Attualità

  • Comunali 2023, la vittoria del centrodestra nei comuni superiori: “ritorno al bipolarismo” in attesa del ballottaggio

    Il 14 e 15 maggio è andato in scena il primo turno delle elezioni amministrative in 91 comuni superiori ai 15.000 abitanti. L’articolo scritto precedentemente da Matteo Boldrini e Aldo Paparo ha fotografato la situazione relativa all’affluenza, sottolineando la tendenza in diminuzione della partecipazione elettorale nel Paese. Spostando invece il focus sull’interpretazione dei risultati, possiamo ora derivare importanti indicazioni sui vincitori e i perdenti di queste elezioni. Come muoverci? Un criterio solido è quello di procedere al conteggio del numero di sindaci vincenti per coalizione, disaggregando il dato sia per macroarea geografica che per caratteristica del comune (capoluogo di Provincia), e infine comparandolo con i risultati delle ultime amministrative negli 86 comuni analizzati [1].

    La Tabella 1 evidenzia, innanzitutto, una situazione di partenza di perfetta parità tra le coalizioni di centrodestra e centrosinistra (31 vittorie contro 31), con una quota discreta di comuni governati da sindaci civici (14), e un Movimento 5 Stelle (M5S) quasi del tutto assente (1). Queste amministrative segnano, almeno per quanto concerne i 47 comuni già decisi al primo turno (vedasi la seconda colonna), una rottura dell’equilibrio iniziale, decretando la netta affermazione del centrodestra sul polo di centrosinistra (25 vittorie a 17). Per comprendere come e dove sia stata costruita questa vittoria arrivano in soccorso le colonne successive. Mentre l’ex Zona Rossa e il Sud si caratterizzano come aree di alta competitività tra i due poli (2 a 3 nella prima, 11 a 10 nella seconda), è il Nord a fare la differenza. È infatti qui che il centrodestra domina la competizione amministrativa, conquistando ben 12 comuni, rispetto ai 4 del centrosinistra. L’importanza del Nord per l’affermazione del centrodestra è indirettamente corroborata dall’analisi dell’ultima colonna, dove è riportato il dato dei capoluoghi di Provincia vinti al primo turno, e dove si ripropone invece un sostanziale equilibrio tra i due poli. Qui, infatti, il centrodestra conquista 3 comuni (Latina, Sondrio e Treviso) – 4 considerando Imperia e la vittoria di Claudio Scajola, che però non è sostenuto da liste nazionali di centrodestra – su 6, con il centrosinistra che si riconferma a Brescia e Teramo. Una non novità considerando come, seppur in un clima d’opinione che vede il centrodestra maggioritario nel Paese, le prestazioni del centrosinistra (e soprattutto il Partito Democratico) sono storicamente positivamente correlate con la dimensione dei comuni (Emanuele 2013).

    Questa analisi evidenzia un altro punto essenziale, strettamente legato alla morfologia del sistema partitico. Assistiamo, infatti, a una riduzione marcata della frammentazione del quadro politico. Un fenomeno in divenire, già sottolineato per le elezioni amministrative del 2021 (Maggini e Trastulli 2021) e del 2022 (Emanuele e Paparo 2022), connesso al progressivo e incessante drenaggio di voti dal M5S e dai partiti alla sinistra e alla destra dei due poli.  A questo, oggi si aggiunge il marcato calo di competitività dei civici (passati da 14 a 4) – frutto anche di un’offerta elettorale figlia delle recenti elezioni nazionali del settembre 2022 – riavvicinando così il sistema partitico agli schemi bipolari caratterizzanti la Seconda Repubblica.

    La partita delle amministrative risulta tuttavia ancora aperta, mancando all’appello 39 comuni dove si andrà al ballottaggio nelle giornate del 28 e 29 maggio. La Tabella 2 evidenzia, in tal senso, come in quasi la metà di questi comuni (18 su 39) si riproporrà la sfida tra centrodestra e il centrosinistra, con i primi in leggero vantaggio sui secondi (10 a 8), a cui vanno aggiunti due ballottaggi in cui il centrosinistra sfiderà la coalizione di destra, a guida Lega o Fratelli d’Italia (FDI). Nel complesso, le coalizioni a guida Partito Democratico giungono al ballottaggio in 27 comuni su 39, mentre il centrodestra avanza al secondo turno in 26 città (31 se si considerano le coalizioni a guida Lega o FDI che escludono Forza Italia). A confermare quanto detto precedentemente sulla riduzione della frammentazione del quadro politico, il M5S e le coalizioni alla sinistra del PD raggiungono il secondo turno in sole due occasioni. In riferimento ai capoluoghi, infine, particolare menzione merita la sfida serrata nell’ex feudo rosso, Ancona, dove il centrodestra guidato da Daniele Silvetti (45,1%) risulta in vantaggio sulla candidata del centrosinistra Simonella Ida (41,3%).

    Nota metodologica

    La Sinistra alternativa al PD riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra Potere al Popolo (PAP), Rifondazione (PRC), Partito comunista Rizzo (PC), Partito comunista italiano Arboresi (PCI), Partito comunista dei lavoratori (PCDL), Articolo-1-MDP (MDP), Sinistra italiana (SI), Partito socialista italiano o socialisti (PSI), Centro democratico (CeDem), Italia in Comune (ITCOM), DemA (DemA), Italia dei Valori (IDV), Europa verde (Verdi), Possibile (Possibile), DemoS (Demos) – ma non dal PD.

    Il Centrosinistra è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia il PD.

    il Centro riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra  Noi Moderati (NOIDOM), Più Europa (+EU), Azione (AZ), Italia Viva (IV), Noi con l’Italia (NCI), Unione di Centro (UDC), Democrazia Cristiana (DC), Partito Repubblicano (PRI) Volt (Volt) – ma né PD né FI.

    Il Centrodestra è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia FI.

    La Destra riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra Lega o Prima + nome del comune (LEGA), Fratelli d’Italia (FDI), Cambiamo Toti (Cambiamo), Popolo della Famiglia (PDF), Partito liberale europeo (PLE), Rinascimento Sgarbi (Sgarbi), Italexit (ITEXIT), Fiamma Tricolore (FT), Movimento Idea Sociale (MIS) – ma non FI.

    I candidati civici sono invece quei candidati non sostenuti da alcuna lista di cui sopra ma soltanto da liste civiche.

    Quindi, se un candidato è sostenuto dal PD o da FI è attribuito al centrosinistra e al centrodestra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno.

    Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo PD e FI che hanno la priorità) in sede di attribuzione pre-elettorale viene segnato come appartenente ad entrambe le aree (vedi ‘Altre formule’). Esempio: se, per ipotesi, Potere al Popolo (PAP) e Azione (AZ) sostengono lo stesso candidato (che non è candidato di nessun partito principale) la coalizione viene indicata come SX-CX. Dopo il voto, si valuterà il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

    Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico (CIV). Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico.

