Il risultato delle elezioni comunali a Genova ha evidenziato un inedito sovvertimento dei tradizionali equilibri tra i principali blocchi elettorali, premiando il centrodestra. Infatti, per la prima volta, il centrodestra ha insidiato il primato del centrosinistra, accreditandosi come coalizione favorita per vittoria elettorale. Allo stesso tempo, il M5S mostra alcuni suoi strutturali deficit competitivi a livello comunale ed è rimasto escluso dal ballottaggio.
Le elezioni per il rinnovo del consiglio e della giunta comunale a Genova si sono svolte all’insegna di una forte smobilitazione elettorale e l’affluenza alle urne è diminuita dal 55,5%, registrato alle elezioni del 2012, al 48,4% degli aventi diritto al voto. In ogni caso, queste elezioni hanno testimoniato il passaggio ad un quadro politico in forte evoluzione rispetto alle precedenti consultazioni elettorali genovesi, con un relativo stravolgimento dei preesistenti rapporti di forza.
Tab. 1 – Risultati elettorali a Genova nelle ultime elezioni [1] (clicca per ingrandire)
Il dato più clamoroso è rappresentato dal risultato positivo del candidato centrodestra, il manager Marco Bucci, e dei partiti che l’hanno sostenuto. Il centrodestra ha replicato con successo la strategia unitaria messa in campo alle elezioni regionali liguri del 2015, riunendo al suo interno tutte le sue componenti e rivelando la propria inaspettata competitività in una città tradizionalmente ostile. Infatti, durante le precedenti tornate elettorali, i poli di destra e centrodestra, sommati insieme, si erano sempre attestati sotto la soglia del 20% dei voti validi, non riuscendo mai a scalfire il primato cittadino del centrosinistra. Al contrario, alle ultime comunali, il polo di centrodestra ha raggiunto quasi il 40% dei voti, superando sia il blocco centrosinistra sia quello del M5S.
L’analisi dei flussi elettorali ha dimostrato la maggiore trasversalità politica della coalizione di Marco Bucci, che oltre a rimobilitare una quota cospicua degli elettori del centrodestra (63,5%), ha letteralmente sfondato al centro, ottenendo più del 70% dei consensi tra coloro che avevano votato per Mario Monti alle elezioni politiche del 2013. Inoltre, il candidato del centrodestra ha guadagnato una percentuale di voti molto significativa tra gli ex-elettori grillini (17,1%). Quindi, la composizione complessiva dell’elettorato di questa coalizione è stata molto variegata, rivelando forte vocazione catch-all del candidato del centrodestra, che ha pescato largamente da tre diversi blocchi elettorali.
Tab. 2 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2013 e comunali 2017, destinazioni
La Lega Nord ha letteralmente trainato questo successo elettorale, diventando la lista più votata del centrodestra genovese. Come si può notare nella tabella, la formazione leghista non aveva mai sfondato elettoralmente a Genova ed era stata stabilmente ai margini della competizione elettorale locale, dove sembrava condannata a svolgere un ruolo secondario. Al contrario, rispetto alle precedenti consultazioni comunali, il partito di Salvini ha triplicato i propri voti, ottenendo il 13%, e si è affermato come un attore politico di grande rilevanza sulla scena cittadina. Inoltre, si evidenzia una generale affermazione politica dei partiti del blocco c.d. sovranista, confermata anche dal buon andamento elettorale di FDI-AN, che ha preso il 5,3% dei voti, denotando un profondo cambiamento politico-culturale a Genova.
D’altro canto, nonostante gli sforzi e il protagonismo del presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, FI non ha brillato in modo significativo sul piano elettorale, perdendo voti rispetto alle precedenti consultazioni. Tale ridimensionamento elettorale sembra essere stato parzialmente compensato dal buon risultato delle liste civiche che appoggiavano la candidatura di Bucci, che hanno ottenuto l’11,9% dei voti e che sono espressione della gamba più centrista della colazione. Ad ogni modo, un certo sovvertimento dei rapporti di forza tra l’ala moderata e quella sovranista del centrodestra si è materializzato, segnalando la spinta propulsiva del blocco composto da LN e FDI-AN.
