La nazionalizzazione della Lega di Salvini

Dietro al successo di Salvini c’è una sorprendente affermazione al Sud. Per vederlo è già sufficiente scorrere la lista (impressionante) dei 20 comuni in cui Salvini è cresciuto di più (Tabella 1). Sono tutti al Sud. Ovviamente il dato in teoria non sorprenderebbe più di tanto, perché partendo da livelli molto bassi (ma non sempre! vedi Cassano Irpino…) è facile moltiplicare i propri voti. Tuttavia, la performance è comunque notevole, e indicativa della grande crescita della Lega al Sud.

Tab. 1 – I 20 comuni in cui Salvini è cresciuto di piùTabella 1

Ma soprattutto, come vediamo adesso, è in realtà il segno chiarissimo di una uniformazione e nazionalizzazione del consenso alla Lega. Aspetto che si può vedere in modo molto chiaro nel grafico che segue (Figura 1): le crescite sono state molto maggiori al Sud, portando quindi a una forte diminuzione delle differenze geografiche nel consenso a Salvini.

Fig. 1 – Percentuale media Lega nei comuni delle varie regioni

Figura 1

Vediamo di sintetizzare questo dato. Se per ogni regione calcoliamo la percentuale media della Lega nei comuni di quella regione, e poi confrontiamo tra loro le varie regioni (tabella seguente), scopriamo che:

  • 1) la percentuale media, come è ovvio, è raddoppiata (da 18 a 36);
  • 2) tuttavia la dispersione (espressa dal coefficiente di variazione: il rapporto tra la media e la deviazione standard) si è dimezzata (Tabella 2): in altre parole, la Lega del 2019 è un partito geograficamente molto più uniforme (il doppio!) rispetto alle politiche del 2018.

Tab. 2 – Percentuale media ottenuta dalla Lega nei comuni delle diverse regioni nelle elezioni politiche 2018 e nelle elezioni europee 2019Tabella 2Di conseguenza la Lega ha vissuto un sistematico riequilibrio geografico. Riequilibrio che è visibile in maniera plastica, in conclusione, nel diagramma a dispersione che segue (Figura 2): il numero di volte di cui la Lega ha moltiplicato le proprie percentuali medie di voto (nei singoli comuni) rispetto alle politiche del 2018 è molto più alto nelle regioni in cui era più debole (ovviamente quelle del Sud), secondo una relazione praticamente lineare.

Fig. 2 – Quanto si moltiplica la LegaFigura 2 bisQui appare quindi (almeno per quanto riguarda il voto a queste europee) il successo della strategia di Salvini (inizialmente accolta da scetticismo nella stessa Lega) di trasformarla da partito del Nord a partito di destra a vocazione nazionale.

Ovviamente qui parliamo solo di consensi elettorali. La sfida che si apre per questo partito sarà quella di tentare di proporre una possibile sintesi politica di domande e esigenze espresse da regioni del Paese molto diverse tra loro. Ma questa è un’altra storia.

Lorenzo De Sio è professore ordinario di Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli, e direttore del CISE - Centro Italiano di Studi Elettorali. Già Jean Monnet Fellow presso lo European University Institute, Visiting Research Fellow presso la University of California, Irvine, e Campbell National Fellow presso la Stanford University, è membro di ITANES (Italian National Election Studies), ha partecipato a vari progetti di ricerca internazionali, tra cui “The True European Voter”(ESF-COST Action IS0806), the “EU Profiler” (2009) e EUandI (2014), e di recente ha dato vita al progetto ICCP (Issue Competition Comparative Project). I suoi interessi di ricerca attuali vertono sull'analisi quantitativa dei comportamenti di voto e delle strategie di partito in prospettiva comparata, con particolare attenzione al ruolo delle issues. Tra le sue pubblicazioni, accanto a vari volumi in italiano e in inglese, ci sono articoli apparsi su American Political Science Review, Comparative Political Studies, Electoral Studies, Party Politics, West European Politics, South European Society and Politics, oltre che su numerose riviste scientifiche italiane. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.