    Riferimenti bibliografici

    Boldrini, M. e Paparo, A. (2023). ‘Comunali 2023: astensione in crescita ovunque, tiene il Sud’, disponibile su: Comunali 2023: astensione in crescita ovunque, tiene il Sud | CISE (luiss.it)

    Emanuele, V. (2013). ‘Il voto ai partiti nei comuni: La Lega è rintanata nei piccoli centri, nelle grandi città vince il Pd’, in Le Elezioni Politiche 2013, L. De Sio, C. Cataldi e F. De Lucia (a cura di), Dossier CISE, pp. 83-88.

    Emanuele, V. e Paparo, A. (2021). ‘Comunali 2022, il quadro dei vincitori e delle sfide al ballottaggio nei 142 comuni superiori’, disponibile su: Comunali 2022, il quadro dei vincitori e delle sfide al ballottaggio nei 142 comuni superiori | CISE (luiss.it)

    Maggini, N. e Trastulli, F. (2021). ‘“Ritorno al bipolarismo”: il quadro delle vittorie e delle sfide ai ballottaggi nei comuni sopra i 15mila abitanti’, disponibile su: “Ritorno al bipolarismo”: il quadro delle vittorie e delle sfide ai ballottaggi nei comuni sopra i 15mila abitanti | CISE (luiss.it)

    [1] La discrepanza tra i 91 comuni superiori al voto e gli 86 qui esaminati deriva da 5 comuni, esclusi dall’analisi, che precedentemente avevano votato con il sistema elettorale previsto per i comuni inferiori a 15.000 abitanti, rendendo dunque impraticabile il confronto con l’ultima tornata di amministrative.

  • Comunali 2023: astensione in crescita ovunque, tiene il Sud

    Il risultato del primo turno di amministrative tenutesi il 14 e il 15 maggio sembra confermare la tendenza alla diminuzione della partecipazione elettorale nel nostro Paese. Il dato finale a livello nazionale evidenzia infatti un’affluenza pari al 59,03%, con una flessione di circa due punti percentuali rispetto alle elezioni amministrative precedenti, quando si è recato a votare il 61,22% degli aventi diritto, e di quasi cinque punti rispetto alle politiche del 2022, quando l’affluenza si era attestata al 63, 8%. Si tratta di un risultato che certamente non sorprende. Le elezioni amministrative sono infatti considerate delle elezioni di “secondo ordine” rispetto alle elezioni politiche (Reif e Schmitt 1980) in cui è più difficile mobilitare gli elettori. Inoltre, è noto che l’Italia risulta interessata da tempo da un trend di decrescente affluenza (Emanuele e Maggini 2016; Trastulli 2021; Improta e Angelucci, 2022).

    Data il complessivo calo dell’affluenza, è interessante esplorare questa tendenza in base alle differenze geografiche e alla dimensione dei Comuni, per evidenziare se questo aumento dell’astensionismo abbia avuto caratteristiche omogenee oppure presenti delle specificità territoriali.

    La Tabella 1 illustra l’affluenza alle comunali del 2023 nei 91 comuni superiori (cioè con più di quindicimila abitanti) divisi per zona geopolitica (Nord, Zona Rossa e Sud). In primo luogo, in tutte e tre le aree si registra una diminuzione dell’affluenza rispetto alla precedente tornata elettorale, con valori sostanzialmente simili, solo leggermente più alti per quanto riguarda le regioni del Nord (-2,6%) e più bassi per quanto riguarda la Zona Rossa (-1,8%). Il Nord si conferma inoltre la zona del Paese con la minore affluenza in questo tipo di elezioni (54,1%), con valori inferiori sia alla Zona Rossa (57,6%), sia al Sud (61,7%), l’area in cui l’affluenza ha raggiunto i livelli più alti.

    Questo quadro viene in parte confermato dal confronto con le elezioni politiche. Rispetto allo scorso settembre, infatti, il calo dell’affluenza nei comuni maggiori è stato più elevato (-4,6%) rispetto a quello complessivo di questa tornata di amministrative. Tuttavia, nuovamente, vi sono ampie differenze territoriali. Il Nord costituisce l’area del Paese dove il calo rispetto alle politiche è stato più elevato (-15,3%), seguito dalla Zona Rossa (-10,7%). Al contrario, al Sud, vi è stata una crescita dell’affluenza di ben 4,6 punti percentuali, confermandosi come l’area del Paese più interessata a questo tipo di competizioni elettorali. Si tratta di un dato coerente con quanto visto con le recenti tornate amministrative (Trastulli 2021; Improta e Angelucci, 2022) e presumibilmente legato a dinamiche localistiche e alla presenza di “signori delle preferenze” (Fabrizio e Feltrin 2007; Emanuele e Marino 2016).

    Concentrandosi poi sulla competizione elettorale nei comuni capoluogo (Tabella 2), si nota come essa sia interessata da forti specificità locali. Sebbene infatti in questi comuni la crescita dell’astensionismo sia generalmente più elevata, vi sono numerosi casi particolari.

    Rispetto alle elezioni politiche, infatti, l’affluenza crolla a Treviso (-19,1%), Vicenza (-15,9%) e Brescia (15,3%), mentre sostanzialmente tiene a Imperia (-4,2%), Massa (-3,7%) e Teramo, oltre a crescere a Brindisi (+3,6%). Rispetto alle comunali invece il quadro diviene ancora più complesso, con una forte decrescita a Treviso (-7%), a Imperia (-4,7%) e Sondrio (-4%) ma addirittura una leggera crescita dell’affluenza ad Ancona (+0,4%), Brescia (+0,4%) e Siena (+0,7%).

    L’astensione sembra dunque confermarsi nuovamente come la vera vincitrice di questa tornata elettorale. Tuttavia, sembra consolidarsi una tendenza di tipo nuovo, con il Sud e i centri più piccoli (o comunque non capoluogo) maggiormente interessati a queste competizioni di “secondo ordine”.

    Riferimenti bibliografici

    Emanuele, V., & Maggini, N. (2016). ‘Calo dell’affuenza, frammentazione e incertezza nei comuni superiori al voto’, in Cosa succede in città? Le elezioni comunali del 2016, V. Emanuele, N. Maggini e A. Paparo (a cura di), Dossier CISE, pp.49-56.

    Emanuele, V., & Marino, B. (2016). ‘Follow the candidates, Not the parties? Personal vote in a regional de-institutionalized party system’. Regional & Federal Studies, 26(4), 531-554.

    Fabrizio, D., & Feltrin, P. (2007). ‘L’uso del voto di preferenza: una crescita continua’, in Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle regioni italiane, A. Chiaramonte e G. Tarli Barbieri (a cura di), Bologna: Il Mulino, pp. 175-199.

