma 16, alinea, lettera a), nu- mero 6), sostituire le parole: almeno il 5 per cento con le seguenti: almeno il 3 per cento.

    1. 134. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), sostituire le parole: 12 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: 10 per cento dei voti validi espressi.

    1. 136. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a) apportare le seguenti modifiche:

    a) al punto 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 2 per cento;

    b) al punto 3, lettera b) sostituire, ovunque ricorrano, le parole: 8 per cento con le seguenti: 4 per cento;

    c) al punto 6, sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 2 per cento.

    1. 137. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 16, lettera a), n. 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento, con le seguenti: 2 per cento.

    1. 138. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Al comma 16, lettera a) numero 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: 2 per cento dei voti validi espressi.

    Conseguentemente all’articolo 1, comma 16, 6) le parole: 5 per cento sono sostituite dalle seguenti: 2 per cento.

    1. 139. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), le parole: almeno il 5 per cento dei voti validi sono sostituite da: almeno il 3 per cento dei voti validi. Al comma 16, alinea, lettera a), numero 6), le parole: conseguito sul piano nazio- nale almeno il 5 per cento sono sostituite da: conseguito sul piano nazionale almeno il 3 per cento.

    Al comma 16, alinea, lettera a), numero 3), lettera b), le parole: le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi sono sostituite da: le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi. Al comma 16, alinea, lettera a), numero 3), lettera b), le parole: di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano na- zionale almeno l’8 per cento dei voti validi sono sostituite da: di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano nazio- nale almeno il 5 per cento dei voti validi.

    1. 140. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), dopo le parole: 5 per cento dei voti validi espressi sono sostituite da: 3 per cento dei voti validi espressi nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale al- meno il 3 per cento dei voti validi espressi;.

    Conseguentemente al comma 16, lettera a), alinea, numero 6), le parole: il 5 per cento dei voti validi espressi sono sostituite da: il 3 per cento dei voti validi espressi la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale al- meno il 3 per cento dei voti validi espressi.

    1. 141. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), le parole: almeno il 5 per cento sono sostituite con le seguenti: almeno il 3 per cento e al comma 16, lettera a), nu- mero 6), dopo le parole: almeno il 5 per cento dei voti validi espressi sono inserite le seguenti: e, per le coalizioni di cui al numero 3) lettera a) che non contengano almeno una lista collegata che abbia con- seguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi, la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale.

    1. 142. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a) apportare le seguenti modifiche:

    a) al punto 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 3 per cento;

    b) al punto 3 lettera b) sostituire, ovunque ricorrano, le parole: 8 per cento con le seguenti: 5 per cento;

    c) al punto 6, sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 3 per cento.

    1. 143. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento dei voti validi con le seguenti: 3 per cento dei voti validi.

    Conseguentemente al comma 16, alinea, lettera a), numero 6), sostituire le parole: almeno il 5 per cento con le seguenti: almeno il 3 per cento.

    1. 144. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a), numero 3) lettera a) sostituire le parole: 5 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: 3 per cento dei voti validi espressi.

    Conseguentemente all’articolo 1, comma 16, 6) le parole: 5 per cento sono sostituite dalle seguenti: 3 per cento.

    1. 145. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 3), sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 4 per cento.

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, lettera a), capoverso 6), sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 4 per cento.

    1. 148. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1.149.

    Alla lettera b), sostituire le parole: e che abbiano ottenuto almeno l’8 per cento con le seguenti: e che abbiano ottenuto almeno il 7 per cento.

    0. 1. 149. 1. Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), apportare le seguenti modifiche:

    a) al numero 3), lettera a), dopo le parole: « 5 per cento dei voti validi espressi » sono inserite le seguenti: « ov- vero una lista collegata che abbia presen- tato liste di candidati in non più di sette circoscrizioni, che nel loro complesso ab- biano un numero di residenti pari almeno al 20 per cento della popolazione della Repubblica, e che abbia ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circoscrizioni in cui ha presentato liste di candidati »;

    b) al numero 3), lettera b), dopo le parole: « 8 per cento dei voti validi espressi » sono inserite le seguenti: « , le singole liste non collegate che abbiano presentato liste di candidati in non più di sette circoscrizioni che nel loro complesso abbiano un numero di residenti pari al- meno al 20 per cento della popolazione della Repubblica, e che abbiano ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circoscrizioni in cui hanno presentato liste di candidati »;

    c) al numero 6), dopo le parole: « 5 per cento dei voti validi espressi » sono inserite le seguenti: « ovvero le liste colle- gate che abbiano presentato liste di can- didati in non più di sette circoscrizioni, che nel loro complesso abbiano un nu- mero di residenti pari almeno al 20 per cento della popolazione della Repubblica, e che abbiano ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circoscrizioni in cui hanno presentato liste di candidati ».

    1. 149. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), dopo le parole: 5 per cento dei voti validi espressi aggiungere le seguenti: nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale al- meno il 5 per cento dei voti validi espressi.

    Conseguentemente, al comma 16, lettera a), alinea, numero 6), dopo le parole: il 5 per cento dei voti validi espressi aggiungere le seguenti: la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi.

    1. 150. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, apportare le seguenti modificazioni:

    a) la parola: « plurinominali » di cui al comma 1, numero 3), lettere a) e b),e numero 10) primo periodo, è sostituita dalla parola: « uninominali »;

    b) la parola; « plurinominale » di cui al comma 1, numero 6) è sostituita dalla parola: « uninominale »;

    c) al comma 1, numero 10, lettera f), il secondo periodo è soppresso;

    d) al comma 1, numero 10, la lettera g) è soppressa;

    e) al comma 6, le parole: « nei collegi plurinominali della » sono sostituite dalla parola: « nella ».

    Conseguentemente, dopo l’articolo 16 ag- giungere i seguenti:

    ART. 16-bis. – 1. All’articolo 58, comma 2, primo periodo, sono aggiunte in fine le seguenti parole: « ovvero sul nome del relativo candidato nel collegio uninomi- nale ovvero su entrambi ».

    ART. 16-ter. – 1. All’articolo 84 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) al comma 1 le parole: « secondo l’ordine di presentazione » sono sostituite dalle parole: « sulla base dei migliori ri- sultati ottenuti, in termini percentuali, dalla lista in ciascun collegio uninominale della circoscrizione »;

    b) il comma 2 è sostituito dal se- guente:

    « Se ad una lista spettano più seggi di quanti sono i suoi componenti, restano eletti tutti i candidati della lista, e si procede ad un nuovo riparto dei seggi nei riguardi delle altre liste della medesima coalizione ammesse al riparto dei seggi sulla base di un secondo quoziente otte- nuto dividendo il totale dei voti validi attribuiti alle liste per il numero dei seggi che sono rimasti da assegnare. Si effettua poi la attribuzione dei seggi tra le varie liste seguendo le norme di cui all’articolo 83 »;

    c) il comma 3 è sostituito dal se- guente:

    « Qualora la lista di cui al comma 1 non sia collegata in alcuna coalizione ovvero qualora al termine delle operazioni di cui al comma 2 residuino ancora seggi da assegnare, si procede ai sensi del comma 2 nei confronti di tutte le altre liste ammesse al riparto dei seggi ».

    3. All’articolo 86 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, il comma 1 è sostituito dal seguente:

    « Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, è at- tribuito, nell’ambito della medesima cir- coscrizione, al candidato che nella lista ha ottenuto il miglior risultato in un collegio uninominale diverso da quello il cui seggio è rimasto vacante ».

    b) sostituire la tabella « A » allegata alla presente legge con quelle di cui al- l’allegato unico della legge n. 277/1993;

    c) dopo l’articolo 2, inserire il se- guente:

    «ART. 3. –(Norma di delega per l’in- dividuazione dei collegi uninominali). – 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la determinazione dei collegi uninominali di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente della Repub- blica n. 361 del 1957 sulla base dei se- guenti principi e criteri direttivi:

    a) i collegi sono costituiti garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omogeneità economico- sociale e le sue caratteristiche storico- culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cui il territorio comprenda porzioni insulari. I collegi non possono includere il territorio di comuni apparte- nenti a province diverse, né dividere il territorio comunale, salvo il caso dei co- muni che, per le loro dimensioni demo- grafiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati nell’ambito del comune medesimo o, se istituita, della medesima città metro- politana. Nelle zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute, la de- limitazione dei collegi, anche in deroga ai princìpi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener conto dell’esigenza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possibile di collegi;

    b) la popolazione di ciascun collegio può scostarsi dalla media della popola- zione dei collegi della circoscrizione non oltre il 10 per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscri- zione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi unino- minali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare attuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche ricono- sciute, gli scarti dalla media circoscrizio- nale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del 15 per cento, in eccesso o in difetto.

    2. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 sulla base delle indicazioni formulate, entro trenta giorni dal suo insediamento, da una Commissione, la quale è nominata, sentita la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, dal Presidente della Camera dei deputati ed è composta dal presidente dell’Istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Commissione è chiamata a svolgere. 3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano sulle indicazioni della Commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, è tra- smesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; lad- dove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse conforme al parere parlamen- tare, il Governo contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione contenente ade- guata motivazione.

    4. Si prescinde dai pareri di cui al comma 3 qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 5. All’inizio di ogni legislatura il Pre- sidente della Camera dei deputati prov- vede alla nomina della Commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali, composta a norma del comma 2. Dopo ogni censimento generale, e ogni qualvolta ne avverta la necessità, la Commissione formula le indicazioni per la revisione dei collegi, secondo i criteri di cui al presente articolo, e ne riferisce al Presidente della Camera dei deputati. Alla revisione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica co- stituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’esercizio del voto da parte degli italiani all’estero »;

    d) dopo il comma 4, inserire il se- guente comma:

    « 4-bis. Dopo l’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, inserire, ricomprendendolo nel titolo III, il seguente articolo 10-bis:

    «ART. 10-bis. – (Elezioni primarie). – 1. I partiti o i gruppi politici organizzati che intendano presentare liste di candidati per l’elezione della Camera dei deputati orga- nizzano elezioni primarie per la selezione dei candidati ai sensi delle seguenti dispo- sizioni, che costituiscono norme generali cui gli statuti dei partiti o dei gruppi politici organizzati devono attenersi ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera l) del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149. 2. Le elezioni primarie si svolgono in una domenica compresa tra il novante- simo e il sessantesimo giorno antecedente alla data nella quale ha termine la legi- slatura e stabilita da un decreto del Pre- sidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri. 3. In caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati e sempre che le elezioni primarie non si siano già svolte nei termini del precedente comma, queste si svolgono la seconda domenica successiva

    alla data di pubblicazione del decreto che dispone lo scioglimento. In tal caso il decreto di convocazione dei comizi di cui all’articolo 11 è emanato e pubblicato unitamente a quello di scioglimento e, fermo quanto disposto dal comma 2 del- l’articolo 11, il termine di cui al comma 3 della medesima disposizione è aumentato di un numero di giorni pari a quelli intercorrenti tra la data di pubblicazione del decreto e quella di svolgimento delle elezioni primarie. 4. Le elezioni primarie sono organiz- zate in autonomia da ciascun partito o gruppo politico organizzato nel rispetto dei seguenti principi:

    a) attraverso le elezioni primarie sono selezionati almeno tre quarti dei candidati in ogni circoscrizione di cui alla tabella “A” allegata al presente Testo unico, con arrotondamento all’unità supe- riore;

    b) la regolarità delle procedure è assicurata, eventualmente anche mediante un organo interno di garanzia, dai partiti o dai gruppi politici organizzati, i quali tengono traccia di tutte le operazioni e, al termine delle stesse, inviano una relazione dettagliata alla Commissione di cui all’ar- ticolo 9, comma 3, della legge 6 luglio 2012, n. 96, denominata di seguito “Com- missione”. La Commissione vigila sulla regolarità delle procedure e sul rispetto delle presenti norme, potendo chiedere chiarimenti ai partiti o ai gruppi politici organizzati e segnalando eventuali viola- zioni all’autorità giudiziaria o all’Ufficio elettorale centrale nazionale di cui all’ar- ticolo 12. La Commissione, in ciascuna regione, opera mediante l’assistenza degli Uffici centrali circoscrizionali di cui all’ar- ticolo 13;

    c) l’elettorato attivo è riconosciuto agli iscritti ai partiti o ai gruppi politici organizzati aventi l’elettorato attivo di cui all’articolo 5, comma 1, e, a discrezione di questi, anche agli iscritti in un apposito registro tenuto dai medesimi partiti o gruppi politici. A tale registro possono iscriversi, fino al giorno precedente alla consultazione, gli elettori di cui all’articolo 5, comma 1, che intendano partecipare alle elezioni primarie, previa sottoscri- zione di una dichiarazione di adesione ad una carta di principi che ciascun partito o gruppo politico ha cura di presentare, entro 3 giorni dalla pubblicazione del decreto che fissa la data delle elezioni primarie, alla Commissione. I partiti o i gruppi politici organizzati possono dotarsi della carta di principi anche in precedenza alla convocazione delle elezioni primarie, comunicandola alla Commissione; in tal caso essi hanno titolo a comunicare l’ado- zione di una nuova carta o di modifiche alla stessa entro il termine di cui al secondo periodo. Ogni elettore può parte- cipare alle elezioni primarie di un solo partito o gruppo politico organizzato; se tale obbligo è violato, il voto è nullo e all’elettore è applicata una sanzione am- ministrativa da cinquecento a millecinque- cento euro;

    d) i candidati che partecipano alle elezioni primarie devono essere in pos- sesso del requisito di elettorato passivo previsto dall’articolo 6, comma 1.

    5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche alle elezioni primarie promosse da partiti o gruppi politici organizzati che intendano presen- tare coalizioni di liste ».

    1. 151. Balduzzi, Andrea Romano, Maz- ziotti Di Celso, Galgano.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), sostituire le parole: del 20 per cento con le parole: del 35 per cento.

    1. 153. La Russa, Corsaro.

    Al comma 16, lettera a), numero 3, sostituire le parole: del 20 per cento con le parole: del 30 per cento.

    1. 154. La Russa, Corsaro.

    Al comma 16, lettera a), apportare le seguenti modificazioni:

    a) alla lettera a), punto 3), dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

    « a-bis) in deroga alla lettera a), nella regione Friuli-Venezia Giulia, ai sensi del- l’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, le liste rappresentative della mino- ranza linguistica slovena che abbiano con- seguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima; »;

    b) alla lettera a), punto 3), dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

    « b-bis) in deroga alla lettera b), nella regione Friuli-Venezia Giulia invece, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 feb- braio 2001, n. 38, le liste rappresentative della minoranza linguistica slovena che abbiano conseguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima; »;

    c) alla lettera a), punto 6) aggiungere, in fine, il seguente periodo: « nella regione Friuli-Venezia Giulia invece, ai sensi del- l’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, le liste rappresentative della mino- ranza linguistica slovena che abbiano con- seguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima; ».

    1. 155. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), sostituire le parole: 8 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: 4 per cento dei voti validi espressi.

    1. 158. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), sostituire le parole: b) le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: b) le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 4 per cento dei voti validi espressi.

    1. 159. Dadone, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Dieni, Toninelli, Cozzolino, Lombardi, Fraccaro.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera b), sostituire ove ricorrenti le parole: l’8 per cento dei voti validi con le seguenti: il 4 per cento dei voti validi.

    1. 160. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1.162.

    Sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 6 per cento.

    0. 1. 162. 1. Nuti, Toninelli, Dadone, Fraccaro, Dieni, Cozzolino, D’Ambro- sio, Grillo.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera b), le parole: 8 per cento dei voti validi espressi sono sostituite dalle se- guenti: 5 per cento dei voti validi espressi.

    1. 162. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), numero 3), lettera b), sostituire ove ricorrenti le parole: l’8 per cento dei voti validi con le seguenti: il 5 per cento dei voti validi.

    1. 163. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Faut- tilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Bi- netti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 3), alla lettera b) sostituire ove ricorrano le parole: 8 per cento con le seguenti: 6 per cento.

    1. 164. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    c) le singole liste non collegate che si siano presentate in non più di sette cir- coscrizioni e abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale.

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, lettera a):

    al capoverso 4), primo periodo, so- stituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 6), dopo le parole: « al- meno il 5 per cento dei voti validi espressi » inserire le seguenti: « nonché le liste che si siano presentate in non più di sette circoscrizioni e abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popola- zione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale »;

    al capoverso 9), ultimo periodo, so- stituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 10), sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) ».

    1. 165. Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    c) le singole liste non collegate che si siano presentate in non più di sette cir- coscrizioni e abbiano conseguito almeno il 6 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale ».

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, lettera a):

    al capoverso 4), primo periodo, so- stituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 6), dopo le parole: « al- meno il 5 per cento dei voti validi espressi » inserire le seguenti: « nonché le liste che si siano presentate in non più di sette circoscrizioni e abbiano conseguito almeno l’8 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale »;

    al capoverso 9), ultimo periodo, so- stituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 10), sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) ».

    1. 166. Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), capoverso 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    c) le singole liste non collegate che abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni territorialmente contigue in cui si sono presentate, la cui popolazione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale.

    Conseguentemente, all’articolo 1, comma 16, lettera a):

    al capoverso 4), primo periodo, so- stituire le parole: « lettera b » con le se- guenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 6), dopo le parole: « al- meno il 5 per cento dei voti validi espressi » inserire le seguenti: « nonché le liste che abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel com- plesso delle circoscrizioni territorialmente contigue in cui si sono presentate, la cui popolazione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale »;

    al capoverso 9), ultimo periodo, so- stituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al capoverso 10), sostituire le parole: « lettera b » con le seguenti: « lettere b) e c) ».

    1. 167. Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), numero 4), dopo il primo periodo, inserire il seguente: A garanzia della rappresentatività della Camera dei Deputati, alle liste non colle- gate che non abbiano conseguito sul piano nazionale la percentuale di cui al numero 3, lettera b), è riservata una quota per- centuale del totale dei seggi pari alla somma delle percentuali di voti conseguiti dalle medesime liste, comunque non su- periore al 10 per cento del totale dei seggi, ripartita in maniera proporzionale al ri- sultato elettorale conseguito.

    Conseguentemente, al numero 9, alla fine del primo periodo, aggiungere le se- guenti parole: tenendo conto della quota dei seggi da assegnare ai sensi del numero 4).

    1. 168. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 16, lettera a), numero 5), sopprimere le parole:

    « 5) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o della singola lista con la maggiore cifra eletto- rale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corrisponda ad almeno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi; ».

    Conseguentemente, sempre alla lettera a) del comma 16, sopprimere le parole:

    « 7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale na- zionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi au- mentata di 18 punti percentuali, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale con- sistenza, ma in ogni caso non più di quanti siano sufficienti per arrivare al totale di 340 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista;

    8 ) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti seggi, in nu- mero pari alla differenza tra 617 e il totale dei seggi assegnati alla coalizione di liste o singola lista con la maggiore cifra eletto- rale nazionale ai sensi del numero 7), tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di mino- ranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il nu- mero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ul- tima si procede a sorteggio. »

    e le parole:

    « 11) Qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale abbia già conseguito ai sensi del numero 4) una quota di seggi superiore a 340 si procede direttamente all’attribuzione dei seggi ai sensi dei numeri 7-ter), 8 ) e 9); »

    1. 169. Toninelli, Cozzolino, Lombardi, Dadone, D’Ambrosio, Grillo, Nuti, Dieni, Fraccaro.

    Al comma 16, lettera a), numero 5), sostituire le parole: « 5) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o della singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corrisponda ad al- meno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi; » con le seguenti: « 5) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o della singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corri- sponda ad almeno il 50 per cento del totale dei voti validamente espressi.

    e sostituire altresì le parole: « 7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 18 punti percentuali » con le seguenti: « 7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 3 punti percentuali ».

    1. 170. Grillo, D’Ambrosio, Toninelli, Cozzolino, Lombardi, Nuti, Dieni, Frac- caro, Dadone.

    Al comma 16, lettera a), punto 5, sosti- tuire le parole: almeno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi con le seguenti: almeno il 35 per cento del totale dei cittadini aventi diritto al voto.

    1. 171. Invernizzi, Matteo Bragantini.

    Al comma 16, lettera a), numero 6), sostituire le parole: 6) individua quindi, nell’ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: « 6) indivi- dua quindi, nell’ambito di ciascuna coali- zione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 2 per cento dei voti validi espressi.

    1. 172. D’Ambrosio, Toninelli, Cozzolino, Nuti, Dieni, Fraccaro, Dadone, Lom- bardi, Grillo.

    Al comma 16, lettera a), numero 6), dopo le parole: almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel collegio plurinomi- nale aggiungere le seguenti: nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elet- torale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 2 per cento dei voti validi espressi.

    1. 173. Pisicchio, Labriola, Zaccagnini.

    Al comma 16, lettera a), numero 7) sostituire le parole: 7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della rela- tiva cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 18 punti percentuali, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale con- sistenza, ma in ogni caso non più di quanti siano sufficienti per arrivare al totale di 340 seggi con le seguenti: 7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo alla coalizione di liste o alla singola lista che ha otte- nuto la maggiore cifra elettorale nazio- nale ai sensi del comma 1, viene attri- buito un numero di seggi pari a quello

    assegnatole ai sensi del n. 4) comma 1, incrementato del 20 per cento con ap- prossimazione per difetto.

    1. 175. Nuti, Dieni, Fraccaro, Dadone, D’Ambrosio, Toninelli, Cozzolino, Lom- bardi, Grillo.

    Sopprimere la lettera c) del comma 16.

    Conseguentemente sopprimere il comma 5, sopprimere il comma 8, e sopprimere la lettera b) del comma 14.

    1. 178. Dadone, Lombardi, Grillo, Cozzo- lino, Dieni, Fraccaro, D’Ambrosio, To- ninelli, Nuti.

    Al comma 16, lettera c), sostituire le parole: 1) alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi con le seguenti: 1) alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene asse- gnata una quota di seggi pari a quella assegnatale ai sensi del n. 4 del comma 1, incrementa del 20 per cento.

    Conseguentemente, alla lettera c) del comma 16, sostituire le parole: 2) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 290 seggi con le seguenti: 2) l’Ufficio procede poi a ripartire propor- zionalmente i restanti seggi assegnati nelle circoscrizioni italiane con l’esclusione della Valle d’Aosta.

    1. 179. Dadone, Lombardi, Grillo, Cozzo- lino, Dieni, Fraccaro, D’Ambrosio, To- ninelli, Nuti.

    Al comma 16, lettera c), sostituire le parole: 3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di bal- lottaggio fra le liste o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al primo turno le due maggiori cifre elettorali nazionali con

    le seguenti: 3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di bal- lottaggio fra le liste o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al primo turno le tre maggiori cifre elettorali nazionali.

    1. 180. Cozzolino, Dadone, Lombardi, Grillo, Dieni, Fraccaro, D’Ambrosio, Toninelli, Nuti.

    Sopprimere il comma 18.

    1. 181. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Conseguentemente, alla Tabella B Ca- mera sostituire le parole da: La circoscri- zione Trentino Alto Adige fino alla fine del periodo con le seguenti: La circoscrizione della regione Trentino Alto Adige è ripar- tita in due collegi plurinominali corrispon- denti con la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano.

    1. 182. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    Sopprimere il comma 21.

    1. 183. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 1.184.

    All’articolo 93-bis, comma 4, sostituire le parole: 1500 elettori con le seguenti: 1600 elettori.

    0. 1. 184. 1. Dadone, D’Ambrosio, Frac- caro, Toninelli, Nuti, Dieni, Cozzolino, Grillo.

