Regionali Molise 2011: l’offerta politica

di Federico De Lucia

Nel prossimo fine settimana i cittadini della più piccola fra le Regioni a statuto ordinario italiane, il Molise, si recheranno alle urne per eleggere il nuovo Presidente della Regione e per rinnovare il Consiglio regionale. Pur non potendo parlare di una tornata elettorale molto rilevante dal punto di vista della politica nazionale, visto lo scarso peso demografico della Regione, si tratta comunque del primo banco di prova cui si sottopongono i partiti e gli schieramenti dopo le elezioni amministrative dello scorso maggio.

L’offerta politica che si presenterà agli elettori mostra un contesto quasi perfettamente bipolare, il che appare nettamente contraddittorio rispetto alle evoluzioni che il sistema partitico nazionale ha evidenziato negli ultimi anni. In particolare, agli elettori si presenteranno un centrodestra ed un centrosinistra sostanzialmente compatti: il primo candida per la terza volta consecutiva (la quarta, se consideriamo anche la tornata del 2000, poi annullate dal TAR) il Presidente uscente Michele Iorio; il secondo gli oppone il democratico Paolo di Laura Frattura. Gli altri due candidati in lizza sono Giovancarmine Mancini, candidato di La Destra, e Antonio Federico, sostenuto dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. In Molise in sostanza non vi è traccia della novità più consistente che a livello nazionale si è registrata negli ultimi tempi: il Terzo Polo.

Se si dà una occhiata alla storia elettorale del Molise della Seconda Repubblica, ci rendiamo conto di come questo non sia un caso. Il Molise è una delle Regioni italiane in cui il bipolarismo si è instaurato con più rapidità, ed in cui esso si è consolidato con più tenacia. In Tabella possiamo vedere come già nel 1995 gli schieramenti in campo fossero solo due. La stessa situazione si è verificata nel 2001 e nel 2006. Nel 2000 i candidati alla presidenza furono 4 ma, come oggi, 2 di essi erano sostenuti da liste isolate e assolutamente minoritarie (allora furono i Radicali e la Fiamma Tricolore).

Tabella 1




Bipolarismo sì, ma anche frammentazione, in ossequio al paradigma che ha caratterizzato l’intero paese nell’ultimo ventennio. Il numero di liste presentate è sempre stato molto alto se si pensa alle limitate dimensioni del contesto di cui parliamo, e questo sia per quanto riguarda il centrodestra che per quanto riguarda il centrosinistra. Ed anche alla tornata elettorale che si svolgerà fra pochissimi giorni gli schieramenti politici si avvicinano con un aspetto piuttosto variegato.

Tabella 2

Il centrodestra è composto dal PdL, da due liste centriste come l’UDC e l’AdC (il movimento di Pionati), da due liste meridionaliste come l’UDEUR e Grande Sud (la nuova formazione guidata da Miccichè), e da due liste civiche locali già attive da ormai un lustro (Progetto Molise e Molise Civile). Il centrosinistra è invece composto da PD, IdV (molto forte, come noto, nella Regione originaria di Di Pietro), SEL, FdS, PSI, dalla lista Alternativ@ (in cui sono confluiti candidati di ApI e di FLI), e dalla lista civica Costruire Democrazia (che fa capo al senatore ex IdV, Peppino Astore).

Ed il Terzo Polo? Semplice: in questa regione ancora non esiste. L’UDC è legatissimo al candidato Iorio (addirittura circolano voci su un suo prossimo trasferimento nel partito di Casini), e dunque non si è discostato dalla sua collocazione di centrodestra. L’ApI, priva di interlocutori centristi, ha preferito rimanere nel suo schieramento di provenienza. FLI, infine, dilaniato dall’incapacità di scegliere, ha preferito evitare di presentare il simbolo, e ha lasciato che alcuni suoi esponenti venissero ospitati dalla lista dell’ApI.