    Reif, K., & Schmitt, H. (1980). ‘Nine second-order national elections – A conceptual framework for the analysis of european election results’. European Journal of Political Research, 8(1), pp. 3-44.

    Trastulli, F. (2021). ‘Comunali 2021: crollo dell’affluenza, vince l’astensione. Grandi città disertate, “tiene” l’effetto incumbent’, disponibile su: Comunali 2021: crollo dell’affluenza, vince l’astensione. Grandi città disertate, “tiene” l’effetto incumbent | CISE (luiss.it)

  • Elezioni regionali. Che cosa ha causato l’astensione record

    di Roberto D’Alimonte

    Pubblicato sul Sole 24 Ore il 13 febbraio 2023

    Non c’è stata nessuna sorpresa. L’esito del voto in Lombardia e Lazio è stato quello ampiamente previsto da mesi. E’ bastato conoscere l’offerta, cioè le alleanze fatte e non fatte dai partiti dei due poli , per sapere come sarebbe andata a finire, e cioè la vittoria del centro-destra unito contro il centro-sinistra diviso. La sorpresa viene invece dal dato sulla partecipazione al voto. Era prevedibile che fosse più bassa rispetto a cinque anni fa ma non che fosse tanto bassa. Eppure nemmeno questa è una novità assoluta. Nel 2014 in Emilia-Romagna, una delle regioni più virtuose del paese in fatto di affluenza,, si è recato alle urne per l’elezione del presidente della regione solo il 37,7% degli elettori. Un record negativo che nemmeno il dato di oggi scalfisce. Negli stessi giorni in cui si votava in Emilia-Romagna si è votato anche in Calabria, una delle regioni meno virtuose, e lì l’affluenza è stata addirittura superiore, il 44,1%. Per completare il quadro ricordiamo che nelle elezioni successive, le politiche del 2018, in Emilia-Romagna la partecipazione al voto è tornata su livelli ‘normali’ ; ha votato infatti il 78,3% degli elettori.

    Il caso della Emilia-Romagna è particolarmente interessante perché evidenzia alcune delle ragioni responsabili per l’elevato livello di astensionismo delle elezioni di oggi. Con buona pace di Bonaccini, eletto allora presidente della regione e oggi candidato alla segreteria del Pd, in quella occasione gli elettori hanno disertato le urne perché l’offerta proposta, cioè i candidati, erano poco attraenti. E’ molto probabile che questo sia stato uno dei motivi della bassa affluenza in Lombardia e Lazio. A questo occorre aggiungere altri due elementi: l’assenza di temi coinvolgenti e la percezione diffusa che l’esito fosse scontato. Sommando a questi fattori contingenti le ben note cause strutturali che da tempo incidono sulla affluenza (debolezza dei partiti in primis) ne esce fuori un quadro caratterizzato da un astensionismo tendenzialmente crescente ma in parte intermittente. In altre parole si vota sempre di meno ma si vota anche selettivamente. Nella stessa Emilia-Romagna dove nel 2014 ha votato solo il 37,7% degli elettori, alle regionali di cinque anni dopo in un clima politico completamente diverso l’affluenza è stata del 67,8%. E’ possibile che la stessa cosa succeda anche in Lombardia e Lazio in futuro. Per ora resta il fatto che Fontana e Rocca sono stati eletti con percentuali elevate ma da una esigua minoranza di elettori.

    Con un astensionismo così alto occorre prudenza nell’analizzare questo risultato.

    Il centro-destra ha vinto ma non è vero che sia andato meglio delle ultime politiche. Questa è una lettura sbagliata del voto. Proprio perché sono pochi gli elettori andati a votare sono anche relativamente pochi, rispetto alle politiche di settembre, gli elettori che hanno votato i partiti del centro-destra. Ma in politica contano le percentuali. E questo spiega l’esultanza di Salvini che alle politiche aveva preso in Lombardia il 13,3 % e oggi, pur avendo ottenuto meno voti di allora, si ritrova con una percentuale più alta e soprattutto con un distacco da Fdi che nel 2022 era di quindici punti e oggi è diminuito. E così Salvini si rafforza dentro il suo partito e in fondo anche Meloni si rafforza dentro il governo. Il suo risultato in Lombardia non è esaltante visto che alle politiche aveva preso il 28,5 % e oggi meno ma proprio per questo la convivenza con la Lega diventa meno problematica. In ogni caso il voto conferma Fdi come primo partito anche in Lombardia oltre che in Lazio. In breve , a quattro mesi dalle politiche questo voto dimostra che poco è cambiato da allora in fatto di preferenze degli elettori. Questo vale a destra come a sinistra dove il Pd ha dimostrato una sostanziale tenuta e il M5s ha confermato di essere sempre più un partito meridionale.

    Chi esce male da questo voto è il terzo polo. In Lombardia diversi sondaggi avevano pronosticato un risultato a due cifre. Aver ottenuto meno del 10% con una candidatura di prestigio come quella di Letizia Moratti deve far riflettere. In una competizione, come quella delle regionali, in cui la sfida è prendere un voto in più degli avversari è difficile attirare consensi se non si è percepiti come competitivi. Da questo punto di vista il voto disgiunto, su cui forse puntava il terzo polo, funziona poco. E’ difficile sfuggire alla dinamica del maggioritario. E questa è una lezione di cui il terzo polo dovrà tener conto per il futuro.

    Nel centro-sinistra resta aperto il problema delle alleanze. Per quanto limitato, il test di oggi dice che non basta una coalizione Pd-M5s o Pd -Azione/Italia viva per essere competitivi nei confronti di un centro-destra unito. E’ vero che il centro-sinistra unito non può vincere comunque dappertutto. In Lombardia da quando è entrata in vigore nel 1995 l’elezione diretta del presidente della giunta regionale il centro-sinistra non è mai riuscito a vincere, nemmeno quando si è presentato unito. Non poteva certamente farlo adesso presentandosi diviso. Ma in Lazio è diverso. Qui il centro-sinistra ha vinto tre elezioni regionali su cinque a partire dal 1995. Oggi ha perso malamente e continuerà a perdere qui e altrove se continuerà a presentarsi diviso. Ci vorrebbe un nuovo Ulivo, ma al momento non si vede chi e come possa metterlo insieme.

  • Errori e possibili rimedi nella legge elettorale italiana

    Autori: Mirko Bezzi (Associazione Mathesis Bergamo), Raffaele Capuano* (Dirigente Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli), Gianfranco Gambarelli (Professore emerito, Università di Bergamo), Giuliana Angela Zibetti (Collaboratrice, Università di Bergamo)

    *opinioni espresse a titolo personale

    Sunto: Un recente modello consente di evitare molti errori commessi in passato dai sistemi elettorali italiani.