    Sostituire il comma 21 con il seguente:

    21. Dopo l’articolo 93, sono inseriti i seguenti:

    «ART. 93-bis. 1. Con il decreto di cui all’articolo3èdeterminatoilnumerodei seggi spettanti alla regione Trentino-Alto Adige non assegnati nei collegi uninomi- nali. I voti espressi nella circoscrizione del Trentino-Alto Adige sono computati dal- l’Ufficio centrale nazionale ai fini della determinazione: della cifra elettorale na- zionale di ciascuna lista e della cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste collegate; della determinazione della soglia minima percentuale di voti validi stabilita, per ciascuna lista singola o collegata in coalizione nonché per le coa- lizioni medesime, per concorrere all’asse- gnazione seggi nelle circoscrizioni; della determinazione della percentuale della ci- fra elettorale nazionale che consente l’at- tribuzione dell’ulteriore numero di seggi necessario per arrivare al totale di 340 seggi. Dei voti espressi nella circoscrizione del Trentino-Alto Adige non si tiene conto ai fini dell’attribuzione dei seggi nelle altre circoscrizioni. 2. Le liste di cui all’articolo 14, singole o coalizzate, presentano candidati, ad esse collegati, nei collegi uninominali e le stesse liste si collegano ad una lista circoscrizio- nale che concorre all’attribuzione di seggi assegnati alla circoscrizione regionale ai sensi dell’articolo 93 comma 1 e la me- desima lista circoscrizionale è collegata alle liste di cui all’articolo 14, singole o coalizzate. I candidati aderiscono alla lista circoscrizionale con l’accettazione della candidatura. La dichiarazione di collega- mento deve essere accompagnata dall’ac- cettazione scritta del rappresentante, di cui all’articolo 17, incaricato di effettuare il deposito della lista a cui il candidato nel collegio uninominale si collega. Nella di- chiarazione di collegamento il candidato indica il contrassegno che accompagna il suo nome e il suo cognome sulla scheda elettorale. Nessun candidato può accettare la candidatura in più di un collegio. La candidatura della stessa persona in più di un collegio è nulla. Nessuna candidatura nei collegi uninominali può essere colle- gata a più di una lista circoscrizionale. Per ogni candidato nei collegi uninominali deve essere indicato il cognome, il nome, il luogo e la data di nascita, il collegio uninominale per il quale viene presentato e, il contrassegno tra quelli depositati presso il Ministero dell’interno che lo contraddistingue, nonché la lista circoscri- zionale alla quale il candidato si collega ai fini del comma 2 dell’articolo 93-quater. La dichiarazione di presentazione dei can- didati nei collegi uninominali deve conte- nere l’indicazione dei nominativi di due delegati effettivi e di due supplenti. 3. Nessuna lista può essere collegata a più di una candidatura nel medesimo collegio uninominale. All’atto della presen- tazione della lista i presentatori indicano il contrassegno, ovvero i contrassegni delle candidature uninominali cui la lista è collegata e la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato che la presenta. 4. La dichiarazione di presentazione delle liste circoscrizionali che concorrono all’assegnazione dei seggi determinati ai sensi del comma 1 deve essere sottoscritta da almeno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nella circoscrizione. Cia- scuna lista deve comprendere un numero di candidati non inferiore a due terzi e non superiore al numero dei seggi di cui al comma 1. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il nu- mero delle sottoscrizioni della lista è ri- dotto della metà. La dichiarazione di pre- sentazione delle candidature nei collegi uninominali deve essere sottoscritta da almeno 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni del collegio. 5. La presentazione delle liste circoscri- zionali e delle candidature nei collegi uninominali è effettuata insieme al depo- sito del relativo contrassegno, presso la cancelleria della corte d’appello di Trento. Insieme con le liste dei candidati o le candidature nei collegi uninominali de- vono essere presentati gli atti di accetta-

    zione delle candidature, i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati e la dichiarazione di presentazione delle candidature nei collegi uninominali e della lista dei candidati firmata, anche in atti separati, dal prescritto numero di elettori; alle candidature nei collegi uninominali deve essere allegata la dichiarazione di collegamento e la relativa accettazione di cui al comma 2. 6. Qualora i presentatori delle liste circoscrizionali intendano effettuare il col- legamento della candidatura in coalizione ai sensi dell’articolo 14-bis, le dichiara- zioni di collegamento sono effettuate nei termini e con le modalità di cui, rispetti- vamente, agli articoli 14 e 14-bis. »;

    «ART. 93-ter. 1. L’elettore esprime un unico voto per la lista, singola o coalizzata, che sostiene il candidato ad essa collegato, tracciando un segno sul contrassegno della lista stessa. Tale voto si intende espresso anche per il candidato nel collegio unino- minale nonché in favore della lista circo- scrizionale a questo collegata. 2. Il modello di scheda per l’elezione nei collegi uninominali e nella lista circo- scrizionale della circoscrizione Trentino- Alto Adige è allegato alla presente legge.

    ART. 93-quater. 1. L’ufficio elettorale circoscrizionale procede, con l’assistenza del cancelliere, alle seguenti operazioni:

    a) effettua lo spoglio delle schede eventualmente inviate dalle sezioni;

    b) somma i voti ottenuti da ciascuna lista singola o da ciascuna coalizione di liste e, correlativamente i voti di ciascun candidato nelle singole sezioni, come ri- sultano dai verbali;

    c) determina la cifra elettorale circo- scrizionale di ciascuna lista o coalizione di liste. Tale cifra è data dalla somma dei voti validi ottenuti in collegamento con i candidati nei collegi uninominali, collegati con la lista ai sensi del comma 2 dell’ar- ticolo 93-bis, in ciascun collegio.

    d) acquisisce dall’ufficio centrale na- zionale l’accertamento se una delle liste o coalizione di liste sia collegata a lista o coalizione di liste la cui cifra elettorale nazionale abbia raggiunto la percentuale della cifra elettorale nazionale che con- sente l’attribuzione dell’ulteriore numero di seggi necessario per arrivare al totale di 340 seggi o se ad essa sia stato attribuito un numero di seggi non inferiore a tale numero. In caso di accertamento positivo ad essa assegna la metà più uno dei seggi di cui all’articolo 93-bis, comma 1. Qua- lora tale accertamento sia negativo e si procede al turno di ballottaggio, attribui- sce la metà più uno dei seggi della circo- scrizione alla lista o coalizione di liste che raggiunge in tale turno il maggior numero di voti validi.

    2. Il presidente dell’ufficio elettorale regionale, in conformità ai risultati accer- tati, proclama eletto per ciascun collegio il candidato che ha ottenuto il maggior nu- mero di voti validi. In caso di parità di voti, è proclamato eletto il candidato più anziano di età. 3. Il presidente dell’ufficio elettorale regionale proclama quindi eletti, in corri- spondenza ai seggi attribuiti ad ogni lista, i candidati della lista medesima secondo l’ordine in cui essi si succedono. 4. Ai fini di cui all’articolo 83, comma 1, numero 3), l’Ufficio centrale elettorale comunica all’Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale di ciascuna lista circoscrizio- nale, la cifra elettorale di ciascun can- didato nei collegi uninominali e il totale dei voti validi nella circoscrizione. I voti espressi in favore di liste singole o coa- lizzate collegate a un candidato nel col- legio uninominale che sono computati nella cifra elettorale della lista circoscri- zionale cui la lista o coalizione e la candidatura sono collegate, sono compu- tati in sede nazionale ai fini delle de- terminazioni di cui all’articolo 93 comma 1 e in favore di alcuna lista, anche se contraddistinta con il medesimo contras- segno 5. I seggi attribuiti nella circoscri- zione Trentino-Alto Adige sono compu- tati, secondo le rispettive assegnazioni,

    nei numeri che ai sensi dell’articolo 83 determinano l’assegnazione del premio di maggioranza ».

    1. 184. Plangger, Schullian, Gebhard, Ot- tobre, Nicoletti, Bressa.

    Sostituire il comma 21 con il seguente:

    21. « ART. 93-bis. 1. – Con il decreto di cui all’articolo 3 è determinato il numero dei seggi spettanti alla circoscrizione della regione Trentino-Alto Adige, che è ripar- tita in due collegi plurinominali corrispon- denti con la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano. 2. I seggi attribuiti nella circoscrizione Trentino-Alto Adige sono computati, se- condo le rispettive assegnazioni, nei nu- meri che ai sensi dell’articolo 83 determi- nano l’assegnazione del premio di maggio- ranza. ».

    1. 185. Matteo Bragantini.

    Al comma 21, capoverso ART. 93-bis apportare le seguenti modificazioni:

    a) dopo il comma 2 inserire il se- guente:

    2-bis Tra le candidature nei collegi uninominali contraddistinte dal medesimo contrassegno presentate nella medesima circoscrizione, a pena di inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappre- sentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore.

    b) al comma 4, secondo periodo dopo le parole: « non superiore al numero dei seggi di cui al comma 1. » sono aggiunte le seguenti: « A pena di inammissibilità, in ciascuna lista circoscrizionale, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore.

    1. 187. Locatelli, Labriola.

    Al comma 21, capoverso ART. 93-quater, comma 1, alla lettera c) aggiungere in fine le parole: , detratto, per ciascun collegio uninominale in cui è stato proclamato eletto un candidato collegato alla mede- sima lista, un numero di voti pari a quello conseguito dal candidato medesimo ».

    1. 188. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Al comma 21, capoverso ART. 93-quater, lettera e), dopo le parole: ciascuna lista , inserire le seguenti: , sottratti i voti dei candidati direttamente eletti nei collegi uninominali.

    1. 189. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Al comma 21, capoverso ART. 93-quater, lettera c), aggiungere in fine, le parole: che non siano proclamati eletti ai sensi del comma 2.

    1. 190. La Russa, Corsaro, Taglialatela.

    Sopprimere il comma 22.

    1. 191. Toninelli, Lombardi, Grillo, Da- done, Cozzolino, Dieni, Fraccaro, D’Ambrosio, Nuti.

    Al comma 22, dopo le parole: decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 inserire le seguenti: e di cui al comma 3, primo periodo, dell’articolo 9 del de- creto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 e sostituire le parole: in entrambe le Ca- mere con le seguenti: in almeno una delle due Camere.

    *1. 192. La Russa, Taglialatela, Corsaro.

    Al comma 22, dopo le parole: decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 inserire le seguenti: e di cui al comma 3, primo periodo, dell’articolo 9 del de- creto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 e sostituire le parole: in entrambe le Ca-

    mere con le seguenti: in almeno una delle due Camere.

    *1. 193. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Al comma 25, dopo le parole: decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 inserire le seguenti: e di cui al comma 3, primo periodo, dell’articolo 9 del de- creto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533.

    1. 194. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    ART. 2.

    Sopprimerlo.

    * 2. 1. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Sopprimerlo.

    * 2. 2. Nuti, Cozzolino, Dadone, D’Am- brosio, Dieni, Fraccaro, Lombardi, To- ninelli, Grillo.

    Sopprimerlo.

    * 2. 3. Lauricella, Naccarato, Bindi, Bruno Bossio, Lattuca, Malisani.

    Sopprimerlo.

    * 2. 4. Matteo Bragantini, Invernizzi.

    Sopprimerlo.

    * 2. 5. Pisicchio.

    Sopprimerlo.

    * 2. 6. Costa, Dorina Bianchi, Leone.

    Sopprimerlo.

    * 2. 7. Taglialatela.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.8.

    Sostituire le parole: il giorno successivo alla con le seguenti: dieci giorni dopo l’.

    0. 2. 8. 1. Nuti, Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Toninelli, Dieni, Cozzolino, Grillo.

    Sostituirlo con il seguente:

    ART. 2.

    1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla entrata in vigore della legge costituzionale di modifica della II parte, Titolo I, e dell’articolo 94 della Costituzione.

    2. 8. Lauricella, Naccarato, Bindi, Bruno Bossio, Rampi, Manzi, Malisani.

    Sostituirlo con i seguenti:

    ART. 2.

    (Ripartizione dei seggi tra regioni e ripartizioni).

    1. I commi 2, 3 e 4 dell’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e successive modificazioni, di se- guito denominato « legge elettorale per il Senato » sono sostituiti dai seguenti:

    « 2. Quando ad una regione ai sensi del comma1èattribuitounnumerodiseggi superiore a quello attribuito alla circoscri- zione provinciale non metropolitana nella quale è assegnato il più alto numero di seggi ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, la circoscrizione regionale è suddivisa in ri- partizioni coincidenti con le province, a eccezione delle province di Milano, Roma e Napoli, nel cui territorio sono istituite le ripartizioni subprovinciali di cui alla ta- bella A allegata al presente decreto legi- slativo.

    3. Con il decreto di cui al comma 1, si provvede altresì alla distribuzione dei seggi tra le ripartizioni. 4. Ai fini del precedente comma, il numero dei residenti in ciascuna regione è diviso per il numero dei seggi ad essa assegnati ai sensi del comma 1. Trascurata la parte frazionaria, il risultato di tale divisione rappresenta il quoziente riparti- zionale per l’assegnazione di un seggio. Quindi, per ciascuna ripartizione, il nu- mero corrispondente alla popolazione ivi residente è diviso per tale quoziente. Il risultato intero ottenuto rappresenta il numero di seggi attribuiti a ciascuna ri- partizione. I seggi eventualmente residui sono attribuiti sulla base della graduatoria dei più alti resti. 5. Se, terminate tali operazioni, vi sono ripartizioni cui non è assegnato alcun seggio, ad esse ne è attribuito uno d’uffi- cio. Qualora vengano attribuiti uno o più seggi d’ufficio, l’assegnazione dei seggi alle altre ripartizioni avviene sulla base del comma precedente, ma il quoziente ripar- tizionale per l’assegnazione di un seggio è ottenuto dividendo il numero dei residenti in tali ripartizioni per il risultato della sottrazione del numero dei seggi assegnati d’ufficio al numero totale dei seggi asse- gnati alla Regione ai sensi del comma 1 ».

    ART. 3.

    (Presentazione delle liste).

    1. I commi 2 e 3 dell’articolo 9 della « legge elettorale per il Senato » sono so- stituiti dai seguenti:

    « 2. La presentazione delle liste av- viene a livello regionale, ad eccezione delle regioni suddivise in ripartizioni, dove av- viene, esclusivamente a livello ripartizio- nale. 2-bis. Ogni lista deve essere composta da un elenco di candidati presentati se- condo un determinato ordine. La lista deve essere formata complessivamente da un numero di candidati compreso tra i due terzi e la totalità dei seggi assegnati alla ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, alla regione in cui la lista è presentata. In tutti i casi, però, il numero dei candidati non può essere inferiore a tre. 2-ter. A pena di nullità dell’elezione, nessun candidato può accettare la candi- datura in più di una lista. 3. La presentazione delle liste di candidati deve essere accompagnata da almeno 600 sottoscrizioni per ogni seggio attribuito alla regione o alla ripartizione in cui la lista viene presentata. Le sottoscri- zioni non possono essere superiori di 500 al numero minimo previsto dal precedente periodo. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica che ne anticipi la sca- denza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà. Le sottoscrizioni devono essere autenticate da uno dei soggetti di cui all’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, e successive modificazioni. La candidatura deve essere accettata con dichiarazione firmata ed autenticata da un sindaco, da un notaio o da uno dei soggetti di cui all’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, e suc- cessive modificazioni. Per i cittadini resi- denti all’estero l’autenticazione della firma deve essere richiesta ad un ufficio diplo- matico o consolare ».

    2. Il comma 4 dell’articolo 9 della « legge elettorale per il Senato » è abro- gato.

    ART. 4.

    (Ordine delle liste e stampa delle schede e dei manifesti).

    1. L’articolo 11 della « legge elettorale per il Senato » è sostituito dal seguente:

    ART. 11. – 1. L’Ufficio elettorale regio- nale, appena scaduto il termine stabilito per la presentazione dei ricorsi o, nel caso in cui sia stato presentato ricorso, appena ricevuta la comunicazione della decisione dell’Ufficio centrale nazionale, compie le seguenti operazioni:

    a) stabilisce mediante sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati di

    lista, il numero d’ordine da assegnare alle liste e ai relativi contrassegni. I contras- segni di ciascuna lista sono riportati sulle schede di votazione e sui manifesti se- condo l’ordine progressivo risultato dal suddetto sorteggio;

    b) comunica ai delegati le definitive decisioni adottate;

    c) procede, per mezzo delle Prefet- ture – Uffici territoriali del Governo:

    1) alla stampa delle schede di votazione, recanti i contrassegni delle li- ste, i quali devono essere riprodotti sulle schede medesime con i colori depositati presso il Ministero dell’interno ai sensi dell’articolo 8;

    2) alla stampa del manifesto con le liste dei candidati, con i relativi contras- segni e numero d’ordine, e all’invio del manifesto ai sindaci dei comuni della ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, della regione, i quali ne curano l’affissione nell’albo pre- torio e in altri luoghi pubblici entro il quindicesimo giorno antecedente quello della votazione.

    2. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell’in- terno, hanno le caratteristiche essenziali del modello descritto nelle tabelle B e C allegate al presente testo unico e riprodu- cono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentate nella ripar- tizione o nella regione a norma degli articoli8e9. 3. L’ordine delle liste e dei rispettivi contrassegni è stabilito con sorteggio se- condo le disposizioni di cui al comma 1, lettera a). Nella parte superiore della scheda sono riportate le istruzioni di voto come da tabella D allegata al presente decreto legislativo. Nella parte sottostante le istruzioni, la scheda è suddivisa in tante colonne quante sono le liste ammesse nella circoscrizione o nella ripartizione. A cia- scuna lista è riservata un’intera colonna della scheda. Nella parte superiore della colonna è riprodotto il contrassegno della lista. I contrassegni devono essere ripro- dotti sulle schede con il diametro di cen- timetri tre. Lo spazio sottostante il con- trassegno è diviso in tanti riquadri quanti sono i seggi da assegnare nella ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, nella regione. Nel caso di liste che contengano meno candidati del mas- simo consentito, i riquadri ulteriori ri- spetto alle candidature effettivamente pre- sentate non vengono stampati. Sul lato sinistro di ciascun riquadro sono stampati, in linea verticale dall’alto verso il basso, un “+” in colore verde e un “–” in colore rosso. In ogni colonna vengono altresì indicati i nomi dei candidati nella ripar- tizione o nella regione della corrispon- dente lista, riportando per ogni riquadro della colonna, partendo dall’alto verso il basso e seguendo l’ordine di presenta- zione, il nome di un candidato della lista. 4. Le schede devono pervenire agli Uffici elettorali debitamente piegate. 5. La scheda elettorale nella regione della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua francese. 6. La scheda elettorale nella regione Trentino-Alto Adige/Südtirol deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua tedesca ».

    ART. 5.

    (Voto dei rappresentanti di lista).

    1. I commi 3 e 4 dell’articolo 13 della « legge elettorale per il Senato » sono so- stituiti dai seguenti:

    « 3. I rappresentanti delle liste dei can- didati nelle elezioni del Senato della Re- pubblica votano nella sezione presso la quale esercitano il loro ufficio, purché siano elettori della ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, della regione. 4. I rappresentanti delle liste dei can- didati alle elezioni della Camera dei de- putati votano per l’elezione del Senato della Repubblica nella sezione presso la

    quale esercitano le loro funzioni, purché siano elettori della ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, della regione ».

    ART. 6.

    (Modalità di espressione del voto).

    1. L’articolo 14 della « legge elettorale per il Senato » è sostituito dal seguente:

    «ART. 14. – 1. L’elettore esprime il proprio voto senza che sia avvicinato da alcuno. 2. L’elettore esprime il voto tracciando, con la matita, sulla scheda un segno, comunque apposto, sopra il contrassegno della lista prescelta. 3. Una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati alla ripartizione o, quanto alle regioni non suddivise in ripartizioni, alla regione in cui esercita il diritto di voto. Per esprimere l’esclusione, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “–” colorato in rosso che compare nel riquadro conte- nente il nome del candidato che l’elettore intenda escludere. 4. Per esclusione validamente effet- tuata, l’elettore può altresì esprimere un voto di preferenza, ulteriore rispetto a quello assegnato automaticamente ai sensi del comma 1 dell’articolo 59 del testo unico di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e suc- cessive modificazioni, a favore di uno dei candidati della lista votata e che egli non abbia escluso, oppure un voto di prefe- renza a un candidato di un’altra lista. Per esprimere la preferenza, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “+” colorato in verde che compare nel riqua- dro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda preferire. 5. Sono vietati altri segni o indicazioni. 6. Di queste modalità di espressione del voto il Presidente dà all’elettore preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplificazione e indicando il numero massimo di cancellazioni che l’elettore può effettuare in quella ripartizione o regione. 7. Dopo aver espresso il voto, l’elettore deve piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla ».

    ART. 7.

    (Determinazione delle cifre elettorali).

    1. L’articolo 16 della « legge elettorale per il Senato » è sostituito dal seguente:

    «ART. 16. – 1. L’Ufficio elettorale re- gionale delle regioni suddivise in riparti- zioni, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente, per ciascuna ripartizione:

    a) determina le cifre elettorali ripar- tizionali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della ripartizione;

    b) determina le cifre elettorali ripar- tizionali di lista corrette; a tal fine, divide le cifre elettorali ripartizionali di lista per il numero di seggi assegnati alla riparti- zione e trascura la parte frazionaria;

    c) determina le cifre elettorali circo- scrizionali di lista; a tal fine, per ciascuna lista, somma le cifre elettorali ripartizio- nali corrette conseguite in tutte le ripar- tizioni della circoscrizione;

    d) determina le cifre elettorali indi- viduali ripartizionali di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali della ripartizione.

    2. L’Ufficio elettorale regionale delle altre regioni:

    a) determina le cifre elettorali regio- nali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali regionali;

    b) determina le cifre elettorali indi- viduali regionali di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali della regione ».

    ART. 8.

    (Distribuzione dei seggi tra le liste).

    1. L’articolo 17 della « legge elettorale per il Senato » è sostituito dal seguente:

    «ART. 17. – 1. Effettuate le operazioni di cui all’articolo precedente, l’Ufficio elet- torale regionale procede alla distribuzione regionale dei seggi. A tal fine divide la cifra elettorale regionale di ciascuna lista successivamente per 2, 3, 4, 5, ecc., sino a concorrenza del numero dei seggi da at- tribuire accresciuto di una unità. Quindi, tra i quozienti così ottenuti, individua i più alti in numero eguale a quello dei seggi da assegnare nella regione, disponendoli in una graduatoria decrescente. A ciascuna lista sono assegnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti inseriti nella graduatoria. I seggi sono assegnati alle liste a cui corrispondono i più alti quozienti ottenuti da tali divisioni nel limite dei seggi da assegnare in quella regione. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio. 2. Nelle regioni suddivise in riparti- zioni, l’Ufficio elettorale regionale, per cia- scuna ripartizione:

    a) individua le liste che hanno otte- nuto seggi a livello regionale ai sensi del comma 1;

    b) calcola la somma di tutte le cifre elettorali ripartizionali di lista delle liste di cui alla lettera a);

    c) divide il risultato di tale somma per il numero dei seggi assegnati alla ripartizione, ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto legislativo, trascurando la parte frazionaria;

    d) per ciascuna lista di cui alla lettera a) divide la cifra elettorale ripartizionale di lista per il quoziente di cui alla lettera c) e calcola altresì i resti di tali divisioni. Il risultato intero ricavato da tali opera- zioni rappresenta il numero di seggi at- tribuiti a ciascuna lista;

    e) qualora la somma dei seggi asse- gnati a tutte le liste ai sensi della lettera d) sia inferiore al numero dei seggi attri- buiti a quella ripartizione ai sensi dell’ar- ticolo 1 del presente decreto legislativo, assegna i seggi residui alle liste di cui alla lettera a) sulla base della graduatoria dei più alti resti;

    f) per ciascuna lista di cui alla lettera a) calcola l’indice elettorale di attribu- zione; a tal fine divide ciascun resto di cui alla lettera d) per il quoziente di cui alla lettera c).

