di Federico De Lucia
Un aspetto molto rilevante delle elezioni regionali molisane appena tenutesi è la differenza che si è registrata tra competizione maggioritaria (quella fra i listini regionali) e competizione proporzionale (quella fra le liste di partito).
Tabella 1
Dalla Tabella 1 questo fatto emerge chiaramente. Ed emerge in particolare la pessima prestazione del candidato Presidente poi risultato eletto. Oltre che perdere molti voti rispetto alla tornata elettorale scorsa, Iorio ha ottenuto ben 12.000 voti in meno di quanti non ne abbiano ottenuti le liste che lo sostenevano. In sostanza, il 10% di coloro che hanno votato liste di centrodestra ha adottato il voto disgiunto, optando per un candidato diverso da Iorio. Si tratta di un fenomeno molto significativo nella sua mole, che non si era mai verificato in passato. Tutti gli altri candidati hanno invece ottenuto più voti di quanti non ne avessero presi le liste che li sostenevano: Frattura si è esibito in una ottima performance personale, ottenendo quasi 15.000 voti in più delle liste di centrosinistra, mentre Federico, del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto addirittura il doppio dei voti della propria lista di sostegno.
Assumendo poi un ottica diacronica, ci rendiamo conto di come la competizione elettorale fra liste abbia assunto un aspetto piuttosto diverso da quella fra candidati Presidente.
Figura 1
Dal grafico riportato in Figura 1, vediamo come, rispetto al 2006, il distacco fra le liste di centrodestra e quelle di centrosinistra si sia significativamente innalzato. Il centrodestra ha guadagnato 3,5 punti, mentre il centrosinistra ne ha persi 6,6. Il distacco fra le due coalizioni è dunque salito di più di dieci punti: da 5,7 a 15,9. Tali evoluzioni, come risulterà chiaro quando si vedranno le percentuali dei partiti, sembrano spiegate quasi interamente dalla ristrutturazione dell’offerta partitica: in primo luogo l’UDEUR ha cambiato schieramento rispetto al 2006; in secondo luogo la presenza della lista di Grillo è certamente stata più penalizzante per le liste di centrosinistra che per quelle di centrodestra.
Il dubbio che siano stati i movimenti dei partiti a determinare gli spostamenti degli elettori da una coalizione all’altra delinea l’elettore molisano come un elettore fortemente fidelizzato alla propria lista di riferimento, e questo marca una certa distinzione con ciò che si è detto a proposito della competizione fra candidati. In quest’ultima certo non è stata la stabilità rispetto al passato a farla da protagonista: Iorio ha perso 7 punti percentuali rispetto a 5 anni fa, ed in questo caso non a seguito di modifiche nell’offerta elettorale ma al contrario in conseguenza di una scelta precisa ed autonoma di una cospicua quota dei propri elettori, che gli ha coscientemente preferito altri candidati, ricorrendo massicciamente al voto disgiunto, e cioè ad un istituito generalmente considerato esclusivo appannaggio di un elettorato “sofisticato”, e dunque di nicchia.
Le due competizione si stagliano dunque come assolutamente indipendenti. Pare cioè di poter dire che mentre gli elettori molisani restano assolutamente fedeli ai propri partiti di riferimento (più precisamente ai propri candidati di lista), tanto da seguirli nei loro spostamenti da uno schieramento all’altro, lo stesso non possa assolutamente essere detto per quanto riguarda il candidato Presidente. In ordine alla scelta di quest’ultimo, gli elettori molisani non hanno avuto remore a scegliere il candidato da loro preferito, senza lasciarsi condizionare troppo dal fatto che fosse o meno sostenuto dalla lista di partito da loro votata.