    Parole chiave: Sistema elettorale, Ripartizioni bi-proporzionali, Calcolo seggi

    I SISTEMI ELETTORALI ITALIANI

    Il sistema elettorale italiano attualmente in vigore[1] è basato su un sistema “misto” secondo cui l’attribuzione dei seggi disponibili è effettuata applicando, per una percentuale di questi, un meccanismo “proporzionale” tra liste e, per la percentuale rimanente, un meccanismo “maggioritario”[2]. Tale sistema impone delle soglie di sbarramento per Camera e Senato e garantisce il rispetto del principio di proporzionalità prevedendo che una parte dei seggi sia attribuita con il metodo proporzionale dei quozienti interi e dei maggiori resti, sia a livello nazionale per la Camera sia a livello regionale per il Senato. V'è poi un'importante questione. I seggi totali da assegnare a ogni circoscrizione (per la Camera) e a ogni collegio (per il Senato) sono prefissati in ragione delle relative popolazioni, mentre i seggi totali da assegnare a ogni partito (a livello nazionale o regionale, a seconda del caso) dipendono dai voti ottenuti.

    GLI ERRORI

    I metodi finora adottati in Italia si sono rivelati imperfetti, in quanto le distribuzioni conseguenti spesso non hanno rispettato i totali prefissati. Tale fenomeno, noto in dottrina come “slittamento”, si verifica quando il sistema elettorale – che stabilisce le modalità di ripartizione dei seggi – non riesce ad evitare che il numero definitivo dei seggi eletti nelle circoscrizioni possa essere superiore oppure inferiore a quello spettante in base alla popolazione residente[3]. Si sono verificate infrazioni nelle elezioni del 2001, 2006, 2008, 2013.

    Nelle elezioni per la Camera del Deputati del 2018, in cui fu usato il sistema denominato Rosatellum (legge 3 novembre 2017, n. 165),  i totali furono rispettati ma a scapito della proporzionalità delle assegnazioni dei seggi all'interno delle circoscrizioni[4].

    Nelle elezioni per il Senato della Repubblica del 2022, in diverse circoscrizioni, sono stati assegnati un numero di seggi diverso da quello previsto. Ad esempio, per il collegio Lombardia P02 sono stati attribuiti 9 seggi anziché 8 e scapito del collegio Lombardia P03 al quale sono stati assegnati 5 seggi anziché 6.

    IL METODO SVIZZERO

    Nel 2006 Friedrich Pukelsheim sviluppò un metodo (Pukelsheim, 2006) che garantisce una certa proporzionalità fra voti e seggi, rispettando sia i totali di collegio/circoscrizione che i totali di partito. Per costruire la matrice che rappresenta la distribuzione dei seggi l’algoritmo sviluppato utilizza una procedura iterativa in cui la funzione da minimizzare, o funzione d’errore, conta quanti seggi sono erroneamente attribuiti al passo t e attribuisce lo stesso peso a un errore nelle righe (relative alla circoscrizione) e nelle colonne (relative ai partiti o alle coalizioni) della matrice. L'algoritmo costruttivo risulta di difficile traduzione in termini giuridici, per cui le leggi elettorali dei Paesi in cui è stato adottato, ad es. alcuni cantoni Svizzeri, fanno riferimento direttamente al software.

    LA NOVITÀ

    Un'idea descritta in (Gambarelli e Zibetti, 2014) è stata sviluppata in (Bezzi et al., 2019). Dapprima viene compilata la matrice dei voti totali per partito e per circoscrizione.In seguito viene determinata la matrice dei seggi da assegnare a ciascuna circoscrizione (totali righe) e il numero totale di seggi da assegnare ai partiti (totali colonna).Si attua in seguito una procedura ricorsiva, fino all’esaurimento dei seggi da assegnare, attribuendo un seggio nella posizione in cui è massima la differenza fra l’elemento della tabella di riferimento e il numero di seggi attualmente assegnati.

    Si tratta di un modello che supera i due problemi suesposti, mantenendo le altre caratteristiche del metodo svizzero. In tal modo si possono evitare le passate infrazioni. Il vantaggio del metodo qui proposto rispetto a quello di Pukelsheim consiste nel fatto che quest'ultimo cerca, a ogni passo, una mediazione fra le distorsioni orizzontale e verticale, cioè tra le righe e le colonne della matrice dei seggi, mentre il nostro realizza una minimizzazione globale della distorsione stessa (a livello, cioè, sia orizzontale che verticale).

    LA MODIFICA PROPOSTA PER LE ELEZIONI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

    Facciamo seguire le variazioni legislative, basate sul metodo Bezzi-Gambarelli-Zibetti, che proponiamo per art. 83 del DPR 30 marzo 1957, n. 361, come novellato dall’art. 1, comma 26, della legge n. 165 del 2017.

