Flussi Vercelli: nonostante la smobilitazione leghista il centrodestra strappa il comune

Una chiara svolta a destra per Vercelli

Lo scorso 26 maggio a Vercelli si sono svolte le elezioni per tre livelli governativi. Come nel resto d’Italia, i cittadini hanno espresso la propria preferenza alle europee, alle regionali insieme ai piemontesi ed infine alle elezioni comunali. Le tre votazioni hanno avuto tutte esiti somiglianti, con la vittoria indiscussa della Lega a denotare una evidente svolta a destra, secondo un trend sempre più trasversale al paese (De Sio 2019).

Prima di passare all’analisi dei risultati e dei flussi elettorali nelle elezioni comunali, guardiamo alle evoluzioni dei partiti a Vercelli fra le elezioni europee del 2014 e quelle del 2019. I due grandi partiti mainstream del sistema politico italiano hanno visto dimezzate le preferenze ottenute in precedenza, anche in termini assoluti (Tab. 1), in linea con il tracollo osservato a livello nazionale (Emanuele 2018). Il PD ha perso una ventina di punti percentuali e il partito di Berlusconi più di otto, oramai all’ombra di Salvini, il quale passa da un modesto 8,4% ad uno strabiliante 40,2%. Facendo eco ad un crollo su scala nazionale (Emanuele e Maggini 2019), il M5S ha invece smarrito un terzo dei voti ottenuti nell’ultimo quinquennio e, seppur di poco, non raggiunge neppure il 10% dei voti.

Se la disfatta del PD conferma un esito preannunciato dalle ultime elezioni politiche del 2018, i risultati elettorali hanno effetti più dirompenti per le altre forze politiche, specie per quelle al governo. Se le europee hanno rappresentato un’occasione per valutare l’operato dell’esecutivo giallo-verde a un anno dal suo insediamento, il giudizio è durissimo per il M5S che ottiene meno della metà dei consensi delle politiche, passando dal 22,4% il 4 marzo al 9,6%, mentre la Lega stravince e quasi raddoppia i risultati (dal 23,6% al 40,2%).

Tab. 1 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di Vercellivercelli_tab

Corsaro sindaco dopo una giunta democratica insoddisfacente

Venendo quindi all’esito della competizione per gli organi di governo locale, il nuovo sindaco sarà il candidato del centrodestra (Lega, FI, FDI) Andrea Corsaro. Avvocato di professione, Corsaro è già stato sindaco di Vercelli per due mandati completi fra il 2004 e il 2014 – come indipendente alla guida di una coalizione di centrodestra nel 2004, e poi da iscritto al PDL nel 2009. Nel 2014 l’amministrazione comunale cambiò colore politico, con la vittoria Maura Forte per il centrosinistra, la quale però non è riuscita a conquistare un secondo mandato nelle comunali 2019.

Il primo turno delle comunali si era concluso con il 41,9% dei voti validi per Corsaro e il 24,9% per la Forte, anticipando dunque l’esito finale della consultazione. Infatti, al ballottaggio il candidato di centrodestra ha avuto la meglio sulla sua avversaria (54,8% contro 45,2%), la quale è riuscita ad accrescere il proprio numero di voti di 2.000 unità, che non sono tuttavia bastate a sconvolgere la realtà del primo turno ma solo a rendere meno amara la sconfitta.

Maura Forte passa quindi il testimone dopo un mandato percorso da tensioni, sebbene ottenuto con il 67% delle preferenze al ballottaggio del 2014. Nei suoi recenti interventi ha ricordato i successi della propria amministrazione, tra cui l’aver risanato, senza aumenti di tasse, il bilancio di un comune ereditato con consistenti difficoltà finanziarie. La giunta uscente rivendica il merito di avere contribuito alla creazione di posti di lavoro con l’apertura di un centro Amazon e di un polo logistico della holding francese APRC, e di avere investito sul rilancio culturale del territorio.

Il momento di maggiore turbolenza di questo mandato risale certamente alla condanna in primo grado della sindaca, insieme ad esponenti di vari schieramenti politici. La pena – sospesa – di nove mesi e dieci giorni riguarda il processo per irregolarità durante la raccolta delle firme per le elezioni provinciali del 2011. Tra i risentimenti accumulati nei confronti della giunta Forte spicca quello della lista Siamo Vercelli, che ha seccamente rifiutato l’appello della Forte alle forze non di destra di sostenerla in vista del secondo turno (quando invece nel 2014 c’era stato un apparentamento formale fra Siamo Vercelli e la coalizione Forte). 

