di Federico De Lucia
“Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.”
Così recita l’articolo 83 della Costituzione italiana. Ieri, con la confusa seduta del Consiglio regionale delle Marche, si è delineato definitivamente lo scenario dei 1003 componenti del collegio elettorale presidenziale, che sintetizziamo nella Tabella 1 (sono esclusi da tale prospetto i 4 senatori a vita).
Tab. 1 – Gli elettori dell’erede di Napolitano: quadro riepilogativo delle appartenenze politiche
Nel complesso, come si vede, il centrosinistra giunge ad un soffio dall’avere la maggioranza assoluta. Da soli, i suoi voti non saranno sufficienti nemmeno a partire dal terzo scrutinio. Questo significa che per eleggere il Capo dello Stato sarà comunque necessario coinvolgere qualcun altro, o comunque ottenere una parte dei suoi voti. Che sia politicamente opportuno farlo a prescindere è cosa ovvia; che sia numericamente necessario farlo è cosa foriera i conseguenze notevoli sulle posizioni strategiche dei partiti. Comunque, al centrosinistra basterebbe concludere un accordo anche solo con i montiani per ottenere una maggioranza praticabile per eleggere il Presidente al terzo scrutinio.
Per quanto riguarda i Delegati regionali, è prevalso ovunque il tradizionale criterio della rappresentanza istituzionale: tutti gli eletti sono Consiglieri regionali; 17 Regioni su 20 hanno eletto il Presidente della Giunta regionale; 16 su 20 il Presidente del Consiglio regionale. Su 58, solo 5 sono le donne.
Diamo una rapida occhiata alle componenti politiche interne agli schieramenti maggiori. I 28 eletti di centrosinistra sono così divisi: 23 esponenti del PD (fra cui Errani, Rossi, Zingaretti), due esponenti “civici” (Ambrosoli e Crocetta), un esponente di SEL (il Presidente del Consiglio regionale pugliese Introna), un esponente della SVP e un esponente comunista. Il centrodestra è composto da 23 esponenti del PDL (fra cui Caldoro, Scopelliti e Cappellacci) e da 4 leghisti (Zaia, Maroni, Cota e il Presidente del Consiglio regionale friulano Franz). I due montiani sono due esponenti dell’UDC, entrambi Presidenti di assemblea (il siciliano Ardizzone e il ligure Monteleone). L’esponente della voce “Altri” in Tabella 1 è il Presidente valdostano Rollandin (esponente dell’Union Valdotaine). Nessun delegato al Movimento 5 Stelle che si è visto escludere anche in Sicilia, dove del resto conta 15 seggi contro i 29 dell’altra minoranza assembleare, quella di centrodestra. Nella Tabella 2 è riportato l’intero elenco dei delegati, con partito di riferimento e carica ricoperta.
Tab. 2 – I Delegati regionali per l’elezione del successore di Napolitano