      Sostituire il comma 26   Con
    f) procede al riparto di 617 seggi; a tale fine, detrae i 231 seggi già attribuiti ai candidati proclamati eletti nei  collegi uninominali ai sensi dell'articolo 77, comma 1, lettera b), e procede al riparto dei restanti seggi tra le coalizioni di liste e le singole liste di cui alla lettera e) del presente comma in  base  alla  cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse, fatto salvo quanto previsto all'articolo 92, primo comma. A tale  fine  divide  il  totale  delle cifre elettorali nazionali delle coalizioni di liste e delle  singole liste di cui alla lettera e) del presente comma  per  il  numero  dei seggi  da  attribuire,  ottenendo  così  il   quoziente   elettorale nazionale.   Nell'effettuare   tale   divisione   non   tiene   conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi  la  cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera  del  quoziente  così  ottenuto rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che  rimangono  ancora  da  attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni  di  liste  o  singole liste per le quali queste ultime divisioni abbiano  dato  i  maggiori resti, secondo l'ordine decrescente dei resti medesimi, e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la  maggiore  cifra elettorale  nazionale;  a  parità  di  quest'ultima  si  procede   a sorteggio; g) procede, per ciascuna coalizione  di  liste,  al  riparto  dei seggi fra  le  liste  collegate  che  abbiano  conseguito  sul  piano nazionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi nonché fra le  liste  collegate  rappresentative   di   minoranze   linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in una regione  ad  autonomia speciale il cui statuto o le relative norme di  attuazione  prevedano una particolare tutela di tali minoranze  linguistiche,  che  abbiano conseguito almeno il 20 per cento  dei  voti  validi  espressi  nella regione medesima o i cui candidati siano stati proclamati  eletti  in almeno  due  collegi  uninominali  della  circoscrizione   ai   sensi dell'articolo 77. A tale fine, divide la somma delle cifre elettorali delle  liste  ammesse  al  riparto  per  il  numero  di  seggi   già individuato  ai  sensi  della  lettera   f)   del   presente   comma. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto  dell'eventuale  parte frazionaria  del  quoziente  così  ottenuto.  Divide  poi  la  cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al  riparto  per  tale quoziente. La parte intera del quoziente così  ottenuto  rappresenta il numero dei seggi da  assegnare  a  ciascuna  lista.  I  seggi  che rimangono ancora da attribuire sono  rispettivamente  assegnati  alle liste per le quali queste ultime divisioni abbiano  dato  i  maggiori resti e, in  caso  di  parità  di  resti,  alle  liste  che  abbiano conseguito la maggiore  cifra  elettorale  nazionale;  a  parità  di quest'ultima si procede a sorteggio;     h) procede quindi alla distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle coalizioni di liste o singole liste  di  cui alla lettera e).  A  tale  fine  determina  il  numero  di  seggi  da attribuire in ciascuna circoscrizione sottraendo dal numero dei seggi spettanti alla circoscrizione stessa ai sensi dell'articolo 3,  comma 1, il numero dei collegi uninominali costituiti nella circoscrizione. Divide quindi la somma delle cifre elettorali circoscrizionali delle coalizioni di liste e delle singole liste ammesse al riparto  per  il numero di seggi da attribuire nella circoscrizione,  ottenendo  così il quoziente elettorale circoscrizionale.   Nell'effettuare   tale divisione non tiene conto  dell'eventuale  parte  frazionaria  del quoziente  così   ottenuto.   Divide   poi   la   cifra   elettorale circoscrizionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista  per il  quoziente  elettorale  circoscrizionale,   ottenendo   così   il quoziente  di  attribuzione.  La  parte  intera  del   quoziente   di attribuzione rappresenta il numero dei seggi da assegnare a  ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora  da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste  o singole liste per le quali queste  ultime  divisioni  hanno  dato  le maggiori parti decimali e, in caso di  parità,  alle  coalizioni  di liste  o  singole  liste  che  hanno  conseguito  la  maggiore  cifra elettorale  nazionale;  a  parità  di  quest'ultima  si  procede   a sorteggio. Esclude dall'attribuzione di cui al periodo precedente  le coalizioni di  liste  o  singole  liste  alle  quali  è  stato  già attribuito il numero di seggi  ad  esse  assegnato  a  seguito  delle operazioni di cui alla lettera f). Successivamente l'Ufficio  accerta se il numero  dei  seggi  assegnati  in  tutte  le  circoscrizioni  a ciascuna coalizione di liste o singola lista corrisponda al numero di seggi determinato ai  sensi  della  lettera  f).  In  caso  negativo, procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla coalizione di liste o singola lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti e,  in caso di parità di seggi eccedenti da parte  di  più  coalizioni  di liste o singole liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi  con  le  altre  coalizioni  di liste o singole liste  in  ordine  decrescente  di  seggi  eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla coalizione di liste  o  singola  lista nelle circoscrizioni nelle quali essa li ha  ottenuti  con  le  parti decimali dei  quozienti  di  attribuzione,  secondo  il  loro  ordine crescente, e nelle quali inoltre le coalizioni  di  liste  o  singole liste, che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettante, abbiano parti  decimali  dei  quozienti  non  utilizzate.   Conseguentemente, assegna i seggi a tali coalizioni di liste o singole  liste.  Qualora nella medesima circoscrizione  due  o  più  coalizioni  di  liste  o singole liste abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio è attribuito alla coalizione di liste o  alla  singola  lista con la più alta parte decimale del quoziente non  utilizzata  o,  in caso di parità, a quella con la maggiore cifra elettorale nazionale. Nel caso in cui non sia possibile attribuire il  seggio  eccedentario nella medesima circoscrizione, in quanto non vi siano  coalizioni  di liste o singole liste deficitarie con parti decimali di quozienti non utilizzate, l'Ufficio prosegue, per la stessa coalizione di  liste  o singola lista eccedentaria, nell'ordine  dei  decimali  crescenti,  a individuare un'altra circoscrizione, fino a quando non sia  possibile sottrarre il seggio eccedentario e attribuirlo ad una  coalizione  di liste o singola lista deficitaria nella medesima circoscrizione.  Nel caso  in  cui  non  sia  possibile  fare  riferimento  alla  medesima circoscrizione ai fini del completamento delle operazioni precedenti, fino a concorrenza dei seggi ancora da  cedere,  alla  coalizione  di liste o singola lista eccedentaria vengono sottratti  i  seggi  nelle circoscrizioni nelle  quali  li  ha  ottenuti  con  le  minori  parti decimali del quoziente di attribuzione e alla coalizione di  liste  o singola lista  deficitaria  sono  conseguentemente  attribuiti  seggi nelle altre  circoscrizioni  nelle  quali  abbia  le  maggiori  parti decimali del quoziente di attribuzione non utilizzate;     i) procede quindi all'attribuzione nelle  singole  circoscrizioni dei seggi spettanti alle liste di ciascuna coalizione. A  tale  fine, determina il quoziente circoscrizionale  di  ciascuna  coalizione  di liste dividendo il totale  delle  cifre  elettorali  circoscrizionali delle liste ammesse alla ripartizione  ai  sensi  della  lettera  g), primo periodo, per il numero  dei  seggi  assegnati  alla  coalizione nella circoscrizione ai sensi della lettera  h).  Nell'effettuare  la divisione di cui al periodo precedente non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide quindi  la  cifra  elettorale circoscrizionale  di  ciascuna  lista  della  coalizione   per   tale quoziente circoscrizionale.  La  parte  intera  del  quoziente  così ottenuto rappresenta il numero dei  seggi  da  assegnare  a  ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle  parti  decimali  dei quozienti così ottenuti; in caso di parità,  sono  attribuiti  alle liste con la maggiore cifra elettorale circoscrizionale; a parità di quest'ultima, si procede a sorteggio.  Esclude  dall'attribuzione  di cui al periodo precedente le liste alle quali è stato attribuito  il numero di seggi ad esse assegnato a seguito delle operazioni  di  cui alla lettera g). Successivamente l'ufficio accerta se il  numero  dei seggi  assegnati  in  tutte  le  circoscrizioni  a   ciascuna   lista corrisponda al numero dei seggi ad essa  attribuito  ai  sensi  della lettera g). In  caso  negativo,  procede  alle  seguenti  operazioni, iniziando dalla lista che abbia il maggior numero di seggi  eccedenti e, in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più  liste,  da quella che abbia ottenuto la  maggiore  cifra  elettorale  nazionale, proseguendo poi con le altre liste, in ordine  decrescente  di  seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla lista nelle  circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei  quozienti, secondo il loro ordine crescente, e nelle quali inoltre le liste, che non abbiano ottenuto il numero  di  seggi  spettante,  abbiano  parti decimali dei quozienti non utilizzate.  Conseguentemente,  assegna  i seggi a tali liste. Qualora nella medesima circoscrizione due o  più liste abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate, il  seggio è attribuito  alla  lista  con  la  più  alta  parte  decimale  del quoziente non utilizzata o, in caso  di  parità,  a  quella  con  la maggiore  cifra  elettorale  nazionale.  Nel  caso  in  cui  non  sia possibile  attribuire   il   seggio   eccedentario   nella   medesima circoscrizione, in quanto non vi siano liste  deficitarie  con  parti decimali di quozienti non  utilizzate,  l'Ufficio  prosegue,  per  la stessa lista eccedentaria,  nell'ordine  dei  decimali  crescenti,  a individuare un'altra circoscrizione, fino a quando non sia  possibile sottrarre  il  seggio  eccedentario  e  attribuirlo  ad   una   lista deficitaria nella medesima circoscrizione. Nel caso in  cui  non  sia possibile fare riferimento alla medesima circoscrizione ai  fini  del completamento delle operazioni precedenti,  fino  a  concorrenza  dei seggi ancora da cedere, alla lista eccedentaria vengono  sottratti  i seggi nelle circoscrizioni nelle quali li ha ottenuti con  le  minori parti decimali del quoziente di attribuzione e alle liste deficitarie sono conseguentemente attribuiti  seggi nelle  altre  circoscrizioni nelle quali abbiano le maggiori parti decimali del quoziente di attribuzione non utilizzate. f) procede al riparto di 400 seggi; a tale fine, si detraggono i 155 seggi già attribuiti ai candidati proclamati eletti nei collegi uninominali ai sensi del Referendum Costituzionale relativo a “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019. Procede al riparto dei restanti seggi tra le coalizioni di liste e le singole liste di cui alla lettera e) del presente comma in  base  alla  cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse, fatto salvo quanto previsto all'articolo 92, primo comma. A tale  fine  divide  il  totale  delle cifre elettorali nazionali delle coalizioni di liste e delle  singole liste di cui alla lettera e) del presente comma  per  il  numero  dei seggi  da  attribuire,  ottenendo  così  il   quoziente   elettorale nazionale. Nell'effettuare   tale   divisione   non   tiene   conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi  la  cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera  del  quoziente  così  ottenuto rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che  rimangono  ancora  da  attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni  di  liste  o  singole liste per le quali queste ultime divisioni abbiano  dato  i  maggiori resti, secondo l'ordine decrescente dei resti medesimi, e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la  maggiore  cifra elettorale  nazionale;  a  parità  di  quest'ultima  si  procede   a sorteggio;   g) Procede, per ciascuna coalizione  di  liste,  al  riparto  dei seggi fra  le  liste  collegate  che  abbiano  conseguito  sul  piano nazionale almeno il 3 per cento dei voti validi espressi nonché  fra le  liste  collegate  rappresentative   di   minoranze   linguistiche riconosciute, presentate esclusivamente in una regione  ad  autonomia speciale il cui statuto o le relative norme di  attuazione  prevedano una particolare tutela di tali minoranze  linguistiche,  che  abbiano conseguito almeno il 20 per cento  dei  voti  validi  espressi  nella regione medesima o i cui candidati siano stati proclamati  eletti  in almeno  due  collegi  uninominali  della  circoscrizione   ai   sensi dell'articolo 77. A tale fine, divide la somma delle cifre elettorali delle  liste  ammesse  al  riparto  per  il  numero  di  seggi   già individuato  ai  sensi  della  lettera   f)   del   presente   comma. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto  dell'eventuale  parte frazionaria  del  quoziente  così  ottenuto.  Divide  poi  la  cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al  riparto  per  tale quoziente. La parte intera del quoziente così  ottenuto  rappresenta il numero dei seggi da  assegnare  a  ciascuna  lista.  I  seggi  che rimangono ancora da attribuire sono  rispettivamente  assegnati  alle liste per le quali queste ultime divisioni abbiano  dato  i  maggiori resti e, in  caso  di  parità  di  resti,  alle  liste  che  abbiano conseguito la maggiore  cifra  elettorale  nazionale;  a  parità  di quest'ultima si procede a sorteggio;   h) Procede quindi alla distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle coalizioni di liste o singole liste  di  cui alla lettera e).  Utilizza il seguente metodo automatico di attribuzione dei seggi che: • determina la tabella delle Hare quota di riga, ogni elemento della quale è il prodotto dei voti ottenuti da quel partito in quella circoscrizione per i seggi totali in quella circoscrizione, diviso per i voti totali in quella circoscrizione; • determina la tabella delle Hare quota di colonna, ogni elemento della quale è il prodotto dei voti ottenuti da quel partito in quella circoscrizione per i seggi totali di quel partito, diviso per i voti totali di quel partito; • predispone una “matrice di seggi assegnati”, calcolando per ogni cella inizialmente il valore minimo troncato, tra la riga Hare e la colonna Hare per ciascuna posizione; • calcola la “matrice di riferimento”, assegnando il valore massimo tra la riga Hare e la colonna Hare per ciascuna posizione; • Ad ogni passaggio, assegna un seggio alla posizione in cui è presente la maggiore differenza tra il valore nella “matrice di riferimento” e il valore nella “matrice seggi assegnati”. Il seggio assegnato viene aggiornato nella “matrice seggi assegnati”; • Verifica la disponibilità residua di seggi assegnabili a ciascun partito; ciò accade se il partito è presente nella circoscrizione con seggi vacanti e se il numero totale di seggi da assegnare a tale partito a livello nazionale non è ancora stato raggiunto; • Continua nel ciclo di assegnazione fino a quando tutti i seggi sono stati assegnati.    

