Israele al voto: Netanyahu a caccia del quarto mandato consecutivo

Federico De Lucia

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Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.

Il prossimo 9 aprile Israele tornerà al voto dopo quattro anni per eleggere il proprio Parlamento nazionale, la Knesset. Si tratta di un parlamento monocamerale composto da 120 membri eletti, in una circoscrizione unica nazionale, con un sistema proporzionale leggermente corretto da una soglia di sbarramento del 3,25%. Va quindi concludendosi la terza legislatura consecutiva caratterizzata dal susseguirsi di Governi di centrodestra, sostenuti da una maggioranza costruita attorno al Likud, il principale partito conservatore, e dal suo leader, Benjamin Netanyahu. Quest’ultimo, ormai ininterrottamente al potere dal 2009 (ma anche, si ricorda, dal 1996-1999), si staglia come la figura forte del...

di Federico De Lucia Come prevedibile, ed effettivamente previsto nel pezzo di due settimane fa, le elezioni comunali di Bolzano non hanno dato un esito chiaro. Per la precisione, hanno dato lo stesso esito politico finale di quelle del 2015, ed hanno generato lo stesso esatto quadro di difficile formazione di una maggioranza in Consiglio comunale che si era generato un anno fa e che aveva poi portato prima alla paralisi politica e poi alle dimissioni del Sindaco Spagnolli. Il nuovo Sindaco è Renzo Caramaschi, vincitore al ballottaggio contro il candidato del centrodestra Mario Tagnin, con il 55% dei voti. Gli...

di Federico De Lucia Domenica prossima (8 maggio), con circa un mese di anticipo rispetto ai comuni delle Regioni a statuto ordinario, si voterà per rinnovare il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Bolzano. Nel capoluogo altoatesino si torna alle urne dopo una consiliatura breve e tormentata, durata solo 12 mesi. Nel maggio 2015, al ballottaggio, era stato rieletto sindaco per la terza volta consecutiva Luigi Spagnolli, vincitore al ballottaggio contro un candidato di centrodestra. Per la prima volta dopo 10 anni, la coalizione si presentava agli elettori priva della propria ala sinistra (Verdi, SEL, Sinistra radicale), e basata sulla solida...

di Federico De Lucia Le elezioni politiche dello scorso anno hanno rappresentato un momento di svolta, tra le altre cose, anche dal punto di vista della composizione della classe parlamentare italiana, con tassi di ricambio paragonabili persino a quelli, addirittura rivoluzionari, del 1994. A seguito di una tale ristrutturazione del panorama parlamentare nazionale era lecito attendersi qualcosa di simile anche a livello di composizione della delegazione italiana al Parlamento europeo, sebbene il quadro normativo di contesto fosse ben diverso (il voto di preferenza, infatti tende naturalmente a favorire l’incumbent molto più di quanto non faccia la lista bloccata). Ebbene, nella Tabella...

L’elemento di maggiore e più sorprendente discontinuità che, rispetto al passato, caratterizza le elezioni politiche del 2013 è rappresentato senza dubbio dall’affermazione elettorale del Movimento 5 stelle (M5s). Un successo straordinario, dalle forti ripercussioni sistemiche, tale da poter essere considerato una sorta di spartiacque fra la Seconda Repubblica e ciò che la seguirà. Un successo per certi versi atteso, almeno da qualche tempo, ma assolutamente non nella misura in cui è avvenuto. Vari altri capitoli di questo volume si occupano di alcuni singoli aspetti del successo del M5s, ad esempio analizzando il suo impatto sul risultato elettorale, nonché il suo effetto sul cambiamento di alcune delle caratteristiche della classe politica. In questo capitolo tuttavia ci dedicheremo a un approfondimento esclusivo delle caratteristiche di questa nuova formazione. Così, approfondiremo anzitutto la storia politico-elettorale del M5s, dedicandoci poi a un’analisi più dettagliata del suo successo nel 2013 e della sua trasversalità sia geografica che politica. Prenderemo poi in esame il profilo socio-demografico e politico degli elettori del M5s, esaminando anche le dinamiche dell’opinione pubblica che ne hanno segnato l’evoluzione. Infine presenteremo alcune considerazioni conclusive, tese a inquadrare la duplice sfida del M5s: da un lato quella prettamente politica, lanciata al sistema partitico italiano, e dall’altro quella teorica e organizzativa, ancora più difficile e densa di significato storico e di valore culturale, lanciata al concetto di democrazia rappresentativa. Due sfide molto difficili da vincere, per un partito-movimento con caratteristiche che restano, per certi versi, ancora molto contraddittorie.