di Federico De Lucia
Domenica prossima (8 maggio), con circa un mese di anticipo rispetto ai comuni delle Regioni a statuto ordinario, si voterà per rinnovare il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Bolzano. Nel capoluogo altoatesino si torna alle urne dopo una consiliatura breve e tormentata, durata solo 12 mesi.
Nel maggio 2015, al ballottaggio, era stato rieletto sindaco per la terza volta consecutiva Luigi Spagnolli, vincitore al ballottaggio contro un candidato di centrodestra. Per la prima volta dopo 10 anni, la coalizione si presentava agli elettori priva della propria ala sinistra (Verdi, SEL, Sinistra radicale), e basata sulla solida alleanza, peraltro replicata a livello provinciale, tra PD e SVP. Ma il calo dei consensi è stato maggiore del previsto: il candidato della sinistra radicale ha preso il 10% e Spagnolli, fermatosi attorno al 40%, pur ottenendo la vittoria al ballottaggio, a fronteggiare un Consiglio comunale privo di maggioranza, le sue liste disponendo di soli 19 seggi su 45. Si tenga presente che a Bolzano infatti, per tutelare le minoranze linguistiche, non è possibile prevedere premi di maggioranza per la coalizione del sindaco eletto.
Spagnolli non ha avuto alternativa: ha provato a riaprire un dialogo con la sinistra radicale e con le liste civiche di centrosinistra, riuscendo di un soffio e con non poche difficoltà ad entrare in carica. Ma la maggioranza che lo sosteneva si è dimostrata troppo eterogenea per sopravvivere oltre qualche mese. Troppo acute le divergenze tra la SVP da una parte ed i Verdi dall’altra, specie sulle politiche urbanistiche di riqualificazione del centro (in particolare, la maggioranza si era divisa tra favorevoli e contrari all’apertura, di fianco al Duomo, di un grande centro commerciale da parte del magnate austriaco Renè Benko, accusato di tenere in pugno una parte della SVP locale). A fine settembre 2015, Spagnolli ha preso atto dell’impossibilità di andare avanti e si è dimesso.
Tab. 1 – Offerta elettorale a Bolzano alle Comunali 2016: candidati e liste
Se già l’anno scorso l’offerta politica era stata piuttosto frammentata, la turbolenta consiliatura appena conclusasi ha prodotto un ulteriore sbriciolamento del quadro politico cittadino. La disomogenea coalizione uscente si è spaccata addirittura in tre candidati: il PD, con SEL e una Civica, a sostegno di Caramaschi (ex city manager del Comune), la SVP, da sola per la prima volta dopo 11 anni, a sostegno dell’avvocato Baur, ed i Verdi sulla sinistra ad appoggiare Lantschner. Difficile che il migliore di questi candidati arrivi al 20% dei consensi. Si aprono quindi spazi notevoli, in vista del ballottaggio, per almeno altri due candidati: da una parte quello del M5S, Caterina Pifano, dall’altra Mario Tagnini, candidato di FI e Lega Nord, anche se su quest’ultimo va evidenziata una nuova e bruciante spaccatura nel centrodestra, che in parte (FDI, altri di destra) è confluito su Holzmann. Forza Italia ha poi visto la defezione della sua storica leader locale, Micaela Biancofiore, del tutto insoddisfatta del candidato scelto del proprio partito (commissariato dall’eurodeputata Elisabetta Gardini).
Insomma, almeno quattro, se non di più, potrebbero essere i papabili per il ballottaggio, che a questo punto si configura come una certezza. Come del resto è certo il ritorno ad uno scenario di scarsa governabilità: e pensare che solo pochi mesi fa la Provincia di Bolzano, proprio per evitare il ripetersi di questi scenari, aveva approvato una nuova legge elettorale comunale che prevede alte soglie di sbarramento (7% di coalizione, 3% di lista). Non basterà a produrre una maggioranza stabile.
BIBLIOGRAFIA
Città al voto: i sindaci e le elezioni comunali, G Baldini, G Legnante – 2000 – Il mulino
Da una riforma elettorale all’altra: partiti, coalizioni e processi di apprendimento, A Chiaramonte, A Di Virgilio – Rivista italiana di scienza politica, 2006 – rivisteweb.it