Dal PCI a Tsipras. Il cammino della sinistra radicale in Europa

di Federica Izzo

 Questo articolo è dedicato all’analisi del Gruppo Confederale Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica (GUE-NGL), che riunisce i partiti nazionali di ispirazione socialista, comunista ed ecologista all’interno del Parlamento Europeo. In particolare, aderiscono al gruppo il Partito della Sinistra Europea e l’Alleanza della Sinistra Verde Nordica. I partiti membri del GUE-NGL si ispirano agli ideali di solidarietà internazionale caratteristici dell’ideologia comunista. La dichiarazione costitutiva del gruppo afferma che esso si oppone alla struttura attuale dell’Unione, ma è comunque impegnato a favorire l’integrazione europea. In altre parole, lungi dall’essere partiti euroscettici, i membri di GUE-NGL, mirano a modificare le istituzioni UE, al fine di aumentarne la democraticità e favorire politiche più in linea con la propria ideologia di riferimento.

 I partiti di ispirazione comunista e socialista rappresentati nel Parlamento Europeo collaborano fin dal 1973, quando il Gruppo Comunista e Apparentati (GCA) sanciva la cooperazione dei comunisti italiani e francesi a Bruxelles. Alle prime elezioni del Parlamento Europeo nel 1979, il gruppo, al quale si erano ormai aggiunti anche i delegati danesi, conquistò l’11,1% di seggi risultando il quarto gruppo parlamentare per numero di componenti. L’espansione del GCA continua con l’adesione della Grecia all’Unione, nel 1981. Sia il Partito Comunista Greco che il Partito Comunista Greco Interno aderiscono infatti al gruppo, che nel 1984 ottiene il 9,5% delle preferenze. Con 41 membri, il GCA si conferma quindi il quarto gruppo in ordine di grandezza. Con l’ingresso di Spagna e Portogallo nell’Unione, nel 1986, si innesca poi un processo che porterà, tre anni più tardi, alla nascita di due nuovi gruppi. Il Partito Comunista Italiano, gli spagnoli di Izquierda Unida, il greco Synapsimos e i danesi del Partito Popolare Socialista (PPS) formano il gruppo Gauche Unitaire Européenne (GUE, Sinistra Unitaria Europea).  I partiti comunisti francese, portoghese e greco, uniti ad un membro dell’irlandese Workers’ Party of Ireland, formarono invece la Coalition Des Gauches (Coalizione delle Sinistre). Alle elezioni del 1989 i due gruppi ottennero, rispettivamente, il 5,4% e 2,7% delle preferenze, quasi eguagliando il risultato del GCA nelle precedenti elezioni.

 La storia del gruppo arriva ad un punto di svolta nei primi anni ‘90, anche a causa del mutamento interno al sistema partitico italiano. Il neonato Partito Democratico della Sinistra (PDS), intenzionato ad eliminare ogni retaggio delle sue radici comuniste, abbandona il GUE, gruppo Sinistra Unitaria Europea, per aderire al PSE, Partito del Socialismo Europeo. La fuoriuscita del PDS ebbe una pesante ricaduta sui risultati delle elezioni del 1994. Il Gruppo Sinistra Unitaria Europea ottenne un mero 5,3%, ed i suoi membri scesero a 28. La fuoriuscita del PDS è, seppur virtualmente, responsabile della perdita di ben 16 membri (questo il numero di europarlamentari eletti tra le file dei Democratici, ed entrati poi nel PSE). Questa sconfitta elettorale fu probabilmente lo stimolo decisivo per l’avvio del processo di raccolta delle forze della sinistra non-socialdemocratica all’interno del Parlamento Europeo. Il processo iniziò con un allargamento del Gruppo Sinistra Unitaria Europea. Oltre ai membri originari, i partiti comunisti di Italia, Spagna e Grecia, entrarono nel gruppo il Parti Communiste Français, il Partido Comunista Português e il greco Synapsimos (conosciuto anche come Syriza). Il secondo passaggio decisivo fu “l’allargamento al Nord” dell’UE, il primo gennaio 1995. Delegati austriaci si unirono al GUE, mentre i partiti Svedesi e Finlandesi, uniti ai socialisti Danesi, formarono la Sinistra Verde Nordica. Il 6 gennaio 1995 nacque finalmente il Gruppo Confederale Sinistra Unitaria Europea-Sinistra Verde Nordica (con GUE-NGL come acronimo standard). Il gruppo arrivò a contare, nel 1998, 34 membri, in seguito all’arrivo dell’ex membro del PES Ken Coates, inglese, e dell’italiano Carlo Ripa di Meana, precedentemente appartenente ai Verdi.

 L’esordio elettorale del GUE-NGL si ebbe quindi nel 1999. Il gruppo, presieduto dallo spagnolo Alonso José Puerta (Izquierda Unida), ottenne il 6,7% dei seggi, migliorando il risultato della Coalizione delle Sinistre nel 1994. Tutti i partiti aderenti al gruppo nella precedente legislatura riuscirono ad ottenere una rappresentanza al PE. A questi si aggiungono il Partito del Socialismo Democratico tedesco ed un terzo partito greco, il DIKKI (Movimento Social Democratico). Al gruppo aderiscono infine cinque europarlamentari francesi eletti nella lista Lotta Operaia – Lotta Comunista Rivoluzionaria. IL GUE-NGL arriva quindi ad un totale di 42 membri, confermandosi il quarto gruppo in ordine di grandezza. Analizzando l’andamento elettorale dei gruppi di ispirazione socialista e comunista dal 1979 al 2009 (vedi Figura 1) si nota che la nascita del GUE-NGL produce risultati elettorali soddisfacenti, con una parziale inversione del declino elettorale. Tuttavia, si nota anche che tale risultato è piuttosto effimero e che, soprattutto, i numeri non si avvicinano nemmeno ai risultati conseguiti dai gruppi di ispirazione comunista e socialista nel periodo precedente al crollo del Muro.