    3. Effettuate le operazioni di cui al comma 2, l’Ufficio elettorale regionale ac- certa se la somma del numero dei seggi assegnati a ciascuna lista in tutte le ri- partizioni della regione corrisponda al nu- mero dei seggi determinato ai sensi del comma 1. 4. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito negativo, l’Ufficio elet- torale regionale individua le liste ecceden- tarie e le liste deficitarie; quindi, iniziando dalla lista maggiormente eccedentaria e, in caso di parità, da quella fra queste che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale regionale, proseguendo poi con le altre liste in ordine decrescente di seggi ecce- denti, procede alle seguenti operazioni:

    a) sottrae i seggi eccedenti alla lista eccedentaria in quelle ripartizioni dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribuzione e nelle quali inoltre le liste deficitarie abbiano resti non utilizzati. Conseguentemente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nella medesima ripartizione

    due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, attribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    b) qualora una lista eccedentaria ab- bia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui alla lettera a) del pre- sente comma, sottrae a questa i seggi in quelle ripartizioni nelle quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elettorale ripartizionale corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quella ripartizione e nelle quali inoltre le liste deficitarie ab- biano resti non utilizzati. Conseguente- mente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nella medesima ripartizione due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, at- tribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    c) nel caso in cui non sia possibile fare riferimento alla medesima riparti- zione ai fini del completamento delle ope- razioni di cui alle lettere precedenti, fino a concorrenza dei seggi ancora da cedere, procede a sottrarre alla lista eccedentaria i seggi in quelle ripartizioni dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribu- zione. Qualora una lista eccedentaria ab- bia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui al periodo precedente, sottrae a questa i seggi in quelle riparti- zioni nelle quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elet- torale ripartizionale corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quella ripartizione. Conseguentemente attribuisce alla lista deficitaria i seggi in quelle altre ripartizioni nelle quali abbia i maggiori indici elettorali di attribuzione dando la precedenza alle ripartizioni ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2;

    d) infine, per ciascuna ripartizione, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto nella ripartizione, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle cifre elettorali in- dividuali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista.

    5. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito positivo, l’Ufficio elet- torale regionale, per ciascuna ripartizione, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati com- presi nella lista medesima, secondo l’or- dine delle rispettive cifre elettorali indivi- duali ripartizionali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista. 6. Nelle regioni non suddivise in ripar- tizioni, l’Ufficio elettorale regionale pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati com- presi nella lista medesima, secondo l’or- dine delle rispettive cifre elettorali indivi- duali regionali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista ».

    ART. 9.

    (Abrogazione delle disposizioni speciali per il Molise).

    1. L’articolo 17-bis della « legge eletto- rale per il Senato » è abrogato.

    ART. 10.

    (Esaurimento dei candidati di una lista).

    1. L’articolo 19 della « legge elettorale per il Senato » è sostituito dal seguente:

    «ART. 19. – 1. Qualora una lista abbia esaurito i candidati presentati in una ri- partizione, al fine dell’attribuzione dei seggi vacanti l’Ufficio elettorale regionale procede come segue:

    a) se alla lista che ha esaurito i candidati sono stati sottratti seggi in altre ripartizioni di quella regione ai sensi del comma 4 dell’articolo 17, li riassegna ad essa, nel limite dei seggi vacanti, proce- dendo dall’ultimo seggio che le era stato sottratto;

    b) se alla lista che ha esaurito i candidati non sono stati sottratti seggi in altre ripartizioni di quella regione ai sensi del comma 4 dell’articolo 17, assegna ad essa i seggi vacanti secondo l’ordine de- crescente degli indici elettorali di attribu- zione di cui alla lettera f) del comma 2 dell’articolo 17, dando la precedenza alle ripartizioni ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2 dell’ar- ticolo 17.

    2. Qualora una lista abbia esaurito i candidati presentati in una regione, l’Uf- ficio elettorale regionale assegna i seggi vacanti sulla base dei maggiori quozienti non ancora utilizzati nella graduatoria di cui all’articolo 17 comma 1. 3. Nel caso di cui al precedente comma, qualora si tratti di una regione suddivisa in ripartizioni, per l’attribuzione dei seggi vacanti alla lista beneficiaria si applicano i meccanismi di assegnazione dei seggi previsti dal comma 1 per la lista che abbia esaurito i candidati presentati in una ri- partizione. 4. Al termine delle operazioni di cui ai commi precedenti, gli Uffici elettorali re- gionali provvedono alle relative proclama- zioni ».

    ART. 11.

    (Elezioni suppletive).

    1. Dopo l’articolo 19 della « legge elet- torale per il Senato » è aggiunto il se- guente:

    «ART. 19-bis. – 1. Qualora la lista cui era stato attribuito l’unico seggio di una regione o ripartizione uninominale esau- risca i candidati, si procede a elezioni suppletive. 2. I comizi sono convocati con decreto del Presidente della Repubblica, su deli- berazione del Consiglio dei ministri, pur- ché intercorra almeno un anno fra la data della vacanza e la scadenza normale della legislatura.

    3. Le elezioni suppletive sono indette entro novanta giorni dalla data della va- canza dichiarata dalla Giunta delle ele- zioni e delle immunità parlamentari. 4. Qualora il termine di novanta giorni di cui al comma 3 cada in un periodo compreso tra il 1o agosto e il 15 settembre, il Governo è autorizzato a prorogare tale termine di non oltre quarantacinque giorni; qualora il termine suddetto cada in un periodo compreso tra il 15 dicembre e il 15 gennaio, il Governo può disporre la proroga per non oltre trenta giorni. 5. Il senatore eletto con elezione sup- pletiva cessa dal mandato con la scadenza costituzionale o l’anticipato scioglimento del Senato della Repubblica. 6. Nel caso in cui si proceda ad elezioni suppletive, le cause di ineleggibilità previ- ste dall’articolo 7 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Ca- mera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate entro i sette giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni ».

    ART. 12.

    (Abrogazione delle disposizioni speciali per le Regioni a Statuto speciale).

    1. Il Titolo VII della « legge elettorale per il Senato » è abrogato.

    ART. 13.

    (Sostituzione delle tabelle).

    1. Le tabelle A e B, allegate alla « legge elettorale per il Senato », sono sostituite dalle tabelle A, B, C e D allegate alla presente legge.

    Conseguentemente sostituire le tabelle allegateAeBSenatoconleseguenti:

    « tabella A

    RIPARTIZIONI ELETTORALI

    Milano 1 (comuni di Milano, Rho, Pero, Arese, Bollate, Baranzate, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Cormano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Bal- samo, Sesto San Giovanni, Cologno Mon- zese, Vimodrone, Segrate, Cernusco sul Naviglio, Pioltello, Comaredo, Settimo Mi- lanese, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone, Corsico, Buccinasco, As- sago, Rozzano, Basiglio, Pieve Emanuele, Opera, Locate di Triulzi, San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo)

    Milano 2 (comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro, Mele- gnano, Vizzolo Predabissi, Dresano, Coltu- rano, Mediglia, Tribiano, Paullo, Panti- gliate, Settala, Rodano, Liscate, Vignate, Melzo, Truccazzano, Cassina de’ Pecchi, Bussero, Carugate, Pessano con Bornago, Gorgonzola, Pozzuolo Martesana, Bellin- zago Lombardo, Cambiago, Gessate, In- zago, Masate, Cassano d’Adda, Basiano, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Trezzano Rosa, Grezzago, Trezzo sull’Adda, San Co- lombano al Lambro)

    Milano 3 (comuni di Legnano, Abbia- tegrasso, Parabiago, Garbagnate Milanese, Lainate, Magenta, Senago, Corbetta, Ba- reggio, Nerviano, Cerro Maggiore, Solaro, Rescaldina, Cesate, Busto Garolfo, Cane- grate, Arluno, Sedriano, Castano Primo, Magnago, Gaggiano, Vittuone, Vanzago, Lacchiarella, Inveruno, San Vittore Olona, Cuggiono, Pogliano Milanese, Motta Vi- sconti, Turbigo, Binasco, Pregnana Mila- nese, Robecco sul Naviglio, San Giorgio su Legnano, Arconate, Zibido San Giacomo, Villa Cortese, Marcallo con Casone, Dai- rago, Rosate, Vanzaghello, Casorezzo, Santo Stefano Ticino, Robecchetto con Induno, Buscate, Albairate, Cisliano, No- viglio, Ossona, Boffalora sopra Ticino, Me- sero, Casarile, Vermezzo, Vernate, Bernate Ticino, Bubbiano, Besate, Cassinetta di Lugagnano, Gudo Visconti, Zelo Surrigone, Ozzero, Calvignasco, Morimondo, Nosate), Roma 1 (municipi del comune di Roma nn. I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, XI, XII, XIII, XIV, XV), Roma 2 (municipio del comune di Roma n. X, comuni di Civitavecchia, An- guillara Sabazia, Bracciano, Cerveteri, Fiu- micino, Ladispoli, Manziana, Santa Mari- nella, Trevignano Romano, Allumiere, Ca- nale Monterano, Tolfa, Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno), Roma 3 (comuni di Monterotondo, Fiano Romano, Capena, Castelnuovo di Porto, Fonte Nuova, Mazzano Romano, Mentana, Monteflavio, Moricone, Morlupo, Nerola, Riano, Sacrofano, Sant’Oreste, Tor- rita Tiberina, Campagnano di Roma, Civi- tella San Paolo, Filacciano, Formello, Ma- gliano Romano, Montelibretti, Montorio Romano, Nazzano, Palombara Sabina, Ponzano Romano, Rignano Flaminio, San- t’Angelo Romano, Tivoli, Agosta, Anticoli Corrado, Arsoli, Castel Madama, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Gerano, Guidonia Montecelio, Jenne, Marcellina, Pisoniano, Poli, Rio- freddo, Rocca Canterano, Roiate, Roviano, San Gregorio da Sassola, Sambuci, Vico- varo, Affile, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Casape, Licenza, Mandela, Marano Equo, Percile, Rocca Santo Stefano, Roccagiovine, San Polo dei Cavalieri, Saracinesco, Su- biaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Ro- mano, Velletri, Albano Laziale, Ariccia, Ar- tena, Castel Gandolfo, Ciampino, Marino, San Vito Romano, Valmontone, Bellegra, Carpineto Romano, Castel San Pietro Ro- mano, Cave, Colleferro, Colonna, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genaz- zano, Genzano di Roma, Gorga, Grottafer- rata, Labico, Lanuvio, Lariano, Monte Por- zio Catone, Monte Compatri, Montelanico, Nemi, Olevano Romano, Palestrina, Rocca di Cave, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Segni, Zagarolo), Napoli 1 (comune di Napoli), Napoli 2 (comuni di Giugliano in Cam- pania, Pozzuoli, Casoria, Afragola, Marano di Napoli, Acerra, Casalnuovo di Napoli, Pomigliano d’Arco, Quarto, Caivano, Me- lito di Napoli, Arzano, Mugnano di Napoli, Sant’Antimo, Villaricca, Frattamaggiore, Qualiano, Cardito, Ischia, Casavatore, Grumo Nevano, Forio, Brusciano, Fratta- minore, Casandrino, Monte di Procida, Calvizzano, Crispano, Procida, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Castello di Cisterna, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Bacoli, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Somma Ve- suviana, Nola, Marigliano, Gragnano, Bo- scoreale, Sant’Anastasia, San Giuseppe Ve- suviano, Pompei, Ottaviano, Volla, Poggio- marino, Vico Equense, Sant’Antonio Abate, Cercola, Terzigno, Sorrento, Sa- viano, Palma Campania, Massa Lubrense, Pollena Trocchia, Piano di Sorrento, Cic- ciano, Santa Maria la Carità, San Gennaro Vesuviano, Boscotrecase, San Sebastiano al Vesuvio, Trecase, Sant’Agnello, Striano, Meta, Mariglianella, Agerola, Cimitile, Roccarainola, Capri, Anacapri, San Vita- liano, Lettere, Pimonte, Scisciano, Massa di Somma, Camposano, Visciano, Casola di Napoli, Tufino, San Paolo Bel Sito, Casa- marciano, Carbonara di Nola, Comiziano, Liveri).

    N.B.: Le circoscrizioni del comune di Mi- lano sono individuate ai sensi del « Regolamento del decentramento territoriale Approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 13.3.1997 con deliberazione n. 26/97 – entrato in vigore il 24.4.1997, aggiornato con i contenuti della delibera di Consi- glio Comunale n. 54/2011 PG n. 477168/2011 avente ad oggetto: Istituzione presso ogni Consiglio di Zona della Commissione Decentra- mento e conseguente introduzione dell’articolo 19-bis del Regolamento del decentramento territoriale ». I municipi del comune di Roma sono individuati ai sensi della Deli- berazione dal verbale delle delibe- razioni dell’assemblea capitolina Protocollo RC n. 20071/12 seduta pubblica 11 marzo 2013.

    2. 9. Toninelli, Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzo- lino.

    Al comma 1, apportare le seguenti mo- difiche:

    a) al capoverso comma 2, sostituire i primi due periodi con il seguente: Il terri- torio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali e nei relativi collegi plurinomi- nali individuati con le modalità di cui al comma 2-quinquies.;

    b) al capoverso comma 2-bis, sosti- tuire le parole: Tabella « B » con le se- guenti: tabella, di cui al comma 2-quin- quies.;

    c) dopo il comma 2-quater, aggiun- gere il seguente:

    « 2-quinquies. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei seguenti principi e criteri diret- tivi:

    a) i collegi sono costituiti garantendo la coerenza del relativo bacino territoriale e di norma la sua omogeneità economico- sociale e le sue caratteristiche storico- culturali; essi hanno un territorio continuo salvo il caso in cui il territorio comprenda porzioni insulari. I collegi possono anche includere il territorio di comuni apparte- nenti a province diverse, ma non dividere il territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demo- grafiche, comprendano al loro interno più collegi. In quest’ultimo caso, ove possibile, il comune deve essere suddiviso in collegi formati nell’ambito del comune medesimo o della medesima città metropolitana isti- tuita ai sensi dell’articolo 18 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Nelle zone in cui siano presenti minoranze linguistiche ri- conosciute, la delimitazione dei collegi, anche in deroga ai principi ed ai criteri indicati nella presente lettera, deve tener conto dell’esigenza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possibile di collegi;

    b) la popolazione di ciascun collegio può scostarsi dalla media della popola- zione dei collegi della circoscrizione non oltre il dieci per cento, in eccesso o in difetto. Tale media si ottiene dividendo la cifra della popolazione della circoscri- zione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, per il numero dei collegi pluri- nominali compresi nella circoscrizione. Allo scopo di dare attuazione a quanto previsto nella lettera a) per le zone in cui siano presenti minoranze linguistiche ri- conosciute, gli scarti dalla media circoscri- zionale della popolazione sono giustificati non oltre il limite del quindici per cento, in eccesso o in difetto. Il Governo predi- spone lo schema del decreto legislativo di cui al periodo precedente sulla base delle indicazioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una Commissione, nominata dai Presidenti delle Camere, composta dal presidente dell’istituto na- zionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la Com- missione è chiamata a svolgere. Lo schema del decreto legislativo di cui al primo periodo, corredato dai pareri espressi, en- tro quindici giorni dall’invio, dai consigli regionali e da quelli delle province auto- nome di Trento e di Bolzano sulle indi- cazioni della Commissione di esperti, prima della sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, è trasmesso alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti competenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della Commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse conforme al parere parlamentare, il Go- verno, contemporaneamente alla pubblica- zione del decreto, deve inviare al Parla- mento una relazione contenente adeguata motivazione. Si prescinde dai pareri di cui al comma precedente qualora gli stessi non siano espressi entro i termini asse- gnati. Il Governo è delegato altresì ad adottare, entro lo stesso termine di cui al primo periodo, un decreto legislativo con cui sono apportate al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con de- creto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modifi- cazioni, le modificazioni strettamente con- seguenti a quanto previsto dalla presente legge. Alla revisione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali in Italia e all’estero si procede altresì, con norme di legge, nel caso di modifica costituzionale avente ad oggetto il numero dei parlamentari o in conseguenza di nuova disciplina sull’eser- cizio del voto da parte degli italiani al- l’estero. ».

    2. 10. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso 2, sopprimere l’ultimo periodo.

    2. 11. D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, To- ninelli, Dadone, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzolino.

    Al comma 1, capoverso comma 2, ultimo periodo, sostituire le parole: almeno al trentacinque per cento con le seguenti: almeno al quarantadue per cento.

    Conseguentemente, al comma 8, capo- verso 1:

    numero 5), sostituire la parola: 35 con la seguente: 42;

    numero 7), sostituire la parola: 18 con la seguente: 11.

    2. 12. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso comma 2, ultimo periodo, sostituire le parole: almeno al trentacinque per cento con le seguenti: almeno al quarantuno per cento.

    Conseguentemente, al comma 8, capo- verso 1:

    numero 5), sostituire la parola: 35 con la seguente: 41;

    numero 7), sostituire la parola: 18 con la seguente: 12.

    2. 13. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso, comma 2, ul- timo periodo, sostituire le parole: almeno al trentacinque per cento con le seguenti: almeno al quaranta per cento.

    Conseguentemente, al comma 8, capo- verso 1:

    numero 5), sostituire la parola: 35 con la seguente: 40;

    numero 7), sostituire la parola: 18 con la seguente: 13.

    2. 14. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 1, capoverso 2, ultimo pe- riodo, sostituire le parole: trentacinque per cento con le seguenti: quaranta per cento.

    Conseguentemente, al comma 8, capo- verso 1, punto 5, sostituire le parole: il 35 per cento con le seguenti: il 40 per cento.

    2. 15. La Russa, Corsaro.

    Al comma 1 sopprimere i capoversi 2-ter e 2-quater.

    2. 16. Toninelli, Lombardi, Nuti, D’Am- brosio, Fraccaro, Dieni, Dadone, Grillo, Cozzolino.

    Al comma 1 sostituire il capoverso 2-ter con i seguenti: « 2-ter. L’assegnazione del numero dei seggi alle singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, è effettuata, sulla base dei risultati del- l’ultimo censimento generale della popo- lazione, riportati dalla più recente pubbli- cazione ufficiale dell’istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contestualmente al decreto di convocazione dei comizi. 2-quater. Con il medesimo decreto di cui al comma 1 è determinato, per cia- scuna circoscrizione, il numero di seggi da attribuire nei collegi plurinominali di cui alla Tabella B Senato sulla base dei risul- tati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’istituto nazio- nale di statistica, con decreto del Presi- dente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno. 2-quinquies. Il Governo è delegato a provvedere, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto legislativo adottato ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, alla determinazione dei collegi plu- rinominali nell’ambito di ciascuna circo- scrizione in modo che non superino mai il massimo di quattordici seggi, sulla base dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 276, in quanto applicabili. 2-sexies. Il Governo predispone lo schema del decreto legislativo sulla base delle indicazioni formulate, entro due mesi dal suo insediamento, da una commis- sione, nominata dai Presidenti della Ca- mera dei deputati e del Senato della Repubblica, composta dal presidente del- l’istituto nazionale di statistica, che la presiede, e da dieci docenti universitari o altri esperti in materie attinenti ai compiti che la commissione è chiamata a svolgere, sentito il parere dei presidenti dei gruppi parlamentari. 2-septies. Lo schema del decreto legi- slativo, corredato dai pareri espressi, entro quindici giorni dall’invio, dai consigli re-

    gionali e da quelli delle province auto- nome di Trento e di Bolzano sulle indi- cazioni della commissione di esperti prima della sua approvazione da parte del Con- siglio dei ministri, è trasmesso alle Ca- mere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni permanenti com- petenti per materia; laddove lo schema si discosti dalle proposte della commissione di esperti il Governo deve indicarne i motivi alle Camere; il parere va espresso entro venti giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto non fosse con- forme al parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve inviare al Parlamento una relazione contenente adeguata moti- vazione. Si prescinde dai pareri di cui al presente comma qualora gli stessi non siano espressi entro i termini assegnati. 2-octies. All’inizio di ogni legislatura i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica provvedono alla nomina della commissione per la verifica e la revisione dei collegi elettorali. Dopo ogni censimento generale della popola- zione, e ogni qual volta ne avverta la necessità, la commissione formula le in- dicazioni per la revisione dei collegi, se- condo i criteri di cui al presente articolo, e ne riferisce ai Presidenti delle Camere ».

    Conseguentemente, sopprimere il capo- verso 2-quater.

    2. 17. Fraccaro, Dieni, Toninelli, Lom- bardi, Nuti, D’Ambrosio, Dadone, Grillo, Cozzolino.

    Al comma 1, sopprimere il capoverso 2-quater.

    2. 18. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Al comma 1, capoverso 2-quater, dopo le parole: legge 4 agosto 1993, n. 276 aggiungere le seguenti: avendo comunque come prioritario il criterio che ciascun collegio sia costituito rispettando l’ambito della provincia. 2. 19. La Russa, Corsaro.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.20

    Alla parte consequenziale, al capoverso b-bis) sostituire le parole: almeno il 7 per cento » con le seguenti: almeno il 10 per cento ».

    0. 2. 20. 1. Dadone, Nuti, Toninelli, Coz- zolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Am- brosio.

    Al comma 1, dopo il capoverso 2-quater, aggiungere il seguente:

    « 2-quinquies. Al fine di favorire l’ac- cesso alla rappresentanza di candidati espressione della minoranza linguistica slovena, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, uno dei collegi plurinominali nella circoscrizione del Friuli Venezia Giulia è formato dai co- muni o frazioni di essi, come individuati dal decreto del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia 18 dicembre 2008, n. 346, come successivamente integrato e modificato dai decreti 31 dicembre 2008, n. 362, 27 ottobre 2009, n. 300, 21 marzo 2012, n. 70 e n. 71 emessi in attuazione dell’articolo 10 della legge 23 febbraio 2001, n. 38 ».

    Conseguentemente, al comma 8, punto 3), dopo la lettera b) aggiungere la seguente: « b-bis) Nel collegio di cui all’articolo 3, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, spetta comunque almeno un seggio alle liste rappresentative della minoranza lingui- stica slovena, collegate ad una lista che presenti i requisiti di cui all’articolo 83, comma 1, punto 3), nel caso in cui tali liste abbiano ottenuto nel collegio almeno il 7 per cento dei voti validi ». 2. 20. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Al comma 1, dopo il comma 2-quater aggiungere il seguente: « 2-quinquies. Al fine di favorire l’ac- cesso alla rappresentanza di candidati

    espressione della minoranza linguistica slovena, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, uno dei collegi plurinominali nella circoscrizione del Friuli Venezia Giulia è formato dai co- muni o frazioni di essi, come individuati dal decreto del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia 18 dicembre 2008, n. 346, come successivamente integrato e modificato dai decreti 31 dicembre 2008, n. 362, 27 ottobre 2009, n. 300, 21 marzo 2012, n. 70 e n. 71 emessi in attuazione dell’articolo 10 della legge 23 febbraio 2001, n. 38 ».

    Conseguentemente, al comma 8, punto 3), dopo la lettera b) aggiungere la seguente:

    « b-bis) Nel collegio di cui all’articolo 3, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, spetta comunque almeno un seggio alle liste rappresentative della minoranza lingui- stica slovena, nel caso in cui tali liste abbiano ottenuto nel collegio almeno il 7 per cento dei voti validi ».

    2. 21. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Sopprimere il comma 2.

    2. 22. Dadone, Lombardi, Nuti, D’Am- brosio, Fraccaro, Dieni, Toninelli, Grillo, Cozzolino.

    Sopprimere il comma 3.

    2. 23. Dadone, Fraccaro, Lombardi, Nuti, D’Ambrosio, Dieni, Toninelli, Grillo, Cozzolino.