    APPLICAZIONE DEL METODO DESCRITTO PER LA DISTRIBUZIONE DEI SEGGI ALLA CAMERA NELLE ELEZIONI 2022 E DIFFERENZE CON I SEGGI ASSEGNATI

    Coalizioni   Centro Destra    Centro Sinistra  
    Partiti  FRAT.D’ITA. LEGA FOR.ITA  PD ALL.VE-SI  M5S AZI. SVP  totale
    PIEMONTE 1 3 1 1 2 1 1 1 0 10
    PIEMONTE 2 3 1 1 2 0 1 1 0 9
    LOMBARDIA 1 5 2 1 4 1 1 2 0 16
    LOMBARDIA 2 3 1 1 2 0 1 1 0 9
    LOMBARDIA 3 3 2 1 2 0 0 1 0 9
    LOMBARDIA 4 2 1 1 2 0 0 1 0 7
    VENETO 1 3 1 1 2 0 0 1 0 8
    VENETO 2 5 2 1 2 0 1 1 0 12
    FRIULI-VENEZIA GIULIA 2 1 0 1 0 0 1 0 5
    LIGURIA 1 1 0 2 0 1 1 0 6
    EMILIA ROMAGNA 5 1 1 7 1 2 1 0 18
    TOSCANA 4 1 1 5 1 2 1 0 15
    UMBRIA 1 0 0 1 1 0 1 0 4
    MARCHE 2 1 0 2 0 1 0 0 6
    LAZIO 1 5 1 1 4 1 2 1 0 15
    LAZIO 2 3 1 1 1 0 1 0 0 7
    ABRUZZO 2 1 1 1 0 1 0 0 6
    MOLISE 0 0 0 0 1 0 0 0 1
    CAMPANIA 1 2 0 1 2 1 6 1 0 13
    CAMPANIA 2 2 1 1 2 1 3 1 0 11
    PUGLIA 4 1 2 3 1 5 1 0 17
    BASILICATA 0 0 0 1 0 1 1 0 3
    CALABRIA 1 1 2 1 0 3 0 0 8
    SICILIA 1 2 0 1 1 1 3 1 0 9
    SICILIA 2 3 1 1 2 0 3 1 0 11
    SARDEGNA 2 0 1 2 0 2 0 0 7
    TRENTINO-ALTO-ADIGE 1 0 0 1 0 0 0 1 3
    Totale 69 23 22 57 11 41 21 1 245

