Liguria, un quarto dei voti del Mov. 5 stelle in fuga verso il Pd

Il M5s è il vero perdente delle regionali in Liguria. A dire il vero  il fatto non può essere considerato una sorpresa. Con tutto quello che sta succedendo dentro il Movimento da mesi a questa parte sarebbe stato un miracolo se il risultato fosse stato diverso. I dati sono impietosi. A livello della intera regione alle politiche del 2022 aveva preso 93.413 voti, pari al 12,7% , in queste regionali si è fermato a 25.670 , il 4,6%   E’ vero che l’affluenza è calata dal 64,2% al 46,0 %, ma la percentuale di voti del Movimento è diminuita molto di più. Infatti l’affluenza è calata del 28%, mentre i voti del Movimento sono scesi in percentuale del 64%.

Grazie alla analisi dei flussi elettorali fatta dal CISE per tutte le sezioni del comune di Genova è possibile fare un quadro preciso di dove sono andati a finire i voti persi dal Movimento. A Genova alle politiche del 2022  il partito. che una volta era di Grillo e che ora non si sa di chi sia, aveva preso 39.894 voti, il 14,7% . In queste regionali i voti di lista sono stati 11.928, il 5,5%. Come si vede nel grafico in pagina il 40,9% dei votanti del 2022 sono finiti nella astensione. Ma i dati ancora più interessanti sono altri. Il primo riguarda il flusso verso il Pd.  A Genova il 26,1% di chi aveva votato alle politiche il Movimento ha votato Pd alle regionali.  Questo non era scontato. Soprattutto in questa misura.

L’altro dato rilevante è che Bucci e il centro-destra non hanno beneficiato per nulla del crollo del Movimento. Non ci sono voti andati da quella parte . Una città e una elezione non consentono di trarre conclusioni certe. Ma ci sono altre indicazioni chiare che corroborano la tesi che l’attuale Movimento è ben diverso da quello del 2013 e del 2018. Allora era riuscito a essere un attore trasversale capace di attrarre voti da sinistra e da destra.  Col tempo i voti di destra sono tornati a destra , chi da Salvini e chi dalla Meloni. Sono rimasti i voti di sinistra e ora una parte di questi hanno deciso di traslocare verso lidi meno conflittuali . Uno di questi è il Pd e l’altro è il cartello formato da Verdi e Sinistra.

E’ presumibile che questa tornata elettorale aggravi la crisi del Movimento. Soprattutto se il cattivo risultato in Liguria si riproducesse anche in Emilia-Romagna e Umbria dove si vota tra poche settimane. E questo è molto probabile. Reterebbe il Sud dove fino a oggi la fedeltà degli elettori pentastellati si è rivelata più solida che in altre zone del paese. Ma è difficile immaginare che questa base sudista possa durare nel tempo se il Movimento non risolverà la sua attuale crisi esistenziale. E se questo non succederà assisteremo a un cambiamento radicale dello schieramento di centro-sinistra che, oltre a beneficiare PD e AVS,  potrebbe anche tradursi nella formazione di nuovi attori politici a caccia dei voti in libera uscita dal Movimento o alternativamente alla crescita di alcune di quelle formazioni, oggi minuscole, che gravitano in questa area dello spazio politico.


I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman alle 653 sezioni elettorali del comune di Genova. Abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR pari a 12,1.

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.