    Al comma 4 dopo la lettera a) aggiungere la seguente:

    « a-bis) Il comma 3 è abrogato ».

    2. 24. Grillo, Cozzolino, Dadone, Frac- caro, Lombardi, Nuti, D’Ambrosio, Dieni, Toninelli.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.25

    Sostituire le parole: sei mesi con le seguenti: quattro anni e sostituire le parole: in almeno una delle due Camere con le seguenti: in entrambe le Camere.

    0. 2. 25. 1. Nuti, Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone.

    Al comma 4, dopo la lettera a), aggiun- gere la seguente:

    a-bis) Il primo periodo del comma 3 è sostituito dal seguente: « Nessuna sotto- scrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare da almeno sei mesi in almeno una delle due Camere nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi ».

    2. 25. La Russa, Corsaro.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.26

    Sostituire le parole: in almeno una delle due Camere con le seguenti: in entrambe le Camere.

    0. 2. 26. 1. Toninelli, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone.

    Al comma 4, dopo la lettera a), aggiun- gere la seguente lettera:

    a-bis) il primo periodo del comma 3 è sostituito dal seguente: « Nessuna sotto- scrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere nella legislatura in corso al momento della con- vocazione dei comizi.

    2. 26. La Russa, Corsaro.

    Al comma 4, dopo la lettera a), inserire la seguente: a-bis) al comma 3, primo periodo, le parole: « in entrambe le Camere all’inizio

    della legislatura in corso » sostituire con « in almeno una delle Camere ».

    2. 27. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.28

    Al capoverso 3-bis. Sopprimere le pa- role: , nella misura del settantacinque per cento dei seggi da attribuire in ciascun collegio,.

    0. 2. 28. 1. Cozzolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambrosio, Dadone, Nuti, To- ninelli.

    Al comma 4, dopo la lettera a) inserire la seguente:

    a-bis) dopo il comma 3 è inserito il seguente:

    « 3-bis. Per la designazione dei candi- dati alla elezione del Senato della Repub- blica, i partiti o gruppi politici organizzati indicono elezioni primarie, nella misura del settantacinque per cento dei seggi da attribuire in ciascun collegio, garantendo la parità di genere. Le elezioni di cui al comma precedente avvengono a scrutinio segreto entro cen- toventi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature per il rinnovo della stessa. In caso di sciogli- mento anticipato il termine è ridotto a sessanta giorni ».

    Conseguentemente, all’articolo 2 comma 4 lettera b) dopo le parole: un ordine numerico sono inserite le seguenti: ai sensi dell’articolo 2 comma 4, lettera aa).

    2. 28. Di Lello, Locatelli, Di Gioia, Pasto- relli.

    Al comma 4, lettera b) apportare le seguenti modificazioni:

    a) dopo il secondo periodo inserire il seguente: « Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contras- segno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale. La candidatura della stessa persona in più di un collegio è nulla »;

    b) dopo le parole: « A pena di inam- missibilità, » inserire le seguenti: « in cia- scuna lista nei collegi plurinominali e nel complesso delle capolisture circoscrizio- nali di ciascuna lista »;

    c) all’ultimo periodo, sostituire le pa- role: « , nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono es- servi più di due candidati consecutivi del medesimo genere » con le seguenti: « In ciascuna lista nei collegi plurinominali è garantita l’alternanza per genere tra sin- gole candidature ».

    2. 29. Locatelli, Labriola.

    Al comma 4, lettera b), terzo periodo, dopo le parole: ciascuna lista inserire le seguenti: al momento della presentazione.

    2. 30. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Al comma 4, lettera b), sostituire le parole: non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere con le seguenti: deve essere previsto l’or- dine alternato di genere. Altresì, a pena di inammissibilità, i capolista nei collegi non possono essere rappresentati in misura superiore al cinquanta per cento da per- sone dello stesso genere.

    2. 31. Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Titti Di Salvo.

    Al comma 4, lettera b), aggiungere in fine le seguenti parole: Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo

    contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale.

    2. 32. Fraccaro, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Dieni, Toninelli.

    Al comma 4, aggiungere in fine la se- guente lettera:

    c) dopo il comma 4, inserire il se- guente comma:

    « 4-bis. Salvo quanto previsto dal comma 4, alla lista è allegato un elenco di due candidati supplenti non del medesimo genere ».

    Conseguentemente, all’articolo 2, dopo il comma 4, inserire il seguente comma:

    4-bis. All’articolo 10 del decreto legi- slativo n. 533 del 1993, dopo il comma 4, inserire il seguente:

    « 4-bis. A seguito degli accertamenti di cui al presente articolo, e di ulteriori verifiche prescritte dalla legge, l’ufficio elettore regionale procede per l’eventuale modifica della composizione delle liste dei candidati nei collegi plurinominali inse- rendo nei posti rimasti vacanti nelle liste i candidati dello stesso genere presenti nell’allegato dei candidati supplenti di cui all’articolo 9, comma 4-bis.»

    2. 33. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Al comma 5 apportare le seguenti mo- difiche:

    1) sopprimere le lettere a) b) e c);

    2) la lettera d) è sostituita dalla seguente:

    « d) al comma 3, il secondo periodo è sostituito dal seguente: « Sulle schede i contrassegni delle liste collegate apparte- nenti alla stessa coalizione sono riprodotti di seguito, in linea verticale, uno sotto all’altro, su un’unica colonna. Sul lato sinistro di ogni singolo contrassegno di lista è tracciato un rettangolo vuoto, in cui sono presenti due righe, poste l’una sotto all’altra, sulle quali l’elettore ha facoltà di esprimere un massimo di due preferenze di genere, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del presente decreto legislativo »;

    3) dopo il comma 5, è inserito il seguente:

    « 5-bis. All’articolo 14 del decreto legi- slativo n. 533 del 1993, dopo il comma 1, si aggiunge il seguente comma:

    “2. Con la matita di cui al comma 1 si indica un massimo di due voti di prefe- renza per candidati di genere differente. I voti di preferenza si esprimono scrivendo con la matita copiativa, nell’apposito spa- zio tracciato di fianco al contrassegno della lista votata, sulle righe apposita- mente create, il nome e cognome o solo il cognome di un massimo di due candidati preferiti che siano di genere differente, compresi nella lista medesima. In caso d’identità di cognome tra candidati, deve scriversi sempre il nome e cognome e, ove occorra, la data di nascita. Qualora un candidato abbia due cognomi, l’elettore, nel dare a questi la preferenza, può scri- verne uno dei due. L’indicazione deve contenere, a tutti gli effetti, entrambi i cognomi quando vi sia possibilità di con- fusione fra più candidati. Sono vietati altri segni e indicazioni” »;

    b) al comma 6, capoverso « articolo 15 », numero 2), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « , nonché il totale delle preferenze ottenute dai candidati di cia- scuna lista »;

    c) al comma 9, capoverso comma 1, le parole: « secondo l’ordine di presenta- zione », sono sostituite dalle seguenti: « che hanno ottenuto il maggior numero di pre- ferenze ».

    2. 34. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 5, sostituire la lettera a) con la seguente:

    a) al comma 1, la lettera a) è sosti- tuita dalla seguente:

    « a) stabilisce mediante sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d’ordine da assegnare alle liste, che possono essere presentate solo singolarmente, senza possibilità di dichia- razione di collegamento, e ai relativi con- trassegni. I contrassegni di ciascuna lista e i cognomi e i nomi dei relativi candidati sono riportati sulle schede di votazione e sui manifesti secondo l’ordine progressivo risultato dal suddetto sorteggio ».

    2. 35. Dieni, Toninelli, Fraccaro, Lom- bardi, Nuti, Grillo, Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio.

    Al comma 5, sostituire la lettera c) con la seguente:

    c) il comma 3 è sostituito dai se- guenti:

    « 3. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell’in- terno, hanno le caratteristiche essenziali del modello descritto nelle tabelle A e B allegate al presente testo unico e riprodu- cono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentate nel collegio plurinominale a norma degli articoli 8 e 9. L’ordine delle liste e dei rispettivi contras- segni è stabilito con sorteggio secondo le disposizioni di cui al comma 1, lettera a). Nella parte superiore della scheda sono riportate le istruzioni di voto come da tabella C allegata al presente decreto le- gislativo. Nella parte sottostante le istru- zioni, la scheda è suddivisa in tante co- lonne quante sono le liste ammesse nel collegio. A ciascuna lista è riservata un’in- tera colonna della scheda. Nella parte superiore della colonna è riprodotto il contrassegno della lista. I contrassegni de- vono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre. Lo spazio sot- tostante il contrassegno è diviso in tanti riquadri quanti sono i seggi da assegnare nel collegio. Nel caso di liste che conten- gano meno candidati del massimo consen- tito, i riquadri ulteriori rispetto alle can- didature effettivamente presentate non vengono stampati. Sul lato sinistro di cia- scun riquadro sono stampati, in linea verticale dall’alto verso il basso, un “+” in colore verde e un “–” in colore rosso. In ogni colonna vengono altresì indicati i nomi dei candidati nel collegio della cor- rispondente lista, riportando per ogni ri- quadro della colonna, partendo dall’alto verso il basso e seguendo l’ordine di pre- sentazione, il nome di un candidato della lista. 3-bis. Le tabelle A e B allegate al decreto legislativo n. 533 del 1993 sono sostituite dalle seguenti:

    …….

    …….

    2. 36. Fraccaro, Dieni, Toninelli, Lombardi, Nuti, Grillo, Cozzolino, Dadone, D’Am- brosio.

    Al comma 5, sopprimere la lettera d).

    Conseguentemente, al comma 8 soppri- mere le parole:

    3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di ballottaggio fra le liste o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al primo turno le due maggiori cifre elettorali nazionali, calcolate ai sensi del comma 1, numeri 1) e 2). I seggi vengono assegnati secondo le seguenti mo- dalità:

    1) alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 163 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista. Divide quindi la cifra elettorale nazionale della coalizione o della singola lista per il nuovo totale dei seggi assegnati, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale di maggioranza;

    2) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 145 seggi, tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di mino- ranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il nu- mero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ul- tima si procede a sorteggio;

    3) l’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse

    al riparto con le modalità di cui al comma 1, numero 9); a tal fine si considerano i seggi di cui al comma 3, numero 1) e numero 2);

    4) ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del comma 1, numero 6), l’Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numero 10). A tale fine, in luogo del quoziente eletto- rale nazionale, utilizza il quoziente elet- torale nazionale di maggioranza per la coalizione di liste o singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi al turno di ballottaggio e il quoziente elettorale nazionale di minoranza per le altre coalizioni di liste o singole liste.

    2. 37. Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Fraccaro, Dieni, Toninelli, Lombardi, Nuti, Grillo.

    Al comma 5, dopo la lettera d) aggiun- gere la seguente lettera:

    e) al comma 4-bis è aggiunto in fine il seguente periodo: « La scheda elettorale nella regione Trentino-Alto Adige/Südtirol deve recare doppie diciture, in lingua italiana e in lingua tedesca ».

    2. 38. Dieni, Toninelli, Cozzolino, Da- done, D’Ambrosio, Lombardi, Nuti, Grillo.

    Dopo il comma 5 inserire il seguente:

    5-bis. Al comma 1 dell’articolo 13 del decreto legislativo n. 533 del 1993 la pa- rola: « venticinquesimo » è sostituita dalla seguente: « diciottesimo ».

    2. 39. Dieni, Toninelli, Cozzolino, Da- done, D’Ambrosio, Lombardi, Nuti, Grillo.

    Dopo il comma 5 inserire il seguente:

    5-bis. L’articolo 14 del decreto legisla- tivo n. 533 del 1993 è sostituito dal se- guente:

    «ART. 14.

    1. L’elettore esprime il proprio voto senza che sia avvicinato da alcuno. 2. L’elettore esprime il voto tracciando, con la matita, sulla scheda un segno, comunque apposto, sopra il contrassegno della lista prescelta. 3. Una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati al collegio. Per esprimere l’esclusione, l’elet- tore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “–” colorato in rosso che com- pare nel riquadro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda escludere. 4. Per ogni esclusione validamente ef- fettuata, l’elettore può altresì esprimere un voto di preferenza, ulteriore rispetto a quello assegnato automaticamente ai sensi del comma 1 dell’articolo 59 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e suc- cessive modificazioni, a favore di uno dei candidati della lista votata e che egli non abbia escluso, oppure un voto di prefe- renza a un candidato di un’altra lista. Per esprimere la preferenza, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo “+” colorato in verde che compare nel riqua- dro contenente il nome del candidato che l’elettore intenda preferire. 5. Sono vietati altri segni o indicazioni. 6. Di queste modalità di espressione del voto il Presidente dà all’elettore preventive istruzioni, astenendosi da ogni esemplifi- cazione e indicando il numero massimo di cancellazioni che l’elettore può effettuare in quel collegio. 7. Dopo aver espresso il voto, l’elettore deve piegare la scheda secondo le linee in essa tracciate e chiuderla ».

    Conseguentemente, sostituire il comma 6 con il seguente:

    6. L’articolo 15 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

    «ART. 15.

    1. L’Ufficio elettorale regionale delle regioni suddivise in collegi, facendosi as- sistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente, per cia- scun collegio:

    a) determina le cifre elettorali di collegio di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del collegio;

    b) determina le cifre elettorali di collegio di lista corrette; a tal fine, divide le cifre elettorali di collegio di lista per il numero di seggi assegnati al collegio e trascura la parte frazionaria;

    c) determina le cifre elettorali circo- scrizionali di lista; a tal fine, per ciascuna lista, somma le cifre elettorali di collegio corrette conseguite in tutte i collegi della circoscrizione;

    d) determina le cifre elettorali indi- viduali di collegio di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali del collegio.

    2. L’Ufficio elettorale regionale delle altre regioni:

    a) determina le cifre elettorali regio- nali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali regionali;

    b) determina le cifre elettorali indi- viduali regionali di ciascun candidato; tali cifre sono date dalla somma delle cifre elettorali individuali conseguite da ogni singolo candidato nelle singole sezioni elettorali della regione ».

    Conseguentemente, sostituire il comma 8 con i seguenti:

    8. L’articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

    «ART. 16.

    1. Effettuate le operazioni di cui all’ar- ticolo precedente, l’Ufficio elettorale regio- nale procede alla distribuzione regionale dei seggi. A tal fine divide la cifra eletto- rale regionale di ciascuna lista successiva- mente per 2, 3, 4, 5, ecc., sino a concor- renza del numero dei seggi da attribuire accresciuto di una unità. Quindi, tra i quozienti così ottenuti, individua i più alti in numero eguale a quello dei seggi da assegnare nella regione, disponendoli in una graduatoria decrescente. A ciascuna lista sono assegnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti inseriti nella graduatoria. I seggi sono assegnati alle liste a cui corrispondono i più alti quozienti ottenuti da tali divisioni nel limite dei seggi da assegnare in quella regione. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio. 2. Nelle regioni suddivise in collegi, l’Ufficio elettorale regionale, per ciascun collegio:

    a) individua le liste che hanno otte- nuto seggi a livello regionale ai sensi del comma 1;

    b) calcola la somma di tutte le cifre elettorali di collegio di lista delle liste di cui alla lettera a);

    c) divide il risultato di tale somma per il numero dei seggi assegnati al col- legio, ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto legislativo, trascurando la parte frazionaria;

    d) per ciascuna lista di cui alla lettera a) divide la cifra elettorale di collegio di lista per il quoziente di cui alla lettera c) e calcola altresì i resti di tali divisioni. Il

    risultato intero ricavato da tali operazioni rappresenta il numero di seggi attribuiti a ciascuna lista;

    e) qualora la somma dei seggi asse- gnati a tutte le liste ai sensi della lettera d) sia inferiore al numero dei seggi attri- buiti a quel collegio ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto legislativo, assegna i seggi residui alle liste di cui alla lettera a) sulla base della graduatoria dei più alti resti;

    f) per ciascuna lista di cui alla lettera a) calcola l’indice elettorale di attribu- zione; a tal fine divide ciascun resto di cui alla lettera d) per il quoziente di cui alla lettera c).

    3. Effettuate le operazioni di cui al comma 2, l’Ufficio elettorale regionale ac- certa se la somma del numero dei seggi assegnati a ciascuna lista in tutti i collegi della regione corrisponda al numero dei seggi determinato ai sensi del comma 1. 4. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito negativo, l’Ufficio elet- torale regionale individua le liste ecceden- tarie e le liste deficitarie; quindi, iniziando dalla lista maggiormente eccedentaria e, in caso di parità, da quella fra queste che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale regionale, proseguendo poi con le altre liste in ordine decrescente di seggi ecce- denti, procede alle seguenti operazioni:

    a) sottrae i seggi eccedenti alla lista eccedentaria in quei collegi dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribu- zione e nei quali inoltre le liste deficitarie abbiano resti non utilizzati. Conseguente- mente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nel medesimo collegio due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, at- tribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    b) qualora una lista eccedentaria ab- bia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui alla lettera a) del presente comma, sottrae a questa i seggi in quei collegi nei quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la ci- fra elettorale di collegio corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quel collegio e nel quale inoltre le liste deficitarie abbiano resti non uti- lizzati. Conseguentemente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nel medesimo collegio due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, attribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    c) nel caso in cui non sia possibile fare riferimento al medesimo collegio ai fini del completamento delle operazioni di cui alle lettere precedenti, fino a concor- renza dei seggi ancora da cedere, procede a sottrarre alla lista eccedentaria i seggi in quei collegi dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribuzione. Qualora una lista eccedentaria abbia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui al periodo precedente, sottrae a questa i seggi in quei collegi nei quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elettorale di collegio corretta di quella lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quel collegio. Conse- guentemente attribuisce alla lista deficita- ria i seggi in quegli altri collegi nei quali

    abbia i maggiori indici elettorali di attri- buzione dando la precedenza ai collegi ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2;

    d) infine, per ciascun collegio, pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto nel collegio, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle cifre elettorali in- dividuali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista.

    5. Qualora la verifica di cui al comma 3 abbia dato esito positivo, l’Ufficio elet- torale regionale, per ciascun collegio, pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati com- presi nella lista medesima, secondo l’or- dine delle rispettive cifre elettorali indivi- duali di collegio e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista. 6. Nelle regioni non suddivise in collegi, l’Ufficio elettorale regionale proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine delle ri- spettive cifre elettorali individuali regionali e, in caso di parità, secondo l’ordine di lista ».

    8-bis. Le tabelle A e B allegate al decreto legislativo n. 533 del 1993 sono sostituite dalle seguenti:

    …..

    …..

    2. 40. Nuti, Grillo, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, Toninelli, Lombardi, Dadone, D’Am- brosio.

    Dopo il comma 5, inserire il seguente:

    « 5-bis. All’articolo 14 del decreto legi- slativo n. 533 del 1993, dopo il comma 1, inserire il seguente comma:

    2. Al fine di garantire il rispetto della chiara volontà dell’elettore:

    a) se l’elettore traccia un segno, oltre che sul contrassegno della lista pre- scelta, anche sul nominativo di uno o più candidati della medesima lista, il voto è comunque attribuito alla lista;

    b) se l’elettore traccia un segno sul nominativo di uno o più candidati di una medesima lista, senza tracciare un segno sul contrassegno della lista, il voto è co- munque attribuito alla lista che ha pre- sentato il candidato o i candidati prescelti;

    c) se l’elettore traccia un altro segno che non inficia la sua chiara vo- lontà, tale segno non comporta l’annulla- mento del voto. »

    2. 41. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    Sopprimere il comma 6.

    Conseguentemente, sostituire il comma 8 con il seguente:

    « L’articolo 16 del testo unico del de- creto legislativo n. 533 del 1993 è sosti- tuito dal seguente:

    ART. 16.

    1. L’Ufficio elettorale regionale, facen- dosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente, per ciascun collegio, determina le cifre eletto- rali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscri- zione; 2. L’Ufficio elettorale regionale deter- mina altresì le cifre elettorali regionali di lista; tali cifre sono date, per ciascuna

    lista, dalla somma delle cifre elettorali conseguite dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali regionali; 3. Effettuate le operazioni di cui all’ar- ticolo precedente, l’Ufficio elettorale regio- nale procede alla distribuzione regionale dei seggi. A tal fine divide la cifra eletto- rale regionale di ciascuna lista successiva- mente per 2, 3, 4, 5, eccetera, sino a concorrenza del numero dei seggi da at- tribuire accresciuto di una unità. Quindi, tra i quozienti così ottenuti, individua i più alti in numero eguale a quello dei seggi da assegnare nella regione, disponendoli in una graduatoria decrescente. A ciascuna lista sono assegnati tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti inseriti nella graduatoria. I seggi sono assegnati alle liste a cui corrispondono i più alti quozienti ottenuti da tali divisioni nel limite dei seggi da assegnare in quella regione. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio. 4. Successivamente, l’Ufficio elettorale regionale, per ciascun collegio:

    a) individua le liste che hanno otte- nuto seggi a livello regionale ai sensi del comma 1;

    b) calcola la somma di tutte le cifre elettorali di collegio di lista delle liste di cui alla lettera a);

    c) divide il risultato di tale somma per il numero dei seggi assegnati al col- legio, ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto legislativo, trascurando la parte frazionaria;

    d) per ciascuna lista di cui alla lettera a) divide la cifra elettorale di collegio di lista per il quoziente di cui alla lettera c) e calcola altresì i resti di tali divisioni. Il risultato intero ricavato da tali operazioni rappresenta il numero di seggi attribuiti a ciascuna lista;

    e) qualora la somma dei seggi asse- gnati a tutte le liste ai sensi della lettera d) sia inferiore al numero dei seggi attribuiti a quel collegio ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto legislativo, assegna i seggi residui alle liste di cui alla lettera a) sulla base della graduatoria dei più alti resti;

    f) per ciascuna lista di cui alla lettera a) calcola l’indice elettorale di attribu- zione; a tal fine divide ciascun resto di cui alla lettera d) per il quoziente di cui alla lettera c).

    5. Effettuate le operazioni di cui al comma precedente, l’Ufficio elettorale re- gionale accerta se la somma del numero dei seggi assegnati a ciascuna lista in tutti i collegi della regione corrisponda al nu- mero dei seggi determinato ai sensi del comma 3. 6. Qualora la verifica di cui al comma precedente abbia dato esito negativo, l’Uf- ficio elettorale regionale individua le liste eccedentarie e le liste deficitarie; quindi, iniziando dalla lista maggiormente ecce- dentaria e, in caso di parità, da quella tra queste che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale regionale, proseguendo poi con le altre liste in ordine decrescente di seggi eccedenti, procede alle seguenti ope- razioni:

    a) sottrae i seggi eccedenti alla lista eccedentaria in quei collegi dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 2, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribu- zione e nelle quali inoltre le liste defici- tarie abbiano resti non utilizzati. Conse- guentemente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nel medesimo collegio due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, attribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    b) qualora una lista eccedentaria ab- bia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 2, compiute le operazioni di cui alla lettera a) del pre- sente comma, sottrae a questa i seggi in quei collegi nei quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la ci- fra elettorale di collegio corretta di quella

    lista per il numero di seggi da questa ottenuto in quel collegio e nei quali inoltre le liste deficitarie abbiano resti non uti- lizzati. Conseguentemente, assegna i seggi a tali liste. Qualora nel medesimo collegio due o più liste deficitarie abbiano resti non utilizzati, attribuisce il seggio alla lista con il più alto resto;

    c) nel caso in cui non sia possibile fare riferimento al medesimo collegio ai fini del completamento delle operazioni di cui alle lettere precedenti, fino a concor- renza dei seggi ancora da cedere, procede a sottrarre alla lista eccedentaria i seggi in quei collegi dove essa, avendo ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 4, ha ottenuto questi ultimi con il minor indice elettorale di attribuzione. Qualora una lista eccedentaria abbia un numero di seggi eccedenti superiore a quello dei seggi ad essa assegnati ai sensi della lettera e) del comma 4, compiute le operazioni di cui al periodo precedente, sottrae a questa i seggi in quei collegi nei quali essa riporti il più basso quoziente ottenuto dividendo la cifra elettorale di collegio per il numero di seggi da questa ottenuto in quel collegio. Conseguentemente attribuisce alla lista de- ficitaria i seggi in quegli altri collegi nei quali abbia i maggiori indici elettorali di attribuzione dando la precedenza ai collegi ove non abbia ottenuto seggi ai sensi della lettera e) del comma 4;

    d) infine, per ciascun collegio, pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto nel collegio, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine stabilito dal presente de- creto legislativo.