    Tabella 1. Seggi che il metodo Bezzi-Gambarelli-Zibetti avrebbe attribuito alla Camera nelle elezioni del 2022.

    Coalizioni   Centro Destra      Centro Sinistra
    Partiti  FRAT.D’ITA. LEGA FOR.ITA  PD ALL.VE-SI  M5S AZI. SVP  totale
    PIEMONTE 1 +1 0 0 -1 0 0 0 0 0
    PIEMONTE 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    LOMBARDIA 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    LOMBARDIA 2 0 -1 0 +1 -1 +1 0 0 0
    LOMBARDIA 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    LOMBARDIA 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    VENETO 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    VENETO 2 +1 0 0 0 -1 0 0 0 0
    FRIULI-VENEZIA GIULIA 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    LIGURIA -1 0 0 0 0 0 +1 0 0
    EMILIA ROMAGNA 0 0 0 +1 0 0 -1 0 0
    TOSCANA 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    UMBRIA 0 0 -1 0 +1 -1 +1 0 0
    MARCHE 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    LAZIO 1 +1 0 0 0 0 0 -1 0 0
    LAZIO 2 +1 0 0 -1 0 0 0 0 0
    ABRUZZO 0 +1 0 0 0 0 -1 0 0
    MOLISE -1 0 0 0 +1 0 0 0 0
    CAMPANIA 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    CAMPANIA 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    PUGLIA 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    BASILICATA -1 0 0 0 0 0 +1 0 0
    CALABRIA -1 0 +1 0 0 0 0 0 0
    SICILIA 1 0 0 0 -1 +1 0 0 0 0
    SICILIA 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    SARDEGNA 0 0 0 +1 -1 0 0 0 0
    TRENTINO-ALTO-ADIGE 0 0 0 0 0 0 0 0 0
    Totale 0 0 0 0 0 0 0 0 0

    Tabella 2. Variazioni dei seggi, rispetto a quelli effettivamente assegnati, che il metodo in esame avrebbe attribuito alla Camera nelle elezioni del 2022.

    APPLICAZIONE DEL METODO DESCRITTO PER LA DISTRIBUZIONE DEI SEGGI AL SENATO NELLE ELEZIONI 2022 E DIFFERENZE CON I SEGGI ASSEGNATI. IL CASO DELLA LOMBARDIA

    L’attribuzione dei seggi per il Senato seguirebbe lo stesso procedimento di quello illustrato per la Camera con l’unica differenza che la ripartizione non verrebbe eseguita a livello nazionale ma per singola circoscrizione. I seggi da attribuire al Senato con il metodo proporzionale sono in totale 122.

    Nella Circoscrizione Lombardia, l’attuale sistema elettorale attribuisce un seggio in più al collegio Lombardia – P02 (9 seggi anziché 8) a scapito del collegio Lombardia – P03 (5 seggi anziché 6).

    Senato

    Partiti FRA.D’ITA. LEGA FOR.ITA.  PD  ALL.SI-VE  M5S  AZ.-IT.V. Totale
    LOMBARDIA – P01 1 1 1 1 0 1 1 6
    LOMBARDIA – P02 2 1 1 2 1 1 1 9
    LOMBARDIA – P03 2 1 0 2 0 0 0 5
    Totali 5 3 2 5 1 2 2 20

    Tabella 3. Seggi assegnati al Senato nelle elezioni del 2022 per la Lombardia.

    Partiti FRA.D’ITA. LEGA FOR.ITA.  PD  ALL.SI-VE  M5S  AZ.-IT.V. Totale
    LOMBARDIA – P01 1 1 0 1 1 1 1 6
    LOMBARDIA – P02 2 1 1 2 0 1 1 8
    LOMBARDIA - P03 2 1 1 2 0 0 0 6
    Totali 5 3 2 5 1 2 2 20

    Tabella 4. Seggi che il metodo Bezzi-Gambarelli-Zibetti avrebbe attribuito al Senato nelle elezioni del 2022 per la Lombardia.

      Partiti FRA.D’ITA. LEGA FOR.ITA.  PD  ALL.SI-VE  M5S  AZ.-IT.V. Totale
    LOMBARDIA – P01 0 0 -1 0 1 0 0 0
    LOMBARDIA – P02 0 0 0 0 -1 0 0 -1
    LOMBARDIA – P03 0 0 +1 0 0 0 0 +1
    Totali 0 0 0 0 0 0 0 0

    Tabella 5. Variazioni dei seggi, rispetto a quelli effettivamente assegnati, che il metodo in esame avrebbe attribuito al Senato nelle elezioni del 2022 per la Lombardia.

    PROPORZIONALE O MAGGIORITARIO ?

    Vi sono varie proposte di modifiche legislative[5]tali da consentire, con metodi maggioritari, una più efficiente governabilità. Qui ci limitiamo a osservare che il metodo proposto sarebbe parimenti applicabile anche se i totali venissero fissati con diverse modalità, come maggiori sbarramenti e premi di maggioranza.



    [1]   Cfr. Legge 3 novembre 2017 n. 165

    [2]   In tale ripartizione percentuale, le leggi elettorali stabiliscono, in generale, la prevalenza di uno dei due meccanismi (maggioritario o proporzionale) prevedendo che l’elettore si esprima con due voti, uno per ciascuno di essi; in Italia il sistema “misto” è stato introdotto per la prima volta, a seguito del referendum del 18.04.1993, con le Leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277

    [3]   Si vedano G. TARLI BARBIERI Lo slittamento dei seggi all’esame della Corte costituzionale in Le Regioni, 4/2014, G. TARLI BARBIERI Lo slittamento dei seggi dopo la sentenza n. 35/2917” in Quad. cost 2017, p. 537 ss.

    [4]    Si vedano a tal proposito i prospetti allegati al verbale del 14 marzo 2018 “elezione Camera Deputati” e il verbale delle operazioni dell’ufficio elettorale centrale nazionale compiute in data 20 marzo 2018.