Anche il centrosinistra ha cercato di realizzare una strategia unitaria a sostegno dell’assessore uscente Gianni Crivello, riunendo il PD e MDP (i cui esponenti si sono presentati sotto l’insegna di Sinistra– a Sinistra). Tuttavia, la coalizione di centrosinistra non è riuscita ad imbarcare Sinistra Italiana e Possibile, che hanno sostenuto l’ex esponente grillino Paolo Putti, ed è risultata nella sua configurazione più frammentata rispetto a quella di centrodestra. L’intero polo di centrosinistra ha subito un fortissimo ridimensionamento elettorale rispetto alle precedenti comunali, passando dal 48,3% al 33,4%, e per la prima volta è stato superato in termini percentuali del centrodestra. Tale ripiegamento è stato solo moderatamente attenuato dal peso elettorale del polo di sinistra, che si è fermato al 4,9% dei voti. La relativa frammentazione elettorale del centrosinistra non sembra l’unica spiegazione di questo calo elettorale, dovuto probabilmente alle difficoltà manifestate negli ultimi anni dalle precedenti giunte di centrosinistra nell’amministrare il capoluogo ligure. La scelta di presentare come candidato un esponente della giunta di Marco Doria, la cui amministrazione ha vissuto molti travagli e divisioni interne, potrebbe avere avuto delle conseguenze negative sulla performance elettorale dell’intero blocco di centrosinistra, che ha vissuto una pesante smobilitazione. Il PD va considerato come una delle formazioni politiche sconfitte a livello comunale ed ha sicuramente registrato delle notevoli perdite rispetto alle precedenti elezioni comunali, politiche ed europee. Nonostante la buona performance della Lista Crivello Sindaco (9,5% dei voti), gli alleati del PD hanno limitatamente contenuto questa emorragia di voti e neanche la lista Sinistra–a Sinistra ha sfondato elettoralmente (3%). Tuttavia, la distanza tra il candidato del centrosinistra rispetto al rivale del centrodestra non sembra al momento incolmabile e l’esito finale di questa competizione rimane ancora molto aperto.
I flussi elettorali evidenziano una certa incapacità del centrosinistra nel rimobilitare il proprio elettorato. La coalizione di Crivello ha recuperato poco più della metà degli elettori di Bersani del 2013 (52,7%), i quali hanno ampiamente disertato le urne. Allo stesso tempo, il centrosinistra non è riuscito a sfondare presso gli altri segmenti elettorali, limitandosi a conquistare il 23,4% degli ex elettori montiani. La composizione elettorale di questa coazione è sostanzialmente monolitica, essendo quasi esclusivamente rappresentativa dell’ex blocco bersaniano del 2013 (85%).
Il PD va considerato come una delle formazioni politiche sconfitte a livello comunale ed ha sicuramente registrato delle notevoli perdite rispetto alle precedenti elezioni comunali, politiche ed europee. Nonostante la buona performance della Lista Crivello Sindaco (9,5% dei voti), gli alleati del PD hanno limitatamente contenuto questa emorragia di voti. Tuttavia, la distanza tra il candidato del centrosinistra rispetto al rivale del centrodestra non sembra al momento incolmabile e l’esito finale di questa competizione rimane ancora molto aperto.
Tab. 3 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2013 e comunali 2017, provenienze
Il blocco grillino ha subito anch’esso una notevole smobilitazione elettorale, perdendo molto terreno rispetto alle consultazioni politiche del 2013 (32,2%) e alle europee del 2014 (28,1%). I flussi elettorali riflettono un vero e proprio esodo in uscita dal M5S rispetto al 2013. Infatti, il 44,9% degli elettori del M5S ha preferito l’astensione, mentre un’altra rilevante quota in uscita (17,1%) si è indirizzata verso la coalizione di Bucci. D’altro canto, pur pescando alcuni voti all’interno della coalizione bersaniana del 2013, l’elettorato del M5S alle ultime comunali non ha manifestato forti segnali di allargamento verso l’esterno, rimanendo principalmente formato dai suoi ex-elettori (86,1%).