    7. Qualora la verifica di cui al comma 5 abbia dato esito positivo, l’Ufficio elet- torale regionale, per ciascun collegio, pro- clama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati com- presi nella lista medesima, secondo l’or- dine stabilito dal presente decreto legisla- tivo ».

    2. 42. Grillo, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, Nuti, Toninelli, Lombardi, Dadone, D’Ambrosio.

    Al comma 8, capoverso 1, punto 1, sostituire le parole: compresi i con le parole: esclusi i. 2. 43. La Russa, Corsaro.

    Al comma 8 capoverso 1, numero 1), sopprimere le parole: della Valle d’Aosta e. 2. 44. Marguerettaz.

    Al comma 8, capoverso 1, punto 2 dopo le parole: all’unità inferiore aggiungere le parole: e che abbiano raggiunto sul piano nazionale la percentuale di voti validi indicata al punto 3, lettera a), del presente articolo per le liste collegate. 2. 45. La Russa, Corsaro.

    Al comma 8, capoverso 1, numero 3), lettera a), sostituire le parole: le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 12 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 6 per cento dei voti validi espressi. 2. 46. D’Ambrosio, Grillo, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, Nuti, Toninelli, Lom- bardi, Dadone.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3), lettera a), le parole: il 12 per cento sono sostituite da: il 10 per cento.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3), lettera a), le parole: il 5 per cento sono sostituite da: il 3 per cento. 2. 47. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.48

    Sostituire le parole: 10 per cento con le seguenti: 7 per cento. 0. 2. 48. 1. Fraccaro, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Grillo, Dieni, D’Am- brosio.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3), lettera a), le parole: il 12 per cento sono sostituite da: il 10 per cento.

    2. 48. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.49

    Sostituire le parole: il 3 per cento con le seguenti: 4,5 per cento.

    0. 2. 49. 1. Grillo, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, D’Am- brosio.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3), lettera a), le parole: il 5 per cento sono sostituite da: il 3 per cento.

    Al comma 8, alinea, numero 1), lettera b), le parole: l’8, ovunque presenti, sono sostituite da: il 5.

    2. 49. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTI ALL’EMENDAMENTO 2.50

    Sopprimere le parole: , nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elet- torale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi.

    0. 2. 50. 1. Dadone, Toninelli, Nuti, Coz- zolino, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Am- brosio.

    Sostituire, ovunque ricorrano, le parole: il 3 per cento con le seguenti: 4,5 per cento.

    0. 2. 50. 2. Dieni, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Fraccaro, Grillo, D’Ambro- sio.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3, lettera a), le parole: 5 per cento dei voti validi espressi sono sostituite da: il 3 per cento dei voti validi espressi, nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale al- meno il 3 per cento dei voti validi espressi,.

    Conseguentemente:

    Al comma 8, alinea « comma 1 », nu- mero 6), le parole: il 5 per cento dei voti validi espressi sono sostituite da: il 3 per cento dei voti validi espressi, nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale al- meno il 3 per cento dei voti validi espressi.

    2. 50. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 8, capoverso comma 1, nu- mero 3), lettera a), le parole: il 5 per cento sono sostituite da: il 3 per cento.

    2. 51. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 8, capoverso, comma 1, nu- mero 3), lettera a), sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 4 per cento.

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 8, capoverso, comma 1, numero 6), sosti- tuire le parole: 5 per cento con le seguenti: 4 per cento.

    2. 52. Invernizzi.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.53

    Aggiungere in fine le parole: , purché questa abbia conseguito sul piano nazio- nale almeno il 4,5 dei voti validi espressi.

    Conseguentemente alla parte consequen- ziale, aggiungere, infine, le parole: , purché questa abbia conseguito sul piano nazio- nale almeno il 4,5 dei voti validi espressi.

    0. 2. 53. 1. Cozzolino, Toninelli, Dadone, Nuti, Fraccaro, Grillo, Dieni, D’Ambro- sio.

    Al comma 8, alinea comma 1, numero 3, lettera a), dopo le parole: 5 per cento dei voti validi espressi aggiungere le seguenti: nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi;.

    Conseguentemente:

    Al comma 8, alinea « comma 1 », nu- mero 6), dopo le parole: il 5 per cento dei voti validi espressi aggiungere le seguenti: , nonché la lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi.

    2. 53. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.54

    Alle lettere a), b) e c) sostituire le parole: 8 per cento con le seguenti: 40 per cento.

    0. 2. 54. 1. Grillo, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, D’Am- brosio.

    Al comma 8, sono apportate le seguenti modifiche:

    a) al numero 3), lettera a), dopo le parole: 5 per cento dei voti validi espressi inserire le seguenti: ovvero una lista col- legata che abbia presentato liste di can- didati in non più di sette circoscrizioni, che nel loro complesso abbiano un nu- mero di residenti pari almeno al 20 per cento della popolazione della Repubblica, e che abbia ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circo- scrizioni in cui ha presentato liste di candidati;

    b) al numero 3), lettera b), dopo le parole: 8 per cento dei voti validi espressi inserire le seguenti: , le singole liste non collegate che abbiano presentato liste di candidati in non più di sette circoscrizioni che nel loro complesso abbiano un nu- mero di residenti pari almeno al 20 per cento della popolazione della Repubblica, e che abbiano ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circoscrizioni in cui hanno presentato liste di candidati,;

    c) al numero 6), dopo le parole: 5 per cento dei voti validi espressi inserire le seguenti: ovvero le liste collegate che ab- biano presentato liste di candidati in non più di sette circoscrizioni, che nel loro complesso abbiano un numero di residenti pari almeno al 20 per cento della popo- lazione della Repubblica, e che abbiano ottenuto almeno l’8 per cento dei voti validi nel complesso delle circoscrizioni in cui hanno presentato liste di candidati,.

    2. 54. Bianconi, Centemero, Gelmini, Ra- vetto.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.55

    Sostituire le parole: 35 per cento con le seguenti: 25 per cento.

    0. 2. 55. 1. Fraccaro, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Grillo, Dieni, D’Am- brosio.

    Al comma 8, capoverso 1, punto 3, lettera a) sostituire le parole: del 20 per cento con le seguenti: del 35 per cento.

    2. 55. La Russa, Corsaro.

    Al comma 8, capoverso 1, punto 3, lettera a) sostituire le parole: del 20 per cento con le seguenti: del 30 per cento.

    2. 56. La Russa, Corsaro.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.57

    Alle lettere a), b) e c) sostituire le parole: 1 per cento con le seguenti: 2 per cento.

    0. 2. 57. 1. Dieni, Fraccaro, Toninelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Grillo, D’Am- brosio.

    Al comma 8, apportare le seguenti mo- dificazioni:

    a) al punto 3), dopo la lettera a) aggiungere la seguente:

    a-bis) in deroga alla lettera a), nella regione Friuli-Venezia Giulia invece, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 feb- braio 2001, n. 38, le liste rappresentative della minoranza linguistica slovena che abbiano conseguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;

    b) al punto 3), dopo la lettera b) aggiungere la seguente:

    b-bis) in deroga alla lettera b), nella regione Friuli-Venezia Giulia invece, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 feb- braio 2001, n. 38, le liste rappresentative della minoranza linguistica slovena che abbiano conseguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;

    c) al punto 6) aggiungere infine il seguente periodo: « nella regione Friuli- Venezia Giulia invece, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38, le liste rappresentative della minoranza lin- guistica slovena che abbiano conseguito almeno l’1 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;

    2. 57. Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre.

    Al comma 8, capoverso 1, numero 3, lettera b), sostituire le parole: le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi con le seguenti: le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 4 per cento dei voti validi espressi.

    2. 58. Nuti, Lombardi, D’Ambrosio, Grillo, Cozzolino, Fraccaro, Dieni, To- ninelli, Dadone.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.59

    Sostituire le parole: il 4 con le seguenti: il 4,5.

    0. 2. 59. 1. D’Ambrosio, Fraccaro, Toni- nelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Grillo, Dieni.

    Al comma 8, capoverso 1, numero 3), lettera b), sostituire le parole: l’8, ovunque presenti, con le seguenti: il 4.

    2. 59. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 8, alinea, numero 1), lettera b), le parole: l’8, ovunque presenti, sono sostituite da: il 5.

    2. 60. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Al comma 8, capoverso, comma 1, nu- mero 3), lettera b), sostituire ove ricorrano le parole: 8 per cento con le seguenti: 6 per cento.

    2. 61. Invernizzi.

    Al comma 8, capoverso, comma 1, nu- mero 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    c) le singole liste non collegate che si siano presentate in non più di sette cir- coscrizioni e abbiano conseguito almeno il 6 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale;

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 8, capoverso, al comma 1:

    al numero 4), primo periodo, sosti- tuire le parole: lettera b) con le seguenti: lettere b) e c);

    al numero 6), dopo le parole: almeno l’8 per cento dei voti validi espressi inse- rire le seguenti: , le liste che si siano presentate in non più di sette circoscri- zioni e abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presen- tate, la cui popolazione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale;

    al numero 9), ultimo periodo, sosti- tuire le parole: lettera b) con le seguenti: lettere b) e c);

    al numero 10), sostituire le parole: lettera b) con le seguenti: lettere b) e c).

    2. 62. Invernizzi.

    Al comma 8, capoverso, al comma 1, numero 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    c) le singole liste non collegate che si siano presentate in non più di sette cir- coscrizioni e abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale;

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 8, capoverso, al comma 1:

    al numero 4), primo periodo, sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al numero 6), dopo le parole: « almeno il 5 per cento dei voti validi espressi » inserire le seguenti: « , le liste che si siano presentate in non più di sette circoscri- zioni e abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni in cui si sono presen- tate, la cui popolazione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale »;

    al numero 9), ultimo periodo, sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al numero 10), sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) ».

    2. 63. Invernizzi.

    Al comma 8, capoverso, al comma 1, numero 3), dopo la lettera b) inserire la seguente:

    « c) le singole liste non collegate che abbiano conseguito almeno 7 per cento dei volti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni territorialmente contigue in cui si sono presentate, la cui popolazione complessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale; »;

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 8, capoverso, al comma 1:

    al numero 4), primo periodo, sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al numero 6), le liste che abbiano conseguito almeno il 7 per cento dei volti

    validi espressi nel complesso delle circo- scrizioni territorialmente contigue in cui si sono presentate, la cui popolazione com- plessiva non sia inferiore a un quarto della popolazione nazionale »;

    al numero 9), ultimo periodo, sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c) »;

    al numero 10), sostituire le parole: « lettera b) » con le seguenti: « lettere b) e c).

    2. 64. Invernizzi.

    Al comma 8, capoverso comma 3, dopo il primo periodo aggiungere il seguente:

    Sono consentiti ulteriori apparenta- menti fra le liste o coalizioni di cui al periodo precedente e le altre liste escluse dal ballottaggio.

    2. 65. Gitti, Dellai, Cesa, Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzge- rald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti.

    Aggiungere in fine il seguente comma:

    « 11-bis. Al Titolo VII del decreto legi- slativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modifiche:

    a) Al titolo, sopprimere le parole « e Trentino-Alto Adige »;

    b) All’articolo 20, comma 1, soppri- mere le parole: « e nei collegi uninominali della regione Trentino-Alto Adige »;

    c) All’articolo 20, comma 1, soppri- mere la lettera b);

    d) All’articolo 20, comma 1, lettera c), le parole « nei collegi uninominali delle due regioni » sono sostituite dalle seguenti: « nel collegio uninominale della Valle d’Aosta »;

    e) L’articolo 21-bis è soppresso;

    f) All’articolo 21-ter, comma 1, sop- primere le parole: « in uno dei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige ».

    Conseguentemente, all’articolo 2, comma 8, numero 1), sopprimere le pa- role: « e nel Trentino Alto Adige », e nella Tabella B Senato le parole da: « La Re- gione Trentino Alto Adige » fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: « La Regione Trentino Alto Adige è costi- tuita, ai fini dell’elezione del Senato, in due collegi plurinominali corrispondenti con la provincia autonoma di Trento e la provincia autonoma di Bolzano ».

    2. 66. Biancofiore, Bianconi, Centemero, Gelmini, Ravetto.

    SUBEMENDAMENTO ALL’EMENDAMENTO 2.01

    Sostituire le parole: 90 giorni con le seguenti: sei mesi.

    0. 2. 01. 1. D’Ambrosio, Fraccaro, Toni- nelli, Dadone, Nuti, Cozzolino, Grillo, Dieni.

    Dopo l’articolo 2, aggiungere il seguente:

    «ART. 3.

    1. Il Governo è autorizzato, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, ad emanare un decreto legislativo per la definizione dei collegi elettorali di cui alla Tabella A e B.

    2. 01. Pisicchio.

    All’articolo 2, aggiungere in fine il se- guente comma:

    « Articolo 3. Disposizioni in materia di elezioni primarie.

    1. Le elezioni primarie rappresentano lo strumento obbligatorio per la selezione dei candidati di ciascun partito politico o coalizione di partiti nelle consultazioni elettorali nei seguenti casi:

    a) determinazione dei candidati alle cariche di presidente della giunta regio-

    nale, di sindaco e di presidente di provin- cia, ove queste abbiano luogo a suffragio diretto;

    b) proposta di candidatura, nel ri- spetto dell’articolo 92 della Costituzione, alla carica di Presidente del Consiglio dei ministri;

    c) selezione dei candidati alle assem- blee rappresentative di livello comunale, provinciale, nazionale ed europeo per le quali è prevista l’elezione nell’ambito di collegi uninominali con formula maggio- ritaria, nonché delle medesime candida- ture nel caso in cui sia previsto un sistema elettorale di natura diversa che non con- templi il voto di preferenza.

    2. Non sono ammesse alle predette competizioni elettorali liste politiche pre- sentate da partiti che non si siano avvalsi delle elezioni primarie come strumento di selezione delle candidature. 3. Le elezioni primarie sono indette dall’ufficio elettorale competente che ne stabilisce la data e le sedi in cui devono tenersi, sentiti il prefetto e i sindaci dei comuni interessati, non oltre il centocin- quantesimo giorno antecedente la data prevista per lo svolgimento della compe- tizione elettorale. 4. Le elezioni primarie devono aver luogo non oltre il novantesimo giorno antecedente la data prevista per il rinnovo degli organi interessati. 5. L’ufficio elettorale competente prov- vede a dare comunicazione ai cittadini della data e delle modalità di svolgimento delle elezioni primarie mediante affissioni pubbliche. Le medesime comunicazioni sono altresì pubblicate nel sito internet istituzionale del Ministero dell’interno e nel sito ufficiale dei partiti politici o della coalizione di partiti che partecipano alle elezioni primarie. 6. In caso di elezioni anticipate, il decreto di convocazione dei comizi elet- torali stabilisce la data delle elezioni an- teponendo un periodo di almeno quaran- tacinque giorni a quello previsto dalle disposizioni vigenti per gli adempimenti relativi alla presentazione delle liste e allo svolgimento della campagna elettorale, al fine di consentire l’espletamento delle ele- zioni primarie che devono tenersi entro il quarantacinquesimo giorno antecedente la data delle elezioni. 7. Al fine di disciplinare lo svolgimento delle elezioni primarie, gli organi delibe- rativi del partito politico approvano a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto un regolamento che deve essere de- positato unitamente al simbolo del partito politico o della coalizione di partiti almeno quarantacinque giorni prima della data fissata per le elezioni primarie. In caso di coalizione di partiti, il medesimo regola- mento deve essere ratificato nella stessa formulazione dagli organi deliberativi dei singoli partiti politici aderenti alla coali- zione. 8. Il regolamento stabilisce le condi- zioni per la presentazione delle candida- ture e assicura pari opportunità tra uo- mini e donne nell’accesso alle candidature e può prevedere che la prerogativa di sottoscrivere le candidature sia riservata ai soli iscritti o agli elettori del collegio ovvero sia attribuita, in via comunque non esclusiva, a un numero qualificato di com- ponenti degli organismi dirigenti. 9. La presentazione delle candidature alle elezioni primarie deve aver luogo non oltre il trentesimo giorno antecedente lo svolgimento delle stesse elezioni primarie e almeno centoventi giorni prima della data fissata per la tornata elettorale. 10. Per tutto quanto non espressamente previsto dalla presente legge o dal regola- mento di cui all’articolo 3 si applicano alle elezioni primarie le disposizioni vigenti in materia di elezioni e di reati elettorali, in quanto compatibili. 11. Al fine di consentire lo svolgimento delle elezioni primarie, gli organi direttivi centrali di ciascun partito politico, anche in caso di coalizione di partiti, almeno quaranta giorni prima della data fissata per il loro svolgimento, provvedono alla nomina della commissione elettorale cen- trale, in modo da garantire la rappresen- tanza delle minoranze. 12. La commissione elettorale centrale accerta la regolarità delle candidature ed

    esclude quelle che non presentano i re- quisiti necessari, nomina gli scrutatori, sovrintende alla regolarità delle elezioni, procede alla proclamazione dei vincitori, decide insindacabilmente sui reclami re- lativi alla mancata iscrizione nelle liste elettorali, su quelli concernenti l’esclusione delle candidature, nonché su quelli relativi alla regolarità delle operazioni elettorali e alla proclamazione dei vincitori, ferma restando in ogni caso la competenza del- l’autorità giudiziaria ordinaria in ordine a fattispecie che integrano ipotesi di reato. 13. Le direzioni delle articolazioni ter- ritoriali dei partiti politici o delle coali- zioni di partiti provvedono con i medesimi criteri di cui al comma 2 alla nomina delle commissioni elettorali relative agli ambiti territoriali di loro competenza, entro il trentacinquesimo giorno antecedente la data delle elezioni primarie. 14. L’elettorato attivo per le elezioni primarie è riconosciuto agli iscritti al par- tito politico residenti nell’ambito territo- riale interessato dal procedimento eletto- rale e ai sostenitori non iscritti a nessun partito politico. 15. Gli elenchi degli iscritti sono depo- sitati ogni anno, a cura del responsabile territoriale del partito politico o della coalizione di partiti, presso la cancelleria del tribunale competente per territorio. Le liste dei sostenitori sono compilate a cura della commissione elettorale territoriale competente di cui all’articolo 5, comma 3, e sono depositate dal presidente della stessa entro il quindicesimo giorno ante- cedente la data delle elezioni primarie presso la medesima cancelleria nella quale sono stati depositati gli elenchi degli iscritti. 16. È vietato far parte di liste di sostenitori di due o più partiti politici o coalizioni di partiti. 17. Entro due giorni dal ricevimento delle liste, al fine di garantire il rispetto del divieto di cui al comma 3 del presente articolo, la cancelleria del tribunale prov- vede d’ufficio alla verifica delle stesse, nonché degli elenchi degli iscritti al partito politico, e procede all’eliminazione dei nominativi di coloro che risultano iscritti o sostenitori in più partiti politici o coa- lizioni di partiti, dandone comunicazione alla commissione elettorale territoriale competente di cui all’articolo 5, comma 3. 18. Gli elenchi degli iscritti ai partiti politici o alla coalizione di partiti sono tutelati ai sensi del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e sono accessibili ai sensi degli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. 19. Le elezioni primarie hanno luogo in un unico giorno. 20. Il voto è libero e segreto. 21. I regolamenti di cui all’articolo 3 determinano i criteri per la durata del- l’apertura delle urne e per garantire la segretezza del voto. 22. Ciascun elettore ha il diritto di votare per un solo candidato per ogni consultazione elettorale. 23. Chiuse le operazioni di voto, si procede allo spoglio immediato delle schede, allo scrutinio dei voti espressi e alla verbalizzazione dei risultati. 24. I regolamenti di cui all’articolo 3 determinano, in caso di parità di voti, i criteri di prevalenza. 25. Le presenti disposizioni si applicano a partire dalla prima tornata elettorale successiva a quella della sua data di en- trata in vigore ».

    2. 02. Giorgia Meloni, La Russa.

    Dopo l’articolo 2, inserire il seguente:

    ART. 2-bis.

    (Modifiche alla legge 10 dicembre 1993, n. 515).

    1. Alla legge 10 dicembre 1993, n. 515, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) all’articolo 7:

    1) al comma 1, le parole: « per ogni cittadino residente nelle circoscrizioni o collegi elettorali nei quali il candidato si presenta », sono sostituite dalle seguenti:

    « per ogni elettore del collegio nel quale il candidato si presenta. »;

    2) al comma 3, le parole: « al Collegio regionale di Garanzia elettorale di cui all’articolo 13 » sono sostituite dalle se- guenti:

    « al collegio della Corte dei conti di cui all’articolo 12 »;

    3) al comma 6, le parole: « al Collegio regionale di Garanzia elettorale di cui all’articolo 13 » sono sostituite dalle se- guenti:

    « al collegio della Corte dei conti di cui all’articolo 12 »;

    4) al comma 7, le parole: « al Collegio regionale di Garanzia elettorale » sono sostituite dalle seguenti:

    « al collegio della Corte dei conti di cui all’articolo 12 »;

    b) all’articolo 12, comma 2, dopo le parole: « dei controlli », sono inserite le seguenti:

    « sulle dichiarazioni di cui all’articolo 7, nonché »;

    c) l’articolo 13 è soppresso;

    d) all’articolo 14:

    1) al comma 1, le parole « Il Collegio regionale di Garanzia elettorale di cui all’articolo 13 » sono sostituite dalle se- guenti:

    « Il collegio della Corte dei conti di cui all’articolo 12 »;

    2) al comma 2, il secondo periodo è soppresso;

    e) all’articolo 15:

    1) al comma 5, le parole: « il collegio regionale di garanzia elettorale, di cui all’articolo 13 » sono sostituite dalle se- guenti:

    « il collegio della Corte dei conti »;

    2) ai commi 6, 7, 8, 10 e 11, le parole: « il collegio regionale di garanzia eletto- rale » sono sostituite dalle seguenti:

    « il collegio della Corte dei conti ».

    2. 03. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Dopo l’articolo 2, aggiungere il seguente articolo:

    «ART. 2-bis.

    1. All’articolo 3 della legge 8 marzo 1989, n. 95, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:

    « 1-bis. In caso di convocazione dei comizi elettorali, il termine per la presen- tazione della domanda di cui al prece- dente comma è di giorni quindici dal decreto di convocazione. I termini di cui ai successivi commi 4 e 5 sono ridotti a giorni cinque ».

    2. 04. Abrignani, Bianconi.

    Dopo l’articolo 2 inserire i seguenti:

    ART. 3.

    (Integrazione della legge 15 febbraio 1953, n. 60).

