Referendum 2016

Referendum 2016

Referendum 2016

di Vincenzo Emanuele Nella Prima Repubblica, quando il tradizionale cleavage di classe era ancora molto forte, l’incrocio del voto con la categoria professionale rivelava una netta dicotomia tra le intenzioni di voto della borghesia e quelle degli operai: dirigenti, professionisti e grandi imprenditori mostravano un massiccio sostegno per la DC e i partiti di destra (PLI e MSI), mentre gli operai votavano prevalentemente il PCI e il PSI. Nel corso della Seconda Repubblica queste differenze si sono affievolite, dal momento che quote crescenti della classe operaia hanno iniziato a votare partiti di destra, e allo stesso modo la borghesia si è divisa tra...

di Aldo Paparo Abbiamo già avuto modo di segnalare come i dati del sondaggio dell'Osservatorio Politico Cise di questo autunno mostrino, nelle intenzioni di voto al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, un netto vantaggio del NO nelle regioni meridionali. In questo articolo cerchiamo di indagare più in profondità questa frattura geografica, concentrandoci sul comportamento differenziato fra nord e sud per alcune rilevanti categorie di elettori (Tab. 1). Tralasciamo quindi le 4 regioni della zona rossa, che sono quelle più politicamente connotate, e focalizziamo il confronto fra le due porzioni più volatili (e popolose) del paese: il nord e il sud,...

Gli eventi elettorali recenti (il referendum Brexit; la vittoria di Trump) hanno testimoniato un fenomeno che è sempre più rilevante nelle recenti elezioni: la presenza di un gap informativo nelle prime ore dopo la chiusura dei seggi. Con l'afflusso dei primi risultati da alcune città, emerge una situazione di incertezza: in particolare quando i risultati provengono da zone con una specifica tradizione politica, così che il risultato parziale dello scrutinio nazionale non è rappresentativo di quello che sarà il risultato finale. Questo spesso produce una profonda incertezza, con effetti rilevanti non solo sull'opinione pubblica e sulle reazioni dei politici,...

di Nicola Maggini I dati del sondaggio CISE-Sole 24 Ore ci dicono che il voto al referendum sembra essere strettamente correlato con il giudizio sull'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. Se infatti si considerano le tre categorie di risposta ("l'appartenenza alla UE è un male", "l'appartenenza alla UE non è nè un bene nè un male", "l'appartenenza alla UE è un bene"), si nota come il Sì al referendum aumenti in maniera perfettamente lineare passando dal giudizio più negativo a quello più positivo circa l'apparteneza dell'Italia alla UE. Infatti, tra chi considera un male l'appartenza dell'Italia alla UE, solo l'11% dichiara di...

di Vincenzo Emanuele In principio erano parte integrante della 'Zona rossa', ossia di quella cintura di regioni dell'Italia centrale che aveva sempre espresso, nel corso del tempo, un netto consenso per i partiti di centrosinistra (e del PCI-PDS-DS-PD in particolare). Poi venne il 'terremoto elettorale' del 2013, con la vittoria del M5S nella regione (32% contro il 31,1% dell'intera coalizione Bersani). Da allora le Marche possono essere considerate un'area contendibile. Non fa eccezione questa consultazione referendaria, in cui il NO ha prevalso, sebbene in modo meno netto che nel resto del paese (55,1%). Nel capoluogo marchigiano il consenso del NO è stato lievemente...