    [5]Cfr. nota n. 5

    BIBLIOGRAFIA

    Bezzi M., G. Gambarelli e G. A. Zibetti (2019) "Bi-proportional Apportionments". In: Nguyen N., Kowalczyk R., Mercik J., Motylska-Kuźma A. (eds) Transactions on Computational Collective Intelligence XXXIV.
    Lecture Notes in Computer Science, vol 11890, pp. 146-161, Springer, Berlin, Heidelberg.  First Online: 01 November 2019.  DOI: https://doi.org/10.1007/978-3-662-60555-4_10.   Print ISBN: 978-3-662-60554-7. ·         Online ISBN: 978-3-662-60555-4.

    Gambarelli, G. e G. A. Zibetti (2014). “La nuova legge elettorale italiana - problemi e proposte di soluzione”. Atti dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo. Officina dell’Ateneo, Sestante Edizioni. Volume 76-77, pp 239-249. ISBN 978-88-6642-181-8.

    Pukelsheim, F. (2006) “Current issues of apportionment methods”, in B. Simeone and F. Pukelsheim (eds) Mathematics and democracy: recent advances in voting systems and collective choice, Springer, pp. 167-176.

    Pukelsheim, F., F. Ricca, B. Simeone, A. Scozzari, P. Serafini (2012) “Network flow methods for electoral systems” Wiley Periodicals, Inc. NETWORKS, 2012 Volume 59. Numero Speciale per INOC (International Network Optimization Conference) 2009, pp. 73-88.

Ricerca

  • A Crowded Room? The Destabilising Effect of Oversized Coalitions on Cabinet Survival in Southern Europe

    To cite the article:

    Marco Improta (2023): A Crowded Room? The Destabilising Effect of Oversized Coalitions on Cabinet Survival in Southern Europe, Mediterranean Politics, DOI: 10.1080/13629395.2023.2170033

    The article, published on Mediterranean Politics, can be accessed here

    Abstract

    Political science has traditionally devoted considerable attention to the issue of cabinet survival in several political systems. This study contributes to this established research agenda by investigating the dynamics of cabinet survival in Southern Europe – a region where cabinets have recently been striving to remain in office until the constitutionally mandated end of term. The study tests the impact of cabinet attributes, economic conditions, and the government formation process on different types of cabinet termination. It performs Cox survival analysis based on an original longitudinal multilevel dataset comprising 165 cabinets in six countries: Cyprus, Greece, Italy, Malta, Portugal, and Spain. The results show that oversized coalitions significantly increase the risk of cabinet termination, demonstrating the ingrained destabilizing effect of such ruling configurations on cabinet survival in Southern Europe. The study discusses the implications of this finding for the quality of democracy in this politically-sensitive region.

  • Radical-Right Surge in a Deinstitutionalised Party System: The 2022 Italian General Election

    To cite the article:
    Alessandro Chiaramonte, Vincenzo Emanuele, Nicola Maggini & Aldo Paparo (2023). Radical-Right Surge in a Deinstitutionalised Party System: The 2022 Italian General Election. South European Society and Politics, DOI: 10.1080/13608746.2022.2160088

    Abstract

    The 2022 Italian general election marked a new step in the unprecedented instability experienced by the Italian party system over the past 15 years. This article presents and discusses the outcome of the election within the deinstitutionalised Italian party system. The most remarkable results were the unprecedented success of the radical-right FDI (Fratelli d’Italia – Brothers of Italy) led by Giorgia Meloni (who would become the first female prime minister in Italy) and a historic drop in voter turnout. In particular, by employing original individual-level survey data, we investigate the impact of territory on the vote, the individual-level dynamics behind the results, and the overall picture emerging in terms of the Italian party system.

  • Back to the (conservative) origins: the 2022 municipal election in Palermo

    To cite the article:
    Emanuele, V. & Improta, M. (2022). Back to the (conservative) origins: the 2022 municipal election in Palermo. Pôle Sud, 57, 85-97. https://doi.org/10.3917/psud.057.0085

    The article has been published on Pôle Sud - Revue de Science Politique de l'Europe Méridionale and can be accessed here.

    Introduction

    Palermo is a political laboratory. It presents a clear moderate-conservative profile regarding voting behaviour since the early stages of Italy’s democratic instauration. After a continued centrality of Christian Democracy (DC) in the so-called First Republic and despite a structural advantage of centre-right political formations since the 1990s, the city was controlled by a key political figure: Leoluca Orlando, the incumbent of the 2022 electoral competition with centre-left positions on most crucial issues, yet the leader of civic lists that have traditionally obtained large consensus among Palermo’s citizens (Azzolina 2009). This study contributes to the electoral research on Palermo by investigating the outcome of the 2022 municipal election held on June 12, 2022. Along these lines, the study is structured as follows. Firstly, it illustrates the main features of Palermo’s electoral history by emphasising the role of Orlando’s legacy and the centre-right ruling class. Secondly, the study presents the electoral supply for the competition by highlighting the coalition strategies followed by the main political formations. Then, the third section deals with the electoral campaign, characterised by left parties’ disengagement and limited issue entrepreneurship. Moreover, the fourth part presents the electoral results, focusing particularly on the high abstentionism recorded, the vote shares obtained by candidates and parties, and the aftermath of the election. Then, a concluding section follows.

  • Voters, issues, and party loyalty: the 2022 Italian election under the magnifying glass

    To cite the article:

    Improta, M., Mannoni, E., Marcellino, C., & Trastulli, F. (2022). Voters, issues, and party loyalty: the 2022 Italian election under the magnifying glass. Italian Journal of Electoral Studies QOE – IJES, Just Accepted. https://doi.org/10.36253/qoe-13956.

    The article is open access and can be accessed here.

    Abstract

    The 2022 Italian election marked a historic victory for the centre-right coalition. This camp was spearheaded by Giorgia Meloni’s Brothers of Italy (FDI), with a solid performance of this radical right party across the country. However, considerable nuance emerges by looking at different aspects of the vote, which we do by leveraging original data from the pre-electoral wave of the 2022 CISE/ICCP survey. After recapping both the build-up to and results of the election, we employ this data on these specific fronts. First, we analyse vote flows between the 2018 and 2022 elections in three big cities in Northern, Central, and Southern Italy: Turin, Florence, and Naples. This analysis shows that FDI becomes more competitive in these traditionally unfavourable contexts, although less so in Naples. Second, we analyse data on the configuration of Italian voters’ preferences, which reveals an increasingly progressive electorate in an apparent contradiction with the election results. Third and final, we go deeper into the demand-side picture by assessing the role of sociodemographic characteristics over vote choice, presenting the voter profile of the five largest parties: the three main centre-right parties, the Democratic Party, and the Five Star Movement. Overall, the findings that emerge from our article enhance a more fine-grained understanding of this crucial election in Italy.


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