    1. Dopo l’articolo 2 della legge 15 febbraio 1953, n. 60, è inserito il seguente:

    «ART. 2-bis. – 1. Anche fuori dei casi previsti dall’articolo 2 e ferma restando l’applicazione del medesimo articolo, i membri del Parlamento non possono avere, nelle imprese che siano in rapporti con amministrazioni pubbliche, interessi rilevanti determinati da una delle seguenti condizioni:

    a) la qualità di rappresentante legale, amministratore o dirigente di imprese co- stituite in qualsiasi forma, anche a parte- cipazione pubblica:

    1) quando si tratta di imprese che hanno rapporti contrattuali o negoziali di

    qualsiasi natura con una pubblica ammi- nistrazione, il rapporto comporta l’obbligo di adempimenti specifici o l’osservanza di prescrizioni normative a tutela di un in- teresse pubblico e l’impresa ha un volume d’affari di almeno 100 milioni annui, ov- vero pari almeno al 3 per cento del volume d’affari complessivo nel mercato di riferi- mento in ambito nazionale;

    2) quando si tratta di imprese che operano nelle attività economiche regolate in base a titoli di concessione, licenza d’uso o comunque in base a titoli della stessa o di analoga natura, rilasciati o conferiti da un’amministrazione pubblica statale, da istituzioni o enti pubblici na- zionali ovvero da una regione o da una provincia autonoma;

    b) il controllo, anche per interposta persona, ai sensi dell’articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, o dell’articolo 23, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, nelle imprese di cui alla lettera a);

    c) la prestazione d’opera a favore delle imprese di cui alla lettera a), per consulenze a carattere continuativo della durata complessiva di almeno ventiquattro mesi.

    2. Ai sensi del comma 1, lettera b), si ha interposizione di persona quando nelle condizioni indicate è il coniuge, il convi- vente di fatto, un parente fino al quarto grado, un affine fino al secondo grado. 3. L’istruttoria preliminare sui casi di cui al comma 1 è affidata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. A tal fine, ricevuta dal Presidente della Camera di appartenenza la dichiarazione personale concernente le condizioni di cui al comma 1, resa dall’eletto alla stessa Presidenza nel termine di dieci giorni dalla proclamazione, l’Autorità compie, nei trenta giorni successivi, ogni adempi- mento necessario, anche con i poteri di cui all’articolo 10 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, in quanto compatibili. La dichia- razione dell’eletto è comunicata alle Ca- mere in seduta pubblica dai rispettivi Presidenti. In esito ai propri accertamenti, l’Autorità trasmette una relazione al Pre- sidente della Camera interessata, per gli adempimenti della Giunta competente ai sensi dell’articolo 8. 4. Quando una condizione di incompa- tibilità prevista dal presente articolo è accertata dalla Giunta competente ai sensi dell’articolo 8, che vi provvede entro i trenta giorni successivi alla trasmissione della relazione di cui al comma 3, il membro del Parlamento, ricevutane comu- nicazione dalla Giunta, può, entro i trenta giorni successivi, rimuovere la causa di incompatibilità mediante rinuncia idonea alla cessazione della condizione medesima. 5. Si ha rinuncia, nei casi di controllo da partecipazione proprietaria previsti dalle disposizioni di cui al comma 1, lettera b), quando l’interessato conferisce un mandato irrevocabile per la vendita delle proprie quote di partecipazione ri- levanti ai sensi delle stesse disposizioni. Il mandato è valido, per gli effetti di cui al presente comma:

    a) se vincolato al termine di trecen- tosessantacinque giorni;

    b) se conferito a persona o ente nei cui riguardi il membro del Parlamento interessato non è in alcuna delle condi- zioni di cui al comma 1;

    c) se diretto a vendere a persone o enti che non hanno, neanche per interpo- sta persona ai sensi del comma 2, rapporti contrattuali, di partecipazione azionaria o di natura professionale con il membro del Parlamento interessato;

    d) se non è diretto a vendere al coniuge, al convivente di fatto, ai parenti fino al quarto grado, agli affini fino al secondo grado dello stesso membro del Parlamento.

    6. Conferito il mandato a vendere, il mandatario ha la piena responsabilità, propria ed esclusiva, concernente i rap- porti giuridici connessi alle quote di par- tecipazione in vendita. 7. La rinuncia è comunicata, per il tra- mitedelPresidentedellaCameradiapparte- nenza, alla competente Giunta delle elezioni

    dal membro del Parlamento interessato, che ne fornisce idonea documentazione entro trenta giorni dalla comunicazione della Giunta, di cui al comma 4. 8. Gli adempimenti di rinuncia sono immediatamente comunicati dalla Giunta competente all’Autorità garante della con- correnza e del mercato. Entro quindici giorni dalla comunicazione, l’Autorità ac- certa se l’adempimento è conforme alle prescrizioni di cui ai commi 4 e 5. In caso negativo, indica all’interessato le misure necessarie per assicurare la conformità e i termini di adempimento, non superiori a trenta giorni. L’Autorità comunica imme- diatamente l’esito dell’accertamento al Presidente della Camera di appartenenza, per il seguito di competenza della Giunta, ai sensi dell’articolo 8 ». 9. In sede di prima applicazione, le disposizioni di cui all’articolo 2-bis della legge 13 febbraio 1953, n. 60, introdotto dall’articolo 1 della presente legge, hanno effetto nei riguardi dei membri del Par- lamento in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, dalla quale decorrono i termini previsti dal medesimo articolo 2-bis. 10. L’articolo 10 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, è abrogato.

    2. 06. Pisicchio.

    Dopo l’articolo 2 inserire il seguente:

    «ART. 2.

    (Disposizioni in materia di conflitto di interessi).

    1. I membri del Parlamento, nell’eser- cizio delle loro funzioni, hanno l’obbligo di agire esclusivamente perseguendo la cura degli interessi pubblici loro affidati. A tal fine, sono tenuti ad adottare le misure previste dal presente articolo, volte ad evitare l’insorgenza di conflitti di interessi tra il mandato svolto e qualsiasi interesse privato di cui gli stessi siano titolari.

    2. Sussiste conflitto di interessi in tutti i casi in cui i membri del Parlamento versino in una delle situazioni di incom- patibilità di cui al presente articolo. 3. Il mandato parlamentare è incom- patibile con:

    a) qualsiasi ufficio o carica pubblica anche di natura elettiva; è ammesso sol- tanto il cumulo tra mandato parlamentare e cariche di Governo statali;

    b) qualsiasi carica o ufficio o fun- zione comunque denominata, in enti di diritto pubblico, anche economici, imprese e società pubbliche o private, organismi di diritto pubblico, consorzi, aziende speciali, nonché istituzioni di cui all’articolo 114 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

    c) qualsiasi carica o ufficio o fun- zione comunque denominata, in enti senza scopo di lucro sottoposti a vigilanza e controllo da parte del Governo statale, regionale e locale;

    d) qualunque attività professionale o di lavoro autonomo, di qualunque natura, anche se gratuita, anche in forma asso- ciata o societaria, di consulenza o arbi- trale, a favore di soggetti pubblici o pri- vati;

    e) qualsiasi tipo di impiego o lavoro pubblico o privato.

    4. L’incompatibilità sussiste anche quando le predette attività, cariche o fun- zioni sono svolte per il tramite di inter- posta persona o attraverso società fiducia- rie, nonché all’estero. 5. I parlamentari iscritti in albi o elenchi professionali sono sospesi di diritto dai relativi albi o elenchi per tutta la durata del mandato e possono percepire unicamente i proventi derivanti da presta- zioni professionali svolte in precedenza. 6. Il titolare del mandato parlamentare, entro dieci giorni dall’assunzione della carica, deve optare tra gli incarichi e le funzioni indicati al comma 3 e il mandato parlamentare. Nel caso in cui opti per il

    mandato parlamentare, da tali incarichi e funzioni non può derivare, per tutta la durata della carica, alcuna forma di re- tribuzione o di vantaggio per il titolare. 7. I dipendenti pubblici e privati sono collocati in aspettativa non retribuita, con decorrenza dal giorno del giuramento, senza pregiudizio per la propria posizione professionale e progressione di carriera. 8. Il mandato parlamentare è altresì incompatibile con la proprietà, il possesso o la disponibilità di partecipazioni di con- trollo ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, da parte del membro del Parla- mento, del coniuge, del convivente di fatto o dei parenti o affini entro il secondo grado, anche per interposta persona o attraverso società fiduciarie, di un’impresa che svolga la propria attività in regime di autorizzazione o concessione rilasciata dallo Stato dalle Regioni o dagli enti locali, di un’impresa che sia titolare di diritti esclusivi o operi in regime di monopolio, di imprese che operino nei settori delle opere pubbliche di preminente interesse nazionale, della difesa e dell’energia, del credito e del risparmio, della radiotelevi- sione e dell’editoria o della diffusione tramite internet, nonché di altre imprese di interesse nazionale. In tal caso, l’inte- ressato, entro dieci giorni dall’assunzione della carica, deve optare tra il manteni- mento delle suddette partecipazioni di controllo e il mandato parlamentare. 9. Entro 20 giorni dalla data della proclamazione l’interessato è tenuto a de- positare presso la Giunta delle elezioni della Camera di appartenenza, apposita dichiarazione in cui l’interessato deve in- dicare la sussistenza delle situazioni di incompatibilità di cui ai commi 3 e 8. Ogni variazione degli elementi di tale dichiara- zione dovrà essere comunicata, mediante apposita dichiarazione integrativa, entro venti giorni dalla sua realizzazione. 10. La Giunta delle elezioni accerta la veridicità e la completezza delle dichiara- zioni presentate. Tali dichiarazioni sono rese pubbliche e di facile accessibilità mediante pubblicazione sul sito internet della Camera o del Senato, in apposita sezione dedicata al conflitto di interessi dei membri del Parlamento. 11. Entro trenta giorni dalla scadenza del termine previsto per la trasmissione delle dichiarazioni, e comunque durante l’intera durata del mandato parlamentare, la Giunta delle elezioni procede al l’ac- certamento d’ufficio della eventuale sussi- stenza delle cause di incompatibilità indi- cate dai commi 3 e 8 e ne verifica l’ef- fettiva rimozione. 12. Nel caso in cui accerti la mancata rimozione delle cause di incompatibilità, la Giunta delle elezioni ne dà immediata comunicazione all’interessato, invitandolo ad optare, entro dieci giorni, tra il man- tenimento della posizione incompatibile e il mandato parlamentare. 13. Qualora l’interessato non ottemperi al provvedimento con cui la Giunta delle elezioni della Camera dei deputati o del Senato della Repubblica, lo invita ad op- tare tra il mantenimento della posizione incompatibile e il mandato parlamentare anche nel caso in cui la causa di incom- patibilità sopravvenga, la Camera di ap- partenenza deliberà immediatamente ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione e pronuncia la decadenza del parlamentare.

    2. 07. Fraccaro, Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Dieni, Lombardi, Nuti, To- ninelli, Grillo.

    Dopo l’articolo 2, aggiungere il seguente:

    ART. 2-bis.

    1. Al primo comma dell’articolo 10 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, dopo il numero 1), è inserito il seguente:

    « 1-bis. coloro che detengano, anche indirettamente, o congiuntamente con al- tri, una partecipazione che comporti il controllo, ovvero l’esercizio di un’influenza dominante, nelle forme di cui all’articolo 2359 del codice civile, all’articolo 7 della

    legge 10 ottobre 1990, n. 287, e all’articolo 93 del testo unico di cui al decreto legi- slativo 24 febbraio 1998, n. 58, su una società vincolata con lo Stato nei modi di cui al numero 1) del presente comma, ovvero intrattengano con essa rapporti contrattuali che conferiscono la facoltà di esercitare un’influenza dominante sulla composizione degli organi sociali o sulle attività societarie, o beneficino di tali rap- porti contrattuali per interposta persona. La detenzione indiretta è individuata nel caso in cui le quote societarie siano de- tenute per oltre il 20 per cento, comples- sivamente calcolato, dall’interessato, dai suoi ascendenti e discendenti, dal coniuge, dai collaterali fino al 3o grado ».

    2. 08. Migliore, Pilozzi, Kronbichler.

    Dopo l’articolo 2 inserire il seguente:

    «ART. 3.

    (Integrazione della legge 15 febbraio 1953, n. 60).

    1. Dopo l’articolo 2 della legge 15 feb- braio 1953, n. 60, è inserito il seguente:

    «ART. 2-bis.–1. Anche fuori dei casi previsti dall’articolo 2 e ferma restando l’applicazione del medesimo articolo, i membri del Parlamento non possono avere, nelle imprese che siano in rapporti con amministrazioni pubbliche, interessi rilevanti determinati da una delle seguenti condizioni:

    a) la qualità di rappresentante legale, amministratore di imprese costituite in qualsiasi forma, anche a partecipazione pubblica:

    1) quando si tratta di imprese che hanno rapporti contrattuali o negoziali di qualsiasi natura con una pubblica ammi- nistrazione, il rapporto comporta l’obbligo di adempimenti specifici o l’osservanza di prescrizioni normative a tutela di un in- teresse pubblico e l’impresa ha un volume d’affari di almeno 100 milioni annui, ovvero pari almeno al 3 per cento del volume d’affari complessivo nel mercato di riferi- mento in ambito nazionale;

    2) quando si tratta di imprese che operano nelle attività economiche regolate in base a titoli di concessione, licenza d’uso o comunque in base a titoli della stessa o di analoga natura, rilasciati o conferiti da un’amministrazione pubblica statale, da istituzioni o enti pubblici na- zionali ovvero da una regione o da una provincia autonoma;

    b) il controllo, anche per interposta persona, ai sensi dell’articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, o dell’articolo 23, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, nelle imprese di cui alla lettera a);

    c) la prestazione d’opera a favore delle imprese di cui alla lettera a), per consu- lenze a carattere continuativo della durata complessiva di almeno ventiquattro mesi.

    2. Ai sensi del comma 1, lettera b), si ha interposizione di persona quando nelle condizioni indicate è il coniuge, il convi- vente di fatto, un parente fino al quarto grado, un affine fino al secondo grado. 3. L’istruttoria preliminare sui casi di cui al comma 1 è affidata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. A tal fine, ricevuta dal Presidente della Camera di appartenenza la dichiarazione personale concernente le condizioni di cui al comma 1, resa dall’eletto alla stessa Presidenza nel termine di dieci giorni dalla proclamazione, l’Autorità compie, nei trenta giorni successivi, ogni adempi- mento necessario, anche con i poteri di cui all’articolo 10 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, in quanto compatibili. La dichia- razione dell’eletto è comunicata alle Ca- mere in seduta pubblica dai rispettivi Presidenti. In esito ai propri accertamenti, l’Autorità trasmette una relazione al Pre- sidente della Camera interessata, per gli adempimenti della Giunta competente ai sensi dell’articolo 8. 4. Quando una condizione di incompa- tibilità prevista dal presente articolo è

    accertata dalla Giunta competente ai sensi dell’articolo 8, che vi provvede entro i trenta giorni successivi alla trasmissione della relazione di cui al comma 3, il membro del Parlamento, ricevutane comu- nicazione dalla Giunta, può, entro i trenta giorni successivi, rimuovere la causa di incompatibilità mediante rinuncia idonea alla cessazione della condizione medesima. 5. Si ha rinuncia, nei casi di controllo da partecipazione proprietaria previsti dalle disposizioni di cui al comma 1, lettera b), quando l’interessato conferisce un mandato irrevocabile per la vendita delle proprie quote di partecipazione ri- levanti ai sensi delle stesse disposizioni. Il mandato è valido, per gli effetti di cui al presente comma:

    a) se vincolato al termine di trecen- tosessantacinque giorni;

    b) se conferito a persona o ente nei cui riguardi il membro dei Parlamento interessato non è in alcuna delle condi- zioni di cui al comma 1;

    c) se diretto a vendere a persone o enti che non hanno, neanche per interpo- sta persona ai sensi del comma 2, rapporti contrattuali, di partecipazione azionaria o di natura professionale con il membro del Parlamento interessato;

    d) se non è diretto a vendere al coniuge, al convivente di fatto, ai parenti fino al quarto grado, agli affini fino al secondo grado dello stesso membro del Parlamento.

    6. Conferito il mandato a vendere, il mandatario ha la piena responsabilità, propria ed esclusiva, concernente i rap- porti giuridici connessi alle quote di par- tecipazione in vendita. 7. La rinuncia è comunicata, per il tra- mite del Presidente della Camera di appar- tenenza, alla competente Giunta delle ele- zioni dal membro del Parlamento interes- sato, che ne fornisce idonea documenta- zione entro trenta giorni dalla comunicazione della Giunta, di cui al comma 4.

    8. Gli adempimenti di rinuncia sono immediatamente comunicati dalla Giunta competente all’Autorità garante della con- correnza e del mercato. Entro quindici giorni dalla comunicazione, l’Autorità ac- certa se l’adempimento è conforme alle prescrizioni di cui ai commi 4 e 5. In caso negativo, indica all’interessato le misure necessarie per assicurare la conformità e i termini di adempimento, non superiori a trenta giorni. L’Autorità comunica imme- diatamente l’esito dell’accertamento al Presidente della Camera di appartenenza, per il seguito di competenza della Giunta, ai sensi dell’articolo 8 ». 9. In sede di prima applicazione, le disposizioni di cui all’articolo 2-bis della legge 13 febbraio 1953, n. 60, introdotto dall’articolo 1 della presente legge, hanno effetto nei riguardi dei membri del Par- lamento in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, dalla quale decorrono i termini previsti dal medesimo articolo 2-bis. 10. L’articolo 10 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, è abrogato.

    2. 09. Di Lello, Locatelli, Di Gioia, Pasto- relli, Valiante.

    Dopo l’articolo 2 aggiungere il seguente:

    ART. 2-bis.

    (Modifiche del decreto legislativo 31 dicem- bre 2012, n. 235, in materia di incandida- bilità alle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica).

    1. Al testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di con- danna per delitti non colposi, di cui al decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, sono apportate le modifiche seguenti:

    1) L’articolo 1 è sostituito dal seguente:

    «ART. 1.

    (Incandidabilità alle elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica).

    1. Non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore:

    a) coloro che hanno ricoperto per due volte l’ufficio di membro del Parla- mento;

    b) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per delitto non colposo ovvero a pena detentiva superiore a mesi dieci e giorni venti di reclusione per delitto colposo;

    2) All’articolo 3, il comma 1 è sostituito dal seguente:

    1. Qualora una causa di incandida- bilità di cui all’articolo 1 sopravvenga o comunque sia accertata nel corso del man- dato elettivo, la Camera di appartenenza delibera immediatamente ai sensi dell’ar- ticolo 66 della Costituzione e pronuncia la decadenza del parlamentare. A tal fine le sentenze definitive di condanna di cui all’articolo 1, emesse nei confronti di de- putati o senatori in carica, sono immedia- tamente comunicate, a cura del pubblico ministero presso il giudice indicato nel- l’articolo 665 del codice di procedura penale, alla Camera di rispettiva apparte- nenza.

    3) All’articolo 13: a) il comma 1 è sostituito dal se- guente:

    « 1. L’incandidabilità alla carica di deputato, senatore e membro del Parla- mento europeo spettante all’Italia, deri- vante da sentenza definitiva di condanna per i delitti indicati all’articolo 1, decorre dalla data del passaggio in giudicato della sentenza stessa ed è perpetua; b) il comma 3 è abrogato ». 2. 010. Fraccaro, Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Dieni, Lombardi, Nuti, To- ninelli, Grillo.

    Dopo l’articolo 2 inserire i seguenti:

    ART. 2-bis.

    1. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2001 n. 459, apportare le seguenti modi- fiche:

    al comma 1 dopo le parole: « di cui all’articolo 5, comma 1 » aggiungere le seguenti: « nonché i cittadini italiani tem- poraneamente domiciliati all’estero al- meno da trenta giorni al momento del- l’indizione delle votazioni, iscritti nel- l’elenco speciale di cui all’articolo 3 della presente legge, a condizione che il domi- cilio all’estero disti almeno 300 km dal comune di residenza e che si protragga per almeno tre mesi successivi all’indi- zione delle votazioni ».

    2. Possono esercitare il diritto di cui al comma 1, i cittadini italiani domiciliati all’estero, anche temporaneamente.

    ART. 2-ter.

    1. Dopo l’articolo 4 della legge 27 dicembre 2001, n. 459, aggiungere il se- guente:

    « 4-bis. – I cittadini italiani di cui all’articolo 1, iscritti nelle liste elettorali di uno dei Comuni della Repubblica manter- ranno tale iscrizione. In occasione di ogni consultazione elettorale ciascun elettore di cui all’articolo 1 può esercitare il diritto di voto nella circoscrizione estero dandone comunicazione, attraverso comunicazione scritta o attraverso posta certificata, al Comune italiano di residenza entro il decimo giorno successivo all’indizione delle votazioni. 2. I comuni sono tenuti a comunicare, senza ritardo, al Ministero dell’interno i nominativi degli elettori che hanno dato comunicazione di cui al comma 1. Al- meno dieci giorni prima della data a decorrere dalla quale hanno inizio le votazioni nella circoscrizione estero, il Ministero dell’Interno comunica i nomi- nativi degli elettori al Ministero degli Esteri al fine della trasmissione degli

    stessi agli uffici diplomatici e consolari di domicilio degli elettori, che provvede- ranno ad inserire gli stessi negli elenchi speciali del registro di cui all’articolo 3 comma 1 ».

    ART. 2-quater.

    1. Ciascun ufficio diplomatico e conso- lare provvede a realizzare un registro costantemente aggiornato dei « cittadini italiani temporaneamente domiciliati al- l’estero » utilizzando le dichiarazioni di cui al comma 2. In occasione di ogni consultazione elettorale, l’ufficio diplomatico provvede a realizzare un elenco speciale recante i nominativi dei cittadini, tra quelli già inseriti nel registro, che hanno espresso volontà di esercitare il diritto di voto nella circoscrizione estero con la comu- nicazione di cui all’articolo 7 della pre- sente legge. 2. I cittadini italiani temporaneamente all’estero possono comunicare al Ministero degli affari esteri la loro presenza tempo- ranea all’estero attraverso l’iscrizione al portale del Ministero degli esteri « Dove siamo nel mondo », indicando il nome ed il cognome, il luogo e la data di nascita, il sesso, l’indirizzo del domicilio, la data di ingresso nel Paese di domicilio e l’indica- zione del periodo di permanenza presso il domicilio, l’indirizzo di residenza, il co- mune di registrazione nelle liste elettorali, ove possibile i recapiti telefonici, telematici e telefax all’estero. Fermo restando il carattere opzionale della comunicazione di cui al presente comma, questi è da considerarsi obbliga- toria in caso di volontà del cittadino di esercitare il diritto di voto nella circoscri- zione estero, in tal caso l’iscrizione al portale deve avvenire inderogabilmente entro il decimo giorno successivo all’indi- zione delle votazioni. Il nominativo viene automaticamente cancellato dal registro al termine dei pe- riodo di permanenza.

    3. All’articolo 5 della legge della legge 27 dicembre 2001, n. 459, apportare le seguenti modifiche:

    a) al comma 2 aggiungere il seguente periodo: « I cittadini che – sebbene risul- tano iscritti al registro di cui al comma 1 del presente articolo – non hanno fatto pervenire la dichiarazione nei termini e con le modalità previsti dall’articolo 2 della presente legge restano iscritti nelle liste della sezione dei comune di residenza e ivi esercitano il proprio diritto di voto;

    b) dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

    3) Ai fini della determinazione delle liste elettorali di cui al comma 1, si terra altresì conto dei dati dell’elenco speciale di cui al comma 1 del presente articolo ».

    ART. 2-quinquies.

    1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge si provvede a carico del « Fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall’attuazione del referendum », iscritto nell’ambito dell’unità previsionale di base 7.1.3.2 « Spese elettorali » dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione econo- mica.

    2. 011. Vargiu.

    Dopo l’articolo 2 aggiungere il seguente:

    «ART. 2-bis.

    (Requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede nell’ambito del territorio nazionale).

