A Brindisi la diaspora del M5S porta al ballottaggio centrosinistra e centrodestra

Con un calo di più di 7 punti percentuali rispetto alle elezioni comunali di due anni fa, e in generale un’affluenza ridotta rispetto alle ultime tre tornate elettorali (politiche del 2013, comunali del 2016 e politiche del 2018), circa il 60% degli aventi diritto al voto nel comune di Brindisi si è recato alle urne domenica 10 giugno per eleggere il nuovo sindaco. In attesa del nuovo ballottaggio che avrà luogo domenica 24 giugno, è interessante analizzare come l’elettorato si è mosso rispetto al passato, quali elettori hanno sostenuto i vari candidati, facendo sì che la sfida di domenica prossima veda protagonisti il candidato di centrodestra e quello di centrosinistra.

Tab. 1 – Risultati elettorali per liste e coalizioni a Brindisi nelle elezioni politiche e comunali, 2013-2018[1] (clicca per ingrandire)BR_tab

Innanzitutto, come si sono mossi gli elettori rispetto alle elezioni di marzo?

L’elettorato di sinistra è rimasto piuttosto compatto. Di coloro che alle politiche avevano sostenuto Liberi e Uguali, il 65% ha deciso di votare per il candidato di centrosinistra (Rossi); il 18% ha preferito il candidato di destra (Ciullo), il 10% si è astenuto e solo il 3% ha votato Serra, il candidato Cinque Stelle – meno di quanti abbiano sostenuto Di Noi, che ha ottenuto il consenso del 4% degli ex elettori di Liberi e Uguali. Per quanto riguarda l’elettorato della coalizione di centrosinistra alle politiche di marzo, anche qui il i due terzi decidono di sostenere il centrosinistra votando Rossi, mentre i restanti optano massivamente per l’astensione (ad eccezione di un 1% che sostiene Di Noi).

L’elettorato della coalizione di centrodestra si sparge leggermente di più tra i candidati, supportando principalmente il candidato di centrodestra Roberto Cavalera (46%), ma anche il candidato di destra Ciullo (13%) e il candidato del M5S Serra (7%) raccolgono una fetta dell’elettorato di centrodestra, che comunque, per oltre un terzo, non si è recato a votare (35%).

Tuttavia, l’elettorato con il più alto livello di dispersione è certamente quello del M5S. Il 21% di chi a marzo aveva sostenuto Di Maio alle politiche, a Brindisi si è schierato a favore del candidato di centrosinistra; il 20% a favore di quello di destra; il 17% a favore di quello di centrodestra. Anche qui Di Noi ottiene solo un 2% dei voti, anche se il dato più rilevante è che il Movimento riesce a mantenere il consenso di meno di un terzo dei suoi sostenitori (32%). Anche il dato sull’astensione sembra interessante: con il 9%, l’elettorato del M5S è quello che meno preferisce l’idea di rinunciare ad andare a votare.

Tra quelli che avevano sostenuto altre coalizioni o altri partiti rispetto a quelli menzionati finora, un po’ di più della metà si è astenuta (56%), mentre il restante 44% si è diviso tra Serra del Cinque Stelle (23%), Rossi del centrosinistra (12%) e Ciullo della destra (10%). Degli ex astenuti, la quasi totalità è rimasta dello stesso avviso (75%), mentre quasi il 20% ha pensato valesse la pena andare a votare per sostenere Cavalera del centrodestra, il 4% Ciullo di destra e 1% Di Noi.

Tab. 2 – Flussi elettorali a Brindisi fra politiche e comunali del 2018, destinazioni (clicca per ingrandire)[2]br_dest

Quindi, a questo punto, da chi esattamente è composto l’elettorato dei vari candidati (e in particolare dei due che si sfideranno domenica al ballottaggio)?

Al successo di Cavalera – che ha ottenuto il 34,7% dei voti validi – hanno contribuito più o meno omogeneamente gli elettori di centrodestra (39%), quelli del M5S (27%) e gli astenuti di marzo (34%). Il successo di Rossi, invece – scelto dal 23,5% dei votanti – è stato determinato per la maggior parte dal sostegno dell’elettorato dei Cinque Stelle, che ha apportato il ben 50% dei voti ottenuti candidato di centrosinistra. Nel restante 50% c’è una quantità significativa di voti provenienti da chi aveva votato per la coalizione di centrosinistra (39% del totale), mentre quote marginali provengono da Liberi e Uguali (8%) o partiti minori (3%).

Per quanto riguarda i candidati che non parteciperanno al secondo turno, procedendo in ordine di voti ottenuti, Gianluca Serra del Cinque Stelle ha raccolto consensi principalmente all’interno del Movimento (84%) e pescando, poco, da chi aveva sostenuto partiti minori alle elezioni di marzo (6%) e dall’elettorato di centrodestra (9%). Massimo Ciullo, il candidato di Lega e FDI, ha persuaso in proporzione più elettori del M5S, che gli hanno garantito più della metà dei voti ottenuti (61%), che elettori di centrodestra (20%). A questi si aggiungano ex astenuti (13%), sostenitori di Liberi e Uguali (3%) e di partiti minori (3%). Infine, anche il candidato che ha ottenuto il minor numero di consensi, non arrivando a raggiungere nemmeno il 3% dei voti, li ha comunque raccolti principalmente nel bacino elettorale del Movimento 5 Stelle (54%), convincendo qualche astenuto (34%) e qualche ex sostenitore del centrosinistra o sinistra (rispettivamente 5 e 6%).