I flussi elettorali

Sebbene Maura Forte sia stata apertamente criticata dal M5S, che ne ha più volte richiesto le dimissioni, i flussi elettorali mostrano un riversamento del 52% degli elettori pentastellati alle europee sulla candidata del centrosinistra, mentre il restante 48% si rifugia nel non voto (Tab. 2). Nessuno ha invece votato l’ex sindaco di centrodestra Corsaro.

La stessa scelta di campo chiara – che non lascia spazi al centrodestra – viene compiuta dagli elettori di Europa Verde, che si dividono tra sostegno per il centrosinistra (54%) e astensione (46%).

PD e Più Europa votano di più (hanno entrambi solo il 3% di astensioni) e più a sinistra. Tuttavia, se gli elettori del PD si dimostrano molto fedeli alla Forte (85%), quelli del partito della Bonino hanno invece scelto per il 40% Corsaro. Un altro dato inaspettato proviene da La Sinistra, il cui bacino elettorale è tuttavia estremamente ridotto. I suoi (pochi) elettori si dimostrano i terzi più propensi a votare Corsaro (70%), secondi solo a FDI e FI. Questi numeri fanno luce sulla gravissima spaccatura del centrosinistra a Vercelli, dove la sindaca uscente non è riuscita a ricompattare il fronte progressista al di fuori del PD.

Eppure, le sorprese non si limitano a sinistra. Infatti, suscita particolare interesse il fatto che il 40% degli elettori della Lega si sia astenuto al ballottaggio, mentre appena il 49% dei leghisti abbia votato per il candidato sindaco di centrodestra. Al contrario, gli elettorati di FI e FDI hanno votato Corsaro in misura dell’80-90%. Sembra dunque che l’appeal di un candidato forzista con due mandati da sindaco alle spalle presso l’attuale elettorato di Salvini sia stato davvero limitato, come confermato anche dal significativo flusso che si registra verso la sindaca uscente del centrosinistra – pari a un leghista su 8, un vercellese ogni 35.

Tab. 2 – Flussi elettorali a Vercelli fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest19Nonostante lo smarcamento degli elettori del Carroccio, la Tabella 3 conferma il partito di Salvini come principale sostenitore di Corsaro: praticamente la metà dei voti che lo hanno eletto sindaco per la terza volta proviene da lì (48%). Oltre un terzo dei suoi voti arriva poi da elettori che alle europee hanno votato gli altri due partiti del centrodestra, mentre quote più piccole ma comunque rilavanti entrano da PD e Più Europa (6% l’uno).

Allo stesso modo, alla base del risultato della Forte vi è l’elettorato del PD (56%), mentre rimangono quasi inesistenti i voti provenienti da La Sinistra e Europa Verde. Un decimo è formato da elettori di Più Europa, mentre quote attorno al 15% arrivano sia dal M5S che dalla Lega.

Tab. 3 – Flussi elettorali a comunali Vercelli fra europee 2019 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov19

La Figura 1 mostra in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali fra europee e ballottaggio a Vercelli. A destra sono riportati i bacini elettorali del ballottaggio, a sinistra quelli delle europee. Le diverse bande, colorate in base al bacino di provenienza delle europee, mostrano le transizioni dai bacini delle europee a quelli delle comunali. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.

Il diagramma di Sankey consente di apprezzare visivamente come il vantaggio di Corsaro, guardando alla forza dei partiti di centrodestra alle europee, fosse davvero enorme; e come questo si sia ridotto in virtù della forte smobilitazione dell’elettorato leghista, e dei flussi da M5S e Lega verso Forte.

Fig. 1 – Flussi elettorali a Vercelli fra europee 2019 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey19

Restando in tema, uno sguardo alle scelte nel ballottaggio delle comunali degli elettorati dalle politiche 2018 (Tab. 4) presenta una prospettiva interessante per capire cosa sia cambiato ad appena un anno di distanza. Il fil rouge resta lo scisma della sinistra. Appare infatti paradossale che il 76% degli elettori di LeU abbia votato Corsaro. L’effetto è corroborato dall’astensione alle comunali del 54% dei sostenitori dei partiti minori del centrosinistra alleati del PD alle politiche (Più Europa, Insieme, Civica Popolare). Vi è tuttavia una parziale compensazione posta dalla preferenza assoluta per la Forte da parte di chi ha votato solo per il candidato di collegio del centrodestra nel 2018 (il leghista Tiramani).

