Sicilia, la geografia del voto

La mappa del consenso alle regionali dei candidati presidente definisce meglio i connotati politico-ideologici dell’elettorato siciliano. Il meccanismo maggioritario dal quale passa l’investitura diretta del governatore avvicina la competizione locale alle logiche di una consultazione nazionale. Chi si reca alle urne varia maggiormente le proprie scelte quando elegge una carica monocratica, anziché una collegiale come nel caso dei deputati dell’Ars.

Rinviando ex post l’analisi sul rendimento delle liste provinciali, scandagliamo l’orientamento dell’Isola nel voto al presidente del 5 novembre.

La Figura 1 indica chi tra i candidati è giunto primo in ognuno dei 390 Comuni Siciliani:

Figura 1 – Regionali 2017 in Sicilia, 1° candidato Presidente per comune

sicilia 2017 mappa per comune

Una geografia del voto siffatta arricchisce quella per Provincia già diffusa dalle testate nazionali. In breve, Giancarlo Cancelleri fa sue Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, mentre Musumeci primeggia ad Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina e Palermo. Con l’eccezione della provincia nissena, il neo-eletto presidente della Regione trionfa nelle quattro realtà demograficamente più importanti, in cui risiede oltre il 68% della popolazione. Da rilevare quanto successo a Messina, col centrodestra vincente in 102 Comuni su 108 e forte del 47,5%, che diventa più del 50% se escludiamo dal computo il Comune Capoluogo.

Ciascuno dei quattro principali candidati rimarca un profilo elettorale differente tra aree urbane e rurali. Il cleavage città/campagna determina anche stavolta i destini della tornata.

Nello specifico, la Tabella 1 delinea il quadro del voto nei nove collegi sull’asse Comune Capoluogo/Resto della provincia, tanto per l’affluenza quanto per il consenso di Cancelleri, Fava, Micari e Musumeci.

sicilia 2017 voto per provincia

In discontinuità col 2012, la partecipazione nelle città sopravanza quella nel resto dell’Isola (48% contro 46,2%). Confermando quanto invece registrato in precedenza, nei tre centri più popolati – Palermo, Catania e Messina – si vota meno che nei territori delle rispettive province. Avviene il contrario nelle realtà più piccole come Caltanissetta, Enna e Ragusa. Nell’entroterra siciliano abitare nel Comune Capoluogo incide maggiormente che altrove, questo in ragione della “perifericità” dell’elettorato (Emanuele 2013).

L’accennata vitalità ritrovata dalle città interviene sulla prestanza elettorale dei leader delle coalizioni. In otto collegi su nove Cancelleri e Fava ottengono risultati migliori nei Comuni Capoluogo. Del primo – diretto competitor di Musumeci – colpisce la discrasia tra le città di Messina (+4,6%), Palermo (+5,2%), e soprattutto Caltanissetta (+18,1%), rispetto al resto delle province. Nel Capoluogo regionale, Fava sfiora il 10% (9,4%), quasi doppiando il consenso nell’insieme degli altri comuni (4,9%). A certificazione della dimensione d’opinione nel sostegno ai due candidati urban oriented, si ricordi che entrambi hanno beneficiato delle conseguenze del voto disgiunto, tradottesi in un rendimento coalizionale positivo, in particolare per il pentastellato (+8 punti).

Fabrizio Micari, il rettore dell’Università di Palermo designato alla discesa in campo da Leoluca Orlando, meglio si pone come candidato all Around, con un rendimento equilibrato leggermente migliore nelle città anziché nelle campagne.

A fare da contraltare è così Nello Musumeci, il cui bacino elettorale rientra nella categoria village oriented. Il candidato del centrodestra consegue ovunque percentuali peggiori nei comuni capoluogo in raffronto al resto delle province. Si tratta di una netta inversione di tendenza alla tradizione del centrodestra siciliano, storicamente mattatore nei centri più popolosi, nonché nella decretazione di un verdetto pronosticabile ma non scontato: Giancarlo Cancelleri batte – di misura (36,0% contro 35,5%) – Nello Musumeci nelle nove città dell’Isola.

I Lords of Preferences (Emanuele, Marino 2016) decidono le elezioni regionali siciliane, assolvendo ancora una volta alla funzione di arbitri nelle partite elettorali dell’Isola.

 

Riferimenti bibliografici:

Emanuele V., “Regionali in Sicilia. La geografia del voto: Grillo sfonda nelle città”, in “Un anno di elezioni verso le politiche 2013”, Dossier CISE N.3, 2013.

Emanuele, V. and Marino, B., “Follow the candidates, not the parties? Personal vote in a regional de-institutionalised party system”, Regional and Federal Studies, 26(4), pp. 531-554, 2016.

Alessandro Riggio è dottore magistrale in Governo e Politiche presso la LUISS Guido Carli e collaboratore del CISE. Si è laureato con una tesi dal titolo 'Il Gattopardo in laboratorio: anatomia dei partiti, trasformazioni elettorali e mutamenti politici in Sicilia (2001-2012)'. I suoi interessi di ricerca riguardano lo studio dei partiti, del comportamento di voto e della geografia elettorale. Con uno specifico riferimento al caso siciliano