Per quanto riguarda gli astenuti, come spesso accade, la maggior parte proviene da pregresse esperienze di astensione (in questo caso parliamo del 66%). Un’altra fetta, in questo caso considerevole, invece, proviene da elettori, forse delusi o disillusi, di centrodestra (15%), del centrosinistra (7%), del M5S (7%), o di altri partiti (4%).

Tab. 3 – Flussi elettorali a Brindisi fra politiche e comunali del 2018, provenienze (clicca per ingrandire)br_prov

Il diagramma di Sankey (Fig.1) riassume in un’immagine quanto descritto in termini di percentuali. (chronofhorse.com) Le varie bande che fluiscono da sinistra a destra indicano i flussi di elettori di Brindisi, dalle elezioni politiche di marzo (a sinistra) a questa tornata di comunali (a destra). Come già notato da Riggio e Paparo (2018) su Siracusa, l’elettorato del M5S si è frantumato, ed è fluito nei vari bacini elettorali di altri partiti, contribuendo in modo cruciale al successo del candidato di centrosinistra, e lasciando che fosse lui e non quello proposto dal Movimento stesso, a passare al secondo turno.

Fig. 1 – Flussi elettorali a Brindisi fra politiche (sinistra) e comunali (destra) del 2018, percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)BR_sankey

Riferimenti bibliografici

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Riggio, A., e Paparo, A. (2018), ‘A Siracusa il M5S cede 40 punti e si disperde in tutte le direzioni’,  https://cise.luiss.it/cise/2018/06/20/a-siracusa-il-m5s-cede-40-punti-e-si-disperde-in-tutte-le-direzioni/

Schadee, H.M.A., e Corbetta, P., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 80 sezioni elettorali del comune di Brindisi. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Si tratta di 6 unità in tutto. Il valore dell’indice VR è pari a 10,7.


[1]Nella parte superiore della tabella sono presentati i risultati al proporzionale; nella parte inferiore si usano i risultati maggioritari. Nella parte superiore, ciascuna riga somma i risultati dei relativi partiti, a prescindere dalla coalizione della quale facessero parte. Nella parte inferiore, invece, si sommano i risultati dei candidati (sindaco o di collegio), classificati in base ai criteri sotto riportati. Per le politiche 2013, abbiamo considerato quali i voti raccolti ai candidati quelle delle coalizioni (che sostenevano un candidato premier).

Criteri per l’assegnazione di un candidato a un polo: se un candidato è sostenuto dal PD o da FI (o il PDL) è attribuito al centro-sinistra e al centro-destra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno. Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico (Altri). Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo PD e FI/PDL che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

Nella categoria partiti di sinistra rientrano: RifCom, PC, PCI, PAP, FDS, SEL, SI, MDP, LEU, RivCiv. Nella categoria altri partiti di centro-sinistra sono inseriti: Insieme, PSI, IDV, Radicali, +EU, Verdi, CD, DemA.

L’insieme dei candidati sostenuti da almeno una di queste liste, ma non dal PD, costituisce il polo di sinistra alternativa al PD della parte inferiore della tabella. Il polo di centro-sinistra somma, invece, i candidati nella cui coalizione compare (anche) il PD.

Nella categoria partiti di centro rientrano: NCI, UDC, NCD, FLI, SC, CivP, NCD, AP, DC, PDF, PLI, PRI, UDEUR, Idea. Il polo di centro è formato da candidati sostenuti da almeno uno di questi.

Nella categoria partiti di destra rientrano La Destra, MNS, FN, FT, CPI, DivB, ITagliIT. Il polo di destra somma i candidati sostenuti da almeno uno di questi o da Lega o FDI, ma non da FI/PDL. Il polo di centro-destra, invece, è la somma dei candidati nella cui coalizione compare (anche) FI (o il PDL).

[2] Ringraziamo il servizio CED del comune di Brindisi per averci messo a disposizione i dati delle politiche 2018 per sezione.

Elisabetta è dottoranda in Comparative Politics alla Central European University (CEU) di Vienna, dove sta lavorando ad un progetto sul gap tra opinioni e azioni rispetto al tema della lotta al cambiamento climatico e sulle scelte di voto pro-ambiente. I suoi interessi di ricerca includono psicologia sociale e politica, comportamento di voto e opinione pubblica. È autrice e co-autrice di articoli pubblicati in riviste peer-reviewed e di note di ricerca pubblicate in alcuni dei Dossier CISE. Laureata magistrale in Scienze Politiche e di Governo dall’Università degli Studi di Milano e triennale in Politics, Philosophy and Economics alla LUISS Guido Carli di Roma, ha conseguito un Master di ricerca in Scienza Politica presso l’Università Pompeu Fabra (UPF) di Barcellona.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.