    1. In occasione delle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, dei referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Co- stituzione e delle elezioni dei membri del

    Parlamento europeo spettati all’Italia, pos- sono chiedere di esercitare il loro diritto di voto per corrispondenza nelle circoscri- zioni, o nelle altre ripartizioni elettorali previste dalla legge elettorale, di apparte- nenza nel territorio nazionale, secondo le modalità indicate nel presente articolo, gli studenti fuori sede nell’ambito dei terri- torio nazionale non rientranti nelle cate- gorie di cui alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, che si trovano temporaneamente all’estero per motivi di studio per un periodo complessivo minimo di tre mesi e un massimo di dodici mesi. 2. Presso ciascun consolato è istituito un ufficio elettorale con il compito di provvedere, per il territorio di propria competenza, alla costituzione dell’elenco dei cittadini italiani che si trovano tem- poraneamente all’estero, finalizzato alla predisposizione delle liste elettorali per le votazioni di cui al comma 1. In tale elenco sono iscritti esclusivamente i cittadini ita- liani che si trovano nelle condizioni pre- viste dal citato comma 1, i quali, entro il quarantesimo giorno che precede quello delle votazioni, comunicano all’ufficio elet- torale, secondo modalità fissate da un apposito regolamento adottato con decreto del Ministro dell’interno, in accordo con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, la propria volontà di parte- cipare alle votazioni allegando, ai fini del controllo:

    a) il numero identificativo del proprio passaporto o della carta d’identità o di un documento d’identità valido rilasciato dal Paese di residenza e riconosciuto dal Mi- nistero dell’interno;

    b) la documentazione attestante il temporaneo domicilio all’estero e recante l’indicazione del relativo indirizzo ai fini del voto per corrispondenza.

    3. L’ufficio consolare, entro il venticin- quesimo giorno antecedente alla data della votazione in Italia, trasmette a ciascun comune pervia telematica, ove possibile per posta elettronica certificata, ovvero tramite telefax, l’elenco dei nominativi, con luogo e data di nascita, dei residenti nel comune che hanno fatto pervenire la ri- chiesta e la documentazione di cui al comma 2. Ciascun comune, entro le suc- cessive quarantotto ore, con le stesse mo- dalità, invia all’ufficio consolare l’attesta- zione dell’ufficiale elettorale, anche cumu- lativa, in ordine alla mancanza di cause ostative al godimento dell’elettorato attivo da parte di ciascuno degli elettori com- presi nell’elenco di cui al primo periodo. Nei due giorni successivi alla scadenza del termine di cui al secondo periodo, l’uffi- ciale elettorale redige l’elenco degli elettori per i quali è stata rilasciata l’attestazione di mancanza di cause ostative all’esercizio del diritto di voto per corrispondenza all’estero e lo trasmette alla commissione elettorale circondariale, che provvede a cancellare, entro il ventesimo giorno an- tecedente alla data della votazione in Ita- lia, i medesimi elettori dalle liste destinate alle sezioni in cui essi risultano iscritti. Nei casi in cui vi siano cause ostative al godimento dell’elettorato attivo, l’ufficiale elettorale non rilascia la relativa attesta- zione e il comune trasmette, entro il medesimo termine previsto dal secondo periodo, per via telematica o tramite te- lefax, un’apposita comunicazione all’uffi- cio consolare, che provvede a informare tempestivamente gli interessati. L’ufficio consolare iscrive i nominativi degli elettori che si trovano temporaneamente all’estero aventi diritto al voto nell’elenco di cui al comma 2. 4. Presso l’ufficio centrale nazionale è costituito un unico seggio elettorale per gli elettori che si trovano temporaneamente all’estero aventi diritto al voto, con il compito di provvedere alle operazioni di spoglio e di scrutinio dei voti inviati dai medesimi elettori. L’assegnazione delle bu- ste contenenti le schede ai singoli seggi è effettuata a cura dell’ufficio centrale cir- coscrizionale. 5. Per le operazioni necessarie all’eser- cizio del voto per corrispondenza si at- tuano, in quanto compatibili e con i dovuti adeguamenti connessi alla destinazione del voto alle circoscrizioni o alle ripartizioni elettorali di appartenenza dell’elettore nel territorio nazionale, come previsto dal

    comma 1 del presente articolo, le dispo- sizioni della legge 27 dicembre 2001, n. 459. 6. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera b), della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono disci- plinate le modalità di attuazione del pre- sente articolo. Lo schema di regolamento è trasmesso alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perché su di esso sia espresso, entro sessanta giorni dalla data di trasmissione, il parere delle Com- missioni parlamentari competenti per ma- teria. Decorso inutilmente tale termine il regolamento è emanato anche in man- canza del parere parlamentare.

    2. 014. Centemero.

    Dopo l’articolo 2, aggiungere il seguente:

    «ART. 3.

    (Modifiche al sistema di elezione del Parlamento europeo).

    1. Dopo l’ottavo comma dell’articolo 12 della legge 24 gennaio 1979, n. 18 e suc- cessive modificazioni, è inserito il se- guente: « Nelle liste dei candidati è assi- curata la rappresentanza di entrambi i sessi. Nelle medesime liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati, con arrotondamento all’unità superiore qua- lora il numero dei candidati del sesso meno rappresentato da comprendere nella lista contenga una cifra decimale inferiore a 50 centesimi. 2. Dopo il primo comma dell’articolo 14 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, è inserito il se- guente: « nel caso di espressione di più preferenze, almeno una deve riguardare candidato di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza. 3. Al primo comma dell’articolo 21 della legge 24 gennaio 1979, n. 18 e suc- cessive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

    a) il numero 1-bis) è abrogato;

    b) al numero 2), le parole: « di cui al numero 1-bis) » sono soppresse.

    2. 017. Pisicchio, Migliore.

    (Inammissibile)

    Dopo l’articolo 2 inserire il seguente:

    2-bis. Alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

    a) dopo il comma 1 dell’articolo 2 è inserito il seguente: « La regione Sardegna e la regione Sicilia costituiscono ciascuna una circoscrizione elettorale ».

    b) al comma 2 dell’articolo 12 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Nelle circoscrizioni V e VI le liste dei candidati devono essere sottoscritte da non meno di 5.000 e da non più di 10.000 elettori ».

    c) il comma 1 dell’articolo 14 è so- stituito dal seguente: « L’elettore può ma- nifestare non più di tre preferenze in ogni circoscrizione, ad esclusione delle circo- scrizioniVeVI,nellequalipuòmanife- stare non più di una preferenza ».

    d) La tabella A allegata alla legge è sostituita dalla tabella A di cui al seguente allegato 1:

    ALLEGATO 1 (Articolo 4)

    « Tabella A

    Circoscrizioni elettorali

    Circoscrizioni

    I – Italia nord-occidentale (Piemonte- Valle d’Aosta-Liguria-Lombardia) – Milano

    II – Italia nord-orientale (Veneto-Tren- tino-Alto Adige-Friuli Venezia Giulia-Emi- lia-Romagna) – Venezia

    III – Italia centrale (Toscana-Umbria- Marche-Lazio) – Roma

    IV – Italia meridionale (Abruzzo-Moli- se-Campania-Puglia-Basilicata-Calabria) – Napoli

    V – Sardegna – Cagliari

    VI – Sicilia – Palermo.

    2. 018. Vargiu.

    (Inammissibile)

  • Il testo della riforma elettorale

    ALLEGATO
    Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. C. 3 d’iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470.
    NUOVA PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DEL RELATORE ADOTTATO DALLA COMMISSIONE COME TESTO BASE
    ART. 1.
    (Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati).
    1. L’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presi- dente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di se- guito denominato « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è so- stituito dal seguente:
    «ART. 1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attribuito a liste di candidati concorrenti in collegi plurinominali. 2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella “A” allegata al presente testo unico. Per la presentazione delle candidature e per l’assegnazione dei seggi ai candidati, ciascuna circoscrizione è ripartita nei collegi plurinominali indicati nella tabella “B” allegata al presente testo unico. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo quanto disposto dall’articolo 2, l’assegnazione dei seggi alle liste e coalizioni di liste nel territorio nazionale è effettuata dall’Ufficio centrale nazionale, a norma degli articoli 77, 83 e 84, con l’eventuale attribuzione di un premio di maggioranza, a seguito del primo turno di votazione qualora una lista o una coalizione di liste abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al trentacinque per cento del totale nazionale, ovvero a seguito di un turno di ballottaggio ai sensi dell’articolo 83 »;
    2. All’articolo 2 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto in fine il seguente comma:
    « 2. La circoscrizione Trentino-Alto Adige è costituita in otto collegi uninominali determinati ai sensi dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277. La restante quota di seggi spettanti alla circoscrizione è attribuita con il metodo del recupero proporzionale, secondo le norme contenute nel titolo VI del presente testo unico ».
    3. L’articolo 3 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente: «ART. 3. – 1. L’assegnazione del nu- mero dei seggi alle singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, è effettuata, sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contestualmente al decreto di convocazione dei comizi. 2. Con il medesimo decreto di cui al comma1èdeterminato,perciascuna circoscrizione, il numero di seggi da at- tribuire nei collegi plurinominali di cui alla Tabella “B” sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno; 3. Salvo quanto disposto dall’articolo 2, i seggi spettanti alla circoscrizione ai sensi del comma 1 sono assegnati in collegi plurinominali nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale. 4. Fatto salvo quanto stabilito ai sensi del comma 3, i collegi plurinominali sono costituiti nell’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei criteri e dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277; 4. All’articolo 4, comma 2, del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono aggiunte in fine le seguenti parole: « e il cognome e il nome dei relativi candidati » 5. All’articolo 11 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è aggiunto in fine il seguente periodo: « Il decreto stabilisce che l’eventuale ballottaggio dovrà tenersi nella seconda domenica successiva a quella di convocazione dei comizi »; 6. L’articolo 13 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », è sostituito dal seguente:
    «ART. 13.
    Presso la Corte d’appello o il Tribunale nella cui giurisdizione è il Comune capoluogo della regione è costituito, entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l’Ufficio centrale circoscrizionale, composto da tre magistrati, dei quali uno con funzioni di presidente, scelti dal Presidente della Corte d’appello o del Tribunale ».
    7. all’articolo 14, comma primo del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) dopo le parole « liste di candidati » sono aggiunte le seguenti « nei collegi plurinominali »;
    b) le parole « le liste medesime nelle singole circoscrizioni » sono sostituite dalle seguenti « le liste medesime nei singoli collegi plurinominali »;
    8. dopo l’articolo 14-bis del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è aggiunto il seguente:
    «ART. 14-ter.
    1. In caso di ballottaggio, fra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti fra liste o coalizioni di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo ».
    9. All’articolo 18-bis del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modificazioni
    a) il primo periodo del comma 1, è sostituito dal seguente: “La presentazione delle liste di candidati per l’attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali deve essere sottoscritta da almeno 1500 e da non più di 2000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni ricompresi nei mede- simi collegi, o, in caso di collegi ricompresi in un unico comune, iscritti alle sezioni elettorali di tali collegi”.
    b) il comma 3 è sostituito dal seguente:
    « 3. Ogni lista, all’atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un ordine numerico. La lista è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio plurinominale. A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore, nella succes- sione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere ».
    10. All’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, il primo periodo è sostituito dal seguente: “Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale”; 11. Al comma 1 dell’articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: “Le liste dei candidati” sono sostituite dalle seguenti: “Le liste dei candidati nei collegi plurinominali” e le parole “indicati nella Tabella A, allegata al presente testo unico,” sono sostituite dalle seguenti: “del capoluogo della regione”; 12. All’articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 1, numero 3) le parole da “riduce al limite prescritto” sino a fine periodo sono sostituite dalle seguenti: “riduce al limite prescritto le liste contenenti un numero di candidati superiore a quello stabilito al comma 3 dell’articolo 18-bis, cancellando gli ultimi nomi e dichiara non valide le liste contenenti un numero di candidati inferiore a quello stabilito al comma 3 dell’articolo 18-bis o quelle che non presentano i requisiti di cui al terzo periodo del medesimo comma”.
    b) al comma 1, dopo il numero 7) è aggiunto il seguente:
    « 7-bis) comunica i nomi dei candidati di ciascuna lista all’Ufficio centrale nazionale, il quale verifica la presenza di candidati inclusi in più liste e comunica i loro nomi agli Uffici centrali circoscrizionali; ai sensi dell’articolo 19, gli uffici centrali circoscrizionali contattano immediata- mente i delegati di ciascuna lista interessata ai fini dell’accertamento e procedono ai sensi dell’articolo 22 per le eventuali modifiche nella composizione delle liste dei collegi plurinominali »;
    13. All’articolo 24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 1, numero 2), secondo periodo, dopo le parole: “I contrassegni di ciascuna lista,” sono aggiunte le seguenti: “e i nominativi dei relativi candidati”;
    b) al comma 1, numero 4) sostituire le parole: “alla prefettura capoluogo della circoscrizione” con le parole: “alla prefettura del comune capoluogo di regione”;
    14. All’articolo 31 del decreto del Pre- sidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “Nella scheda sono altresì riportati, per ciascun contrassegno di lista, il cognome ed il nome dei relativi candidati nel collegio plurinominale”.
    b) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: “2-bis. In caso di svolgimento del ballottaggio, nella scheda unica nazionale sono riprodotti i contrassegni delle liste collegate o delle singole liste ammesse al ballottaggio in due distinti rettangoli”.
    15. Il comma 1 dell’articolo 48 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:
    « 1. Il presidente, gli scrutatori e il segretario del seggio votano, previa esibizione del certificato elettorale, nella sezione presso la quale esercitano il loro ufficio, anche se siano iscritti come elettori in altra sezione o in altro comune. I rappresentanti delle liste votano nella sezione presso la quale esercitano le loro funzioni purché siano elettori del collegio plurinominale. I candidati possono votare in una qualsiasi delle sezioni del collegio plurinominale, dove sono proposti, presen- tando il certificato elettorale. Votano, inoltre, nella sezione presso la quale eserci- tano il loro ufficio, anche se risultino iscritti come elettori in altra sezione o in qualsiasi altro comune del territorio na- zionale, gli ufficiali e gli agenti della forza pubblica in servizio di ordine pubblico ».
    16. All’articolo 83 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 », sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 1, i numeri da 1) a 9) sono sostituiti dai seguenti:
    « 1) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circo- scrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno, compresi i voti espressi in favore di candidati nei collegi uninominali della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige secondo le modalità stabilite dal titolo VI;
    2) determina poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste collegate che si siano presentate almeno in un quarto del totale dei collegi plurinominali, con arrotondamento all’unità inferiore, nonché la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista non collegata ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale;
    3) individua quindi:
    a) le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 12 per cento dei voti validi espressi e che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi ovvero una lista collegata rappresentativa di minoranze linguistiche riconosciute, presentata in uno dei collegi plurinominali compresi in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbia conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circo- scrizioni della regione medesima;
    b) le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi nonché le singole liste non collegate rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in collegi plurinominali in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso dei collegi plurinominali della regione medesima, nonché le liste delle coalizioni che non hanno superato la percentuale di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi ovvero che siano rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in circoscrizioni comprese in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;
    4) tra le coalizioni di liste di cui al numero 3) lettera a), e le liste di cui al numero 3), lettera b), procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tale fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna coalizione di liste o singola lista di cui al numero 3) per il numero dei seggi da attribuire, escluso il seggio corrispondente al collegio uninominale della Valle d’Aosta, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il nu- mero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio;
    5) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o della singola lista con la maggiore cifra eletto- rale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corrisponda ad almeno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi;
    6) individua quindi, nell’ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi, nonché le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in una delle circoscrizioni comprese in regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel collegio plurinominale;
    7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 617, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 18 punti percentuali, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza, ma in ogni caso non più di quanti siano sufficienti per arrivare al totale di 340 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista;
    8 ) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti seggi, in numero pari alla differenza tra 617 e il totale dei seggi assegnati alla coalizione di liste o singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del numero 7), tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di minoranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio.
    9) l’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse al riparto. A tale fine, per ciascuna coalizione di liste, divide la somma delle cifre elettorali nazionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4). Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente così ottenuto. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al riparto per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che riman- gono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, alle liste che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio. A ciascuna lista di cui al numero 3), lettera b), sono attribuiti i seggi già determinati ai sensi del numero 4);
    10) Ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del comma 1, numero 6), l’Ufficio procede quindi alla distribuzione dei seggi assegnati alle varie liste di cui al numero 3, lettera b) e al numero 6) prima nelle singole circoscrizioni e poi nei collegi plurinominali di ciascuna circoscrizione. A tale fine, l’Ufficio procede come segue:
    a) per ogni circoscrizione, somma le cifre elettorali circoscrizionali delle sole liste ammesse al riparto ottenendo così la cifra elettorale circoscrizionale di lista; divide quindi il totale delle cifre elettorali circoscrizionali di lista per il numero dei seggi spettanti alla circoscrizione, aumentato di una unità. La parte intera del risultato della divisione costituisce il quoziente elettorale circoscrizionale;
    b) per ogni circoscrizione, divide la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista per il quoziente elettorale circoscrizionale, ed assegna ad ogni lista il numero di seggi corrispondente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi che restano non attribuiti costituiscono seggi residui, da assegnarsi a norma della successiva lettera e);
    c) determina quindi la cifra elettorale residuale di ogni lista, pari alla differenza tra la rispettiva cifra elettorale circoscrizionale ed il prodotto del quo- ziente elettorale circoscrizionale per il numero di seggi assegnati ai sensi delle lettere a),eb). Sono da considerare cifra elettorale residuale anche le cifre elettorali circoscrizionali di liste che non abbiano conseguito seggi ai sensi delle lettere a) e b);
    d) verifica, per ciascuna lista, il numero di seggi assegnati a quoziente intero nelle singole circoscrizioni ai sensi delle lettere a) e b). Se tale numero supera quello dei seggi spettanti in base alle determinazioni di cui al numero 4) per le liste singole e di cui al numero 7) per le liste collegate in coalizione, toglie i seggi in eccedenza; i seggi eccedenti sono sottratti alle liste a partire da quelle circoscrizioni che hanno avuto assegnati più seggi, seguendo l’ordine decrescente del numero dei seggi assegnati ad ognuna. In caso di parità di seggi assegnati, la sottrazione è a carico della lista che ha riportato un numero di voti validi inferiore in cifra assoluta. I seggi così recuperati sono assegnati come seggi residui, secondo le disposizioni di cui alla lettera e);
    e) dispone in un’unica graduatoria nazionale decrescente le cifre elettorali residuali di cui alla lettera c), e ripartisce tra le liste i seggi residui, in corrispondenza alle maggiori cifre elettorali residuali, entro il numero dei seggi attribuiti ad ogni circoscrizione, fino a raggiungere per ciascuna lista il numero di seggi assegnati ai sensi del numero 4) ovvero del numero 7). L’assegnazione dei seggi residui viene condotta a partire dalla lista ammessa al riparto dei seggi con la minor cifra elettorale nazionale. Qualora a seguito delle predette operazioni non vengano ripartiti tutti i seggi spettanti a ciascuna lista, i seggi residui sono ripartiti, entro il numero dei seggi assegnati ad ogni circoscrizione, a partire dalla circoscrizione in cui la lista abbia ottenuto il minor numero di voti validi in cifra assoluta e proseguendo secondo la graduatoria crescente del numero dei voti validi riportati dalla stessa lista nelle altre regioni;
    f) determina il numero dei seggi spettanti complessivamente ad ognuna delle liste in ciascuna circoscrizione, sommando per ciascuna i seggi già assegnati ai sensi della lettera b) e i seggi residui spettanti ai sensi della lettera e). Qualora la circoscrizione sia costituita da un unico collegio plurinominale, per ciascuna lista il numero di seggi così determinato corri- sponde a quello infine assegnato nella circoscrizione medesima.
    g) qualora la circoscrizione sia costituita da più di un collegio plurinominale, distribuisce i seggi assegnati alle liste ai sensi della lettera f) tra i collegi plurinominali della circoscrizione. A tal fine, per ciascuna lista divide la cifra elettorale circoscrizionale per il numero di seggi spettanti, ottenendo così il quoziente elettorale circoscrizionale di lista. Per ogni collegio plurinominale divide quindi la cifra elettorale della lista nel collegio plurinominale per il quoziente elettorale circoscrizionale di lista, ed assegna alla lista medesima il numero di seggi corrispondente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi residui sono attribuiti alla lista nei collegi plurinominali della circoscrizione in cui cor- rispondono, nell’ordine, le rispettive cifre residuali più alte, date dalla differenza tra la cifra elettorale circoscrizionale ed il prodotto del quoziente elettorale circoscrizionale di lista per il numero di seggi già assegnati alla lista medesima a quoziente intero.
    « 11) Qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale abbia già conseguito ai sensi del numero 4) una quota di seggi superiore a 340 si procede direttamente all’attribuzione dei seggi ai sensi dei numeri 7-ter), 8 ) e 9;
    b) il comma 2 è sostituito dal seguente:
    « 2. Qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 abbia conseguito più di 340 seggi in seguito all’attribuzione del premio di maggioranza, ad essa viene sottratto il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tale caso l’Ufficio assegna 340 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista e ripartisce proporzionalmente i restanti 277 seggi tra le altre coalizioni di liste e liste di cui al comma 1, numero 3). A tal fine procede ai sensi del comma 1, numeri 7), 8), 9) e 10) ».
    c) il comma 3 è sostituito dal seguente:
    « 3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di ballottaggio fra le liste o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al primo turno le due maggiori cifre elettorali nazionali, calcolate ai sensi del comma 1, numeri 1) e 2). I seggi vengono assegnati secondo le seguenti modalità:
    1) alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista. Divide quindi la cifra elettorale nazionale della coalizione o della singola lista per il nuovo totale dei seggi assegnati, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale di maggioranza;
    2) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 290 seggi, tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di mino- ranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio.
    3) l’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse al riparto con le modalità di cui al comma 1, numero 9); a tal fine si considerano i seggi di cui al comma 3, numero 1) e numero 2);
    4) ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del comma 1, numero 6), l’Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numero 10). A tale fine, in luogo del quoziente elettorale nazionale, utilizza il quoziente elettorale nazionale di maggioranza per la coalizione di liste o singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi al turno di ballottaggio e il quoziente elettorale nazionale di minoranza per le altre coalizioni di liste o singole liste.
    d) i commi 4 e 5 sono abrogati;
    e) il comma 6 è sostituito dal seguente: “6. L’Ufficio centrale nazionale provvede a comunicare ai singoli uffici centrali circoscrizionali il numero dei seggi assegnati a ciascuna lista nei collegi plurinominali della circoscrizione”.
    17. L’articolo 85 del « decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 » è abrogato. 18. La rubrica del TITOLO VI è sostituita dalla seguente: « Disposizioni speciali per le circoscrizioni Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige ». 19. All’articolo 92, comma primo, numero 3) è aggiunto in fine il seguente periodo: « qualora i presentatori intendano effettuare il collegamento della candidatura in coalizione ai sensi dell’articolo 14-bis, il deposito del contrassegno e la dichiarazione di collegamento sono effettuati nei termini e con le modalità di cui, rispettivamente, agli articoli 14 e 14-bis. »; 20. all’articolo 93, dopo il comma terzo, è aggiunto il seguente: « Ai fini di cui all’articolo 83, comma 1, numero 3), l’Ufficio centrale elettorale comunica all’Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale di ciascun candidato e il totale dei voti validi nel collegio. »;
    21. dopo l’articolo 93, sono inseriti i seguenti: «ART. 93-bis 1. Con il decreto di cui all’articolo 3 è determinato il numero dei seggi spettanti alla regione Trentino-Alto Adige non assegnati nei collegi uninominali. 2. La presentazione delle candidature nei collegi uninominali è fatta per singoli candidati i quali si collegano ad una lista circoscrizionale che concorre alla assegnazione dei seggi in ragione proporzionale, alla quale gli stessi aderiscono con l’accettazione della candidatura. La dichiarazione di collegamento deve essere accompagnata dall’accettazione scritta del rappresentante, di cui all’articolo 17, incaricato di effettuare il deposito della lista a cui il candidato nel collegio uninominale si collega. Nella dichiarazione di collegamento il candidato indica il contrassegno che accompagna il suo nome e il suo cognome sulla scheda elettorale. Nessun candidato può accettare la candidatura in più di un collegio. La candidatura della stessa persona in più di un collegio è nulla. Nessuna candidatura nei collegi uninominali può essere collegata a più di una lista circoscrizionale. Per ogni candidato nei collegi uninominali deve essere indicato il cognome, il nome, il luogo e la data di nascita, il collegio uninominale per il quale viene presentato e, il contrassegno tra quelli depositati presso il Ministero dell’interno che lo contraddistingue, nonché la lista circoscrizionale alla quale il candidato si collega ai fini del comma 2 dell’articolo 93-quater. La dichiarazione di presentazione dei candidati nei collegi uninominali deve contenere l’indicazione dei nominativi di due delegati effettivi e di due supplenti. 3. I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare liste circoscrizionali che concorrono alla assegnazione dei seggi in ragione proporzionale, debbono collegarsi ad una candidatura in uno o più collegi uninominali. Nessuna lista può essere collegata a più di una candidatura nel medesimo collegio uninominale. All’atto della presentazione della lista i presentatori indicano il contrassegno, ovvero i contrassegni delle candidature uninominali cui la lista è collegata e la denominazione del partito o del gruppo politico organizzato che la presenta. 4. La dichiarazione di presentazione delle liste circoscrizionali che concorrono alla assegnazione dei seggi in ragione proporzionale deve essere sottoscritta da almeno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nella circoscrizione. Ciascuna lista deve comprendere un numero di candidati non inferiore a due terzi e non superiore al numero dei seggi di cui al comma 1. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni della lista è ridotto della metà. La dichiarazione di presentazione delle candidature nei collegi uninominali deve essere sottoscritta da almeno 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni del collegio. 5. La presentazione delle liste circoscrizionali e delle candidature nei collegi uninominali è effettuata insieme al deposito del relativo contrassegno, presso la cancelleria della corte d’appello di Trento. Insieme con le liste dei candidati o le candidature nei collegi uninominali devono essere presentati gli atti di accettazione delle candidature, i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati e la dichiarazione di presentazione delle candidature nei collegi uninominali e della lista dei candidati firmata, anche in atti separati, dal prescritto numero di elettori; alle candidature nei collegi uninominali deve essere allegata la dichiarazione di collegamento e la relativa accettazione di cui al comma 2. 6. Qualora i presentatori delle liste circoscrizionali intendano effettuare il collegamento della candidatura in coalizione ai sensi dell’articolo 14-bis, le dichiarazioni di collegamento sono effettuati nei termini e con le modalità di cui, rispettivamente, agli articoli 14 e 14-bis. »;
    «ART. 93-ter 1. L’elettore esprime un unico voto per il candidato prescelto nel collegio uninominale. Il voto espresso in favore del candidato nel collegio uninominale è un voto espresso anche in favore della lista circoscrizionale a questo collegata. 2. Il modello di scheda per l’elezione nei collegi uninominali della circoscrizione Trentino-Alto Adige è quello previsto dalla tabella G allegata alla legge 13 marzo 1980, n. 70, e successive modificazioni; 3. L’elettore vota tracciando un unico segno sul nome del candidato nel collegio uninominale, ovvero sul relativo contrassegno.
    «ART. 93-quater 1. L’ufficio elettorale regionale procede, con l’assistenza del cancelliere, alle seguenti operazioni:
    a) effettua lo spoglio delle schede eventualmente inviate dalle sezioni;
    b) somma i voti ottenuti da ciascun candidato nelle singole sezioni, come risultano dai verbali;
    c) determina la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti validi ottenuti nei collegi uninominali dai candidati collegati con la lista ai sensi del comma 2 dell’articolo 93-bis.
    2. Il presidente dell’ufficio elettorale regionale, in conformità ai risultati accertati, proclama eletto per ciascun collegio il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. In caso di parità di voti, è proclamato eletto il candidato più anziano di età (49). 3. Per l’assegnazione dei seggi in ragione proporzionale, l’ufficio elettorale regionale divide la cifra elettorale di ciascuna lista successivamente per uno, due, … sino alla concorrenza del numero dei deputati da eleggere, scegliendo quindi, fra i quozienti così ottenuti, i più alti in numero eguale ai senatori da eleggere, disponendoli in una graduatoria decrescente. I seggi sono assegnati alle liste in corrispondenza ai quozienti compresi in questa graduatoria. A parità di quoziente il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la minore cifra elettorale. Se ad una lista spettano più seggi di quanti sono i suoi candidati, i seggi esuberanti sono distribuiti secondo l’ordine della graduatoria di quoziente. 4. L’ufficio elettorale regionale proclama quindi eletti, in corrispondenza ai seggi attribuiti ad ogni lista, i candidati della lista medesima secondo l’ordine in cui essi si succedono. 5. Ai fini di cui all’articolo 83, comma 1, numero 3), l’Ufficio centrale elettorale comunica all’Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale di ciascuna lista circoscrizionale, la cifra elettorale di ciascun candidato nei collegi uninominali e il totale dei voti validi nella circoscrizione. I voti espressi in favore di un candidato nel collegio uninominale che sono computati nella cifra elettorale della lista circoscrizionale cui la candidatura è collegata, non sono computati in sede nazionale in favore di alcuna lista, anche se contraddistinta con il medesimo contrassegno 6. I seggi attribuiti nella circoscrizione Trentino-Alto Adige sono computati, secondo le rispettive assegnazioni, nei numeri che ai sensi dell’articolo 83 determinano l’assegnazione del premio di maggioranza ».
    22. Per le prime elezioni successive all’entrata in vigore della presente legge, si applicano le disposizioni di cui al comma 2, primo periodo, dell’articolo 18-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 anche ai partiti o ai gruppi politici costituitisi in gruppo par- lamentare in entrambe le Camere al 31 dicembre 2013.
    ART. 2.
    (Modifiche al sistema di elezione del Senato della Repubblica).
    1. All’articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Se- nato della Repubblica di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 e successive modificazioni, di seguito denominato « decreto legislativo n. 533 del 1993 », il comma 2 è sostituito dai seguenti:
    « 2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella “A” allegata al presente testo unico corrispondenti al territorio delle regioni. Per la presentazione delle candidature e per l’assegnazione dei seggi ai candidati, ciascuna regione è ripartita nei collegi plurinominali indicati nella tabella “B” allegata al presente testo unico. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo quanto disposto ai commi 3 e 4, l’assegnazione dei seggi alle liste e coalizioni di liste sul territorio nazionale è effettuata dall’Ufficio centrale nazionale, a norma dell’articolo 16, con l’eventuale attribuzione di un premio di maggioranza a seguito del primo turno di votazione, qualora una lista o una coalizione di liste abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al trentacinque per cento del totale nazionale, ovvero a seguito di un turno di ballottaggio ai sensi del medesimo articolo 16. 2-bis. L’assegnazione del numero dei seggi alle singole regioni è effettuata sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l’interno, da emanare contemporaneamente al decreto di convocazione dei comizi. Con il medesimo decreto di cui al comma 1 sono determinati, per ciascuna circoscrizione, il numero di seggi da attribuire nei collegi plurinominali di cui alla Tabella “B”, con le medesime modalità di cui al primo periodo. 2-ter. Salvo quanto disposto dall’articolo 2, i seggi spettanti alla circoscrizione ai sensi del comma 1 sono attribuiti in collegi plurinominali nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale.

