Elezioni Grecia: buona la seconda, vincono gli europeisti

di Federico De Lucia

Dopo un mese di instabilità politica, con la pressione internazionale sul collo, gli elettori greci sono tornati all urne per consegnare un governo al proprio Paese. Le elezioni di Maggio avevano dato luogo ad un Parlamento frammentato ed ideologicamente contrapposto, con i partiti favorevoli alle misure draconiane concordate con Bruxelles (Nea Demokratia  e il Pasok) incapaci (per un soffio) di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi. Dopo un’intensa settimana di incontri, è stata certificata l’indisponibilità di tutti gli altri partiti a dar luogo ad un governo di unità nazionale, ed il Presidente della Repubblica ha dovuto disporre il ritorno alle urne, mandando di nuovo in fibrillazione l’intero continente.

I greci, stavolta, hanno fornito una risposta più chiara: non univoca, ma certamente più chiara. Rispetto al mese scorso, il sistema partitico greco pare avviarsi verso una certa strutturazione (il numero effettivo di partiti è passato in quaranta giorni da 9 a 5,2). Tutti e sette i partiti che avevano ottenuto seggi a maggio sono riusciti a confermarli in questa tornata, ma tutti i partiti piccoli e piccolissimi hanno perso gran parte del proprio consenso a favore delle prime due formazioni, che oggi detengono il 56,6% dei voti, contro il 35,7 che detenevano a Maggio. Entrambi hanno guadagnato una decina di punti percentuali, assumendo un ruolo pressoché egemone all’interno della propria area politica.

ND è salita dal 18,9 al 29,7% dei consensi, si è piazzata al primo posto, e grazie al corposo premio di maggioranza previsto dal sistema elettorale greco ha raggiunto la considerevole cifra di 129 seggi. Alla sua destra, calano di circa tre punti i Greci indipendenti, mentre resta costante il movimento neonazista Alba dorata.

Sulla sinistra, assume un peso veramente considerevole il protagonista della campagna elettorale, il partito della sinistra radicale Syriza, nuovo baricentro del mondo progressista greco. Certamente penalizzato dalla sua rapida ascesa, il Partito comunista ellenico (KKE), è sceso di ben quattro punti rispetto a quaranta giorni fa.

Rimangono invece sostanzialmente costanti, rispettivamente al 12 e al 6%, i due partiti che assumono una posizione centrale nell’attuale configurazione dello spettro politico greco: il Pasok e Dimar.

Il voto quindi si è concentrato sui due partiti maggiori. Contrariamente a quanto affermano molti commentatori, non si è invece polarizzato: sono infatti i partiti estremi, e non quelli centrali, che hanno perso voti. Il popolo greco ha dimostrato di essere ancora spaccato sulle scelte economiche di fondo, ma stavolta ND e il Pasok, i due partiti favorevoli alle misure chieste da Bruxelles, pur non disponendo della maggioranza assoluta dei voti, detengono la maggioranza assoluta dei seggi.

Come prevedibile, le consultazioni hanno dato un esito positivo in tempi molto rapidi. Già oggi, a meno di 72 ore dall’esito elettorale, si sta formando un governo tripartito cui parteciperanno ND, Pasok e Dimar. La Merkel e i mercati possono tirare un sospiro di sollievo.


Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.