La ragioni di questo insuccesso sembrano collegate principalmente alle divisioni interne che hanno scosso il M5S a Genova negli ultimi mesi. Da un lato, la controversa esclusione di Marika Cassimatis, vincitrice delle c.d. Comunarie del partito, da parte del fondatore Beppe Grillo, ha prodotto delle forti tensioni tra i penstastellati genovesi, inasprite dalla candidatura a sindaco della stessa Cassimatis. D’altro canto, Paolo Putti, candidato sindaco grillino alle elezioni comunali del 2012, ha corso con una propria lista appoggiata dai partiti della sinistra radicale, ottenendo un lusinghiero 4,9% dei voti validi. Tali candidature non avrebbero semplicemente drenato voti al M5S, ma hanno probabilmente danneggiato l’immagine tradizionalmente monolitica e disciplinata della formazione grillina. Infatti, il candidato sindaco Luca Pirondini ha ottenuto il 18,1% dei voti validi, rimanendo staccato dai suoi competitor locali. Nonostante questo trend elettorale sia stato sostanzialmente negativo, il M5S ha sensibilmente incrementato i propri voti rispetto alle comunali del 2012, a livello di voto di lista, passando dal 14,1% al 18,4% dei voti validi. Evidentemente, questo partito manifesta ancora delle sostanziali difficoltà nella competizione a livello locale o regionale, che non sembra l’arena competitiva più congeniale per il movimento grillino (Carrieri 2013). Ciononostante, il serbatoio di voti detenuto dal M5S sarà sicuramente decisivo per determinare il vincitore del ballottaggio e rappresenterà il principale terreno di caccia sia per Bucci sia per Crivello. Quindi, nonostante la sua battuta d’arresto a Genova, il partito di Grillo si conferma almeno virtualmente come una formazione politica dotata di una forte rilevanza a livello locale, con degli importanti margini di crescita e recupero elettorale.
Si profila un secondo turno molto aperto e competitivo, dove, per la prima volta il centrodestra appare in grado di spezzare perdurante egemonia della sinistra politica all’interno di una città storicamente rossa (Diamanti 2009). D’altro canto, la strada del centrosinistra sembra in salita, dovendo scontare un pesante fattore incumbency a livello locale. Inoltre, il candidato Crivello dovrà mettere in campo una strategia problematica e trasversalmente sfidante, dal momento che si vede costretto a recuperare voti sia alla sua sinistra (la coalizione di Putti) che alla sua destra (il M5S). Al contrario, il centrodestra dispone solo di un dispositivo tattico, quello di pescare nel bacino grillino, e, quindi, potrà dotarsi di una strategia di acquisizione del consenso complessivamente più coerente ai fini della conquista di palazzo Doria-Tursi.
Fig. 1 – Flussi elettorali a Genova fra politiche 2013 e comunali 2017 (percentuali sull’intero elettorato, clicca per ingrandire)
Riferimenti bibliografici:
Carrieri, L., 2013, Le elezioni nel Lazio, in De Sio, L., Cataldi, M., e De Lucia, F., Le Elezioni Politiche del 2013, DOSSIER CISE, Roma-Firenze, pp. 161-163.
Corbetta, P.G., A. Parisi e H.M.A. Schadee [1988], Elezioni in Italia: struttura e tipologia delle consultazioni politiche, Bologna, Il Mulino.
De Sio, L., Cataldi, M., e De Lucia, F., 2013, Le Elezioni Politiche del 2013, DOSSIER CISE, Roma-Firenze
Diamanti, I., 2009, Mappe dell’Italia politica, Il Mulino, Bologna.
Goodman, L. A. (1953), Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.
NOTA METODOLOGICA
I flussi riportati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman alle 653 sezioni elettorali del comune di Genova. Abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (oggi o nel 2013), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 20% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 8,6.
[1] Nella parte superiore di ciascuna tabella sono presentati i risultati al proporzionale; nella parte inferiore si usano i risultati maggioritari (per le comunali).
Sinistra è la somma dei risultati ottenuti da candidati (comunali) o partiti (politiche ed europee) di sinistra ma non in coalizione con il Pd;
il Centro-sinistra somma candidati (comunali) del Pd o le coalizioni (politiche ed europee) con il Pd;
Il Centro è formato da candidati (comunali) o coalizioni (politiche ed europee) sostenuti o contenenti almeno uno fra Udc, Ncd, Fli, Sc, Dc, Adc, Api, Udeur;
il Centro-destra somma candidati (comunali) sostenuti da Fi (o Pdl) o coalizioni (politiche ed europee) contenenti Fi (o Pdl) o Direzione Italia, Gs, Mpa;
la Destra è la somma di candidati (comunali) sostenuti da Lega, Fdi o La Destra o coalizioni (politiche ed europee) contenenti almeno uno di questi.
Criteri per l’assegnazione di un candidati a un polo: se un candidato è sostenuto dal Pd o dal Pdl (o Fi) è attribuito al centro-sinistra e al centro-destra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno. Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico. Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo Pd e Pdl che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).