    2-quater. Fatto salvo quanto stabilito ai sensi del comma 3, i collegi plurinominali sono costituiti nell’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei criteri e dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 276; I collegi plurinominali sono costituiti nell’ambito di ciascuna circoscrizione sulla base dei criteri e dei principi direttivi recati dall’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 276 »;
    2. All’articolo 2 del decreto legislativo n. 533 del 1993 le parole “nelle circoscrizioni regionali” sono sostituite con le seguenti: « nei collegi plurinominali di ciascuna regione ». 3. Dopo l’articolo 7 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è inserito il seguente:
    «ART. 7-bis.
    1. Presso la Corte di Cassazione è costituito, entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l’Ufficio elettorale centrale nazionale, composto da un Presidente di sezione e quattro consiglieri scelti dal Primo presidente. ».
    « 4. All’articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) il primo periodo del secondo comma è sostituito dal seguente: “La presentazione delle liste di candidati per l’attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali deve essere sottoscritta da almeno 1000 e da non più di 1500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni ricompresi nei medesimi collegi, o in caso di collegi ricompresi in un unico comune, iscritti alle sezioni elettorali di tali collegi”.
    b) il comma 4 è sostituito dal seguente:
    “4. Ogni lista, all’atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un ordine nume- rico. La lista è formata complessivamente da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al
    collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio plurinominale. A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arroton- damento all’unità superiore e, nella suc- cessione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”.
    5. All’articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al comma 1, lettera a), dopo le parole “I contrassegni di ciascuna lista” sono aggiunte le seguenti: “e i cognomi e i nomi dei relativi candidati”;
    b) al comma 1, lettera c), numero 1), dopo le parole “recanti i contrassegni delle liste” sono aggiunte le seguenti: “e il cognome e il nome dei relativi candidati”;
    c) al comma 3, primo periodo, sono aggiunte in fine le seguenti parole “e i nominativi dei relativi candidati”;
    d) dopo il comma 3, è aggiunto il seguente: “2-bis. In caso di svolgimento del ballottaggio, nella scheda, unica a livello nazionale, sono riprodotti, in due distinti rettangoli, i contrassegni delle liste collegate e delle singole liste non collegate ammesse al ballottaggio.
    6. L’articolo 15 è sostituito dal seguente:
    “ART. 15.
    1. L’ufficio centrale regionale, compiute le operazioni di cui all’articolo 76 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:
    1) determina la cifra elettorale regionale di ogni lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali dei collegi plurinominali della circoscrizione;
    2) comunica all’Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale regionale di ciascuna lista, nonché il totale dei voti validi espressi nei singoli collegi plurinominali e nella circoscrizione regionale”.
    7. La Rubrica del Titolo VI è sostituita dalla seguente: “Delle operazioni dell’uffi- cio elettorale nazionale”. 8. L’articolo 16 del testo unico del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:
    « 1. L’Ufficio centrale elettorale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali da tutti gli Uffici centrali regionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:
    1) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno, compresi i voti espressi in favore di candidati nel collegio uninominale della Valle d’Aosta e nel Trentino Alto Adige;
    2) determina poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre elettorali nazionali delle liste che compongono la coalizione stessa che si siano presentate almeno in un quarto del totale dei collegi plurinominali, con arrotondamento all’unità inferiore, nonché la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista non collegata ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale;
    3) individua quindi:
    a) le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 12 per cento dei voti validi espressi e che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi ovvero una lista collegata rappresentativa di minoranze linguistiche riconosciute, presentata esclusivamente nei collegi plu- rinominali di regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbia conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;
    b) le singole liste non collegate che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi e le singole liste non collegate rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente nei collegi plurinominali di regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima, nonché le liste delle coalizioni che non hanno superato la percentuale di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno l’8 per cento dei voti validi espressi ovvero che siano rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente nei collegi plurinominali di regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso dei collegi plurinominali della regione;
    4) tra le coalizioni di liste di cui al numero 3) lettera a), e le liste di cui al numero 3), lettera b), procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tale fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna coalizione di liste o singola lista di cui al numero 3) per il numero dei seggi da attribuire, escluso il seggio corrispondente al collegio uninominale della Valle d’Aosta, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il nu- mero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio;
    5) verifica poi se la cifra elettorale nazionale della coalizione di liste o della singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale individuata ai sensi del numero 2) corrisponda ad almeno il 35 per cento del totale dei voti validamente espressi;
    6) individua quindi, nell’ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 5 per cento dei voti validi espressi e le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presen- tate esclusivamente in circoscrizioni comprese in una delle regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nel complesso delle circoscrizioni della regione medesima;
    7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi dei numeri 1) e 2) non abbia già conseguito una percentuale di seggi, sul totale di 308, pari almeno alla percentuale della relativa cifra elettorale nazionale sul totale dei voti validamente espressi aumentata di 18 punti percentuali, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza, ma in ogni caso non più di quanti siano sufficienti per arrivare al totale di 169 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista.
    8 ) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti seggi, in numero pari alla differenza tra 308 e il totale dei seggi assegnati alla coalizione di liste o singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del numero 7), tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di minoranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio.
    9) L’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse al riparto. A tale fine per ciascuna coalizione di liste, divide la somma delle cifre elettorali nazionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4). Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente così ottenuto. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al riparto per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, alle liste che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio. A ciascuna lista di cui al numero 3), lettera b), sono attribuiti i seggi già determinati ai sensi del numero 4);
    10) Ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del comma 1, numero 6), l’Ufficio procede quindi alla distribuzione dei seggi assegnati alle varie liste di cui al numero 3, lettera b) e al numero 6) prima nelle singole regioni e poi nei collegi plurinominali di ciascuna regione. A tale fine, l’Ufficio procede come segue:
    a) per ogni regione, somma le cifre elettorali circoscrizionali delle sole liste ammesse al riparto ottenendo così la cifra elettorale regionale di lista; divide quindi il totale delle cifre elettorali regionali di lista per il numero dei seggi spettanti alla regione, aumentato di una unità. La parte intera del risultato della divisione costituisce il quoziente elettorale regionale;
    b) per ogni regione, divide la cifra elettorale regionale di ogni lista per il quoziente elettorale regionale, ed assegna ad ogni lista il numero di seggi corrispondente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi che restano non attribuiti costituiscono seggi residui, da assegnarsi a norma della successiva lettera e);
    c) determina quindi la cifra elettorale residuale di ogni lista, pari alla differenza tra la rispettiva cifra elettorale regionale ed il prodotto del quoziente elettorale regionale per il numero di seggi assegnati ai sensi delle lettere a),eb). Sono da considerare cifra elettorale residuale anche le cifre elettorali regionali di liste che non abbiano conseguito seggi ai sensi delle lettere a) e b);
    d) verifica, per ciascuna lista, il numero di seggi assegnati a quoziente intero nelle singole regioni ai sensi delle lettere a) e b). Se tale numero supera quello dei seggi spettanti in base alle determinazioni di cui al numero 4) per le liste singole e di cui al numero 7) per le liste collegate in coalizione, toglie i seggi in eccedenza; i seggi eccedenti sono sottratti alle liste a partire da quelle regioni che hanno avuto assegnati più seggi, seguendo l’ordine decrescente del numero dei seggi assegnati ad ognuna. In caso di parità di seggi assegnati, la sottrazione è a carico della lista che ha riportato un numero di voti validi inferiore in cifra assoluta. I seggi così recuperati sono assegnati come seggi residui, secondo le disposizioni di cui alla lettera e);
    e) dispone in un’unica graduatoria nazionale decrescente le cifre elettorali residuali di cui al comma 5, lettera c),e ripartisce tra le liste i seggi residui, in corrispondenza alle maggiori cifre elettorali residuali, entro il numero dei seggi attribuiti ad ogni regione, fino a raggiungere per ciascuna lista il numero di seggi assegnati ai sensi del numero 4) ovvero del numero 7). L’assegnazione dei seggi residui viene condotta a partire dalla lista ammessa al riparto dei seggi con la minor cifra elettorale nazionale. Qualora a se- guito delle predette operazioni non ven- gano ripartiti tutti i seggi spettanti a ciascuna lista, i seggi residui sono ripartiti, entro il numero dei seggi assegnati ad ogni regione, a partire dalla regione in cui la lista abbiano ottenuto il minor numero di voti validi in cifra assoluta e proseguendo secondo la graduatoria crescente del nu- mero dei voti validi riportati dalla stessa lista nelle altre regioni;
    f) determina il numero dei seggi spettanti complessivamente ad ognuna delle liste in ciascuna regione, sommando per ciascuna i seggi già assegnati ai sensi della lettera b) e i seggi residui spettanti ai sensi della lettera e). Qualora la regione sia costituita da un’unica circoscrizione, per ciascuna lista il numero di seggi così determinato corrisponde a quello infine assegnato nella circoscrizione medesima.
    g) qualora la regione sia costituita da più di un collegio circoscrizionale, distribuisce i seggi assegnati alle liste ai sensi della lettera f) tra i collegi circoscri- zionali della regione. A tal fine, per ciascuna lista divide la cifra elettorale regionale per il numero di seggi spettanti, ottenendo così il quoziente elettorale regionale di lista. Per ogni collegio plurinominale divide quindi la cifra elettorale circoscrizionale della lista per il quoziente elettorale regionale di lista, ed assegna alla lista medesima il numero di seggi corrispondente alla parte intera del risultato di tale divisione. I seggi residui sono attribuiti alla lista in quelle circoscrizioni della regione cui corrispondono nell’ordine le rispettive cifre residuali più alte, date dalla differenza tra la cifra elettorale circoscrizionale ed il prodotto del quoziente elet- torale regionale di lista per il numero di seggi già assegnati alla lista medesima a quoziente intero.
    11) Qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo e la coalizione di liste o la singola lista con la maggiore cifra elettorale nazionale abbia già conseguito ai sensi del numero 4) una quota di seggi superiore a 169 si procede direttamente all’attribuzione dei seggi ai sensi dei numeri 7) e 8 );
    2. Qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale ai sensi del comma 1 abbia conseguito più di 169 seggi in seguito all’attribuzione del premio di maggioranza, ad essa viene sottratto il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tale caso l’Ufficio assegna 169 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista e ripartisce proporzionalmente i restanti 139 seggi tra le altre coalizioni di liste e liste di cui al comma 1, numero 3). A tal fine procede ai sensi del comma 1, numeri 7), 8 ), 9) e 10). 3. Qualora la verifica di cui al comma 1, numero 5) abbia dato esito negativo, si procede ad un turno di ballottaggio fra le liste o le coalizioni di liste che abbiano ottenuto al primo turno le due maggiori cifre elettorali nazionali, calcolate ai sensi del comma 1, numeri 1) e 2). I seggi vengono assegnati secondo le seguenti modalità:
    1) alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 163 seggi. In tale caso l’Ufficio assegna il numero di seggi così determinato alla suddetta coalizione di liste o singola lista. Divide quindi la cifra elettorale nazionale della coalizione o della singola lista per il nuovo totale dei seggi assegnati, ottenendo così il quo- ziente elettorale nazionale di maggio- ranza;
    2) l’Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 145 seggi, tra le altre coalizioni di liste e singole liste di cui al comma 1, numero 3). A tale fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per tale numero, ottenendo il quoziente elettorale nazionale di minoranza. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest’ul- tima si procede a sorteggio.
    3) l’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse al riparto con le modalità di cui al comma 1, numero 9); a tal fine si considerano i seggi di cui al comma 3, numero 1) e numero 2);
    4) ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del comma 1, numero 6), l’Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numero 10). A tale fine, in luogo del quoziente elettorale nazionale, utilizza il quoziente elettorale nazionale di maggioranza per la coalizione di liste o singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi al turno di ballottaggio e il quoziente elettorale nazionale di minoranza per le altre coalizioni di liste o singole liste. »
    4. L’Ufficio centrale nazionale provvede a comunicare ai singoli Uffici elettorali circoscrizionali il numero dei seggi asse- gnati, per ciascuna circoscrizione della relativa regione, a ciascuna lista. 5. Di tutte le operazioni dell’Ufficio centrale nazionale viene redatto, in duplice esemplare, apposito verbale; un esemplare è rimesso alla Segreteria gene- rale del Senato la quale ne rilascia ricevuta, un altro esemplare è depositato presso la cancelleria della Corte di cassazione ».
    9. L’articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:
    « 1. Il presidente dell’ufficio elettorale nazionale proclama eletti, per ciascun collegio plurinominale della regione e nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l’ordine di presentazione. 2. Qualora una lista abbia esaurito il numero dei candidati presentati nel collegio plurinominale e non sia quindi possibile attribuire tutti i seggi ad essa spettanti, l’ufficio elettorale nazionale assegna i seggi nella medesima circoscrizione regionale alla lista, facente parte della stessa coalizione, che abbia la cifra residuale più alta tra quelle di cui al comma 1, numero 8 ), lettera g), ultimo periodo, non già utilizzata per l’attribuzione di seggi. Qualora due o più liste abbiano una uguale cifra residuale, si procede mediante sorteggio ».
    10. L’articolo 17-bis del decreto legislativo n. 533 del 1993 è abrogato. 11. All’articolo 19, comma 2, le parole « nell’ambito della stessa circoscrizione ai sensi dell’articolo 17, comma 8 » sono sostituite con le seguenti: « nell’ambito dello stesso collegio plurinominale o della stessa regione con le modalità di cui all’articolo 17 ».

  • Premessa

    CHIARAMONTE, A. C. A., & Sio, L. D. (2014). Premessa. In A. Chiaramonte & L. D. Sio (Eds.), Terremoto elettorale. Le elezioni politiche del 2013 (pp. 7–14). BOLOGNA: Il Mulino.

    Un terremoto: così si può definire il risultato elettorale del 2013, con un sistema che da bipolare diventa a «tre poli e mezzo», e il M5S che dal nulla diventa il primo partito, sospinto da oltre otto milioni di voti. Per la prima volta, dalla fine della Prima Repubblica, a determinare l’esito non è solo una bizzarra legge elettorale, né le scelte coalizionali dei partiti: è invece un massiccio cambiamento nelle scelte di voto degli elettori. Di qui la necessità di un’analisi rigorosa e approfondita di queste elezioni cruciali, che il libro affronta a tutto campo: dalla costruzione dell’offerta politica alla campagna elettorale, dalle dinamiche dell’astensionismo a quelle del voto e dei flussi elettorali, dalla novità del M5S al significativo ricambio della classe politica.

  • “The Italian General Election of 2013” – A free e-book collecting CISE analyses

    “The Italian General Election of 2013” – A free e-book collecting CISE analyses

     The Italian General Election of 2013: A dangerous stalemate?

    Edited by Lorenzo De Sio, Vincenzo Emanuele, Nicola Maggini and Aldo Paparo

    The third Eurozone economy and one of the six founders of the EEC (the direct ancestor of the European Union) in 1957, Italy is experiencing in recent years a season of political instability and uncertainty, especially after the crisis of Silvio Berlusconi’s leadership in the centre-right camp.

    A situation which has not improved after the results of the general election held in February 2013, whose overall outcome can be described as a dangerous stalemate. A new, anti-establishment party (the 5-Star Movement led by comedian Beppe Grillo) becoming the largest party with 25,6% of votes; the absence of any cohesive political majority in the Senate (whose vote of confidence is required); the installation of a government based on an oversized, hardly manageable political majority, led by Enrico Letta.

    How did all this happen? What are the political and the institutional factors that produced this outcome? What is the size and scope of the success of Beppe Grillo? Where are his votes coming from? Who paid the “cost of government” for the previous legislature? What are the likely scenarios for the future?

    First answers to such questions are presented in this book, which collects revised versions of short research notes published in Italian on the CISE website between February and April 2013, along with additional material published in Italian and English by CISE scholars on the Italian and international media.

    The goal of this book is to provide – in a timely fashion – a set of fresh, short analyses, able to provide a non-technical audience (including journalists, practitioners of politics, and everyone interested in Italian politics) with information and data about Italian electoral politics. Even electoral scholars will find interesting information, able to stimulate the construction of more structured research hypotheses to be tested in more depth. Too often international commentators portray Italian politics in a superficial fashion, without the support of fresh data and a proper understanding of the deeper processes involved. With this book, in spite of its limited scope, we hope to contribute to filling this gap.

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