 Fig. 1 Andamento elettorale dei gruppi della sinistra europea. Percentuale di seggi nel PE, 1979-2009

Note: per le elezioni del 1979 e 1984 i dati si riferiscono al Gruppo Comunista e Apparentati, mentre per il 1989 alla somma delle preferenze dei gruppi Sinistra Unitaria Europea e Gruppo della Confederazione delle Sinistre. I dati per il 1994 si riferiscono alla sola Sinistra Unitaria Europea. Infine, I dati per il 1999, 2004 e 2009 riguardano il Gruppo Confederale Sinistra Unitaria Europea-Sinistra Verde Nordica.

Nel corso della la V legislatura il gruppo continuò comunque ad espandersi sostanzialmente. Accogliendo europarlamentari provenienti da altri gruppi, nel 2002 il GUE-NGL arrivò a contare 49 membri, provenienti da dieci nazioni. Inoltre, in seguito all’ingresso di dieci nuovi stati nell’UE, nel 2003, osservatori da Cipro, Repubblica Ceca, Lituania e Slovacchia aderirono al gruppo, divenendone pieni membri nel maggio 2004. Nel frattempo, il francese Francis Wurtz (Partito Comunista Francese) viene eletto alla presidenza del gruppo.

 La tendenza positiva si interruppe bruscamente con le elezioni del giugno 2004. Il GUE-NGL non riuscì a superare il 5,2% di preferenze, e i suoi membri scesero a 40. Ai partiti aderenti al gruppo nella precedente legislatura si aggiungono il nord-irlandese Sinn Féin e un secondo partito portoghese, con un membro ciascuno. Appare evidente che la strategia di espansione, seppur di successo, non è sufficiente a compensare le perdite cui i comunisti e socialisti europei inevitabilmente vanno incontro in un’era post-ideologica[1]. Analizzando i dati per paese (vedi Tabella 1) si nota infatti che l’ingresso di nuovi membri (i partiti Ceco, Cipriota, Irlandese e Nord Irlandese) fecero guadagnare al gruppo 10 europarlamentari, mentre i risultati elettorali dei partiti già aderenti nella precedente legislatura causarono la perdita di 12 seggi.

 Tab. 1 Risultati elettorali del GUE-NGL nei paesi membri, 1999-2009.

Il declino elettorale del GUE-NGL continuò nel 2009, quando il gruppo ottenne un mero 4,8% (vedi Figura 1).

In questo caso, tuttavia, il risultato deludente è da imputare alla performance disastrosa dei partiti membri italiani. Tre partiti aderenti o affiliati al GUE-NGL si presentarono alle elezioni: Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà e il Partito Comunista dei Lavoratori. Nessuno dei tre riuscì a superare la soglia di sbarramento del 4%, e il GUE-NGL perse in un sol colpo 7 europarlamentari. Il gruppo, che perse anche il delegato finlandese, ma acquistò un membro dalla Lettonia, arrivò quindi a contare 35 membri, provenienti da 13 stati (vedi Tabella 2).  Questo lo rese il sesto (e penultimo) in ordine di grandezza.

Nel corso della sesta legislatura la carica di presidente del gruppo è stata ricoperta prima dal tedesco Lothar Bisky (Partito del Socialismo Democratico) e infine, dal 2012, dalla connazionale Gabriele Zimmer (Partito del Socialismo Democratico).

Tab. 2 Elenco dei partiti membri del GUE-NGL alla vigilia delle elezioni europee del 2014.

Le elezioni che si terranno il prossimo maggio rappresentano una preziosa occasione per il GUE-NGL. I partiti di estrema sinistra hanno da sempre adottato un atteggiamento critico nei confronti della gestione dell’economia da parte delle istituzioni UE. L’attuale ordinamento europeo, accusato di attuare politiche ultra-liberiste, sarebbe non la vittima ma il motore della recente crisi economica e finanziaria. Lo scopo dei partiti membri del GUE-NGL è quindi riformare radicalmente le istituzioni europee, e promuovere politiche mirate a migliorare le condizioni di vita dei cittadini UE[2]. È quindi facile intuire perché molti ipotizzino che i partiti di estrema sinistra potrebbero trarre beneficio dall’attuale situazione economica e dal diffuso clima variamente antieuropeista, fomentato anche dai media nazionali. Inoltre, il gruppo punta molto sul carisma del candidato alla presidenza della commissione, il giovanissimo leader di SYRIZA, il greco Alexis Tsipras. In effetti, un articolo pubblicato dal think tank Notre Europe a firma Bertoncini e Kreilinger (2013), prevede una performance elettorale particolarmente positiva della spagnola Izquierda Unida, del greco Syriza (Synapsimos), e possibilmente anche dei partiti di estrema sinistra in Germania e Francia, e di conseguenza un sostanziale incremento nella membership del gruppo.  Gli autori arrivano ad ipotizzare un gruppo di ben 50 europarlamentari nella prossima legislatura. Se tali previsioni trovassero conferma, si tratterebbe del miglior risultato elettorale dei partiti comunisti e socialisti in Europa fin dalla nascita del Parlamento Europeo. La sfida è dura, ma è plausibile che il GUE-NGL riesca effettivamente ad invertire il trend elettorale negativo osservato ormai da oltre un decennio.



[1] A tal proposito si veda Hay (2007).

[2] Si veda a tal proposito il sito ufficiale del GUE-NGL (http: // www.guengl.eu)