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Stefano Rombi è ricercatore in Scienza Politica all’Università di Cagliari. I suoi interessi riguardano i partiti politici, le elezioni e la qualità della democrazia. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste italiane e internazionali quali Paliamentary Affairs e Italian Political Science Review. Inoltre, ha contribuito a numerosi volumi collettanei, tra cui "Democratizing Candidate Selection. New Methods, Old Receipts?" (Palgrave, 2018), "Challenges of Democracy in the 21st Century" (Routledge, 2018) e "The Selection of Politicians in Times of Crisis" (Routledge, 2018). Oltre ad essere membro della SISP e della SISE, è co-coordinatore nazionale del gruppo di ricerca Candidate and Leader Selection (CLS) e membro della redazione dei Quaderni dell'Osservatorio Elettorale.
di Stefano Rombi (Università di Cagliari)
Per quanto possa sembrare dissonante rispetto all’ampio dibattito giornalistico, il voto di preferenza è diffuso in tutte le elezioni del nostro paese. L’Italia, dunque, è il paese del voto di preferenza e le elezioni regionali non fanno eccezione. In tutte le sette competizioni elettorali svoltesi il 31 maggio 2015, agli elettori è stata concessa la possibilità di indicare nella scheda il nome del loro candidato preferito alla carica di consigliere regionale. Tuttavia, mentre in Liguria, Marche, Puglia e Veneto l’elettore ha avuto a disposizione un solo voto di preferenza, in Campania, Toscana e Umbria...