La vittoria di Corsaro si può dunque considerare come il prodotto di un sostegno trasversale delle destre, con Lega, NCI ed FDI in prima fila. Metà dei berlusconiani 2018 è invece restata a casa e questo mancato voto nel ballottaggio per un suo esponente la dice lunga sul logoramento dell’ex partito egemone nel centrodestra.

Tab. 4 – Flussi elettorali a Vercelli fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest18

La Tabella 5, che mette invece a confronto la provenienza dei voti al ballottaggio con le elezioni politiche dello scorso 2018, offre una conferma a quanto visto poc’anzi. Circa la metà dei voti di Forte proviene dal PD, poco più di un decimo dal resto dell’area della sinistra, e un 15% a testa per M5S e Lega. Il successo di Corsaro è per circa l’80% attribuibile ad elettori di centrodestra, ma una porzione rilevante proviene anche dal centrosinistra – mentre, di nuovo, niente arriva dal M5S.

Tab. 5 – Flussi elettorali a Vercelli fra politiche 2018 e ballottaggio delle comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov18

Per fornire una rappresentazione grafica di quanto detto finora, riportiamo la Figura 2, che mostra il diagramma di Sankey per i flussi a Vercelli fra politiche 2018 e ballottaggio 2019. Si vede la forte smobilitazione di elettori di FI. Sono questi, probabilmente, elettori passati nel frattempo alla Lega, e che costituiscono quel serbatoio di leghisti delle europee che si sono astenuti. Quindi, i nuovi leghisti sembrano essere elettori più periferici e distanti dalla politica. Infatti, quanti votavano Carroccio già nel 2018 hanno tutti votato nel ballottaggio.

Fig. 2 – Flussi elettorali a Vercelli fra politiche 2018 (sinistra) e ballottaggio delle comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey18

Vanno infine menzionate le regionali, che hanno sancito la volontà del 49,9% degli aventi diritto in Piemonte di avere Alberto Cirio quale nuovo presidente della regione, eurodeputato con il PPE durante l’ottava legislatura. Resta indietro al 35,8% lo sfidante di centrosinistra Sergio Chiamparino, presidente della regione uscente ed ex sindaco di Torino. Il parallelismo tra Chiamparino e Forte è immediato, entrambi politici di centrosinistra non riconfermati nelle cariche ricoperte. In questo angolo del paese, il PD sembra pagare le conseguenze di una mancata autocritica, che gli costa la fiducia di un elettorato risoluto a cercare a destra le risposte alle proprie domande. Intanto, anche in un momento di parziale smobilitazione, è la Lega a trarre il maggior beneficio dall’indebolimento dei propri avversari, canalizzando le frustrazioni di una crescente porzione dell’elettorato – e non solo a Vercelli.

 

Riferimenti bibliografici

De Sio, L. (2019), ‘La nazionalizzazione della Lega di Salvini’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/la-nazionalizzazione-della-lega-di-salvini/

Emanuele, V. (2018), ‘L’apocalisse del voto ‘moderato’: in 10 anni persi 18 milioni di voti’, in Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press, pp. 123-125.

Emanuele, V. e Maggini, N.(2019), ‘Il M5S “resiste” solo nelle province a maggior richiesta di assistenzialismo’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/il-m5s-resiste-solo-nelle-province-a-maggior-richiesta-di-assistenzialismo/

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Schadee, H. M. A., e Corbetta, P. G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 59 sezioni elettorali del comune di Vercelli. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 7,7 per l’analisi dalle politiche; a 3,1 per l’analisi dalle europee.

Maria Giovanna Sessa ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Milano e la laurea magistrale in Relazioni internazionali presso l'Università di Pavia. È al terzo anno del dottorato congiunto in Scienze politiche, Politica europea e Relazioni internazionali presso la Scuola Superiore Sant'Anna. È stata visiting fellow fellow al CIES-IUL di Lisbona da aprile a giugno 2018. È stata assistente alla didattica nel corso di Metodologia della Ricerca e Scienze Politiche all'Università di Siena (aa 2017-2018) e ha tenuto un ciclo di seminari nell'ambito del corso Elezioni, Partiti e Opinione Pubblica all'Università di Firenze (aa 2018-2019).
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.